EY246
A321-231
A6-AEA
ETD: 03.05 (03.26)
ETA: 08.35 (09.05)
In the air: 03.52-08.55 (3h33)
Ero gia' stato in questa lounge. Rispetto agli sfarzi di Dubai o Doha, questa e’ decisamente piu’ normale, con una grande area ristorante, due bar, un salone diviso in piu’ sezioni, una spa ed infine una stanza fitness, dove trascorro le 1.5 delle sei ore di transito.
Nella sala sono installate due macchine per la corsa e una cyclette, piu’ due bagni/spogliatoi. Spererei altre compagnie aeree prendessero spunto da EY ed offrissero qualocosa di simile, soprattutto EK, a cui lo spazio nel TA certo non manca...
Terminata la corsa e doccia, e’ ora di un massaggio nella spa. I passeggeri di F hanno diritto ad un trattamento a scelta gratuito.
Sono gia' le 11 passate e la lounge e’ completamente vuota, visto che sono partiti tutti i voli per l’Australia mentre i pax in connessione per i voli verso l’Europa ancora non sono arrivati.
Ne approfitto per fare un po’ di foto in tranquillita’.
Poi mi siedo nella zona ristorante per la cena.
Il servizio e’ a la carte e mi viene consegnato il menu.
Non e’ molto chiaro quali piatti siano antipasti e quali piatti principali. La cameriera mi dice che in realta’ sono tra loro intercambiabili. Scelgo quindi i gamberi prima e poi il manzo.
I gamberi sono squisiti. In effetti la porzione e’ piu’ da antipasto che non da secondo.
Il manzo mi viene servito al sangue come richiesto, ma purtroppo il taglio non era dei migliori (oppure - come per il vino - in Sud America si prendono cattive abitudini).
I dolci sono mini-porzioni disponibili da un piccolo buffet. In ordine sono: mousse di amaretto, una sorta di cioccolato/torrone al caramello, e una torta al fico. Assaggio tutto ma finisco solo la torta, l’unica a meritare le calorie.
Finisco con un te’ alla menta in uno dei salottini. La lounge inizia a ripopolarsi e davanti a me si siede l’ex AD di Alitalia, Ball.
L’ultima ora mi faccio una siesta in questa sorta di salone-dormitorio. Le poltrone completamente reclinate sono piu’ comode di quanto sembri. Ma il monitor che cambia continuamente colore e’ veramente fastidioso se l’obiettivo e’ dormire. Cosa che comunque mi riesce per una mezz’ora.
Verso le 2 mi avvio verso il gate che e’ al piano inferiore per l’imbarco via autobus. C’e’ l’imbarco prioritario e bus separato, che pero’ attendera’ tutti i passeggeri e partira’ dopo quello di economy.
Raggiungiamo l’aereo e ancora non hanno finito di imbarcare il bus dell’economy. Poi tocca a noi. Questo A321 ha gli sharklets ma la vecchia livrea.
Ero seduto inizialmente al 2A ma appena visto un altro neonato alla fila 3 chiedero’ ad imbarco ultimato se posso spostarmi alla fila 1, vuota sul lato destro. Il load di questo volo e’ 8/16.
Si e’ gia’ ampiamente detto che AZ avrebbe bisogno di una business di questo tipo per i voli di medio raggio per il Medio Oriente. Aggiungo che i colori dell’allestimento di EY sono particolarmente gradevoli.
A terra gli AV offriranno bevande e hot towels. L’equipaggio e’ gentilissimo.
La solita congestione dello spazio aereo omanita ritardera’ la partenza di circa 25 minuti. Intanto l’AV prende gli ordini per la prima colazione: chiedo di essere svegliato il piu’ tardi possibile. Mi pare che lo stesso facciano gli altri pax.
Decolliamo alle 3.52 per un volo di circa 3 ore e mezza. Dormiro’ un paio d’ore a fatica, nonstante la stanchezza. La poltrona ovviamente e’ un recliner di vecchia generazione, reclina di pochi gradi e il poggiapiedi e’ pressoche’ inutile.
L’AV mi sveglia a circa 1 ora e 20 dall’arrivo e serve subito la colazione cosi’ come ordinata.
Si compone di omelette, halloumi, salsicce, muesli, brioches e caffe’ espresso (la macchina per l’espresso, altra cosa che assurdamente manca ad AZ sul medio raggio: e’ un investimento cosi’ costoso?).
Anche a questo giro ritireranno il menu (al ritorno non mi faro’ fregare promesso), mi sembra di ricordare vi fosse in alternativa allo yoghurt la frutta fresca e altre due opzioni come piatto principale.
La sbobba e’ molto buona, anche se non e’ veramente ora di colazione in nessuno dei fusi orari attraversati (sono le 2am di mattina Londra e ancora le 11 di sera a Santiago).
Siamo qui.
Gioco un po’ con l’IFE anche solo per vedere come funziona. Lo schermo si estrae dal bracciolo centrale ed e’ di buone dimensioni, piu’ o meno come un iPad, con un’ottima definizione.
Una cosa noiosa di EY e’ che la programmazione e’ sempre preceduta da un filmato che commemora il regnante degli EAU. Una volta starebbe pure bene, ma non all’inizio di qualsiasi cosa si scelga di vedere…
Ormai siamo in avvicinamento.
Il Kerala e’ uno degli stati piu’ verdi dell’India.
Atterriamo con 20 minuti di ritardo circa. L’aeroporto di Cochin e’ nuovo e modernissimo. C’e’ una sezione a parte per i passeggeri in arrivo con l’e-visa e le file sono organizzate con poltrone. Questi sono troppo avanti…
Non c’e’ nessuna fila e me la cavo in una decina di minuti. Quindi in sequenza controllo bagaglio a mano (in arrivo), ritiro bagaglio, dogana, pagamento taxi prepagato (altra cosa che faremmo bene ad avere anche da noi, per evitare gli abusivi…) e in mezz’ora dall’arrivo sono di strada verso Fort Kochi.
[INIZIO OT]
Questo giro e’ dedicato alla scoperta del Kerala: arrivo a COK e partenza da TRV, con spostamenti in auto/battello/treno/rickshaw tra le due citta’.
Iniziamo con Cochin.
I Chinese fishing nets. Se ne vedono un po’ dappertutto nel Kerala.
IMG_0939 by
Chilean Wanderer, on Flickr
Selfies Indian-style. Il mare sembra decente ma vi assicuro che non e’ cosi’!
Sezione locale dei Giovani Comunisti indiani. Il Kerala e’ uno dei pochi stati indiani ad avere un governo comunista (cosi’ come il Bengala).
Scatti random.
Lo spettacolo di danza tipico (Kathakali) inizia con una lunga sessione di preparazione della maschera.
Il Dutch Palace dall’esterno non vale mezzo soldo.
All’interno e’ tutt’altra cosa e si possono ammirare gli affreschi tratti dalla Ramayana piu’ belli che abbia mai visto. Purtroppo era proibito fotografarli.
A Cochin c’era un tempo una importante e antica comunita’ ebraica. Oggi ne restano solo una manciata di famiglie, ma il quartiere conserva il nome di origine.
Ci sono anche la Sinagoga e il cimitero ebraico.
Tempio Jain.
Un paio di giorni di relax, yoga e massaggi ayurvedici sul lago Vembanad prima di proseguire per la seconda parte decisamente piu’ avventurosa.
Thali di pesce.
Per raggiungere Kollam prendiamo il traghetto governativo che impieghera’ otto ore (costo 400 rupie, 5 euro).
Naturalmente siamo sull’upper deck
Appena si lascia Alleppey il panorama si apre subito sulle Backwaters, un sistema di canali, laghi e lagune caratteristico del Kerala. Oltre ai paesaggi dal traghetto si osservano scene di vita quotidiana di questa parte essenzialmente rurale dell’India.
Essendo l’India non poteva mancare il fuori programma. Mentre siamo nel mezzo di una laguna il motore va in avaria. Si riesce forzare e a trainare a riva il battello, quindi uno dello staff si tuffa con un pugnale e in apnea pulisce il motore dall’immondizia - plastica, stracci e quant’altro - raccolta nelle ore precedenti della navigazione (le due pile sul bordo).
Cala il sole.
Il Kerala ha una importante popolazione cristiana e ci sono Chiese ovunque.
Da Kollam in un’ora di auto siamo a Varkala per qualche giorno di mare.
Le spiagge del Kerala sono lunghe distese di sabbia costeggiate da immensi palmeti.
Il Chai masala e’ preparato tradizionalmente con mezzo kg di zucchero a bicchiere ma e’ buonissimo.
Per par condicio, anche una Moschea. L’India e’ il paese piu’ polireligioso che esista, anche se la coabitazione non e’ sempre pacifica.
La sadhya, il tradizionale pasto nuziale del Kerala. Si mangia senza posate. Scopriremo c'e' una specifica tecnica pe' magna’ co le mano!
Sono giorni di un importante festival indu’ e quindi la cittadina e’ addobbata a festa anche se con gusto un po' discutibile.
I festeggiamenti prevedono anche una sorta di cabaret in piazza la sera.
L’indomani si parte per l’ultima tappa, Thiruvanantampuram (o nella versione abbreviata Trivandrum).
A mio avviso la vera India si vede solo viaggiando in treno. Basta non andare di fretta (1h40 per 40km).
La segnaletica ferroviaria mi ricorda qualcosa...
L’inglese tende decisamente al creativo. E quello parlato e' ancora peggio!
Le porte sono aperte per tutta la corsa (tanto a questa velocita’ che vuoi che succeda…) e si puo’ ammirare il paesaggio con la natura che si alterna a villaggi e tempietti di ogni genere.
Visto lo stato in cui si trova davo al treno almeno 30 anni di eta’, e invece sembra sia molto piu’ giovane.
Le donne hanno una carrozza separata.
Per fortuna scendiamo a Trivandrum, perche’ attende una bolgia infernale per salire.
Trivandrum ha parecchi edifici di origine coloniale interessanti.
Questo e’ divenuto il Napier Museum.
Vi sono tempietti e rituali da ogni parte mentre ci si avvicina a quello piu’ importante, il Tempio di Padmanabhaswamy.
Eccolo in tutto il suo splendore.
Purtroppo i non-indu’ possono arrivare solo fino qui.
Non restera’ che fare il giro dell’isolato per vederlo da una prospettiva diversa.
Il livello di lavorazione e’ impressionante.
Per finire l’OT, il ristorante Villa Maya, raccomandato per l’ottimo pesce e per il luogo, una villa in stile coloniale. Qui si torna a mangiare con le posate eh

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[FINE OT]