Ammetto che la storia coreana non sia proprio il mio forte; più o meno tutti sanno della Guerra di Corea e la divisione sul 38° parallelo; già meno persone, soprattutto i più giovani, sanno che pure il Sud fu una dittatura (militare) fino a pochi decenni fa; pochi ricordano che il passato coloniale sotto il Giappone fino alla fine della seconda guerra mondiale, che ancora rende amare le relazioni tra i due paesi; e molti ignorano la tradizione millenaria di regni succedutisi sul suolo coreano (Joseon, Goryeo e infine l'Impero Coreano), di cui Seoul fu spesso la capitale, la cui pronuncia è assai simile alla parola inglese soul.
Il patrimonio storico di Seoul è quindi piuttosto vasto, anche se quasi chiunque ormai associ la città con l'elettronica e l'industria (LG, Samsung, Hyundai...) e l'aspetto sia quasi ovunque quello di una futuristica metropoli asiatica, ovvero quartieri di case basse e improvvise jungle urbane di grattacieli as pecchio. Per chi vuole esplorare, però, di roba da vedere ce n'è tanta...
Ancora col fuso sballato, mi sveglio troppo presto ed esco per esplorare. L'hotel è in ottima posizione, non troppo lontano dai due principali palazzi imperiali: Gyeongbokgung a ovest e i due palazzi contingui di Changdeokgung e Changyeonggung a est. Ne derivo che
gung significhi palazzo imperiale e che il la
g sia un suono fondamentale nella lingua coreana
A meno di cinque minuti a piedi dall'hotel si trova un altro dei
gung - il Unhyeongung, la residenza del principe in attesa di ascendere al trono. L'edificio ebbe vari usi nel tempo.
Scegliere novembre come mese del viaggio è stata una scelta azzeccata - tempo generalmente ottimo e i colori autunnali in grande spolvero.
Per chi fosse interessato alla storia del palazzo, può dare un occhio
all'eccellente sito web (anche in inglese). La qualità dei siti coreani, sia dal punto di vista informativo che grafico, è assai alta.
Credo di avere una specie di fissazione per porte e finestre.
Mi incammino verso il Gyeongbokgung, visto che l'orario di apertura è passato, e mi imbatto nel vasto tempio buddhista di Jogyesa; scopro più tardi che è il tempio principale della più importante corrente buddhista coreana. Decido di fare una breve visita, più che altro perché sono incuriosito dalla quantità di decorazioni floreali...
... che a volte sfociano nel pacchiano:
Rimango probabilmente un po' più del dovuto. Uno dei tanti palazzi moderni nei dintorni:
Arrivo alla Gwanghwamun, la porta d'ingresso al palazzo di Gyeongbokgung.
L'ingresso oltre la porta è libero, ma per visitare il palazzo occorre compare il biglietto. Vi sono biglietti plurigiornalieri per varie attrazioni, e mi metto in coda per acquistarlo, per sentirmi dire che sono finiti! Mi dicono di provare in uno degli altri palazzi, o di aspettare un paio d'ore in attesa che portino il nuovo stock. Non ho molta voglia di buttare via un paio d'ore in attesa, così cambio programma e decido di visitare il
villaggio Hanok di Bukchon, che è proprio in mezzo tra i due palazzi principali - sperando che, una volta arrivato all'altro palazzo, i biglietti ci siano!
Il villaggio (che non è un villaggio, credo che
quartiere sia la traduzione più corretta) è su una piccola collina.
Gli hanok sono le case tradizionali coreane; il quartiere è originale, benché la maggior parte delle case siano stato ampiamente ristrutturate per i bisogni del ventunesimo secolo.
Delle turiste cinesi con indosso il tradizionale hanbok coreano.
Scorci.
Scendendo dalla parte opposta alla salita, in un attimo si arriva al palazzo Changdeokgung, costruito nel 1405 come secondo palazzo imperiale. Il palazzo ospita anche un giardino reale, chiamato anche giardino segreto, che è accessibile solo tramite visita guidata con prenotazione e posti limitati.
La coda per i biglietti è piuttosto veloce, ci saranno meno di una decina di persona di fronte; arrivato il mio turno, chiedo il Royal Palace Pass. Non solo è disponibile, ma la signora mi chiede se volessi anche prenotare la visita ai Giardini Segreti per il tour delle 16.00 - una botta di fortuna! I posti disponibili il giorno stesso solo solo 100 e riservati al Royal Pass, mentre gli altri si possono acquistare solo in prevendita. Confermo subito l'orario e inizio a esplorare il palazzo per conto mio con
l'eccellente guidebook che si può scaricare dal sito ufficiale - ho circa due ore, che dovrebbero essere ampiamente sufficienti.
Il palazzo, insieme all'adiacente Changgyeonggung,
occupa un'area enorme. Solo il 30% circa delle strutture precedenti alla dominazione giapponese è ancora in piedi.
La sala del trono, Injeongjeon, è dove il re Taejong riceveva le ambasciate straniere e dove si tennero le successive incoronazioni. Taejong fece costruire il nuovo palazzo lamentandosi della topografia di Gyengbokgung, a suo dire non favorevole in base a principi di geomanzia non dissimili dal feng shui. Anche l'avervi assassinato tre fratellastri, un primo ministro e qualche consigliere non deve aver aiutato...
Nella realtà, la maggior parte del tempo veniva trascorsa nella Huijeongdang, la camera reale, visto che lo spazio a disposizione negli uffici reali non era sufficiente. La struttura venne distrutta da un incendio nel 1917 e venne ricostruita con materiale preso dalla residenza reale nel palazzo di Gyeongbokgung.
Gironzolo ancora un po' prima di andare al meeting point per il tour del giardino segreto. Tour per modo di dire, dato che si può andare più o meno per conto proprio.
Il giardino contiene un numero di laghetti e piccoli torrenti, ed era il luogo di studio e meditazione della famiglia reale.
L'Aeryeonji, costruito nel 1692, venne edificato su quella che si dice fosse una piccola isola artificiale costruita secoli prima - non vi è traccia dell'isola, a parte il padiglione.
Gli aceri si stanno già dando da fare.
L'architettura del paesaggio non è certo qualcosa di recente!
Il giardino contiene anche delle strutture un po' più sostanziose, come l'aula delle udienze.
Concluso il tour, si esce di nuovo all'interno del Changdeokgung. Tornando in hotel mi fermo in parco poco distante dove si trova la pagoda in pietra di Wongaksa, l'ultima testimonianza di un tempio del 1400. Il parco venne edificato per permettere l'esibizione della pagoda, fino ad allora all'interno di un cortile.
Fuori dal parco, un assembramento di vecchietti gioca a qualcosa che sembra una dama cinese.
Ricaricate le batterie della macchina fotografica, esco per un giro in notturna. Prima tappa, la Dongdaemun Design Plaza. Un centro commerciale, in pratica.
Nelle immediate vicinanze si trova la porta di Heunginjimun.
Non vogliamo farci mancare il municipio, nevvero?
Subito a nord del municipio, inizia il Cheonggyecheon, un canale riaperto nel 2005 con installazioni artistiche e luminose. Il progetto ha avuto un successo enorme - la speranza è che si faccia qualcosa di simile a Milano, riaprendo i navigli.
Bisogna dire che la quinta dei grattacieli è davvero d'effetto.
Ma anche una cosa semplice come lanterne appese da un lato all'altro del torrente, fanno la loro figura.
La torre del dottor Male mi accoglie nuovamente nel quartiere dove si trova l'hotel, indipercui torno in camera per una meritata dormita.