AZ689
SCL-FCO
B777-243ER
Reg: EI-ISE
ETD: 12.45 (12.39)
ETA: 07.00 (06.28)
In the air: 12.57-06.22
Al check-in non c’e’ fila e anche i controlli di immigrazione e sicurezza saranno rapidi.
I flussi in partenza da SCL sono meglio scaglionati rispetto agli arrivi (quasi tutti mattinieri) quando, se ti dice male, puoi aspettare anche ore ai controlli.

Alitalia ha cambiato lounge da Pacific Club a Andes. Un po’ buia e anonima ma migliore di quella precedente. Nessuna comunque e’ ai livelli di quella LATAM, unica ‘vera’ lounge a SCL.

Qua se magna.

L’imbarco inizia verso le 11.50. A beneficio dei fanatici di LF del foro, oggi siamo a 76.4% ovvero 30/24/170 (pieno in J e Y+, 70% in Y).
Scusate la foto, ma i vetri hanno la pellicola oscurante.

Ho prenotato tardi e quindi tutti i posti singoli della cabina anteriore erano presi. Mi sistemo al 10L, nella mini-cabina a 10 posti dietro tra il bar e la Y+. E’ la prima volta che mi capita (e spero l’ultima).

Uno degli inconvenienti e’ che e’ zona di passaggio per il resto dell’aereo durante l’imbarco, quindi gli AV non possono effettuare alcun tipo di servizio. Coperta, cuscino e ciabattine sono gia’ sul sedile.

Mentre bevande, giornali, riviste, amenity kits e salviette calde verranno distribuite solo una volta chiuse le porte (in anticipo).
In genere, i segni di un volo “no” si avvertono presto. E arrivano puntualmente: il prosecco e’ caldo e sgasato.

Il nuovo logo di Magnifica e’ stato incorporato sugli amenity kits.

L’ho scritto piu’ volte e lo ripeto: il volo e’ popolato prevalentemente da cileni ma a parte l’annuncio di benvenuto del FO non verra’ fatto nessun altro annuncio in spagnolo. Punto debolissimo e segno che continua a non sbattere nulla a nessuno di dare un’immagine di AZ un po’ meno italo-centrica.
Tra i giornali, l’unico non italiano ad essere caricato e’ il WSJ. Quando hai un IFE tendente al mediocre, il minimo che puoi fare e’ spendere qualcosa in piu’ sulla carta stampata, magari comprando anche copie del quotidiano locale...
SCL ha una ventina di pontili tra nazionale e internazionale. Quasi sempre tutti occupati.

Decolliamo poco prima delle 13. Come di consueto, durante il sorvolo della Cordigliera non viene effettuato alcun servizio. Gli ordini per il pranzo verranno presi quando saremo gia’ nello spazio aereo argentino. Se non sbaglio, questa vetta dovrebbe essere l’Aconcagua, la piu’ alta nelle Americhe.

Abbiamo gia’ detto e scritto tutto su questa ciofeca di IFE sui 777 non riconfigurati.

Aggiungo solo che su questo volo per metterlo a regime dovranno fare tre resets e la programmazione iniziera’ dopo circa 2 ore e mezza. Fino a qui, solo l’airshow.


Non sono un grande esperto di vini, ma in Cile il palato un po’ lo affini e il Sangiovese che servono in questo momento e’ veramente risciacquo. Divoro in compenso i canapés visto che sono gia’ a bordo da quasi tre ore (tra imbarco e volo) e sono le 14 passate (ora di Santiago).

Poco dopo viene apparecchiato e servito l’antipasto: una insalata di merluzzo, pomodorini, patate e olive. Senza infamia e senza lode. Sono passato al Primitivo, molto migliore del Sangiovese.

Il menu’ teoricamente e’ umbro e questa nelle intenzioni dovrebbe essere una pasta alla norcina: strozzapreti sconditi con funghi tagliati, fettine di wurstel e un po’ di pomodoro buttato nel mezzo. Voto zero, una forchettata e’ oltremodo sufficiente.

Il secondo e’ migliore: salmone con spinaci e funghi. Ma anche questo piatto non mi sembra particolarmente umbro.

Chiudo con il formaggio, probabilmente la portata migliore di un pasto mediocre. Mi chiedo perche’ si voglia servire cucina regionale italiana da una outstation dove e’ evidente che non sono in grado di produrla.

Espresso finale.

Il pranzo finisce quando siamo qui, a quasi 4 ore dal decollo. Il servizio nella mini-cabina era sfasato rispetto al servizio della cabina principale (dove era gia’ stato ritirato tutto mentre noi eravamo ancora al secondo). Non so se e’ da prassi o meno.

Alla fila 11 c’e’ un passeggero ‘difficile’. Si lamenta prima dell’IFE rotto, poi del cibo, poi del servizio lento, ad un certo punto si alza e va dall’AV che stava servendo nell’altro corridoio. Lei sbuffa platealmente, risponde in maniera sgarbata e gli dice di tornare al suo posto. Poco dopo arrivera’ il Capo Cabina a ristabilire la calma, ma per AZ e’ un cliente perso al 100%. E chissa’ quanti altri.
Il volo e’ diurno e quindi si dorme a singhiozzo tra un film e l’altro. Ad un certo punto mi sveglio qui, piu’ o meno a meta’ volo.


Il servizio di questo volo e’ diversificato rispetto alla Y e Y+, dove servono il pranzo dopo il decollo, la cena a meta’ volo e poi uno snack per colazione. In J invece c’e’ il pranzo e poi la prima colazione con un intervallo di circa 10 ore, con snacks su richiesta. Capisco la logica di lasciar dormire. Peccato solo che l’equipaggio sparisca completamente tra i pasti e neanche rifornira’ le bottiglie d’acqua nel bar self-service o persino la carta per asciugarsi le mani nel bagno.
Quando mancano ancora 6 ore all’arrivo andro’ nel galley a procurarmi uno snack.


Chiedo una quiche ai funghi (in alternativa, vi erano anche panini). Me la serviranno al posto dopo pochi minuti, senza posate ne’ piattino.

Un altro film (italiano stavolta) e abbiamo completato l’attraversamento dell’Atlantico, sorvolando Dakar, senza alcuna turbolenza.


Da Dakar restano circa 4 ore e 30 di volo.

Abbiamo pure un bel vento a favore che ci fara’ arrivare in anticipo.

Ancora un paio d’ore di sonno ed e’ ora di colazione.

Viene servita tutta assieme su un vassoio.

Ok che siamo al risparmio, ma mezza omelette e una mezza fettina di pollo?
Il cornetto e’ la medialuna argentina da coma insulinico. Per fortuna c’e’ anche lo yoghurt magro.

L’AV porta via tutto senza offrire altro. E’ appena l’1.30 ora di mattina a Santiago quindi sta bene cosi’, ma certo equipaggio e’ proprio ai minimi termini. Fuori intanto albeggia.

Precisamente 13 ore e 25 minuti dopo essere partiti da SCL arriviamo a FCO dove c’e’ un tempo orrido.

Sostituita la Solstys con la Recaro, e’ stato un volo in perfetto stile Alitalia-LAI. Anzi, allora si mangiava addirittura meglio.
Attracchiamo al molo E, quindi senza dover prendere il trenino, e filo dritto nella lounge Le Navi.
AZ212
FCO-LCY
ERJ-190
EI-RND
ETD: 0900 (08.55)
ETA: 10.30 (10.16)
In the air: 09.03-10.12 (2h09)
Man mano che arrivano gli intercontinentali la lounge si riempie a tappo. E oggi abbiamo anche il dubbio privilegio di assistere ad una preghiera ebraica collettiva, a voce alta e con annesse coreografie. Per fortuna e’ presto ora di imbarcare il volo per LCY, sempre dal molo E, quindi con tragitto minimo.
Sara’ uno degli ultimi voli Alitalia per City: a breve il volo verra’ spostato a Heathrow. Peccato perche’ atterrare a City era veramente comodo, ma capisco che a quest’ora c’e’ forse bisogno di aeromobili piu’ capienti per accomodare i transiti.
L’imbarco e’ puntuale e ben organizzato.

Stacchiamo in anticipo e siamo in volo pochi minuti dopo le 9.
Ho la fila d’emergenza, con ottimo legroom.

Solito giro di bevande poco dopo siamo gia’ in avvicinamento.

Non avevo controllato il meteo: orco, nevica! E non ho nulla di invernale addosso. Gli inglesi pensano comunque di essere in estate tanto che a Londra una sciarpa sara’ introvabile: solo costumi e T-shirts…
Oltre alla neve c’e’ un forte crosswind che rende l’atterraggio a LCY impegnativo. Complimenti al pilota che effettua le manovre in maniera impeccabile. Arriviamo in anticipo.
Il Controllo passaporto e il ritiro bagagli sono rapidi e poi via sulla DLR. Ci mancherai, LCY!
Questo stopover londinese e’ davvero breve. Come spesso accade, con il vento il tempo (cioe’ il meteo, non le temperature) migliorera’ molto nel corso della giornata.

Rivedo Picasso con molto piacere. Questa mostra raccoglie i lavori del 1932, anno determinante che segna l’evoluzione dell’artista.


EY12
LHR-AUH
A380-861
A6-APF
ETD: 09.00 (ATD 08.57)
ETA: 20.25 (ATA 19.53)
In the air: 09.21-19.47 (6h26)
La mattina dopo si riparte dal T4 di Heathrow. Ha smesso di nevicare ma ha preso a piovere.

Da poco l’India ha introdotto l’e-visa per gli italiani. A parte il dover compilare 6 schermate con tutti i dettagli della tua vita, una gran comodita’. Pero’ stupidamente non ho stampato la conferma , che mi viene chiesta al check-in. L’addetta mi suggerisce di scendere al piano inferiore al Plaza Lounge dove mi avrebbero stampato l’email di conferma. Eseguo e poco dopo e’ tutto in ordine.

Non metto piede nella lounge EY dai tempi del divorzio con AZ, quando se ti presentavi con la carta d’imbarco Alitalia venivi cacciato come un appestato.

Non mi sembra sia cambiata molto: e’ sparita la Six Senses Spa (e dire che ad un certo punto pure i pax Alitalia avevano trattamenti gratuiti), sostituita sembra da docce.

Alle 6.40 circa stacca l’AZ229 per Linate.

Mi sistemo nella zona ristorante.


Per colazione c’e’ il buffet caldo/freddo e il menu a’ la carte.


La scelta e’ obbligatoria.
Il personale della lounge e’ molto attento anche se, come trasversalmente su tutto il prodotto EY, anche qui e’ caduta la tagliola.
Poco prima che inizi l’imbarco gironzolo nelle vicinanze. Il bestione e’ pronto a partire.
Ci sono parecchi Dreamliners al T4 stamattina.


Scusate ma il vetro era improponibile. Peccato, mi piace molto con questa livrea.

Si imbarca dal Gate 10; l’upper deck dal 10a.

Con l’A380 avro’ provato tutta la flotta EY. E’ una gran bella macchina.
Vengo accolto e scortato al posto 3A, finestrino ma ‘rear-facing’ , stile British Airways Club World (ma la somiglianza finisce qui).
L’AV offre subito una scelta di bevande, hot towels e datteri. Lo champagne, versato al posto, e’ Charles Heidsieck.

Un’altra AV arriva con il bricco di caffe’ arabo. EY offre da poco un voucher con 90MB di dati per il wifi, sufficiente per lavorare con l’email per un paio d’ore.

L’Apartment di Etihad si e’ visto in lungo e in largo ma vederlo dal vivo fa un’altro effetto.


Nel vanity desk c’e’ l’amenity kit svuotato e il contenuto riposto ai lati.

Il mini-bar e’ refrigerato, come sul 787.

Il guardaroba laterale. Non ci sono cappelliere.

Partiamo con qualche minuto di anticipo e un load di 8/9 in F tra cui, purtroppo, un neonato alla fila 5.
Dopo il decollo il F&B manager viene a chiedere quando e cosa si desideri mangiare e bere.
Il menu ha scelte sia per la prima colazione che per il pranzo ma avendo fatto colazione in lounge vado dritto al pranzo. Purtroppo ritireranno il menu prima dell’arrivo e quindi non posso postarlo. Comunque c’erano cinque piatti principali, piu’ la scelta di costruirsi il menu su misura dal menu The Grill.
Per inziare, un Saint Emilion con noccioline (si sempre loro), wasabi peas e olive.

Stiamo sorvolando il Belgio.



Inizio a guardare Darkest Hour. Gran bel film.
Il tavolo e’ apparecchiato con precisione degna di Cathay.

Con il pranzo passo al Malbec argentino. La zuppa di lenticchie e’ squisita. Voto 9.

Il mezze caldo e freddo pure, con porzioni perfette. Voto 9.

A questo punto viene servito un sorbetto di arancia rossa.

Quindi arriva il piatto principale, un black cod che sara’ probabilmente uno dei migliori piatti di pesce mai mangiati in volo. Voto 10+.

Per finire si puo’ scegliere tra millefoglie al cioccolato, gelato, cheesecake alla vaniglia o pudding caldo al limone con macadamia, frutti di bosco e mascarpone. Su raccomandazione dell’AV scelgo quest’ultimo, squisito. Voto 10.
Doppio espresso.

A parte l’elevatissima qualita’ del cibo e del vino e la cura nella presentazione, il servizio e’ stato ottimamente svolto, con spazi ben calcolati tra le portate. Non siamo ai livelli di SQ ma neanche troppo lontani.
Finito il film chiedo mi venga preparato il letto. La poltrona infatti reclina solo minimamente e per stare comodi non c’e’ alternativa al letto.

Intanto vado a curiosare. The lobby e’ vuoto. Elegante e’ elegante, ma e’ un po’ stretto e, senza bar, un po’ privo di utilita’.
La F ha due bagni, uno piu’ grande (nella foto) e uno piu’ stretto con la doccia.
La porta di The Residence, invenduta su questo volo.

Fuori e’ nuvolo.

Ecco filamente il letto. Meno stretto di quello che sembri, non nulla da dire, e’ altra storia.


Comandi laterali per luci, veneziane e schermo (c’e’ anche un secondo telecomando).

Mi faccio circa 1.5 ore di siesta dal Mar Nero

fino a Erbil. Purtroppo il neonato non sembra gradire il sorvolo del Kurdistan iracheno.
Quando manca poco all’arrivo chiedo un espresso che viene servito con alcuni dolci.

Molto bello il gioco di luci sulla moquette. Gli allestimenti di EY sul 380 sono stati studiati nel minimo dettaglio.


E come niente arriviamo ad AUH con circa mezz’ora di anticipo. Parcheggiamo ad un Gate da dove il 380 ripartira’ per SYD, che pare essere la destinazione finale di diversi degli altri 7 passeggeri di oggi.
Servizi di terra dedicati ad AUH sono inesistenti. Per fortuna la coda ai controlli di sicurezza non e’ atroce come altre volte e quindi verso le 20.15 sono gia’ nella Lounge dove ho un’attesa di circa 6 ore prima della coincidenza per Kochi.
(continua)
SCL-FCO
B777-243ER
Reg: EI-ISE
ETD: 12.45 (12.39)
ETA: 07.00 (06.28)
In the air: 12.57-06.22
Al check-in non c’e’ fila e anche i controlli di immigrazione e sicurezza saranno rapidi.
I flussi in partenza da SCL sono meglio scaglionati rispetto agli arrivi (quasi tutti mattinieri) quando, se ti dice male, puoi aspettare anche ore ai controlli.

Alitalia ha cambiato lounge da Pacific Club a Andes. Un po’ buia e anonima ma migliore di quella precedente. Nessuna comunque e’ ai livelli di quella LATAM, unica ‘vera’ lounge a SCL.

Qua se magna.

L’imbarco inizia verso le 11.50. A beneficio dei fanatici di LF del foro, oggi siamo a 76.4% ovvero 30/24/170 (pieno in J e Y+, 70% in Y).
Scusate la foto, ma i vetri hanno la pellicola oscurante.

Ho prenotato tardi e quindi tutti i posti singoli della cabina anteriore erano presi. Mi sistemo al 10L, nella mini-cabina a 10 posti dietro tra il bar e la Y+. E’ la prima volta che mi capita (e spero l’ultima).

Uno degli inconvenienti e’ che e’ zona di passaggio per il resto dell’aereo durante l’imbarco, quindi gli AV non possono effettuare alcun tipo di servizio. Coperta, cuscino e ciabattine sono gia’ sul sedile.

Mentre bevande, giornali, riviste, amenity kits e salviette calde verranno distribuite solo una volta chiuse le porte (in anticipo).
In genere, i segni di un volo “no” si avvertono presto. E arrivano puntualmente: il prosecco e’ caldo e sgasato.

Il nuovo logo di Magnifica e’ stato incorporato sugli amenity kits.

L’ho scritto piu’ volte e lo ripeto: il volo e’ popolato prevalentemente da cileni ma a parte l’annuncio di benvenuto del FO non verra’ fatto nessun altro annuncio in spagnolo. Punto debolissimo e segno che continua a non sbattere nulla a nessuno di dare un’immagine di AZ un po’ meno italo-centrica.
Tra i giornali, l’unico non italiano ad essere caricato e’ il WSJ. Quando hai un IFE tendente al mediocre, il minimo che puoi fare e’ spendere qualcosa in piu’ sulla carta stampata, magari comprando anche copie del quotidiano locale...
SCL ha una ventina di pontili tra nazionale e internazionale. Quasi sempre tutti occupati.

Decolliamo poco prima delle 13. Come di consueto, durante il sorvolo della Cordigliera non viene effettuato alcun servizio. Gli ordini per il pranzo verranno presi quando saremo gia’ nello spazio aereo argentino. Se non sbaglio, questa vetta dovrebbe essere l’Aconcagua, la piu’ alta nelle Americhe.

Abbiamo gia’ detto e scritto tutto su questa ciofeca di IFE sui 777 non riconfigurati.

Aggiungo solo che su questo volo per metterlo a regime dovranno fare tre resets e la programmazione iniziera’ dopo circa 2 ore e mezza. Fino a qui, solo l’airshow.


Non sono un grande esperto di vini, ma in Cile il palato un po’ lo affini e il Sangiovese che servono in questo momento e’ veramente risciacquo. Divoro in compenso i canapés visto che sono gia’ a bordo da quasi tre ore (tra imbarco e volo) e sono le 14 passate (ora di Santiago).

Poco dopo viene apparecchiato e servito l’antipasto: una insalata di merluzzo, pomodorini, patate e olive. Senza infamia e senza lode. Sono passato al Primitivo, molto migliore del Sangiovese.

Il menu’ teoricamente e’ umbro e questa nelle intenzioni dovrebbe essere una pasta alla norcina: strozzapreti sconditi con funghi tagliati, fettine di wurstel e un po’ di pomodoro buttato nel mezzo. Voto zero, una forchettata e’ oltremodo sufficiente.

Il secondo e’ migliore: salmone con spinaci e funghi. Ma anche questo piatto non mi sembra particolarmente umbro.

Chiudo con il formaggio, probabilmente la portata migliore di un pasto mediocre. Mi chiedo perche’ si voglia servire cucina regionale italiana da una outstation dove e’ evidente che non sono in grado di produrla.

Espresso finale.

Il pranzo finisce quando siamo qui, a quasi 4 ore dal decollo. Il servizio nella mini-cabina era sfasato rispetto al servizio della cabina principale (dove era gia’ stato ritirato tutto mentre noi eravamo ancora al secondo). Non so se e’ da prassi o meno.

Alla fila 11 c’e’ un passeggero ‘difficile’. Si lamenta prima dell’IFE rotto, poi del cibo, poi del servizio lento, ad un certo punto si alza e va dall’AV che stava servendo nell’altro corridoio. Lei sbuffa platealmente, risponde in maniera sgarbata e gli dice di tornare al suo posto. Poco dopo arrivera’ il Capo Cabina a ristabilire la calma, ma per AZ e’ un cliente perso al 100%. E chissa’ quanti altri.
Il volo e’ diurno e quindi si dorme a singhiozzo tra un film e l’altro. Ad un certo punto mi sveglio qui, piu’ o meno a meta’ volo.


Il servizio di questo volo e’ diversificato rispetto alla Y e Y+, dove servono il pranzo dopo il decollo, la cena a meta’ volo e poi uno snack per colazione. In J invece c’e’ il pranzo e poi la prima colazione con un intervallo di circa 10 ore, con snacks su richiesta. Capisco la logica di lasciar dormire. Peccato solo che l’equipaggio sparisca completamente tra i pasti e neanche rifornira’ le bottiglie d’acqua nel bar self-service o persino la carta per asciugarsi le mani nel bagno.
Quando mancano ancora 6 ore all’arrivo andro’ nel galley a procurarmi uno snack.


Chiedo una quiche ai funghi (in alternativa, vi erano anche panini). Me la serviranno al posto dopo pochi minuti, senza posate ne’ piattino.

Un altro film (italiano stavolta) e abbiamo completato l’attraversamento dell’Atlantico, sorvolando Dakar, senza alcuna turbolenza.


Da Dakar restano circa 4 ore e 30 di volo.

Abbiamo pure un bel vento a favore che ci fara’ arrivare in anticipo.

Ancora un paio d’ore di sonno ed e’ ora di colazione.

Viene servita tutta assieme su un vassoio.

Ok che siamo al risparmio, ma mezza omelette e una mezza fettina di pollo?

Il cornetto e’ la medialuna argentina da coma insulinico. Per fortuna c’e’ anche lo yoghurt magro.

L’AV porta via tutto senza offrire altro. E’ appena l’1.30 ora di mattina a Santiago quindi sta bene cosi’, ma certo equipaggio e’ proprio ai minimi termini. Fuori intanto albeggia.

Precisamente 13 ore e 25 minuti dopo essere partiti da SCL arriviamo a FCO dove c’e’ un tempo orrido.

Sostituita la Solstys con la Recaro, e’ stato un volo in perfetto stile Alitalia-LAI. Anzi, allora si mangiava addirittura meglio.
Attracchiamo al molo E, quindi senza dover prendere il trenino, e filo dritto nella lounge Le Navi.
AZ212
FCO-LCY
ERJ-190
EI-RND
ETD: 0900 (08.55)
ETA: 10.30 (10.16)
In the air: 09.03-10.12 (2h09)
Man mano che arrivano gli intercontinentali la lounge si riempie a tappo. E oggi abbiamo anche il dubbio privilegio di assistere ad una preghiera ebraica collettiva, a voce alta e con annesse coreografie. Per fortuna e’ presto ora di imbarcare il volo per LCY, sempre dal molo E, quindi con tragitto minimo.
Sara’ uno degli ultimi voli Alitalia per City: a breve il volo verra’ spostato a Heathrow. Peccato perche’ atterrare a City era veramente comodo, ma capisco che a quest’ora c’e’ forse bisogno di aeromobili piu’ capienti per accomodare i transiti.
L’imbarco e’ puntuale e ben organizzato.

Stacchiamo in anticipo e siamo in volo pochi minuti dopo le 9.
Ho la fila d’emergenza, con ottimo legroom.

Solito giro di bevande poco dopo siamo gia’ in avvicinamento.

Non avevo controllato il meteo: orco, nevica! E non ho nulla di invernale addosso. Gli inglesi pensano comunque di essere in estate tanto che a Londra una sciarpa sara’ introvabile: solo costumi e T-shirts…

Oltre alla neve c’e’ un forte crosswind che rende l’atterraggio a LCY impegnativo. Complimenti al pilota che effettua le manovre in maniera impeccabile. Arriviamo in anticipo.

Il Controllo passaporto e il ritiro bagagli sono rapidi e poi via sulla DLR. Ci mancherai, LCY!
Questo stopover londinese e’ davvero breve. Come spesso accade, con il vento il tempo (cioe’ il meteo, non le temperature) migliorera’ molto nel corso della giornata.


Rivedo Picasso con molto piacere. Questa mostra raccoglie i lavori del 1932, anno determinante che segna l’evoluzione dell’artista.



EY12
LHR-AUH
A380-861
A6-APF
ETD: 09.00 (ATD 08.57)
ETA: 20.25 (ATA 19.53)
In the air: 09.21-19.47 (6h26)
La mattina dopo si riparte dal T4 di Heathrow. Ha smesso di nevicare ma ha preso a piovere.

Da poco l’India ha introdotto l’e-visa per gli italiani. A parte il dover compilare 6 schermate con tutti i dettagli della tua vita, una gran comodita’. Pero’ stupidamente non ho stampato la conferma , che mi viene chiesta al check-in. L’addetta mi suggerisce di scendere al piano inferiore al Plaza Lounge dove mi avrebbero stampato l’email di conferma. Eseguo e poco dopo e’ tutto in ordine.

Non metto piede nella lounge EY dai tempi del divorzio con AZ, quando se ti presentavi con la carta d’imbarco Alitalia venivi cacciato come un appestato.

Non mi sembra sia cambiata molto: e’ sparita la Six Senses Spa (e dire che ad un certo punto pure i pax Alitalia avevano trattamenti gratuiti), sostituita sembra da docce.

Alle 6.40 circa stacca l’AZ229 per Linate.

Mi sistemo nella zona ristorante.


Per colazione c’e’ il buffet caldo/freddo e il menu a’ la carte.


La scelta e’ obbligatoria.

Il personale della lounge e’ molto attento anche se, come trasversalmente su tutto il prodotto EY, anche qui e’ caduta la tagliola.
Poco prima che inizi l’imbarco gironzolo nelle vicinanze. Il bestione e’ pronto a partire.

Ci sono parecchi Dreamliners al T4 stamattina.


Scusate ma il vetro era improponibile. Peccato, mi piace molto con questa livrea.

Si imbarca dal Gate 10; l’upper deck dal 10a.

Con l’A380 avro’ provato tutta la flotta EY. E’ una gran bella macchina.
Vengo accolto e scortato al posto 3A, finestrino ma ‘rear-facing’ , stile British Airways Club World (ma la somiglianza finisce qui).
L’AV offre subito una scelta di bevande, hot towels e datteri. Lo champagne, versato al posto, e’ Charles Heidsieck.

Un’altra AV arriva con il bricco di caffe’ arabo. EY offre da poco un voucher con 90MB di dati per il wifi, sufficiente per lavorare con l’email per un paio d’ore.

L’Apartment di Etihad si e’ visto in lungo e in largo ma vederlo dal vivo fa un’altro effetto.


Nel vanity desk c’e’ l’amenity kit svuotato e il contenuto riposto ai lati.

Il mini-bar e’ refrigerato, come sul 787.

Il guardaroba laterale. Non ci sono cappelliere.

Partiamo con qualche minuto di anticipo e un load di 8/9 in F tra cui, purtroppo, un neonato alla fila 5.
Dopo il decollo il F&B manager viene a chiedere quando e cosa si desideri mangiare e bere.
Il menu ha scelte sia per la prima colazione che per il pranzo ma avendo fatto colazione in lounge vado dritto al pranzo. Purtroppo ritireranno il menu prima dell’arrivo e quindi non posso postarlo. Comunque c’erano cinque piatti principali, piu’ la scelta di costruirsi il menu su misura dal menu The Grill.
Per inziare, un Saint Emilion con noccioline (si sempre loro), wasabi peas e olive.

Stiamo sorvolando il Belgio.



Inizio a guardare Darkest Hour. Gran bel film.

Il tavolo e’ apparecchiato con precisione degna di Cathay.

Con il pranzo passo al Malbec argentino. La zuppa di lenticchie e’ squisita. Voto 9.

Il mezze caldo e freddo pure, con porzioni perfette. Voto 9.

A questo punto viene servito un sorbetto di arancia rossa.

Quindi arriva il piatto principale, un black cod che sara’ probabilmente uno dei migliori piatti di pesce mai mangiati in volo. Voto 10+.

Per finire si puo’ scegliere tra millefoglie al cioccolato, gelato, cheesecake alla vaniglia o pudding caldo al limone con macadamia, frutti di bosco e mascarpone. Su raccomandazione dell’AV scelgo quest’ultimo, squisito. Voto 10.

Doppio espresso.

A parte l’elevatissima qualita’ del cibo e del vino e la cura nella presentazione, il servizio e’ stato ottimamente svolto, con spazi ben calcolati tra le portate. Non siamo ai livelli di SQ ma neanche troppo lontani.
Finito il film chiedo mi venga preparato il letto. La poltrona infatti reclina solo minimamente e per stare comodi non c’e’ alternativa al letto.

Intanto vado a curiosare. The lobby e’ vuoto. Elegante e’ elegante, ma e’ un po’ stretto e, senza bar, un po’ privo di utilita’.

La F ha due bagni, uno piu’ grande (nella foto) e uno piu’ stretto con la doccia.

La porta di The Residence, invenduta su questo volo.

Fuori e’ nuvolo.

Ecco filamente il letto. Meno stretto di quello che sembri, non nulla da dire, e’ altra storia.


Comandi laterali per luci, veneziane e schermo (c’e’ anche un secondo telecomando).

Mi faccio circa 1.5 ore di siesta dal Mar Nero

fino a Erbil. Purtroppo il neonato non sembra gradire il sorvolo del Kurdistan iracheno.

Quando manca poco all’arrivo chiedo un espresso che viene servito con alcuni dolci.

Molto bello il gioco di luci sulla moquette. Gli allestimenti di EY sul 380 sono stati studiati nel minimo dettaglio.


E come niente arriviamo ad AUH con circa mezz’ora di anticipo. Parcheggiamo ad un Gate da dove il 380 ripartira’ per SYD, che pare essere la destinazione finale di diversi degli altri 7 passeggeri di oggi.

Servizi di terra dedicati ad AUH sono inesistenti. Per fortuna la coda ai controlli di sicurezza non e’ atroce come altre volte e quindi verso le 20.15 sono gia’ nella Lounge dove ho un’attesa di circa 6 ore prima della coincidenza per Kochi.
(continua)