[TR] LIN-AMS-DTW and Back + OT Biella & Pistone


Di nuovo grazie a tutti coloro che hanno proseguito nella lettura.

Anche io ho un paio di pantaloni come i tuoi , che sotto c'è una zip e diventano bermuda

Certo che siamo ben assortiti, tra quello che nelle foto guarda i piedi e quello che guarda le zip dei calzoni (sì bravo, l'articolo è proprio lui)... è per questo che seguo sempre questo forum! :D

In quanto alla EV1..

Sì hai ragione. Successo commerciale è una parola grossa, ma la soluzione del leasing fu un serio tentativo di diffondere un'idea di auto elettrica altrimenti non sostenibile dal comune automobilista - di allora come di oggi. Poi vabbe', le immagini di queste auto ritirate dalla circolazione e mandate alla pressa sono passate alla storia, ma gli aspetti più propriamente finanziari dell'operazione sono stati recepiti e applicati dagli altri costruttori che in seguito si cimentarono in simili imprese. Se non ricordo male, oggi ad esempio Renault ti vende l'auto elettrica (tipo il Twizy, quel ciospo senza portiere a due posti in tandem) "vuota" perchè le batterie te le dà in leasing. E come diceva nei primi anni Novanta un mio prof d'università, il leasing è caro come il fuoco! ;)
 
Come ho anticipato nel post precedente, il Museo Henry Ford comprende anche un'importante sezione dedicata alle avioeliche.

Avviciniamoci al DC-3 impalato su due pilastri di cemento.













Anche Ford produceva aerei. Qui, il Flivver. Il mezzo, che sognava di essere la Ford T dell'aria, non ebbe molta fortuna.



Questo invece è il Ford Trimotor.









Il Boeing 40, l'aereo dei postini.





Questo trancio di fusoliera serve a dimostrare quanto erano stretti i primi aerei passeggeri (B40, Trimotor, DC-3) rispetto a un odierno 747. Entrandoci, viene rappresentata in maniera eloquente la differenza di spazio interno tra i vari mezzi. [Niente foto inside perchè il mio attrezzo non ha l'occhio di pesce.]



La replica del mezzo degli Wright Bros.







Il Dayton-Wright RB-1.





Lo spirito di San Luigi è tra noi. Comunque, è una replica.



Il Fokker F-VII Josephine Ford usato nel 1926 da Richard Byrd per la sua controversa spedizione aerea verso il Polo Nord.











Oops... questi non mi sono segnato che cosa erano.



Questo invece dev'essere un Blériot.







L'elicottero Sikorsky VS-300. Per gli americani - ma non per i sovietici! - il pioniere del suo genere.



E il girocottero Pitcairn PCA-2, che ci chiarisce in modo inequivocabile da che parti ci troviamo.







Ed ora, sei tu l'inventore! [Livello avanzato, visto che qui siamo su un forum ad alta specializzazione.]





A questo punto ci allontaniamo dall'area aviation e torniamo sulla terra.

Questo pullmino giallo è un pezzo di storia degli Stati Uniti.



Una di queste seggiole era quella dalla quale la sciura Rosa Parks non volle alzarsi.



Questo bus si trova al centro di una sezione del museo dedicata alla storia dei diritti civili in America, dall'epoca dell'abolizione della schiavitù, al diritto di voto femminile, alla segregazione razziale, con copioso materiale di supporto.

Oggi una pubblicità del genere fa impressione, ma pochi secoli fa era la norma da queste parti.



Qualcuno rimpiange ancora i "bei" tempi in cui le donne facevano la calzetta e basta. [Nella civilissima Svizzera, per la precisione, quei tempi non sono poi tanto lontani...]



Torniamo ancora un poco alla tecnologia, ormai il giro è quasi finito.

Uno scorcio della sezione Cavalli Vapore Forniti all'Agricoltura.



Questo, temo mi abbia seguito dall'altro mio TR di Malaga.



Questo, pure i large SUV di queste parti me fanno un baffo.



Vuoi mettere, come domini la strada da quassù?



Questa è un'altra delle attrazioni principali del museo, la Dymaxion House. Quando gli americani immaginavano di abitare dentro i dischi volanti.



Questa casa ve l'ho postata essenzialmente per la toilette. Peccato fosse (giustamente) protetta da un vetro, perchè sarebbe stato un set perfetto per un Autoscatto al Cesso finto.





Si fa prossima ormai l'ora di chiusura del museo. Qua e là degli addetti preparano dei tavoli da buffet, evidentemente la struttura viene anche affittata per eventi privati.

Prima di andarcene, immortaliamo l'attrazione più gettonata dello Henry Ford Museum - davanti alla quale fanno la fila per farsi fotografare - il Dakota (nel senso di salsicciotto!) su quattro ruote. Voilà la Wienermobile.



[Quelli che si notano in fondo sulla sinistra, seduti a un tavolo dello snack bar, sono un gruppetto di giovani Amish nella loro tenuta tradizionale. No, in un museo dedicato alla tecnologia e alla modernità non è una battuta. Mi resta tuttora il dubbio se non fosse invece una scena del reality Breaking Amish.]

Stavo riflettendo se aggiungere - prima di tornare ai temi istituzionali con il volo di ritorno - un altro OT più "ortodosso" con una passeggiata nella città bassa dell'amena Detroit. Domenica scorsa infatti mi sono ritrovato a mia insaputa (cit.) con diverse decine di immagini, ma con un po' di pazienza riuscirò a selezionarle, caricarle sul fotosecchio ed enarrarle. See you soon.
 
Vabbe', facciamo ancora un po' di alligator (cit.) selvaggio - anche se siamo nel Michigan e non in Florida... suvvia ancora un po' di pazienza, tanto mi manca ancora un solo post e poi nel giro di una settimana questo TR scenderà meritatamente negli abissi del forum - aggiungendo 'sto OT su Detroit Downtown.

Rileggendolo, quasi quasi pare una città nella quale varrebbe la pena di passarci le vacanze. Ma questi sono gli effetti collaterali di certi espedienti narrativi.

Mattinata assai uggiosa anche se piuttosto afosa - e la meteo non prometteva bene - ma nel pomeriggio pare che la natura si stia calmando, per cui decido di tirar fuori di nuovo la Nissan Altima di cui ai post precedenti (à nouveau, brrr).

Percorriamo la MI-10 in direzione sud ma non andiamo fino in fondo. Quando troviamo lo svincolo della I-94 andiamo a est ma ne usciamo dopo una piccola frazione di miglio. Voglio arrivare a destinazione passando da Woodward Avenue.



Questa strada è molto importante nella cultura automobilistica statunitense. Essa dà il nome alla Woodward Dream Cruise, in pratica il raduno automobilistico più frequentato al mondo.

Andiamo sempre dritto e cominciamo a vedere i grattacieli da vicino.



Parcheggiamo in un posto spennapolli (tre dollari l'ora, certo in Italia c'è di peggio ma qui è sopra la media) a fianco della torre GM e passeggiamo per il lungofiume.

Il nome di Detroit dicono che derivi dal francese. De-truà, lo stretto.



Là in fondo, il ponte dell'Ambasciatore.



Sull'altra sponda del Detroit - il fiume - scorgiamo Windsor, Ontario. Credevo che l'Ontario, insieme all'Alberta, fosse solo un territorio del Risiko :clown: Oops, mi sono sbagliato. [Be' allora per analogia, Detroit dovrebbe stare negli Stati Uniti Orientali.]

[I canadesi di nascita o di adozione mi perdonino la facile ironia. La prossima volta tenterò un TR - in carro armato viola - da Jacuzia e Kamchatka con l'obiettivo di distruggere le armate verdi :clown: ]



Voltiamo le spalle ai Canadesi e osserviamo il General Motors Renaissance Center.







Non c'è un gatto in giro, mi viene l'anzia, mi sto chiedendo in che razza di ameno posto sono capitato. Ma ogni tanto passa qualche ciclista o jogger - e poco dopo, fa la ronda una coppia di vicesceriffi col velocipede attrezzato.

C'è una principessa a vapore ancorata alla riva.



I pennuti qui non hanno molta paura degli umani.



La Joe Louis Arena, dove gioca la squadra di hockey su ghiaccio dei Red Wings.



Nel frattempo passa la metropolitana - o meglio, il people mover.



Un tratto di essa, infatti, passa in riva al fiume.



Finalmente comincio a vedere gente. Due giovanissime turiste dai lineamenti asiatici scrutano al di là dei confini della Nazione.



Torniamo indietro verso Hart Plaza. Qui la torre GM si vede meglio.



Questo, per tradurre alla maniera di Google, è il cosiddetto memoriale alla "ferrovia sotterranea" (Underground Railway).
I binari qui non c'entrano. Questa espressione indica essenzialmente la rete clandestina dei passatori - e delle strutture a cui si appoggiavano - che nell'Ottocento facevano transitare gli schiavi del Sud verso i territori più liberali del Canada.
Dalle mie parti, invece, personaggi simili fanno passare in Svizzera i clandestini e le mazzette di soldi nascoste in apposite pancere.



Questi sono gli altri grattacieli della città bassa. Sono confinati in pochi isolati, Detroit non è mica come Manhattan.



La Dodge Fountain.



Transcending: A ricordo delle conquiste dei lavoratori del Michigan.



Lasciamo Hart Plaza e andiamo sotto i grattacieli. Nonostante l'invito lanciato dal cartello, al momento non so se tornerò qui.



Ma prima andiamo un attimo verso sud. Anche il Cobo Center, come Woodward Avenue, è importante per la cultura automobilistica della città. Ogni anno, a gennaio, vi si svolge il Salone dell'Auto.



Una prospettiva di Jefferson Avenue.



Una scena da inverno newyorkese... eppure fa piuttosto caldo oggi! Allora non è solo vapore! [Qui non credo che gli scia-tori ci potranno aiutare, loro non si occupano di quello che accade sulla terra. Urgono nuovi teorici del complotto! :D ]



Il people mover continua a muovere popoli.



Quell'orologio NON funziona. Sono le tre del pomeriggio e si sentono suonare le campane, non so da dove. Forse a causa dell'età comincio a sentire le voci.



Lo Spirito di Detroit - il simbolo della città - è tra noi.



Sotto i grattacieli.









Questa piazza è detta Campo Marzio. Qui, il monumento ai soldati e ai marinai michiganesi.



E la Woodward Fountain.



È da quando sono atterrato qui che la pubblicità mi fa due maroni così su Halloween. Questo però, almeno è originale.



Il palazzo della contea di Detroit.



Se qualcuno fosse interessato... qui pare ci sia gente che, con la scusa del fallimento cittadino, sta facendo razzia di palazzi a dü ghei e 'na cicca. Per farci cosa, non l'ho ancora capito.



Ti allontani di appena un isolato dai grattacieli e il paesaggio si fa più brullo. Capannoni in apparente disuso e parcheggi.







Una Piccola Gemma in mezzo ai capannoni in apparente disuso e ai parcheggi.



Il Campo Ford, dove gioca la squadra di football dei Lions.



E il Parco Comerica, dove gioca la squadra di baseball dei Tigers.



I due stadi sono posti l'uno accanto all'altro.

[Nota a margine: Il palazzetto dei Pistons dell'NBA è fuori città. Non ci andrò, anche perchè la stagione non è ancora cominciata.]



Uno scorcio del campo di baseball.



L'ingresso principale del Comerica.



Gnam!



Davanti ai cancelli ci sono i mattoncini coi nomi dei generosi finanziatori.



Intanto, mentre riprendo un'altra scena da inverno newyorkese, arriva il furgoncino della Fox. Da quando hanno saputo che ero nei paraggi, quelli non mi lasciano un attimo di respiro.



Sono entrato nel negozietto del merchandising dei Tigers, che sta attaccato allo stadio, e il tipo della Fox mi ha seguito per intervistarmi non so su che cosa. È che io di baseball non ne capisco una mazza, sono solo qui per comprare dei regalini su commissione... va' da quell'altro allo scaffale delle magliette che lui è un tifoso!

A fianco dello stadio di baseball c'è la chiesa episcopale di San Giovanni.



Sì, avete letto bene il pannello luminoso. Comunque non ho a disposizione le statistiche per verificare se il Santo aiuti.



Questa invece è la chiesa metodista. Qui a quanto pare non si prega per nessuno.



Traffico regolare sulla I-75. A Detroit, la tangenziale (l'anello costituito dalla I-75, dalla I-375 e dalla MI-10) si raggiunge a piedi da Hart Plaza.



Una prospettiva della Woodward in direzione della periferia. Se becchi il giusto semaforo verde arrivi a Pontiac senza fermarti né sterzare.



Il Fox Theatre. Un attimo prima di scattare la foto, una signorina in bici mi urla "Non ce la fai a riprenderlo, è troppo alto!". Non credo legga AC, ma mi sarebbe piaciuto smentirla con questo post.



Ancora il people mover. Dai che ci facciamo un giro, ora.



Il People Mover è un trenino sopraelevato a guida automatica che percorre in circolo la piccola area della downtown. Posto che non ci si mette molto a raggiungere a piedi i luoghi significativi del centro, mi è difficile comprenderne i vantaggi pratici, almeno quando non piove o non ci sono le bufere di neve.
Il biglietto di corsa semplice costa tre quarti di dollaro. Paghi alla macchinetta e lei ti sputa un gettone, che a sua volta infili nel tornello e... vai col liscio! (cit.)

Qualche scatto a random di quello che si vede dal trenino.











Autoscatto artistico.



Ancora Jefferson Avenue.



Il finestrino anteriore è accessibile, infatti non c'è nessuno al posto di manovra. Anzi, il posto di manovra, come spiegato prima, non c'è.





Ancora il Campo Marzio.



Scendiamo qui.



E lasciamo il trenino al suo destino.



Saliamo su questo? No dai, ora sono un po' stanco.



Un'ardita prospettiva di sopraelevata e grattacieli.



Non mi ero proprio accorto di questa chiesetta proprio ai piedi della torre GM. È la chiesetta anglicana dei marinai.



Un po' di patriottismo non guasta mai.



Prima di tornare al parcheggio spennapolli saluto il people mover.



E immortalo l'ultima scenetta invernale newyorkese di Detroit.



Mezz'ora di macchina, dritto dritto lungo la MI-10 Nord e sono alla mia stanzetta.

Siate pazienti, ormai ho terminato. Nel prossimo post torneremo veramente ai temi istituzionali e faremo insieme il viaggio di ritorno a casa. Al momento non so cosa mi aspetta.
 
E con questo post chiudo il TR - un po' mi spiace interferire con i rapporti degli altri forumisti pubblicati negli ultimi giorni, che sono davvero piacevoli e interessanti - e mi ritirerò nei meandri del Web fino a che qualcun altro non mi spingerà a prendere un aereo. Sperando la prossima tratta sia poco battuta - per apportare ulteriori miglioramenti alla qualità del forum - ma non sperando troppo di salire su qualche compagnia black-listata - per evitare di entrare in qualche titolone di Studio Aperto.

Non posterò nulla della product demo che hanno fatto dal mio cliente detroitino, perchè volevo fare un test-drive sulla tamarrocar Dodge Charger [liberam. cit. sì certo lo so che l'originale era una Mustang Convertible] e sgasare col V8 Hemi da millemila piedi cubici, invece hanno portato solo le Fiat 500. Quindi non ho nemmeno fatto foto.

Non posterò nulla della visita guidata al Museum of Arts di Toledo, Ohio - consigliatomi da un amico grande fan di Franco Boni [E non mi venite a dire / e che non ve lo avevo detto... e pensare che anni fa l'ho pure incontrato a LIN!] - perchè 1) i Capponi di Renzo Tramaglino meritavano un post tutto suo, 2) i toledini, quando si sposano, fanno le foto del matrimonio in posti molto particolari - però che cariiini! (cit.) Come sono romantici! Ma sarebbe stata una derapata di stile troppo evidente.

Quindi, ripartiamo verso casa perchè 1) il mio colesterolo è andato alle stelle, 2) ho bisogno impellente di un piatto di PASTA.

Il mio collega del posto - che l'ultima volta che lo avevo visto quindici anni prima era il mio junior! - mi consiglia di partire presto perchè anche se l'altro giorno ci hai messo mezz'ora, qualche imprevisto ti potrebbe rendere la vita difficile.
Quindi, trenta minuti dopo la sua ora consigliata :D mi infilo nei bagni dell'ufficio, mi cambio d'abito alla maniera di un noto supereroe della DC Comics e alla faccia stralunata del quasi-pensionato della reception che la mattina aveva visto un'altra persona con lo stesso badge rispondo "È che adesso devo partire e tornare a casa". Have a safe trip sir. "Toccatina" strategica con stile, alla maniera di Valentino Rossi, per non farsi troppo capire.

Mezz'ora dopo la partenza - solo qualche rallentamento sulla I-94 - riconsegno con sollievo la Nissan Altima al noleggiatore giallo con le scritte nere e mi infilo nello shuttle per il terminal sud di DTW.

L'entrata del terminal pare davvero la zona arrivi di LIN all'ora di punta. :D



[Be', perchè negli aeroporti degli States hanno il posteggio dei cellulari (Cell Phone Lots), a debita distanza dai terminals, dove tu aspetti che il passeggero in arrivo ti chiami (nel senso che ti chiama quando è effettivamente landside e NON quando è ancora sulla pista di atterraggio!) e poi tu lo vai a recuperare sul marciapiede. Un pensierino su certi aeroporti delle nostre parti si potrebbe fare.]

Poca gente ai banchetti drop-off dei voli internazionali.



Lascio il valigione a una sciura di origine asiatica che quando legge la mia destinazione finale mi dice compiaciuta "Milaaano! Linaaate! Cariiino!". Voilà, la sciura è pronta per un posto di rilievo nel CdA SEA.

Prima di avvicinarci ai controlli di sicurezza però, osserviamo un attimo qualche piccolino DL.



Niente coda alle macchinette. Gli agenti mi intimano di togliere le scarpe - evidentemente amano i formaggi francesi - e mi fanno infilare nel body scanner. Non faccio in tempo a posizionarmi che mi dicono di uscire, finalmente lo hanno capito che, considerato quanto mi vedono bello dal di fuori, non c'è bisogno di sbirciarmi sotto i vestiti. Cavoli ho pure messo su pancia, in tre settimane, e faccio fatica a piegarmi.

Ricomponiamo a fatica i nostri pezzi e siamo airside.



Contrariamente al sentir comune, questa è la dimostrazione che DTW NON è un hub. Io di mutanda shop ho trovato solo questo.



Il people mover che tutti voi già conoscete. Più che Motor City, Detroit mi pare la città dei movimentatori di popoli.



Il mio gate è subito qua, non c'è bisogno né di camminare né di salire sul trenino, nè di consultare il menu degli orari. Ecco perchè ho dimenticato di fotografare il FIDS.



Una prospettiva del concorso A.



La fontanella fa tanti bei giochi d'acqua.



Al di là delle vetrate à pois, nel concorso C, ci sono altri piccolini DL. La varietà cromatica, purtroppo per voi, non è di casa al terminal McNamara.



Questa scena mi ricorda tanto la locandina di un film che ogni bravo frequent flier dovrebbe aver visto almeno una volta nella vita. Purtroppo non c'era nessun 747 ai tentacoli, e poi col sole che sbatteva è già tanto che la foto mi sia venuta così.
Io che non sono più un bravo frequent flier, ho letto pure il libro.



Il mio 330 DL è qui da tempo, ora gli stanno caricando la pappa e il mio valigione.





Alla sua destra, al gate di fianco, c'è un suo fratellino.



Intanto perdiamo più tempo del necessario a fare shopping e a riempire il keepall di tante cianfrusaglie da portare in regalo. Salutiamo - tra le altre - la signorina del negozietto dei gadget della città coi genitori siciliani e cerchiamo una seggiola che mi dia visuale verso il gate.

Una piccola provocazione, con rapida postproduzione. :clown:



L'imbarco pare subisca qualche intoppo, per ragioni che nemmeno le signorine spiegano. Non si vedono cose strane sotto l'aereo, né si capisce se il problema stia piuttosto nell'imbarco di qualche special pax.

Intanto capitano e FO spuntano la checklist.



L'imbarco in seguito procede spedito e aspetto come al solito che termini la coda prima di avvicinarmi.



Thu., Oct. 10th, 2013
DTW-AMS
Flight: DL0234
Class: Y
Seat: 37A
Eqp: A330-323X
Reg: N813NW
Scheduled: 1945-0930+1
Block to Block: 1955-0955+1
In Air: 2015-0945+1 (Dur: 7hrs 30min)

Mostrato il BP all'energumeno del gate, prima di infilarmi nel tentacolo apprendo da questa curiosa macchinetta l'orario effettivo del decollo.

Qualcuno dica al comandante che c'è da ritirare lo scontrino del pedaggio!



L'aereo è pieno pressappoco come all'andata, i posti vuoti sono pochi. Età media della fauna leggermente inferiore a tre settimane fa, dietro di me al 38A c'è una signorina sola con destinazione finale Oslo, che si è già fatta abbindolare da un immigrato neerlandese. Invece vicino a me, al 37C trovo la padrona del canarino Titti :( Ma tanto il mio proposito sarebbe stato comunque di cercare di dormire, perchè io ogni volta che ho preso un aereo mi sono sempre trovato a fianco o trasfertoni come me o coppiette che volevano dimostrare al mondo tutto il loro amore, quindi...
Quanto alla cabin crew, stavolta è leggermente meno da riforma Fornero, ma semplicemente perchè ce n'è una che abbassa la media. Carattere amichevole, ma non ai livelli dell'andata. Dopo tutto si vola di notte.

Alla nostra sinistra troviamo un altro fratellino.



Questi li conoscete già. La copertina rossa, stavolta, la utilizzerò. Anche le cuffiette le conoscete già, quindi non è necessario postarle di nuovo.



Pitch Test. Il mezzo è pressoché uguale a quello dell'andata.

[Questi jeans non ce li ha nessuno eh... :D ]



Della scheda elettorale metto solo la copertina per testimonianza. Il contenuto lo abbiamo già analizzato l'altra volta.



Scorcio della cabina. Notare le cappelliere mezze vuote nonostante l'aereo pieno (e sono salito per ultimo!). Delle cappelliere ne riparleremo in seguito.



Facciamo pushback e poi seguiamo diligentemente i pannelli luminosi rossi per la pista 22L.



Percorrendo la taxiway in senso contrario alla pista incrociamo almeno quattro mezzi in fase di decollo. C'è traffico quindi, ma non stiamo ad aspettare in coda.

Goodbye Detroit - o arrivederci? io l'ultima volta che ho detto addio a una città ci sono rimasto quasi cinque anni.

Il servizio a mio parere si fa attendere. Speravo che su un volo notturno come questo facessero tutto subito, non appena raggiunta la quota di crociera, e poi ci avessero permesso di dormire, ma tant'è.
Dopo le salviettine calde, quando ormai siamo sopra Monreale comincia a uscire qualcosa dal carrellino della pappa.



Succo d'arancia (senza ghiaccio, non ho trascurato di dirglielo) e doppi salatini.



Ci vuole quasi un'altra ora prima che venga servito il pasto principale.

La salsina e il purè hanno reso il pollo veramente ungood (cit.). Peccato. Onestamente, i broccoletti erano la parte migliore.
Non oso pensare a cosa sarebbe stato l'alternato - la famigerata US-pasta.



Finiamo il contenuto del vassoietto quando siamo ormai sopra il grande mare. [Uh, allora siamo quasi arrivati... Nooo! È l'Oceano Atlantico! ndr] Andiamo a fare un pit-stop (la foto ve l'ho già data all'andata!) e ci apprestiamo a dormire. O perlomeno, a provarci.



C'è la sciura del 36D che ha avuto il c**o di trovarsi a fianco gli unici due posti liberi dell'aereo e vi si è sdraiata... ma si dimena come solo la buonanima di Sandra Mondaini sapeva fare. Certo che stimola il sonno assai.

Anche la signorina del 38A è un po' irrequieta, da come si sente spingere contro il mio schienale. No, l'immigrato neerlandese non c'entra.

Invece la signorina del 36A, presunta socia della padrona di Titti, pensa che la sua seggiola sia un lie-flat e continua a spingere indietro.

Nonostante tutto, i pax intorno non mi disturbano più di tanto, la mia seggiola da sola è più che sufficiente a farmi dormire in un modo che augurerei a pochi.

Zzz...

Saranno passate sì e no tre ore mentre siamo arrivati qua.



Albeggia. Là sotto, anche se non si vede, il cielo è a pecorelle.



Poco dopo la luce si fa più intensa e scorgiamo le coste del Donegal.



Dal Donegal alle isole Aran / E da Dublino fino al Connemara / Dovunque tu stia viaggiando con zingari o re / Il cielo d'Irlanda si muove con te / Il cielo d'Irlanda è dentro di te... (cit.)

Quella là invece è Doire. Per gli unionisti Londonderry, i repubblicani invece tollerano Derry.



A questo punto si accendono le luci e il convento passa la colazione. Quel pacchettino caldo là in mezzo NON è un bombolone. Credevo ci fosse dentro la crema, invece il giallo del ripieno mi è parso uovo strapazzato. Mi dispiace DL, anche questo è ungood.



Onestamente: Quelle vestaglie fucsia delle AAVV non si possono vedere. Ecco, quella era la signorina che abbassava la media della cabin crew.



Sulla Gran Bretagna, come tradizione, il cielo è nuvoloso. E sarà così fino a AMS.



Siamo sul Mare del Nord quando il capitano annuncia l'inizio della discesa.



Cominciamo a immergerci nelle nuvole.



Laviamo un po' la biancheria...



E ne usciamo nei pressi di una spiaggia dell'Olanda Meridionale.



Facciamo una lunga svolta verso nord-ovest, là sotto sembra Katwijk.



Traffico regolare in autostrada.



Touchdown sulla pista 06. Stendiamo di nuovo la biancheria, ma capiremo tra poco di aver fatto un mezzo disastro.



Bentornati a AMS, l'aeroporto di Pufflandia.



Ahi ahi ahi, piove a dirotto e la biancheria non si è asciugata, anzi. [Però a non stenderla, ci saremmo fermati in Danimarca!]



Stavolta si vedono più aerei del colore del Viagra®.







Questo 753 israeliano non si fa vedere in giro spesso.





Intravediamo la regina dei Puffi.



Andiamo a raggiungere i nostri fratellini...



E ci attacchiamo a questo tentacolo, proprio in fondo alla hall E.



Considerazioni simili al volo di andata per questo DTW-AMS. Le aggiunte, che ho dettagliato prima - effettivamente, dei segni meno - sono 1) la qualità non eccelsa dei pasti, 2) il fatto che il servizio sia stato effettuato a mio parere tardi, nella speranza che riponevo di poter provare a dormire più a lungo. In ogni caso, nulla che mi possa far dire cose tipo Non volerò mai più con DL. Il semplice fatto di fare un intercontinentale in seggiola, e neanche tanto lungo - almeno in barbon, a prescindere dalla compagnia - già ti distrugge e tutto il resto passa in secondo piano.

Cambiamento di programma.

Il 330 DL ha attraccato all'ora alla quale mi sarei dovuto presentare al gate del 737 KL per LIN. Aggiungiamo 1) il fatto che prima di poter scaricare i pax della fila 37 passano altri dieci minuti, 2) la distanza tra la hall E e la hall C, 3) la scomparsa del mio volo dal FIDS... be' fermiamo la signorina appena fuori dal tentacolo. Cavoli ormai è tardi, non ti puoi più imbarcare, va' al banchetto dei transiti per farti mettere sul volo dopo.
Allora risalgo i gates della hall E e quando trovo il banchetto fermo un'altra signorina che con fare molto teutonico ma efficace mi schiaffa sul LIN delle 12:20.

Osservo il BP che mi ha stampato e... cavoli volevo salire sull'aereo dei Puffi, invece mi ha dato quello della Magliana.

In cuor mio, ero convinto che con un po' d'organizzazione sarebbero riusciti a farmi montare sul mio 10:25, dopo tutto sulla lista pax c'è su vita morte e miracoli di ciascuno di noi, tanti anni fa con una coincidenza stretta mi erano venuti a prendere sottobordo... ma era tanti anni fa. Nessuna polemica comunque, tanto con un biglietto unico sono tenuti a riproteggermi.

Dalla hall E alla C ci si mette davvero un fracco di tempo. Ma ho perso più tempo al passaggio nell'area Schengen, dove la signorina dei diffusori radioattivi mi ha fatto svuotare il keepall con le mie pericolosissime cianfrusaglie e pure il portamonete. "Ma che, sei un collezionista?". Mademoiselle, sono i resti dei 10 e 20 dollari mischiati a degli euri, per cui se ravanavo con le monetine per pagare le cartoline da mandare alle mie fidansate, a quest'ora ero ancora a Detroit.

Passato pure questo scoglio, siamo nella zona dei gates C.

Un 737 dei Puffi con un 767 UA in partenza sullo sfondo.



Questo invece va a VCE. Dietro di lui, un 320 VY che se ne va.



Seguito a ruota da un altro 320 LH.



Là in fondo, il Fokker 100 KL posato sul tetto dell'aerostazione.



Questo 321 AZ va a FCO.



Ci avviciniamo al nostro gate e cerchiamo una presa per resuscitare il telefono.

[Lo stiamo perdendo, lo stiamo perdendo! (cit.)]



Approfittiamo della mezz'ora di connessione a scrocco al wi-fi di AMS per sentire via Scaip le fidansate di cui sopra e consultare qualche sito black-listato.



[A proposito di black lists... quando a Detroit ho provato ad attaccarmi al sito della TV ticinese mi è andato in crash il PC, manco fosse aprire Amnesty International in Cina! credo fosse per via della guerra dell'IRS contro UBS e gli altri banchieri di Zurigo.]

Intanto il mio EI-IXV si sta appropinquando.



Fri., Oct. 11th, 2013
AMS-LIN
Flight: AZ0121
Class: Y
Seat: 15F
Eqp: A321-112
Reg: EI-IXV
Scheduled: 1220-1400
Block to Block: 1225-1410
In Air: 1240-1405

L'aereo è PIENO. La fila di trasfertoni italiani di ritorno a casa, peraltro ordinata, si estende per tutta la larghezza della hall. Escludo ci siano transitanti della mia specie, sono tutti belli riposati - o magari hanno consumato qualche prodotto tipico della capitale del regno degli arancioni.

Intanto un sondaggista di KL mi chiede se sono tra i pax del FCO. No no mister, io aspetto solo che la coda per il LIN si smaltisca poi vado.

Dopo un po' guadagno il tentacolo e quindi la mia seggiola. Dalla finestra si vede ancora il FCO di cui sopra.



La cabina, come anticipato, è piena. A nouveau, notiamo il fake IFE.

[Non si vedono, ma al mio fianco (15D e 15E) mi sono ritrovato le due sorelle zitelle di Marge Simpson, che non facevano altro che ciacolare in neerlandese. Vabbe'.]



La safety card l'abbiamo già vista nel volo di andata. Il modello è lo stesso.

Pitch Test. Se non fosse che mi sono dovuto tenere il keepall sotto le gambe perchè tutti gli altri si sono portati dietro la propria casa col condominio e pure il quartiere coi suoi abitanti, sarebbe stato pure decente.
Confrontando con il DTW-AMS precedente, c'è una cosa che non mi quaglia: Possibile che più un volo è lungo e meno roba in cabina ci si porta?



[Be', in cuor mio sono convinto che compagnie come Wizzair che fanno pagare il bagaglio a mano quando è più grosso di una borsa per PC, fanno bene. Certo che in cambio di questo non dovrebbero far pagare il carrellino in stiva... Secondo me a ribaltare il concetto di bagaglio pagante (gratis in stiva, pay in cabina) ci guadagnerebbero in termini di puntualità oltreché monetari. Ma la mia è solo una boutade indotta dalla stanchezza.]

Tutto questo avrà qualche conseguenza sui tempi, nonché sullo stress degli AAVV - e quindi sul livello del servizio.

Facciamo pushback e sorpassiamo nell'apron questo 737 HV.



Aggiriamo il terminal e andiamo verso la pista 09. Là in fondo, il manichino per le esercitazioni dei pompieri.



Il puffo parte appena prima di noi.



Invece il romeno sta dietro.



Allineamento...



Arrivederci a AMS, l'aeroporto di Pufflandia.



Ci si mette molto tempo prima di uscire dalle nuvole.



Poi, fin dopo le Alpi, sotto di noi sarà così.



Anche su questa tratta il servizio si fa attendere. C'è un solo AV col carrellino della pappa a rifornire le file anteriori. Quando arriva il mio turno il comandante annuncia l'inizio della discesa...

Come si può osservare, ottengo il corpo di un noto forumista (B. & S.) oltre alla tradizionale arancia rossa. Il tovagliolino invece me lo sono dovuto portare da Detroit.



Francamente, il servizio non è stato da coatti come molti di voi talvolta riscontrano, ma l'impressione è stata di approssimazione. Ma credo l'evento di stress sulla cabin crew sia stato l'orda di chiocciole - o di paguri Bernardi - che si volevano portare in cabina la loro conchiglia e pure quella del parentume a terra. Dai resistiamo ancora un poco che siamo quasi arrivati.

A nouveau, il Lago Maggiore all'altezza delle Isole Borromee.



Nel circoletto rosso, l'aeroporto che nessuno hub vorrebbe avere come feeder.



Traffico regolare sulla A4 Milano-Torino.



Dopo aver attraversato il grande mare, voilà il grande fiume.



Un altro grande fiume?!? Ah OK, abbiamo fatto inversione a U per allinearci alla 36 di LIN.



Che tempo faaa a Melegnaaanooo? (cit.)



Atterraggio e biancheria stesa - stavolta niente disastri, le lenzuola si asciugano in un attimo.



Bentornati a LIN, l'aeroporto che ogni hub vorrebbe avere come feeder.



Lü l'è semper lé (cit.). Come i gatti, è attivo solo di notte...



Lui tra non molto ripartirà... la destinazione è self-evident.



Posteggiamo ancora lontani dai tentacoli, a fianco di questo fratellino.



Ringraziamo e salutiamo EI-IXV e montiamo sul pullmino. Ci faranno aspettare prima di partire perchè da sotto dovranno riconsegnare ai rispettivi paguri Bernardi alcuni carrellini che non stavano nelle cappelliere.



Passerà "solo" mezz'ora tra l'atterraggio e la riconsegna del valigione (più o meno i tempi di quando ero un bravo frequent flier), ma dopo ormai dodici ore in giro, mi pare un'eternità.



Quest'ultima tratta è la dimostrazione di quanto lo stato mentale di un pax possa influire sul giudizio nei confronti di una compagnia aerea. Quando sei stanco tendi ad essere intollerante verso tante cose, le attese anche brevi si fanno snervanti, le voci degli altri ti fanno una testa così, le piccolezze ti sembrano problemi fondamentali. In condizioni di maggior lucidità non avrei badato a queste cose. Ma le mie considerazioni sulle chiocciole e sulla lentezza della distribuzione della pappa, quelle, rimangono.

Recuperiamo finalmente il valigione e passiamo landside tra lo sguardo distratto dei GdF ed evitando i vari Taaaxxxiii fuorimilaaanooo. [Ai quali dedichiamo il già citato pezzo di Stefano Belisari.]

No, non è che voglio ripartire per nuove mirabolanti imprese. Ho solo impostato la Google Car analogica (cfr. prima parte del TR) per venirmi a recuperare all'area partenze, dove c'è molto più spazio.



Una mezz'oretta più tardi, alle 15:30 di venerdì 11.10 dopo un traffico in tangenziale più infognato del previsto, sono a casa.

Ora posso finalmente colmare il mio deficit di carboidrati.

Giudizio finale (vedere più sopra per le singole tratte): Onestamente, un'esperienza che non vorrei ripetere troppo spesso, perchè la configurazione seggiola - pressoché la stessa per tutte le compagnie - su un intercontinentale è un vero attentato all'ortopedia. Un cliente disposto a rimborsarti cene da sproposito ma che non ti permette di viaggiare in J sul LR non ha il dono della coerenza. Ma tant'è. L'equipaggio di tutte e quattro le tratte ha sempre fatto il suo dovere, e di questo sono contento. E per farmi riproteggere a AMS sono stato assistito dalle signorine in maniera efficace. Sufficienza piena quindi, perchè se mi fa male il c**o la colpa è solo mia che non faccio palestra da anni, mica del vettore che non me la paga.

Grazie a tutti della pazienza che avete avuto e arrisentirci con un TR spero meno ordinario di questo.

Ciao
 
Avevo pensato che per Biella & Pistone intendessi anche un giro su qualche piccolo aereo a pistoni appunto (i miei preferiti, in USA è facile). Pazienza, bello lo stesso!
 
Bel TR, grazie. Certo che Detroit deserta è un po' inquietante... era domenica, voglio sperare.
 
Di nuovo cara Aviazione Civile,

Mi vergogno un po' a riesumare questo mio report dalla terra americana, in questo periodo in cui alcuni forumisti con mooolte più miglia all'attivo rispetto a me stanno postando racconti che se non fosse per il fatto di essere assolutamente reali, sarebbero degni di un romanzo del Salgari... però dopo tutto, ci sono anche i trasfertoni come il sottoscritto a cui fanno fare dalla sera alla mattina anonimi transoceanici e altrettanto anonimi commuting flights.

[Anni fa mi proposero un contratto alle Isole del Caimano, quello sì che sarebbe stato un TR interessante - specie per gli spunti di osservazione che potevano suscitare un Paese da black list che più black non si può - ma poi venne la stagione degli uragani e non se ne fece più niente. Vabbe'.]

Faccio quindi un'integrazione al TR di cui sopra, perchè il cliente mi ha "costretto" a tornare a Detroit e questa è stata essenzialmente un'occasione per aggiungere ulteriori esperienze aeronautiche.



Mi risparmio il resoconto del nuovo viaggio di andata LIN-AMS-DTW - in quanto ha previsto gli stessi identici voli descritti all'inizio del report, con identici commenti da parte mia - se non questo incontro ravvicinato sopra l'Oceano Atlantico con quello che potrebbe sembrare un widebody BA.
I fotografi professionisti di AC avrebbero potuto farne un'opera d'arte, ma io professionista mi tocca esserlo solo ai sensi della legge 4/2013.



Grazie a Dio a Studio Aperto non sanno usare Flightradar, perchè se no avremmo sentito il tradizionale titolone Collisione sfiorata sull'Atlantico - Momenti di terrore a bordo di un Boeing (sic!) 330 Delta... ma va' là va' là va' là, let's go let's go let's go (cit.).

Fatto sta che come l'altra volta sono arrivato a Southfield mezzo stravolto, specie per il fatto che la notte della partenza ho dormito sì e no quattro ore, per via degli strascichi di una serata a base di pizza e patatine.

Mi ha sollevato il fatto che stavolta non mi hanno rifilato la Nissan Altima descritta in precedenza, ma una Toyota Camry che, se ufficialmente è dotata di un automatico a 6 rapporti, alla prova asfalto mi pare un altro ignobile CVT - sebbene non ai "livelli" Nissan.

Mi incuriosisce la targa texana del mezzo. L'avessi saputo, mi sarei procurato il cappello da cauboi per vestirmi a tema.



E i cauboi vànn giò a Lugàn / Imbenzinati davanti alla roulette / Tra un gioco e l'altro i brànchen scià i tusànn / Cun la cuscienza saràda in gabinètt... (cit.)

Questa volta, nonostante il consueto anticipo di tre giorni tra prenotazioni e partenza, sono riuscito a programmare il weekend lontano da Detroit, perchè francamente l'esperienza surreale di quella domenica pomeriggio in downtown (vedere post precedenti di questo TR) mi è bastata.
Proviamo quindi ad andare a New York City con Delta. Da DTW volano un fracco di compagnie per i tre aeroporti della Big Apple - che avrei volentieri assaggiato per la causa del forum - ma per un contractor mercenario come me la soluzione migliore restava sempre DL, principalmente per un fatto di orari.
Danno economico, poco più di duecento euri al cambio del momento. Con buona pace del partito dei 9,99 euri in spasmodica attesa dei nuovi voli FR per Shitterton (UK) e Fucking (AT) - salvo poi farsi in autostop la strada fino a destinazione - ritengo sia un prezzo corretto in Y per una compagnia e aeroporto primari.

Iniziamo il weekend abbandonando con molto piacere l'ufficio di Southfield e - dopo aver salutato il portinaio che sono certo di aver già visto nella parte del Vecchio di Pawn Stars - ci dirigiamo con la Toyota di cui sopra al Metro Airport di Detroit, ancora terminal sud. Ci infiliamo nell'autosilo che sta proprio di fronte al terminal (quello da 20 dollari al giorno), ci annotiamo il posto dove abbiamo abbandonato la macchina (dopo aver visto una sciura che si aggirava disperata in cerca della sua) e andiamo verso l'area drop-off domestica (che è dal lato opposto a quella dei voli internazionali, la quale avevamo visto in precedenza).

Il tragitto dal posteggio al terminal è piuttosto lungo. La prossima volta cerco di salire al 6° piano e di stare il più al centro possibile.



Dal collegamento tra posteggio e terminal si osserva l'incasinata area arrivi... mai però quanto Linate. E io che pensavo che il cell phone lot servisse a qualcosa.



Sbrighiamo rapidamente lo scarico del valigione e il défilé al body scanner e siamo di nuovo nel concorso A. Questo posto comincia ad essermi familiare.

Come diceva un anno fa una pubblicità della mela smozzicata... Ecco, è di nuovo quel periodo dell'anno...



Il mio DL per LGA è in ritardo di mezz'ora. Per raggiungere il gate, il tabellone mi dice di prendere il tram. Ma io continuo a chiamarlo trenino, perchè non ci ha il trolley.
Se mio nonno avesse avuto un trolley, sarebbe stato un tram (cit.).



Saliamo sul soppalco con la scala mobile e dopo un attimo, il trenino arriva.



Salutiamo l'albero di Natale visto prima. Lo rivedremo tra qualche giorno.



L'area del mio gate è proprio in fondo in fondo, all'angolo nord-est del terminal.



Eccoci arrivati.



Una passeggiatina per osservare un po' di fauna, che come ricordato a suo tempo è un monocolore Delta. Qui i voli di corto, medio e lungo raggio convivono gate a gate. Questo 320 va a MEX.



E questo 757 non ho fatto in tempo a vedere, ché stava partendo.



Il terminal è veramente luuungo.



Ci sediamo un po' a osservare il mondo che scorre intorno a noi.



Intanto arriva da DFW il mezzo che ci porterà a La Guardia. Sì, lo so che la foto è ignobile.

Fri., Nov. 22nd, 2013
DTW-LGA
Flight: DL0180
Class: Y
Seat: 13E
Eqp: A319-114
Reg: N320NB
Scheduled: 1940-2127
Block to Block: 2005-2133
In Air: 2018-2125



Poco dopo questo piccolino arriva a fargli compagnia.



Scusate ma io non ho mai visto scaricare un CRJ col tentacolo.



Alle 19:35 finalmente chiamano per l'imbarco e io come al solito lascio scorrere la coda.

Anche Delta ha il suo Illimitatamente (cit.)...



Il mezzo è proprio pieno, mi erano rimasti solo posti centrali e le cappelliere erano tutte piene. Il pannello al gate infatti annunciava solo tre posti liberi in Y. È configurato a 3 classi, la Business / First con seggiole specifiche, la Economy Comfort con più spazio per le gambe... e appunto, la Bourbon.



Non posto il pitch test perchè il pitch stavolta era riempito dal keepall e dall'orso scuoiato con il quale mi difenderò dal freddo newyorkese.

Ancora la scheda elettorale di Delta. Mi limito alla copertina.



Nessun modo di osservare quale pista ci siamo beccati, il posto in mezzo, tra una ragazzina che giochicchiava tutto il tempo con l'Aifon e un cinese apparentemente trasfertone come me - e aggiungiamoci il buio là fuori - non era di aiuto.

La ciurma DL, a differenza degli intercontinentali che abbiamo visto, non è tanto da riforma Fornero. Età media non eccessivamente avanzata. Servizio direi normale, considerando che siamo su un classico commuter domestico.

Dopo un po' il convento passa la pappa. Salatini e succo d'arancia (ottenuto rigorosamente senza ghiaccio, per la gioia del mio intestino).



Ovviamente, niente autoscatto al gabinetto. Ne basta uno per TR.

Dormicchiamo un po' e in un attimo atterriamo al Fiorello La Guardia, colmando quasi completamente il ritardo registrato in partenza. Rispetto a quanto succederà col ritorno a Detroit, mi sa che abbiamo avuto dei venti terribilmente a favore. La pista che abbiamo toccato mi è ignota, per via della mia posizione sfavorevole.

Si aprono le porte, così possiamo finalmente liberare le nostre zampe dal keepall e dall'orso scuoiato incastrati nel pitch. Notiamo su in alto l'adesivo del wi-fi a bordo.



Ci incamminiamo rapidamente verso il luggage claim.



Come a Parigi Orly Sud, l'area ritiro bagagli è fuori dalla zona sterile. Se questo può aiutare i passeggeri con molto carico al seguito - così si possono fare aiutare all'arrivo dal parentume - questa sistemazione non l'ho mai trovata granché sicura. Qui a LGA però ci sono le signorine che ti fermano dopo che tu hai ritirato il bagaglio, chiedendoti il baggage tag per confrontarlo con quello attaccato al valigione.

Anche Babbo Natale era sul mio aviogetto, è venuto per la tradizionale trasferta di fine anno.



Dopo aver finalmente rimesso insieme i miei pezzi, vado a fare la coda per il taxi e arrivo alla mia stanzetta di Lexington Avenue - non lontano dalla Stazione Centrale - in una mezz'oretta circa.

Apro il cassetto del comodino e pare che questo posto abbia avuto una storia gloriosa.



Ma andiamo a nanna, ché domani dobbiamo fare i turisti.
 
Be' confesso che, con tutti i forumisti che conoscono New York come le proprie tasche, un OT su questa città forse è fuori luogo. Quindi mi limiterò a qualche cartolina e una serie di scatti a random su quello che ho trovato quaggiù.

Per iniziare, andiamo a fare colazione al primo baretto che mi ispirava a due passi dall'hotel. Cappuccino à la Starbucks, muffin al cioccolato e succo d'arancia. Qui devi dire alla signorina come ti chiami, ché così lo scrive sulla tazza e il tipo alle macchinette almeno sa a chi darlo.
Se riuscissi a decifrare cosa ha scritto quella donna, lo sceglierei indubitabilmente come mio nuovo nick.



Se non posti una foto così, nessuno crederà mai che sei stato qua.



Miss New York e Lady Liberty.



Il pontile del battello all'isola della Libertà è come la Fontana di Trevi a Roma.



Uno scoiattolino di Battery Park tenta di lasciare sulle mie scarpe una testimonianza di sè. Impudente.



Siamo all'inizio di Broadway. A furia di sentirsi ravanati i cabasisi, il toro sarà un bel pezzo che non ha più colpi da sparare.



In memoriam. Ground Zero e la torre sorta dalle sue ceneri.



Mi volto e... Non registrare fatture. Questa è incitazione all'evasione fiscale.



Il paninaro all'angolo tra Broadway e Wall Street.



Comunque, la facciata del NYSE dà in realtà sulla traversa Broad Street. Questo non lo sapevo.



Mi sto scoprendo un po' feticista degli sfoghi di vapore.



Cavoli, qualcuno avrebbe dovuto dirmi che hanno portato qua la mia macchina. L'avessi saputo, avrei fatto volentieri a meno della Toyota.



Questo posto è il set principale di uno dei miei telefilm preferiti.



Il Grande Fratello ti guarda (cit.).



Pubblicità occulta di una nota marca di cicles.



C'è traffico sul ponte di Brooklyn. Ma quasi tutta Manhattan l'ho trovata così.



Il metro' sfreccia veloce nel tunnel.



Queste decorazioni mi ricordano un po' Parigi.



La limousine di Barbie sulla Lexington.



Le luci di Times Square. Nevica e la signorina in basso a destra assaggia il composto di acqua solida e sostanze chimiche.



Salgo per cena al ristorante del Marriott che dà sulla piazza. È situato al quarantottesimo piano e consiste in una terrazza girevole dalla quale si possono ammirare i grattacieli.
Location ottima per un aperitivo, ma per cenare... scusate ma il buffet in un posto così non si può proprio vedere!

Sui tovagliolini c'è la spiega degli edifici che si incontrano man mano che la terrazza gira.



"Tu non hai caldo?!?" il mio avatar chiede insistentemente alle signorine. Cavoli trentuno gradi in Italia è un caldo della Madonna, ma qui ci sono i gradi Fahrenheit!



Corri corri corri! (cit.)



La signorina qua sotto, mi hanno detto che si chiama Mary-Louise Parker, è un'attrice famosa. Io però, di Parker, conoscevo solo Peter e Sarah Jessica.



Tonight the streets are full of actors / I don't know why / Oh, take these dogs away from me / Before they - they bite... (cit.)

Il Chrysler Building visto dall'incrocio tra la Lexington e la 48esima Est.



In questi giorni mi sono dato allo shopping selvaggio. Mai più senza!



Sulla 51esima Est mi sono imbattuto in questo negozietto che a buona parte dei forumisti piacerà. Io però non ho fatto acquisti.



Mi colpisce particolarmente questo modellino.



La cattedrale di San Patrizio è tutta un cantiere.



Se anche il Papa è su Twitter, vuoi che loro non siano da meno?



La pista del Rockefeller Center è già pronta.



L'albero, invece, non ancora.



A due passi dal Rockefeller, guardo questo e non posso fare a meno di pensare al mio Paese.



E disen poor'Italia, poor'Italia, poor'Italia / Prunta la cruus per chi che sbaglia... (cit.)

Simboli della città. Il cibo di strada e le automobili gialle.



Anche questo è un simbolo, da queste parti.



Al centro di Central Park.



Qui le panchine hanno tutte una dedica o uno sponsor. Questa è di Bill Pullman, che non è un autobus ma un altro attore famoso.



Chissà com'è andata a finire con Ani. [Sullo sfondo, il Metropolitan Museum]



Anche qui ci sono gli scoiattolini.



Sotto i ponti come questo, di solito nei telefilm americani ci trovano i cadaveri.



Sixth Avenue. Questo ribadisce inequivocabilmente il ruolo di New York come fondamentale hub del mondo.



Signorina ha dei begli occhi / Ma anca el cüü, ma anca el cüü / Sì però lei non mi tocchi! / Oh Gesü, oh Gesü... (cit.)

Eccolo lì, l'Empire State Building. Andremo su fino in cima.



Non si nota dalla foto, ma all'ottantaquattresimo piano c'è un vento della Madonna.



A guardar giù, mi ritorna alla faringe la peperonata che ho mangiato a Pasqua del '92.



Indirizzi storici. Tengo a precisare che non sono il solo che fa le foto ai cartelli stradali.



Il famoso ferro da stiro.



Ancora un po' di feticismo dei tombini.



Qua dentro ci hanno fatto un fracco di film e telefilm.



Ma noi ovviamente non prenderemo nessun trenino, bensì l'aviogetto per tornare indietro a Detroit.
 
Per intanto, grazie a coloro che, commentatori o meno, hanno pazientemente letto e apprezzato le nuove parti di questo TR.

***

Abbandoniamo la stanzetta di Lexington Avenue alle 5:30 del lunedì mattina e ci infiliamo nella prima automobile gialla che incontriamo.

Il tragitto verso il Fiorello La Guardia, terminal C, dura una mezz'oretta come fu il venerdì sera.

Il SUV giapponese guidato da un Lama tibetano (boh, sulla licenza si chiamava così) ha gli ammortizzatori distrutti e un paio di volte si è pure fermato in mezzo alla strada perchè gli si era bloccato lo sterzo... brrr.

Comunque, se ora sto scrivendo questo TR, vuol dire che ne sono uscito vivo.

L'entrata di LGA C di primo mattino.



Abbandono il valigione alla signorina del drop-off - o meglio, lo faccio pesare e poi vado a portarlo a un energumeno che lo infila nell'unico nastro a disposizione - e mi preparo per la consueta doccia radioattiva.

C'è abbastanza fila, ma nonostante tutto si muove. Tanti trasfertoni come me.



Dopo il défilé d'ordinanza allo scannacorpi, ci ricomponiamo con fatica - l'orso scuoiato che ho indosso è davvero ingombrante! - e ci assicuriamo che il nostro DL per DTW sia in orario.



Direzione gate C18.



Ci ritroviamo in questa saletta con tanti posti a sedere.



Sbirciamo dalle finestre per appurare che il terminal C è un monocolore Delta.





Dovendo spedire le cartoline alle mie numerose fidansate - eh sì, fare il contractor mercenario in ambito IT ti fa amare le cose di un tempo - cerco senza successo un posto dove vendano i francobolli. Airside, mi dicono che non li vende nessuno. Landside, era già tanto che ci fossero i banchetti del check-in, figuriamoci se li trovavo. Vabbé, quando arrivo a DTW andrò dal cambiavalute vicino al gate A38 ché sono certo che lui li vende.

Al centro della saletta vi è il bancone del bar, che farebbe molto Edward Hopper se non fosse che è tutto costellato di iPads.



Approfittiamo per consultare i consueti siti blacklistati.



Volevo ordinare la colazione, ma l'imbarco inizia prima del tempo.

Mon., Nov. 25th, 2013
LGA-DTW
Flight: DL0831
Class: Y
Seat: 16A
Eqp: A319-114
Reg: N340NB
Scheduled: 0725-0927
Block to Block: 0721-0910
In Air: 0732-0900



Raggiungiamo la nostra seggiola e il paesaggio che mi si presenta è questo.



Scorcio della cabina. Riempimento medio, non come il volo di andata. Nella cappelliera ho potuto mettere la mia roba.
Anche questo mezzo è configurato a tre classi, come quello di venerdì scorso.



Pitch Test. Senza keepall e orso scuoiato di sotto, pare pure umano.



Anche stavolta solo la copertina della safety card, mi incuriosisce questa versione A319 OW. Da passeggero non so che differenza faccia.



Nella tasca dello schienale si trova anche la pubblicità del wi-fi.



Come spiega il cartoncino, ci si attacca alla rete "gogoinflight" e poi si paga. Io non l'ho fatto perchè il volo sarebbe durato troppo poco.



Poco prima di staccare, arriva questo piccolino a tenerci compagnia.



Finalmente ci stacchiamo e notiamo un intruso - ma non abusivo - laggiù in fondo.



Quest'altro 319 US, proveniente da altro terminal, ci dà la precedenza.





Questo 757 UA parte prima di noi.



Allineamento sulla pista 31...



E diciamo arrivederci a Fiorello La Guardia.



Che fortuna aver scelto il posto sulla sinistra, ti offre una vista spettacolare.



E questa vista te la godi proprio di gusto, se pensi che vicino a te, al posto 16C (il 16B è vuoto), è seduta la nonna di Whoopi Goldberg.

Traffico sostenuto in tangenziale.



Pochi minuti dopo, però, il panorama è questo.



Cavoli, un po' ha nevicato.



Anche per questo volo l'equipaggio è giovane rispetto alle (poche) esperienze precedenti con DL. C'è una graziosa asiatica che però va a occuparsi del club level nelle prime file.

La sua collega mi passa gli stessi articoli del volo del venerdì precedente.



Consumati i prodotti, mi divido tra un pisolino e una breve sessione di nimmistica (cit.).

Questo dovrebbe essere il Lago Erie.



Aggrediamo Detroit con un largo arco da nord-est, passando sopra il Lago Saint-Clair.



Il lago là sotto ha dei tratti ghiacciati. Cavoli fa freddino.



Ormai siamo arrivati. Ci allineiamo gradualmente alla pista 21L (così mi è parso).



Anche a Detroit, come sul Verbano, hanno l'Isola Bella.



Visto dall'alto, il downtown è proprio piccolino.



Traffico regolare sulla I-96.



E pure sulla I-94, che tra non molto andremo a prendere.



Anche il laghetto a bordo pista è ghiacciato.



Atterrati. Stendiamo la biancheria come tradizione.



Taxeggiamo lentamente ma senza arresti ingiustificati e andiamo ad attaccarci ai primi gates del concorso A. Esattamente dalla parte opposta rispetto all'andata.



Dietro di noi si scorge il concorso B/C, con tanti piccolini attaccati ai tentacoli.



Ringraziamo il nostro 319 e ci incamminiamo verso il luggage claim.



Non prima però di aver dispensato gli ossequi di protocollo alla regina.



Perdo tempo ad attaccare i francobolli per le cartoline e quando arrivo al carosello dei bagagli trovo solo il mio valigione ad aspettarmi. Vado quindi a recuperare la Toyota al posteggio.

Prima di andarmene, posto una piccola carrellata di ottantoni che farà venire la nostalgia a qualche forumista. Se devo dire la verità, scusate ma io, da passeggero, l'MD80 AZ - l'unico che ho assaggiato - non l'ho mai amato.



Ancora una mezz'oretta di macchina e ritorniamo in ufficio. Quelli non mi hanno cercato per una settimana intera, adesso che ho ritardato di pochi minuti mi aspettano al varco. Vabbe', ancora pochi giorni e poi torniamo a casa.
 
Scrittura al tempo stesso epica e divertente.
Nonostante gli OT siano davvero tanti e lunghi, non mi sentirei di tagliare nulla, visto che il TR nel suo complesso risulta fluido e molto godibile.

Bravo!
 
Scrittura al tempo stesso epica e divertente.
Nonostante gli OT siano davvero tanti e lunghi, non mi sentirei di tagliare nulla, visto che il TR nel suo complesso risulta fluido e molto godibile.

Bravo!

Grazie mille per la comprensione :)

Ora posto l'ultimo trancio di TR - questo rigorosamente in-topic - così chiudo il cerchio col viaggio di ritorno a LIN.

Ciao
 
Divorati oggi [giovedì 28.11, ndr] quarantasei milioni di tacchini, dice stamane il titolone della CNN. Io invece, ieri sera ho "festeggiato" alla steakhouse dove ormai tutte le ragazze mi conoscono con una striscia di costolette di maiale lunga mezzo metro. Ho scoperto che è il mio piatto preferito, la polpa viene via dall'osso come niente. Certo gli americani faranno da mangiare da schifo, ma la carne, quella te la sogni dalle nostre parti.

Per noi è ora di tornare finalmente a casa. Andiamo a stampare la carta d'imbarco nella saletta breakfast dell'albergo. Mentre per la tratta DTW-CDG era possibile scegliere i posti, per la CDG-LIN invece, per motivi che ignoro, non era possibile e il sistema mi ha sparato un corridoio a metà della cabina. Quando arrivo in aeroporto provo a chiedere alla signorina se me lo cambia con un posto A - così avrò più probabilità di rivedere Parigi dall'alto.
Un appunto al check-in online Delta: Se fosse possibile salvare i BP in formato .pdf (come la vituperata AZ), mi farebbero un gran piacere, così io al posto di ripetere la procedura sul sito ficco una chiavetta USB in un PC con stampante e vai col liscio. Se mi dite che con lo smartphone sarebbe stato ancora più facile, questo volo non permetteva questa soluzione.

È un Thanksgiving imbiancato quello di quest'anno. Tiriamo fuori per l'ultima volta la Toyota Camry e guidiamo con prudenza verso il Metro Airport.



Il noleggiatore giallo con le scritte nere mi ha munito di questo arnese. Un po' ingombrante, ma decisamente più pratico di quello che ho sulla mia macchina. Volendo, può fare anche da grattaschiena.



Però, nonostante la stagione iniziata da un po', le gomme da neve... queste sconosciute. Quando ero in Polonia erano di default e non riuscivi a sgommare nemmeno volendo, e non è che Bielsko-Biała era un'isola delle Svalbard. E poi, dalle mie parti ti obbligano a tenerle fino a primavera anche se fa caldo.

Un'altra mezz'oretta - compreso un fuel stop dove mi è toccato insegnare frasi basiche di italiano al cassiere e al tipo del furgoncino della CBS arrivato nel frattempo - e siamo al Rental Car Return, dal quale l'ormai familiare autobus mi riporta al McNamara Terminal.

La struttura la conoscete già. Posto un'altra rassegna dell'area ottantoni, per i nostalgici del forum.



Sono arrivato un po' presto rispetto alla partenza del volo, ma non perchè avessi paura di perdere l'aviogetto! Semplicemente perchè la meteo non invogliava alle passeggiate, e poi la signorina dell'hotel mi avrebbe buttato fuori a calci. Fatto sta che non ho potuto lasciare subito il valigione al drop-off e qui nell'area pubblica non c'è assolutamente nulla.
Vado quindi a bivaccare al piano di sotto, al luggage claim domestico che avevo già visto qualche giorno fa, mi impadronisco di una presa di corrente e inizio a lavorare.

Perchè tra scrittura dei testi, selezione elaborazione upload delle immagini, impostazione degli ipertesti, revisione del layout e rilascio sul sito, un Trip Report richiede un notevole impegno.



Non appena aprono le gabbie, vado subito ad abbandonare il valigione e poi via verso i controlli di sicurezza.

I mastini della TSA non stanno aspettando che me.



Facciamo con comodo il nostro défilé al body scanner e poi siamo di nuovo a metà del concorso A.

Il mio AF per CDG sarà l'ultimo della giornata a partire. Questo sarà un ritorno al luogo dove ho passato quasi cinque anni della mia vita.



Questo 330 DL invece è pronto a partire per AMS, là dove ero andato l'altra volta.



C'è poca gente in giro e tutti i negozi (compresi i baretti) hanno chiuso. D'altronde, oggi devono fare la festa al tacchino.



A passo felpato arriviamo al nostro gate.



Lui è già qua, che sta caricando pappa kerosene e valigioni.

Uhmmm... ma come si chiama il 330 con quattro turboventole?



È lui o non è lui, è lui o non è lui... (cit.) Spero di non essere bannato ad perpetuum da AC per aver postato un TR con lui.

Thu., Nov. 28th, 2013 "Tacchino Day"
DTW-CDG
Flight: AF0377
Class: Y
Seat: 27K
Eqp: A340-313X "Marcione - The Original Series"
Reg: F-GLZP
Scheduled: 2120-1115+1
Block to Block: 2052-1038+1
In Air: 2105-1012+1 (Dur: 7hrs 07min)



La scheda tecnica del mezzo si trova qua.

Andiamo avanti a lavorare (e a surfare su Internet, visto che a quest'ora le fidansate con cui chattare dormono) in attesa che chiamino per l'imbarco.

A un tratto la signorina del gate annuncia che la partenza verrà anticipata di venti minuti rispetto allo schedulato. Credo la ragione sia perchè saremo veramente in pochi.

Una volta saliti a bordo, confermiamo la nostra supposizione.





Il mezzo è configurato a tre classi, J Y+ e Y. Noto tra i pax numerosi maghrebini, che nei precedenti voli Delta non ho trovato in tale quantità. Sarà per via di qualche connessione per il Nordafrica - o per gli amici complottisti, gli effetti collaterali del fichage ethnique operato dalla CIA... - ma non ho gli elementi per dimostrarlo.

Il posto 27J per fortuna è vuoto. Se mi devo ritrovare come vicino la figlia di Fantozzi dopo la nonna di Whoopi Goldberg l'altra mattina, meglio che io rimanga da solo. Ciò mi permetterà di dormire molto meglio rispetto all'altra volta.



Pitch Test. Sopperirò alle ristrettezze longitudinali allargandomi un po'.



Il poggiapiedi lo trovo assolutamente pleonastico.



Cuscinetto rosso e copertina biancastra, l'esatto contrario di DL.



La safety card si ripiega in tre come quella di Delta, ma è decisamente più compatta.





All'IFE (corredato di Game Boy Nintendo) mancano dei pezzi.



Cuffiette da cristiani (non gli auricolari DL che onestamente cadevano a pezzi) e paraocchi per dormire. I tappi per le orecchie li forniscono su richiesta, come scritto sulla confezione di plastica.



Abbandoniamo DTW South nel buio della notte.



E taxeggiando di nuovo verso la pista 22L (così mi risulta) costeggiamo il terminal settentrionale.



Ma ora che siamo pronti al decollo, veniamo al punto... le prestazioni del marcione. Parliamone.

Confermo 1) le scarse doti di accelerazione, 2) la lunga rincorsa necessaria a decollare, 3) la lenta ascesa verso la quota di crociera. Il 330 non mi sembra molto più piccolo di lui, però a confronto "ruzza" come una moto. Va bene che non bisognava mettere in dubbio la competenza dei forumisti più quotati, però c'è sempre un piccolo San Tommaso dentro ciascuno di noi.

L'aviogetto è tanto più lento quanto più è rapido il servizio, specie se lo confrontiamo al volo DL dell'altra volta. Il menu è presentato su un piccolo pieghevole.



Non si vede una mazza, ma la scelta era tra la vaschetta di pollo (anche qui!) e la pasta. Non mes chers, ho evitato accuratamente la US-pasta nei voli scorsi, non mi fregate mica.



L'aperitivo non è stato servito, a differenza di quanto indica il foglietto. I vini (Pays d'Oc bianco e rosso) c'erano ma mi spiace, io non sono un amante di questi articoli.



Voilà il contenuto del menu.



Il pollo era commestibile ma francamente un po' grasso, in altre parole in questa vaschetta non hanno messo la parte migliore della bestia. L'insalatina di piselli e verdurine a me ignote non era cattiva, ma non chiedete a me un giudizio più preciso ché sono uno che non ritiene l'insalata una pietanza. Il mattoncino di torta al cioccolato non era molto sapido. Troppo da merendina.

Aprendo quella scatoletta di cartone scopriamo burro, formaggino e una pantegana (mouSe, cit.) alla mela.



Il servizio viene effettuato da una crew la cui temperatura rivaleggiava furiosamente con l'aria là fuori. Forse mi sto abituando pericolosamente al carattere (IMHO) più amichevole degli americani. E pensare che dei francesi non mi dovrebbe stupire nulla, visti tutti gli anni che ci ho lavorato insieme. Quanto all'età media, la riforma Fornero in AF, questa sconosciuta.
Il tipo che mi portava la pappa insisteva nel rivolgersi a me in inglese, quando io gli parlavo in un francese tale che ai colleghi di un tempo dovetti dire che ero italiano perchè non se ne sarebbero mai accorti.
Dopo il giro coi carrellini della pappa, gli AAVV hanno approntato a ridosso delle toilettes delle piccole postazioni coi beveraggi, in modo che siano i pax ad andare a prenderseli e non viceversa. Altra differenza rispetto a DL.

I rimasugli della cena vengono portati via quando siamo ormai alla foce del San Lorenzo.



Cavoli se corre, 'sto marcione. Sì OK, è solo per via del vento a favore.



Ravaniamo un po' con l'IFE, più per testimonianza al forum che per curiosità. [Il mio obiettivo primario infatti è quello di dormire.]
Quello di AF sarà touchscreen quanto vuoi, però la qualità video, rispetto all'equipaggiamento DL, è pessima.
I contenuti in termini di film/telefilm e musica mi sono più familiari rispetto all'omologo Delta, ma l'impressione è che il database sia più ristretto. Se non fosse che i telefilm in archivio che incontravano i miei gusti li avevo già visti tutti, avrei dato qualche punto in più.
Funzionamento a mio parere poco flessibile, nel senso che ad esempio 1) l'airscio' non ha comandi specifici, è un semplice "rullo" come i classici schermini sotto le cappelliere dei voli a corto raggio, 2) se vuoi sceglierti della musica impostando il video sull'airscio' non lo puoi fare perchè quest'ultimo è agganciato al canale audio della musica da ascensore.
Tutto ciò non fa che rafforzare l'idea che manifestai qui sin dall'inizio, e cioè che se mi dessero anche in Y la presa di corrente individuale, dell'IFE non me ne fregherebbe de meno.

Zzz... e ci ritroviamo qua al mio risveglio. Stavolta ho dormito meglio rispetto all'altra volta, ma l'unica spiegazione è stata il posto vuoto accanto a me, così ho potuto mettere le zampe un po' di sbieco. [Ma senza stravaccamenti da coatto.]



Là sotto è nuvolo.



Non faccio in tempo a tornare dal pit stop che subito il convento ci passa la colazione. Goal a favore di AF, se considero ciò che ottenni da DL.



Il marcione si è accorto di essere troppo veloce e frena. Ah OK, in effetti manca poco all'atterraggio ed è iniziata la discesa.



Ci immergiamo in una cappa di nebbia...



L'altimetro indica una quota minore dell'altezza della Tour Eiffel (quindi stiamo atterrando da est, se no ci saremmo schiantati) ma la nebbia perdura... vediamo qualcosa solo quando tocchiamo la 26L di CDG. L'ultima volta che avevo visto questa pista era l'autunno 2010.



Il taxi per il terminal 2E è estenuante, sembra di essere in coda sulla Bologna-Rimini un sabato di agosto. Non esagero dicendo che tutto l'anticipo che ci siamo presi alla partenza lo abbiamo perso qua.

Attraversiamo la strada insieme a questo alcolista anonimo (AA, c'è scritto sulla coda) con la vecchia vernice metallizzata.



Il suo compare di sbronze verniciato di nuovo, invece, se ne va.



Un nostro fratellino marcione ci ha seguito con discrezione.



E poco dopo ci sorpassa.



Un arancione emerge dalla bruma.



Restiamo fermi qua in mezzo per dieci minuti a impedire il passaggio di tutti, come una svampita mamma-SUV all'uscita da scuola.



Alla fine ci si dà una mossa. Il CDGval (il trenino automatico come quello di DTW) nel frattempo va al satellite S3.



E posteggiamo qua, proprio mentre questo jumbolino WX se ne va.



Riassumiamo le nostre impressioni su questa tratta transoceanica AF confrontandola con quando sono salito con DL:

- Seggiole, 0-0: In Y sono tutte uguali (compresi i segni dell'usura), la differenza di comfort la fa solo l'eventuale posto vuoto a fianco;
- Pappa, 3-1 per AF: I francesi si sono guadagnati il set per la quantità e la presentazione apparentemente superiori, la colazione migliore su tutta la linea e per aver servito la cena subito permettendo così ai pax di dormire;
- Equipaggio, 1-0 per DL: I francesi li conosco da anni e non si smentiscono mai. Gli americani potranno essere diretti e sbrigativi, ma non ti trattano dall'alto in basso come loro;
- IFE, 2-1 per DL: Un touchscreen farà f**o ma non serve a una cippa se non gli abbini un hardware video decente. E poi il software deve permetterti flessibilità di utilizzo, cosa che non mi è parsa con AF. Dei francesi salvo solo le cuffiette. By the way, continuo anche qui a perorare la causa delle presine USB / AC anche in Y, così l'IFE me lo faccio come più mi piace;
- Puntualità 0-0: Con due soli voli di questo tipo all'attivo, non ho le basi statistiche per giudicare.

Un sostanziale pareggio. E poi suvvia, il marcione non è poi così cattivo.

Al CDG i sentieri di salita e discesa sono completamente separati. Al CDG 2E, una volta usciti dal tentacolo, ci si ritrova in lunghi tunnel senza accesso al sole come agli arrivi internazionali di DTW. Nessuna possibilità di spottare qualche bestione.

Ora, ho scritto poc'anzi che ho frequentato Parigi e i suoi aeroporti per alcuni anni e che certi posti li conosco come le mie tasche - e lo posso dimostrare! - ma a questo punto del viaggio mi sembra di essere un vero rinc******ito.
Seguo le indicazioni per il terminal 2F - quello che mi fa più sentire aria di casa - ma dopo aver superato il controllo passaporti mi ritrovo al ritiro bagagli del 2E e obbligatoriamente all'uscita landside. Non mi sembra normale che nei transiti tu debba uscire e poi rientrare, a differenza dei software di gestione aziendale quando le procedure non funzionano.
Ho pensato subito agli improperi di alcuni forumisti riguardo ai transiti a CDG. Ad ogni modo il contrattempo non mi dispiace, perchè 1) in cuor mio sono convinto che ci ho messo meno a far così invece di seguire il sentiero corretto (ammesso che ci fosse), 2) non avevo vino del Michigan da regalare al parentume (ho ancora la fedina penale pulita) e che in una tale situazione avrei dovuto lasciare ai securitas francesi (quanto avrei voluto che se lo bevessero!), 3) ho potuto acquistare al tabac qualche ricarica per il mio telefono francese (perchè trovo assolutamente scandaloso che l'unico modo per caricare un numero SFR sia recarti in Francia ad acquistare i talloncini, oppure registrarti al sito potendo usare unicamente carte di credito francesi... come quella volta che un forumista scrisse di aver bisogno di un volo interno in Iran ma poteva usare solo carte iraniane. Solo in Francia e in Nordcorea - oltre che in Iran, ovviamente - possono succedere queste cose).

Saliamo con la scala mobile accanto al tabac di cui sopra e ci ritroviamo alla sala check-in del CDG 2F.



Superiamo i controlli di sicurezza con un'altra cerbera che si ostina a parlarmi in inglese e mi obbliga a togliere le scarpe - un'altra buongustaia del Camembert che detesta sentir parlare uno straniero meglio di loro - e controlliamo che il nostro LIN AF delle 13:00 sia in orario.



Il gate F55 sta nella protuberanza del 2F che una volta era dedicata ai voli non-Schengen. Nessuna differenza con l'area della quale un tempo ero di casa.



Un pochino di fauna.





Ci avviciniamo al nostro gate e cerchiamo una rete wireless per c***eggiare un po'.



Per quanto al wi-fi, CDG è veramente Terzo Mondo rispetto a DTW o anche rispetto a AMS. A Detroit sono rimasto connesso aggratis mezza giornata - salvo regolari disconnessioni che ritengo intenzionali da parte del gestore - e la qualità si è dimostrata elevata, verificata con una videocall Scaip. A Schiphol ti danno mezz'ora (con estensione a un'altra mezza) e questo ti permette agevolmente di ristabilire i contatti col mondo esterno. A Roissy, ci sono i cartelli che dicono 15 minuti free ma non è vero, ti fanno pagare da subito. Pollice verso.

Siamo ancora in sospeso con l'assegnazione del posto sul CDG-LIN, che non era in assoluto modificabile al check-in online. Il 16D non mi piace (a meno che al 16E non mi si sieda accanto Lucy Liu...). Non appena vedo un signorino avvicinarsi al gate e trafficare col PC, vado da lui e gli chiedo gentilmente se mi può mettere su una finestra di sinistra. Lui interrompe la sua attività e gentilissimamente mi accontenta. Merci beaucoup monsieur, non sembri neanche un francese.

La chiamata all'imbarco avviene in orario. Le signorine chiamano innanzitutto i frequent flyers con le tessere da cagnoni, ma poi terminata la coda, non chiamano più nessuno. Evidentemente sono l'unico a non averla che deve salire su quel volo (veramente la CFA ce l'ho ancora, ma è scaduta dal 2006). Mi avvicino con circospezione e supero il gate.

Fri., Nov. 29th, 2013
CDG-LIN
Flight: AF1012
Class: Y
Seat: 25A
Eqp: A320-214
Reg: F-GKXH
Scheduled: 1300-1430
Block to Block: 1256-1422
In Air: 1312-1418



Un bimbobus A318 ci sta a fianco.



Ultimi ritocchi alla checklist.



Raggiungiamo la seggiola - dietro a una maman avec petit enfant decisamente tranquillo (più tranquillo di certi adulti!) - e scopriamo l'altro vicino di banco.



Qua dietro c'è poca gente, i 25B e 25C sono liberi. Davanti non è tanto pieno.



Per la serie I Classici di AC: Pitch Test.



Safety Card.





Stacchiamo. L'aragosta ci porta in mezzo al tarmac.



Salutiamo e ringraziamo il posteggiatore (non abusivo). La mancia gliel'ha data il capitano.



C'è coda alla runway.



Hop-pa-la-lai! (cit.)



Gli sparaschifezza antighiaccio sono pronti per chi ne facesse richiesta.



Come dice giustamente il cartello rosso, ci allineiamo alla 26R e decolliamo con una spinta che il marcione se la sogna.



Traffico regolare sulla A1.



Localizziamo l'aeroporto del Borghetto (LBG) subito prima di immergerci nella cappa di nebbia. I posti A sono perfetti per i decolli da CDG, solo che di Parigi stavolta non si vedrà una mazza.



Vi assicuro che qui stiamo virando sopra la Défense.



Sotto di noi sarà così per quasi tutto il tempo.



Intanto la crew ci sfama. Grissinetti kosher (come dice l'etichetta) e arancia arancia.



Le nubi si diradano quando mi pare siamo sopra l'alta valle del Rodano. Quanta neve.



Non manca molto. Locarno e Bellinzona.



LUG, lo hub del Canton Ticino.



Il lago di Lugano.



Como e il suo lago sono avvolti da una leggera foschia.



Stavolta casa mia si riesce a vedere.



Prendiamo Milano da ovest.



Facciamo inversione a U sopra il Castello Visconteo di Pavia.



Traffico regolare sullo svincolo A1-A50.



Touchdown sulla solita 36 e dispiegamento della biancheria.



C'è un puffo alla fonda. Che gli è successo?



Ci andiamo ad attaccare al tentacolo, tra questo AP...



E questo 4U.



Salutiamo e ringraziamo F-GKXH, recuperiamo il valigione in breve tempo e ci fiondiamo a casa.



Diciamo che New York, come Parigi, come si suol dire val bene una Messa. Per uno che, pur filoccidentale, non stravede per l'America come certe mie amiche, è meglio di quanto mi aspettavo. Sono convinto che mi ci vorrà almeno un mese nella Grande Mela per orientarmi bene - e non da turista! - e per individuare i luoghi in cui esercitare i riti quotidiani che cerco sempre in ogni nuova città - i pasti innanzitutto, come facevo a Parigi. Per questo ci ritornerò prima delle feste di fine anno per vedere qualche altra cosa che ho volutamente saltato, complice una nuova puntatina a DTW. Ovviamente non posterò nulla, a meno di eventi eccezionali sul fronte prettamente aureonatico (cit.).
Per i trasfertoni come me che si trovano negli USA e si annoiano del posto in cui stanno, se la distanza aerea da NYC è inferiore alle due ore è una cosa che consiglierei vivamente per trascorrere il weekend. Specie se paragoniamo - come si può trovare qualche post più su - le domeniche a New York a quelle a Detroit.

Grazie ancora per la pazienza che avete avuto anche stavolta. Ora ridiscendo nel sottobosco del forum e arrivederci a un TR meno da commuter.

Ciao