Racconto di come un forumista di Aviazione Civile è stato individuato come aspirante attentatore suicida dalla kafkiana security israeliana.
...Passiamo il confine "al mare" tra Giordania e Israele, tra Aqaba e Eilat, aperto da non molto fra i due Paesi che nel '94 hanno firmato un trattato di pace. Si arriva fino a un certo punto in taxi, poi si scende e si fa un lungo pezzo a piedi, non c' è nessuno, solo noi.
Si deve pagare per uscire dalla Giordania e bisogna chiedere che non timbrino il passaporto all' uscita, altrimenti con quel passaporto non si entrerà più in quasi nessun Paese islamico. "Grazie di essere venuti in Giordania" è il saluto dell' ultima guardia di frontiera.
In Israele siamo subito "benvenuti" diversamente, una serie di soldatesse antipatiche ci fa un interrogatorio, poi di nuovo bisogna chiedere che non timbrino il passaporto, ma sono arroganti, sgradevoli, sembrano i sergenti dei vecchi film. Stranamente non ci perquisiscono né passano le valigie ai raggi X, come è successo alla frontiera fra Siria e Giordania.
Attesa al cambio valuta e, dopo 45 minuti, siamo finalmente di là.
La meta è la città santa, a 4 ore e mezzo di bus, ma si può volare a Tel Aviv e poi sono pochi chilometri.
Il taxista cerca subito di fregarci, dicendo che ad agosto i voli sono tutti pieni e si propone di portarci lui a Gerusalemme, per una cifra assurda. Ma ho appena guardato su internet, c' è posto su un sacco di voli.
Il piccolo apt di Eilat è un vero city airport, come se fosse corso Vittorio Emanuele a Milano, la testata è sul lungomare e vedo parecchi turboelica sul piazzale. La tariffa O/W per TLV è solo 75 dollari con Israir e Arkia, il biglietto si compra direttamente al banco del check-in. Come se fosse la stazione dei bus, che è solo a 100 metri.
Ma prima bisogna fare i controlli di sicurezza, il volo è fra quasi due ore.
Ci tocca un nuovo interrogatorio davvero ossessivo di 20 minuti, chiedo se faremo in tempo a prendere il volo, altrimenti é meglio il bus. Quindi si passa al controllo personale e dei bagagli, ci portano ciascuno in una stanzetta diversa. Mi tastano TUTTO in non meno di 15 minuti, controllano che non ci sia nulla cucito nel colletto della polo, tastano anche i bottoni attentamente. Gentilmente mi lasciano almeno in mutande, ma il tizio tocca tutto, davvero troppo tutto, a un certo punto levo la sua mano dalle mie chiappe sbraitando e mi posso rivestire.
Le valigie sono state svuotate, tutto è stato portato in un' altra stanza e il tempo passa. Ogni tanto arriva un po' di biancheria sporca, dopo un' ora quella pulita e il tempo passa. Chiamano il volo che volevo prendere e noi sempre lì ad aspettare.
Arrivano insieme i soldi di tutt' e due, ma non i portafogli, chi si ricorda quanto è mio e quanto è tuo... Arrivano i caricatori dei telefonini e il tempo passa.
È chiaro che ci stanno prendendo per il cuxo, vogliono farci capire che essere andati "di là" è un crimine da espiare? Forse siamo simpatizzanti palestinesi, chissà. Il 99,9% dei turisti che viaggia fra Giordania e Israele fa parte di un tour religioso e si muove in bus, questi pazzi che vogliono volare sono certo pericolosissimi.
Urlo, faccio chiamare la supervisore e le dico che voglio telefonare all' Ambasciata italiana, che il loro comportamento è inammissibile, siamo pure di un Paese che li sostiene. Chiedo il cellulare per chiamare e pretendo che mi ridiano tutta la roba, andremo via terra. A questo punto la tizia dice che possiamo prendere un volo in serata, ma che non partiranno né il mio rasoio elettrico né il suo caricatore. In teoria dovrei ritrovarli pochi giorni dopo a TLV alla partenza per Malpensa, ma non ci credo e non voglio gettare altre ore e 180 euro di buona tecnologia nipponica. Il rasoio basta accenderlo e passarlo ai raggi X per capire che non è una bomba, l' hanno pure sicuramente smontato, ma sono irremovibili. È una questione di principio per loro, ma anche per me. Quindi personal aborted takeoff.
Ore e ore di controlli, sei persone a verificare che le valigie di due Italiani non siano esplosive. E' stato davvero allucinante! Con grande gentilezza, per controllare qualcosa non svitano, spaccano. E poi non sanno giustificarsi, quindi raddoppiano l' arroganza, fanno sparire gli oggetti rotti, come dei bambini dell' asilo.
Se il futuro dell' aviazione civile è questo è un futuro molto grigio.
Ricordo i controlli di sicurezza a DUB e LHR nei primi anni '70, con i calzini rovesciati uno ad uno, ho passato ai tempi il Checkpoint Charlie del Muro di Berlino con la mia Uno, sono andato a JFK e EWR nell' ottobre 2001, non è la prima volta che provo dei controlli seri, ma una cosa del genere non l' avevo mai vista né immaginata e gente così antipatica e strafottente non l' avevo mai incontrata, siamo stati trattati come membri di una razza inferiore e sgradita.
Al tramonto del venerdì, inizio dello shabbat, sono andato a vedere il Muro del Pianto da una terrazza situata nel quartiere ebraico, ma a non più di 30 metri da quello islamico. Da lì si possono vedere, senza disturbare, le funzioni religiose che si tengono oltre il recinto
Quello che vedete è il cuore del problema. La cupola d' oro ricopre la roccia su cui Abramo voleva sacrificare Isacco, sulla quale sono stati costruiti i templi di Salomone e Erode, di cui resta solo il celebre muro di sostegno che vedete. Per i Cristiani la spianata è "solo" il luogo in cui Gesù discusse coi dottori e da cui scacciò i mercanti, la moschea fu chiesa al tempo dei Crociati, ma in sostanza conta molto meno del Santo Sepolcro. Per gli Islamici invece da quella roccia Muhammad volò in cielo, seguendo l' esempio di Gesù che invece usò la "pista" che vedete sullo sfondo, il Monte degli Ulivi. Insomma un miliardo di Musulmani teme che gli Ebrei prendano il controllo della spianata, distruggano la (meravigliosa) Moschea della Roccia per costruire il Terzo Tempio e i Cristiani temono che ne consegua la Terza Guerra Mondiale. Nessun Musulmano che abbia meno di 40 anni è autorizzato a salire sulla spianata, come sospetto terrorista, ma a mezzogiorno dei venerdì di Ramadan ci sono almeno 300.000 persone e al tramonto arrivano gli Ebrei hassidici con i loro colbacchi di pelliccia, i cappotti di raso nero e le calzette di seta bianche, incuranti del caldo sole gerosolimitano.
Insomma, certo è un posto che crea tensioni, ma nella terrazza è arrivato un gruppetto di Ebrei di Manhattan, in giro (costoso) alla scoperta della cabbalà che ora tanto piace a Madonna (Louise Veronica Ciccone). Hanno iniziato a cantare e ballare, maschi e femmine insieme come più sotto nemmeno si sognerebbero. Qualcuno di loro si è insospettito e alla fine, quando mi sono girato per andarmene, mi sono accorto che a due metri di distanza due poliziotti mi avevano tenuto sotto tiro per un' ora, pistola spianata come nei telefilm. Fortunatamente mi ero girato con lo scatto di un bradipo.
Che cosa rispondere? Shalom naturalmente, pace. Che di là è Salam aleikum, la pace sia con te, che non è propriamente un salamelecco... ma nella città santa sembra un' utopia.
...Passiamo il confine "al mare" tra Giordania e Israele, tra Aqaba e Eilat, aperto da non molto fra i due Paesi che nel '94 hanno firmato un trattato di pace. Si arriva fino a un certo punto in taxi, poi si scende e si fa un lungo pezzo a piedi, non c' è nessuno, solo noi.
Si deve pagare per uscire dalla Giordania e bisogna chiedere che non timbrino il passaporto all' uscita, altrimenti con quel passaporto non si entrerà più in quasi nessun Paese islamico. "Grazie di essere venuti in Giordania" è il saluto dell' ultima guardia di frontiera.
In Israele siamo subito "benvenuti" diversamente, una serie di soldatesse antipatiche ci fa un interrogatorio, poi di nuovo bisogna chiedere che non timbrino il passaporto, ma sono arroganti, sgradevoli, sembrano i sergenti dei vecchi film. Stranamente non ci perquisiscono né passano le valigie ai raggi X, come è successo alla frontiera fra Siria e Giordania.
Attesa al cambio valuta e, dopo 45 minuti, siamo finalmente di là.
La meta è la città santa, a 4 ore e mezzo di bus, ma si può volare a Tel Aviv e poi sono pochi chilometri.
Il taxista cerca subito di fregarci, dicendo che ad agosto i voli sono tutti pieni e si propone di portarci lui a Gerusalemme, per una cifra assurda. Ma ho appena guardato su internet, c' è posto su un sacco di voli.
Il piccolo apt di Eilat è un vero city airport, come se fosse corso Vittorio Emanuele a Milano, la testata è sul lungomare e vedo parecchi turboelica sul piazzale. La tariffa O/W per TLV è solo 75 dollari con Israir e Arkia, il biglietto si compra direttamente al banco del check-in. Come se fosse la stazione dei bus, che è solo a 100 metri.
Ma prima bisogna fare i controlli di sicurezza, il volo è fra quasi due ore.
Ci tocca un nuovo interrogatorio davvero ossessivo di 20 minuti, chiedo se faremo in tempo a prendere il volo, altrimenti é meglio il bus. Quindi si passa al controllo personale e dei bagagli, ci portano ciascuno in una stanzetta diversa. Mi tastano TUTTO in non meno di 15 minuti, controllano che non ci sia nulla cucito nel colletto della polo, tastano anche i bottoni attentamente. Gentilmente mi lasciano almeno in mutande, ma il tizio tocca tutto, davvero troppo tutto, a un certo punto levo la sua mano dalle mie chiappe sbraitando e mi posso rivestire.
Le valigie sono state svuotate, tutto è stato portato in un' altra stanza e il tempo passa. Ogni tanto arriva un po' di biancheria sporca, dopo un' ora quella pulita e il tempo passa. Chiamano il volo che volevo prendere e noi sempre lì ad aspettare.
Arrivano insieme i soldi di tutt' e due, ma non i portafogli, chi si ricorda quanto è mio e quanto è tuo... Arrivano i caricatori dei telefonini e il tempo passa.
È chiaro che ci stanno prendendo per il cuxo, vogliono farci capire che essere andati "di là" è un crimine da espiare? Forse siamo simpatizzanti palestinesi, chissà. Il 99,9% dei turisti che viaggia fra Giordania e Israele fa parte di un tour religioso e si muove in bus, questi pazzi che vogliono volare sono certo pericolosissimi.
Urlo, faccio chiamare la supervisore e le dico che voglio telefonare all' Ambasciata italiana, che il loro comportamento è inammissibile, siamo pure di un Paese che li sostiene. Chiedo il cellulare per chiamare e pretendo che mi ridiano tutta la roba, andremo via terra. A questo punto la tizia dice che possiamo prendere un volo in serata, ma che non partiranno né il mio rasoio elettrico né il suo caricatore. In teoria dovrei ritrovarli pochi giorni dopo a TLV alla partenza per Malpensa, ma non ci credo e non voglio gettare altre ore e 180 euro di buona tecnologia nipponica. Il rasoio basta accenderlo e passarlo ai raggi X per capire che non è una bomba, l' hanno pure sicuramente smontato, ma sono irremovibili. È una questione di principio per loro, ma anche per me. Quindi personal aborted takeoff.
Ore e ore di controlli, sei persone a verificare che le valigie di due Italiani non siano esplosive. E' stato davvero allucinante! Con grande gentilezza, per controllare qualcosa non svitano, spaccano. E poi non sanno giustificarsi, quindi raddoppiano l' arroganza, fanno sparire gli oggetti rotti, come dei bambini dell' asilo.
Se il futuro dell' aviazione civile è questo è un futuro molto grigio.
Ricordo i controlli di sicurezza a DUB e LHR nei primi anni '70, con i calzini rovesciati uno ad uno, ho passato ai tempi il Checkpoint Charlie del Muro di Berlino con la mia Uno, sono andato a JFK e EWR nell' ottobre 2001, non è la prima volta che provo dei controlli seri, ma una cosa del genere non l' avevo mai vista né immaginata e gente così antipatica e strafottente non l' avevo mai incontrata, siamo stati trattati come membri di una razza inferiore e sgradita.
Al tramonto del venerdì, inizio dello shabbat, sono andato a vedere il Muro del Pianto da una terrazza situata nel quartiere ebraico, ma a non più di 30 metri da quello islamico. Da lì si possono vedere, senza disturbare, le funzioni religiose che si tengono oltre il recinto

Quello che vedete è il cuore del problema. La cupola d' oro ricopre la roccia su cui Abramo voleva sacrificare Isacco, sulla quale sono stati costruiti i templi di Salomone e Erode, di cui resta solo il celebre muro di sostegno che vedete. Per i Cristiani la spianata è "solo" il luogo in cui Gesù discusse coi dottori e da cui scacciò i mercanti, la moschea fu chiesa al tempo dei Crociati, ma in sostanza conta molto meno del Santo Sepolcro. Per gli Islamici invece da quella roccia Muhammad volò in cielo, seguendo l' esempio di Gesù che invece usò la "pista" che vedete sullo sfondo, il Monte degli Ulivi. Insomma un miliardo di Musulmani teme che gli Ebrei prendano il controllo della spianata, distruggano la (meravigliosa) Moschea della Roccia per costruire il Terzo Tempio e i Cristiani temono che ne consegua la Terza Guerra Mondiale. Nessun Musulmano che abbia meno di 40 anni è autorizzato a salire sulla spianata, come sospetto terrorista, ma a mezzogiorno dei venerdì di Ramadan ci sono almeno 300.000 persone e al tramonto arrivano gli Ebrei hassidici con i loro colbacchi di pelliccia, i cappotti di raso nero e le calzette di seta bianche, incuranti del caldo sole gerosolimitano.
Insomma, certo è un posto che crea tensioni, ma nella terrazza è arrivato un gruppetto di Ebrei di Manhattan, in giro (costoso) alla scoperta della cabbalà che ora tanto piace a Madonna (Louise Veronica Ciccone). Hanno iniziato a cantare e ballare, maschi e femmine insieme come più sotto nemmeno si sognerebbero. Qualcuno di loro si è insospettito e alla fine, quando mi sono girato per andarmene, mi sono accorto che a due metri di distanza due poliziotti mi avevano tenuto sotto tiro per un' ora, pistola spianata come nei telefilm. Fortunatamente mi ero girato con lo scatto di un bradipo.
Che cosa rispondere? Shalom naturalmente, pace. Che di là è Salam aleikum, la pace sia con te, che non è propriamente un salamelecco... ma nella città santa sembra un' utopia.