Ancora a spasso …..
Metto i commenti sopra, essendosi lamentato un forumista anziano.
Si riparte, di buon mattino, dall’aeroporto di Farah. È incredibile come, a così poca distanza da Herat, qui faccia parecchio caldo, rendendo il giubbotto antiproiettile uno strazio.
Ci imbarchiamo, al solito, su due elicotteri.
E a me tocca ancora 2-20, già presidiato dalla nostra scorta del Rgt. San Marco.
Ecco, su questo tutti si augurano di non salirci mai, e ogni volta che lo vedi … cerchi le monetine in tasca.
Si parte. Si vola in tattico, e il gunner è attivissimo nel controllare il terreno fino a quando siamo bassi – più corretto sarebbe dire bassissimi – per controllare che non ci tiri addosso nessuno.
Volo tranquillo.
Arriviamo a Bakwa, alla FOB Lavaredo. Il pad è semipreparato, con tessuto antipolvere sulla ZAE.
Dalla FOB è già uscita la nostra scorta, che mette in protezione la ZAE, permettendoci di raggiungere l’ingresso in sicurezza.
L’aria è calda! Nel senso che qui si spara parecchio. L’elicottero, quindi, appena sbarcati lascia immediatamente l’area e raggiunge una base con maggiore protezione.
Credo che il Borotalco l’abbiano inventato in Afghanistan. Raramente ho visto terra più fine polverosa.
La temperatura è doppia rispetto a Farah, e quintupla rispetto a Herat. Devo togliermi di dosso tutta ‘sta roba al più presto, e soprattutto il pile che indosso in volo. Rischio di perdere troppo peso sudando così. E deperirsi è un attimo!
Bakwa, come detto, è un’area molto calda sotto il profilo della sicurezza. Poche settimane dopo che queste foto sono state scattate, purtroppo, un colpo di mortaio colpirà mortalmente un nostro soldato.
Per proteggere le basi avanzate come questa (FOB, in gergo), si usano da un po’ di tempo questi palloni sonda, dotati di una telecamera che osserva a 360° per un buon raggio intorno alla base.
I palloni sono attaccati al suolo a quest’accrocco …
… e legati con un lungo filo che li tiene stabili ad una quota, se non sbaglio, di una cinquantina di metri.
L’indomani si riparte. Arriva a prenderci l’elicottero ma … che ce fa’ il picchetto d’onore? Pur moi?
No. Arrivano “pezzi grossi”.
Ci fiondiamo alla ZAE. Sono usciti anche i Lince in protezione. Mejo sbrigasse và!
Arriva anche 2-21, dove salgo io …
… mentre 2-20 carica al volo e decolla subito …
… sorvolando la rigogliosa vegetazione afgana, facendo un paio di giri in attesa di 2-21.
Noi intanto arriviamo a FOB “Ice”. Per capire il senso del nome della base … basta aspettare che scenda la notte!
Intanto arriva anche 2-21…
… ma ripartono entrambi subito. È quasi il tramonto e devono tornare a Herat (credo).
Il tardo pomeriggio dell’indomani si riparte. Questa volta con destinazione Shindand. Io prendo 2-21, che è già pronto al decollo sulla ZAE di FOB “Ice”
Quando atterriamo a Shindand è quasi buio, e poco dopo arriva 2-20. La base qui è immensa.
Non ci fermeremo molto, ma rientreremo comunque di notte.
Scopro che qui i nostri piloti dell’AM addestrano i piloti di elicottero afghani a valore sul Mil Mi-8. Mai saputo prima!
Salgo a dare un’occhiata. Ammazza che ciofeca!
Il mio collega si siede a fare una chiacchera con l’istruttore italiano, che ci conferma invece come il Mil Mi-8 sia una gran macchina. Io ci credo, ma a Herat torno con l’Eh101 se non vi offendete.
Questo è il pannello della cabina, ma ci vorrebbe un olbiese per tradurlo.
E’ tardi, bisogna rientrare.
Ciao!