Forse, ma molto forse, a 4 mesi dal rientro è opportuno chiudere il racconto…
Qualcuno aveva chiesto della nave: non ho grande documentazione, e vi risparmio le 3 foto in croce che mi ha mandato l’albanese, indegne di pubblicazione. Se le vuole aggiungere lui può farlo senza problemi, ma almeno voi siete avvisati.
Un giro in plancia di comando (accessibile durante il giorno senza alcun problema)
Lo strumento più importante, tuttavia, era questo
utilissimo per produrre questa cosa fantastica
Il viaggio di ritorno, con la traversata del Drake Passage, è stato molto, ma molto più turbolento di quello dell’andata. 28 ore con onde di 10/12 metri, una mezza bufera, esterni chiusi, e al massimo una quindicina di persone in giro per la nave. Il 20% di queste noi tre! Vinco ogni inibizione e salgo sul ponte di comando per raggiungere l’unico angolo aperto per potere fumare una sigaretta, aspirata avidamente in compagnia del Comandante, che mi racconta del suo amore per l’Italia, per la cultura, i grandi film dei tempi che furono con Mastrioanni e la Loren, la sua ricchezza di cultura e di opere d’arte, dei suoi innumerevoli viaggi a Roma, Napoli, in Toscana… insomma, non è poi vero che i lupi di mare siano tutti come Malboroli, ci sono anche uomini di cultura!
Alle 7 di mattino si rientra laddove si era partiti, nel porto di Ushuaia, dopo il placido passaggio nel Beagle Channel, coi cellulari che riprendono il segnale, l’icona di whatsapp che ti segnala 1.500 messaggi da leggere, la telefonata alla dolce metà, ed un velo di tristezza per il ritorno nella cosiddetta civiltà. Deduco abbia nevicato nei giorni della nostra assenza
Stanchi e mezzi distrutti per la nottata insonne e la sveglia antelucana, andiamo a lasciare armi e bagagli nell’hotel e cerchiamo un posto dove fare colazione; abbiamo parecchio tempo da passare in attesa del volo serale di rientro ad AEP. La foto da mandare ai figli è d’ordinanza, e le altezze dei soggetti rendono bene l’idea di quanto il trapiantato quadripassaportista abbia trascorsi nella nazionale di basket albanese
A pranzo, si torna alla bettola locale a fare il pieno di colesterolo
Dal momento che di balene, pinguini, foche e compagnia danzante vi ho abbondantemente documentato, torniamo OT e facciamo un giretto al locale aeroclub
Giunge alfin l’ora di raggiungere l’aeroporto di Ushuaia, per fare rientro a Buenos Aires.
La struttura è decisamente carina, in legno, e funzionale. Unica pecca: poche zone di ristoro, ma la sopravvivenza, volendo, è assicurata
Il nostro avione è il solito 738, a questo giro pieno all’inverosimile
La configurazione prevede la presenza di 8 posti di J, versione regional. Tutti pieni, per la cronaca
Il servizio di bordo (è lo stesso dell’andata), che prevede bevanda calda, bevanda fredda, tramezzino prosciutto e formaggio e set di biscottini. Tutto semplice ma più che dignitoso, e servito da assistenti di volo giovani e professionali
Arrivati ad EZE, raggiungiamo l’albergo per una sana doccia e successiva dormita. L’indomani, non sapendo che altro fare, facciamo una gita in pulmann a Rosario (della quale non visiteremo sostanzialmente nulla), con dormita e rientro con lo stesso mezzo l’indomani. Dopo di che, le strade si divideranno, Sokol e kenadams faranno rientro a casa, io mi attarderò un paio di giorni ancora a Baires.
Le influenze italiane non mancano
La cucina sarà pure onesta, ma non c’era uno straccio di posto per potere mangiare: peccato, il cibo pareva molto buono
Con l’amico al quale ho regalato il companion, andiamo a fare un giro in città, e tra mille e mille cose che si potevano andare a visitare, secondo voi, cosa potevo mai scegliere?
Il cimitero della Recoleta, equivalente, più o meno, del Monumentale di Milano
Di fatto letteralmente incastrato nel quartiere, e circondato dalle case con vista bare (e quando dico vista bare, intendo proprio a vista!)
S’è fatto il momento tanto odiato: il rientro a casa! Si vola AZ, sul triplo all’epoca ancora non riconfigurato. Veloce passaggio in lounge, della quale ho solo la foto fatta all’ingresso
Chi è che diceva che la nuova livrea è bellissima?
American abbonda, ma non ho capito se per manutenzione o che altro
Delta sta in punizione, vicina ai rottami
Decolliamo per pista 29, come detto all’inizio, senza avvisare gli AAVV di sedersi
E per soddisfare i desideri di tutti, le consuete, amene fotografie della Magnifica di AZ. Come sempre ottimo cibo, discreto il beveraggio, discutibile l’offerta cinematografica (ma la mia è questione di gusti), IFE quello vecchio che, ci si augura, vada presto in pensione, mentre l’equipaggio mi è parso attento e professionale, senza sbavature, senza infamia ma anche senza lode.
Per rimanere in tema
Io avrei anche finito, salvo che non vogliate altre foto di pinguini…