C’e’ voluta un po’ di ingegneria aeronautica per trovare un itinerario decente da NBO a LIR (Costa Rica). Il colpo di genio mi viene quando trovo un diretto con JetBlue JFK-LIR che evita lo scalo a San Jose, e diventa tutto facile: NBO-LHR-JFK-LIR con due scali… fino a quando devo cambiare date e non trovo piu’ posto tra NBO e LHR, che quindi si trasforma in un NBO-AMS-LHR aggiungendo un terzo scalo inutile.
Sono tre nuove compagnie: Kenya Aiways, Virgin Atlantic e JetBlue, e KLM su cui non ho volato da un po’. Mi incuriosisce, e pure parecchio, Virgin Atlantic.
Let’s hit the road.
Volo: KQ116
NBO-AMS
A/M: 5YKQS
ETD: 08.25 (ATD 08.27)
ETA: 15.20 (ATA 15.09)
In the air: 08.55-14.57 (7h02)
Load (J): 8/28
Seat: 02A
Gira voce che abbiano intensificato i controlli a NBO dopo che hanno ritrovato qualche mese fa un ordigno inesploso in zona sterile (!!). Quindi con un volo in partenza alle 8.25am arrivo verso le 6 all’aeroporto per trovare controlli blandi come al solito.
In compenso l’addetta al check-in non sa che pesci prendere quando le dico che viaggio con una tavola da surf. Sparisce per 15 minuti, torna e mi dice di andare al Service Desk.
Eseguo, li’ mi dicono che devo pagare 105$ ma litigano con la cassiera (sportello a fianco) sul tipo di ricevuta che mi devono rilasciare.
Verso le 6.40 ho risolto, torno al check-in a ritirare la carta d’imbarco e faccio i controlli di frontiera.
La lounge di KQ e’ terrificante. Non c’e’ un posto a sedere che sia uno, la gente sta in piedi al (misero) buffet a mangiare quello che trova. Scappo al Gate che almeno e’ tranquillo e vi sono finestre.
Il nostro 777-200 che vola ad Amsterdam oggi.
Caricano la pappa.
Unico asiatico a NBO.
Il principale export keniota. Vengono trasportati ogni giorno in aereo e venduti al mercato di Amsterdam. Il cargo aiuta a tenere in piedi il doppio daily NBO-AMS.
Imbarchiamo in ritardo, alle 8.05. Pero’ siamo neanche in 100 su questo volo e infatti in 15 minuti l’imbarco e’ completato.
La famigerata configurazione 2-3-2. Il load e’ bassissimo (8/28) e le file centrali sono vuote.
Pitch.
Succo prima del decollo.
Auricolari di pessima qualita’.
Amenity kit buono.
Fratellini di casa KQ.
Il mio schermo ha problemi di luminosita’. Quello del posto vicino (vuoto) invece e’ ok anche se la definizione e’ bassa.
Tanzano per Zanzibar.
Coda per il decollo.
Quasi monocolore KQ a quest’ora.
Sbaglio o sul forum abbiamo anche chi ha viaggiato con sto bidone?
Volo UN che fa la spola con Mogadiscio.
Inizia il servizio, hot towel.
Viene servita rapidamente una prima colazione continentale con frutta, cereali, yoghurt, croissant e caffe’. Senza infamia e senza lode (voto 6).
Servizio completamente anonimo nonostante il load leggero.
Caffe’ imbevibile. Nonostante il Kenya sia produttore manca completamente la cultura del caffe’, che viene quasi tutto esportato. La bevanda nazionale e’ il te’.
Finito il servizio e’ tempo di fare un riposino, vista l’ora in cui mi sono alzato (4.15am).
La poltrona non mi piace. E’ troppo corta, e in posizione letto non e’ completamente piatta ed il cuscino e’ irregolare tanto da risultare scomoda. Design da rivedere completamente secondo me.
“Veullez” patienter… di pazienza in Africa ce ne vuole davvero tanta…
Comunque, nonostante la poltrona non proprio comoda, dormo per due orette.
Mi sveglio che mancano ancora 5 ore. Detesto i voli diurni.
Paesaggio desertico molto suggestivo.
Sull’Egitto inizia il servizio di aperitivo. Shiraz imbevibile, servito con le solite nocciole Out of Africa.
Lasciamo la costa africana sulla Libia, siamo a meta’ viaggio esatta.
Il servizio del pranzo inizia con una seconda hot towel. E’ circa l’1.30 ora di Nairobi, un vantaggio dei voli nord-sud e’ che i pasti vengono serviti a orari naturali e non completamente sballati (tipo la prima colazione a mezzanotte come sui voli per l’Asia).
Il menu di oggi.
La carta dei vini che dice poco o niente (neanche nomina lo Champagne).
Si inizia con una insalata di pollo e agrumi. Da bere passo allo Chardonnay, appena migliore dello Shiraz.
L’equipaggio e’ scoglionato quanto basta e neanche toglie il coperchio di plastica.
Antipasto ok (voto 7).
Sotto di noi la Grecia.
Pane e chapati, che in Kenya va tantissimo vista anche l’enorme popolazione locale di origine indiana.
Tilapia con salsa al tamarindo e riso con verdure. Appena sufficiente, sa un po’ di takeaway cinese (voto 6). Ma se KQ serve sta roba in J, in economy cosa serve, cartone?
Dolcetto, buono (voto 7). Il pranzo finisce qui, direi che il catering non e’ proprio il pezzo forte di KQ.
Intanto mi riaddormento per un’ora. Che palle sti voli diurni.
Mi risveglio qui, devo solo inventarmi qualcosa da fare per occupare quest’ultima ora di volo.
Finalmente ci siamo ma… no, la Polderbaan!!! Potrebbe quasi essere la terza pista di Heathrow.
Nonostante la distanza ce la caviamo con 13min di taxi e arriviamo al gate comunque in anticipo.
KL1023
AMS-LHR
A/M: PH-EZL
ETD: 16.50 (ATD 17.06)
ETA: 17.10 (ATA 17.06)
In the air: 17.12-17.01 (0h49)
Seat: 2F
Load: 100%
Schipol e’ deserto, mai vista cosi’ poca gente.
Anche la Crowne Lounge e’ vivibile. Non enorme l’offerta di cibarie ma adeguata all’orario del giorno.
I monitors segnano un ritardo di 10 minuti. L’imbarco e’ ai remoti, prima volta che mi capita ad AMS.
Il volo e’ operato da un Embraer Cityhopper… ci stara’ la tavola in stiva? Ho qualche dubbio…
Aereo pieno a tappo e la configurazione 2-2 in business e’ identica all’economy. Non comodissima ma ok per un volo di appena mezz’ora.
Il comandante su questo volo e’ uno spettacolo. Si vede che ha fretta di partire e mentre l’AV sta ancora chiudendo le cappelliere esce lui stesso dal cockpit a ritrarre la scaletta.
Una volta effettuato il push back si scusa con tono mortificato del ritardo, dice che non e’ stato possibile sostituire l’aeromobile (ma suvvia, per 10 minuti di ritardo!! per molte altre compagnie un ritardo del genere passerebbe del tutto in sordina…) e che fara’ di tutto per recuperare almeno un paio dei 10 minuti.
Curiosita’: la Capo Cabina e’ inglese infatti gli annunci in olandese verranno fatti dalla seconda AV. Comunque sono entrambe due gnocche.
In volo servono sta roba. Tutto cartone e plastica. C’e’ un mini cocktail di gamberetti, una insalata con falafel freddi, e una mini panna cotta. Ai limiti del commestibile. C’e’ un menu che spiega tutte ste prelibatezze; personalmente avrei preferito un panino con meno fronzoli ma di buona qualita’.
Mentre ci avviciniamo il pilota super gasato annuncia che e’ riuscito ad ottenere dal controllo aereo l’atterraggio sulla 27L, la piu’ comoda per il T4, e che quindi ora prevede di arrivare in orario.
Borough, Southwark, South Bank e lo Shard che svetta verso il cielo.
Tamigi.
Qui si movimenta ogni giorno una buona fetta della ricchezza del pianeta.
Royal House Guards, Haymarket e il tabellone orrendo di Piccadilly Circus.
Si vede persino la mia ex casa.
Riesco ad immortalare questa bellezza.
Arriviamo addirittura in anticipo. Complimenti al pilota, che viene a salutare personalmente i passeggeri all’uscita. Davvero bravo oltre che simpatico.
Due giorni di corsa ininterrotta a Londra con un tempo degno di Armageddon. Non mi faccio mancare una visita al mercatino di Bermondsay, che e’ stato uno dei miei appuntamenti fissi del sabato mattina negli ultimi anni. Atmosfera molto bohemiana con banconi ricavati in vecchi depositi.
Ma bando alle ciance, sono qui per loro, i migliori doughnuts di Londra, smerciati solo il sabato mattina e solo qui. E devi venire presto, ogni tanto gia’ dalle 11 si rischia di fare un viaggio a vuoto.
Cosa non sono questi.
VS9
LHR-JFK
A/M: GV-WKD
ETD: 17.40 (ATD 17.52)
ETA: 20.45 (21.26)
In the air: 18.19-21.13 (7h54)
Seat: 9A
Load (J): 90%
Con un numero imbarazzante di doughnuts sul groppone mi avvio verso il Terminal 3 di Heathrow per proseguire il viaggio.
Arrivo al T3 con un po’ di anticipo perche’ temo il volo possa essere cancellato per neve a New York. Filera’ invece tutto abbastanza liscio.
Virgin occupa una intera ala del Terminal 3 che quindi si tocca di striscio. Chi ha avuto la sfortuna di viaggiare dal T3 sa che e’ un vantaggio non da poco.
Check-in. Virgin la tavola te la fa viaggiare gratis.
Dal piano check-in si sale di un livello per confluire nella Upper Class Wing che e’ la zona dove si trova anche il drive-through per chi arriva con il servizio di limo e fa il check-in per telefono strada facendo. C’e’ un varco sicurezza dedicato dove non c’e’ praticamente nessuno. Fin qui i servizi di terra sono all’altezza.
Attraverso il labirinto del duty-free per andare alla ricerca della Clubhouse.
Si accede da questa scala di marmo.
L’addetta verifica la carta di imbarco e mi chiede se e’ la mia prima volta nella Clubhouse. Quando rispondo di si’ mi accompagna a fare un breve giro. Mi spiega che si viene serviti in tutte le zone eccetto The Library.
Diciamolo subito: trovo questa lounge semplicemente fantastica. Me la sarei aspettata forse un pelo piu’ grande, e magari il design moderno e creativo non fa per tutti. Ma per il resto, sono senza parole. Foto a manetta quindi.
Mappa, ogni zona ha un nome.
Vista generale.
The Cocktail Bar.
Design.
The Lodge.
The Poolside lounge.
Virgin Galactic, una delle tante stravaganze di Sir Richard Branson.
The Grey Goose loft, al piano superiore.
La scala porta a The Garden (piu’ una terrazza che un giardino ad onor del vero) con vista panoramica.
The Cinema con schermo gigante e varie postazioni audio.
The Den con biliardo e video giochi da tavolo.
The Playground per i marmocchi al seguito.
Con annesso buffet di caramelle.
The Library.
Dietro al bar c’e’ The Gallery, una zona con salottini piu’ tranquilli e vista sull’apron.
The Deli con scelta di insalate, salumi, formaggi e quant’altro per uno snack rapido.
Anche quattro tipi di salmone.
Tavolo comune davanti a The Deli.
The Brasserie, la zona ristorante con servizio al tavolo.
L’offerta, molto varia, tra snacks e portate. Anche la carta dei vini a occhio sembra buona (mi limito a un paio di flutes di Lanson).
Logo.
Antipasto di salmone, formaggio di capra, rucola e nocciole tostate. Squisito.
Il famoso Clubhouse Burger. Tutt’altra storia rispetto a quella roba di plastica che BA serve nelle sue lounges del T5.
La Clubhouse Spa, dove si puo’ scegliere tra massaggi (Cowshed Spa), trattamenti di ogni tipo o anche taglio di capelli (Bumble & Bumble). Ogni passeggero ha diritto ad un trattamento gratuito cui se ne possono aggiungere altri ad un costo ridotto. Prenoto un taglio di capelli e un facial per 15 pounds.
E’ ora di andare a provare il prodotto a bordo.
Certo l’inizio non e’ dei migliori. Restiamo bloccati nel corridoio per 15 minuti ( i flussi in arrivo e partenza non sono separati) mentre otto agenti di polizia con cani danno il benvenuto ai passeggeri del volo Virgin in provenienza da Lagos. Quando finalmente arrivo al gate mi viene detto che mi hanno spostato dall’1A al 9A causa cambio aeromobile. Potevo ribattere che l’1A e’ presente su entrambi gli aerei e quindi non c’era bisogno di mettermi 9 file dietro, ma lascio stare.
La Upper Class e’ configurata a spina di pesce su tutta la flotta. Su questo A340-600 e’ installata la vecchia versione. L’aereo e’ GV-WKD, molto simpatica la registrazione degli aerei Virgin.
La cabina e’ gia’ piena a meta’ quando salgo a bordo. C’e’ viola un po’ dappertutto.
Decorazione sul bulkhead.
Drink prima della partenza. Virgin serve lo champagne \nella classica coppa. Molto sparkling.
L’amenity kit e’ forse l’aspetto piu’ debole del prodotto. Vuoto e’ la custodia per un tablet.
Il buddy seat e’ studiato per fare sedere un’altra persona per pranzare assieme ed e’ dotato di cintura. Certo sarebbe una cena intima ma non mi sembra vi siano altre compagnie ad offrire questa possibilita’ al di fuori della F.
Una delle rotte piu’ redditizie del mondo.
Partiti con il solito ritardo ATC di Heathrow, nonostante le porte fossero chiuse in anticipo. Arriveremo con ulteriore in ritardo a causa dei venti contrari.
Il gioco di luci sul bulkhead fa molto Hollywood.
L’IFE e’ di ottima qualita’, forse non ai livelli di ICE, ma senz’altro migliore di qualsiasi altra europea e a pari merito con le asiatiche. Comunque per me cambia poco o niente.
Posto 9A. L’indiano deve pensare che sono uno fortemente dissociato per fare foto alla mia poltrona vuota.
Grave difetto del design, secondo me, avere eliminato la luce overhead. La cabina sara’ buia per quasi tutto il volo, e quindi l’unica luce sara’ quella laterale (e spiega anche la scarsa qualita’ delle foto).
Per aperitivo scelgo un’ottimo Shiraz servito con patatine Tyrrels (che secondo me sono le migliori sul mercato).
Menu, informale come il resto del prodotto.
Tavolo apparecchiato in stile casual e contemporaneo.
Pane di vario tipo.
Il famoso sale e pepe.
Avviso a chi volesse portarseli a casa.
Antipasto di salmone su mousse di aneto con avocado e relish di rapa. Fantastico (voto 10).
Piatto principale di petto di pollo con crema di cerfoglio, patata e zucca, presentato in maniera impeccabile su un piatto di dimensioni decenti. Anche questo fantastico (voto 10).
Dolce al cioccolato amaro e panna con lamponi.
No vabbe’ ma sono io o questo catering e’ da urlo? Da far impallidire molte First (voto 10)
Viene offerto il formaggio ma chiedo mi possa essere servito prima dell’arrivo.
Per finire, un te’ alla menta servito in un mug.
Equipaggio gentilissimo e affiatatissimo, si alternano in continuazione ma il servizio e’ fuido e rapido, tra l’altro non deve essere facile servire 45 passeggeri in 4 senza carrello. Ad un certo punto avevo chiesto una coca ma l’AV se la dimentica; ripassa dopo e quando vede che me la ha servita qualcun altro si scusa. Bene cosi’.
Scelgo di vedere Filth. Prima dell’inizio del film c’e’ un video di Richard Branson nel quale spiega come Virgin spende il ricavato delle donazioni dei passeggeri.
Complice lo champagne della Clubroom e lo scozzese strettissimo di Filth, interrompo dopo neanche 20 minuti e mi faccio preparare il letto.
Siamo qui e abbiamo un bel vento contrario.
Postacci…
Mi faccio una sana dormita per quasi tre ore fino alla costa del Canada.
Vento contrario leggermente calato.
Non so se sono l’imbottitura della poltrona, il materassino o la perfetta temperatura della cabina tale da rendere necessario il piumino (aiutata dalle boccucce d’aria individuali che altre compagnie hanno eliminato), ma raramente ho dormito cosi’ bene su un volo che non fosse notturno.
Ho trovato la vecchia J di Cathay (anch’essa a spina di pesce) molto piu’ scomoda, mentre questa e’ tutta un’altra storia. Che non sia dovuto al fatto che su Virgin il poggiaschiena si ribalta mente su Cathay si reclina all’indietro? Comunque sia il risultato e’ molto diverso.
Mi sveglio appena in tempo per il gelato.
Le ultime due ore del volo le trascorro seduto al bar a parlottare assieme ad altri due perfetti sconosciuti passeggeri (una americana che abita a Londra e un inglese sempre di Londra) e il Capo Cabina. Il Capo Cabina e’ assai cordiale ed interpreta molto bene anche il ruolo del barista che tiene banco, conversando del piu’ e del meno. Anche gli altri AV ogni tanto passano a scambiare due chiacchiere.
Nel mezzo della chiacchierata si parla del nuovo 330 di Virgin e il Capo Cabina boccia in tronco la nuova Upper Class, dice che hanno dovuto adattare il design studiato per il Dreamliner ad una fusoliera molto piu’ stretta con risultati catastrofici. Secondo lui e’ solo questione di tempo e Virgin si sbarazzera’ della flotta di 330.
Poco prima dell’atterraggio si avvicina al bar l’AV per chiedere se gradisco il formaggio, ma sono sazio e declino, e’ gia’ mezzanotte passata a Londra.
Non c'e' un vero e proprio secondo servizio, che fa senso vista l'ora, ma una scelta di snacks caldi o freddi.
Torno al posto per compilare le scartoffie di arrivo mentre siamo in fase di avvicinamento, le 8 ore sono letteralmente volate.
Atterriamo con un bel po’ di ritardo ma non avendo connessione fino all’indomani mattina la cosa non mi infastidisce piu’ di tanto.
E’ la mia prima volta al T4 e a quest’ora ci sono parecchi voli in arrivo dal Centro o Sud America, a giudicare dallo spagnolo che si sente parlare in giro. I bagagli arrivano in un tempo molto rispettabile ma la tavola no, ne avro’ per altri 20 minuti buoni. Una curiosita’: i bagagli dell’equipaggio Virgin vengono scaricati sul nastro oversized, quindi sono in loro compagnia durante l’attesa.
A New York c’e’ un freddo boia. Per fortuna mi fermo solo poche ore in uno Sheraton vicino al JFK.
Prosegue dopo la telepromozione.
Sono tre nuove compagnie: Kenya Aiways, Virgin Atlantic e JetBlue, e KLM su cui non ho volato da un po’. Mi incuriosisce, e pure parecchio, Virgin Atlantic.
Let’s hit the road.
Volo: KQ116
NBO-AMS
A/M: 5YKQS
ETD: 08.25 (ATD 08.27)
ETA: 15.20 (ATA 15.09)
In the air: 08.55-14.57 (7h02)
Load (J): 8/28
Seat: 02A
Gira voce che abbiano intensificato i controlli a NBO dopo che hanno ritrovato qualche mese fa un ordigno inesploso in zona sterile (!!). Quindi con un volo in partenza alle 8.25am arrivo verso le 6 all’aeroporto per trovare controlli blandi come al solito.
In compenso l’addetta al check-in non sa che pesci prendere quando le dico che viaggio con una tavola da surf. Sparisce per 15 minuti, torna e mi dice di andare al Service Desk.

Eseguo, li’ mi dicono che devo pagare 105$ ma litigano con la cassiera (sportello a fianco) sul tipo di ricevuta che mi devono rilasciare.
Verso le 6.40 ho risolto, torno al check-in a ritirare la carta d’imbarco e faccio i controlli di frontiera.
La lounge di KQ e’ terrificante. Non c’e’ un posto a sedere che sia uno, la gente sta in piedi al (misero) buffet a mangiare quello che trova. Scappo al Gate che almeno e’ tranquillo e vi sono finestre.

Il nostro 777-200 che vola ad Amsterdam oggi.

Caricano la pappa.

Unico asiatico a NBO.

Il principale export keniota. Vengono trasportati ogni giorno in aereo e venduti al mercato di Amsterdam. Il cargo aiuta a tenere in piedi il doppio daily NBO-AMS.

Imbarchiamo in ritardo, alle 8.05. Pero’ siamo neanche in 100 su questo volo e infatti in 15 minuti l’imbarco e’ completato.
La famigerata configurazione 2-3-2. Il load e’ bassissimo (8/28) e le file centrali sono vuote.


Pitch.

Succo prima del decollo.

Auricolari di pessima qualita’.

Amenity kit buono.

Fratellini di casa KQ.

Il mio schermo ha problemi di luminosita’. Quello del posto vicino (vuoto) invece e’ ok anche se la definizione e’ bassa.


Tanzano per Zanzibar.

Coda per il decollo.

Quasi monocolore KQ a quest’ora.

Sbaglio o sul forum abbiamo anche chi ha viaggiato con sto bidone?

Volo UN che fa la spola con Mogadiscio.

Inizia il servizio, hot towel.

Viene servita rapidamente una prima colazione continentale con frutta, cereali, yoghurt, croissant e caffe’. Senza infamia e senza lode (voto 6).
Servizio completamente anonimo nonostante il load leggero.

Caffe’ imbevibile. Nonostante il Kenya sia produttore manca completamente la cultura del caffe’, che viene quasi tutto esportato. La bevanda nazionale e’ il te’.

Finito il servizio e’ tempo di fare un riposino, vista l’ora in cui mi sono alzato (4.15am).
La poltrona non mi piace. E’ troppo corta, e in posizione letto non e’ completamente piatta ed il cuscino e’ irregolare tanto da risultare scomoda. Design da rivedere completamente secondo me.



“Veullez” patienter… di pazienza in Africa ce ne vuole davvero tanta…

Comunque, nonostante la poltrona non proprio comoda, dormo per due orette.
Mi sveglio che mancano ancora 5 ore. Detesto i voli diurni.


Paesaggio desertico molto suggestivo.



Sull’Egitto inizia il servizio di aperitivo. Shiraz imbevibile, servito con le solite nocciole Out of Africa.

Lasciamo la costa africana sulla Libia, siamo a meta’ viaggio esatta.

Il servizio del pranzo inizia con una seconda hot towel. E’ circa l’1.30 ora di Nairobi, un vantaggio dei voli nord-sud e’ che i pasti vengono serviti a orari naturali e non completamente sballati (tipo la prima colazione a mezzanotte come sui voli per l’Asia).

Il menu di oggi.

La carta dei vini che dice poco o niente (neanche nomina lo Champagne).

Si inizia con una insalata di pollo e agrumi. Da bere passo allo Chardonnay, appena migliore dello Shiraz.
L’equipaggio e’ scoglionato quanto basta e neanche toglie il coperchio di plastica.

Antipasto ok (voto 7).

Sotto di noi la Grecia.


Pane e chapati, che in Kenya va tantissimo vista anche l’enorme popolazione locale di origine indiana.

Tilapia con salsa al tamarindo e riso con verdure. Appena sufficiente, sa un po’ di takeaway cinese (voto 6). Ma se KQ serve sta roba in J, in economy cosa serve, cartone?

Dolcetto, buono (voto 7). Il pranzo finisce qui, direi che il catering non e’ proprio il pezzo forte di KQ.

Intanto mi riaddormento per un’ora. Che palle sti voli diurni.

Mi risveglio qui, devo solo inventarmi qualcosa da fare per occupare quest’ultima ora di volo.

Finalmente ci siamo ma… no, la Polderbaan!!! Potrebbe quasi essere la terza pista di Heathrow.

Nonostante la distanza ce la caviamo con 13min di taxi e arriviamo al gate comunque in anticipo.
KL1023
AMS-LHR
A/M: PH-EZL
ETD: 16.50 (ATD 17.06)
ETA: 17.10 (ATA 17.06)
In the air: 17.12-17.01 (0h49)
Seat: 2F
Load: 100%
Schipol e’ deserto, mai vista cosi’ poca gente.
Anche la Crowne Lounge e’ vivibile. Non enorme l’offerta di cibarie ma adeguata all’orario del giorno.


I monitors segnano un ritardo di 10 minuti. L’imbarco e’ ai remoti, prima volta che mi capita ad AMS.
Il volo e’ operato da un Embraer Cityhopper… ci stara’ la tavola in stiva? Ho qualche dubbio…

Aereo pieno a tappo e la configurazione 2-2 in business e’ identica all’economy. Non comodissima ma ok per un volo di appena mezz’ora.
Il comandante su questo volo e’ uno spettacolo. Si vede che ha fretta di partire e mentre l’AV sta ancora chiudendo le cappelliere esce lui stesso dal cockpit a ritrarre la scaletta.
Una volta effettuato il push back si scusa con tono mortificato del ritardo, dice che non e’ stato possibile sostituire l’aeromobile (ma suvvia, per 10 minuti di ritardo!! per molte altre compagnie un ritardo del genere passerebbe del tutto in sordina…) e che fara’ di tutto per recuperare almeno un paio dei 10 minuti.
Curiosita’: la Capo Cabina e’ inglese infatti gli annunci in olandese verranno fatti dalla seconda AV. Comunque sono entrambe due gnocche.
In volo servono sta roba. Tutto cartone e plastica. C’e’ un mini cocktail di gamberetti, una insalata con falafel freddi, e una mini panna cotta. Ai limiti del commestibile. C’e’ un menu che spiega tutte ste prelibatezze; personalmente avrei preferito un panino con meno fronzoli ma di buona qualita’.


Mentre ci avviciniamo il pilota super gasato annuncia che e’ riuscito ad ottenere dal controllo aereo l’atterraggio sulla 27L, la piu’ comoda per il T4, e che quindi ora prevede di arrivare in orario.
Borough, Southwark, South Bank e lo Shard che svetta verso il cielo.

Tamigi.

Qui si movimenta ogni giorno una buona fetta della ricchezza del pianeta.

Royal House Guards, Haymarket e il tabellone orrendo di Piccadilly Circus.

Si vede persino la mia ex casa.

Riesco ad immortalare questa bellezza.

Arriviamo addirittura in anticipo. Complimenti al pilota, che viene a salutare personalmente i passeggeri all’uscita. Davvero bravo oltre che simpatico.
Due giorni di corsa ininterrotta a Londra con un tempo degno di Armageddon. Non mi faccio mancare una visita al mercatino di Bermondsay, che e’ stato uno dei miei appuntamenti fissi del sabato mattina negli ultimi anni. Atmosfera molto bohemiana con banconi ricavati in vecchi depositi.





Ma bando alle ciance, sono qui per loro, i migliori doughnuts di Londra, smerciati solo il sabato mattina e solo qui. E devi venire presto, ogni tanto gia’ dalle 11 si rischia di fare un viaggio a vuoto.

Cosa non sono questi.


VS9
LHR-JFK
A/M: GV-WKD
ETD: 17.40 (ATD 17.52)
ETA: 20.45 (21.26)
In the air: 18.19-21.13 (7h54)
Seat: 9A
Load (J): 90%
Con un numero imbarazzante di doughnuts sul groppone mi avvio verso il Terminal 3 di Heathrow per proseguire il viaggio.

Arrivo al T3 con un po’ di anticipo perche’ temo il volo possa essere cancellato per neve a New York. Filera’ invece tutto abbastanza liscio.
Virgin occupa una intera ala del Terminal 3 che quindi si tocca di striscio. Chi ha avuto la sfortuna di viaggiare dal T3 sa che e’ un vantaggio non da poco.


Check-in. Virgin la tavola te la fa viaggiare gratis.

Dal piano check-in si sale di un livello per confluire nella Upper Class Wing che e’ la zona dove si trova anche il drive-through per chi arriva con il servizio di limo e fa il check-in per telefono strada facendo. C’e’ un varco sicurezza dedicato dove non c’e’ praticamente nessuno. Fin qui i servizi di terra sono all’altezza.

Attraverso il labirinto del duty-free per andare alla ricerca della Clubhouse.
Si accede da questa scala di marmo.


L’addetta verifica la carta di imbarco e mi chiede se e’ la mia prima volta nella Clubhouse. Quando rispondo di si’ mi accompagna a fare un breve giro. Mi spiega che si viene serviti in tutte le zone eccetto The Library.
Diciamolo subito: trovo questa lounge semplicemente fantastica. Me la sarei aspettata forse un pelo piu’ grande, e magari il design moderno e creativo non fa per tutti. Ma per il resto, sono senza parole. Foto a manetta quindi.
Mappa, ogni zona ha un nome.

Vista generale.




The Cocktail Bar.


Design.


The Lodge.


The Poolside lounge.



Virgin Galactic, una delle tante stravaganze di Sir Richard Branson.

The Grey Goose loft, al piano superiore.





La scala porta a The Garden (piu’ una terrazza che un giardino ad onor del vero) con vista panoramica.





The Cinema con schermo gigante e varie postazioni audio.

The Den con biliardo e video giochi da tavolo.


The Playground per i marmocchi al seguito.

Con annesso buffet di caramelle.

The Library.

Dietro al bar c’e’ The Gallery, una zona con salottini piu’ tranquilli e vista sull’apron.




The Deli con scelta di insalate, salumi, formaggi e quant’altro per uno snack rapido.



Anche quattro tipi di salmone.

Tavolo comune davanti a The Deli.


The Brasserie, la zona ristorante con servizio al tavolo.

L’offerta, molto varia, tra snacks e portate. Anche la carta dei vini a occhio sembra buona (mi limito a un paio di flutes di Lanson).




Logo.

Antipasto di salmone, formaggio di capra, rucola e nocciole tostate. Squisito.

Il famoso Clubhouse Burger. Tutt’altra storia rispetto a quella roba di plastica che BA serve nelle sue lounges del T5.

La Clubhouse Spa, dove si puo’ scegliere tra massaggi (Cowshed Spa), trattamenti di ogni tipo o anche taglio di capelli (Bumble & Bumble). Ogni passeggero ha diritto ad un trattamento gratuito cui se ne possono aggiungere altri ad un costo ridotto. Prenoto un taglio di capelli e un facial per 15 pounds.


E’ ora di andare a provare il prodotto a bordo.
Certo l’inizio non e’ dei migliori. Restiamo bloccati nel corridoio per 15 minuti ( i flussi in arrivo e partenza non sono separati) mentre otto agenti di polizia con cani danno il benvenuto ai passeggeri del volo Virgin in provenienza da Lagos. Quando finalmente arrivo al gate mi viene detto che mi hanno spostato dall’1A al 9A causa cambio aeromobile. Potevo ribattere che l’1A e’ presente su entrambi gli aerei e quindi non c’era bisogno di mettermi 9 file dietro, ma lascio stare.
La Upper Class e’ configurata a spina di pesce su tutta la flotta. Su questo A340-600 e’ installata la vecchia versione. L’aereo e’ GV-WKD, molto simpatica la registrazione degli aerei Virgin.
La cabina e’ gia’ piena a meta’ quando salgo a bordo. C’e’ viola un po’ dappertutto.



Decorazione sul bulkhead.

Drink prima della partenza. Virgin serve lo champagne \nella classica coppa. Molto sparkling.

L’amenity kit e’ forse l’aspetto piu’ debole del prodotto. Vuoto e’ la custodia per un tablet.

Il buddy seat e’ studiato per fare sedere un’altra persona per pranzare assieme ed e’ dotato di cintura. Certo sarebbe una cena intima ma non mi sembra vi siano altre compagnie ad offrire questa possibilita’ al di fuori della F.

Una delle rotte piu’ redditizie del mondo.

Partiti con il solito ritardo ATC di Heathrow, nonostante le porte fossero chiuse in anticipo. Arriveremo con ulteriore in ritardo a causa dei venti contrari.



Il gioco di luci sul bulkhead fa molto Hollywood.

L’IFE e’ di ottima qualita’, forse non ai livelli di ICE, ma senz’altro migliore di qualsiasi altra europea e a pari merito con le asiatiche. Comunque per me cambia poco o niente.

Posto 9A. L’indiano deve pensare che sono uno fortemente dissociato per fare foto alla mia poltrona vuota.


Grave difetto del design, secondo me, avere eliminato la luce overhead. La cabina sara’ buia per quasi tutto il volo, e quindi l’unica luce sara’ quella laterale (e spiega anche la scarsa qualita’ delle foto).

Per aperitivo scelgo un’ottimo Shiraz servito con patatine Tyrrels (che secondo me sono le migliori sul mercato).

Menu, informale come il resto del prodotto.

Tavolo apparecchiato in stile casual e contemporaneo.

Pane di vario tipo.

Il famoso sale e pepe.

Avviso a chi volesse portarseli a casa.

Antipasto di salmone su mousse di aneto con avocado e relish di rapa. Fantastico (voto 10).


Piatto principale di petto di pollo con crema di cerfoglio, patata e zucca, presentato in maniera impeccabile su un piatto di dimensioni decenti. Anche questo fantastico (voto 10).

Dolce al cioccolato amaro e panna con lamponi.
No vabbe’ ma sono io o questo catering e’ da urlo? Da far impallidire molte First (voto 10)

Viene offerto il formaggio ma chiedo mi possa essere servito prima dell’arrivo.
Per finire, un te’ alla menta servito in un mug.

Equipaggio gentilissimo e affiatatissimo, si alternano in continuazione ma il servizio e’ fuido e rapido, tra l’altro non deve essere facile servire 45 passeggeri in 4 senza carrello. Ad un certo punto avevo chiesto una coca ma l’AV se la dimentica; ripassa dopo e quando vede che me la ha servita qualcun altro si scusa. Bene cosi’.
Scelgo di vedere Filth. Prima dell’inizio del film c’e’ un video di Richard Branson nel quale spiega come Virgin spende il ricavato delle donazioni dei passeggeri.

Complice lo champagne della Clubroom e lo scozzese strettissimo di Filth, interrompo dopo neanche 20 minuti e mi faccio preparare il letto.

Siamo qui e abbiamo un bel vento contrario.




Postacci…

Mi faccio una sana dormita per quasi tre ore fino alla costa del Canada.


Vento contrario leggermente calato.

Non so se sono l’imbottitura della poltrona, il materassino o la perfetta temperatura della cabina tale da rendere necessario il piumino (aiutata dalle boccucce d’aria individuali che altre compagnie hanno eliminato), ma raramente ho dormito cosi’ bene su un volo che non fosse notturno.
Ho trovato la vecchia J di Cathay (anch’essa a spina di pesce) molto piu’ scomoda, mentre questa e’ tutta un’altra storia. Che non sia dovuto al fatto che su Virgin il poggiaschiena si ribalta mente su Cathay si reclina all’indietro? Comunque sia il risultato e’ molto diverso.
Mi sveglio appena in tempo per il gelato.

Le ultime due ore del volo le trascorro seduto al bar a parlottare assieme ad altri due perfetti sconosciuti passeggeri (una americana che abita a Londra e un inglese sempre di Londra) e il Capo Cabina. Il Capo Cabina e’ assai cordiale ed interpreta molto bene anche il ruolo del barista che tiene banco, conversando del piu’ e del meno. Anche gli altri AV ogni tanto passano a scambiare due chiacchiere.

Nel mezzo della chiacchierata si parla del nuovo 330 di Virgin e il Capo Cabina boccia in tronco la nuova Upper Class, dice che hanno dovuto adattare il design studiato per il Dreamliner ad una fusoliera molto piu’ stretta con risultati catastrofici. Secondo lui e’ solo questione di tempo e Virgin si sbarazzera’ della flotta di 330.
Poco prima dell’atterraggio si avvicina al bar l’AV per chiedere se gradisco il formaggio, ma sono sazio e declino, e’ gia’ mezzanotte passata a Londra.
Non c'e' un vero e proprio secondo servizio, che fa senso vista l'ora, ma una scelta di snacks caldi o freddi.
Torno al posto per compilare le scartoffie di arrivo mentre siamo in fase di avvicinamento, le 8 ore sono letteralmente volate.

Atterriamo con un bel po’ di ritardo ma non avendo connessione fino all’indomani mattina la cosa non mi infastidisce piu’ di tanto.
E’ la mia prima volta al T4 e a quest’ora ci sono parecchi voli in arrivo dal Centro o Sud America, a giudicare dallo spagnolo che si sente parlare in giro. I bagagli arrivano in un tempo molto rispettabile ma la tavola no, ne avro’ per altri 20 minuti buoni. Una curiosita’: i bagagli dell’equipaggio Virgin vengono scaricati sul nastro oversized, quindi sono in loro compagnia durante l’attesa.
A New York c’e’ un freddo boia. Per fortuna mi fermo solo poche ore in uno Sheraton vicino al JFK.
Prosegue dopo la telepromozione.