Vi propongo un mio recentissimo trip report "alla buona", con fotografie aeree da cellulare e montaggio "casereccio", anche se di cose da raccontare ce ne sarebbero; la meta è conosciuta da molti e già proposta in passato, ovvero la Polinesia Francese via California. Di fatto sono riuscito a realizzare uno dei miei sogni reconditi, ovvero andare fisicamente agli antipodi dell'Europa: mi immaginavo da sempre di essere in un puntino sulla carta geografica all'estremo opposto del mondo e circondato per migliaia di chilometri solo dall'immenso blu oceanico; se consideriamo inoltre la mia passione per l'immersione, ho preso due piccioni con una fava.
Purtroppo la meta è molto costosa, relegata dai tour operator italioti soprattutto ai viaggi di nozze, e il tempo a disposizione per via del mio lavoro è ben poco, appena 15 giorni dove al minimo ne sono richiesti almeno una ventina. Organizzo il viaggio autonomamente, ma col passare dei giorni mi rendo conto che per la complessità del tutto un appoggio esterno via agenzia risulta quasi obbligatorio. Debbo scartare nell'ordine: 1) il transito via Cile ed Isola di Pasqua, che presenta ricarichi di costi esagerati 2) il giro completo del mondo con ritorno via Asia, economicamente fattibile ma che nel complesso mi avrebbe fatto "bruciare" ancora piu' dei pochi giorni disponibili in volo/transiti 3) Il CDG-LAX con A380 AF, per motivi di coincidenze (..ma questo non è stato un dramma vista la mia nota antipatia per l'obesoplano airbus ;-). Vettore quasi obbligato in termini di costi è la compagnia di bandiera polinesiana Air Tahiti Nui, che pure non mi entusiasmava in partenza (sarà per lo scalo a CDG, o sarà per la monoflotta di marcioni A340?!). Una volta scelta la compagnia, l'ultima rinuncia è la..4) business class, che in Air Tahiti Nui non è entusiasmante e presenta un rapporto costi/benefici totalmente sopra la media.
(Parte I)
Ci troviamo quindi a metà luglio a VCE, alle 5 del mattino pronti per prendere "l'obbligato" transfer AF per CDG, volo AF 2527 delle 7:00. L'aeroporto di Venezia è conosciutissimo qui nel forum, ritenuto secondo me con correttezza una delle aerostazioni piu' riuscite d'Italia. Di primo mattino di metà luglio è già affolato:
Comodo auto check-in AF (anche se con molte macchine fuori servizio e conseguente fila); lasciamo i bagagli che ritroveremo direttamente a Papeete (alcuni italiani conosciuti nel volo successivo mi racconteranno che con AZ non erano riusciti a farsi accettare i bagagli, caricati quindi a CDG, mentre al ritorno sono venuto a sapere essere stato possibile trasferire le valigie direttamente a LIN o FCO da PPT nonostante l'ultimo collegamento con AZ).
Ecco il nostro A321, F-GTAN, uno dei piu' recenti 321 AF (consegnato nel 2007), aggiornato alla nuova livrea
Imbarco:la pubblicità Volotea a VCE è in ogni dove
Finger verso il "gitano"
Erano secoli che non volavo AF: sinceramente mi aspettavo di piu', aereo sporco, allestimento "anni 80" che da l'aria di una cabina molto piu' vecchia degli effettivi 5 anni di vita, nessun monitor o airshow che dir si voglia, personale freddo e frettoloso. Seat pitch tremendamente "ryanairico" (io sono quasi 1.90)
Sigh.
Ciao Venezia
Solito servizio minimal dei tempi moderni: succo di mela e briochina (buona)
1h e 45 di volo sostanzialmente uneventful, e siamo a CDG. Taxi lunghissimo, si intravede il Concorde in statica
"Bienvenuti" in Francia
Ora, non per apparire il solito polemico, ma da 1/4 francese posso permettermi l'ennesimo "non mi piace"; ebbene si, io CDG non riesco proprio a mandarmelo giu', tutto quel desiderio di manifestare la grandeur in puro curvo cemento armato...Bah
L'arrivo del mio continentale è al terminal 2F, per andare al lontano 2A dell'Air Tahiti Nui (35 min a piedi) opto per il panoramicissimo bus navetta che gira continuamente intorno al terminal. Un po' di fauna locale
Non mi hai avuto, ciccione!
Robe jetstreammiche
E finalmente, in lontananza, si intravede il mio marcione azzurro
Una caratteristica della navetta interna di CDG è che in alcuni punti taglia letteralmente la pista, e cosi' puo' accadere di doversi fermare a mo' di passaggio a livello per dare la precedenza a un 767 AA..
Arrivati al terminal 2A, la coincidenza per PPT (TN 007, uno dei voli con scalo tecnico piu' lunghi al mondo, quasi un giorno complessivo) ci attende al gate A38, dove ci vengono prontamente stampati i ticket d'imbarco; posto 23B, lato corridoio dei 2 seats laterali, ma alla fine mi siedo sul finestrino -purtroppo sull'ala- (non censuro i dati, tanto sono l'unico "Umbertopi" d'Italia...). Il segno "T" indica il solo transito per gli USA.
Qui inizia la mia lunga avventura sui "marcioni" A340-300 Air Tahiti Nui. La compagnia di bandiera polinesiana, che di fatto essendo Territorio d'Oltremare è una compagnia francese (finanziata dallo stato), ha iniziato i voli nei tardi anni '90 con un singolo 342 ex AF per poi consolidarsi da fine 2001 con due coppie di acquisti di A340-313X; i primi sono stati F-OJGF (Mangareva) e F-OJTN (Bora Bora), seguiti dopo un anno dalla coppia F-OSEA (Rangiroa) e F-OSUN (Moorea); nel 2005, infine, per esigenze di completezza network è stato acquisito F-OLOV (Nuku Hiva), che è l'unico piu' moderno A340-313E della flotta (con serbatoio centrale, maggiore MTOW e autonomia). Nonostante siano tutti velivoli acquisiti ex-novo (a parte Bora Bora che ha un minimo trascorso di pochi mesi in Canada 3000) e con la medesima configurazione a 3 classi, gli interni dei vari gruppetti differiscono tra loro per alcuni particolari (disposizione bagni, arredi, IFE -Nuku Hiva è l'unico con la telecamera esterna- ecc..).
Altra differenza: Mangareva, Bora Bora e Nuku Hiva sono A340 con le 2 exit doors retro alari strette, senza canotto d'ammaraggio; Moorea e Rangiroa (non so per quale motivo non siano uniformati) hanno invece la piu' comune terza uscita retroalare larga identica alle altre exit doors, con relativo canotto gonfiabile (si evacuano quindi sulla carta piu' in fretta). La conseguenza è che vi sono due safety card differenti, una per 3 velivoli e l'altra per gli ultimi 2; molti di voi conosceranno il mio collezionismo di safety card "estremo", ero già in possesso della safety card piu' comune, ora obiettivo ottenere quella di Rangiroa e Moorea!
A bordo sono presenti 6 carissimi posti di "Poerava-First", con sedili lie-flat 180, 24 di Poerava-Business, con mediocri sedili reclinabili il cui scarso rapporto confort prezzo (leggendo online) mi hanno indotto alla rinuncia e 264 posti di economy, chiamata Moana, che a dispetto dell'ilarità degli altri italiani a bordo non significa altro che "oceano" in tahitiano. Non sono riuscito a fotografare F e C, ma presentavano lo stesso pesante tessuto a motivetto verde-azzurro dell'economy, potete cercarne le immagini in rete nel caso.
Ora imbarchiamoci:
Prima sorpresa, l'aereo è Bora Bora, non fa parte dei "lucky two". Damn!!!
ALl'imbarco veniamo accolti dalle gentili (e non poi cosi' gnocche...) f/a polinesiane che come da tradizione donano ad ogni passeggero un fiore di Tiare, la profumatissima gardenia tahitiana simbolo dell'arcipelago.
Signora dal malo sguardo non ho il tempo di censurarla, sorry
Benvenuti a bordo degli interni piu' "allegri" del pacifico; vi avviso che a lungo andare tutto quel verde acqua-turchese inizierà a starmi sullo stomaco.
Seat pitch tutto sommato accettabile...perdonatemi gli shorts da scolaretto
Distibuzione amenity kit: Coperta, cuscino, calzini, cuffie, tappi, copriocchi e salviette
Imbarco rapido ed ordinato e subito ci si mette in marcia
Coda al decollo
L'A340 dell'Armeé de l'Air
..e via dalla nuvolosità parisienne
Salatini e Coca di benvenuto
Ecco la famosa safety card "col cerchietto rosso", che già avevo, scambiata tempo fa. Sgrunt.
Pranzo servito un'oretta e mezza post decollo: catering Servair (scelta pollo o pesce): pollo al curry buono, formaggio francese, insalatina di gamberi discreta, dessert ottimo. Piu' che sufficiente!
A seguire avrei la tradizionale "foto al cesso" che pero' all'ultimo ho deciso di risparmiarvi, foto venuta scura ed io che sembro un deportato afghano. La scelta di film sull'IFE (in inglese, francese e ..giapponese) è discreta, ma in ogni caso mi addormento, risvegliandomi qui:
In piena Dreamlinerland (Canada), mentre continuiamo a inseguire il sole viene servita la cena: delle specie di agnolotti salmonati insipidi e un contorno piu' che buono. Anche qui vi era scelta tra due piatti caldi diversi ma io per primo mi trovo la scelta imposta per esaurimento scorte, male
Iniziamo la discesa verso L.A.
Ovunque vada un 744 LH non manca mai
Nota dolentissima il transito a Los Angeles: arrivati in orario verso ora di pranzo, veniamo sbarcati e incanalati verso la lounge dei transiti; delle 2 ore di attesa in attesa di ripartire per PPT, una è trascorsa in fila per i controlli d'immigration (non perchè lenti, ma perchè partiti in ritardo). Risolte le pratiche ci attende una "zona grigia" tristissima, in pratica un corridoione buio (nessuna finestra sull'esterno, si perde la cognizione del tempo), senza bar (solo macchinette) e con un solo micro negozietto messo li' tanto per fare. La lounge è posta esattamente sopra la zona dei veri controlli immigration di LAX
La scomoda sosta mi rende paradossalmente piu' stanco di prima, tanto da non vedere l'ora di risalire sul Bora Bora, al mio solito posto, per fortuna in orario.
Ripartiamo per le nostre altre 9h di volo per PPT sotto un sole cocente
Ci vediamo presto LAX
Passa poco tempo e viene servito l'ennesimo pasto: nella logica del volo si segue il fuso orario europeo di partenza e quindi questo sarebbe un secondo pranzo, seppur ravvicinato; si rivela il peggiore di tutti, con lo spezzatino che mi ha letteralmente "spezzato" (sarà anche il catering americano?)
Vengono anche distribuiti i moduli d'immigrazione polinesiani (che per gli europei si limitano a semplici domande statistiche)
Intanto si fa buio, siamo a pezzi e si inizia letteralmente a fare confusione sugli orari
Le ultime 3 ore sono di agonia tra dormi-veglia e mal di schiena
Quando siamo a buon punto, in arrivo a PPT per le 10 di sera, arriva l'ennesimo pasto: la "colazione", davvero ottima, che mi divoro con gusto nonostante la trance da jet-lag (compreso il tramezzino -senza aghi dentro, ndr- ;-)
Finalmente atterriamo in orario e sbarchiamo sotto una tiepida brezza "oceanica"...salutiamo il Bora Bora
Benvenuti a Papeete Faa'a! Sinceramente me l'aspettavo un po' meglio, visto l'alto afflusso di turismo ad alta spesa, ma tant'è, si tratta di un'aerostazione datata 1960 i cui costi di ammodernamento sono stati concentrati, come mi accorgero' al ritorno, sull'area partenze piu' che sugli arrivi.
L'orchestrina di rito che si riunisce all'arrivo di ogni volo intercontinentale ormai è un must
Immigrazione "francese", molto blanda e veloce
Ritiro bagagli: la valigia imbarcata a Venezia arriva sana e salva, pure per prima!!
Grazie per la lettura e soprattutto la pazienza, continuo nei prossimi giorni con i curiosi voli interni polinesiani ed il ritorno in salsa americana!
Purtroppo la meta è molto costosa, relegata dai tour operator italioti soprattutto ai viaggi di nozze, e il tempo a disposizione per via del mio lavoro è ben poco, appena 15 giorni dove al minimo ne sono richiesti almeno una ventina. Organizzo il viaggio autonomamente, ma col passare dei giorni mi rendo conto che per la complessità del tutto un appoggio esterno via agenzia risulta quasi obbligatorio. Debbo scartare nell'ordine: 1) il transito via Cile ed Isola di Pasqua, che presenta ricarichi di costi esagerati 2) il giro completo del mondo con ritorno via Asia, economicamente fattibile ma che nel complesso mi avrebbe fatto "bruciare" ancora piu' dei pochi giorni disponibili in volo/transiti 3) Il CDG-LAX con A380 AF, per motivi di coincidenze (..ma questo non è stato un dramma vista la mia nota antipatia per l'obesoplano airbus ;-). Vettore quasi obbligato in termini di costi è la compagnia di bandiera polinesiana Air Tahiti Nui, che pure non mi entusiasmava in partenza (sarà per lo scalo a CDG, o sarà per la monoflotta di marcioni A340?!). Una volta scelta la compagnia, l'ultima rinuncia è la..4) business class, che in Air Tahiti Nui non è entusiasmante e presenta un rapporto costi/benefici totalmente sopra la media.
(Parte I)
Ci troviamo quindi a metà luglio a VCE, alle 5 del mattino pronti per prendere "l'obbligato" transfer AF per CDG, volo AF 2527 delle 7:00. L'aeroporto di Venezia è conosciutissimo qui nel forum, ritenuto secondo me con correttezza una delle aerostazioni piu' riuscite d'Italia. Di primo mattino di metà luglio è già affolato:


Comodo auto check-in AF (anche se con molte macchine fuori servizio e conseguente fila); lasciamo i bagagli che ritroveremo direttamente a Papeete (alcuni italiani conosciuti nel volo successivo mi racconteranno che con AZ non erano riusciti a farsi accettare i bagagli, caricati quindi a CDG, mentre al ritorno sono venuto a sapere essere stato possibile trasferire le valigie direttamente a LIN o FCO da PPT nonostante l'ultimo collegamento con AZ).


Ecco il nostro A321, F-GTAN, uno dei piu' recenti 321 AF (consegnato nel 2007), aggiornato alla nuova livrea

Imbarco:la pubblicità Volotea a VCE è in ogni dove

Finger verso il "gitano"

Erano secoli che non volavo AF: sinceramente mi aspettavo di piu', aereo sporco, allestimento "anni 80" che da l'aria di una cabina molto piu' vecchia degli effettivi 5 anni di vita, nessun monitor o airshow che dir si voglia, personale freddo e frettoloso. Seat pitch tremendamente "ryanairico" (io sono quasi 1.90)
Sigh.

Ciao Venezia

Solito servizio minimal dei tempi moderni: succo di mela e briochina (buona)

1h e 45 di volo sostanzialmente uneventful, e siamo a CDG. Taxi lunghissimo, si intravede il Concorde in statica

"Bienvenuti" in Francia



Ora, non per apparire il solito polemico, ma da 1/4 francese posso permettermi l'ennesimo "non mi piace"; ebbene si, io CDG non riesco proprio a mandarmelo giu', tutto quel desiderio di manifestare la grandeur in puro curvo cemento armato...Bah
L'arrivo del mio continentale è al terminal 2F, per andare al lontano 2A dell'Air Tahiti Nui (35 min a piedi) opto per il panoramicissimo bus navetta che gira continuamente intorno al terminal. Un po' di fauna locale


Non mi hai avuto, ciccione!

Robe jetstreammiche

E finalmente, in lontananza, si intravede il mio marcione azzurro

Una caratteristica della navetta interna di CDG è che in alcuni punti taglia letteralmente la pista, e cosi' puo' accadere di doversi fermare a mo' di passaggio a livello per dare la precedenza a un 767 AA..

Arrivati al terminal 2A, la coincidenza per PPT (TN 007, uno dei voli con scalo tecnico piu' lunghi al mondo, quasi un giorno complessivo) ci attende al gate A38, dove ci vengono prontamente stampati i ticket d'imbarco; posto 23B, lato corridoio dei 2 seats laterali, ma alla fine mi siedo sul finestrino -purtroppo sull'ala- (non censuro i dati, tanto sono l'unico "Umbertopi" d'Italia...). Il segno "T" indica il solo transito per gli USA.


Qui inizia la mia lunga avventura sui "marcioni" A340-300 Air Tahiti Nui. La compagnia di bandiera polinesiana, che di fatto essendo Territorio d'Oltremare è una compagnia francese (finanziata dallo stato), ha iniziato i voli nei tardi anni '90 con un singolo 342 ex AF per poi consolidarsi da fine 2001 con due coppie di acquisti di A340-313X; i primi sono stati F-OJGF (Mangareva) e F-OJTN (Bora Bora), seguiti dopo un anno dalla coppia F-OSEA (Rangiroa) e F-OSUN (Moorea); nel 2005, infine, per esigenze di completezza network è stato acquisito F-OLOV (Nuku Hiva), che è l'unico piu' moderno A340-313E della flotta (con serbatoio centrale, maggiore MTOW e autonomia). Nonostante siano tutti velivoli acquisiti ex-novo (a parte Bora Bora che ha un minimo trascorso di pochi mesi in Canada 3000) e con la medesima configurazione a 3 classi, gli interni dei vari gruppetti differiscono tra loro per alcuni particolari (disposizione bagni, arredi, IFE -Nuku Hiva è l'unico con la telecamera esterna- ecc..).
Altra differenza: Mangareva, Bora Bora e Nuku Hiva sono A340 con le 2 exit doors retro alari strette, senza canotto d'ammaraggio; Moorea e Rangiroa (non so per quale motivo non siano uniformati) hanno invece la piu' comune terza uscita retroalare larga identica alle altre exit doors, con relativo canotto gonfiabile (si evacuano quindi sulla carta piu' in fretta). La conseguenza è che vi sono due safety card differenti, una per 3 velivoli e l'altra per gli ultimi 2; molti di voi conosceranno il mio collezionismo di safety card "estremo", ero già in possesso della safety card piu' comune, ora obiettivo ottenere quella di Rangiroa e Moorea!
A bordo sono presenti 6 carissimi posti di "Poerava-First", con sedili lie-flat 180, 24 di Poerava-Business, con mediocri sedili reclinabili il cui scarso rapporto confort prezzo (leggendo online) mi hanno indotto alla rinuncia e 264 posti di economy, chiamata Moana, che a dispetto dell'ilarità degli altri italiani a bordo non significa altro che "oceano" in tahitiano. Non sono riuscito a fotografare F e C, ma presentavano lo stesso pesante tessuto a motivetto verde-azzurro dell'economy, potete cercarne le immagini in rete nel caso.
Ora imbarchiamoci:

Prima sorpresa, l'aereo è Bora Bora, non fa parte dei "lucky two". Damn!!!

ALl'imbarco veniamo accolti dalle gentili (e non poi cosi' gnocche...) f/a polinesiane che come da tradizione donano ad ogni passeggero un fiore di Tiare, la profumatissima gardenia tahitiana simbolo dell'arcipelago.
Signora dal malo sguardo non ho il tempo di censurarla, sorry

Benvenuti a bordo degli interni piu' "allegri" del pacifico; vi avviso che a lungo andare tutto quel verde acqua-turchese inizierà a starmi sullo stomaco.
Seat pitch tutto sommato accettabile...perdonatemi gli shorts da scolaretto

Distibuzione amenity kit: Coperta, cuscino, calzini, cuffie, tappi, copriocchi e salviette

Imbarco rapido ed ordinato e subito ci si mette in marcia


Coda al decollo

L'A340 dell'Armeé de l'Air

..e via dalla nuvolosità parisienne

Salatini e Coca di benvenuto

Ecco la famosa safety card "col cerchietto rosso", che già avevo, scambiata tempo fa. Sgrunt.

Pranzo servito un'oretta e mezza post decollo: catering Servair (scelta pollo o pesce): pollo al curry buono, formaggio francese, insalatina di gamberi discreta, dessert ottimo. Piu' che sufficiente!

A seguire avrei la tradizionale "foto al cesso" che pero' all'ultimo ho deciso di risparmiarvi, foto venuta scura ed io che sembro un deportato afghano. La scelta di film sull'IFE (in inglese, francese e ..giapponese) è discreta, ma in ogni caso mi addormento, risvegliandomi qui:

In piena Dreamlinerland (Canada), mentre continuiamo a inseguire il sole viene servita la cena: delle specie di agnolotti salmonati insipidi e un contorno piu' che buono. Anche qui vi era scelta tra due piatti caldi diversi ma io per primo mi trovo la scelta imposta per esaurimento scorte, male

Iniziamo la discesa verso L.A.


Ovunque vada un 744 LH non manca mai

Nota dolentissima il transito a Los Angeles: arrivati in orario verso ora di pranzo, veniamo sbarcati e incanalati verso la lounge dei transiti; delle 2 ore di attesa in attesa di ripartire per PPT, una è trascorsa in fila per i controlli d'immigration (non perchè lenti, ma perchè partiti in ritardo). Risolte le pratiche ci attende una "zona grigia" tristissima, in pratica un corridoione buio (nessuna finestra sull'esterno, si perde la cognizione del tempo), senza bar (solo macchinette) e con un solo micro negozietto messo li' tanto per fare. La lounge è posta esattamente sopra la zona dei veri controlli immigration di LAX

La scomoda sosta mi rende paradossalmente piu' stanco di prima, tanto da non vedere l'ora di risalire sul Bora Bora, al mio solito posto, per fortuna in orario.
Ripartiamo per le nostre altre 9h di volo per PPT sotto un sole cocente



Ci vediamo presto LAX

Passa poco tempo e viene servito l'ennesimo pasto: nella logica del volo si segue il fuso orario europeo di partenza e quindi questo sarebbe un secondo pranzo, seppur ravvicinato; si rivela il peggiore di tutti, con lo spezzatino che mi ha letteralmente "spezzato" (sarà anche il catering americano?)

Vengono anche distribuiti i moduli d'immigrazione polinesiani (che per gli europei si limitano a semplici domande statistiche)

Intanto si fa buio, siamo a pezzi e si inizia letteralmente a fare confusione sugli orari



Le ultime 3 ore sono di agonia tra dormi-veglia e mal di schiena

Quando siamo a buon punto, in arrivo a PPT per le 10 di sera, arriva l'ennesimo pasto: la "colazione", davvero ottima, che mi divoro con gusto nonostante la trance da jet-lag (compreso il tramezzino -senza aghi dentro, ndr- ;-)

Finalmente atterriamo in orario e sbarchiamo sotto una tiepida brezza "oceanica"...salutiamo il Bora Bora



Benvenuti a Papeete Faa'a! Sinceramente me l'aspettavo un po' meglio, visto l'alto afflusso di turismo ad alta spesa, ma tant'è, si tratta di un'aerostazione datata 1960 i cui costi di ammodernamento sono stati concentrati, come mi accorgero' al ritorno, sull'area partenze piu' che sugli arrivi.
L'orchestrina di rito che si riunisce all'arrivo di ogni volo intercontinentale ormai è un must


Immigrazione "francese", molto blanda e veloce

Ritiro bagagli: la valigia imbarcata a Venezia arriva sana e salva, pure per prima!!

Grazie per la lettura e soprattutto la pazienza, continuo nei prossimi giorni con i curiosi voli interni polinesiani ed il ritorno in salsa americana!
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