[TR] Georgia con un po' di sfortuna: due settimane nella Colchide, giorno per giorno


I-DAVE

Moderatore
6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
PROLOGO E GIORNO 1

Questa sarà la storia di un viaggio un po’ sfigato ma divertente, con poco IT e molto OT; la destinazione non è delle più gettonate sul forum quindi spero di essere perdonato.

Ci sono alcuni viaggi che partono male, e tendenzialmente rimangono un po’ sfortunati lungo tutto il loro svolgersi. Tipo essere convinti che il tuo volo Wizzair parta da Bergamo, nonostante la carta d’imbarco sul telefonino indichi chiaramente MXP e nonostante non vi sia traccia del volo sul tabellone delle partenze di BGY su Flightradar, né tantomeno sul Solari dell’aeroporto. È proprio in quel momento che ti viene il perfido sospetto che sì, MXP voglia proprio dire Malpensa, e non “ti pare che non sappia da quale dei tre aeroporti di Milano parta il volo?!

Insomma, sbagliare aeroporto e perdere il volo. Ecco, quel tipo di sfortuna. Alcuni obietteranno che volare Wizzair sia una sfortuna già di per sé, e quindi, nella circostanza, sia una fortuna perdere il volo.

Sia come sia, qualcosa mi suggerisce che fare BGY-MXP in 45 minuti, un venerdì sera di luglio e con l’A4 più o meno una coda unica ad Agrate, sia vagamente irrealistico.

Che fare, buttare all’aria tutta la vacanza? Cercare un nuovo volo per il giorno dopo, consapevole della necessità di donare gli organi buoni residui? Alla fine, si va in vacanza troppe poche all’anno per sprecare due settimane a Milano incattivito, quindi mi attacco a Skyscanner per capire di che morte morire. Per vari motivi, non ho molta possibilità di stravolgere il giro che intendo fare, e ho quindi necessità di arrivare a Kutaisi; non volandoci in pratica nessuno, il meglio che riesco a fare è volare su Tbilisi con uno dei pochi voli che arrivano al pomeriggio anziché la notte, e cioè con Turkish Airlines. Alleggerita la carta di credito di quanto basterebbe a Dancrane per farsi il giro del mondo cinque o sei volte a furia di error fare, provo a fare check-in, senonché:

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Vado a dormire con l’angoscia dell’overbooking, e perdere un altro giorno di ferie. Dopo quattro ore di sonno agitato, riprovo il check-in, riesco ad assegnare tutti i posti (anche se solo un corridoio sul secondo volo), e mi fiondo a Malpensa – questa volta sul serio (non Orio) – alle 4 e mezza.

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C’è già parecchia coda al check-in, e ci vorrà un bel po’ per depositare lo zaino. Chiedo se, per caso, ci fosse qualche remota possibilità di avere un finestrino sul volo per Tbilisi. L’addetta mi conferma che non è un problema e mi emette la nuova carta d’imbarco per la seconda tratta. Vado subito ai filtri di sicurezza, dove sono fortunosamente il primo in coda, e al controllo passaporti, dove sono attive solo le postazioni per tutti i passaporti, comunque senza molte persone in coda. Gli e-gates sono pronti e installati, ma ancora spenti.

Sono il primo passeggero a mettere piede al Sat C: ho capito come si sentisse Adamo nell’Eden.

003

Il terminal si sta arricchendo di preziose opere d’arte che trasmettono un senso di tranquillità e spensieratezza, l’ideale prima di un volo.

004

Imbarchiamo puntuali dal gate B52. La fila è quasi ordinata, e le zone d’imbarco rispettate.
 
TK_THY.png

Volo: TK 1878
Tratta: MXP-IST
Aereo: Airbus A321-231
MSN: 6869
Reg: TC-JTE
Posto: 29A
Sched/Actual: 0650-1035 // 0705-1008
Durata volo: 2h 04’
Gate: B52

Avevo memoria di un pitch un po’ più generoso.

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Blue Panorama è al nostro fianco e veglia su di noi.

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350 Thai in controluce all’alba ne abbiamo?

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Il volo è pieno. Le mie due vicine sono anche loro dirette in Georgia (e Armenia) per un tour con Viaggi Avventure nel Mondo. Incontreranno gli altri vari partecipanti direttamente a Istanbul – ci incroceremo di nuovo in giro per la Georgia.

Circa sopra la Slovenia inizia il servizio di bordo – lentissimo, come le altre volte in cui ho volato TK. Le vicine (con cui non mi sono ancora palesato come italiano) mi guardano con sospetto perché faccio una foto al vassoio. Prez, quand’è che creiamo un template tipo biglietto da visita per la sezione trip report? Così accalappiamo un’audience più vasta e diventa più facile spiegare perché, quando siamo in aereo, non siamo persone con serie turbe mentali :D

Sia come sia, ecco la sbobba:

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Tramezzino molliccio, quiche (o quello che era) gommosa. Spazzolo tutto ovviamente, sono sveglio dalle 3 del mattino!

Istanbul non è proprio il massimo dell’esotismo in quanto a traffico.

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Abbiamo, incredibilmente, un jetbridge che è già libero, quindi in una decina di minuti siamo attaccati e pronti a sbarcare. Altra cosa positiva, questa volta non occorre passare nuovamente per i controlli di sicurezza (mai capita la logica che usano a IST, ma non capisco la logica turca in generale). Non amo particolarmente IST, l’aeroporto è sottodimensionato, sporco e buio. Spendo quasi tutte le lire turche che mi erano avanzate in un precedente viaggio facendo una seconda (pessima) colazione con una crostatina (di marmo) alle fragole (insapori) e una specie di latte allungato al caffè dal sapore peggiore di quello che di solito servono sui voli.

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Visto che non ho altro da fare, vado direttamente al gate (un remoto al piano 0): l’area è tranquilla e c’è ampia disponibilità di sedute, una piacevole scoperta. Si riesce a vedere anche qualche aereo da vicino.

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Un omino che si aggira per il gate verifica ID e carta d’imbarco, che viene timbrata prima di avvicinarsi all’uscita vera e propria; non capisco come faccia a non perdersi nessun passeggero, visto che non si è confinati in un recinto come in altri aeroporti. L’imbarco avviene senza rispettare le zone. Volo pieno.
 
TK_THY.png

Volo: TK 382
Tratta: IST-TBS
Aereo: Airbus A321-231
MSN: 7518
Reg: TC-JTR
Primo volo: 23/01/2017
Consegnato: 31/01/2017
Età: 1.6 anni
Posto: 21A
Sched/Actual: 1310-1625 // 1317-1602
Durata volo: 1h 45’
Gate: 702

Riesco a salire sul primo Cobus e tra i primi sull’aereo – praticamente nuovo – dove una serie di assistenti di volo accolgono i pax con molto entusiasmo.

Il finestrino cui sono assegnato... non c’è: è un’uscita d’emergenza e il piccolo oblò è troppo in alto e avanti per vedere qualcosa mentre si è cinturati e seduti. In compenso, ho una prateria davanti a me.

Decollare senza alcun riferimento visivo è una sensazione per me assai fastidiosa.

Guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po’ (cit.)

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Per pranzo, per fortuna, ci sono le koftas – senza dubbio il mio cibo da economy preferito :D

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Vi risparmio il selfie al cesso, e pure le solite sensazioni sull’atterraggio – lungo, corto, duro, morbido, flare e circling – che annoiano i più. Atterriamo al Shota Rustaveli, chiamato così in onore del più celebre poeta georgiano.

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L’aeroporto appare moderno dall’esterno – e lo è anche all’interno. A parte la temperatura nel jetbridge, che sfiora il punto di fusione del bronzo, direi che la struttura è molto funzionale e piacevole. Vado diretto al ritiro bagagli, dopo un veloce controllo passaporto, e ritrovo il gruppo Viaggi Avventure nel Mondo e una delegazione italiana, che anticipa di qualche giorno la visita del Presidente Mattarella in Georgia – Italia e Georgia, così leggo, godono di ottime relazioni diplomatiche e l’Italia è uno dei primari sponsor della Georgia nell’UE. Immagino che il nuovo governo farà piombare queste relazioni nel neolitico, vista la demenziale tendenza filo-russa dei due vice-premier.

In generale, le istituzioni georgiane sono incredibilmente pro-Europa, con decine di bandiere ovunque, anche e soprattutto sugli edifici pubblici (nonostante non siano ancora membri dell’UE).

Grazie all’assistenza della guesthouse dove alloggio a Kutaisi, riesco ad organizzare un transfer in taxi per una somma ridicola (circa 30€) direttamente dall’aeroporto. Il guidatore è un omone georgiano che parla una decina di parole di inglese e guida una Chrysler Voyager di metà anni ’90: se vi hanno rubato una macchina tra il 1990 e il 2005, ci sono ottime probabilità che sia qui da qualche parte.

Inizia con una bestemmia in georgiano perché non trova il tagliando del parcheggio dell’aeroporto; va comunque diretto al gabbiotto, dove una babushka lo rimbalza nonostante cerchi di impietosirlo con un “italianoski! Italianoski!” (o quel che è) puntando il dito verso di me. Niente da fare, la babushka è irremovibile (penso: oh! Un paese dove la corruzione è un ricordo del passato), fa retro in mezzo a due code di auto, parcheggia sull’erba e inizia smontare il veicolo per cercare il malefico tagliando. Scendo anche io per dare una mano, sollevo un pezzo di carta bisunto da sotto il mio sedile, glielo faccio vedere: con un’altra bestemmia (sembrava russo, questa volta), fa uno schiocco con le mani, afferra il tagliando e ripartiamo, giusto in tempo per schiaffarlo in faccia alla babushka, ruttarle un paio di insulti gutturali in faccia e sgommare via dall’aeroporto.

Che trip.

L’aria condizionata non si usa (chissà perché), si tirano giù i finestrini, gomito maranza fuori e si ascoltano i maggiori successi della Disco Radio locale. Ad un certo punto, appena passata Tbilisi e già imboccata l’autostrada, mi chiede “Puri? Puri?”. Non capisco che voglia dire, quindi annuisco da ebete. Ci fermiamo in una specie di autogrill – non mi scappa, quindi non scendo. Torna dopo due minuti con tre sacchetti pieni di pane (puri, appunto), nelle sue varie varianti – con formaggio (katchapuri – deliziosissimo!), con una pasta di fagioli, vuoto, con carne e peperoncino... ha preso cena per entrambi. Ripartiamo sfrecciando tra auto che non hanno visto una revisione negli ultimi quindici anni e guidatori che non hanno visto la patente del tutto, sgranocchiando pane appena sfornato. Nel tempo in cui io ne mangio uno, lui ne finisce tre, beve una bottiglietta di coca cola, digerisce il tutto e manda a quel paese un camion che trasporta letame e rende irrespirabile l’aria per kilometri.

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Il tempo peggiora nei dintorni di Gori (su cui ritorneremo più avanti); all’inizio è solo pioggia leggera, i finestrini possono stare giù e Tibidì tibitibidà, hit dell’estate 2018, può suonare a tutto volume.


Poco dopo diventa un nubifragio, ma siamo uomini e un po’ di pioggia non ha mai affogato nessuno, per cui insistiamo coi finestrini aperti (io solo una fessura, giusto per respirare). Peggiorerà ovviamente, con traffico, smog, un passo di montagna, buche, le occasionali mandrie di mucche, le auto cadute nei fossi o qualche incidente da tamponamento (che verranno prontamente segnalati dal mio autista con una risata e una pacca sul volante), e qualche altra sosta a comprare pane (tra cui una variante dolce, alla cannella, davvero buona).

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Arrivo a destinazione dopo sole 4 ore e mezza, dopo averne dormite altrettante la notte precedente, e 19 ore di viaggio. Mi è andata bene: alla fine ho perso solo un giorno di vacanza – tollerabile, considerando che ho rischiato di perderla tutta! Pago l’autista, entro nella guesthouse e vengo accolto da un bicchiere con vino georgiano fatto in casa. Pur con la paura di diventare cieco, assaggio e bevo – non è poi così male, essendo un vino dolciastro, semi-secco. Nella sala da pranzo/salotto ci sono due ragazze polacche, ci mettiamo a chiacchierare, salta fuori che la proprietaria non solo fa il vino, ma anche la chacha, un distillato al gusto di benzina ricavato dalle vinacce. Ovviamente la proprietaria, orgogliosa della propria produzione vuole a tutti i costi che ne assaggi un bicchierino (che riesce a contenere la quantità di una botte) – il peggior errore della mia vita. Dite che siete astemi o che la vostra religione non vi consente di bere super alcolici. Già che ci siamo, visto che la mia sosta a Kutaisi è da ristrutturare un attimo, chiedo aiuto alla solerte e superorganizzata proprietaria della guesthouse che mi organizza in tre minuti netti una macchina per il giorno dopo.

Con un cerchio alla testa che sta iniziando a materializzarsi, vado nella mia camera, mi faccio una doccia e mi addormento in mezzo nanosecondo.

[cont]
 
Sospetto epicità in quantità industriali, visto l’inizio. Per ora, sospendo gli insulti per il rifiuto della pizza in mutande di stasera, ma vedi di non fermi ricredere!
 
Bravo DAVE!

La Georgia, sotto certi punti di vista (auto arrubbate, newranza generalizzata al volante, burbera ma caldissima ospitalità) è di sicuro una splendida anticamera all'Asia Centrale, e la cucina è da morirci. Sul vino non oso esprimermi, sono una capra, ma del cibo non mi stancherei mai.

PS: è un mondo in costante cambiamento, vero, ma sapere che Turkish Airlines ha sempre la solita frittata-con-paninazzo e i köfte come cibo a bordo è per me fonte di immenso gaudio. Saranno lì dal 1976 anche se, una volta, i köfte erano tre e non due, mannaggia l'inflazione.
 
E io che mi sentivo figo per una due giorni tra Misano e Cattolica settimana di ferragosto...
 
Un TR sulla Georgia... bellissimo. Sono stato in Georgia l'anno scorso ed e stato un viaggio aventuroso ma che mi e piacituo tanto. Ho volato Wizzair da Thessaloniki a Kutaisi. A differenza tua, ho affittato una macchina e ho guidato io. La macchina in affitto costa 40-50 euro al giorno e probabilmente affittare l'autista e piu conveniente, ma viaggiare in Georgia ha un suo fascino. Penso che il 45% delle macchine ha il volante a destra e il 30% delle macchine non hanno paraurti. Ho viaggiato in alcune montagne lungo il confine con la Turchia dove le strade erano un lontano ricordo. Le macchine sovietiche andavano ancora alla grande.
A Kutaisi ho speso 2 giorni, uno spreco visto che a parte la chiesa e la grotta (bellissima) il resto si puo saltare.
Sono molto curioso di vedere come proseguira il tuo TR.
 
Assurdo come abbia fatto con sole 30Euro andare fino a Kutaisi quando io con 15 sono andato dall'Apt a Tblisi! E la stessa cosa al ritorno!
Be sai l'Italia qualsiasi paese che vuole aderire alla UE per lei è sempre in prima linea come anni fa al riconoscimento della Macedonia come repubblica visto il nome contestato dai greci, l'Italia farebbe entrare nella UE anche il Bhutan!
 
Il TR si preannuncia epico. La Georgia mi è piaciuta molto, e ogni volta ho avuta la sensazione di essere in Albania. In senso positivo intendo, per disponibilità, pressappochismo e in ogni caso grande cuore della gente.

Detto ciò, si presenta un’enorme incognita accompagnata a questo TR. Hai ritoccato le foto con colori di fantasia... o quello è veramente il colore dei pantaloncini con cui sei partito?
 
inizio scoppiettante. forse e' meglio che rallenti i ritmi di lavoro visto l'errore nel riconoscere le sigle aeroportuali.
 
Minchia figghioli incredibili: piddiu l'aereu picchi annau all'aeropottu sbagghiatu
Miiiiiiii cumiciamu bonuuuuuuuuuuuuu

Alleggerita la carta di credito di quanto basterebbe a Dancrane per farsi il giro del mondo cinque o sei volte a furia di error fare
Ca tutti vurriumu sapiri ma quanti soddi ci lassasti a TK pi rimidiari? :D
 
Sospetto epicità in quantità industriali, visto l’inizio. Per ora, sospendo gli insulti per il rifiuto della pizza in mutande di stasera, ma vedi di non fermi ricredere!

Preferisci boxer o slip per la prossima?

Bravo DAVE!

La Georgia, sotto certi punti di vista (auto arrubbate, newranza generalizzata al volante, burbera ma caldissima ospitalità) è di sicuro una splendida anticamera all'Asia Centrale, e la cucina è da morirci. Sul vino non oso esprimermi, sono una capra, ma del cibo non mi stancherei mai.

La cucina è da morirci, esatto: troppo peperoncino e, soprattutto, coriandolo, che non sopporto :D peccato perché rovinano tutti i piatti che non siano a base di carboidrati/pane!

PS: è un mondo in costante cambiamento, vero, ma sapere che Turkish Airlines ha sempre la solita frittata-con-paninazzo e i köfte come cibo a bordo è per me fonte di immenso gaudio. Saranno lì dal 1976 anche se, una volta, i köfte erano tre e non due, mannaggia l'inflazione.

I kofte si salvano, ma la frittata... uhm.

E io che mi sentivo figo per una due giorni tra Misano e Cattolica settimana di ferragosto...

Io mi sentivo sfigo!

I tuoi TR si leggono sempre molto volentieri. Se il buongiorno si vede dal mattino... mi aspetto grandi cose!

(P.S. per favore, risparmiaci la musica georgiana. Basta la descrizione!)

La musica georgiana è top!

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Un TR sulla Georgia... bellissimo. Sono stato in Georgia l'anno scorso ed e stato un viaggio aventuroso ma che mi e piacituo tanto. Ho volato Wizzair da Thessaloniki a Kutaisi. A differenza tua, ho affittato una macchina e ho guidato io. La macchina in affitto costa 40-50 euro al giorno e probabilmente affittare l'autista e piu conveniente, ma viaggiare in Georgia ha un suo fascino. Penso che il 45% delle macchine ha il volante a destra e il 30% delle macchine non hanno paraurti. Ho viaggiato in alcune montagne lungo il confine con la Turchia dove le strade erano un lontano ricordo. Le macchine sovietiche andavano ancora alla grande.
A Kutaisi ho speso 2 giorni, uno spreco visto che a parte la chiesa e la grotta (bellissima) il resto si puo saltare.
Sono molto curioso di vedere come proseguira il tuo TR.

Le auto con la guida a destra sono quelle che arrivano dal Giappone, l'altro mercato da cui importano auto usate. Notare che si trovano quasi esclusivamente grosse berline tedesche (per lo più Mercedes e BMW, ho visto poche Audi) e Honda/Nissan/Toyota, oltre a minivan Ford. Non ho visto un'auto italiana a pagarla, e neppure francese.

Tibidì tibitibidà……..aspetto il resto :D

Mi immagino l'inteprete medio delle canzoni neomelodiche georgiane molto essere simile a Nicolap.

Assurdo come abbia fatto con sole 30Euro andare fino a Kutaisi quando io con 15 sono andato dall'Apt a Tblisi! E la stessa cosa al ritorno!

Era un ritorno a vuoto, tanto valeva caricare qualcuno per pagare benza e pedaggio e guadagnare due copechi. L'autista era di Kutaisi, a quel che ho capito, e sarebbe dovuto tornare in ogni caso. Ho comunque lasciato una mancia alquanto generosa, oltre al prezzo pattuito.

Be sai l'Italia qualsiasi paese che vuole aderire alla UE per lei è sempre in prima linea come anni fa al riconoscimento della Macedonia come repubblica visto il nome contestato dai greci, l'Italia farebbe entrare nella UE anche il Bhutan!

Qualsiasi cosa strappi i Balcani dall'influenza russa è cosa buona e giusta. Il riconoscimento della Macedonia come repubblica non mi pare sia mai stato messo in discussione da nessuno, neppure dai greci, altra cosa è il problema sul nome, che è stato ormai superato dagli accordi di Prespa.

Il TR si preannuncia epico. La Georgia mi è piaciuta molto, e ogni volta ho avuta la sensazione di essere in Albania. In senso positivo intendo, per disponibilità, pressappochismo e in ogni caso grande cuore della gente.

Non sei la prima persona che me lo dice!

Detto ciò, si presenta un’enorme incognita accompagnata a questo TR. Hai ritoccato le foto con colori di fantasia... o quello è veramente il colore dei pantaloncini con cui sei partito?

Mi hai beccato! Erano rosa confetto.

inizio scoppiettante. forse e' meglio che rallenti i ritmi di lavoro visto l'errore nel riconoscere le sigle aeroportuali.

Vedi a lavorare troppo, cosa succede?

Non hai davvero sbagliato aeroporto, vero? Stai un pò romanzando, eh?

No.

Avete strane abitudini, voi due

Devo mettere degli screenshot?

Minchia figghioli incredibili: piddiu l'aereu picchi annau all'aeropottu sbagghiatu
Miiiiiiii cumiciamu bonuuuuuuuuuuuuu


Ca tutti vurriumu sapiri ma quanti soddi ci lassasti a TK pi rimidiari? :D

Purtroppo google translate non ha riconosciuto la lingua!

DaV
 
Qualsiasi cosa strappi i Balcani dall'influenza russa è cosa buona e giusta. Il riconoscimento della Macedonia come repubblica non mi pare sia mai stato messo in discussione da nessuno, neppure dai greci, altra cosa è il problema sul nome, che è stato ormai superato dagli accordi di Prespa.

In effetti la Grecia era contraria al riconoscimento della Macedonia come nome visto che la Macedonia era considerata solo nome della sua provincia greca ma l'Italia si è affrettata a riconoscerla subito e i greci all'epoca avevano messo al bando i prodotti italiani tipo la pasta questo rifertomi da un amico greco che aveva studiato medicina in Italia!
 
GIORNO 2

Le previsioni non sono buone, è nuvoloso, minaccia pioggia. L’autista arriva con una Mercedes classe E degli inizi del 2000. Ha lo stesso gusto in termini musicali dell’altro – e di qualsiasi altro autista nel paese. Kutaisi non ha moltissimo da offrire, ma i dintorni sono piuttosto ricchi di attrattive sia per il turista culturale che per quello amante della natura.

Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso la prima tappa, i due monasteri di Gelati e Motsameta, meno di 10 km a est di Kutaisi. Dato che i georgiani prediligono mettere i loro monasteri in luoghi assolutamente scomodi da raggiungere (per lo più in cima alla collina più alta che trovano), la strada abbonda di tornanti che il nostro Raikkonen georgiano si diverte a prendere il più velocemente possibile, schivando le frequenti buche. Ma siamo protetti dalla triade divina: ad ogni croce, chiesa o edicola, il nostro si segna tre volte (alla maniera ortodossa, ovvero alto basso destra sinistra), indipendentemente dalla necessità di dover tenere le mani sul volante.

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Il complesso di Gelati risale al 1100 circa, fondato dal mio omonimo Davide IV di Georgia. La struttura della chiesa è assolutamente archetipa – tutte le chiese georgiane, anche quelle contemporanee, seguono lo stesso schema, la stessa pianta e utilizzano gli stessi principi costruttivi – e appartiene alla cosiddetta “età dell’oro” del medioevo georgiano, quando Kutaisi era la capitale dell’esteso Regno di Georgia che comprendeva buona parte del territorio tra Mar Nero e Mar Caspio.

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L’interno della chiesa contiene un ciclo di affreschi bizantini, o quel che se n’è salvato dopo un primo tentativo di conservazione, e sarebbe splendido poterli ammirare nella loro interezza; peccato che la messa (ortodossa) sia in corso proprio quando arrivo – è domenica, d’altra parte. Sono il più significativo ed esteso esempio di tali affreschi in tutta l’Asia Minore e per questo la chiesa è un patrimonio Unesco; i lavori di conservazione e ristrutturazione sono continui. Tutte le tegole stanno venendo rimpiazzate.

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Nonostante ci siano molti turisti all’interno, tutti rimangono appena a ridosso dell’ingresso, ma il grandangolo mi viene in aiuto – almeno una buona parte del presbiterio e della cupola rientrano nella foto.

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Esco poco prima che un grosso gruppo di tedeschi e francesi arrivi, occupando tutto lo spazio possibile e usando la maggior parte dei veli che sono gratuitamente disponibili in tutte le chiese e monasteri georgiani – le donne devono velarsi il capo e gli uomini possibilmente indossare pantaloni lunghi.

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Ritorno dal mio autista, che sta sorseggiando te con i suoi accoliti; rimontiamo in auto, cercando di uscire dal parcheggio che è stato improvvisato su pietre sconnesse e fango. Ci sarebbe anche un info-point, evidentemente mai aperto, probabilmente costruito con fondi americani (cartelli US Aid si vedono un po’ ovunque, e una targa commemora una donazione di fondi da parte dell’ambasciata americana di Tbilisi).

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Motsameta è a pochi kilometri in linea d’aria; a quanto ho capito c’è un sentiero che richiede una mezza giornata di cammino per spostarsi da uno all’altro, volendo camminare. In auto ci si impiega circa una quindicina di minuti (tutti tornanti).

Un paio di mucca-blocchi stradali dopo, arriviamo al parcheggio che è in concomitanza della fermata della locale ferrovia (a binario singolo, ma elettrificata), dove purtroppo non ho visto un solo treno passare. Anche i servizi con i marshrutka sono sparsi durante la giornata.

Dal parcheggio, un bel sentiero pavimentato porta al monastero, lungo un ponte da cui si può ammirare il canyon formato dal fiume Tskhaltsitela. A chi lo pronuncia correttamente, Dancrane regala una error fare.

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Motsameta è decisamente più raccolto e intimo di Gelati, e non ho visto turisti a parte una famiglia russa – solo fedeli che portano qui agnelli da far benedire. Non mi è chiaro se poi finiscano allo spiedo direttamente nelle pance dei monaci o se tornino indietro coi proprietari...

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Il mio autista mi accompagna fino alla chiesa, dove entra e accende un cero a qualche santo. Gli affreschi qui sono più recenti – sono stati dipinti dopo un incendio, nel 1923.

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Avessi avuto i due giorni previsti, l’idea sarebbe stata visitare due cave: la cava di Prometeo e quella nel parco di Sataplia; sono a circa 25km di distanza l’una dall’altra, circa quaranta minuti di auto considerando traffico e condizioni stradali; Sataplia, la più vicina, è a circa 16km in direzione ovest da Motsameta, attraversando Kutaisi; la decisione è quindi saltare le cave di Prometeo, che sono anche le più lunghe, per avere tempo poi di andare al canyon di Okatse. Le visite al parco sono guidate, ma finita la visita si può gironzolare da soli (con esclusione della cava). Appurato che non parlo russo o georgiano, vi è un attimo di panico tra le guide; riescono a richiamare uno dei più giovani, che avrà massimo 25 anni, e che fornisce spiegazioni in georgiano, russo e inglese.

Nel parco vennero trovate impronte di dinosauro, nulla di particolarmente memorabile... neppure i bambini sembravano particolarmente impressionati. Neppure dal T-Rex mignon.

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La parte più alta accessibile durante la visita ha una bella vista sulla valle sottostante, ed è anche dove si trovano le api – Sataplia significa ape in georgiano – all’interno delle fessurazioni nella roccia.

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La cava, lunga circa 300 metri, non è nulla di speciale. L’unica cosa imperdibile è la temperatura – 15 gradi in meno rispetto al caldo umido esterno.

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Finita la visita, gironzolo un po’ per il parco fino alla passarella trasparente – il panorama è il medesimo già visto, ma in teoria si dovrebbe provare l’ebbrezza di camminare nel vuoto. Peccato che il vetro sia così sporco che sotto non si veda nulla, e quindi addio effetto panico.

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Poco dietro, quello che doveva essere un bar è ora una struttura abbandonata che strizza l’occhio a qualcosa della Hadid.

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