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AGCM: su Linate restrizioni non giustificate
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha segnalato oggi la presenza di "non giustificate restrizioni concorrenziali sui mercati del trasporto aereo passeggeri di linea derivanti dal mantenimento della determinazione in 18 movimenti orari della capacità massima dell’aeroporto di Linate."
"L’attuale fissazione in via amministrativa della capacità operativa di Linate, risalente al 2001, ha come premessa fondamentale il rapporto funzionale fra gli aeroporti di Linate e di Malpensa, ed è riconducibile alla ripartizione del traffico aereo sul sistema aeroportuale di Milano, cui tali scali appartengono insieme a quello di Bergamo-Orio al Serio, disciplinata, da ultimo, dal Decreto Ministeriale del 5 gennaio 2001." Afferma l'Authority. Tale decreto è successivo ad una Decisione della Commissione Europea che riteneva compatibili con le disposizioni le modifiche che le autorità italiane intendevano apportare al precedente decreto. "L’obiettivo di entrambi i decreti," spiega l'Authority, "era quello di assicurare il pieno dispiegamento delle potenzialità di sviluppo dello scalo di Malpensa come aeroporto hub e, al contempo, identificare l'aeroporto di Linate quale infrastruttura per collegamenti point to point, limitandone conseguentemente i collegamenti operabili per tipologia e quantità."
L’Autorità più volte "ha sottolineato che sui collegamenti da/per Linate si osserva una condizione di pressoché totale saturazione degli slot disponibili, con evidente limite alle possibili dinamiche concorrenziali. Tale scalo, che i precedenti dell’Autorità, almeno per i collegamenti nazionali, hanno sempre individuato come mercato rilevante distinto rispetto agli altri aeroporti del sistema aeroportuale milanese per la sua prossimità al centro cittadino, rappresenta infatti il terzo aeroporto in Italia in termini di volumi di passeggeri, in quanto principale attrattore di traffico terminale nel Nord del paese, ed è caratterizzato da una situazione di costante congestione in ragione dell’eccesso di domanda che si verifica rispetto alla capacità (fissata ex lege) in relazione a diverse fasce orarie giornaliere."
Secondo l'AGCM "la fissazione per via amministrativa di un tetto ai movimenti all’ora per i voli di linea, funzionale ad una precisa scelta di ripartizione del traffico fra gli scali del sistema aeroportuale milanese, senza che questo limite trovi riscontro puntuale nella capacità teorica dell’aeroporto, determina pertanto la presenza di domanda inevasa e preclude credibili entrate di nuovi operatori sulle rotte aventi come origine o destinazione Linate, anche in considerazione delle rigidità indotte dai diritti di grandfather esistenti, tutelati dalla normativa sugli slot."
Tale situazione è attualmente enfatizzata dal cambiamento del contesto di mercato. In particolare, l'AGCM si riferisce al fatto che il ruolo di Malpensa come hub di riferimento della principale compagnia nazionale, prospettato alla fine degli anni ’90, non appare rispondere alla realtà oggettiva del traffico attualmente in transito sullo scalo. Inoltre, l'Antitrust sottolinea come, a seguito dell’operazione di fusione di Alitalia e AirOne in CAI, si è determinata la costituzione di un unico vettore che offre servizi di trasporto aereo passeggeri di linea spesso in monopolio su numerose rotte, tra cui alcune fra le più importanti in termini di trasportato.
"In particolare," spiega l'Autorità Antitrust, "sulle rotte da e per Linate l’attuale assetto monopolistico su alcuni collegamenti è reso di fatto non contendibile dalla regolazione che, limitando il numero di movimenti orari sullo scalo, riduce la possibilità di entrata di nuovi operatori stante l’indisponibilità di slot."
Secondo l'AGCM, in considerazione delle peculiari condizioni di ingresso nell’aeroporto di Milano Linate, caratterizzato da una totale indisponibilità di slot, risultano precluse credibili entrate di nuovi operatori sulle rotte da e per l'aeroporto milanese.
In questo senso, l’Autorità sottolinea come la revisione del limite fissato ai movimenti orari sull’aeroporto di Milano Linate, risultato di una scelta regolamentare discrezionale e non più attuale, sarebbe coerente con l’obiettivo di ampliare l’offerta sullo scalo, consentendo di soddisfare una considerevole parte di domanda ad oggi sistematicamente inevasa e di migliorare le condizioni di contendibilità su tutte le rotte domestiche che originano dallo scalo milanese.
"Un provvedimento di innalzamento del limite alla movimentazione oraria, anche inferiore ai 32 movimenti orari tecnicamente possibili e nella dovuta considerazione di eventuali altri vincoli infrastrutturali e ambientali, consentirebbe il perseguimento di benefici sia per lo sviluppo della concorrenza nello scalo, assecondandone le prospettive di sviluppo, sia per i consumatori finali, che vedrebbero ampliata l’offerta di collegamenti da Linate." Ha concluso l'Authority.