A fine giugno ho l'occasione di tornare a Spalato: c'ero stato l'anno scorso, e il posto mi era piaciuto molto; quindi detto fatto, si và. Dato però che la trasvolata dell' Adriatico mi fa sempre una certa impressione
, questa volta decido di passare via terra e faccio tutto il giro su da Monaco, e così invece di fare 400km in linea retta finirò per volarne mille di più (ma in effetti una certa influenza in questa scelta l'ha avuta anche il fatto che Easyjet non opera ancora il diretto FCO SPU, e che altre opzioni erano care o scomode: e allora Lufthansa sia).
Di Fiumicino qui si parla tutti i giorni, in termini che vanno dalla nausea al disgusto, dall'esecrazione al dileggio. Certamente ci sono ottime ragioni per questo, diciamo, scarso gradimento, ma in questa occasione voglio distinguermi dal coro (almeno fino a un certo punto...), nel senso che la partenza dal T3 è stata un'esperienza tutto sommato accettabile (cosa ben diversa sarà il rientro...), almeno per chi non conosce o non ricorda come funzionano le cose nei migliori scali esteri (come MUC, appunto).
Infatti devo dire che il drop off del bagaglio è immediato, i controlli di sicurezza sono rapidi e non particolarmente vessatori, il terminal lato airside è decoroso e apparentemente anche quasi pulito (vetri a parte).
Sarà per il calo del traffico, ma a metà mattina c'è ampio spazio nelle zone di attesa: è una buona occasione per osservare con calma la varietà umana che popola tutti i grandi aeroporti. Una scena mi colpisce: due bambine piccole giocano insieme, ridono, corrono, si nascondono e si rincorrono, comunicano a gesti senza parlarsi: una è bionda nordeuropea, l'altra araba o magrebina.
Tutte e due trasmettono un senso di gioia e di libertà, sopratutto la più piccola, una vera trottola piena di allegria: una bella scena, almeno fino a quando non si osservano le rispettive madri: una signora normale per i nostri standard, e un'altra vestita da suora.
E allora non riesco a non pensare che una di quelle bambine, che ora corre libera e felice, fra pochi anni sarà incapsulata in un sudario per tutta la vita, senza nessuna possibilità di scelta; e non dico solo dell'abbigliamento, ma sopratutto di cosa pensare, in cosa credere, se sposarsi o meno, e con chi. Certo è una cultura diversa dalla nostra, si dirà: senza spazio per la libertà però.
Posso solo sperare che quella bambina, almeno se vivrà fra noi in occidente, non sia privata dei miei stessi diritti in nome di una certa nostra malintesa tolleranza per gli intolleranti. Scusate l'OT, capisco di essere pesante, ma era solo per dire che parto per il mare con pensieri un po' più cupi di quelli che avrei voluto.
Ma è ora di imbarcarsi, dal finger salgo alla cieca su un aereo misterioso che solo grazie alla safety card scopro essere un 321. E' bello pieno, LF intorno al 90%, come tutti i quattro voli di questo viaggio.
Sulla 25 c'è un po' di vento al traverso
Un po' di fila, e poi si và.
Civitavecchia arriva subito, poi Ansedonia, l'Argentario e il Giglio
Le Alpi si vedono poco
La campagna bavarese, ricca e ordinata
A MUC la prima differenza con Fiumicino che salta all'occhio è la presenza di aerei di aviazione generale accanto alla linea
Devono aver msso un modellino di 737 davanti agli aerei veri...
...ma no, è quella codona che è fuori misura!
Un po' di colori arcobaleno
Mi piacciono i finger trasparenti, almeno vedi dove vai, o da dove vieni: ho viaggiato sul classic livery e neanche lo sapevo!
La mia prima volta al cospetto di un 787
Dove va lui non credo pioverà
Dopo il Ciciobus visto prima ecco a voi lo Smilzobus
Fatto il pieno di bevande e giornali gratis, consultato i chioschi internet gratuiti, insoma scroccato lo scroccabile si riparte verso sud con un Embraer 195
MUC
Su questo lago in Croazia c'è chi vuole starsene un po' isolato
L'arrivo è scenografico e la scelta del finestrino sinistro, lungamente ponderata in fase di web check-in, si rivela vincente
Sullo sfondo si vede Trogir
Dalla finestra del B&B si vede la piazzetta centrale di Spalato, in versione night & day
Mattinata a Trogir, bel paese di stampo veneziano non lontano dall'aeroporto
E' un ottimo spotting point per yacht...
… ma non è neanche male per fotografare gli aerei in finale a SPU
Il mondo è grande, e la bicicletta non basta più: è tempo di salpare sull' Explorer alla scoperta di nuovi orizzonti
Na spasa 'e panni
Si sbarca a Hvar, l'isola più modaiola dei dintorni; le barche sono le stesse che il giorno prima stavano a Togir
Anche qui l'origine veneziana è evidente
Nell'isola di Pakleni Otoci, vicino a Hvar, Meneghello è uno dei pochissimi resort... nente male
Se passate di lì non trascurate la sosta da Dionis (mi da la percentuale)
La calette sono così
Anch'io ho uno yacht, almeno per un giorno
Al “Carpe Diem” sono praticamente tutti baldi giovani made in USA (come ovunque, a Hvar)
Villette periferiche ma con imbarcadero privato, lì la barca è molto più utile della macchina
Qui invece è meno tranquillo, gli astemi non sono la maggioranza
Si torna già verso Spalato; anche se non è ancora luglio i traghetti sono già affollati, e i catamarani pieni; anche in mare c'è folla
Anche il traffico aereo è molto intenso, ma dalla torre di controllo sanno come farsi ascoltare
Nel salone partenze di SPU, anche questo già affollato, c'è una bella vetrata panoramica, io mi metto in prima fila
Rotate!
Il Mooney aspetta il suo turno...
...e poi via anche lui
Questo non l'avevo mai visto
Il ruotino sterza bene
Quando guardo gli aerei torno bambino
Buone notizie, arriva anche il mio, quasi puntuale... Non è un Embraer come qualche giorno fa all'andata, ma un 319: evidentemente la stagione avanza e i flussi aumentano
Anche qui la convivenza coi pesi leggeri è pacifica
Omaggio alla rampa croata
Visto dal finestrino il comandante sembra giovanissimo, e allora ho due motivi per invidiarlo
L'ultima dalla scaletta
Andati
Vicino alle Alpi mi piacciono queste nubi lenticolari
Cosa vedo passare a MUC vicino alla collina degli spotter? Una mia vecchia conoscenza!
Due parole sul transito. La coincidenza non era larghissima, un'ora circa, ma arrivo al terminal (dopo un discreto viaggetto sul Cobus) a soli 15 minuti dall'orario di imbarco. Devo passare il controllo passaporti, ma la cosa non mi preoccupa, so che è molto veloce. Invece, a sorpresa (per me) si deve rifare il check sicurezza! Tutti in fila davanti al metal detector a togliersi le cinture e a farsi sequestrare i liquidi, comprati a SPU in zona strerile! Io avevo solo un'aranciata, ma se avessi fatto acquisti al duty free dovevo regalargli i liquori? Pare di sì. Non capisco poi quale sia la logica di questo doppio controllo: sempre in Germania, in occasione di altri transiti con provenienza extra-Shengen non l'hanno fatto: chiedo lumi a chi ne sa di più.
Comunque arrivo al gate in tempo, a imbarco iniziato; si procede con la lettura automatica della carta d'imbarco davanti a un cancelletto, tutti passano senza problemi salvo un italiano
che cerca di entrare facendo leggere alla macchinetta il codice a barre del talloncino del bagaglio invece di quello del ticket. Devo ...ehm deve richiedere l'intervento di un addetto che pazientemente aiuta il troglodita ad imbarcarsi, lasciandolo a chiedersi come mai non ci sia nessun controllo dell'identità dei pax: con questo sistema chiunque potrebbe imbarcarsi con un biglietto intestato ad un altro. Anche qui, chi sa parli ora.
Ma la cosa più stupefacente di tutta l'operazione è che nonostante il tempo di transito programmato fosse già un po' strettino, e per di più con un quarto d'ora abbondante di ritardo in arrivo da SPU, il bagaglio verrà regolarmente imbarcato per FCO: qui si vede tutta la classe di un grande hub.
Zona Embraer
In attesa sull'autobus guardo le operazioni di rifornimento catering di questo triplo dell'ANA: l'addetto arriva, il portello è chiuso, e lui che fa? Pensate che abbia un sistema computerizzato magari via satellite per comunicare con la cabina? No, bussa forte alla porta fino a che non gli aprono! Forse un po' rudimentale, ma funziona.
Le cerniere del portellone mi sembrano molto ben dimensionate.
E con questo finisce il report fotografico, non sono al finestrino nell'ultimo volo (operato da un 320, così in quattro voli ho viaggiato su buona parte della flotta medio raggio Lufthansa: 319, 320, 321 e 195).
Due parole sull'arrivo, semplicemente deprimente: dopo una mezza maratona lungo interminabili corridoi tristi e squallidotti (i pochi negozi o punti ristoro che si incontrano, alle 9 di sera sono chiusi) il vero benvenuto in Italia viene offerto nel lerciume del salone ritiro bagagli. Io so già cosa mi aspetta, e mi metto comodo: non così i miei ingenui compagni di volo americani e giapponesi, che si affollano speranzosi su un nastro che resterà fermo PER PIU' DI UN'ORA!
Fiumicino, lato arrivi: la vergogna di un paese fallito.
Ciao Croazia, arrivederci a presto.

Di Fiumicino qui si parla tutti i giorni, in termini che vanno dalla nausea al disgusto, dall'esecrazione al dileggio. Certamente ci sono ottime ragioni per questo, diciamo, scarso gradimento, ma in questa occasione voglio distinguermi dal coro (almeno fino a un certo punto...), nel senso che la partenza dal T3 è stata un'esperienza tutto sommato accettabile (cosa ben diversa sarà il rientro...), almeno per chi non conosce o non ricorda come funzionano le cose nei migliori scali esteri (come MUC, appunto).
Infatti devo dire che il drop off del bagaglio è immediato, i controlli di sicurezza sono rapidi e non particolarmente vessatori, il terminal lato airside è decoroso e apparentemente anche quasi pulito (vetri a parte).
Sarà per il calo del traffico, ma a metà mattina c'è ampio spazio nelle zone di attesa: è una buona occasione per osservare con calma la varietà umana che popola tutti i grandi aeroporti. Una scena mi colpisce: due bambine piccole giocano insieme, ridono, corrono, si nascondono e si rincorrono, comunicano a gesti senza parlarsi: una è bionda nordeuropea, l'altra araba o magrebina.

Tutte e due trasmettono un senso di gioia e di libertà, sopratutto la più piccola, una vera trottola piena di allegria: una bella scena, almeno fino a quando non si osservano le rispettive madri: una signora normale per i nostri standard, e un'altra vestita da suora.

E allora non riesco a non pensare che una di quelle bambine, che ora corre libera e felice, fra pochi anni sarà incapsulata in un sudario per tutta la vita, senza nessuna possibilità di scelta; e non dico solo dell'abbigliamento, ma sopratutto di cosa pensare, in cosa credere, se sposarsi o meno, e con chi. Certo è una cultura diversa dalla nostra, si dirà: senza spazio per la libertà però.
Posso solo sperare che quella bambina, almeno se vivrà fra noi in occidente, non sia privata dei miei stessi diritti in nome di una certa nostra malintesa tolleranza per gli intolleranti. Scusate l'OT, capisco di essere pesante, ma era solo per dire che parto per il mare con pensieri un po' più cupi di quelli che avrei voluto.
Ma è ora di imbarcarsi, dal finger salgo alla cieca su un aereo misterioso che solo grazie alla safety card scopro essere un 321. E' bello pieno, LF intorno al 90%, come tutti i quattro voli di questo viaggio.
Sulla 25 c'è un po' di vento al traverso

Un po' di fila, e poi si và.



Civitavecchia arriva subito, poi Ansedonia, l'Argentario e il Giglio


Le Alpi si vedono poco

La campagna bavarese, ricca e ordinata

A MUC la prima differenza con Fiumicino che salta all'occhio è la presenza di aerei di aviazione generale accanto alla linea

Devono aver msso un modellino di 737 davanti agli aerei veri...

...ma no, è quella codona che è fuori misura!

Un po' di colori arcobaleno

Mi piacciono i finger trasparenti, almeno vedi dove vai, o da dove vieni: ho viaggiato sul classic livery e neanche lo sapevo!


La mia prima volta al cospetto di un 787




Dove va lui non credo pioverà

Dopo il Ciciobus visto prima ecco a voi lo Smilzobus

Fatto il pieno di bevande e giornali gratis, consultato i chioschi internet gratuiti, insoma scroccato lo scroccabile si riparte verso sud con un Embraer 195

MUC

Su questo lago in Croazia c'è chi vuole starsene un po' isolato

L'arrivo è scenografico e la scelta del finestrino sinistro, lungamente ponderata in fase di web check-in, si rivela vincente

Sullo sfondo si vede Trogir





Dalla finestra del B&B si vede la piazzetta centrale di Spalato, in versione night & day


Mattinata a Trogir, bel paese di stampo veneziano non lontano dall'aeroporto


E' un ottimo spotting point per yacht...


… ma non è neanche male per fotografare gli aerei in finale a SPU

Il mondo è grande, e la bicicletta non basta più: è tempo di salpare sull' Explorer alla scoperta di nuovi orizzonti

Na spasa 'e panni

Si sbarca a Hvar, l'isola più modaiola dei dintorni; le barche sono le stesse che il giorno prima stavano a Togir


Anche qui l'origine veneziana è evidente


Nell'isola di Pakleni Otoci, vicino a Hvar, Meneghello è uno dei pochissimi resort... nente male

Se passate di lì non trascurate la sosta da Dionis (mi da la percentuale)


La calette sono così


Anch'io ho uno yacht, almeno per un giorno

Al “Carpe Diem” sono praticamente tutti baldi giovani made in USA (come ovunque, a Hvar)

Villette periferiche ma con imbarcadero privato, lì la barca è molto più utile della macchina


Qui invece è meno tranquillo, gli astemi non sono la maggioranza

Si torna già verso Spalato; anche se non è ancora luglio i traghetti sono già affollati, e i catamarani pieni; anche in mare c'è folla


Anche il traffico aereo è molto intenso, ma dalla torre di controllo sanno come farsi ascoltare


Nel salone partenze di SPU, anche questo già affollato, c'è una bella vetrata panoramica, io mi metto in prima fila

Rotate!


Il Mooney aspetta il suo turno...

...e poi via anche lui

Questo non l'avevo mai visto

Il ruotino sterza bene

Quando guardo gli aerei torno bambino


Buone notizie, arriva anche il mio, quasi puntuale... Non è un Embraer come qualche giorno fa all'andata, ma un 319: evidentemente la stagione avanza e i flussi aumentano

Anche qui la convivenza coi pesi leggeri è pacifica

Omaggio alla rampa croata

Visto dal finestrino il comandante sembra giovanissimo, e allora ho due motivi per invidiarlo

L'ultima dalla scaletta

Andati


Vicino alle Alpi mi piacciono queste nubi lenticolari

Cosa vedo passare a MUC vicino alla collina degli spotter? Una mia vecchia conoscenza!


Due parole sul transito. La coincidenza non era larghissima, un'ora circa, ma arrivo al terminal (dopo un discreto viaggetto sul Cobus) a soli 15 minuti dall'orario di imbarco. Devo passare il controllo passaporti, ma la cosa non mi preoccupa, so che è molto veloce. Invece, a sorpresa (per me) si deve rifare il check sicurezza! Tutti in fila davanti al metal detector a togliersi le cinture e a farsi sequestrare i liquidi, comprati a SPU in zona strerile! Io avevo solo un'aranciata, ma se avessi fatto acquisti al duty free dovevo regalargli i liquori? Pare di sì. Non capisco poi quale sia la logica di questo doppio controllo: sempre in Germania, in occasione di altri transiti con provenienza extra-Shengen non l'hanno fatto: chiedo lumi a chi ne sa di più.
Comunque arrivo al gate in tempo, a imbarco iniziato; si procede con la lettura automatica della carta d'imbarco davanti a un cancelletto, tutti passano senza problemi salvo un italiano

Ma la cosa più stupefacente di tutta l'operazione è che nonostante il tempo di transito programmato fosse già un po' strettino, e per di più con un quarto d'ora abbondante di ritardo in arrivo da SPU, il bagaglio verrà regolarmente imbarcato per FCO: qui si vede tutta la classe di un grande hub.
Zona Embraer

In attesa sull'autobus guardo le operazioni di rifornimento catering di questo triplo dell'ANA: l'addetto arriva, il portello è chiuso, e lui che fa? Pensate che abbia un sistema computerizzato magari via satellite per comunicare con la cabina? No, bussa forte alla porta fino a che non gli aprono! Forse un po' rudimentale, ma funziona.

Le cerniere del portellone mi sembrano molto ben dimensionate.

E con questo finisce il report fotografico, non sono al finestrino nell'ultimo volo (operato da un 320, così in quattro voli ho viaggiato su buona parte della flotta medio raggio Lufthansa: 319, 320, 321 e 195).
Due parole sull'arrivo, semplicemente deprimente: dopo una mezza maratona lungo interminabili corridoi tristi e squallidotti (i pochi negozi o punti ristoro che si incontrano, alle 9 di sera sono chiusi) il vero benvenuto in Italia viene offerto nel lerciume del salone ritiro bagagli. Io so già cosa mi aspetta, e mi metto comodo: non così i miei ingenui compagni di volo americani e giapponesi, che si affollano speranzosi su un nastro che resterà fermo PER PIU' DI UN'ORA!
Fiumicino, lato arrivi: la vergogna di un paese fallito.

Ciao Croazia, arrivederci a presto.
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