Scusate per la lunga attesa... ecco la terza (e - penso - penultima) parte del TR!
Lasciata Chittorgarh, nella strada lungo Udaipur ci imbattiamo in un diluvio. Ed è qui che inizio seriamente a pensare di avere qualche strana influenza sul tempo... nel Rajasthan, come dicevo, siamo in piena stagione secca, eppure è il terzo temporale che incontriamo dal nostro arrivo a Jaipur. La pioggia viene giù a catinelle, condita da tuoni e fulmini. L'autista, per fortuna, rallenta molto e, cosa più unica che rara, siamo in una strada poco trafficata e in buone condizioni... e senza troppi tipi di mezzi a percorrerla.
Insomma, giungiamo sani e salvi a Udaipur dove, dopo l'ennesimo diluvio, ci accoglie il sole, ormai quasi al tramonto.
Questa è la vista dalla terrazza del nostro albergo. Sì, perché in India quasi OGNI hotel ha un rooftop dove, quasi sempre, trova posto anche un ristorante che serve cucina locale. Devo dire che, seguendo un po' i consigli di Tripadvisor e un po' quelli della nostra Lonely Planet, non ci siamo mai trovati davvero male, nè con il cibo nè con l'alloggio, nonostante abbiamo sempre optato per strutture economiche (nell'ordine dei 10-30 euro a notte per camera). Le strutture più economiche in assoluto partono a volte da meno di 5 euro per una doppia, ma quelle non abbiamo avuto il coraggio di sperimentarle. Le più costose, invece, arrivano fino a 500-1000 euro a notte per gli hotel di lusso.
La più costosa (o meglio, meno economica) sistemazione è stata quella di Delhi, le ultime tre notti di viaggio. Un b&b veramente bello, pulitissimo e gestito benissimo a 50 euro a camera, inclusa la colazione.
...dove eravamo arrivati? ...
Ah, giusto, dovevo postare la foto con la vista dalla terrazza. Scusate per l'inciso.
Quello che si vede nel lago è l'hotel più costoso di Udaipur, nell'ordine di prezzi che dicevo poco sopra, o quasi.
Altra vista
E un'altra giornata è giunta al termine.
Il giorno dopo lo dedichiamo alla visita di Udaipur. Ci dirigiamo subito al City Palace, fermandoci ad osservare qualche scorcio cittadino.
L'entrata del palazzo
L'onnipresente Ganesh
La vista sulla città dal palazzo
Selfie (o quasi

)
Ancora il Lake Palace
Qualche altro scorcio sulla città...
E qualche dettaglio del Palazzo
Ci spostiamo poi, via taxi (unico modo possibile) su un monte che sovrasta la città. La zona è dichiarata area protetta e la vista, da qui, è davvero bella.
Gli immancabili macachi
Eccomi
Torniamo poi in città per fare un'ultimo giro prima del tramonto.
Penso di poter dire che, tra tutte le città visitate, Udaipur è quella più affascinante (insieme forse a Jaisalmer, che arriverà tra non molto) e di sicuro la più
ordinata, se così si può dire, di tutto il Rajasthan.
La mattina dopo ci avviamo verso Jodhpur, accompagnati dal nostro solito autista. Sarà la tappa più lunga, perché sosteremo, lungo il percorso, al forte di Kumbalgarh e al tempio jainista di Ranakpur. Partendo la mattina alle 8 da Udaipur raggiungeremo Jodhpur solo verso le 5 del pomeriggio.
Lungo la strada incontriamo una famiglia che lavora la canna da zucchero
A Kumbalgarh per prima cosa incontriamo lui
E questo è il palazzo del forte, situato in cima ad un monte in un luogo che, un tempo, non doveva essere facilmente accessibile.
Shooting
Ad appena 12 km da Kumbalgarh in linea d'aria, ma ben 50 via strada, si trova Ranakpur. Il tempio giainista è una destinazione turistica molto popolare, e in effetti merita davvero, la sua struttura è di una complessità incredibile.
Vista totale
Lasciamo Ranakpur decisamente soddisfatti, senza sapere che ci attendevano le 3 ore di auto più terrorizzanti dell'intero viaggio. La strada che porta a Jodhpur, infatti, attualmente è quasi tutta in fase di ampliamento. Nel frattempo va da sè che è strettissima a causa dei lavori e in più decisamente trafficata, soprattutto di mezzi pesanti. I continui sorpassi azzardati tra un camion e l'altro sono qualcosa che ti fa sentire miracolato a poter essere qui a parlarne.
In un modo o nell'altro prima del tramonto raggiungiamo Jodhpur. Qui la sosta sarà brevissima, solo la sera e la mattina successiva, prima di partire per Jaisalmer. Questa è la vista che abbiamo sull'enorme forte del Mehrangarh dalla solita terrazza dell'hotel.
Jodhpur è conosciuta come "la città blu", ed è subito chiaro il perché.
Il Forte in versione notturna
...e mattutina.
Uno stormo di piccioni ci regala un bello spettacolo
E' di nuovo ora di partire. Jodhpur-Jaisalmer sono circa 250 km e 4 ore di auto. Leggermente meno del solito, perché la strada non è troppo male ed è poco trafficata. Dopotutto, proseguendo in questa direzione, dopo Jaisalmer si incontra solo il deserto, e poi il confine con il Pakistan.
Il deserto inizia a farsi vedere già non molto tempo dopo che lasciamo Jodhpur
E, come sempre prima del tramonto, raggiungiamo Jaisalmer, soprannominata la città d'oro per il suo caratteristico colore, dovuto all'arenaria con cui è costruita. Ovviamente anche Jaisalmer ha il suo forte, in questo caso abitato da svariate migliaia di persone.
Vista mattutina.
Il pomeriggio del secondo giorno ci concediamo un giro in sella al dromedario sulle dune del deserto del Thar. Ci sono diversi siti, a qualche decina di chilometri da Jaisalmer.
Più o meno l'intera popolazione di Jaisalmer proverà a proporci il giro in dromedario, ai più svariati prezzi e condizioni. Noi non ci troviamo male.
Bel posto, senza dubbio. Unica pecca, e non da poco: troppa gente, e troppa sporcizia. Peccato.
Il giorno successivo ci aspetta un lungo spostamento: 300 km, da Jaisalmer a Bikaner. Per fortuna, grazie al poco traffico, è stato tutto molto tranquillo e sono addirittura riuscito a dormire un po' in macchina.
Prima di arrivare in hotel a Bikaner, però, faremo una breve deviazione verso Deshnok, e più precisamente verso il Karni Mata Temple.
Forse qualcuno di voi l'avrà sentito nominare... ebbene sì, è il tempio dei topi. Qui migliaia, decine di migliaia di topi scorrazzano liberi per il tempio, indisturbati e anzi, adorati come divinità. Guai a calpestarne uno!
Si dice che vedere il topo bianco, in mezzo a migliaia di topi grigi, porti fortuna. Purtroppo non l'abbiamo visto.

Ah, inutile dire che in questo tempio, come in tutti i templi dell'India, si entra scalzi. Per fortuna è concesso l'utilizzo di calzini, che se utilizzati senza delle buste protettive saranno ovviamente da buttare alla fine della visita.
Onestamente, comunque, mi aspettavo peggio. Sarà che dopo 10 giorni di India un po' ci si abitua a quelle che noi di sicuro definiremmo quantomeno stranezze, ma pensavo che un posto del genere mi avrebbe fatto più impressione. Invece non lo trovo così scioccante.
La rete serve ad evitare che gli uccelli si mangino i topi. Non sia mai.
Terminata la visita andiamo in hotel a Bikaner. Proveremo ad uscire la sera, ma ci rinunciamo subito dopo aver perso circa 20 minuti solo per attraversare un incrocio costantemente occupato da un disordinatissimo e densissimo viavai di mezzi di ogni tipo.
La mattina dopo siamo in stazione, stavolta si viaggia in treno. Bikaner-Delhi, circa 8 ore a bordo di questo mezzo. Almeno evitiamo di perdere altri anni.
Perdonate la faccia addormentata.
Questo l'interno.
A vederlo così fa un po' paura, ma in realtà non era poi così male: una volta sistemati ai propri posti vengono consegnate delle lenzuola pulite (davvero pulite, eh

) e ci si può stendere come su un letto. Questo in seconda classe, ovviamente in quelle inferiori non voglio neanche immaginare.
Del viaggio e dell'arrivo a Delhi non ho altre foto utilizzabili. La sera, distrutti, ci sistemiamo nell'ottimo B&B, un po' decentrato ma davvero bello. La mattina successiva alle 6 siamo già pronti per prendere un'altro treno, quello per Agra. Sono circa 3 ore, e questo ci consente di fare un daytrip: in serata saremo di ritorno nella capitale.
Arrivati ad Agra, prima di visitare Sua Maestà il Taj, andiamo a Fatehpur Sikri, città moghul la cui costruzione è iniziata nel cinquecento. Merita una visita.
La moschea
Tornati ad Agra è tempo di visitare uno dei monumenti più famosi al mondo, il Taj Mahal.
Prima di accedere al famoso giardino si passa attraverso questa porta.
Eccolo, perfettamente allineato con la porta.
Fidatevi, vederselo così, di fronte, dal vivo e non in foto come si è abituati, fa un effetto notevole. E' semplicemente stupendo, non trovo altre parole per descriverlo.
Una foto ricordo è d'obbligo.
Non riesco a smettere di fotografarlo.
L'interno del mausoleo, dove è vietato scattare foto, rispetto alla magnificenza dell'esterno non esalta granché.
Questa è una delle due moschee, identiche, poste ai due lati del Taj.
Il fiume Yamuna. Sembra che sia tra i più inquinati al mondo, ma da qui non ha un brutto aspetto.
Verrebbe da rimanere qui ancora e ancora, ma è tempo di andare.
Tornati a Delhi crolliamo in letargo, e il giorno successivo, l'ultimo di questo viaggio, usciremo dal b&b decisamente tardi.
Qualche scorcio di Delhi
Sì, qui siamo sempre a Delhi, ma nella zona nuova. Appena un minimo di differenza, no?
E con ciò si conclude questo lunghissimo OT. "Finalmente", direte voi, "ndo stanno gli aerei in questo TR?"
Nel quarta e ultima parte, dedicata esclusivamente al viaggio di ritorno, ci sarà qualcosa di più, promesso.

Spero che fin qui, intanto, non vi siate annoiati troppo!
A presto per il finale!
