Calico. Questo callsign non mi e' nuovo [8D]. Ti sei iscritto finalmente, brother? Compratela una camera, e falla qualche foto dal sedile di sinistra, tu che puoi
L'arrivo a Heathrow e' gia' di notte, quindi non vedo niente e metto via la camera. Lascio la maggior parte del bagaglio al deposito bagagli, memore del limite di 15 chili di Ryanair, e vado a prendere il bus per Stansted. I tunnel sotterranei che collegano il Terminal 3 alla Central Bus Station questa volta sembrano non finire mai. Il Bus parte subito, 28 sterline andata e ritorno, grassatori & ladri che non sono altri. Mi e' quasi costato di meno il volo su VS.
Il bus si siede sull' M25 (il raccordo anulare di Londra). Ma si siede per davvero. 80 all'ora fissi, per due ore e passa. Ma io ho dormito sull'aereo e guardo le luci gialle al sodio dal finestrino, pensando a quando abitavo qui.
A Stansted c'e' un venticello dal nord the taglia la faccia, quindi entro, mi vado ad accomodare nella zona fumatori, metto il trolley come poggiapiedi, e prontamente mi addormento di nuovo. Ma non dura: Stansted e' come Glastonbury in questa stagione: tutti i giovani viaggiatori e backpackers d'Europa sono qui, e molti hanno la chitarra. Meno male che sanno suonarla.
Fra un giro dal giornalaio ed una puntatina al Caffe' Costa si fa l'ora. Sono il secondo al check-in. Il bagaglio e' 15,1 chili, e la ragazza mi sorride soddisfatta. Evito di farle una pernacchia e vado a passare il controllo sicurezza. Altra farsa, computer, ecc ecc. Sigh.
Arrivo al gate che fa giorno. E naturalmente e' nuvoloso e piove. Londra.
Il gate e' pieno di Palermitani ed ad altri cartaginesi emigrati qui nel 1870 che vanno a casa a fare le vacanze. Piu' i soliti gruppetti di turisti italiani che urlano, non fanno la fila, e raccontano a tutto il gate i cazzi propri al telefonino. Sigh.
Como fu como non fu, si sale (correndo sotto la pioggia fino alla scaletta) e si va. Yeah.
Il pilota e' cowboy: entra in pista e affonda il piede (o la mano, o quello che usano i piloti per dare gas, magari un pirito). L'aereo si imbarca ma poi si allinea, e parte come il mattone volante che e' il 737. Fuori e' nuvoloso, piove, e non c'e' che fotografare, quindi io faccio foto a niente.
Solo dopo le Alpi, gia' abbondamente sul Tirreno il tempo si adegua alle mie esigenze e diventa bello. O almeno, fa cose e colori strani.
Arrivo a Palermo che dormo. Mi sveglia l'atterraggio, stranamente da est. Lascio perdere tutto, prendo una macchina e vado a casa, a Catania.
Passo una bella settimana con mio padre, famiglia ed amici vari. Pezzi di Sicilia a maggio:
L'Etna fuma con tre pennacchi. Qui e' da sud.
E qui da nordest.
La settimana vola. Volo anche io, prendo un Windjet Catania-Venezia, andata e ritorno in giornata, ma non ho la camera con me quindi ignoriamolo, almeno fino a quando non avremo una fonte interna a Windjet, il che sara' presto. Alla fine torno a Cartagine, pardon, Palermo. Londra di nuovo, e da li' HKG.
Ma il resto un'altra volta. E' ora di cena qui

L'arrivo a Heathrow e' gia' di notte, quindi non vedo niente e metto via la camera. Lascio la maggior parte del bagaglio al deposito bagagli, memore del limite di 15 chili di Ryanair, e vado a prendere il bus per Stansted. I tunnel sotterranei che collegano il Terminal 3 alla Central Bus Station questa volta sembrano non finire mai. Il Bus parte subito, 28 sterline andata e ritorno, grassatori & ladri che non sono altri. Mi e' quasi costato di meno il volo su VS.
Il bus si siede sull' M25 (il raccordo anulare di Londra). Ma si siede per davvero. 80 all'ora fissi, per due ore e passa. Ma io ho dormito sull'aereo e guardo le luci gialle al sodio dal finestrino, pensando a quando abitavo qui.
A Stansted c'e' un venticello dal nord the taglia la faccia, quindi entro, mi vado ad accomodare nella zona fumatori, metto il trolley come poggiapiedi, e prontamente mi addormento di nuovo. Ma non dura: Stansted e' come Glastonbury in questa stagione: tutti i giovani viaggiatori e backpackers d'Europa sono qui, e molti hanno la chitarra. Meno male che sanno suonarla.
Fra un giro dal giornalaio ed una puntatina al Caffe' Costa si fa l'ora. Sono il secondo al check-in. Il bagaglio e' 15,1 chili, e la ragazza mi sorride soddisfatta. Evito di farle una pernacchia e vado a passare il controllo sicurezza. Altra farsa, computer, ecc ecc. Sigh.
Arrivo al gate che fa giorno. E naturalmente e' nuvoloso e piove. Londra.

Il gate e' pieno di Palermitani ed ad altri cartaginesi emigrati qui nel 1870 che vanno a casa a fare le vacanze. Piu' i soliti gruppetti di turisti italiani che urlano, non fanno la fila, e raccontano a tutto il gate i cazzi propri al telefonino. Sigh.
Como fu como non fu, si sale (correndo sotto la pioggia fino alla scaletta) e si va. Yeah.

Il pilota e' cowboy: entra in pista e affonda il piede (o la mano, o quello che usano i piloti per dare gas, magari un pirito). L'aereo si imbarca ma poi si allinea, e parte come il mattone volante che e' il 737. Fuori e' nuvoloso, piove, e non c'e' che fotografare, quindi io faccio foto a niente.




Solo dopo le Alpi, gia' abbondamente sul Tirreno il tempo si adegua alle mie esigenze e diventa bello. O almeno, fa cose e colori strani.


Arrivo a Palermo che dormo. Mi sveglia l'atterraggio, stranamente da est. Lascio perdere tutto, prendo una macchina e vado a casa, a Catania.
Passo una bella settimana con mio padre, famiglia ed amici vari. Pezzi di Sicilia a maggio:







L'Etna fuma con tre pennacchi. Qui e' da sud.

E qui da nordest.

La settimana vola. Volo anche io, prendo un Windjet Catania-Venezia, andata e ritorno in giornata, ma non ho la camera con me quindi ignoriamolo, almeno fino a quando non avremo una fonte interna a Windjet, il che sara' presto. Alla fine torno a Cartagine, pardon, Palermo. Londra di nuovo, e da li' HKG.




Ma il resto un'altra volta. E' ora di cena qui
