Cara Aviazione Civile,
Dopo circa un anno di assenza - e dopo qualche sporadico messaggio sul forum - torno su questi schermi con il mio secondo TR. [L'altro è recuperabile a questo link qua]. Purtroppo, non essendo più da qualche anno un frequent flyer come si deve (il mio pendolarismo parigino durò anni, e nonostante i francesi mi manca molto), queste imprese accadono raramente, ma almeno provo a raccontarle in modo da risultare adeguatamente informative e di piacevole lettura.

Questa volta aggiungiamo al mio limitato network di voli nazionali ed europei la mia prima tratta intercontinentale. Attraversiamo il pond, come dicono i viaggiatori cool, e andiamo nel M'Inchi-gan, a Detroit via Amsterdam. Faremo il feeder di andata con Alitalia, i transoceanici con Delta e il feeder di ritorno con KLM.
Biglietto acquistato dal sito di KLM, che all'epoca proponeva l'offerta migliore.
E faremo il viaggio in barbon class, con buona pace degli enogastronomi del forum, perchè il club level 'sta testa di cliente non me l'ha voluto dare anche se c'erano combinazioni a prezzo interessante. E tredici ore totali di viaggio in seggiola, non c'è molta gente a cui le consiglierei.

Certamente molti di voi conosceranno bene questi scali - mi sembra poi ci sia un noto forumista basato nei pressi della mia destinazione. Comunque provo a mettere insieme il TR in modo tale da non annoiarvi. Confido un'altra volta nella vostra clemenza.
La storia di questo viaggio ha inizio a luglio 2013, quando un mio contatto mi propone una missione a Detroit di qualche settimana. Niente ruspisti stavolta, ma resteremo nell'ambiente dei mezzi di trasporto.
No, non è nessuna delle Big Three - ma ad esse ci dedicheremo nella parte OT Biella e Pistone. Per amor di precisione, ricordiamo che mentre Biella fa provincia, Pistone invece no.
"Why not?" dico io... ma poi il contatto sparisce. Sono molti purtroppo che fanno così nel mio ambiente, ti cercano, sei la persona perfetta per questa posizione, e puff. Bon sarà per un'altra volta.
Ma dopo ormai due mesi nei quali scappottavo felice e contento per le strade delle Alpi Svizzere, un bel giorno di settembre il contatto di cui sopra riappare dalle tenebre con l'identica proposta. Io gli rispondo il mio solito Why not? ma stavolta la cosa si fa più seria. C'è da partire lunedì prossimo, i tempi stringono, dai che ti aspettano. Eh bravi, però io da voi aspetto una conferma scritta della missione e delle regole di ingaggio, perchè passare l'Oceano (così come passare all'Oceano, ndr) sarà sicuramente eccitante ma non è mica come dire, nemmeno per un contractor mercenario come me.
Alla fine della fiera, tra un'attesa e l'altra, mi ritrovo a fare biglietto stanzetta macchinina nonché pourboire al Dipartimento della Sicurezza Casalinga (14 USD) il venerdì per il martedì successivo. Comunque, in un paio d'ore mi sono organizzato adeguatamente.
Veniamo quindi alla partenza - o meglio, al giorno prima, quando mi sono curato di effettuare il check-in online.
Esattamente 24 ore prima della partenza ricevo una mail da KL che mi informa dell'apertura delle gabbie. Vado immediatamente sul sito ma poiché la prima tratta è operata da AZ, il sistema ti obbliga (cit.) e mi tocca andare sul sito Alitalia.
Andiamo su AZ ma il check-in non si riesce a fare perchè secondo il sistema il codice Millemiglia non è riconosciuto. Non so se indignarmi o rassegnarmi, vista la letteratura che ultimamente è stata scritta qui su AC riguardo al refurbishing (re-pirling?) del sito AZ. Certo che se non mi accreditasse le miglia su un intercontinentale preso sotto data, i cabasisi mi girerebbero assai.
Il sito Saudia, evocato ogni tanto dai forumisti esperti come panacea dei mali del check-in Alitalia, nel mio caso non poteva essere usato perchè gli arabi non riconoscono LIN ma solo MXP. Un giorno si ricrederanno.
Ma proviamo a togliere il Millemiglia. Magicamente il sistema non ti obbliga più e ti fa fare il check-in. E altrettanto magicamente il Millemiglia risulta ancora sul boarding pass. Mistero della fede (cit.).
Nonostante questo intoppo (diciamo che ci ho messo meno a prendere biglietto macchina e hotel che non a check-inarmi), riesco a ottenere da AZ la carta d'imbarco anche per la tratta AMS-DTW. A quanto pare, questa era una scelta obbligata visto che a entrare tramite KL o DL c'era sempre la prima tratta AZ che rompeva i maroni e non ti faceva andare avanti.
Ma ora iniziamo sul serio questo TR.
Partiamo by car da casa presto, rispetto all'orario del volo, per evitare il traffico della tangenziale e per prendermela un po' comoda una volta in aeroporto. Casa 06:10, Linate 06:45, la consueta cinquantina di km.
Abbandoniamo la macchina alla porta numero 1 dell'area partenze e switchiamo in modalità Google Car analogica. [Cioè: lasciamo il volante alla mamma, la ringraziamo del passaggio e la facciamo ritornare a casa.]
Benvenuti a LIN, l'aeroporto che ogni hub vorrebbe avere come feeder. Perchè come aspira pax Linate, nemmeno il Folletto Vorwerk, signora mia!

Ci avviciniamo ai banchi check-in AZ a lasciare il valigione per la destinazione finale. Cerco l'adorabile signorina mora dai baffi biondi in fronte che incontrai l'anno scorso, ma niente. Fateglielo sapere grazie, che la cercavo.

Ormai i banchi check-in qui li chiamano drop-off, ma la realtà è che anche se ti sei già registrato e devi semplicemente lasciare il bagaglio, devi fare lo stesso la coda e impiegare lo stesso tempo che a check-inarti in modalità analogica. In termini di tempo quindi, nessun vantaggio. L'unico lato positivo è che avendo già fatto il lavoro online, sei riuscito a riservarti i posti che desideravi - ovviamente se qualcun altro non li aveva occupati prima di te.
Non ho mai sperimentato il drop-off self-service come qualche forumista ha narrato su altri aeroporti - perchè qui non c'era - ma penso sarebbe utile diffonderne l'utilizzo.
Lasciato il valigione alla signorina, ci avviamo ai controlli di sicurezza, non prima però di fornirvi la prova inconfutabile che Linate NON è un hub. Il mutanda shop, infatti, qui è un altro.

Niente coda alle macchinette, così inspiriamo senza stress la nostra buona dose di radionuclidi.
Airside non c'è molta gente. Ma tra un po' comincerà a popolarsi, specie l'area dei gates RomaMilano.

Osserviamo la fauna del martedì mattina linatino. Tra i presenti, alcuni abusivi, come ci insegnò un noto forumista.

Parcheggi abusivi / Applausi abusivi / Villette abusive / Abusi sessuali abusivi / Tanta voglia di ricominciare / Abusiva... (cit.)

Ci rechiamo alla lounge della barbon class - il bar appena dopo il Dufry - e facciamo colazione. Questi non li vedrò se non fra tre settimane. Mi mancheranno assai.

Il mio AMS AZ delle 09:05 è in orario.

Ancora un po' di fauna. Questo 319 mi pare vada a BCN.

Bibì e Bibò vanno a FCO.

Scendiamo le scale e ci appropinquiamo al nostro gate. La signorina di spalle è quella che mi ha drop-offato il valigione, e alla quale mostrerò il boarding pass.

Evidenziato dal circoletto rosso, il piazzista dell'Amex che tutti gli habitués linatini rifuggono. Mattiniero, il nostro. Ha cambiato location rispetto agli altri anni, là ora hanno installato il bar dell'ex-sindaco di TRS.

Chiamata all'imbarco in orario. Lascio scorrere la coda e aspetto che mi chiamino per nome prima di avvicinarmi al gate. Sì, manco solo io. Salutiamo la signorina e ci infiliamo nel Cobus.
Una raccomandazione sulle carte d'imbarco ottenute online da AZ: la mail di conferma contiene curiosamente due copie della Boarding Pass su fogli separati, una "da consegnare al gate" e l'altra "da staccare e conservare". Stampatele entrambe. Io l'ho fatto per precauzione, ma stampare due fogli per tratta non è così evidente al viaggiatore occasionale, che invece si aspetta un unico foglio da dividere poi al gate. Al gate di LIN giustamente si sono tenuti la loro copia. E se non ti ricordi qual era la tua seggiola - ammesso che ti ci facciano arrivare, senza BP - sono gołąbki amari [cavoli con ripieno di carne, specialità polacca].
Eccoci infine sotto il nostro aviogetto. [Evvabbe', nemmeno io ho potuto fare a meno di usare questo termine... è contagioso!]
Tue., Sep. 24th, 2013
LIN-AMS
Flight: AZ0120
Class: Y
Seat: 05F
Eqp: A321-112
Reg: I-BIXM
Scheduled: 0905-1105
Block to Block: 0914-1105
In Air: 0925-1050


Lasciamo scorrere la coda e saliamo la scaletta anteriore.

Illimitatamente... (cit.)

Capitano e FO mi accolgono al portello, chiedendosi silenziosamente se quello strano tipo con la maglietta con la lisca di pesce sul braccio che appena prima ha fatto la foto allo slogan AZ è uno che deve postare il suo TR su AC. Ebbene sì, voilà, ecchemeqqua'.
Il capitano poco dopo ci dà il benvenuto a bordo con l'interfono, citiamo le sue parole, "sul volo da Roma ad Amsterdam" (oops...) e ci informa che partiremo con mezz'ora di ritardo a causa del traffico intenso sul cielo sopra Schiphol.
Dopo un po' però il nostro si ridimensiona, ci annuncia che si è appena liberato uno slot e allora partiamo subito, con soli 10 minuti di ritardo rispetto allo schedulato.
Osserviamo il 733 I9 nostro vicino di banco.

Che quando stacca e parte per NAP, ci rivela il 319 AF diretto a... ça va sans dire!

Alla fine stacchiamo anche noi e costeggiamo il 762 cargo di ABX.

Taxeggiamo per un po' con la sola turboventola 1 in azione. [Perchè come noto, gli aviogetti sono spinti da turboventole.] Nel frattempo salutiamo quest'altro 320 AZ e andiamo verso la consueta pista 36.

Cabin crew prepare for takeoff! (cit.)

Arrivederci a LIN, l'aeroporto che ogni hub vorrebbe avere come feeder.

Traffico intenso in Tangenziale Est / innesto Tangenziale Nord, nei pressi dell'antennone Mediaset.

E sul tratto urbano della A4.

Emergiamo da una sottile cappa di sostanze chimiche.

Non si vede una mazza, ma laggiù c'è casa mia e lo hub dell'Alta Brianza
da cui deriva il mio nick.
Ich bin ein Hub! (cit.: Berlino, giugno 1963)

Quello nel circoletto rosso dovrebbe essere LILN.

E quello là sotto mi pare LILG.

Il Lago Maggiore avvolto dalle nebbie (o schermato dal vetro lercio).

E il Lago d'Orta nelle stesse condizioni.

C'è poca neve sulle Alpi.



La valle del Rodano. Nel circoletto rosso, lo hub
del Vallese, Sion.

I criceti girano nella turboventola 2. Più sotto, la parte orientale del Lago Lemano.

Pitch Test coi pantaloni lunghi, a differenza di molti forumisti che forse dovrebbero fare i testimonial della Veet...
OK, ci possiamo stare.

Per i feticisti delle safety cards. Chiedo venia per il fatto di non aver postato una rarità.


Quel che passa il convento. Taralli e la proverbiale arancia rossa. I biscottini li ho lasciati alla prossima occasione.

La fila 05, appena dietro il club level, è detta anche la suite dei barboni. La tendina infatti ci nasconde dagli sguardi indiscreti. Notare tra l'altro il fake IFE.
Scusate se non ho puntato l'obiettivo più a sinistra, ma la sciura del 05D mi guardava male fin da quando sono salito.

Questa, dal cross-check che ho fatto con Google Earth, mi sembra Anversa. Ci ero stato in gita scolastica nel secolo scorso.

I criceti continuano a girare.

Curioso scalino nuvoloso. Scateniamo gli scia-tori e i teorici del complotto...

Prima della discesa viene aperta la tendina, facendo venir meno la mia privacy.

Ci immergiamo in una cappa di vapore acqueo e sostanze chimiche.

Dalla quale usciamo in corrispondenza di una spiaggia dell'Olanda Settentrionale.

Ormai manca poco. Zona portuale, potrebbe essere Ijmuiden.

Zona residenziale poco più a nord.

Facciamo una virata di 180° a tribordo e scorgiamo del verde.

Traffico regolare in autostrada.

Pochi secondi al touchdown.

Atterrati. I-BIXM stende la biancheria.

Un taxi senza fermate ma mooolto lungo... mi sa che siamo atterrati sulla pista tedesca di AMS. Mi sa che era la 18R.


Dopo aver spento di nuovo la turboventola 2, finalmente scorgiamo qualcuno.

Segua quella macchina! (cit.)

Alcuni mezzi pascolano. In primo piano, un c**o basso DL, spero di non essermi sbagliato col nickname del 767.

Area cargo di AMS. 747F, MD11F e credo un 777F qatariota.


Loro se ne vanno.

E noi ci avviciniamo subito al nostro tentacolo, accanto a questo 738 KL. Vabbè, il terminal era sul lato sinistro, per questo mi è sembrato di essere atterrato in Germania.

Arrivati.

Porte aperte. Possiamo riattivare i telefoni e uscire.

Il volo è stato sostanzialmente uneventful - nemmeno turbolenze significative da annotare - ma non per questo poco piacevole. Aereo ben tenuto, puntuale nonostante il ritardo in partenza, riempimento medio (poca gente in C, mentre in Y i posti centrali risultavano raramente occupati), cabin crew gentile e professionale per la brevità del volo e del servizio... sufficienza ampiamente meritata.
Arrivederci, I-BIXM.

Cavoli, e io che credevo di essere atterrato a Pufflandia... qui ci sono solo i vichinghi.

Ah no, ok. Guardiamo dall'altra parte.

E175 polacco, non ho ben capito se nella livrea attuale o vintage.

Il mio DTW DL delle 13:20 è anche lui in orario. C'è da andare nella hall D.

Guardiamo un attimo alle nostre spalle, da dove siamo provenuti, e ci appropinquiamo all'area non-Schengen.

Area controllo passaporti.

Ho provato per curiosità le macchinette self-service per i cittadini UE con passaporto elettronico. Semplicissimo, si apre il documento inserendolo nell'apposita fessura, come indicato dalle figure, poi te lo risputa fuori aprendoti magicamente il tornello.
Eccoci quindi nella hall D.

Andiamo subito a mangiare qualcosa, visto che il gate è stato aperto ben prima dell'ora prevista di imbarco. In effetti l'aviogetto sarà bello pienotto, resterà libero solo qualche posto.
Niente foto del paninetto con bottiglietta d'acqua, non era male ma non mi mancherà, a differenza del cappuccino linatino.
Nota a margine: cessi della hall D indegni. Non particolarmente lerci, ma odori talmente penetranti, dovuti a organismi tuttora ignoti alla scienza.
Questo kazako qui - mi sembra un 767 - non so se qualcuno lo ha mai preso. Peccato per la posizione infelice dalla quale l'ho immortalato. Per trovarne una migliore, occorreva avere in mano un BP per TSE.

Altri aviogetti dei Puffi - che è meglio (cit.).


Intravediamo la coda del 330 DL che ci porterà a DTW.

Andiamo verso il gate D07, ma aspettiamo che un po' più di gente passi i controlli di sicurezza dedicati.


I body scanners, in cui tra poco mi toccherà entrare per mostrare al voyeur di corvée quanto sono bello dentro.

Il controllo per i voli verso gli USA prevede una prima parte in cui un addetto alla sicurezza ti fa alcune domande sullo scopo del tuo viaggio - diciamo che non è semplice per un contractor mercenario come me spiegare in cosa consiste il mio lavoro e le modalità del suo svolgimento a Detroit, ma sono cose che sono assolutamente compliant con le leggi statunitensi! - e una seconda in cui si ripetono sostanzialmente i controlli sul bagaglio a mano e sul passeggero.
Ricordiamo che (perlomeno a AMS) nemmeno le bottigliette comprate airside si possono imbarcare, vista la montagna di PET semivuoti prima dei body scanners.
Una volta superato questo scoglio, si accede a una piccola area dotata di poltrone, WC e tavoli con prese di ricarica, da cui è possibile vedere meglio il mezzo sul quale si salirà.
Tue., Sep. 24th, 2013
AMS-DTW
Flight: DL0235
Class: Y
Seat: 36G
Eqp: A330-323X
Reg: N811NW
Scheduled: 1320-1605
Block to Block: 1334-1542
In Air: 1347-1527 (Dur: 7hrs 40min)


L'imbarco procede regolarmente, ma io aspetto che la coda nel tentacolo si smaltisca prima di salire a bordo.
Purtroppo, visto che ho preso il biglietto sotto data, non mi sono potuto accaparrare il finestrino, per cui non vedrete nulla di quanto succederà là fuori nelle prossime otto ore. Comunque ho cercato di documentare questa tratta nei limiti del possibile.
Una volta imbarcato, sulla seggiola troviamo il cuscinetto di gommapiuma impalpabile e la copertina rossa. Non ne farò uso, visto che non riuscirò a dormire una mazza.

Poco dopo, mentre dagli schermini degli schienali scorre pubblicità a ciclo continuo, l'equipaggio effettua la distribuzione delle cuffiette.

Di altre amenities invece, nessuna traccia. Ricordiamoci che siamo in barbon class! Diciamo comunque che non ne sentirò il bisogno, il mio desiderio è arrivare a destinazione quanto prima.
Comunque passeranno con le hot towels - e verso la fine del viaggio, con le salviettine impregnate.
A un certo punto parte dall'interfono una richiesta diretta ai passeggeri. Cercano uno che sappia parlare il bosniaco. Sarei curioso di sapere quanti americani - che non abbiano prestato servizio nell'esercito, altrimenti non vale! - sappiano dove si trova quel Paese.
Questo momento di impasse ritarda leggermente il pushback.
A nouveau, per i feticisti delle safety cards. Questa di DL ha un formato scheda elettorale delle comunali di Roma.




Pitch Test. A naso, mi sembra più stretto del 321 AZ di prima. Qualche passeggiata provvidenziale per i corridoi mi renderà la tratta meno faticosa.

Scorcio della cabina (e di un paio di anonime teste pelate).

E una prospettiva del corridoio.

In Y (configurazione 2-4-2) aereo bello pienotto ma non full, si intravedeva qualche seggiola libera. Ignoro il load factor della J, a noi plebei non ce l'hanno fatta vedere nemmeno col lanternino.
La fauna della barbon sembra equamente divisa tra cittadini americani e aliens; la prova la otterrò a destinazione, all'immigration di DTW (presso la quale c'eravamo solo noi), dove le due file si equivalevano.
La mia zona era relativamente tranquilla, diverse coppie di pensionati nei dintorni e, nella mia fila centrale, un infant black che, a parte rare crisi di pianto, se ne è stato bello tranquillo in braccio alla madre o coccolato dai pax intorno a lui.
Considerazione secondo me importante sulle cappelliere. Nonostante io sia salito tra gli ultimi e l'aereo fosse quasi pieno, le cappelliere erano mezze vuote (almeno dalle mie parti), così ho potuto mettere il mio keepall (cit.) esattamente sopra la mia capoccia. Temevo che, data la lunghezza del volo, gli altri pax si fossero portati in cabina non solo la propria casa, ma anche il condominio tutto intero. Invece no. Mi chiedo, da ignorante del LR, se devo credere che caricarsi di bagagli a mano all'inverosimile sia un vizio solo italiano.
Il personale di cabina, come evocato in numerosi altri TR sulle aviolinee statunitensi, per via dell'età media è un chiaro presagio degli effetti della riforma Fornero in Italia. Tuttavia saranno sempre presenti lungo tutto il viaggio, cordiali e disponibili e pure inclini alla battuta di spirito.
Vista la posizione della mia seggiola, non ho la più pallida idea di quale pista di AMS abbiamo preso. Devo dedurre che, avendo osservato i decolli precedenti, si sia trattato della 24. Comunque, non abbiamo fatto la coda prima della runway. L'A-CDM, a quanto pare, qui collabora.
Il decollo è stato piuttosto lunghetto, tanto da insinuarmi l'atroce dubbio di essere salito, anziché su un 330, su un marcione con due sole turboventole. Ma forse è stato solo a causa dell'elevato carico di pax e bagagli in stiva.
Cominciamo intanto a ravanare con l'IFE. Faccio scorrere i film e la musica che passa il convento, ma un po' deluso finisco per impostare lo schermo sull'airshow. A tratti risulta pure fastidioso in quanto, se si azionano i comandi per un paio di minuti di seguito, parte automaticamente la pubblicità - e soprattutto un bel v***a da parte mia.
È un vero peccato la mancanza di una presa individuale USB. Non pretendevo la presa standard per poter attaccare il PC, però mi avrebbe fatto molto comodo per poter sentire la mia musica preferita senza patemi d'animo per la batteria del mio cellulare.
Il wi-fi, apparentemente previsto (pay) su DL, sul nostro mezzo invece non era attivo. Di nuovo peccato, ero curioso di provarlo.
Quando siamo sopra l'Inghilterra inizia il servizio.

Salatini e succo d'arancia. Al prossimo giro però, gli chiedo di non mettermi più il ghiaccio nei beveraggi. Gli americani te lo mettono dappertutto, come i francesi con le cipolle e i polacchi con le patate.

Poco dopo il convento ci passa il contenuto del carrellino della pappa. Scelgo il pollo thai perchè non appena ho sentito nominare la pasta nell'altro piatto tra cui scegliere, ho messo mano alla pistola (è una citazione! non equivocate!).
Commestibile. Per essere un pasto da aereo, non ho di che lamentarmi.

Termino con un po' di thè. Evitiamo il caffè all’americana.

Finite cibarie e beveraggi, ci ritroviamo qui.

Il viaggio prosegue senza particolari interferenze. Qualche rara turbolenza, ma talmente debole che solo se tu collaborassi a Studio Aperto avresti il coraggio di definirle Momenti di terrore sul volo Amsterdam - Detroit.
Continuo a ravanare con l'IFE e mi guardo questo film qua. Sinceramente, era un po' imbarazzante vedere un film pieno di iraniani, su un aereo USA, di compagnia USA, circondato da pax USA, però il prodotto viene da Hollywood, quindi che se ne stiano zitti tutti. Il soggetto mi interessava, ma francamente non è il capolavoro che molti hanno raccontato.
Dopo un po' gli AAVV ripassano con un secondo giro di beveraggi.
Finito il film, vado ad espletare le mie funzioni corporali, nonché il tradizionale sacrificio per la causa del forum. Sì, stavolta ho avuto il coraggio di farla.

Intanto si è fatto buio in cabina - molti hanno abbassato gli scuri e in effetti, anch'io comincio a dare segni di cedimento - per cui provo a dormire. Il risultato non è un gran che.
Nel frattempo avviene un altro giro di beveraggi - più precisamente, niente carrellino ma solo acqua per tutti. In totale i giri di bevande saranno almeno quattro, sembreranno molti per un viaggiatore occasionale ma invece è meglio approfittare di tutti-proprio-tutti, per combattere fatica e disidratazione.
Iniziamo a sorvolare il suolo nordamericano che decido di farmene una ragione, se Morfeo non mi vuole accogliere tra le sue braccia.

Quando siamo qui, arriva l'ora della merenda.

Calzone caldo e copetta di gelato... ma non stavamo mica andando in America? Certo che quando non mi fanno sedere vicino al finestrino, quelli cercano sempre di fregarmi sulla destinazione...

Intanto il capitano annuncia che il nostro 330 ha iniziato la discesa. Dal cockpit non sono stati molto loquaci durante il viaggio, ma d'altra parte il personale di cabina viaggia costantemente su e giù per i corridoi, sempre a disposizione dei pax.
Non so se succede su altri IFE, ma quello di Delta mette in pausa i film mentre passano gli annunci di cabina. Scusate l'ignoranza.
Dall'airshow (e dalle sensazioni del labirinto del mio orecchio) deduco che l'aviogetto ha effettuato una manovra a S per allinearsi alla pista. Arriva a sud-est di Detroit, poi fa una lunga virata a tribordo posizionandosi a nord-est della città e infine un'altra lunga virata a babordo per agganciare la 21L (o forse era la 21R, accidenti al posto corridoio che mi fa perdere i riferimenti!).
Atterraggio in netto anticipo e taxi relativamente breve verso il terminal Sud (detto anche McNamara, che ospita solo i voli Delta e SkyTeam). Siamo arrivati talmente in anticipo che abbiamo dovuto aspettare non poco in mezzo al tarmac perchè si liberasse un tentacolo.
Il cielo, sbirciando da lontano i finestrini, pare sereno. Ma il cielo, 'sti americani non ce lo faranno vedere se non dopo un'ora, perchè appena usciti dal finger ci faranno subito scendere nelle catacombe del terminal, dove è installata l'area dell'immigration.
Questo è il mio primo impatto col suolo americano. Welcome to the United States.

Giudizio sostanzialmente positivo sulla tratta transoceanica. Personale di cabina mai infrattato nei galleys e sempre user-friendly coi pax; puntualità del volo; buone condizioni della cabina Y - però, magari se ci fosse stato un pollice in più di pitch, sarei arrivato a destinazione un po' meno rinc******ito. Note sicuramente a sfavore, la fastidiosa pubblicità pop-up quando maneggi l'IFE - e a dire il vero, la relativa lentezza dei comandi dello stesso. Suggerimenti alla compagnia, almeno la porta USB pure in economy, di questi tempi non penso che si debba più ritenere un lusso.
Opinione strettamente personale: in cambio di una presa USB e una standard anche in economy, sarei pure disposto a rinunciare all'IFE. E con una connessione wi-fi anche pay, avrei la mia soluzione di intrattenimento su misura.
Dopo una scarpinata in un lungo e stretto corridoio, arriviamo nella grande sala dell'immigration.
Come ho anticipato più sopra, siamo l'unico volo internazionale arrivato in quel momento, quindi non c'è quella bolgia infernale capitata a qualche altro forumista arrivato negli States. E per fortuna che siamo gli unici, perchè di agenti TSA a respingere i potenziali clandestini ce ne sono solamente due, su alcune decine di sportelli predisposti.
Il tipo della TSA non crede a una parola di quello che gli sto raccontando - e pensare che è la santa verità, per di più compliant con le norme USA sull'immigrazione! D'accordo che sta facendo il suo lavoro, però a me gli psicogiochini da The Mentalist mi mettono a disagio. Evidentemente oggi non ne ha ancora respinto nessuno e allora vuole fare lo splendido con uno come me che è la prima volta che arriva da quelle parti. Mi chiede la business card della mia società - ma cavoli a me i biglietti da visita non li hanno mai fatti nemmeno quando ero sotto padrone! - bon, allora tiriamo fuori la lettera di invito del cliente. "Ah, allora lavori con quel sistema informatico là, eh?". Grazie a Dio sono troppo rinc******ito dal viaggio per rispondergli, altrimenti questo TR lo avrei scritto da una galera e lo avreste letto tra novantanove anni. A quel punto, il nostro mi fa mettere le dita sulla macchinetta delle impronte, mi timbra il passaporto e fa avanzare il pax dietro di me.
Ritiriamo il valigione che avevamo lasciato a LIN - è là che mi aspetta, sta girando sul carosello dei bagagli insieme agli altri - e superiamo più agevolmente lo scoglio del controllo doganale sulle mercanzie trasportate. Non nascondo mortadelle né alcunché possa loro interessare, come coerentemente documentato dal fogliettino blu distribuitomi quando montai a AMS sul 330 DL.
Come anticipato, è passata circa un'ora dal momento dell'atterraggio. Ooh, adesso sì che si può dire, Welcome to the United States.
Seguiamo le indicazioni Ground Transportation e cominciamo finalmente a vedere un po' di luce - anche se non troppa. Un'altra scarpinata e ci ritroviamo alla pensilina dei bus che portano ai centri delle società di noleggio auto. Io prendo il bus giallo con le scritte nere, perchè la macchina l'avevo prenotata da loro. Ricordiamo che a questa pensilina un bus non vale l'altro, perchè i vari centri noleggio sono a distanza rilevante l'uno dall'altro. E in America, io ho capito che bisogna prendere la macchina anche per attraversare la strada.
Questo è il mezzo che mi terrà compagnia durante queste tre settimane. La Nissan Altima - per i profani, una Renault Laguna con gli occhi a mandorla - pare sia la seconda auto più venduta negli States (se escludiamo ovviamente i light trucks Ford F150) ma francamente, quanto a qualità costruttiva, le Fiat degli anni Settanta erano messe molto meglio.
E poi, quel cambio CVT a variazione continua - lo stesso delle DAF degli anni Settanta - non si può proprio vedere.

Una mezz'oretta facendo una Interstate e due Freeways e arrivo nella mia stanzetta a Southfield che, a dispetto del nome, sta poco a nord di Detroit.
Chiudo la porta dietro di me e noto alcuni avvisi molto rassicuranti.

Che vengono dettagliati anche nella brochure sulla scrivania.

Vista panoramica dalla finestra. C'è coda dal concorrente del McDrive.

Bon andiamo subito a dormire, qui saranno sì le sei del pomeriggio ma io sono in giro da quasi venti ore. Jack Bauer è solo il personaggio di un telefilm.
Nel prossimo post faremo un po' di OT, come preannunciato dal titolo. See you soon, come dice il giornalista ex-americano oggi adottato dagli albanesi.
Dopo circa un anno di assenza - e dopo qualche sporadico messaggio sul forum - torno su questi schermi con il mio secondo TR. [L'altro è recuperabile a questo link qua]. Purtroppo, non essendo più da qualche anno un frequent flyer come si deve (il mio pendolarismo parigino durò anni, e nonostante i francesi mi manca molto), queste imprese accadono raramente, ma almeno provo a raccontarle in modo da risultare adeguatamente informative e di piacevole lettura.

Questa volta aggiungiamo al mio limitato network di voli nazionali ed europei la mia prima tratta intercontinentale. Attraversiamo il pond, come dicono i viaggiatori cool, e andiamo nel M'Inchi-gan, a Detroit via Amsterdam. Faremo il feeder di andata con Alitalia, i transoceanici con Delta e il feeder di ritorno con KLM.
Biglietto acquistato dal sito di KLM, che all'epoca proponeva l'offerta migliore.
E faremo il viaggio in barbon class, con buona pace degli enogastronomi del forum, perchè il club level 'sta testa di cliente non me l'ha voluto dare anche se c'erano combinazioni a prezzo interessante. E tredici ore totali di viaggio in seggiola, non c'è molta gente a cui le consiglierei.

Certamente molti di voi conosceranno bene questi scali - mi sembra poi ci sia un noto forumista basato nei pressi della mia destinazione. Comunque provo a mettere insieme il TR in modo tale da non annoiarvi. Confido un'altra volta nella vostra clemenza.
La storia di questo viaggio ha inizio a luglio 2013, quando un mio contatto mi propone una missione a Detroit di qualche settimana. Niente ruspisti stavolta, ma resteremo nell'ambiente dei mezzi di trasporto.
No, non è nessuna delle Big Three - ma ad esse ci dedicheremo nella parte OT Biella e Pistone. Per amor di precisione, ricordiamo che mentre Biella fa provincia, Pistone invece no.
"Why not?" dico io... ma poi il contatto sparisce. Sono molti purtroppo che fanno così nel mio ambiente, ti cercano, sei la persona perfetta per questa posizione, e puff. Bon sarà per un'altra volta.
Ma dopo ormai due mesi nei quali scappottavo felice e contento per le strade delle Alpi Svizzere, un bel giorno di settembre il contatto di cui sopra riappare dalle tenebre con l'identica proposta. Io gli rispondo il mio solito Why not? ma stavolta la cosa si fa più seria. C'è da partire lunedì prossimo, i tempi stringono, dai che ti aspettano. Eh bravi, però io da voi aspetto una conferma scritta della missione e delle regole di ingaggio, perchè passare l'Oceano (così come passare all'Oceano, ndr) sarà sicuramente eccitante ma non è mica come dire, nemmeno per un contractor mercenario come me.
Alla fine della fiera, tra un'attesa e l'altra, mi ritrovo a fare biglietto stanzetta macchinina nonché pourboire al Dipartimento della Sicurezza Casalinga (14 USD) il venerdì per il martedì successivo. Comunque, in un paio d'ore mi sono organizzato adeguatamente.
Veniamo quindi alla partenza - o meglio, al giorno prima, quando mi sono curato di effettuare il check-in online.
Esattamente 24 ore prima della partenza ricevo una mail da KL che mi informa dell'apertura delle gabbie. Vado immediatamente sul sito ma poiché la prima tratta è operata da AZ, il sistema ti obbliga (cit.) e mi tocca andare sul sito Alitalia.
Andiamo su AZ ma il check-in non si riesce a fare perchè secondo il sistema il codice Millemiglia non è riconosciuto. Non so se indignarmi o rassegnarmi, vista la letteratura che ultimamente è stata scritta qui su AC riguardo al refurbishing (re-pirling?) del sito AZ. Certo che se non mi accreditasse le miglia su un intercontinentale preso sotto data, i cabasisi mi girerebbero assai.
Il sito Saudia, evocato ogni tanto dai forumisti esperti come panacea dei mali del check-in Alitalia, nel mio caso non poteva essere usato perchè gli arabi non riconoscono LIN ma solo MXP. Un giorno si ricrederanno.
Ma proviamo a togliere il Millemiglia. Magicamente il sistema non ti obbliga più e ti fa fare il check-in. E altrettanto magicamente il Millemiglia risulta ancora sul boarding pass. Mistero della fede (cit.).
Nonostante questo intoppo (diciamo che ci ho messo meno a prendere biglietto macchina e hotel che non a check-inarmi), riesco a ottenere da AZ la carta d'imbarco anche per la tratta AMS-DTW. A quanto pare, questa era una scelta obbligata visto che a entrare tramite KL o DL c'era sempre la prima tratta AZ che rompeva i maroni e non ti faceva andare avanti.
Ma ora iniziamo sul serio questo TR.
Partiamo by car da casa presto, rispetto all'orario del volo, per evitare il traffico della tangenziale e per prendermela un po' comoda una volta in aeroporto. Casa 06:10, Linate 06:45, la consueta cinquantina di km.
Abbandoniamo la macchina alla porta numero 1 dell'area partenze e switchiamo in modalità Google Car analogica. [Cioè: lasciamo il volante alla mamma, la ringraziamo del passaggio e la facciamo ritornare a casa.]
Benvenuti a LIN, l'aeroporto che ogni hub vorrebbe avere come feeder. Perchè come aspira pax Linate, nemmeno il Folletto Vorwerk, signora mia!

Ci avviciniamo ai banchi check-in AZ a lasciare il valigione per la destinazione finale. Cerco l'adorabile signorina mora dai baffi biondi in fronte che incontrai l'anno scorso, ma niente. Fateglielo sapere grazie, che la cercavo.

Ormai i banchi check-in qui li chiamano drop-off, ma la realtà è che anche se ti sei già registrato e devi semplicemente lasciare il bagaglio, devi fare lo stesso la coda e impiegare lo stesso tempo che a check-inarti in modalità analogica. In termini di tempo quindi, nessun vantaggio. L'unico lato positivo è che avendo già fatto il lavoro online, sei riuscito a riservarti i posti che desideravi - ovviamente se qualcun altro non li aveva occupati prima di te.
Non ho mai sperimentato il drop-off self-service come qualche forumista ha narrato su altri aeroporti - perchè qui non c'era - ma penso sarebbe utile diffonderne l'utilizzo.
Lasciato il valigione alla signorina, ci avviamo ai controlli di sicurezza, non prima però di fornirvi la prova inconfutabile che Linate NON è un hub. Il mutanda shop, infatti, qui è un altro.

Niente coda alle macchinette, così inspiriamo senza stress la nostra buona dose di radionuclidi.
Airside non c'è molta gente. Ma tra un po' comincerà a popolarsi, specie l'area dei gates RomaMilano.

Osserviamo la fauna del martedì mattina linatino. Tra i presenti, alcuni abusivi, come ci insegnò un noto forumista.

Parcheggi abusivi / Applausi abusivi / Villette abusive / Abusi sessuali abusivi / Tanta voglia di ricominciare / Abusiva... (cit.)

Ci rechiamo alla lounge della barbon class - il bar appena dopo il Dufry - e facciamo colazione. Questi non li vedrò se non fra tre settimane. Mi mancheranno assai.

Il mio AMS AZ delle 09:05 è in orario.

Ancora un po' di fauna. Questo 319 mi pare vada a BCN.

Bibì e Bibò vanno a FCO.

Scendiamo le scale e ci appropinquiamo al nostro gate. La signorina di spalle è quella che mi ha drop-offato il valigione, e alla quale mostrerò il boarding pass.

Evidenziato dal circoletto rosso, il piazzista dell'Amex che tutti gli habitués linatini rifuggono. Mattiniero, il nostro. Ha cambiato location rispetto agli altri anni, là ora hanno installato il bar dell'ex-sindaco di TRS.

Chiamata all'imbarco in orario. Lascio scorrere la coda e aspetto che mi chiamino per nome prima di avvicinarmi al gate. Sì, manco solo io. Salutiamo la signorina e ci infiliamo nel Cobus.
Una raccomandazione sulle carte d'imbarco ottenute online da AZ: la mail di conferma contiene curiosamente due copie della Boarding Pass su fogli separati, una "da consegnare al gate" e l'altra "da staccare e conservare". Stampatele entrambe. Io l'ho fatto per precauzione, ma stampare due fogli per tratta non è così evidente al viaggiatore occasionale, che invece si aspetta un unico foglio da dividere poi al gate. Al gate di LIN giustamente si sono tenuti la loro copia. E se non ti ricordi qual era la tua seggiola - ammesso che ti ci facciano arrivare, senza BP - sono gołąbki amari [cavoli con ripieno di carne, specialità polacca].
Eccoci infine sotto il nostro aviogetto. [Evvabbe', nemmeno io ho potuto fare a meno di usare questo termine... è contagioso!]
Tue., Sep. 24th, 2013
LIN-AMS
Flight: AZ0120
Class: Y
Seat: 05F
Eqp: A321-112
Reg: I-BIXM
Scheduled: 0905-1105
Block to Block: 0914-1105
In Air: 0925-1050


Lasciamo scorrere la coda e saliamo la scaletta anteriore.

Illimitatamente... (cit.)

Capitano e FO mi accolgono al portello, chiedendosi silenziosamente se quello strano tipo con la maglietta con la lisca di pesce sul braccio che appena prima ha fatto la foto allo slogan AZ è uno che deve postare il suo TR su AC. Ebbene sì, voilà, ecchemeqqua'.
Il capitano poco dopo ci dà il benvenuto a bordo con l'interfono, citiamo le sue parole, "sul volo da Roma ad Amsterdam" (oops...) e ci informa che partiremo con mezz'ora di ritardo a causa del traffico intenso sul cielo sopra Schiphol.
Dopo un po' però il nostro si ridimensiona, ci annuncia che si è appena liberato uno slot e allora partiamo subito, con soli 10 minuti di ritardo rispetto allo schedulato.
Osserviamo il 733 I9 nostro vicino di banco.

Che quando stacca e parte per NAP, ci rivela il 319 AF diretto a... ça va sans dire!

Alla fine stacchiamo anche noi e costeggiamo il 762 cargo di ABX.

Taxeggiamo per un po' con la sola turboventola 1 in azione. [Perchè come noto, gli aviogetti sono spinti da turboventole.] Nel frattempo salutiamo quest'altro 320 AZ e andiamo verso la consueta pista 36.

Cabin crew prepare for takeoff! (cit.)

Arrivederci a LIN, l'aeroporto che ogni hub vorrebbe avere come feeder.

Traffico intenso in Tangenziale Est / innesto Tangenziale Nord, nei pressi dell'antennone Mediaset.

E sul tratto urbano della A4.

Emergiamo da una sottile cappa di sostanze chimiche.

Non si vede una mazza, ma laggiù c'è casa mia e lo hub dell'Alta Brianza

Ich bin ein Hub! (cit.: Berlino, giugno 1963)

Quello nel circoletto rosso dovrebbe essere LILN.

E quello là sotto mi pare LILG.

Il Lago Maggiore avvolto dalle nebbie (o schermato dal vetro lercio).

E il Lago d'Orta nelle stesse condizioni.

C'è poca neve sulle Alpi.



La valle del Rodano. Nel circoletto rosso, lo hub


I criceti girano nella turboventola 2. Più sotto, la parte orientale del Lago Lemano.

Pitch Test coi pantaloni lunghi, a differenza di molti forumisti che forse dovrebbero fare i testimonial della Veet...


Per i feticisti delle safety cards. Chiedo venia per il fatto di non aver postato una rarità.


Quel che passa il convento. Taralli e la proverbiale arancia rossa. I biscottini li ho lasciati alla prossima occasione.

La fila 05, appena dietro il club level, è detta anche la suite dei barboni. La tendina infatti ci nasconde dagli sguardi indiscreti. Notare tra l'altro il fake IFE.
Scusate se non ho puntato l'obiettivo più a sinistra, ma la sciura del 05D mi guardava male fin da quando sono salito.

Questa, dal cross-check che ho fatto con Google Earth, mi sembra Anversa. Ci ero stato in gita scolastica nel secolo scorso.

I criceti continuano a girare.

Curioso scalino nuvoloso. Scateniamo gli scia-tori e i teorici del complotto...


Prima della discesa viene aperta la tendina, facendo venir meno la mia privacy.

Ci immergiamo in una cappa di vapore acqueo e sostanze chimiche.

Dalla quale usciamo in corrispondenza di una spiaggia dell'Olanda Settentrionale.

Ormai manca poco. Zona portuale, potrebbe essere Ijmuiden.

Zona residenziale poco più a nord.

Facciamo una virata di 180° a tribordo e scorgiamo del verde.

Traffico regolare in autostrada.

Pochi secondi al touchdown.

Atterrati. I-BIXM stende la biancheria.

Un taxi senza fermate ma mooolto lungo... mi sa che siamo atterrati sulla pista tedesca di AMS. Mi sa che era la 18R.


Dopo aver spento di nuovo la turboventola 2, finalmente scorgiamo qualcuno.

Segua quella macchina! (cit.)

Alcuni mezzi pascolano. In primo piano, un c**o basso DL, spero di non essermi sbagliato col nickname del 767.

Area cargo di AMS. 747F, MD11F e credo un 777F qatariota.


Loro se ne vanno.

E noi ci avviciniamo subito al nostro tentacolo, accanto a questo 738 KL. Vabbè, il terminal era sul lato sinistro, per questo mi è sembrato di essere atterrato in Germania.

Arrivati.

Porte aperte. Possiamo riattivare i telefoni e uscire.

Il volo è stato sostanzialmente uneventful - nemmeno turbolenze significative da annotare - ma non per questo poco piacevole. Aereo ben tenuto, puntuale nonostante il ritardo in partenza, riempimento medio (poca gente in C, mentre in Y i posti centrali risultavano raramente occupati), cabin crew gentile e professionale per la brevità del volo e del servizio... sufficienza ampiamente meritata.
Arrivederci, I-BIXM.

Cavoli, e io che credevo di essere atterrato a Pufflandia... qui ci sono solo i vichinghi.

Ah no, ok. Guardiamo dall'altra parte.

E175 polacco, non ho ben capito se nella livrea attuale o vintage.

Il mio DTW DL delle 13:20 è anche lui in orario. C'è da andare nella hall D.

Guardiamo un attimo alle nostre spalle, da dove siamo provenuti, e ci appropinquiamo all'area non-Schengen.

Area controllo passaporti.

Ho provato per curiosità le macchinette self-service per i cittadini UE con passaporto elettronico. Semplicissimo, si apre il documento inserendolo nell'apposita fessura, come indicato dalle figure, poi te lo risputa fuori aprendoti magicamente il tornello.
Eccoci quindi nella hall D.

Andiamo subito a mangiare qualcosa, visto che il gate è stato aperto ben prima dell'ora prevista di imbarco. In effetti l'aviogetto sarà bello pienotto, resterà libero solo qualche posto.
Niente foto del paninetto con bottiglietta d'acqua, non era male ma non mi mancherà, a differenza del cappuccino linatino.
Nota a margine: cessi della hall D indegni. Non particolarmente lerci, ma odori talmente penetranti, dovuti a organismi tuttora ignoti alla scienza.
Questo kazako qui - mi sembra un 767 - non so se qualcuno lo ha mai preso. Peccato per la posizione infelice dalla quale l'ho immortalato. Per trovarne una migliore, occorreva avere in mano un BP per TSE.

Altri aviogetti dei Puffi - che è meglio (cit.).


Intravediamo la coda del 330 DL che ci porterà a DTW.

Andiamo verso il gate D07, ma aspettiamo che un po' più di gente passi i controlli di sicurezza dedicati.


I body scanners, in cui tra poco mi toccherà entrare per mostrare al voyeur di corvée quanto sono bello dentro.

Il controllo per i voli verso gli USA prevede una prima parte in cui un addetto alla sicurezza ti fa alcune domande sullo scopo del tuo viaggio - diciamo che non è semplice per un contractor mercenario come me spiegare in cosa consiste il mio lavoro e le modalità del suo svolgimento a Detroit, ma sono cose che sono assolutamente compliant con le leggi statunitensi! - e una seconda in cui si ripetono sostanzialmente i controlli sul bagaglio a mano e sul passeggero.
Ricordiamo che (perlomeno a AMS) nemmeno le bottigliette comprate airside si possono imbarcare, vista la montagna di PET semivuoti prima dei body scanners.
Una volta superato questo scoglio, si accede a una piccola area dotata di poltrone, WC e tavoli con prese di ricarica, da cui è possibile vedere meglio il mezzo sul quale si salirà.
Tue., Sep. 24th, 2013
AMS-DTW
Flight: DL0235
Class: Y
Seat: 36G
Eqp: A330-323X
Reg: N811NW
Scheduled: 1320-1605
Block to Block: 1334-1542
In Air: 1347-1527 (Dur: 7hrs 40min)


L'imbarco procede regolarmente, ma io aspetto che la coda nel tentacolo si smaltisca prima di salire a bordo.
Purtroppo, visto che ho preso il biglietto sotto data, non mi sono potuto accaparrare il finestrino, per cui non vedrete nulla di quanto succederà là fuori nelle prossime otto ore. Comunque ho cercato di documentare questa tratta nei limiti del possibile.
Una volta imbarcato, sulla seggiola troviamo il cuscinetto di gommapiuma impalpabile e la copertina rossa. Non ne farò uso, visto che non riuscirò a dormire una mazza.

Poco dopo, mentre dagli schermini degli schienali scorre pubblicità a ciclo continuo, l'equipaggio effettua la distribuzione delle cuffiette.

Di altre amenities invece, nessuna traccia. Ricordiamoci che siamo in barbon class! Diciamo comunque che non ne sentirò il bisogno, il mio desiderio è arrivare a destinazione quanto prima.
Comunque passeranno con le hot towels - e verso la fine del viaggio, con le salviettine impregnate.
A un certo punto parte dall'interfono una richiesta diretta ai passeggeri. Cercano uno che sappia parlare il bosniaco. Sarei curioso di sapere quanti americani - che non abbiano prestato servizio nell'esercito, altrimenti non vale! - sappiano dove si trova quel Paese.
Questo momento di impasse ritarda leggermente il pushback.
A nouveau, per i feticisti delle safety cards. Questa di DL ha un formato scheda elettorale delle comunali di Roma.




Pitch Test. A naso, mi sembra più stretto del 321 AZ di prima. Qualche passeggiata provvidenziale per i corridoi mi renderà la tratta meno faticosa.

Scorcio della cabina (e di un paio di anonime teste pelate).

E una prospettiva del corridoio.

In Y (configurazione 2-4-2) aereo bello pienotto ma non full, si intravedeva qualche seggiola libera. Ignoro il load factor della J, a noi plebei non ce l'hanno fatta vedere nemmeno col lanternino.
La fauna della barbon sembra equamente divisa tra cittadini americani e aliens; la prova la otterrò a destinazione, all'immigration di DTW (presso la quale c'eravamo solo noi), dove le due file si equivalevano.
La mia zona era relativamente tranquilla, diverse coppie di pensionati nei dintorni e, nella mia fila centrale, un infant black che, a parte rare crisi di pianto, se ne è stato bello tranquillo in braccio alla madre o coccolato dai pax intorno a lui.
Considerazione secondo me importante sulle cappelliere. Nonostante io sia salito tra gli ultimi e l'aereo fosse quasi pieno, le cappelliere erano mezze vuote (almeno dalle mie parti), così ho potuto mettere il mio keepall (cit.) esattamente sopra la mia capoccia. Temevo che, data la lunghezza del volo, gli altri pax si fossero portati in cabina non solo la propria casa, ma anche il condominio tutto intero. Invece no. Mi chiedo, da ignorante del LR, se devo credere che caricarsi di bagagli a mano all'inverosimile sia un vizio solo italiano.
Il personale di cabina, come evocato in numerosi altri TR sulle aviolinee statunitensi, per via dell'età media è un chiaro presagio degli effetti della riforma Fornero in Italia. Tuttavia saranno sempre presenti lungo tutto il viaggio, cordiali e disponibili e pure inclini alla battuta di spirito.
Vista la posizione della mia seggiola, non ho la più pallida idea di quale pista di AMS abbiamo preso. Devo dedurre che, avendo osservato i decolli precedenti, si sia trattato della 24. Comunque, non abbiamo fatto la coda prima della runway. L'A-CDM, a quanto pare, qui collabora.
Il decollo è stato piuttosto lunghetto, tanto da insinuarmi l'atroce dubbio di essere salito, anziché su un 330, su un marcione con due sole turboventole. Ma forse è stato solo a causa dell'elevato carico di pax e bagagli in stiva.
Cominciamo intanto a ravanare con l'IFE. Faccio scorrere i film e la musica che passa il convento, ma un po' deluso finisco per impostare lo schermo sull'airshow. A tratti risulta pure fastidioso in quanto, se si azionano i comandi per un paio di minuti di seguito, parte automaticamente la pubblicità - e soprattutto un bel v***a da parte mia.
È un vero peccato la mancanza di una presa individuale USB. Non pretendevo la presa standard per poter attaccare il PC, però mi avrebbe fatto molto comodo per poter sentire la mia musica preferita senza patemi d'animo per la batteria del mio cellulare.
Il wi-fi, apparentemente previsto (pay) su DL, sul nostro mezzo invece non era attivo. Di nuovo peccato, ero curioso di provarlo.
Quando siamo sopra l'Inghilterra inizia il servizio.

Salatini e succo d'arancia. Al prossimo giro però, gli chiedo di non mettermi più il ghiaccio nei beveraggi. Gli americani te lo mettono dappertutto, come i francesi con le cipolle e i polacchi con le patate.

Poco dopo il convento ci passa il contenuto del carrellino della pappa. Scelgo il pollo thai perchè non appena ho sentito nominare la pasta nell'altro piatto tra cui scegliere, ho messo mano alla pistola (è una citazione! non equivocate!).
Commestibile. Per essere un pasto da aereo, non ho di che lamentarmi.

Termino con un po' di thè. Evitiamo il caffè all’americana.

Finite cibarie e beveraggi, ci ritroviamo qui.

Il viaggio prosegue senza particolari interferenze. Qualche rara turbolenza, ma talmente debole che solo se tu collaborassi a Studio Aperto avresti il coraggio di definirle Momenti di terrore sul volo Amsterdam - Detroit.
Continuo a ravanare con l'IFE e mi guardo questo film qua. Sinceramente, era un po' imbarazzante vedere un film pieno di iraniani, su un aereo USA, di compagnia USA, circondato da pax USA, però il prodotto viene da Hollywood, quindi che se ne stiano zitti tutti. Il soggetto mi interessava, ma francamente non è il capolavoro che molti hanno raccontato.
Dopo un po' gli AAVV ripassano con un secondo giro di beveraggi.
Finito il film, vado ad espletare le mie funzioni corporali, nonché il tradizionale sacrificio per la causa del forum. Sì, stavolta ho avuto il coraggio di farla.

Intanto si è fatto buio in cabina - molti hanno abbassato gli scuri e in effetti, anch'io comincio a dare segni di cedimento - per cui provo a dormire. Il risultato non è un gran che.
Nel frattempo avviene un altro giro di beveraggi - più precisamente, niente carrellino ma solo acqua per tutti. In totale i giri di bevande saranno almeno quattro, sembreranno molti per un viaggiatore occasionale ma invece è meglio approfittare di tutti-proprio-tutti, per combattere fatica e disidratazione.
Iniziamo a sorvolare il suolo nordamericano che decido di farmene una ragione, se Morfeo non mi vuole accogliere tra le sue braccia.

Quando siamo qui, arriva l'ora della merenda.

Calzone caldo e copetta di gelato... ma non stavamo mica andando in America? Certo che quando non mi fanno sedere vicino al finestrino, quelli cercano sempre di fregarmi sulla destinazione...

Intanto il capitano annuncia che il nostro 330 ha iniziato la discesa. Dal cockpit non sono stati molto loquaci durante il viaggio, ma d'altra parte il personale di cabina viaggia costantemente su e giù per i corridoi, sempre a disposizione dei pax.
Non so se succede su altri IFE, ma quello di Delta mette in pausa i film mentre passano gli annunci di cabina. Scusate l'ignoranza.
Dall'airshow (e dalle sensazioni del labirinto del mio orecchio) deduco che l'aviogetto ha effettuato una manovra a S per allinearsi alla pista. Arriva a sud-est di Detroit, poi fa una lunga virata a tribordo posizionandosi a nord-est della città e infine un'altra lunga virata a babordo per agganciare la 21L (o forse era la 21R, accidenti al posto corridoio che mi fa perdere i riferimenti!).
Atterraggio in netto anticipo e taxi relativamente breve verso il terminal Sud (detto anche McNamara, che ospita solo i voli Delta e SkyTeam). Siamo arrivati talmente in anticipo che abbiamo dovuto aspettare non poco in mezzo al tarmac perchè si liberasse un tentacolo.
Il cielo, sbirciando da lontano i finestrini, pare sereno. Ma il cielo, 'sti americani non ce lo faranno vedere se non dopo un'ora, perchè appena usciti dal finger ci faranno subito scendere nelle catacombe del terminal, dove è installata l'area dell'immigration.
Questo è il mio primo impatto col suolo americano. Welcome to the United States.

Giudizio sostanzialmente positivo sulla tratta transoceanica. Personale di cabina mai infrattato nei galleys e sempre user-friendly coi pax; puntualità del volo; buone condizioni della cabina Y - però, magari se ci fosse stato un pollice in più di pitch, sarei arrivato a destinazione un po' meno rinc******ito. Note sicuramente a sfavore, la fastidiosa pubblicità pop-up quando maneggi l'IFE - e a dire il vero, la relativa lentezza dei comandi dello stesso. Suggerimenti alla compagnia, almeno la porta USB pure in economy, di questi tempi non penso che si debba più ritenere un lusso.
Opinione strettamente personale: in cambio di una presa USB e una standard anche in economy, sarei pure disposto a rinunciare all'IFE. E con una connessione wi-fi anche pay, avrei la mia soluzione di intrattenimento su misura.
Dopo una scarpinata in un lungo e stretto corridoio, arriviamo nella grande sala dell'immigration.
Come ho anticipato più sopra, siamo l'unico volo internazionale arrivato in quel momento, quindi non c'è quella bolgia infernale capitata a qualche altro forumista arrivato negli States. E per fortuna che siamo gli unici, perchè di agenti TSA a respingere i potenziali clandestini ce ne sono solamente due, su alcune decine di sportelli predisposti.
Il tipo della TSA non crede a una parola di quello che gli sto raccontando - e pensare che è la santa verità, per di più compliant con le norme USA sull'immigrazione! D'accordo che sta facendo il suo lavoro, però a me gli psicogiochini da The Mentalist mi mettono a disagio. Evidentemente oggi non ne ha ancora respinto nessuno e allora vuole fare lo splendido con uno come me che è la prima volta che arriva da quelle parti. Mi chiede la business card della mia società - ma cavoli a me i biglietti da visita non li hanno mai fatti nemmeno quando ero sotto padrone! - bon, allora tiriamo fuori la lettera di invito del cliente. "Ah, allora lavori con quel sistema informatico là, eh?". Grazie a Dio sono troppo rinc******ito dal viaggio per rispondergli, altrimenti questo TR lo avrei scritto da una galera e lo avreste letto tra novantanove anni. A quel punto, il nostro mi fa mettere le dita sulla macchinetta delle impronte, mi timbra il passaporto e fa avanzare il pax dietro di me.
Ritiriamo il valigione che avevamo lasciato a LIN - è là che mi aspetta, sta girando sul carosello dei bagagli insieme agli altri - e superiamo più agevolmente lo scoglio del controllo doganale sulle mercanzie trasportate. Non nascondo mortadelle né alcunché possa loro interessare, come coerentemente documentato dal fogliettino blu distribuitomi quando montai a AMS sul 330 DL.
Come anticipato, è passata circa un'ora dal momento dell'atterraggio. Ooh, adesso sì che si può dire, Welcome to the United States.
Seguiamo le indicazioni Ground Transportation e cominciamo finalmente a vedere un po' di luce - anche se non troppa. Un'altra scarpinata e ci ritroviamo alla pensilina dei bus che portano ai centri delle società di noleggio auto. Io prendo il bus giallo con le scritte nere, perchè la macchina l'avevo prenotata da loro. Ricordiamo che a questa pensilina un bus non vale l'altro, perchè i vari centri noleggio sono a distanza rilevante l'uno dall'altro. E in America, io ho capito che bisogna prendere la macchina anche per attraversare la strada.
Questo è il mezzo che mi terrà compagnia durante queste tre settimane. La Nissan Altima - per i profani, una Renault Laguna con gli occhi a mandorla - pare sia la seconda auto più venduta negli States (se escludiamo ovviamente i light trucks Ford F150) ma francamente, quanto a qualità costruttiva, le Fiat degli anni Settanta erano messe molto meglio.
E poi, quel cambio CVT a variazione continua - lo stesso delle DAF degli anni Settanta - non si può proprio vedere.

Una mezz'oretta facendo una Interstate e due Freeways e arrivo nella mia stanzetta a Southfield che, a dispetto del nome, sta poco a nord di Detroit.
Chiudo la porta dietro di me e noto alcuni avvisi molto rassicuranti.

Che vengono dettagliati anche nella brochure sulla scrivania.

Vista panoramica dalla finestra. C'è coda dal concorrente del McDrive.

Bon andiamo subito a dormire, qui saranno sì le sei del pomeriggio ma io sono in giro da quasi venti ore. Jack Bauer è solo il personaggio di un telefilm.
Nel prossimo post faremo un po' di OT, come preannunciato dal titolo. See you soon, come dice il giornalista ex-americano oggi adottato dagli albanesi.
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