Il Mapensa Express, un treno con poche qualità...
di Paolo Stefanato
Solo due collegamenti all'ora tra Milano Cadorna e l'aeroporto: perso il treno, è a rischio l'aereo. Informazioni carenti e fuorvianti, mancanza di carrelli sui marciapiedi. Ora, orari e biglietti sono un'impresa
Da qualche tempo la retorica lombarda dei trasporti celebra il fatto che il Malpensa Express - il treno delle Ferrovie Nord che collega Milano Cadorna con l'aeroporto - impiega una manciata di minuti in meno. Non è una notizia eccitante, perché la frequenza è rimasta la stessa, una partenza ogni mezz'ora. Un treno perso equivale, in linea di massima, a un aereo perso. Perché ciò non avvenga la cadenza ideale sarebbe ogni quindici minuti: su questo sono d'accordo tutti fin dall'inugurazione dello scalo, datata 1998. Ma, a 12 anni di distanza, progressi non ce ne sono stati. Del resto, da un collegamento che nacque, all'epoca, sei mesi dopo l'apertura dell'aeroporto, forse nemmeno oggi ci si può aspettare di più.
La frequenza non è l'unica nota negativa. Le altre sono meno strutturali e implicherebbero semplicemente della buona volontà. Il passeggero che arriva a Malpensa da Cadorna, sulla banchina del treno non trova i carrelli portabagagli; se ha più di una valigia, questo è un impedimento. Carrelli non se ne vedono nemmeno a Cadorna. Basterebbe così poco... Il viaggatore che da Malpensa vuol raggiungere Milano, trova indicati gli orari del treno soltanto nel salone della riconsegna dei bagagli. Poi, fino alla stazione, non un dispay luminoso, non una scritta chiara ed evidente che gli faccia capire quanto manca alla partenza del prossimo treno. Si deve entrare in biglietteria e, dopo vane ricerche, scoprire due fogli "arrivi" e "partenze" appiccicati con il nastro adesivo. Le uniche informazioni fuori dalla biglietteria riguardano l'orario della stessa e quello delle corse autobus sostitutive. In più, un'indicazione fuorviante: "Partenze per Milano centro". Da qualche tempo parte anche un treno per Rogoredo, che proprio centro non è. Se uno si fida delle Nord...
Poi, anche l'acquisto dei biglietti del treno è una piccola impresa. Sempre alla riconsegna dei bagagli c'è un'emettitrice automatica: non c'è dubbio che è il posto giusto, a disposizione di chi arriva; piuttosto, potrebbe essere segnalata meglio. Ma se un viaggiatore pensa di poter fare il biglietto in stazione, coltiva un'illusione: spesso allo sportello si forma una coda, e capita che di tre addetti solo uno stacchi i biglietti, mentre gli altri due contano i soldi o fanno altro. Di emettitrici automatiche qui nemmeno l'ombra, né fuori dalla biglietteria, né dentro, né - il luogo più logico - sulla banchina del treno.
Un'ultima annotazione. Sui marciapiedi, i display che indicano le destinazioni dei treni sono nuovi, chiari e luminosi. C'è scritta l'ora della partenza ma non che ora è in quel momento (si pensi sempre a un viaggiatore stanco o trafelato che deve "incontrare" le informazioni, non andarsele a cercare). Orologi non se ne vedono all'orizzonte. Fino a quando un gentile agente privato indica con il dito il soffitto: eccolo lì, mimetizzato e invisibile, un minuscolo orologio a palette formato cucina. Solo un inutile alibi per poter dire che l'orologio c'è.