Citazione:Messaggio inserito da maxlanz
Sono partito dalla Giordania per l'Egitto: passaporto timbrato ad Aqaba in uscita.
Con lo stesso passaporto sono entrato altre enne volte in Egitto, Marocco eccetera.
Il problema sussiste col timbro Israeliano. Il timbro in uscita da Aqaba non significa necessariamente che sei entrato in Israele, per lo meno quello fatto in aeroporto, ma non credo differisca da quello fatto a terra, sempre Aqaba è (non c'era specificato airport).
Ciao
Massimo
Probabilmente il timbro apposto al confine terrestre di Aqaba con Israele (c.d. Araba Point/Rabin Point) reca una scritta diversa da quello apposto all' apt, così come quello al confine terrestre con l' Arabia Saudita o al porto, se si prende il traghetto per Nuweiba (Egitto). Io ho seguito religiosamente le indicazioni della Lonely Planet ed il problema non dovrebbe essere campato per aria, altrimenti le guardie di frontiera giordane non acconsentirebbero alla richiesta di non timbrare il passaporto in uscita.
In questo c' è cortesia verso i turisti, ma anche un calcolo preciso, quello di intercettare una parte del turismo che va verso la Terra Santa. A parte la città vecchia di Gerusalemme un pellegrinaggio cristiano porta in Galilea (Nazareth, lago di Tiberiade), nei Territori Occupati della Cisgiordania (Betlemme), in località che però non hanno nessun interesse storico-artistico, a vedere brutte chiese moderne che non possono entusiasmare nessuno. La Giordania, che aveva il controllo del 90% di queste località prima della guerra del '67, offre lo spettacolare Monte Nebo ma soprattutto la non cristiana, ma meravigliosa Petra, che soddisfa il coté turistico di ogni pellegrino. Perciò fa comodo a tutti agevolare lo spostamento terrestre fra Israele e Giordania. Business is business e i Giordani si sforzano palesemente di essere più amichevoli degli Israeliani nei confronti dei turisti europei/cristiani. Sono sinceri o ruffiani? Non lo so, certo la distanza dal comportamento della polizia israeliana è siderale.
Interessante osservare le procedure di sicurezza all' apt Ben Gurion di Tel Aviv. La mia esperienza è particolare perché sono ripartito il sabato, quando la compagnia di bandiera El Al non vola per non irritare i religiosi ortodossi e il grandissimo aeroporto deve trattare un ridotto numero di pax (ma non troppo, LH arriva con il 744! BA con il 777). Sorry niente foto, come capirete.
Ancor prima di varcare le porte del nuovissimo Terminal 3, usato dai vettori stranieri, c' è il solito addetto all' interrogatorio, questa volta brevissimo e non fatto a tutti. Con un po' di pratica si risponde in modo automatico con risposte non necessariamente vere, ma più utili a non creare guai.
"Da quanto sei in Israele?"
"Quattro giorni"
"Dove sei stato in Israele?"
"A Gerusalemme"
"Perché sei andato a Gerusalemme?
"Perché sono cristiano"
"E allora perché sei andato a Gerusalemme?"
"Per vedere il Santo Sepolcro"
"Conosci qualcuno in Israele?"
"No"
"Sei stato altre volte in Israele?
"No"
Sfoglia il passaporto...
"Ma sei stato in Egitto e in Turchia..."
"Certo, hanno delle belle spiagge"
"Conosci qualcuno in Egitto e in Turchia?"
"No, non conosco nessuno"
Continua a sfogliare il passaporto, grazie a dio non vede il visto siriano, perdendosi fra i timbri brasiliani, australiani, americani etc.
"Viaggi molto"
"Sì, non ho figli e posso permettermi di viaggiare spesso"
"Qualcuno ti ha dato qualcosa da portre in valigia?"
"No, non conosco nessuno, non ho incontrato nessuno e nessuno mi ha dato nulla da portare in valigia" eccetera eccetera
Finalmente entro nel salone delle partenze, grandissimo.... ma non si vedono i banchi del check-in, perché è dedicato ai controlli di sicurezza, effettuati anche con macchinari di enormi dimensioni.
Il check-in Alitalia va fatto entro 150 minuti dall' orario di decollo, io mi presento 240 minuti prima e l' addetta alla sicurezza mi dice di tornare dopo mezz' ora, perché il check-in non è aperto. Ma non è vero, è la risposta che dà a chi non ha il passaporto israeliano. AZ pratica pesanti overbooking, viaggiare con un biglietto premio MilleMiglia aumenta il rischio di essere lasciato a terra, ma non fiato. Faccio un giro, ma non c' è nessun negozio o bar, solo gli uffici cambio. Non esco a vedere la stazione del treno, per non dover rifare l' interrogatorio di nuovo.
A esattamente 210 minuti dall' orario del decollo ho l' OK per mettermi in fila ai controlli, la valigia da spedire viene infilata in un macchinone molto molto più grande di quello che vediamo sempre per i bagagli a mano. Dopo un po' la valigia viene espulsa a razzo e ricade pesantemente sul nastro, etichettata e sono pronto per il controllo manuale...
C' è un bancone dove vengono aperte le valigie, a quasi tutti rovistano in ogni angolo, a me aprono solo la tascona con le guide, non si accorgono che una è della Siria e finalmente posso andare la check-in. Pochi banchi sono in fondo al salone, quelli di Alitalia invece sono in un piccolo locale successivo ed è lì che scopro che decine di israeliani, passati prima di me. Check-in aperto in contemporanea sia per il volo diretto a FCO, sia per MXP, trovo un posto nella seconda fila di uscite di sicurezza del 321, corridoio. Meglio avere un piccolo oblò al posto del finestrino, ma allungare le gambe per le 3 ore e 40 di viaggio, insolite per le mie esperienze sul 321.
Dopo il check-in c' è un salone per i controlli passaporti e chiedo di nuovo che non me lo timbrino, infine un salone con bar e negozi, ma è quasi tutto chiuso per il sabato. I gate sono ad un satellite, più o meno come a Malpensa e all' inizio del collegamento fra corpo principale e satellite ci sono il controllo del bagaglio a mano e il varco metal detector. Con mia somma sorpresa non c' è nessuna restrizione contro il portare liquidi a bordo, non mi devo togliere le scarpe né la cintura. Ne deduco che i macchinari sono molto più sofisticati dei nostri e che le norme di sicurezza in uso in Europa sono più per far scena che per fare sicurezza.
Il collegamento fra corpo principale e satellite ha la sezione almeno 50 volte maggiore di quello che vedo a MXP, dall' impianto sonoro viene ripetuto continuamente il divieto di girare armati per l' aeroporto. Vicino ai parcheggi c' è un comodo "guardaroba" dove si possono lasciare pistole e mitra e ritirarli al ritorno. O almeno così capisco, in realtà i mitra Uzi, portati con nonchalance, sono solo dei soldati che se li portano tranquillamente in libera uscita, li appoggiano a lato nelle toilette o al bar e non credo che però vadano all' estero.
Bene, sono arrivato nel grande salone centrale del satellite, da cui si diramano tre piccoli moli fra gli immensi duty free, pensati per gli Israeliani che comprano e ritirano al ritorno.
E' sabato, non c' è nulla di caldo da mangiare! Mc Donald's, rigorosamente kosher, con un bel muro a separare la vendita di hamburger da quella dei gelati, offre solo panini cotti il venerdì, potato wedges cotti il venerdì e le bibite fredde. Ovviamente nel menu non compaiono mai Mc Bacon e cheeseburger. Il resto è chiuso, si può rimediare con biscotti e salatini.
Non ci sono controlli di sicurezza all' imbarco e mi avvio ad una prima eccitante: dopo averne tanto parlato e scritto userò per la prima volta (e ultima...) Malpensa come hub, meta finale GOA.