
Verso metà dicembre mi capitano sotto mano alcuni magazine turistici sul Vietnam; era già da un po’ che mi studiavo la destinazione e a febbraio decido di elaborare un itinerario di massima, iniziando a prenotare andata e ritorno. Dato che arrivarci con uno scalo solo sarebbe stato troppo banale, preferisco partire da Monaco di Baviera per aggiungere due voli, rivedere una città da cui manco da troppi anni e provare il 380 di Emirates (l’alternativa era il 787, con Qatar, ma al momento della prenotazione il velivolo non era ancora confermato su MUC). Le altre opzioni che avevo considerato, da Milano, erano Turkish (con doppio scalo IST/BKK, prezzo da dumping puro ma volo operato da Jet Airwyas che proprio non mi ispirava) e Aeroflot che mi permetteva un circle trip con due open jaws MXP-SVO-SGN // HAN-SVO-MXP, scartata per questioni di simpatia, anche se il prezzo non era affatto male.
La prenotazione online sul sito di Emirates è piuttosto semplice e richiede pochi minuti; per email arrivano tutte le conferme e da quel momento, fissato il giorno di ingresso e uscita nel paese, mi metto a costruire un itinerario, Lonely Planet alla mano: il risultato saranno 11 voli in 18 giorni per percorrere il paese da sud a nord.
Il TR sarà diviso in più parti, ognuna con una parte IT e una OT. Spero di non impiegare una vita a sistemare i quasi 50Gb di foto

Parte 1 – “My mindset is Munich; most of my generation's was Vietnam” (Madeleine Albright)
BGY-MUC | E95 | Y | Air Dolomiti
Ad essere onesti pensavo di andare a Monaco in treno in omaggio al mio primo interrail del 2003, e prima volta in cui misi piede in città. Poi, pensando di dover stare seduto per 6 e passa ore e l’idea di dover cambiare a Verona Porta Nuova mi hanno fatto propendere per cercare un volo hin und zurück. Lo status dei collegamenti aerei tra le due metropoli ai piedi delle Alpi è abbastanza tragico: Lufthansa, oppure, se si vuole, Lufthansa. In tutto ciò, appare un misterioso Bergamo Orio-Monaco operato da Air Dolomiti (che è sempre Lufthansa...), operato in rischio commerciale da quest’ultima e quindi, per fortuna, molto più economico di LH. Prenoto subito l’andata, lasciando spazio per altre soluzioni fantasiose al ritorno (volevo fare MUC-MAN-MXP per provare il 777 di Singapore, ma sarebbe stato davvero un po’ troppo estremo). Prenoterò lo stesso volo al contrario, per il ritorno, più avanti.
Fast forward al 28 luglio. La valigia è pronta, le macchine fotografiche sono cariche, il passaporto è in tasca: posso agilmente uscire di casa all’alba per recarmi in stazione Centrale e prendere il bus per Orio al Serio. Il volo... cioè, il bus è pieno, la partenza è in orario e l’arrivo con largo anticipo, grazie anche all’autostrada piuttosto scorrevole (sfido, alle 6 e venti del mattino).

Lavori in corso a BGY

Troppo anticipo: il check-in non è ancora aperto; purtroppo Air Dolomiti non consente il c-in online su questa specifica tratta. Faccio colazione con cappuccio e brioche, mi studio per la ventesima volta due pagine su Saigon e mi rimetto in coda al banco che sta aprendo. La coda, di una dozzina di persone, è completamente a caso, tanto che un signore indo-canadese rimane perplesso e mi dice che in India, una coda così, non esisterebbe. Credo di guardarlo anch’io perplesso, anche se devo ammettere che è abbastanza incredibile che 10/12 persone possano fare quel marasma di carne, trolley e zainetti Invicta.

Il volo è in c/s con Lufthansa e ANA. Vedrò un sacco di doppie carte d’imbarco, soprattutto per India, USA e Canada.
Lascio la valigia, mi prendo la carta d’imbarco e vado subito ai controlli sicurezza, dato che c’è un attimo di pausa tra un’ondata FR e la prossima. Non suono e pochi minuti dopo sono col naso spiaccicato contro le vetrate per vedere cosa c’è di bello in pista, non moltissimo a dire la verità.

Padroni di casa. Quanto che non volo con loro!

Ospite abituale

Ospiti dall’est. E, ehm, basta.
Non c’è molto altro da fare fino all’imbarco se non passeggiare nervosamente avanti e indietro, indeciso se prendermi un panino alle 9 del mattino (dopotutto sono sveglio dalle cinque) oppure sedermi buono e guardare le persone che passano.

Food court (sort of).
Non riuscendo a stare seduto per più di dieci minuti, mi rialzo per vedere se il piccolo Embraer è già arrivato. Eccolo lì!



Gate quasi aperto.
L’imbarco avverrà tramite finger; vengono chiamati prima i passeggeri con status, quelli di business e i passeggeri a ridotta mobilità e famiglie con bambini.

Tratta: BGY-MUC
Volo: EN8233
Aereo: Embraer 195 LR
MSN: 587
Reg: I-ADJQ
Consegnato il: 19/01/2013
Posto: 18A
Gate: 19
Dep Sched/Gate/Runway: 9.45/9.45/9.53
Arr Sched/Gate/Runway: 10.50/10.50/10.40

Sceso il budello del finger fin davanti alla L1, una delle aa/vv, decisamente di bella presenza, saluta e il dà il benvenuto a bordo ai passeggeri. Una seconda rimane a metà cabina ad indirizzare i passeggeri e sistemare le cappelliere (in tono con l’aereo, sono più piccole di quelle di un 737 o 320: la cosa mi colpisce subito perché il 190 non dà l’impressione di essere poi così mignon). Mi dirigo al mio 18A; poco dopo mi raggiunge la mia compagna di sedile, una signora di mezza età italiana. Il volo è piuttosto pieno.
Ad imbarco completato, il comandante si presenta e dà il benvenuto a bordo, indicando sommariamente la rotta e il tempo di volo. Bergamo-Monaco è davvero corta! A porte chiuse, le aa/vv passano distribuendo salviettine umidificate e subito dopo si mettono in posizione per la safety demo manuale, in tedesco, italiano e inglese. Rapido controllo che tutto sia a posto e iniziamo il rullaggio, dopo il push back. Tutte le comunicazioni avverrano nelle tre lingue.
Il sedile del 195 è senza infamia e senza lode; mi piace poco che non li abbiano allineati coi finestrini, costringendo a contorsioni varie per guardare fuori, un po’ come il fu CR7 di AirOne; finestrino che tra l’altro è unto da far schifo. La cabina è bella e luminosa e il pitch, nonostante la configurazione full-Y, direi che è abbastanza degno, almeno per quelli diversamente alti, tipo me.

Le Birkenstock so io dove gliele avrei messe...



la tasca porta riviste (Settimo Cielo, safety card, Lufthansa Magazin, sacchettino per il vomito) posizionata in alto è sempre un’idea intelligente
La corsa di decollo non è lunga e non è corta, è... normale. La spinta è piacevole e il piccolino sembra avere proprio voglia di salire.

Lift off

BGY
Una volta in crociera viene offerto un piccolo rinfresco (snack dolce e da bere, io prendo succo di mela); credo che siamo abbastanza lontani dai fasti della vecchia Air Dolomiti, ma c’è anche da dire che questo è un volo che dura una quarantina di minuti scarsi.

snack



Per chi è interessato al genere
Il volo è abbastanza tranquillo, qualche piccolo sballottamento qua e là ma nulla di ché. Il comandante ritorna sulla PA per annunciare la rotta (tanto sotto è un tappeto bianco...), temperatura esterna, altitudine e tempo di arrivo a MUC.

...e anche oggi il mio contributo in scie chimiche l’ho dato.
Il rubbish viene ritirato poco prima di iniziare la discesa, completamente in mezzo alle nuvole: il tempo a Monaco è pessimo a dir poco, con nuvole fino a terra, nebbia e pioggia. Si balla decisamente, tra una virata e l’altra, prima di allinearci per l’atterraggio. Un sacco di reverse e freni per prendere uno dei raccordi veloci, anche se poi faremo il giro di mezzo aeroporto per andare ai parcheggi remoti dei regional.


biancheria
Già che ci siamo ci mettiamo a fare a gara sulla taxyway con un Tarom. Per la cronaca perdiamo.


Uno dei famosi 60 widebodies che dovevano venire a MXP

Qui ce ne sono altri
Ci andiamo a incuneare in mezzo a due fratellini, uno gemello

e uno biondo e con gli occhi azzurri

L’efficienza dell’hub crucco del sud fa si che una scaletta, bus e carrellino per ritiro bagagli siano già pronti. Sbarco tra gli ultimi dalla porta anteriore (vorrei rubare una di quelle belle cartoline con su il 195 ma mi sento un po’ un barbone a farlo) e, dato che il bus è pieno, un pullmino Volkswagen ci attende, dove saliremo in sei/sette persone, che fa molto VIP.
Il mio primo volo con EN termina qui; personale gentile, volo puntuale e addirittura servizio di bordo per un volo che dura uno sputo; l’aereo è nuovo e vola bene, la cabina è pulita e spaziosa; non mi è piaciuta la disposizione dei sedili rispetto ai finestrini.
Il giro fino al terminal non è proprio brevissimo; all’ingresso in aerostazione, sono proprio pochini i pax che attendono bagagli, che impiegano una quindicina di minuti ad arrivare (che sommato al tempo per arrivare al terminal e al numero di bagagli imbarcati, non la fa essere proprio una performance da urlo).

Recupero la valigia, vado a fare un biglietto giornaliero della metro (tutte le zone incluso l’aeroporto, 11€ e spiccioli; la sola andata erano 10,70€) e mi reco nella stazione della S-Bahn, dove una S8 mi porterà ad Hauptbahnhof in circa 45 minuti. C’è una S-Bahn ogni 10 minuti, tra S1 e S8... i cui treni però non sono dedicati al servizio aeroportuale, infatti chi è con valigia occupa spesso due o tre posti a sedere.
Lascio la valigia agli armadietti in stazione e vado a farmi un breve ripasso del centro città, prima di fare un salto alla Neue Pinakothek, dove non ero mai stato nonostante le innumerevoli volte da queste parti. Volevo vedere anche il Museum Brandhorst, ma era chiuso (è lunedì, giorno funesto dei musei di tutto il mondo a quanto pare). Completo la giornata con un salto al parco olimpico – non ero mai stato al BMW Welt, che immaginavo più piccolo.
Qualche foto OT



Tutto quello che ho visto del Brandhorst (la struttura del museo è di Sauerbruch+Hatton)


Uno dei rari dipinti dove è possibile ammirare la gioia di vivere di Dancrane (al centro), circondato dai suoi amici di aviazionecivile.it
