[TR] C'era un ragazzo, che come me... (EN, EK, VN, VJ, 11 voli)


I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
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Verso metà dicembre mi capitano sotto mano alcuni magazine turistici sul Vietnam; era già da un po’ che mi studiavo la destinazione e a febbraio decido di elaborare un itinerario di massima, iniziando a prenotare andata e ritorno. Dato che arrivarci con uno scalo solo sarebbe stato troppo banale, preferisco partire da Monaco di Baviera per aggiungere due voli, rivedere una città da cui manco da troppi anni e provare il 380 di Emirates (l’alternativa era il 787, con Qatar, ma al momento della prenotazione il velivolo non era ancora confermato su MUC). Le altre opzioni che avevo considerato, da Milano, erano Turkish (con doppio scalo IST/BKK, prezzo da dumping puro ma volo operato da Jet Airwyas che proprio non mi ispirava) e Aeroflot che mi permetteva un circle trip con due open jaws MXP-SVO-SGN // HAN-SVO-MXP, scartata per questioni di simpatia, anche se il prezzo non era affatto male.



La prenotazione online sul sito di Emirates è piuttosto semplice e richiede pochi minuti; per email arrivano tutte le conferme e da quel momento, fissato il giorno di ingresso e uscita nel paese, mi metto a costruire un itinerario, Lonely Planet alla mano: il risultato saranno 11 voli in 18 giorni per percorrere il paese da sud a nord.

Il TR sarà diviso in più parti, ognuna con una parte IT e una OT. Spero di non impiegare una vita a sistemare i quasi 50Gb di foto :D

Parte 1 – “My mindset is Munich; most of my generation's was Vietnam” (Madeleine Albright)
BGY-MUC | E95 | Y | Air Dolomiti

Ad essere onesti pensavo di andare a Monaco in treno in omaggio al mio primo interrail del 2003, e prima volta in cui misi piede in città. Poi, pensando di dover stare seduto per 6 e passa ore e l’idea di dover cambiare a Verona Porta Nuova mi hanno fatto propendere per cercare un volo hin und zurück. Lo status dei collegamenti aerei tra le due metropoli ai piedi delle Alpi è abbastanza tragico: Lufthansa, oppure, se si vuole, Lufthansa. In tutto ciò, appare un misterioso Bergamo Orio-Monaco operato da Air Dolomiti (che è sempre Lufthansa...), operato in rischio commerciale da quest’ultima e quindi, per fortuna, molto più economico di LH. Prenoto subito l’andata, lasciando spazio per altre soluzioni fantasiose al ritorno (volevo fare MUC-MAN-MXP per provare il 777 di Singapore, ma sarebbe stato davvero un po’ troppo estremo). Prenoterò lo stesso volo al contrario, per il ritorno, più avanti.

Fast forward al 28 luglio. La valigia è pronta, le macchine fotografiche sono cariche, il passaporto è in tasca: posso agilmente uscire di casa all’alba per recarmi in stazione Centrale e prendere il bus per Orio al Serio. Il volo... cioè, il bus è pieno, la partenza è in orario e l’arrivo con largo anticipo, grazie anche all’autostrada piuttosto scorrevole (sfido, alle 6 e venti del mattino).

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Lavori in corso a BGY

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Ok, la destinazione è corretta


Troppo anticipo: il check-in non è ancora aperto; purtroppo Air Dolomiti non consente il c-in online su questa specifica tratta. Faccio colazione con cappuccio e brioche, mi studio per la ventesima volta due pagine su Saigon e mi rimetto in coda al banco che sta aprendo. La coda, di una dozzina di persone, è completamente a caso, tanto che un signore indo-canadese rimane perplesso e mi dice che in India, una coda così, non esisterebbe. Credo di guardarlo anch’io perplesso, anche se devo ammettere che è abbastanza incredibile che 10/12 persone possano fare quel marasma di carne, trolley e zainetti Invicta.

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Il volo è in c/s con Lufthansa e ANA. Vedrò un sacco di doppie carte d’imbarco, soprattutto per India, USA e Canada.

Lascio la valigia, mi prendo la carta d’imbarco e vado subito ai controlli sicurezza, dato che c’è un attimo di pausa tra un’ondata FR e la prossima. Non suono e pochi minuti dopo sono col naso spiaccicato contro le vetrate per vedere cosa c’è di bello in pista, non moltissimo a dire la verità.

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Padroni di casa. Quanto che non volo con loro!

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Ospite abituale

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Ospiti dall’est. E, ehm, basta.

Non c’è molto altro da fare fino all’imbarco se non passeggiare nervosamente avanti e indietro, indeciso se prendermi un panino alle 9 del mattino (dopotutto sono sveglio dalle cinque) oppure sedermi buono e guardare le persone che passano.

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Food court (sort of).

Non riuscendo a stare seduto per più di dieci minuti, mi rialzo per vedere se il piccolo Embraer è già arrivato. Eccolo lì!

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Gate quasi aperto.

L’imbarco avverrà tramite finger; vengono chiamati prima i passeggeri con status, quelli di business e i passeggeri a ridotta mobilità e famiglie con bambini.

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Tratta: BGY-MUC
Volo: EN8233
Aereo: Embraer 195 LR
MSN:
587
Reg: I-ADJQ
Consegnato il: 19/01/2013
Posto: 18A
Gate: 19
Dep Sched/Gate/Runway: 9.45/9.45/9.53


Arr Sched/Gate/Runway: 10.50/10.50/10.40

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Sceso il budello del finger fin davanti alla L1, una delle aa/vv, decisamente di bella presenza, saluta e il dà il benvenuto a bordo ai passeggeri. Una seconda rimane a metà cabina ad indirizzare i passeggeri e sistemare le cappelliere (in tono con l’aereo, sono più piccole di quelle di un 737 o 320: la cosa mi colpisce subito perché il 190 non dà l’impressione di essere poi così mignon). Mi dirigo al mio 18A; poco dopo mi raggiunge la mia compagna di sedile, una signora di mezza età italiana. Il volo è piuttosto pieno.


Ad imbarco completato, il comandante si presenta e dà il benvenuto a bordo, indicando sommariamente la rotta e il tempo di volo. Bergamo-Monaco è davvero corta! A porte chiuse, le aa/vv passano distribuendo salviettine umidificate e subito dopo si mettono in posizione per la safety demo manuale, in tedesco, italiano e inglese. Rapido controllo che tutto sia a posto e iniziamo il rullaggio, dopo il push back. Tutte le comunicazioni avverrano nelle tre lingue.

Il sedile del 195 è senza infamia e senza lode; mi piace poco che non li abbiano allineati coi finestrini, costringendo a contorsioni varie per guardare fuori, un po’ come il fu CR7 di AirOne; finestrino che tra l’altro è unto da far schifo. La cabina è bella e luminosa e il pitch, nonostante la configurazione full-Y, direi che è abbastanza degno, almeno per quelli diversamente alti, tipo me.


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Le Birkenstock so io dove gliele avrei messe...


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011 by dskaccomatto, on Flickrl’ala del 195 è affatto brutta

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la tasca porta riviste (Settimo Cielo, safety card, Lufthansa Magazin, sacchettino per il vomito) posizionata in alto è sempre un’idea intelligente

La corsa di decollo non è lunga e non è corta, è... normale. La spinta è piacevole e il piccolino sembra avere proprio voglia di salire.

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Lift off

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BGY

Una volta in crociera viene offerto un piccolo rinfresco (snack dolce e da bere, io prendo succo di mela); credo che siamo abbastanza lontani dai fasti della vecchia Air Dolomiti, ma c’è anche da dire che questo è un volo che dura una quarantina di minuti scarsi.

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snack

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Per chi è interessato al genere

Il volo è abbastanza tranquillo, qualche piccolo sballottamento qua e là ma nulla di ché. Il comandante ritorna sulla PA per annunciare la rotta (tanto sotto è un tappeto bianco...), temperatura esterna, altitudine e tempo di arrivo a MUC.

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...e anche oggi il mio contributo in scie chimiche l’ho dato.

Il rubbish viene ritirato poco prima di iniziare la discesa, completamente in mezzo alle nuvole: il tempo a Monaco è pessimo a dir poco, con nuvole fino a terra, nebbia e pioggia. Si balla decisamente, tra una virata e l’altra, prima di allinearci per l’atterraggio. Un sacco di reverse e freni per prendere uno dei raccordi veloci, anche se poi faremo il giro di mezzo aeroporto per andare ai parcheggi remoti dei regional.

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biancheria

Già che ci siamo ci mettiamo a fare a gara sulla taxyway con un Tarom. Per la cronaca perdiamo.


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Uno dei famosi 60 widebodies che dovevano venire a MXP

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Qui ce ne sono altri

Ci andiamo a incuneare in mezzo a due fratellini, uno gemello

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e uno biondo e con gli occhi azzurri

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L’efficienza dell’hub crucco del sud fa si che una scaletta, bus e carrellino per ritiro bagagli siano già pronti. Sbarco tra gli ultimi dalla porta anteriore (vorrei rubare una di quelle belle cartoline con su il 195 ma mi sento un po’ un barbone a farlo) e, dato che il bus è pieno, un pullmino Volkswagen ci attende, dove saliremo in sei/sette persone, che fa molto VIP.

Il mio primo volo con EN termina qui; personale gentile, volo puntuale e addirittura servizio di bordo per un volo che dura uno sputo; l’aereo è nuovo e vola bene, la cabina è pulita e spaziosa; non mi è piaciuta la disposizione dei sedili rispetto ai finestrini.

Il giro fino al terminal non è proprio brevissimo; all’ingresso in aerostazione, sono proprio pochini i pax che attendono bagagli, che impiegano una quindicina di minuti ad arrivare (che sommato al tempo per arrivare al terminal e al numero di bagagli imbarcati, non la fa essere proprio una performance da urlo).

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Recupero la valigia, vado a fare un biglietto giornaliero della metro (tutte le zone incluso l’aeroporto, 11€ e spiccioli; la sola andata erano 10,70€) e mi reco nella stazione della S-Bahn, dove una S8 mi porterà ad Hauptbahnhof in circa 45 minuti. C’è una S-Bahn ogni 10 minuti, tra S1 e S8... i cui treni però non sono dedicati al servizio aeroportuale, infatti chi è con valigia occupa spesso due o tre posti a sedere.

Lascio la valigia agli armadietti in stazione e vado a farmi un breve ripasso del centro città, prima di fare un salto alla Neue Pinakothek, dove non ero mai stato nonostante le innumerevoli volte da queste parti. Volevo vedere anche il Museum Brandhorst, ma era chiuso (è lunedì, giorno funesto dei musei di tutto il mondo a quanto pare). Completo la giornata con un salto al parco olimpico – non ero mai stato al BMW Welt, che immaginavo più piccolo.

Qualche foto OT

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Tutto quello che ho visto del Brandhorst (la struttura del museo è di Sauerbruch+Hatton)

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Uno dei rari dipinti dove è possibile ammirare la gioia di vivere di Dancrane (al centro), circondato dai suoi amici di aviazionecivile.it

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Parte 2 – “Dubai's world class infrastructure has already established it as a major player in terms of trade and tourism in this part of the world” (Abdul Aziz Al Ghurair)
MUC-DXB | 380 | Y| Emirates

Il volo per Dubai è previsto alle 22.35; non ho particolare fretta di recarmi in aeroporto, anche perché ho già scelto il mio posto e fatto il check-in online; tuttavia vorrei mangiare qualcosa con calma e ho addocchiato un Biergarten all’aperto nella piazza coperta tra i due terminal di MUC. Torno pertanto con la metro fino alla Hauptbahnhof, recupero la valigia e vado a prendere la prima S che mi porta in aeroporto. Vado direttamente alla zona c-in di Emirates, al T1, per depositare la valigia al drop-off; ci sono tre file separate – una per i passeggeri di F e J, una per il drop-off del web check-in e una per chi deve ancora fare il check-in. Una assistente in divisa EK smista e assiste i passeggeri; a quanto pare, a vedere la massa di gente in coda, la maggior parte dei passeggeri deve ancora ricevere la carta d’imbarco. Io mi reco al drop-off (dove non c’è nessuno) dato che tecnicamente la mia si trova sul telefonino, ma mi stampano comunque la carta d’imbarco sia per il MUC-DXB che per il DXB-SGN. Il bagaglio sarà spedito fino a SGN.

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Il Munich Airport Center è un enorme centro congressi. In mezzo stavano allestendo una postazione con onde artificiali per fare surf

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Esco dalla zona check in e, dato che mancano tre ore al volo, torno nella piazza pubblica e mi infilo all’Airbräu per qualcosa di leggero e una birra – una Kumulus per me. Qualità mediocre e prezzo sopra la media della città, sconsigliato.


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Finita la cena, mi faccio una passeggiatina digestiva al T2, giusto il tempo di andare al gabinetto, e poi torno al T1 per i controlli sicurezza e passaporto.

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Confermato, MUC è un hub e i 60 widebodies li hanno davvero

Salgo al primo piano e mi reco al controllo passaporti, che è, al momento, miracolosamente vuoto; appena consegno il mio all’addetto questo esclama ad alta voce “Ah, italiano!”. Sshhh, che sono in incognito! Mi viene da rispondergli “Nein, ich komme aus Tessin”, ma ho paura di urtare la suscettibilità di qualcuno di Mendrisio, per cui mi limito a dirgli che sì, sono effettivamente italiano. Dà una rapida occhiata e mi fa cenno di andare. Anche il controllo di sicurezza richiede davvero poco tempo – mi viene richiesto di tirare fuori la reflex ma non i liquidi. Personale cordiale ed efficiente.

Mi faccio un giro per il duty free, dove si trovano sempre le stesse cose di tutti gli aeroporti; poi vado al mio gate (uno dei tre...) a dare un occhio al bestione. Porca miseria se è grosso, da vicino...

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Tratta: MUC-DXB
Volo: EK52
Aereo: Airbus 380-861
MSN:
80
Reg: A6-EDQ
Primo volo: 18/04/2011

Consegnato il: 28/10/2011
Posto: 47K
Gate: C07
Dep Sched/Gate/Runway: 20.35/20.27/...

Arr Sched/Gate/Runway: 6.30/6.36/...

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Come dicevo, ci sono tre gate a disposizione del ciccione – due per l’economy (C07 e C08) e uno per l’upper deck (C06). Giù sotto si imbarca a zone e devo dire che la cosa è gestita abbastanza bene e funziona. Io sono nel gruppo F, quando chiamano la mia lettera mi metto in coda e in pochi minuti sono a bordo del bestione – mi chiedo ancora come faccia a volare. A bordo c’è una batteria di assistenti di volo (per lo più donne) che saluta e indirizza i passeggeri nella rispettiva area. In fase di prenotazione ho scelto la parte anteriore della cabina di Y, in quanto più piccola mi dava l’idea che fosse più tranquilla. Il 380 colpisce per l’idea di spazio che dà: nonostante il layout 3-4-3, ai lati del posto lato finestrino ci sono ancora dieci-quindici centimetri di gap. Il finestrino interno, enorme, dà l’illusione che anche quello esterno sia gigantesco, anche se mi pare di dimensioni standard. So che ci sono già decine di TR sul ciccione, ma è la mia prima volta e ne sono letteralmente estasiato: tanto è brutto fuori quanto è bello dentro.

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Al posto sono già presenti il cuscino, la copertina e le cuffie, oltre ad un armamentario di riviste di bordo, tra cui la guida all’IFE. Metto lo zaino nella cappelliera e mi siedo comodo al mio posto.


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Per una volta tanto non sono l’unico pirla a scattare foto: praticamente tutti, chi con il telefonino, chi con la compatta, chi con la reflex (!) scattano ovunque e senza pietà – buona parte dei pax a bordo sono evidentmente in partenza per le ferie estive. Passeggeri in maggioranza tedeschi e del sub-continente indiano, anche se ho sentito un po’ tutte le lingue (incluso spagnolo e francese). Le aa/vv passano distribuendo un welcome drink (succo d’arancia).

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Non appena vengono chiuse le porte, in attesa che tutti si sistemino e inizi il push back, il comandante, tedesco se non ho capito male, interviene sulla PA (in tedesco e inglese) con davvero tanta passione per dare un po’ di dati sul volo e presentare l’equipaggio; la rotta oggi passerà sull’Austria, Romania, tutto sul mar Nero, ingresso nello spazio aereo turco e deviazione a sud-est sopra l’Iraq, infine Dubai. Si volerà a FL390, con salita a FL410 una volta consumato un po’ di carburante, e lungo la rotta ci aspetteranno zone di aria turbolenta. Stasera decolleremo leggeri, 440T, anche perché percorreremo circa un terzo del range massimo dell’aereo. Mi sorprende quanto siano chiari tutti gli annunci – a livello di qualità sonora – e di quanto sia silenziosa la cabina.

Intanto, con mio sommo piacere, vedo che il posto a fianco al mio rimarrà vuoto, mentre lato corridoio si siederà una ragazza tedesca molto tranquilla che passerà tutto il volo attacca all’IFE.

Push-back e messa in moto e siamo pronti a muoverci; nel frattempo la demo di sicurezza viene proiettata sull’IFE, mentre le aa/vv assistono in piedi alle relative posizioni, prima di passare a controllare le cinture e cappelliere alla fine della demo. Viene acceso il mood lighting (di un rosso che fa un po’ emergenza...) e, poco prima del decollo, dimmata del tutto.

Allineati, mi attendo che i motori inizino a urlare e spingere come dei dannati... invece l’urlo è un sospiro sommesso e la spinta è molto dolce. Quasi non mi accorgo quando stacchiamo e mi sembra di salire orizzontale, tipo un 340, ma al rallenty.

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Dopo circa una ventina di minuti dal decollo le aa/vv si animano e passano distribuendo i menu e facendo un giro di hot-towel, cosa che apparentemente suscita notevole ilarità e qualche ustione di secondo grado.

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Il 380 vola bene, probabilmente meglio di qualsiasi altro aereo su cui sia stato – reagisce in modo composto alle turbolenze, sembra una grossa berlina con le sospensioni molto morbide, tarate per favorire al massimo il comfort.

La cena verrà servita tra Budapest e Bucarest; prendo l’agnello e una coca light. Posate in metallo.


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L’agnello è un po’ duretto, ma ha un buon sapore, le verdure hanno invece su una generosa dose di pepe (che io gradisco, ma non tutti). L’halibut invece è proprio buono, pessima invece la pasta fredda al pesto che l’accompagna come antipasto (qualcuno gli dica che la pasta non è un antipasto). Dolce così così, un po’ troppo asciutto. Pane di gomma. Insomma catering 6---. Inutile dire che non faccio prigionieri e tutto finisce nel mio capiente stomaco.

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Intanto cerco di guardare qualcosa sull’IFE, che però si continua a bloccare, è lento e poco reattivo. Alla fine, per la noia, lo metterò sull’airshow e rimarrà lì per tutto il resto del volo. Vengono ritirati i vuoti, vado in bagno (sorry, no foto, ho lasciato compattina e cellulare a ricaricarsi al posto) e provo ad appisolarmi un po’, cosa che riesco in effetti a fare per un paio d’ore, tra una sveglia e l’altra, cioè quando riesco a vedere le aa/vv passare continuamente con vassoi ricolmi di succhi di frutta e acqua in bicchiere. Il sedile a fianco libero è davvero una manna dal cielo.

Mi sveglio e siamo qui:

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156 by dskaccomatto, on FlickrDovrebbe essere Baghdad ma non ci metto la mano sul fuoco

Intanto la maggior parte della cabina dorme, a parte due o tre insonni. Mi appisolo nuovamente anch’io per un altro po’ e mi risveglio al largo delle coste del Qatar che ormai albeggia. Il mood lighting passa dalla modalità cielo stellato alla modalità alba.

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Non appena inizia a vedersi il sole, iniziano anche le turbolenze, che aumentano man mano che ci avviciniamo a DXB. I motori ballano su e giù che è un piacere. Viene acceso il segnale di allacciare le cinture e anche la purser fa un avviso in cabina (l’avviso in arabo verrà dato da un a/v di sesso maschile, come tutte le altre comunicazioni in arabo: mi è capitato in quattro voli su quattro).

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Certo che DXB è bello incastrato in mezzo alla città...

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Non è l’unico che vedrò – a quest’ora ci si incoda di buon ordine per atterrare.

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Ora siamo noi in finale. Al massimo ingrandimento sembra essere un 333 di LH, col beneficio del dubbio.

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Dintorni

La toccata è abbastanza morbida; reverse e freni e via ai parcheggi, ahimé, remoti: non ci spetta infatti il finger. Sperimenterò quindi la famigerata combo umidità+temperatura di Dubai.

167 by dskaccomatto, on FlickrQui la reflex, in uno dei pochi scatti fatti sull'aereo, mi ha giocato uno scherzetto di backfocus, tanto valeva giocare a mia volta... :)


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VIP

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Gemello

Il Purser dà il benvenuto a bordo a Dubai e invita a consultare l’IFE per visualizzare le connessioni con i rispettivi gate.

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Dopo questa vengo cazziato dall’ombra nera che si vede a sinistra, che mi dice che non si possono fare le foto in aeroporto. Scusi, spengo e scendo. Sono le 6.30AM, all’esterno ci sono 35°C e l’umidità è dell’85%. Nell’interpista invece ci sono 20°C scarsi e lo stesso ci impiega circa 25 minuti a raggiungere l’ingresso dell’aerostazione. Due addette asiatiche urlando indicando i cartelli da seguire per chi è in transito e per chi è fa immigration a Dubai. La maggior parte dei pax è ovviamente in transito. Mi infilo a destra e procedo verso le postazioni di controllo radiogeno prima di entrare nel terminal.

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Siamo nel regno del kitsch: marmi tirati a lucido, acciaio cromato, vetro, luci, ascensori, cascate, scale mobili (che gli addetti cercano di disincentivare: preferiscono che tutti vadano sugli ascensori); non posso dire che incontri particolarmente il mio gusto estetico, seppur sia un aeroporto molto pratico e funzionale, pulitissimo e piacevole. Di aerei se ne vedono pochini, per come è fatto il terminal, e quasi tutti EK.


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un’occhiata ai prossimi voli in partenza

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con questa punto a far venire il mal di mare a qualcuno

Bighellono un po’ per l’aeroporto, compro qualcosa al duty free e vado a fare colazione con uno smoothie ai frutti tropicali e una fetta di cheese cake. Tra una cosa e l’altra, le due ore e quarantacinque di connessione passano piuttosto velocemente e, quando mancano meno di dieci minuti all’apertura del gate, lo raggiungo.

Continua nei prossimi giorni, se mi fanno uscire dall'ufficio la sera :(

DaV
 
Grandioso inizio, si preannuncia un superTR.
Senza falsi complimenti, il tuo modo di scrivere e di raccontare è per me fantastico.
Peccato solo per il quadro in cui è raffigurato Dancrane, a causa del quale non dormirò stanotte.
 
Grazie per aver condiviso, attendo il resto. Non lesinare sulla parte OT, pls! E' il viaggio che sto programmando per ott/nov.
 
Bello assai.

Continuo a dire che il ciccione è di un'altra categoria, in quanto a comfort. E che però di salire non ne vuole che sapere.

Avrei scritto tante altre belle cose, ma l'ultima foto mi ha fatto ricredere.
A nome degli AU (astigmatici uniti), ti mando cortesemente a quel paese. :D
 
Parte 3 – “According to the Mercer Human Resource Consulting, Economist Intelligence Unit and ECA International, Ho Chi Minh City is ranked 132 on the list of world's most expensive cities for expatriate employees” (Wikipedia)
DXB-MUC | 772 | J | Emirates

Il gate A6 è nascosto ad un piano inferiore dell’aeroporto, e per raggiungerlo occorre scendere un paio di rampe di scale mobili o qualche piano di ascensore (con aria condizionata a 16 gradi), girare un paio di curve e percorrere qualche corridoio. Il gate di per sé non sarebbe neanche male, la zona è riservata e non c’è molto traffico.

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Tratta: DXB-SGN
Volo: EK392
Aereo: Boeing 777-21H(ER)
MSN:
27252, LN: 63
Reg: A6-EMG
Primo volo: 14/03/1997

Consegnato il: 11/04/1997
Posto: 11D
Gate: A6
Dep Sched/Gate/Runway: 9.15/9.13/...

Arr Sched/Gate/Runway: 19.35/19.34/...

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Arrivo che l’imbarco è già iniziato: si vede che avevano fretta e hanno aperto in anticipo. Non c’è molta gente in coda, cosa che mi stupisce, i pax arrivano infatti alla spicciolata e si inseriscono; entro anchio nel serpentone dell’elimina code con la mia bella carta d’imbarco in mano, già consegnatami a Monaco, e la consegno alla signorina all’imbarco. Il lettore ottico fa un bip diverso dal solito e si accende una luce rossa – pazienza, penso, anche a BGY al security check il mio nome non risultava tra quelli che avevano fatto li check-in...

La signorina mi guarda, straccia la carta d’imbarco e mi ridà una nuova carta d’imbarco; la sto già per maledire e chiederle di assegnarmi almeno un finestrino, se proprio mi devono cambiare posto, quando mi fa: “Oh, it looks like it’s your lucky day today: you’ve been upgraded to business class, Sir. Enjoy your flight with Emirates”. Credo di aver sentito qualcosa come le campane del paradiso e un coro cantare l’Hallelujah e, con un sorriso che farebbe invidia alla Mentadent, la ringrazio sentitamente per l’inatteso regalo.

Credo di aver percorso i trenta metri tra il controllo della carta d’imbarco e l’uscita vera e proprio saltellando e ripetendomi “BottadiculoBottadiculoBottadiculoBottadiculo” e “Per fortuna che stamattina ti sei regolato la barba, altrimenti ti mandavano in galera, altro che J”. Da qui in poi non sarò proprio lucidissimo, per cui mi sa che mancherò di fotografare molte cose fondamentali o di notarne altre altrettanto fondamentali, insomma, sono in stato di catalessi, è il mio primo volo in J ed è pure un upgrade!

Arrivato alle porte scorrevoli, faccio vedere la mia sbrilluccicante carta d’imbarco con striscia rossa e l’addetto allo smistamento passeggeri sui bus (è un imbarco remoto) mi blocca e mi dice di sedermi pure e aspettare. Io mi siedo e aspetto. Aspetto. Dopo cinque minuti, in cui si imbarcano decine di persone sull’interpista (che quasi diventa un carro bestiamo fantozziano. Dio cos’ho scampato), vedo che altre persone vengono invitate a sedersi e ad aspettare: tutti upgrade. Tutti. E pensare che avevano provato a vendermelo a quasi 700€ per la sola tratta in questione...

Tocca a noi. Un autobus di J, con sedili imbottiti e aria condizionata di qualità superiore, si appropinqua al gate e il nostro Cerbero ci lascia salire a bordo; dopo circa 30 minuti arriviamo davanti al nostro roboante 777 per salire le scale che ci porteranno a bordo. Visto il cazziatone dello sbarco, sono molto discreto nel fotografare (col telefonino), per cui le foto sono più o meno a casaccio.

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No, il Triplo non è deformato, è il mio telefonino...


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Mr 93,400-libbre-di-spinta


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Il nostro autista non apre le porte finché non gli fanno cenno dalla scaletta, evidentemente per evitare che possiamo rimanere abbrustoliti sotto sole di Dubai.

Con deferenza salgo le scalette, mi tolgo il cappel... ah no, non lo porto, e mostro la mia carta d’imbarco bordata di rosso alla hostess, che mi indica la strada per il mio posto a sedere, nella seconda sezione di business, subito davanti all’economy. Apro la cappelliera, metto lo zaino dopo aver tolto il kit di sopravvivenza (libro, iPod, caricabatterie) e mi accomodo al mio posto, 11D, corridoio laterale: sono anch’io un club level per 7 ore! Comunque non ho fatto fare figuracce ad aviazionecivile.it, mi sono comportato con estrema dignità. Al mio fianco una coppia di inglesi di una certa età che inizia a farsi foto con lo champagne in mano, al finestrino una coppia di turisti tedeschi che inizia a farsi foto con lo champagne in mano. Oh it’s soooo sparkling!

La aa/vv mi chiede se è la prima volta in J con Emirates, le dico di sì e mi chiede se vuole che mi mostri come funzionano tutti i pulsantini e le caratteristiche del sedile. Perché no!? E allora scendi, sali, vibra, massaggia, sdraia, apri e chiudi. Mi dice di chiamarla per qualsiasi cosa. Occhio che ti prendo in parola... :D

Questa la situazione appena seduto, senza toccare nulla:

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il legroom è notevole...



Appena l’imbarco del primo giro di passeggeri in J è completato, le aa/vv passano in coppia consegnano le hot towel e prendendo le ordinazioni da bere. Il menu, sia food che wine, è già nella tasca del sedile, insieme alle cuffie, alla mascherina e calze. Non c’è amenity kit (il volo è diurno). Chiedo uno champagne, più per fare la foto che altro. Le ordinazioni vengono prese un po’ a caso, saltando i pax senza un preciso ordine logico; anche la consegna è più o meno a caso.

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Spero che le scarpe incontrino il gusto di nicolap e alitaliafan :D

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Moët & Chandon Brut Impérial

Menu e carta dei vini:

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Arriva il secondo giro di passeggeri, l’aereo è pieno a tappo e la cabina di J si riempie definitivamente; si ripete la danza delle aa/vv che con casualità si muovono a distribuire hot towels, prendere le ordinazioni e consegnare le bevande.


Dalla mia postazione purtroppo non vedo quasi nulla dell’esterno, peccato perché era anche il lato giusto per vedere il Burj Khalifa.

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Vengono ritirati gli ultimi bicchieri vuoti, le hot towels usate e viene fatta partire la demo di sicurezza, sugli enormi schermi individuali (peccato non 16:9, e peccato per la qualità non eccelsa del video). Oggi si viaggia veloci, 6 ore e 46 di volo invece che le 7 ore e venti previste normalmente (poi in realtà arriveremo in orario).

Sblocchiamo e rulliamo verso la testata pista. Gli RR iniziano a ruggire, in modo piuttosto violento, l’aereo scricchiola tutto, il rumore è infernale. Venendo dal 380 c’è un abisso in termini di comfort uditivo, anche considerando che questo 777 è quasi maggiorenne. La salita è parecchio movimentata, prendiamo delle belle botte, per fortuna dopo circa una quindicina di minuti l’aria si stabilizza e iniziamo ad andare dritti senza sballonzolare ogni dieci secondi.

Poco dopo viene disattivato il segnale di allacciare le cinture. Inizio a giocare un po’ con l’IFE, che a differenza di quello sul 380 ha molti meno contenuti, ma almeno non si impianta ogni due minuti ed è più reattivo. Oltre al telecomando vi è anche un remote controller touch screen incorporato nel sedile ed estraibile, che replica tutte le funzioni del display principale oltre ad avere i comandi per la poltrona, luce e chiamata a/v.

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Appena in crociera, le aa/vv passano a prendere le ordinazioni per il drink e per il pranzo. Prendo un altro bicchiere di champagne e ordino i gamberi; la gentilissima Diane mi dice che è probabile che non ne abbiano più a bordo, però subito dopo si corregge e mi dice che cercherà di vedere se riuscirà ad averne lo stesso una porzione. Mah!

Giochiamo col sedile, che è meglio...

Posizione relax

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e full flat

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Per essere flat, è flat, però è angolato e non lie-flat. Il sedile l’ho trovato comodo, anche per dormire; il poggiapiedi è utile per non scivolare. Diciamo che la disposizione 2-3-2 sacrifica qualcosa in larghezza e per chi dorme esclusivamente di pancia, non è il massimo. Poi vabbé, in questa situazione ho ben poco da lamentarmi...

Intanto portano l’aperitivo, con frutta secca mista calda (porteranno anche i bis, non richiesto ma gradito) buono, e abbassano l’aria condizionata a 8 o 9 gradi, tutti erano con su la coperta, si gelava!

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Due ore e mezza circa dopo il decollo inizia il servizio principale.

Per antiposto prendo il cicken roulade, temevo fosse asciutto invece era piuttosto tenero e succoso, buono

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Passano poi col cestino dei lieviti, prendo il garlic bread che a me fa impazzire. Fanno inoltre il giro per il vino; la mia Diane mi chiede se voglio continuare con lo champagne (il bicchiere continua a riempirsi da solo...) o se preferisco passare ad altro. Per il main course, visto che spuntano fuori miracolosamente i gamberetti, decido di provare lo Chardonnay. L’altra aa/vv passerà una decina di minuti dopo con entrambe lo bottiglie (Chardonnay e Sauvignon Blanc) e mi chiede quale dei due preferisca. Credo che le due colleghe non si parlino molto.

Iniziano a consegnare le portate principali, ma dopo cinque minuti il mio è scomparso di nuovo. Dopo altri cinque ripassa l’a/v che gestisce la mia zona, guarda il mio tray vuoto e si batte la mano sulla testa, come a dire “Oh, cavolo, mi sono dimenticata!”. Corre subito nel galley e pochi istanti dopo arrivano i miei gamberi (tutti piatti arrivano su vassoio individuale direttamente dal galley):

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l’aspetto non è dei più invitanti ma non è affatto male; la salsa allo zenzero è abbastanza piccante ma gestibile anche per chi, come me, non ne è un grande fan.

Infine il dolce, prendo la chocolate tart, buona. Salto la frutta e i formaggi, che sono stuffed come uno sparkling turkey.


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Rifiuto te, caffè e porto, tanto sono già mezzo ubriaco, e chiedo di sparecchiare.

Mi ero ripromesso di non dormire per assorbire meglio il fuso a destinazione, ma come si fa... per la gioia di Falkux, vado a fare un salto nella toilette.

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Bvlgari Man dev’essere un bel flop per trovarlo praticamente ovunque, mi sa che pur di spingerlo lo regalerebbero...

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Torno al mio posto che prendiamo un botta tremenda, siamo appena arrivati sopra l’India e il volo sarà, da qui in poi, completamente tra il mosso e il moltissimo mosso. Per dormire un po’ l’ideale... il comandante avviserà gli assistenti di volo di interrompere il servizio e mettersi a sedere cinturati (servizio quasi finito, per fortuna).

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Scelgo dall’IFE The Great Gatsby in inglese (la selezione di film in italiano faceva schifo, oltre ad essere molto ristretta); non sono un grande amante di cinema ma devo dire che mi è piaciuto, ho anche finalmente capito da dove viene l’avatar di FlyKing :) Metto le cuffie che non sono noise-cancelling ma fanno piuttosto bene il loro lavoro, e mi guardo il film prima di appisolarmi un po’ (credo di aver dormicchiato un’oretta e mezza).

Apro gli occhi che la cabina è praticamente oscurata, ma Diane mi scorge e viene subito a chiedermi se voglio mangiare o bere qualcosa prima dell’atterraggio. Le chiedo un bicchiere d’acqua e le dico che vorrei continuare a dormire fino alla discesa.

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Mancano meno di due ore, fuori inizia a fare buio, si balla che è un piacere e noi continuamo a stare in mezzo ai pinguini, incuranti del fatto che troveremo circa 32°C e un sacco di umidità, oltre ad una bella pioggerellina subtropicale. Prima dell’atterraggio le aa/vv distribuiscono un questionario medico da consegnare agli addetti sanitari (no febbre, no tifo, no malaria e no non so cos’altro: non dovrei avere problemi).

L’atterraggio avviene nel buio completo, interrotto dalle luci di Ho Chi Minh City (o Saigon, come piace a me) che riesco ad intravedere durante le virate. Toccata legnosetta, un sacco di reverse e ci piazziamo al finger per sbarcare in un aeroporto deserto, tutto intonacato di bianco, che sembra quasi più una sala chirurgica.

A metà del corridoio troviamo i famosi addetti sanitari che ritirano e timbrano il foglio prima di restituirne una parte (non è chiaro cosa dobbiamo fare del pezzo che ci restituiscono, lo terrò come ricordo). Il ritiro bagagli è subito prima del controllo passaporti e dogana, purtroppo il mio tornerà mezzo sfasciato su tutti e quattro i bordi, vado quindi a fare denuncia; l’handler, in accordo con la compagnia, non può offrire nulla più che l’equivalente di 15€ dato che non possono risalire al valore della valigia che ha almeno sei/sette anni ed è di un marchio (Roncato) che in Vietnam nessuno conosce. Probabilmente mi sono fatto un po’ turlupinare, comunque accetto e me ne vado, dato che ho solo voglio di farmi una doccia il prima possibile. Al controllo passaporti il militare controlla scrupolosamente il visto e, soddisfatto, mi saluta e mi augura buona permanenza, e pensare che mi avevano raccontato cose da terzo mondo... niente da dichiarare alla dogana, vado al primo bancomat, prelevo qualche milione di dong e vado alla ricerca dell'autista che avevo prenotato con l’albergo; all’uscita rischio lo shock termico e dopo poco sono sul mio Toyota Innova (popolarissimo da queste parti) con tamarrissima musica di discoteca europea in salsa vietnamita sparata a palla, un traffico tutto sommato scorrevole e decine di motorini ovunque. Mi piace :). Arrivo in hotel che sono quasi le nove e mezza abbondanti, mi doccio, disfo la valigia, metto a caricare tutto quello che è ricaricabile e mi dirigo nel letto dove crollo meno di dieci minuti dopo, complice probabilmente la melatonina che ho preso.

Bilancio del volo: oggettivamente la J è un altro modo di viaggiare rispetto alla Y, soprattutto sull’intercont. Ci si può riposare veramente, e solo quello credo che valga il prezzo del biglietto: sono sceso che non ero uno straccio; il sedile non mi è sembrato male pur non essendo un lie-flat orizzontale, non ho altri esempi a cui compararlo ma su un volo relativamente corto (6/7 ore) mi pare assolutamente adeguato. Discutibile il posto centrale in business, ma è andata bene a tutti perché ad una coppia era abbinato un solo traveller, quindi il passeggero in mezzo aveva un corridoio virtuale da usare. Equipaggio EK gentilissimo ma a volte poco affiatato, ho fatto un po’ fatica a cogliere uno standard di servizio (che invece era piuttosto chiaro sulla Y del 380). Il catering è un plus, comunque non male affatto. 777 molto peggio del 380 in quanto a comfort, sia acustico che come dinamica di volo (ora rischio la lapidazione, credo).

Appena riesco OT Ho Chi Minh City con qualche sorpresa IT :); non ho riletto perché ho dannato con l'upload di Flickr, stasera, per cui perdonate strafalcioni e sgrammaticature varie.

DaV
 
TR spettacolare, aspetto veramente con ansia il resto.

Con il Dancrane sul tela ho rischiato di cadere dalla sedia. Dal ridere e dal ribrezzo.
 
I tuoi TR sono sempre fantastici!
Aspetto il resto

Esagerato! Grazie mille, Grande Gatsby!

Grandioso inizio, si preannuncia un superTR.
Senza falsi complimenti, il tuo modo di scrivere e di raccontare è per me fantastico.
Peccato solo per il quadro in cui è raffigurato Dancrane, a causa del quale non dormirò stanotte.

:o Grazie, complimenti assolutamente immeritati!

un altro TR che lascerà senza fiato :-)

Speriamo :D

Bell'inizio, aspetto di vedere il resto ;)

Grazie! Terza parte appena caricata.

bellissimo aspettiamo il resto!! :)

Grazie anche a te :)

Complimenti cavolo....

Mercì!

Bellissimo! Procedo senz'altro a caricarlo anche sulla pagina facebook AviazioneCivile.it | Facebook

Onorato! Grazie Presidente!

Come al solito, si prevede un grande TR.

Speriamo di mantenere le promesse :D

Grazie per aver condiviso, attendo il resto. Non lesinare sulla parte OT, pls! E' il viaggio che sto programmando per ott/nov.

Prossima parte dedicata al primo OT su Saigon. Ott/nov dovrebbe essere il periodo migliore, tifoni a parte.

Molto bello per adesso e destinazioni interessanti.Vai col seguito.

Arriva! Grazie.

Bello assai.

Continuo a dire che il ciccione è di un'altra categoria, in quanto a comfort. E che però di salire non ne vuole che sapere.

Avrei scritto tante altre belle cose, ma l'ultima foto mi ha fatto ricredere.
A nome degli AU (astigmatici uniti), ti mando cortesemente a quel paese. :D

Assolutamente d'accordo, 380 una spanna sopra gli altri. A riguardarla, la foto dà fastidio anche a me (lieve astigmatismo sul destro, oltre a miopia su entrambi gli occhi...)

Gran bell'inizio di uno splendido tr, molto interessante, simpatico e completo di particolari.

Pure troppi:


:)

Bah, sei solo invidioso perché io sono pulito dentro e bello fuori. Cioè, bello, insomma :D grazie!

Molto ben fatto! Inoltre sono curioso di vedere l'OT.

Spero di mettere su qualcosa prima del weekend :)

Grazie a tutti!

DaV
 
Le scarpe possono anche passare. Il problema sono i calzini.
Nonostante tu li abbia photoshoppati nelle ultime due foto, nelle prime si vede benissimo che sono a righe.
Adesso, che io ricordi, solo Ralph Malph li portava a righe.