Thread MXP-LIN 2019


Da Varesenews

https://www.varesenews.it/2019/09/malpensa-fumo-allarme/858342/

Allarme fumo dai motori sulle piste di Malpensa

È successo intorno alle 16.30, sono intervenuti vigili del fuoco e ambulanze: non ci stati feriti né ripercussioni sull'attività dello scalo
malpensa

Vigili del fuoco e ambulanze sono intervenuti sulla via di rullaggio per una segnalazione di fumo da un’aeromobile.
L’allarme è stato segnalato dalla strumentazione di bordo del volo in partenza per Doha, che era appena uscito dalla piazzola e stava rullando. Il 118 ha inviato sul posto due ambulanze e un’automedica, non ci sono stati feriti. Al di là del blocco dell’aereo, non ci sono state altre limitazioni all’attività dello scalo di Milano Malpensa.
La segnalazione fumo sarebbe scaturita da una perdita di olio.
 
Oggi per una volta esperienza positiva a MXP, malgrado ci sia sempre e comunque il pienone. Bello vedere Ethiopian con il 77L, mentre Egyptair col 330 bianco white tail è quantomento strano. Lacrimuccia alla vista della livrea Oneworld per LATAM...
 
Tre elefanti in transito a Malpensa

Presso la cargo city dell’aeroporto di Malpensa ha appena avuto luogo una spedizione cargo fuori dal comune.
Secondo quanto appreso da AIR CARGO ITALY sui piazzali dello scalo varesotto sono infatti appena transitati tre elefanti destinati a essere accompagnati dall’Italia a un parco naturale in Arabia Saudita a bordo di un aereo di Saudia Cargo.
Gli animali hanno viaggiato in tre contenitori della ditta olandese Ekipa appositamente studiati per il trasporto di animali vivi che hanno così potuto volare nelle migliori condizioni possibili.
Fra le curiosità di questa spedizione la scritta “Jumbo” ben visibile su uno dei contenitori: il nome probabilmente di uno degli elefanti ricorda, anche se rivisto in accezione “aerea”, il celebre protagonista del cartone animato prodotto da Walt Disney.
A curare la spedizione è stata la società InstoneAir.
https://aircargoitaly.com/tre-elefanti-in-transito-a-malpensa/
 
In realtà la taxiway tango non ha ancora la segnaletica orizzontale

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https://www.ilsole24ore.com/art/lin...rollo-facciale-e-niente-piu-code-gate-ACYX6ut

Linate riapre più tecnologica: controllo facciale e niente più code ai gate

Linate riapre il 27 ottobre dopo un restyling durato 3 mesi, e intanto si prepara a diventare l’aeroporto più tecnologizzato d’Italia, tra i primi in Europa: dal 2021 niente più code ai gate per il controllo separato di computer e apparecchi elettronici

Linate riapre il 27 ottobre dopo un restyling durato 3 mesi, e intanto si prepara a diventare l’aeroporto più tecnologizzato d’Italia, tra i primi in Europa: dal 2021 niente più code ai gate per il controllo separato di computer e apparecchi elettronici. Nessuno stop ai liquidi oltre i 100 ml, quelli, per capirsi, che i passeggeri devono lasciare a terra prima di imbarcarsi. Tra meno di due anni lo scalo milanese, primo in Italia, si doterà di macchinari con “tecnologia Tac”, superando i classici raggi X, e li utilizzerà in modo diffuso in tutto le zone dell’aeroporto.

Si tratta di una tecnologia in grado di vedere con più rapidità e “profondità” gli oggetti contenuti nelle borse. Tutto più veloce e semplice, anche nell’area del “self boarding”, e soprattutto con meno limitazioni. Il principio ispiratore è la “smart security”, e in prospettiva c’è allo studio anche il controllo biometrico facciale, da utilizzare nei vari processi aeroportuali.

«Considerando che la città cresce a gran velocità, e nel 2021 Linate sarà collegata con una nuova linea di metropolitana, dovevamo stare al passo con in tempi. I nostri passeggeri, mediamente 9 milioni all’anno, potrebbero crescere – spiega Alessandro Fidato, Airport management Director, di fatto il numero due di Sea, la holding di riferimento – La vocazione dello scalo milanese è soprattutto il business. Siamo tra i primi city airport in Europa. Ora saremo i primi in Italia con questa tecnologia».

La società Sea investirà 14 milioni per questo progetto, che si aggiungono ai 50 milioni messi sul piatto questa estate per la manutenzione della pista di volo, la realizzazione del nuovo edificio che verrà terminato sempre nel 2021 e l’inserimento dei controlli radiogeni per i bagagli da stiva. I lavori hanno comportato il blocco delle attività dal 27 luglio al 27 ottobre, con lo spostamento dei voli a Malpensa.

A imporre il restyling di Linate sono state le normative europee, secondo cui le piste, ad esempio, devono essere rifatte ogni 20 anni. «Chiudere è stato inevitabile, i lavori per inserire i nuovi macchinari per i bagagli da stiva sono lunghi e complessi, non compatibili con l’arrivo e la partenza dei passeggeri, anche perché Linate è un aeroporto piccolo», spiega Fidato.


Il 26 ottobre atterreranno i primi voli, mentre il 27 ci sarà la riapertura ufficiale. Non sarà tutto pronto però. Le attività verranno garantite, ma ancora non ci sarà l’edificio a tre piani, pronto nel 2021.

«Per il momento ci sarà un corpo provvisorio, con gate protetti dal 2019 al 2020. Le attività riprenderanno regolarmente, ma ovviamente per realizzare un edificio del genere occorre almeno un anno e mezzo», aggiunge Fidato.

Per quanto riguarda le aspettative, secondo i vertici di Sea (la società controllata dal Comune di Milano che ha in pancia Linate e Malpensa) lo scalo milanese ha molte potenzialità, soprattutto con l’atteso rilancio di Alitalia (la cui crisi ha comportato un parziale calo in bilancio). I 9 milioni di passeggeri potrebbero quindi crescere, mentre l’apertura di 22 nuovi negozi dovrebbero garantire maggiori ricavi nel settore retails.

Il bilancio di Sea

Ecco gli ultimi dati di bilancio della società aeroportuale (2018): ricavi della gestione sono 684 milioni, in crescita del 5,5% rispetto al 2017; Ebitda a 281,9 milioni, in aumento del 16% rispetto all'esercizio precedente (+5,4% al netto delle poste non ricorrenti); utile netto a 136,1 milioni, in crescita di 52 milioni (+61,9%) rispetto al 2017 che incorporava, oltre a costi non ricorrenti, anche 25,3 milioni di svalutazione crediti Alitalia; posizione finanziaria netta pari a 399,6 milioni, in miglioramento di 109,3 milioni.

È stata inoltre deliberata la distribuzione di un dividendo pari 98,8 milioni, di cui 54 milioni a favore del Comune di Milano e 44 all’azionista privato F2i. Linate e Malpensa quindi contribuiscono ampiamente, ogni anno, all’equilibrio dei conti di Palazzo Marino. Anche per questo è difficile che l’amministrazione decida di vendere ad un azionista privato la propria quota di controllo, nonostante se ne parli da anni.
Mi ha incuriosito questa notizia dei nuovi macchinari e ho fatto qualche ricerca in rete, scoprendo che a Londra li stanno già testando. Ma davvero si prospetta un futuro, chiaramente non immediato, in cui non avremo più limiti nel contenuto dei bagagli e controlli più rapidi?
 
C’è già una macchina del genere, o forse più, a Malpensa. Non serve tirar fuori liquidi e laptop/iPad.
 
Ce ne sono diverse a AMS per le partenze extra UE, confermo che i controlli sono nettamente più veloci. Leggevo forse qua dentro che tale macchinario ha un costo molto alto?
 
Non so se la macchina dell’articolo faccia tutto insieme...comunque per i liquidi confermo l.esistenza di una macchinetta, vista in Giappone ,Haneda e Kix che fa i raggi alle bottiglie sopra i 100ml.
Praticamente si inserisce la bottiglia e la macchina da l’ok se é innocuo e ti lasciano tranquillamente portare la bottiglia con liquido anche da 1 litro.
 
Milano, Armando Brunini: «Linate è più sicuro e Malpensa ha superato lo stress test, può crescere»
Parla l’amministratore delegato Sea: «Da migliorare treni e servizio taxi. E va velocizzato il sistema bagagli. Ora Alitalia sfrutti a pieno gli slot»


«Missione compiuta». Scaramantico fino all’ultimo - fedele alle origini napoletane - le tanto sospirate parole Armando Brunini le ha pronunciate mentre l’Airbus A320 di Alitalia veniva sottoposto al doppio getto d’acqua festivo ieri alle 18.02. Linate riapre, Malpensa può tornare a respirare dopo tre mesi eccezionali. «Si è trattato di una sorta di Champions League: non c’è stata soltanto l’andata (il trasloco in provincia di Varese, ndr ), ma anche il ritorno», dice al Corriere nella prima intervista da quando è diventato amministratore delegato di Sea. Per seguire le prestazioni degli scali Brunini alla sinistra della sua scrivania ha uno schermo che indica in tempo reale la puntualità dei voli, i tempi di consegna dei bagagli e l’attesa al controllo passaporti.

Il «Bridge» è terminato: che bilancio si può fare?
«Lo “stress test” è andato bene. Se ci siamo riusciti lo si deve al grande impegno anche di altri soggetti: le istituzioni locali, l’indotto, le compagnie aeree, l’Enac in particolare. Non ci siamo mai sentiti soli. Per non parlare dei passeggeri che sono stati comprensivi».
Sono stati anche tre mesi in cui lei si è giocato molto...
«Lo ammetto: all’inizio il “Bridge” l’ho vissuto come una iattura: non faccio in tempo ad ambientarmi che mi ritrovo questo tsunami operativo? Ma è stata una fortuna».
Addirittura?
«Ho triplicato la velocità con cui ho compreso l’azienda e ha permesso di compattare la squadra: c’è un forte attaccamento alla maglia Sea».

Lei parla di «stress test». Cosa ne è venuto fuori?
«Su Malpensa emergono due cose. La prima: ha retto e meglio del previsto. Il livello di performance operativa è analogo all’anno prima pur con il 40% di traffico in più».
E la seconda cosa?
«Lo “stress test” ci ha anche mostrato le fragilità e questa è una fortuna. Se le stime sono corrette arriveremo ad avere questi numeri a Malpensa tra 7-8 anni: abbiamo questo tempo per lavorarci».
Che genere di criticità?
«Il sistema del processo dei bagagli deve migliorare: nelle partenze e negli arrivi sui tempi di riconsegna. Bisognerà fare qualche intervento».
E poi?
«Toccherà agire per rendere più fluido l’accesso al Terminal 1. Eppoi c’è il tema dell’accessibilità in generale».
Ha retto il flusso su treno?
«Sì, ma dobbiamo fare di più. Le persone devono spostarsi sempre meno in auto».
Come vanno a Malpensa?
«Il 58% in macchina, il 16% in pullman, il 15% in treno. L’ultimo dato è la metà della media europea».
Come sono andati i taxi collettivi?
«All’inizio male, poi in miglioramento. Quando avremo i dati faremo una valutazione, ma non siamo del tutto soddisfatti».
Per Malpensa ora si apre uno scenario con diverse prospettive. Quali?
«L’aeroporto è sottoutilizzato e con il “Bridge” l’abbiamo visto. Deve conquistare quote di mercato».
Ma dove deve crescere?
«Deve essere un gateway regionale con voli punto a punto, ma anche - vista la dinamicità e le dimensioni del territorio - fornire i collegamenti intercontinentali. Deve muoversi su due fronti: su quello delle low cost che fanno volumi e connettività europea e sul lungo raggio perché è questo che merita Milano».
Dove guardate?
«La Cina è al vertice, ma c’è il nodo degli accordi bilaterali. Per questo spingiamo sulle liberalizzazioni: abbiamo il diritto di far crescere la connettività dell’area. Poi puntiamo ad avere più rotte con il Nord America».
E in tutto questo qual è il ruolo della nuova Linate?
«È un city airport e deve essere eccellente, per questo facciamo gli investimenti - 110 milioni di euro nel periodo 2018-2021 - nell’infrastruttura e nella tecnologia. Deve essere smart, veloce, dedicato al segmento d’affari».
C’è però un convitato di pietra a Linate: Alitalia detiene i due terzi degli slot...
«A marzo 2021 Linate sarà un gioiello, un asset riqualificato e lo stiamo consegnando di fatto a un vettore: Alitalia. Facciamo loro un grande in bocca al lupo. Da quello che leggo sui giornali il piano industriale vuole valorizzare lo scalo milanese puntando sui voli con l’Europa. È un piano che sposiamo, ma vigileremo perché gli slot vengano usati in modo efficiente».
Perché tenere sia Linate sia Malpensa?
«Uno: così distribuiamo meglio i flussi. Due: forniamo un servizio più puntuale e offriamo una gamma di prodotti completa, dal city airport premium al gateway intercontinentale e low cost. Senza parlare del cargo».
E la fusione con l’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio?
«Se gli azionisti mi chiederanno di guardare al progetto lo farò. In generale se gli aeroporti servono bacini contigui potrebbe avere un senso dal punto di vista industriale».
Cosa fa a Milano quando non lavora?
«Molto sport e pure yoga».
Dove va spesso?
«Nella terrazza della Triennale, all’Arco della Pace per l’aperitivo e al Parco Sempione per l’attività fisica».
L’ad di una società che gestisce aeroporti guarda agli altri scali?
«Continuamente. Faccio foto e le mando allo staff. Fotografo anche i nostri terminal quando c’è qualcosa che non va».

27 ottobre 2019 | 08:48

https://milano.corriere.it/notizie/...re-9b8ab8c4-f88c-11e9-8af8-3023352e2b21.shtml