"beato te".. io ogni volta che vado faccio sempre regali di mia spontanea volontà, la beneficenza l'ho sempre fatta per conto mio.. successivamente il problema è che vorrebbero sempre di più e di più quando invece "non ho più niente".. prova a sfamare e dar regali ad un intero villaggio (sai di cosa e di quale ti parlo)!
dove? libanese? o comunquesia nella punta? un tempo al Cape Sierra (che fra l'altro era di proprietà di un italiano) c'era questo tipo di situazione (fino a 3 anni fa c'era anche l'equipaggio della SN).
Effettivamente, sostenere l'intero villaggio è cosa al di là delle normali possibilità, per di più non è nemmeno così piccolo quello cui fai riferimento.
Il problema è che se fai un regalo rischi di ingenerare una serie di aspettative che fanno fatica a controllare, perchè, a mio avviso, non hanno quel senso pratico e della realtà che abbiamo noi occidentali. Ovviamente parlo dei più, l'eccezione sono quelli che hanno studiato o che hanno un lavoro di concetto.
La nuova generazione che adesso va a scuola sarà diversa: cresciuta in pace e istruita.
A me, comunque, è successo di conoscere un tizio nel cuore della baraccopoli di Goderich che parlava un po' di italiano perchè aveva lavorato su una nave italiana per qualche anno e, rientrato in Sierra Leone, ora era senza lavoro.
Molto gentilmente, mi ha chiesto se avevo bisogno di pesce. Del pesce fresco non si rifiuta mai, quindi per tre volte mi ha portato il pesce a casa (tre quattro snapper da cinque chili l'uno!) e l'ho pagato il giusto.
Questa è stata l'unica richiesta di "aiuto" diretta.
Per il resto, bastava che mi associassero ad Emergency e subito grandi amicizie! Tutti hanno avuto direttamente a che fare con l'ospedale o hanno avuto un parente curato lì, quindi....
Lungo il tratto di strada da College street, dove c'è la casa del personale internazionale di Emergency, all'ospedale sei uno di loro. Il primo giorno, vista una faccia nuova, mi domandavano il nome e, per tutte le mattine successive, mi salutavano con il solito scambio "how the body?" "fine, thanks, and you?" ecc. ecc.
Guai a non rispondere a tutti...si offendevano.
Il posto era gestione libanese, sul lungomare a Lumley. Il "venditore" era invece locale. Pieno di stranieri ma si mangiava medio (nulla di nemmeno lontanamente paragonabile a Franco). Dopo un approccio amichevole e convenevoli vari, l'offerta è stata piuttosto diretta. Io ero troppo curioso, quindi per un po' gli ho dato corda e gli sollevavo anche dei dubbi sul rischio di controlli lì o all'arrivo in Italia. Mi ha fornito una possibile soluzione per ciascuno dei dubbi. Mi ha addirittura proposto una consegna direttamente in Italia, specificandomi che, in quel caso, il prezzo della pietra al carato sarebbe stato circa tre volte superiore di quello praticabile se avessimo concluso in loco. Siccome ho tirato la corda abbastanza, mi ha detto che potevo vedere un campione anche la mattina dopo.