Riprendiamo con un po' di OT. Arequipa è la città di appoggio per visitare il Colca Canyon, un enorme canyon (profondo il doppio del Gran Canyon ma forse meno suggestivo) 150 km a nord della città, meta turistica gettonatissima per vedere i condor. Arequipa, seconda città più popolosa del Perù, ha comunque delle ottime attrazioni turistiche e vale bene una visita.
L'attrazione più interessante di Arequipa, non fotografabile, è
Juanita, il corpo in ottimo stato di conservazione di una ragazzina Inca sacrificata 500 anni fa sulla cima di uno dei vulcani attorno ad Arequipa. Chiamata impropriamente "mummia" - mummia non era e anche per questo è conservata benissimo - Juanita è morta sulla cima di un vulcano e ivi è rimasta congelata per 500 anni prima di essere scoperta negli anni Novanta. Fa effetto vederla coi suoi capelli ancora intonsi e le mani integre. Il museo che la ospita è un percorso semplice e intelligente di storia della civiltà Inca: tappa obbligatoria, a mio avviso, soprattutto nei mesi in cui Juanita vi è esposta. Il corpo di questa vittima sacrificale di mezzo millennio fa trascorre, infatti, metà anno nei laboratori di varie università che ne esaminano gli organi perfettamente conservati e il DNA.
L'altra attrazione è un antico convento di clausura (oggi ci sono ancora solo una ventina di suore) la cui parte originale è un museo visitabile.
Questa dovrebbe essere un'antica macchina per fare le crepes alla nutella (ma anche alla marmellata di lampone, al llama, ecc.)
L'impressione che si ha dopo aver visto gli alloggi - alcuni molto ampi e sfarzosi - delle monache e dopo aver letto che c'era una vera e propria compravendita delle residenze private, è che le suore stessero proprio bene e trascorressero le giornate a giocare a briscola e rubamazzo: è possibile che usassero un primitivo impianto stereo hi-fi per trasmettere le registrazioni delle loro preghiere da far sentire all'esterno 12 ore al giorno. Infatti, se veramente avessero condotto una vita pura e moralmente retta, non avrebbero avuto bisogno dei confessionali:
Andiamo oltre, verso la cattedrale di Arequipa:
Davanti alla cattedrale una manifestazione - stavolta per niente patriottica - dei sindacati degli operai edili contrariati dalle condizioni di lavoro in Perù:
Esistono varie forme di escursione in pulmino al Colca Canyon: la nostra parte alle 2.30 del mattino per tornare nel tardo pomeriggio del giorno stesso. Il motivo della levataccia è che i condor volano alti nel canyon solo in particolari condizioni meteo che si verificano attorno alle 8-9 del mattino: essendo animali belli pesi, sfruttano le correnti ascensionali che il primo sole del mattino provoca riscaldando il terreno - a sua volta l'aria vicina al terreno si riscalda e sale verso l'alto, inducendo i pigri e/o energeticamente efficienti condor a salire verso la cima del canyon. I turisti si appostano in massa in un punto chiamato Cruz del Condor nella speranza che si verifichi il fenomeno meteo: i condor, infatti, hanno il cost index del loro FMS naturale impostato su zero e, in assenza delle condizioni ideali, non bruciano tutta l'energia necessaria per arrivare in alto a farsi osservare (tanto - che glie frega? A questo punto i turisti son già mezzi spennati). In linea di massima, condor o non condor, l'esperienza è un po' una boiata e il canyon è meno suggestivo di quanto uno si aspetti. In compenso, è bellissimo il viaggio di primissima mattina per arrivarci: dai 2500 metri di Arequipa si sale fino a 4000 e si percorre un enorme altopiano dove l'alba è meravigliosa (niente foto, purtroppo) e si ha l'impressione di toccare il cielo. Alla fine si varca un alteriore passo a 5000 metri per poi scendere fino all'imbocco del canyon, dove iniziano i tradizionali rituali di spennamento turistico.
Il pulmino si ferma ad Achoma: il pretesto è vedere questa chiesa, il motivo è consentire ai locali di setacciare i turisti - "fatti la foto col llama", "fatti la foto col condor", "compra il cappellino originale", ecc.
Canyon sgarrupato:
Cruz del Condor:
SMVDM con una scolaresca in gita.
E' una passione di molti ragazzini peruviani quella di farsi foto con persone che vengono da lontano: quando mi è capitato, ad Arequipa per la prima volta, che due ragazzine con la madre volessero farsi una foto con me, ho acconsentito prestando molta attenzione al portafoglio (pensavo fosse un'altra, meno ortodossa, tecnica di setaccio). Ebbene, quando i bambini della scolaresca hanno domandato a SMVDM da dove venisse, e lei ha risposto
Hungria, un bambino è partito a razzo: "la Hungria es un paìs de la Europa sin salida al mar. La capital es Budapest..." - sapeva
todo, bravo pechegno, dieci e lode! E' così che SMVDM si è innamorata del
niño e del Perù: nell'altra America, quella sopra l'equatore dove viviamo, i
gringos non sanno nemmeno che esista la
Hungary.
Un po' di foto scattate sulla via del ritorno:
In Perù si fanno incontri ravvicinati di un certo tipo:
Falla inquietante:
Ci fermiamo a Chivay per pranzo:
Banane locali:
Rotta per Arequipa:
"I luoghi scoscesi furono sempre asilo della libertà": così lo storico Fernand Braudel descrisse la difficile penetrazione dei dogmi della Chiesa romana nelle aree montuose e, in particolare, nell'arco alpino. Anche da queste parti, nonostante l'80% della popolazione sia ufficialmente cattolico, il dio cristiano deve convivere con gli dei locali, le montagne, che dominano sia i paesaggi sia gli animi degli indigeni. E' tradizione, quando si sale una montagna, onorarla costruendo un cumulo di sassi.
Gente di montagna sgarrupata:
Rientrato ad Arequipa, mi viene in mente che potrebbe essere una buona idea riconfermare il volo per Juliaca: per farlo mi servo dell'ufficio Star Peru.
Ho fatto bene a riconfermare perché c'è stato un cambiamento di orario: la partenza è ora prevista alle 9.45 anziché alle 9.05. Niente di che, ma non avevo ricevuto nemmeno un email di avvertimento.
28.10.2011 - 2I1161, AQP-JUL, ARJ-85, OB-1930-P
Ho già avuto modo di documentare la posizione suggestiva dell'aeroporto di Arequipa. Dall'esterno si presenta così:
AQP è la fermata intermedia del volo LIM-AQP-JUL: un po' per questo, un po' perché l'aereo è un ARJ piuttosto scarico, al check-in non c'è praticamente nessuno. Sbrighiamo la procedura in un attimo.
Stavolta ci tocca pagare le tasse aeroportuali separatamente:
Le carte d'imbarco sono stampate su carta termica analoga a quella degli scontrini fiscali italiani: il bagaglio viene etichettato con tagliandi prestampati. L'inserto plastificato Star Peru ci era stato dato all'ufficio del vettore assieme alla conferma del volo. Il nostro volo risulta in ritardo di 20 minuti.
Essendo in ampio anticipo e, intuendo che dopo i controlli di sicurezza non ci sarebbe stato assolutamente niente, decidiamo di visitare la terrazza panoramica dell'aeroporto.
La torre di controllo:
Non ci sono aerei:
La
señorita tiene una borsa vintage:
Que pasa?
O sta prendendo forma un comitato di accoglienza, o sta per scoppiare la rivoluzione:
Arriva Rambo a controllare
Ah, ecco: sta per iniziare ad Arequipa l'incontro nazionale di solidarietà con Cuba, sono attesi delegati su un po' tutti i voli in arrivo. La rivoluzione, anche stavolta, è rimandata: trattasi solo di comitato d'accoglienza.
Per sicurezza arriva anche Robocop - non si sa mai.
A un certo punto una signora grida: "
Es TACA, es TACA!" (sti cazzi?) e tutti si mettono a fare casino. Un Embraer di TACA proveniente da Lima arriva alla rampa.
Rambo è sempre vigile:
Visto che la rivoluzione non vuole scoppiare - anche se del nostro aereo non c'è traccia - riteniamo prudente avviarsi verso il gate. Nel tempo che abbiamo trascorso sulla terrazza si è accumulata una fila lunghissima ai controlli di sicurezza (un unico varco di sicurezza per tre voli). Eppure la fila scorre: i controlli sono cosmetici. La situazione nella piccola (e spoglia) sala imbarchi è questa:
La nostra uscita:
Ancora un po' di attesa e siamo pronti per l'imbarco. Nel piazzale, l'Embraer di TACA è bloccato per noie tecniche:
Questo, invece, è il nostro ARJ:
L'aereo viaggia leggero (50%): pochi passeggeri già a bordo da LIM, pochi si imbarcano ad AQP. Si capisce immediatamente che è un ex Eurowings:
Una delle cose che più impressiona gli appassionati di aviazione da queste parti è la lunghezza della corsa di decollo (causata dall'altitudine). Anche in questo caso il finestrino è zozzissimo e scatto poche foto. Un saluto al vulcano.
Il volo è uno zompo di 20 minuti abbondanti - senza servizio di bordo da documentare.
Tripulación de cabina, prepararse para el aterrizaje
Backtrack:
Sbarco:
3825 metri SLM. La pista di JUL è lunga 4200 metri, più di quella di LIM, quasi quanto la più lunga del JFK.
Ritiro bagagli:
Con comitato di accoglienza (altra tecnica per il setaccio dei turisti, naturalmente):
Il trasferimento dall'aeroporto di Juliaca a Puno è stato uno dei più semplici che mi sia mai capitato di sperimentare. Sapevo dell'esistenza di un unico servizio di navetta gestito da Rossy Tours. Appena usciti dal microporto una signora ci fa cenno di andare verso un pulmino sul quale è scritto, appunto, Rossy Tours: non abbiamo chiesto niente e nessuno ci domanda nulla - ci prendono i bagagli da caricare sul tetto e via, destinazione Puno.
Juliaca è considerata una delle città più sgarrupate del Perù, da evitare a tutti i costi: un po' di foto dal pulmino:
Manifestazione sindacale nel centro di Juliaca:
Indigene indaffarate:
Prima di entrare a Puno l'autista ferma il pulmino e raccoglie i soldi del biglietto e la destinazione finale di ciascuno di noi...
...dopodiché iniziano le soste nei vari alberghi e ostelli della città (la navetta lascia ciascuno alla propria destinazione):
La vista dalla camera del nostro albergo è della Yavari, una vecchia barca oggi allestita a museo e B&B (se avessi saputo prima che era un B&B ci avremmo alloggiato sicuramente):
Il lago Titicaca è il più elevato del mondo a essere anche navigabile. Commissionata a un'azienda inglese dal governo peruviano nel 1861, la Yavari era destinata al pattugliamento delle coste del lago. Costruita in Inghilterra, le sue componenti furono trasportate via mare fino al Perù: dopo un breve tratto in ferrovia, i vari pezzi furono trasportati a piedi con muli da soma attraverso le Ande fino al lago Titicaca (ci vollero anni) - un'impresa logistica impensabile. Rapido tour.
La vista dal ponte di comando:
Bussolone:
Sala macchine (motore diesel svedese che sostituì l'originale a vapore nel 1914):
Fuori il tempo è peggiorato:
Il giorno successivo ci avviamo a piedi verso l'
embarcadero (Puno è una città molto sicura rispetto al resto del Perù, anche nelle zone periferiche). Una bambina alla scoperta del mondo animale:
La nostra destinazione è il porto:
L'intenzione è visitare rapidamente le isole Uros, isole artificiali costruite secoli fa dagli abitanti indigeni di Puno che si ripararano sul lago per sfuggire al dominio degli Inca. Non vogliamo, tuttavia, prendere un tour guidato in gruppo, ben consapevoli che durerebbe troppo. Arrivati al porto iniziamo, dunque, a trattare per il noleggio di un acquataxi privato. La richiesta è 150 sòle (mai nome fu più consono per una valuta), il prezzo finale 110 (avrei potuto fare di meglio, ma tant'è). Le unità da diporto sgarrupate le avete già viste...
Natante sgarrupato:
C'è poco da vedere: le isole galleggianti sono fatte di carice - interessanti da vedere ma piccole e provviste solo di
duty free (non proprio, ma l'impressione che si ha dopo dieci giorni in Perù è che la merce in vendita sia fatta in Cina e rietichettata in Perù). E' uno spettacolo affascinante ma ormai troppo finto; finto come gli "abitanti" delle isole che, ormai, tornano quasi tutti sulla terra ferma di sera quando i turisti spariscono: gli Inca, del resto, non ci sono più da secoli. Torniamo a Puno:
Un giro per la città:
30.10.2011 - LA2046, JUL-LIM, A320, CC-CQL
Siamo alla fine del viaggio. Dopo un paio di giorni a Puno torniamo a JUL. Fila per il check-in:
Il check-in richiede un po' di tempo, l'agente ha difficoltà a registrare le API di SMVDM (alla fine ci impiega venti minuti e tre visite al proprio supervisore). Ancora scontrino d'imbarco, con tassa aeroportuale pagata separatamente.
L'aeroporto di Juliaca è decisamente intimo: anche in questo caso c'è un unico varco di sicurezza ma la fila è scorrevole. La sala partenze è questa:
Il comitato di accoglienza è anche il comitato di commiato...
Le uscite:
Il volo è in orario: l'imbarco si svolge in modo molto ordinato. LAN è davvero ben capace di organizzare l'imbarco, gestendo i vari livelli di priorità con due file separate e istruendo ciascun passeggero su quale porta usare (anteriore o posteriore) in funzione del posto assegnato.
Ancora una vista dell'aeroporto:
Il comandante del volo è Maria Alejandra Simons,
prima comandante della storia di LAN Perù.
Aereo monoclasse come tutti quelli destinati ai voli nazionali:
Ci avviamo in orario verso la pista. La corsa di decollo, come detto, è veramente lunga. I motori IAE V2500 sono davvero silenziosi.
Snack già visto:
Il volo, di circa un'ora e venti minuti, arriva in orario a Lima: impressiona (nonostante le foto in controluce) il numero di imbarcazioni.
Atterraggio sulla pista 15 e taxi molto breve.
A Lima abbiamo una coincidenza molto lunga (sette ore abbondanti) che decidiamo di NON dedicare a un'escursione della capitale.
30.10.2011 - LA530, LIM-JFK, B767, CC-CBJ
L'aeroporto di Lima è molto bello. A parte il colore, giallo, scelto per tutte le pareti interne e francamente un po' troppo intenso, è una struttura molto pulita e organizzata discretamente (è anche sovradimensionato rispetto al proprio traffico).
Area check-in:
Dopo i controlli di sicurezza:
Lavaggio pavimenti:
Sciacquamento pavimenti:
Asciugamento pavimenti:
Per forza è pulito. Non sarebbe una cattiva idea far pulire gli aeroporti italiani a questi peruviani. Già che ci siamo, potremmo ingaggiare i peruviani anche per pulire i treni, invece di appaltare sempre tutto a cooperative di ex ferrovieri. Facciamoci ripulire dai peruviani, insomma. L'unico aspetto deludente è la lounge, alla quale si ha accesso per un massimo di quattro ore dal momento del primo ingresso: visto che la coincidenza lunga ci è stata imposta (la prenotazione originale prevedeva meno di tre ore a LIM ma un cambio di orario del volo JFK-LIM aveva fatto anticipare l'orario del volo interno), sarebbe stato più elegante avere avuto la lounge a disposizione per tutto il tempo dell'attesa. Poco male, anche perché la lounge, una volta entrati, si rivela un disastro. Troppe linee aeree se ne servono:
Quindi c'è fila:
Dentro è sovraffollata:
Vero, signora?
Le bevande alcoliche vengono servite al bar, abbandonato per 10-15 minuti alla volta dall'addetto di turno. Si ripiega sul resto:
Anche qua manca (o è guasta) la filodiffusione e gli annunci vengono fatti da una signorina che gira per la lounge annunciando i voli e chiamando passeggeri.
L'unica cosa decente è il business center con computer collegati a internet, il resto è una caciara che abbandoniamo dopo un'ora. Si sta meglio fuori. Il nostro volo parte alle 23.55 e l'imbarco inizia leggermente in ritardo a causa dell'arrivo ritardato dell'aeromobile da SCL, dove origina il volo. Cambio di equipaggio di cabina e l'aereo è pronto ad accoglierci - si nota nei posti riservati come
crew rest uno dei due comandanti.
Stavolta l'aereo non è pieno - in J riempimento del 60%.
Bienvenidos a bordo
Nonostante non abbia appetito, decido di cenare per completare il TR con un pasto decente di LAN. Il menù è invitante: scelta fra filetto alla griglia con asparagi, cannelloni ripieni di ricotta al salmone affumicato e vodka, oppure un'opzione vegetariana, o anche la cena rapida con affettati e formaggi. Peccato che il menù sia anche inutile: forse la cena è stata servita durante il segmento SCL-LIM, forse non è proprio prevista (ma allora, perché il menù?) - sta di fatto che è disponibile solo uno snack. Accontentatevi della foto dello snack (molto mediocre).
Tempo venti minuti e mi metto a dormire: mi sveglio dalle parti di Virginia Beach.
Colazione rapida della quale non sono stato a far foto (la stessa dell'andata) e presto inizia l'avvicinamento:
Si intravede Manhattan nella foschia mattutina:
Atterriamo sulla 4R:
La cabina vista con luce naturale:
Viaggio finito: superiamo rapidamente il controllo dei passaporti (io perché sono iscritto al programma
Global Entry, una figata pazzesca, SMVDM perché siamo arrivati prima del 380 di Emirates) e ci mettiamo ad attendere i bagagli. Aspetteremo un po' perché, a JUL, non sono stati contrassegnati come priority: pazienza, tanto devo solo andare a lavorare - non ho poi così tanta fretta. Pronti, taxi, e via: è lunedì mattina e si ricomincia a
trabajar.
Quattro commenti:
1. Il Perù è una destinazione che merita. Non essenziale visitare il lago Titicaca (pur bello); Machu Picchu sarebbe bello raggiungerla a piedi (avendone il tempo: ci vogliono quattro giorni a piedi ed è bene non iniziare appena arrivati per consentire al corpo di acclimatarsi all'altitudine); il Colca Canyon si può evitare - in alternativa potrebbe non essere male farsi una tre giorni nei sentieri del canyon invece di fare tutto in pulmino. Arequipa è piacevole. C'è tutto un altro Perù che non ho visitato: le parti amazzoniche (intorno a Puerto Maldonado o Iquitos) e la
zona di Nazca.
2. LAN è una linea aerea molto buona: nonostante le imperfezioni (il cambiamento di itinerario comunicato con ampio anticipo che ci ha causato la coincidenza lunga a LIM, la confusione coi menù, i pasti rapidi non buoni, la lounge disastrosa a LIM), quello che conta è che ha posti molto comodi, un servizio cortese e professionale, un'esperienza a terra tutto sommato accettabile. Si distingue, in particolare, per l'attenzione nella gestione dell'imbarco.
3. Anche TACA non ha dato grattacapi: a parte il ritardo in partenza da CUZ gestito maluccio, gli aerei erano nuovi, il personale capace, e tutto più o meno efficiente. Gradita.
4. Star Peru è la più sgarrupata delle linee aeree delle quali ci siamo serviti. Gli aerei mi piacciono - il jumbolino a me non delude mai - ma complessivamente l'idea è di avere a che fare con un vettore immaturo. La prenotazione sul sito del vettore non è semplicissima: anche la versione inglese del sito era, in realtà, mezza in spagnolo, e i passaggi per effettuare la prenotazione non erano proprio chiarissimi. Nessuna email ricevuta per informare del cambio di orario rispetto alla prenotazione originale. Si condona, naturalmente, il leggero ritardo del volo. Bello, invece, l'ufficio di Arequipa e professionale l'assistenza ricevuta.