IL FATTO
Malpensa, hotel in picchiata
Federalberghi: "Sopravviviamo solo grazie a Expo. Punto interrogativo per il futuro"
Malpensa -
Quattro grandi alberghi, nel silenzio più assoluto, sono già falliti. "E se non ci fosse stata Expo, molti di noi nel 2015 li avrebbero seguiti a ruota". Il settore ricettivo attorno a Malpensa è arrivato ormai a un punto di non ritorno: dopo anni di sofferenza e di bilanci in rosso, l'obiettivo oggi è riuscire a sopravvivere.
Il vicepresidente di Federalberghi Varese (106 strutture ricettive, 3000 dipendenti) Frederick Venturi, intervenuto l'altra mattina all'audizione della IV Commissione di Regione Lombardia, lo ha detto chiaramente: o si cambia o si muore. Sono tre i fattori che hanno messo in ginocchio gli hotel sorti nei Comuni aeroportuali.
Il primo è il dehubbing di Malpensa del 2007: si è passati da 24 a 17 milioni di passeggeri (di cui 6 clienti di low cost, molto meno redditizi rispetto ai viaggiatori delle compagnie tradizionali). Nel contempo - ed è il secondo aspetto - i posti letti negli ultimi sette anni attorno a Malpensa sono più che raddoppiati: erano 1.500, oggi sono 3.200. Colpa di una programmazione sbagliata, di prospettive di sviluppo che per anni hanno parlato di terza pista e di 40 milioni di passeggeri, ma soprattutto - hanno sottolineato i rappresentanti di categoria - della concorrenza di Moxy e Sheraton, i due alberghi costruiti all'interno del sedime (e di conseguenza non pagano l'Imu) a fianco dei due Terminal. Sul punto, però, il sindaco di Arsago Seprio Claudio Montagnoli ha voluto parlare chiaro svelando un retroscena: "Era il 1997. Eravamo a Milano, nell'ufficio di Formigoni insieme a Bonomi. Ci mostrarono una cartina con una stella rossa davanti al T1. Chiesi cosa rappresentasse, e loro risposero: qui sorgerà un grossissimo hotel. Ribadisco, era il 1997. Quindi va bene tutto, ma non si può dire che non si sapeva che prima o poi Sea, davanti al T1, avrebbe costruito lo Sheraton".
Infine, il terzo elemento destabilizzante è la crisi economica che ha contratto i consumi. I risultati sono evidenti: negli hotel di Malpensa la percentuale di occupazione delle camere è del 48%, la più bassa tra i maggiori competitor europei nonostante il prezzo medio per camera sia di soli 65 euro. Anche in questo caso,
molto inferiore rispetto a Fiumicino (92 euro), Francoforte (96), Heathrow (84) e Amsterdam (86). Soltanto Londra Gatwick vende a meno (63), ma con un ricavo medio a camera superiore: 37 euro, contro i 31 di Malpensa. Come sopravvivere al dopo Expo? Secondo Federalberghi, è indispensabile dare a Malpensa una prospettiva per non trovarsi con il deserto attorno nel 2016. E poi serve un sostegno economico al settore: "Chiediamo che la Regione ci venga incontro con un finanziamento da venti milioni di euro per consentirci di affrontare l'esposizione universale. Senza un forte sostegno per opere di ristrutturazione, una significativa riduzione delle tasse e una seria moratoria sui mutui, le nostre aziende sopravvissute finora sono destinate a sparire nel giro di pochi anni assieme ai posti di lavoro offerti al territorio".
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