Thread MXP-LIN: SEA ritira il masterplan attuale di Malpensa


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Il Masterplan DEVE contenere le ipotesi di crescita per il futuro più lontano, dei decenni futuri, soprattutto considerando che la crescita possibile a Linate e Orio è nell'ordine di qualche milione di passeggeri. E' l' equivalente del piano FCO 2 per 100 milioni di pax, qualcosa che certo non si avvererà nel 2025, ma va pianificato subito. Dal futuro Masterplan di Malpensa sparirà i centro logistico sterminato, previsto da quello ritirato.

A parte questo, F2i vuole che il cash flow vada ai dividendi e il Comune di Milano non la penserà diversamente.
Se ipotizziamo una crescita annua costante del 4%, si raggiungerebbero i 50M di pax in 26 anni. Credo che sia difficile fare previsioni realistiche per tempi così remoti. La lungimiranza secondo me sta nel mantenere disponibili gli spazi per le possibili espansioni qualora si rendano necessarie. In fondo già nel 2015, a T1 completato, MXP sarà l'unico scalo italiano pronto ad ospitare almeno 50M di pax. E oggi i pax sono 18M.
 
Se ipotizziamo una crescita annua costante del 4%, si raggiungerebbero i 50M di pax in 26 anni. Credo che sia difficile fare previsioni realistiche per tempi così remoti. La lungimiranza secondo me sta nel mantenere disponibili gli spazi per le possibili espansioni qualora si rendano necessarie. In fondo già nel 2015, a T1 completato, MXP sarà l'unico scalo italiano pronto ad ospitare almeno 50M di pax. E oggi i pax sono 18M.
Considerando i tempi biblici delle opere pubbliche in Italia, una eventuale (purtroppo impossibile) decisione drastica sul futuro di LIN dovrebbe vedere contemporaneamente il rilancio del Masterplan di MXP. Ma a bocce ferme concordo, inutile lottare contro i mulini a vento per nulla.
 
La lungimiranza secondo me sta nel mantenere disponibili gli spazi per le possibili espansioni qualora si rendano necessarie.
Bisogna anche mettere un vincolo di inedificabilità nei territori dei coni di decollo e atterraggio, riguardo alla futuribile terza pista e qui si cozza contro la voglia dei Comuni di incassare oneri di urbanizzazione, che una legge scellerata permette di catalogare come entrate ordinarie, da spendere.

I limiti di un aeroporto sono di terminal, apron e piste. Apron e piste a Malpensa non reggerebbero 50 mln pax.
 
I limiti di un aeroporto sono di terminal, apron e piste. Apron e piste a Malpensa non reggerebbero 50 mln pax.

Posto che parliamo di un traguardo e uno scenario non remoto, forse ancora di più, tuttavia non sono così sicuro che anche le strutture di volo non possano reggere 50 mln
Ataturk ne farà 57-60 quest'anno e ha di fatto solo due piste (la terza è un pò come la quarta di FCO a uso taxiway dell'altra) non parallele che si incrociano (quindi ancora più penalizzanti) rispetto a MXP.
Inoltre sono lunghe solo 3km nonostante i tanti widebody e cargo che ci passano e un contesto tutto attorno completamente urbanizzato (nella foto si vede il mare ma lato nord è completamente diversa la situazione).
E' anche vero che IST è un caso particolare. Ha una compagnia che ha pompato a dismisura lo scalo facendone un HUB di prima categoria e portandolo da anonimo scalo tra Asia e Europa a una delle porte di accesso e smistamento più importanti. Insomma ritmi non consueti comunque in Europa e dovuti a motivazioni ben chiare e specifiche (chiaro oltre l'espansione di TK anche la crescita dell'economia turca perchè pure il secondo aeroporto di Istanbul fa ormai più pax di Malpensa..previsti 25 mln a fine anno).


Ataturk_Airport_overview_Karakas.jpg
 
Legambiente: “Stop alla terza pista, adesso serve un taglio anche alle nuove strade"
L'associazione ambientalista plaude al ritiro del Master Plan, ma chiede di ripensare alcuni progetti collegati allo scalo aeroportuale, come la superstrada Boffalora-Vigevano


Legambiente plaude al ritiro del MasterPlan Malpensa e del progetto terza pista, ma chiede anche di pensare alle «infrastrutture faraoniche» previste intorno a Malpensa, oggi sempre più a rischio di diventare "orfane" dell'aeroporto immaginato fino ad oggi. Il punto di partenza è oggi il ritiro del MasterPlan: «Un progetto faraonico per ampliare un'infrastruttura già nata sovradimensionata e disfunzionale - dice Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - la provincia di Varese ha già dato troppo alla crescita disordinata di urbanizzazione e infrastrutture, basti pensare che il 30% dell'intero territorio provinciale è coperto da urbanizzazioni e che ormai da anni per trovare lo spazio in cui far passare le nuove infrastrutture si è costretti ad intaccare le aree più preziose, quelle coperte da foreste e da aree protette, come è nel caso dell'area in cui si sarebbero dovuti appoggiare le decine di capannoni della cargo-city annessa alla terza pista».

Legambiente da sempre contesta il gigantismo dello scalo, non solo alla luce dei danni ambientali, ma anche dello «strabismo programmatorio» con cui in Lombardia si continua a gettare sangue e risorse su un polo aeroportuale che non ha e non potrà mai avere, secondo il cigno verde, il rango di un grande aeroporto intercontinentale. «Finalmente Sea prende anche atto delle gravi condizioni tecnico/finanziarie in cui versa - dichiara Dario Balotta, responsabile trasporti dell'associazione - Con un aeroporto utilizzato al 40/50%, quindi con enormi capacità inespresse, la terza pista sarebbe stata una ferita inspiegabile al territorio e una spesa ingiustificata. Ma non solo, non sapendo neppure che fine faranno Malpensa e Linate dopo l'accordo Alitalia Ethiad, l'ampliamento dello scalo sarebbe stato un salto nel buio. Adesso è meglio che SEA pensi a un futuro di maggiore efficienza organizzativa, più sviluppo tecnologico, ottimizzazione delle strutture esistenti, magari accettando un confronto più maturo anche con le associazioni ambientaliste».

Legambiente però ricorda che la terza pista non è l'unica cattedrale con cui si sarebbe voluto riempire il deserto di Malpensa: ci sono anche le esagerate opere di accessibilità, alcune delle quali realizzate, come la semivuota superstrada Boffalora-Malpensa, e altre in via di realizzazione, come la Pedemontana (nella foto: tratto di superstrada 341, oggi in attesa di completamento e con una sola carreggiata).
«Chiarito una volta per tutte quale sia il ruolo e il rango dell'aeroporto di Malpensa, mettiamo subito una pietra sopra al progetto di nuova superstrada Vigevano-Malpensa, di recente 'ripescato' da Anas. Di sicuro i flussi di traffico da Vigevano e dall'Abbiatense non sono tali da giustificare neanche lontanamente un simile scempio nel territorio agricolo più pregiato dal milanese, e non occorre una superstrada per risolvere problemi di viabilità locale come quelli di Abbiategrasso o di Robecco sul Naviglio» conclude Di Simine.
15/07/2014
http://www3.varesenews.it/gallarate_malpensa/articolo.php?id=292911
 
@DusCgn

L'apron a Malpensa aveva poco spazio ai tempi dell'hub Alitalia, mi sembra impossibile che possa reggere 50 mln pax.

Le due piste poi sono troppo vicine per consentire atterraggi paralleli indipendenti e ci sono i limiti imposti a suo tempo da D'Alema, i movimenti possibili sono meno di quel che sembrerebbe.

In Europa, lasciando fuori dal conto Londra, per fare così tanti passeggeri si usano ben più di due piste e pure a FCO se ne vuole costruire una quarta vera anche se si è lontani dai 40 mln annui.
 
MXP può sostenere 70 movimenti orari e nel 2013 è stato utilizzato per circa il 35% della propria capacità teorica. Quindi rapportando questa percentuale ai 18M di pax, otteniamo una capacità teorica di circa 50M di pax a parità di pax/volo. Cosa quest'ultima difficile da immaginare, in quanto verrebbero utilizzate macchine più grandi e il numero teorico dei pax aumenterebbe ancora.
DXB con 2 piste non indipendenti arriverà a sfiorare 100M di pax, tanto per citare un caso limite. Per gli apron non saprei dirti, ma in ogni caso asfaltare un pezzo di prato è cosa ben diversa dal costruire tutto quanto previsto dal vecchio mp.
Secondo me in realtà MXP è l'unico scalo italiano dove è stato fatto un mp (il penultimo) che è già stato implementato quasi per intero.
Ed ora è già pronto a ricevere cospicui incrementi futuri. E' una delle poche eredità positive lasciate dal de-hubbing di AZ: spazio a volontà per tutti. Gran parte degli altri scali opera invece con percentuali assai più vicine alla saturazione e necessita di quegli ingrandimenti che a MXP sono già stati fatti.
Personalmente ho l'impressione che il mp cassato rispondesse soprattutto all'esigenza politica di avere una MXP in crescita a tutti i costi. E per poter vendere un hub inesistente alle masse, costruire terminal, piste e stazioni, poteva sembrare una buona idea.
 
L'unico vero problema, per me, di MXP è il ridotto numero di piazzole per WB dotate di finger...
adesso sono 14 (sat B e C) e di mattina son quasi sempre piene(infatti ne han create 3 remote tra il sat C e l'hangar...
 
L'unico vero problema, per me, di MXP è il ridotto numero di piazzole per WB dotate di finger...
adesso sono 14 (sat B e C) e di mattina son quasi sempre piene(infatti ne han create 3 remote tra il sat C e l'hangar...
Perdonami ma fa sorridere pensare che sia la carenza di finger il "vero problema" di MXP.
 
Scusate ma questa ve lo devo dire:

Lavoro a Shanghai per un importante societa' chimica con sedi in tutto il mondo e sede italiana in provincia di Milano...Ogni anno raggruppano il management mondiale per una 3 giorni di incontri...
Essendo la sua sede principale proprio in Italia, verrebbe quasi logico che tali incontri si svolgessero in questo luogo...Eppure, come purtroppo temevo, la scelta non e' ricaduta su Milano, ma bensi su Parigi...
Ne parlavo oggi con il GM qui a Shanghai e, da appassionato di aviazione, non ho potuto che tristemente dargli ragione: ma quanti voli al giorno ci sono da Atlanta, Brasile, Seoul, Shanghai, Tokyo, India per Milano? E quanti per Parigi???
e soprattutto dare una barca di soldi a quelle mxxxe dei francesi mi fa rodere ancora di piu' il culo....Soldi che in una situazione normale sarebbero dovuti finere in Italia...

Scusate ma l' Italia, e soprattutto Milano, in questo caso se la meritano tutta....
 
"Stop alla terza pista, ma l'impegno per la brughiera non è finito"
Associazioni e comitati pronti a seguire il percorso di riconoscimento dell'area del Gaggio come Sito d'Interesse Comunitario


«Una grande vittoria di tutti i comitati e dei tanti cittadini che in questi anni hanno raccolto migliaia di firme e si sono battuti contro questo assurdo progetto». Questi sono giorni di grande soddisfazione, per chi per anni si è battuto contro la terza pista di Malpensa e contro l'ampliamento dello scalo: dopo il ritiro del Master Plan da parte di Enac e Sea, esulta il comitato No Terza Pista di Vanzaghello, che ha rappresentato la voce critica nella zona dell'alto milanere, accanto ad alcuni Comuni (come la piccola Nosate, che si sarebbe ritrovata quasi confinante con l'aeroporto). «Si metta dunque la parola fine alla cementificazione e alla speculazione edilizia abilmente nascosti dalla costruzione della terza pista e del polo logistico. Questa è soltanto la prima tappa della lotta per la protezione del nostro territorio che continuerà con l'ambizioso obiettivo di riconoscimento come S.I.C. - Sito di Interesse Comunitario - della stupenda brughiera di Via Gaggio. Lavoreremo ancora in futuro perchè questo luogo diventi definitivamente area integralmente protetta del Parco del Ticino essendo l'ultima brughiera a sud delle Alpi». La stessa prospettiva - rilanciare con una nuova richiesta di tutela, avanzata già dal Parco del Ticino - è condivisa anche da un'altra voce ormai storica della battaglia per la difesa della brughiera, quella Viva Via Gaggio, il gruppo nato nel 2010 in modo originale (un racconto collettivo e un luogo di confronto, prima che un comitato): «Ce l’abbiamo fatta. Certo non da soli: moltissimi sono stati gruppi di persone e gli enti che hanno fatto sentire la loro voce per difendere ciò su cui si sarebbe voluto solo speculare: il nostro territorio, la nostra terra, la nostra storia e, soprattutto, il futuro delle prossime generazioni, che si sarebbero viste private di un patrimonio che è ormai entrato nel nostro Dna», scrivono quelli di Via Gaggio nel loro blog. Tuttavia, ci piace pensare che VivaViaGaggio abbia contribuito, nel suo piccolo, a vincere questa battaglia: non contro la terza pista e l’aeroporto, ma per la difesa del territorio». «La battaglia non è finita», aggiunge anche Elena Strohmenger del Covest, il comitato della sponda piemontese del Ticino, che guarda verso l'aeroporto. «Malpensa e le sue problematiche non si esauriscono con il ritiro di questo Masterplan. Se il Parco del Ticino ha subito una “devastazione ambientale” come oramai certificato giuridicamente e dall’apertura del dossier d’infrazione da parte dell’Europa, quali sono le ricadute sulla popolazione residente? Dovremo anche in futuro vigilare per un’equa distribuzione dei voli sul territorio e per definire regole che minimizzino le ricadute negative sulla salute della popolazione e dell’ambiente. Malpensa può essere, infatti, un’opportunità anche per l’occupazione se resa compatibile con l’ambiente e i territori in cui è inserita».
16/07/2014
redazione@varesenews.it

http://www3.varesenews.it/gallarate...gno-per-la-brughiera-non-e-finito-292978.html






"Cambiamo Abbiategrasso" su Tangenziale Anas


Sea ha ritirato il MasterPlan e il progetto terza pista di Malpensa con annessa richiesta di ampliamento dell’aeroporto e realizzazione di Cargo City.
Una notizia che potrebbe essere la classica pietra tombale sul progetto di Tangenziale Anas che da 13 anni minaccia il territorio del Parco del Ticino e del Parco Sud.
Infatti, considerato che l’accessibilità all’hub aeroportuale (che evidentemente non sarà più tale) era l’obiettivo da raggiungere con i soldi messi a disposizione dalle casse pubbliche, il semplice buon senso dovrebbe obbligare al ritiro dei progetti di infrastrutture che erano stati inseriti nella legge obiettivo nel 2001.
Ricorsi, petizioni, assemblee e manifestazioni dei Comitati No Tangenziale e dei comuni di Cassinetta di Lugagnano, Albairate e Cisliano finora hanno fatto da argine, messo zeppe e paletti.
Unesco e Sopraintendeza, attivati da esposti di sindaci e cittadini hanno rallentato l’iter.
Ora, il tramonto di Malpensa potrebbe essere l’epilogo di questa tentata aggressione.
Ma il partito del cemento non mollerà l’osso tanto facilmente.
Il Comitato Si Tangenziale, i suoi imprenditori, i suoi ex sindaci, i suoi ex assessori, si agiteranno ancora parecchio.
Cercheranno di portare avanti il progetto comunque. Perché il disegno dell’anello esterno delle tangenziali di Milano non è ancora sconfitto.
Un progetto che, mentre non destina un euro alla sistemazione della Milano-Baggio lasciando i pendolari ad imprecare in coda ai semafori, scaricherà sul nostro territorio il traffico delle tangenziali attuali.
Occorre riprendere e mantenere la mobilitazione, portare il dibattito nei consigli comunali e in assemblee con i cittadini.
Cambiamo Abbiategrasso
 
Hogan su LIN-MXP

."Stiamo lavorando sulla documentazione, abbiamo team che ha già avuto incontri a Bruxelles, stiamo avendo approccio giusto. Ovviamente dobbiamo studiare documenti, sappiamo che ci sono delle regole e vogliamo essere in linea", ha aggiunto il manager di Etihad, sottolineando che "con i nostri partner nel nord Italia riusciremo a ricostruire Malpensa e Linate".
 
"Stop alla terza pista, ma l'impegno per la brughiera non è finito"
Associazioni e comitati pronti a seguire il percorso di riconoscimento dell'area del Gaggio come Sito d'Interesse Comunitario


«Una grande vittoria di tutti i comitati e dei tanti cittadini che in questi anni hanno raccolto migliaia di firme e si sono battuti contro questo assurdo progetto». Questi sono giorni di grande soddisfazione, per chi per anni si è battuto contro la terza pista di Malpensa e contro l'ampliamento dello scalo: dopo il ritiro del Master Plan da parte di Enac e Sea, esulta il comitato No Terza Pista di Vanzaghello, che ha rappresentato la voce critica nella zona dell'alto milanere, accanto ad alcuni Comuni (come la piccola Nosate, che si sarebbe ritrovata quasi confinante con l'aeroporto). «Si metta dunque la parola fine alla cementificazione e alla speculazione edilizia abilmente nascosti dalla costruzione della terza pista e del polo logistico. Questa è soltanto la prima tappa della lotta per la protezione del nostro territorio che continuerà con l'ambizioso obiettivo di riconoscimento come S.I.C. - Sito di Interesse Comunitario - della stupenda brughiera di Via Gaggio. Lavoreremo ancora in futuro perchè questo luogo diventi definitivamente area integralmente protetta del Parco del Ticino essendo l'ultima brughiera a sud delle Alpi». La stessa prospettiva - rilanciare con una nuova richiesta di tutela, avanzata già dal Parco del Ticino - è condivisa anche da un'altra voce ormai storica della battaglia per la difesa della brughiera, quella Viva Via Gaggio, il gruppo nato nel 2010 in modo originale (un racconto collettivo e un luogo di confronto, prima che un comitato): «Ce l’abbiamo fatta. Certo non da soli: moltissimi sono stati gruppi di persone e gli enti che hanno fatto sentire la loro voce per difendere ciò su cui si sarebbe voluto solo speculare: il nostro territorio, la nostra terra, la nostra storia e, soprattutto, il futuro delle prossime generazioni, che si sarebbero viste private di un patrimonio che è ormai entrato nel nostro Dna», scrivono quelli di Via Gaggio nel loro blog. Tuttavia, ci piace pensare che VivaViaGaggio abbia contribuito, nel suo piccolo, a vincere questa battaglia: non contro la terza pista e l’aeroporto, ma per la difesa del territorio». «La battaglia non è finita», aggiunge anche Elena Strohmenger del Covest, il comitato della sponda piemontese del Ticino, che guarda verso l'aeroporto. «Malpensa e le sue problematiche non si esauriscono con il ritiro di questo Masterplan. Se il Parco del Ticino ha subito una “devastazione ambientale” come oramai certificato giuridicamente e dall’apertura del dossier d’infrazione da parte dell’Europa, quali sono le ricadute sulla popolazione residente? Dovremo anche in futuro vigilare per un’equa distribuzione dei voli sul territorio e per definire regole che minimizzino le ricadute negative sulla salute della popolazione e dell’ambiente. Malpensa può essere, infatti, un’opportunità anche per l’occupazione se resa compatibile con l’ambiente e i territori in cui è inserita».
16/07/2014
redazione@varesenews.it

http://www3.varesenews.it/gallarate...gno-per-la-brughiera-non-e-finito-292978.html






"Cambiamo Abbiategrasso" su Tangenziale Anas


Sea ha ritirato il MasterPlan e il progetto terza pista di Malpensa con annessa richiesta di ampliamento dell’aeroporto e realizzazione di Cargo City.
Una notizia che potrebbe essere la classica pietra tombale sul progetto di Tangenziale Anas che da 13 anni minaccia il territorio del Parco del Ticino e del Parco Sud.
Infatti, considerato che l’accessibilità all’hub aeroportuale (che evidentemente non sarà più tale) era l’obiettivo da raggiungere con i soldi messi a disposizione dalle casse pubbliche, il semplice buon senso dovrebbe obbligare al ritiro dei progetti di infrastrutture che erano stati inseriti nella legge obiettivo nel 2001.
Ricorsi, petizioni, assemblee e manifestazioni dei Comitati No Tangenziale e dei comuni di Cassinetta di Lugagnano, Albairate e Cisliano finora hanno fatto da argine, messo zeppe e paletti.
Unesco e Sopraintendeza, attivati da esposti di sindaci e cittadini hanno rallentato l’iter.
Ora, il tramonto di Malpensa potrebbe essere l’epilogo di questa tentata aggressione.
Ma il partito del cemento non mollerà l’osso tanto facilmente.
Il Comitato Si Tangenziale, i suoi imprenditori, i suoi ex sindaci, i suoi ex assessori, si agiteranno ancora parecchio.
Cercheranno di portare avanti il progetto comunque. Perché il disegno dell’anello esterno delle tangenziali di Milano non è ancora sconfitto.
Un progetto che, mentre non destina un euro alla sistemazione della Milano-Baggio lasciando i pendolari ad imprecare in coda ai semafori, scaricherà sul nostro territorio il traffico delle tangenziali attuali.
Occorre riprendere e mantenere la mobilitazione, portare il dibattito nei consigli comunali e in assemblee con i cittadini.
Cambiamo Abbiategrasso
Ma sì chissenefrega se il traffico intorno a Milano è perennemente bloccato. È giusto che il sindaco di cassinetta di lugagnano possa bloccare un'opera che potenzialmente interessa tutto il Nord ovest.
 
Handling, scatta il primo sciopero

La Cub Trasporti non ha firmato l'accordo per la nascita della nuova Airport Handling: domenica chiama a raccolta gli addetti degli aeroporti. Ma attenzione: nello stesso giorno ci sono anche altri scioperi, come quelli in Easyjet e Meridiana

Uno sciopero «contro gli accordi truffa e per il rispetto della volontà dei lavoratori Sea e Sea Handling»:domenica 20 giugno la Cub Trasporti chiama a raccolta contro l'accordo firmato martedì dalle altre sigle sindacali, che sancisce la nascita di Airport Handling. La chiamata allo sciopero era in realtà già attesa, "congelata" solo per vedere come finiva la trattativa con Sea per definire gli aspetti contrattuali della nuova società di handling, nata per rispondere alle richieste della Commissione Europea, di discontinuità con la "storica" Sea Handling (che era stata rifinanziata dalla casa madre Sea, una manovra bollata da Bruxelles come "aiuti di Stato").

Lo sciopero toccherà per l'intera giornata (escluse le fasce garantite) tanto Linate quanto
Malpensa, sia il personale Sea Handling sia il personale della capofila Sea: un modo anche per rivendicare quell'unità aziendale («c'è un'unica Sea») che è risuonato più volte nei tanti cortei dell'ultimo anno. «Ci vogliono far credere - attacca la Cub Trasporti - che con una raccolta di firme, fatta intimidendo i lavoratori, non indirizzata alla commissione elettorale, si possa cancellare un referendum; che si “sia trovato un accordo tra le parti in Regione”, mentre la stessa parte ha rifirmato lo stesso accordo bocciato dai lavoratori; che esiste la discontinuità delle sole condizioni lavorative, mentre si continua con il valzer degli stessi dirigenti di Sea». Ci sono poi due nodi considerati più problematici: i permessi sindacali («Ci vogliono far credere che saranno diminuiti i permessi sindacali, quando invece si continuerà con decine di persone che non lavoreranno mai ma pronti ad obbedire agli ordini dell’azienda») e il taglio dei salari, che secondo la Cub «in soli due anni porterà ad una diminuzione delle buste paga dei lavoratori di oltre 30 milioni di euro» (compressivamente).

Lo sciopero legato alla vicenda Sea Handling si accompagna poi ad altri scioperi per altre vertenze (trasporto aereo, Meridiana Fly, Easjet) Sea segnala che «i voli programmati negli aeroporti di Milano Malpensa e Milano Linate potranno subire ritardi e/o cancellazioni». Visto che alcune compagnie hanno già cancellato in via preventiva alcuni servizi al fine di evitare disagi ai passeggeri, Sea invita anche a contattare la propria compagnia aerea per verificare l’operatività del volo. Sea fornirà informazioni sull’operatività degli aeroporti in tempo reale sul proprio canale twitter @MiAirports e sui siti degli aeroporti www.milanomalpensa-airport.com e www.milanolinate-airport.com A disposizione dei passeggeri anche il call center Sea (+39) 02 232323

http://www3.varesenews.it/gallarate_malpensa/handling-scatta-il-primo-sciopero-293057.html
 
se qualcuno ha voglia di commentare, prego cedo volentieri il posto


Brividi a 400 metri sopra Bruxelles

Un aereo della Volare non trova lo slot in aeroporto e fa il giro turistico sulla capitale europea. Troppo basso. Infuria il dibattito sui sorvoli cittadini..

Se sono riusciti a non preoccuparsi, è stato un giro turistico meraviglioso e impagabile. Giovedì sera il volo VE7096 della Volare (Alitalia)proveniente da Milano è arrivato in prossimità della pista dell’aeroporto di Zaventem solo per scoprire che il suo slot per l'atterraggio era occupato. C'era traffico.

Niente di grave, ordinaria amministrazione. La torre di controllo ha suggerito di andarsi a fare un giro e il pilota ha naturalmente obbedito. Non aveva scelta.

In senso antiorario, i passeggeri hanno visto il meglio di Bruxelles, l’Atomium, i boschi di Hal, Waterloo, la Forêt de Soignes, Place Flagey e le anatre degli Stagni d'Ixelles, il parco del Cinquantenario, tutto a meno di 400 metri di altezza e senza sovraprezzo. Magnifico. Se sono riusciti a non preoccuparsi.

L’aereo è atterrato con lieve ritardo sulla pista dell’aeroporto della capitale belga ed europea. Belgocontrol, la società responsabile del volo ha detto al quotidiano Le Soir, che non c’è stato alcun pericolo, il che è con tutta probabilità vero.

Qualche goccia di sudore freddo la devono aver versata i tanti che, nella calda serata estiva, se ne andava i giro all’ora dell’aperitivo. Sopra il comune di Auderghem, a sud este della città, hanno visto l’aereo virare bruscamente e dare un colpo di acceleratore. “Suscitando una certa inquietudine, se non un inquietudine certa”, scrive il collega belga: “Per non parlare del rumore”.

Solo 400 metri. Forse meno.

L’evento ha rilanciato la feroce battaglia che un numero crescente di cittadini belgi sta combattendo contro i sorvoli davvero frequenti nel cielo sopra Bruxelles. Inquinamento acustico e rischi potenziali, è la denuncia che le autorità non ascoltano. Dicono che va tutto bene. Ed è vero. Va tutto bene finché non va male.

Il traffico aereo ingorgato è una delle testimonianze di un mondo che vive al di sopra delle proprie possibilità e, nel far questo, consuma la sua anima. Forse ci vorrebbe più buon senso per andare oltre la logica del mero business. Ma c’è scarna speranza che succeda.

A proposito. Ne è passato uno, qui sopra, proprio adesso.

http://www.lastampa.it/2014/07/21/b...-bruxelles-zd9mekKzGWr9mnZEDswOdK/pagina.html
 
Stato
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