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bel paese là dove 'l sì suona
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Alitalia ha ancora cassa: liquidità per 180 milioni

4 OTTOBRE 2008

Nelle casse dell'Alitalia c'erano 180 milioni di euro di liquidità a fine settembre. È la somma comunicata dal commissario straordinario, Augusto Fantozzi, all'Enac nella relazione inviata il 25 settembre, quando era stato prospettato il rischio di mettere gli aerei a terra in pochi giorni per l'esaurimento della liquidità.
Un rischio che poi, una volta ottenuta l'adesione di tutti i sindacati al contratto di lavoro proposto dalla cordata italiana, la Cai, sembra svanito, almeno per questo mese. La disponibilità di cassa che Fantozzi ha comunicato all'Enac, e sulla base della quale l'ente dell'aviazione ha confermato la licenza provvisoria di volo fino al primo marzo 2009, salvo verifiche mensili, è superiore a quanto aveva fatto trapelare nelle settimane precedenti lo stesso commissario, con i suoi ripetuti allarmi.
Fantozzi, nominato il 29 agosto, ai primi di settembre aveva fatto sapere che la liquidità era ridotta ad appena 30-50 milioni e che alla fine del mese avrebbe dovuto portare i libri in Tribunale.
Come mai allora nella relazione del 25 settembre Fantozzi sostiene di avere ancora 180 milioni in cassa? La somma è inferiore all'ultimo dato reso pubblico con un comunicato ufficiale, i 314 milioni di liquidità al 31 luglio 2008, ma ancora lontana dallo zero. Secondo indiscrezioni, in quanto il documento all'esame dell'Enac è riservato, la cassa a fine settembre è più alta di quanto preventivato anche perché il commissario ha ritardato alcuni pagamenti.

In particolare, nel primo mese di attività Fantozzi ha sospeso i pagamenti agli aeroporti, circa 60 milioni che sono rivendicati da Aeroporti di Roma (AdR), Sea e altri cinque scali. I sette aeroporti hanno chiesto all'Enac di bloccare gli aerei Alitalia per morosità. Ma poiché l'aviolinea ha contestato le fatture, secondo un espediente usato dai vettori quando vogliono temporeggiare nei pagamenti, anche l'Enac ha chiuso un occhio.

Ha chiesto di bloccare i jet di Alitalia anche AdR, la società controllata dai Benetton e che ha nell'azionariato altri soci della Cai: insieme alla famiglia trevigiana ci sono i Ligresti e, con una piccola quota, il fondo Clessidra. La società presieduta da Fabrizio Palenzona rivendica un credito di circa 30 milioni verso Alitalia solo per le toccate di settembre. Peraltro richieste di pagamento degli arretrati e di messa a terra degli aerei sono state avanzate da sette gestori aeroportuali, comprese la Sea e AdR, anche verso Air One, il concorrente di Alitalia che – secondo il Progetto Fenice firmato da Intesa Sanpaolo – verrà assorbito nella nuova società nazionale dalla Cai.
L'Enac ha chiesto chiarimenti a Fantozzi sulla liquidità dichiarata al 25 settembre. È da chiarire se nei 180 milioni siano compresi i circa 70 milioni necessari a pagare lo stipendio di settembre ai dipendenti o se invece questa somma sia già stata defalcata.

Mentre chiude i rubinetti verso gli aeroporti, Fantozzi deve invece pagare in anticipo, l'Eni e gli altri fornitori di carburante per gli aerei. Il commissario ha dichiarato che ogni giorno firma un bonifico di 1,4 milioni di euro a favore dell'Eni. I costruttori di aerei, Boeing e Airbus, chiedono pagamenti anticipati per i pezzi di ricambio.

Intanto è diffuso l'allarme tra i sindacati e i dipendenti per la raffica di richieste di cassa integrazione straordinaria annunciate da Fantozzi. Dal primo ottobre sono stati messi a terra 4 Md80 e 4 Md11; il primo novembre saranno fermati altri 2 Md80 e due B767: la cassa integrazione a rotazione interesserà 3.328 dipendenti, oltre ai 4.286 del provvedimento del 18 settembre, correlato alla messa a terra di 34 aerei del precedente piano di Maurizio Prato. Inoltre Fantozzi ha annunciato il fermo di 6 Embraer e 3 Atr72 di az Express, con 437 dipendenti in cigs. In totale sono circa 8mila i dipendenti interessati dalla cassa. Ai dirigenti verranno tolti due giorni di stipendio al mese, per tre mesi.

La Cai ha convocato i sindacati per lunedì alle 18 nella sede Immsi, per la stesura del nuovo contratto. L'amministratore delegato, Rocco Sabelli, ha incontrato ieri il direttore generale dell'Enac, Silvano Manera, per la pratica per ottenere la licenza di operatore aeronautico. Gli uffici hanno consegnato a Sabelli un elenco con 27 punti da rispettare.

G.D.
 
Contando circa 3 milioni di euro di perdita al giorno az ha possibilità di volare per circa 60 giorni.
Probabilmente anche meno.
Quanto agli aerei pare siano stati fermati circa 44 aerei (i dati divergono a seconda dei giornali).
Siamo alla frutta.
 
Contando circa 3 milioni di euro di perdita al giorno az ha possibilità di volare per circa 60 giorni.
Probabilmente anche meno.
Quanto agli aerei pare siano stati fermati circa 44 aerei (i dati divergono a seconda dei giornali).
Siamo alla frutta.

A Fiumicino non si vedono tutti questi aerei a terra e nella zona tecnica AZ ci sono ferme anche velivoli che sono in attesa di interventi tecnici.

Sicuramente tre 767 se ne sono andati e mi confermano che 2 MD11 sono fermi in attesa di essere restituiti al lessor (conferme da MXP ?), quattro MD80 sono pronti per essere restituiti al lessor che li aveva anche rimessi in vendita su internet, ma a parte tre o quattro MD80 fermi ormai da settimane in zona tecnica, non se ne vedono altri di fermi...

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da il tempo

«Se vogliamo consegnare la cloche a Cai il primo novembre - ha detto il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi - devo ricevere una proposta vincolante fra il 13 e il 15 ottobre e il contratto definitivo entro il 20». L'amministratore di Cai, Rocco Sabelli, ha avviato all'Enac la richiesta della certificazione di operatore aereo che servirà per il decollo della Nuova Alitalia. Lunedì Sabelli e i sindacati torneranno a incontrarsi per la stesura dei contratti.
C'è pessimismo, dunque, a Parigi, secondo quanto riportato dal quotidiano La Tribune. Il gruppo d'Oltralpe teme «il sorpasso di Lufthansa», che ha l'appoggio dei sindacati e della Lega nonchè - scrive il quotidiano parigino - dei 16 soci di Cai, per via della strategia aeroportuale che privilegia Milano rispetto a Roma, il contrario di quanto finora sostenuto da Air France-Klm. Che, però, pur di entrare nel business ha modificato la propria posizione dicendosi non più ostile a Malpensa.
 
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Alitalia ha ancora cassa: liquidità per 180 milioni

4 OTTOBRE 2008

Nelle casse dell'Alitalia c'erano 180 milioni di euro di liquidità a fine settembre. È la somma comunicata dal commissario straordinario, Augusto Fantozzi, all'Enac nella relazione inviata il 25 settembre, quando era stato prospettato il rischio di mettere gli aerei a terra in pochi giorni per l'esaurimento della liquidità.
Un rischio che poi, una volta ottenuta l'adesione di tutti i sindacati al contratto di lavoro proposto dalla cordata italiana, la Cai, sembra svanito, almeno per questo mese. La disponibilità di cassa che Fantozzi ha comunicato all'Enac, e sulla base della quale l'ente dell'aviazione ha confermato la licenza provvisoria di volo fino al primo marzo 2009, salvo verifiche mensili, è superiore a quanto aveva fatto trapelare nelle settimane precedenti lo stesso commissario, con i suoi ripetuti allarmi.
Fantozzi, nominato il 29 agosto, ai primi di settembre aveva fatto sapere che la liquidità era ridotta ad appena 30-50 milioni e che alla fine del mese avrebbe dovuto portare i libri in Tribunale.
Come mai allora nella relazione del 25 settembre Fantozzi sostiene di avere ancora 180 milioni in cassa? La somma è inferiore all'ultimo dato reso pubblico con un comunicato ufficiale, i 314 milioni di liquidità al 31 luglio 2008, ma ancora lontana dallo zero. Secondo indiscrezioni, in quanto il documento all'esame dell'Enac è riservato, la cassa a fine settembre è più alta di quanto preventivato anche perché il commissario ha ritardato alcuni pagamenti.

In particolare, nel primo mese di attività Fantozzi ha sospeso i pagamenti agli aeroporti, circa 60 milioni che sono rivendicati da Aeroporti di Roma (AdR), Sea e altri cinque scali. I sette aeroporti hanno chiesto all'Enac di bloccare gli aerei Alitalia per morosità. Ma poiché l'aviolinea ha contestato le fatture, secondo un espediente usato dai vettori quando vogliono temporeggiare nei pagamenti, anche l'Enac ha chiuso un occhio.

Ha chiesto di bloccare i jet di Alitalia anche AdR, la società controllata dai Benetton e che ha nell'azionariato altri soci della Cai: insieme alla famiglia trevigiana ci sono i Ligresti e, con una piccola quota, il fondo Clessidra. La società presieduta da Fabrizio Palenzona rivendica un credito di circa 30 milioni verso Alitalia solo per le toccate di settembre. Peraltro richieste di pagamento degli arretrati e di messa a terra degli aerei sono state avanzate da sette gestori aeroportuali, comprese la Sea e AdR, anche verso Air One, il concorrente di Alitalia che – secondo il Progetto Fenice firmato da Intesa Sanpaolo – verrà assorbito nella nuova società nazionale dalla Cai.
L'Enac ha chiesto chiarimenti a Fantozzi sulla liquidità dichiarata al 25 settembre. È da chiarire se nei 180 milioni siano compresi i circa 70 milioni necessari a pagare lo stipendio di settembre ai dipendenti o se invece questa somma sia già stata defalcata.

Mentre chiude i rubinetti verso gli aeroporti, Fantozzi deve invece pagare in anticipo, l'Eni e gli altri fornitori di carburante per gli aerei. Il commissario ha dichiarato che ogni giorno firma un bonifico di 1,4 milioni di euro a favore dell'Eni. I costruttori di aerei, Boeing e Airbus, chiedono pagamenti anticipati per i pezzi di ricambio.

Intanto è diffuso l'allarme tra i sindacati e i dipendenti per la raffica di richieste di cassa integrazione straordinaria annunciate da Fantozzi. Dal primo ottobre sono stati messi a terra 4 Md80 e 4 Md11; il primo novembre saranno fermati altri 2 Md80 e due B767: la cassa integrazione a rotazione interesserà 3.328 dipendenti, oltre ai 4.286 del provvedimento del 18 settembre, correlato alla messa a terra di 34 aerei del precedente piano di Maurizio Prato. Inoltre Fantozzi ha annunciato il fermo di 6 Embraer e 3 Atr72 di az Express, con 437 dipendenti in cigs. In totale sono circa 8mila i dipendenti interessati dalla cassa. Ai dirigenti verranno tolti due giorni di stipendio al mese, per tre mesi.

La Cai ha convocato i sindacati per lunedì alle 18 nella sede Immsi, per la stesura del nuovo contratto. L'amministratore delegato, Rocco Sabelli, ha incontrato ieri il direttore generale dell'Enac, Silvano Manera, per la pratica per ottenere la licenza di operatore aeronautico. Gli uffici hanno consegnato a Sabelli un elenco con 27 punti da rispettare.

G.D.

ma come non aveva detto fantozzi che i soldi in cassa a fine settembre dovevano essere solo pochissime decine di milioni?
bluff....
 
zitti zitti i sindacalisti passano in CAI

salve a tutti dopo aver firmato l accodo quadro anche quindi l 'esternalizazzione del settore cargo e manutenzione pesante AZ da oneste e brave pesone quali sono si cominciano a vedere dei sindacalisti che vengono magicamente trasferiti dalla manutenzine pesante esternizzata alla manutenzione leggera CAI (in questo caso sindacalisti CISL)alla faccia dei lavoratori che loro rappresentano
lavoratrori che non hanno nessuna colpa della fine che a fatto l alitalia

QUESTA E' L 'ITALIA CHE BEL PAESE ....
 
Per gli MD-11
Dovrebbero uscire 2 tra EI-UPI, EI-UPO, EI-UPU. Ve lo potro' confermare tra qualche giorno. In questi giorni stanno volando solo EI-UPA e EI-UPE. Magari EI-UPI restera' avendo la livrea nuova... alla fine i contratti per questi A/M dovrebbero essere tutti uguali essendo stato stipulato simultaneamente il lease-back.

Per i 767 al momento su 10 ne volano solamente 9. EI-CRF non vola dal 14 agosto, sara' in manutenzione oppure lo stanno risistemando per restituire? (Spero di no dato che e' riconfigurato).

Per gli E170
Dovrebbero aver messo a terra EI-DFL, EI-DFK, e FORSE EI-DFJ (ultimo volo 28 settembre..)

E questo e' quanto...
 
Ultima modifica:
ALITALIA/ Il Piano Cai non ha futuro dal punto di vista industriale


Ugo Arrigo


giovedì 25 settembre 2008

Il piano Fenice si regge su un’unica idea fondamentale che purtroppo è sbagliata. La ricetta chiave di chi ha elaborato il piano è infatti l’incremento consistente della produttività degli aerei della nuova Alitalia operanti sul breve e medio raggio; associato a un incremento quasi equivalente della produttività dei dipendenti esso permetterebbe un notevole miglioramento del rapporto ricavi operativi/costi operativi e il riequilibrio economico finanziario dell’azienda nell’arco di un triennio.

Questa idea, che non è mai venuta in mente a Spinetta di Air France, a Mayrhuber di Lufthansa e neppure a O’Leary di Ryanair, è tuttavia insensata e inapplicabile sulla tipologia di voli operati da Alitalia sul breve e medio raggio (voli europei, da e per il Medio Oriente e l’Africa Mediterranea).

Cercherò di spiegare sia questa soluzione del piano Fenice che le sue criticità, ma prima è necessario sgombrare il campo da alcune ipotesi che avevo formulato negli articoli dei giorni scorsi. Alcune di esse, infatti, desunte da incoerenze nei dati del piano pubblicate dai media, si sono rivelate infondate alla luce di una migliore conoscenza del progetto Fenice:

1. Il piano Fenice non incrementa in maniera consistente le tariffe della nuova Alitalia. È un’ipotesi che avevo formulato come possibile quadratura della notevole differenza tra la consistente riduzione degli aerei e del personale della nuova compagnia rispetto alle due preesistenti da un lato e la limitata riduzione dei ricavi dall’altro. L’incremento delle tariffe è in fondo la via più breve per riequilibrare i conti di un’azienda pubblica dissestata ed è stato efficacemente impiegato nel ‘risanamento’ di Poste Italiane sia durante la gestione di Passera che quella di Sarmi; sembra inoltre essere nelle intenzioni di Trenitalia in versione Moretti.

2. Il piano Fenice non riduce drasticamente, almeno all’apparenza, la concorrenza sul mercato del trasporto aereo. Poiché la via tariffaria al risanamento di un’azienda pubblica è incompatibile con un mercato di concorrenza, il fatto che il piano Fenice non punti a un aumento drastico dei prezzi riduce (ma non cancella) i nostri timori che la quadratura strategica del cerchio sia una forte restrizione delle concorrenza sul mercato. La tentazione rimane comunque sullo sfondo, alimentata dal successo della strategia di Maometto e della montagna conseguito quando fu applicata al caso Poste: se un’azienda pubblica non può adeguarsi al mercato (di concorrenza) allora sarà il mercato a doversi adeguare all’azienda (cancellando la concorrenza). Questo fu esattamente quanto chiese l’allora amministratore delegato di Poste e ottenne dal governo D’Alema nell’ormai lontano 1999.

3. Il piano Fenice non lascia a terra nove milioni di clienti, come avevo ipotizzato, e non farà viaggiare i passeggeri uno sopra l’altro. Poiché gli aerei utilizzati da Cai si riducono di oltre il 40% rispetto a quelli impiegati dalla vecchia Alitalia e AirOne, avevo ipotizzato una drastica riduzione dei passeggeri trasportati (da 31,5 milioni del 2007 a 22 milioni), non potendo ovviamente realizzarsi tassi medi di occupazione dei posti superiori al 100% e neppure troppo vicini a tale valore (sopra l’80% sono difficili, sopra il 90% sostanzialmente impossibili).

4. Il piano Fenice si limita a far volare di più, molto di più, gli aerei (e gli equipaggi). Siamo ovviamente soddisfatti che il piano Fenice non aumenti le tariffe, non riduca drasticamente la concorrenza sul mercato, non lasci a terra svariati milioni di passeggeri disponibili a pagare prezzi non proprio da Ryanair o EasyJet, metta a disposizione un sedile per ogni viaggiatore e riesca comunque a riequilibrare i conti. La quadratura del cerchio tra tutti questi vincoli e obiettivi è di una semplicità sconcertante e geniale nello stesso tempo: far volare molto di più gli aerei (e i loro equipaggi, ma con salari più bassi).

Nel 2007 gli aerei Alitalia impiegati hanno mediamente volato per 2.500 ore. Il piano Fenice prevede che questo valore aumenti dapprima a 3.000 ore anno e successivamente a 3.300, con un incremento complessivo del 32%.

Questo risultato verrebbe realizzato integralmente grazie al maggior utilizzo delle macchine impiegate sul breve e medio raggio (Europa, Nord Africa, Medio Oriente) a fronte di una stazionarietà di utilizzo dei pochi aerei ancora adibiti al lungo raggio.

A questo punto è possibile riepilogare i dati chiave (vedi anche la tabella allegata) del piano Fenice (riferiti al 2009 e al piano Fenice di fine luglio) con quelli delle due compagnie preesistenti (2007):

- Aerei utilizzati: scendono da 238 a 151 nella versione del piano Fenice di fine luglio scorso, con una riduzione del 37% (ma diminuirebbero invece a 137 nella versione più recente secondo quanto riportato dai media)

- Capacità offerta (Posti chilometro): da 58 a 49 miliardi di posti km (-17%).

- Tasso di occupazione dei posti: dal 72% al 76% (76% deriva da: 73% sui voli nazionali, 70% sui voli europei e medio raggio, 84% sul lungo raggio).

- Passeggeri km (il percorso complessivo di tutti i viaggiatori): da 42 a 37 miliardi (-13%).

- Passeggeri: da 31,5 a 28,1 milioni (-3,5 milioni, -11%).

- Produttività degli aerei: passeggeri anno per aereo da 132 mila a 186 mila (+40%); ricavi annui da passeggeri per aereo da 18 a 25 milioni di euro (+40%).

Possiamo a questo punto sostenere che è bene quel che finisce bene e che il piano Fenice è accettabile per i consumatori, i contribuenti e il trasporto aereo italiano (anche se lo è di meno per i lavoratori)? Purtroppo no perché da un punto di vista di organizzazione del trasporto aereo un aumento di quelle dimensioni della produttività tecnica degli aerei non è realizzabile. Il piano Fenice, basato su quest’unica idea, non sta pertanto in piedi.

Gli aerei, impiegati su collegamenti preesistenti, possono volare di più solo se compiono più voli (visto che la distanza tra ogni coppia di città e il tempo di volo necessario per coprirla è costante). Il maggior numero di voli, annui e quotidiani, deve essere realizzato nella fascia oraria economicamente utile (quella nella quale vi sono passeggeri disponibili a volare) che per il breve raggio è di circa 16 ore al giorno, grosso modo dalle 7 di mattina alle 23 (se un vettore organizzasse un volo da Milano a Roma alle 3 di mattina non avrebbe nessun cliente a bordo). Quanti voli si possono fare nel breve raggio in quella fascia temporale? Anzi, quante coppie di voli, visto che a fine giornata ogni velivolo ritorna alla sua base? Lo standard per il breve raggio è di tre coppie di voli, ciò di sei voli quotidiani. Se si vuole volare di più si deve passare a quattro coppie di voli, cioè a otto voli quotidiani e in questo caso l’incremento è proprio del 33%.

È possibile realizzare quattro coppie di voli in una fascia complessiva di 16 ore? Si, ma solo a condizione che la durata di ogni volo sommata al tempo a terra per sbarco, verifiche della macchina, rifornimento e imbarco non ecceda in alcun modo le due ore. Questo vuol dire che sui collegamenti dall’Italia verso il resto d’Europa è sostanzialmente impossibile e che su collegamenti interni è forse possibile ma solo su tratte brevissime che utilizzano aeroporti non congestionati e in grado di non trattenere troppo a terra gli aerei. In sostanza è forse possibile ma solo su una percentuale limitatissima dei collegamenti e non sulla generalità, come invece incorporato nel piano Fenice.

Applicando l’incremento di produttività tecnica previsto dal piano Fenice, i voli medi giornalieri per velivolo passerebbero dai 5,8 di Alitalia ai 7,5 della Cai. Purtroppo per Cai persino Ryanair riesce a fare in media solo 6 voli al giorno.
Ma se lo sono chiesto gli estensori del piano Fenice come mai questa loro brillantissima idea non è venuta prima a Spinetta di Air France-Klm nel piano AliFrance del marzo 2008, a Mayrhuber di Lufthansa e neppure al tirchissimo O’Leary di Ryanair per la sua compagnia?
 
ALITALIA/ Il Piano Cai non ha futuro dal punto di vista industriale


Ugo Arrigo


giovedì 25 settembre 2008


Gli aerei, impiegati su collegamenti preesistenti, possono volare di più solo se compiono più voli (visto che la distanza tra ogni coppia di città e il tempo di volo necessario per coprirla è costante). Il maggior numero di voli, annui e quotidiani, deve essere realizzato nella fascia oraria economicamente utile (quella nella quale vi sono passeggeri disponibili a volare) che per il breve raggio è di circa 16 ore al giorno, grosso modo dalle 7 di mattina alle 23 (se un vettore organizzasse un volo da Milano a Roma alle 3 di mattina non avrebbe nessun cliente a bordo). Quanti voli si possono fare nel breve raggio in quella fascia temporale? Anzi, quante coppie di voli, visto che a fine giornata ogni velivolo ritorna alla sua base? Lo standard per il breve raggio è di tre coppie di voli, ciò di sei voli quotidiani. Se si vuole volare di più si deve passare a quattro coppie di voli, cioè a otto voli quotidiani e in questo caso l’incremento è proprio del 33%.

È possibile realizzare quattro coppie di voli in una fascia complessiva di 16 ore? Si, ma solo a condizione che la durata di ogni volo sommata al tempo a terra per sbarco, verifiche della macchina, rifornimento e imbarco non ecceda in alcun modo le due ore. Questo vuol dire che sui collegamenti dall’Italia verso il resto d’Europa è sostanzialmente impossibile e che su collegamenti interni è forse possibile ma solo su tratte brevissime che utilizzano aeroporti non congestionati e in grado di non trattenere troppo a terra gli aerei. In sostanza è forse possibile ma solo su una percentuale limitatissima dei collegamenti e non sulla generalità, come invece incorporato nel piano Fenice.

Applicando l’incremento di produttività tecnica previsto dal piano Fenice, i voli medi giornalieri per velivolo passerebbero dai 5,8 di Alitalia ai 7,5 della Cai. Purtroppo per Cai persino Ryanair riesce a fare in media solo 6 voli al giorno.
Ma se lo sono chiesto gli estensori del piano Fenice come mai questa loro brillantissima idea non è venuta prima a Spinetta di Air France-Klm nel piano AliFrance del marzo 2008, a Mayrhuber di Lufthansa e neppure al tirchissimo O’Leary di Ryanair per la sua compagnia?


E' possibile anche fare 10/12 coppie di volo durante la giornata (16 ore come dice Arrigo ma che forse non sa che parecchi voli partono anche prima delle 7) con transiti a terra di 45 minuti e con macchine da 150 posti in su/contenerizzati con check tecnici di varia natura compresi.
Puoi essere ordinario di Economia Politica alla Bicocca ma per parlare di aviazione devi essere del mestiere.
 
io non ho la possibilità di dimostrare il contrario di quanto afferma

tu?

io tra poco spengo.. mi auguro che malpensante colga la sfida e smonti come un lego l'articolo.
vien da sè che secondo me è ampiemente in grado di argomentare
temo ahimè che in lui prevarrà quella sensazione di "tanto è tempo perso.."

premio scommessa: caffè di una macchienttà al pian terreno di un imporatnte infrastruttura aeroportuale.
 
ragazzi qui si è per discutere, argomentare, esporre, confutare: si è in un forum

certe uscite e certe reazioni danno invece la sensazione di essere in uno stadio... "viva quello..." "abbasso quell'altro....", dando quindi la voglia di "spegnere" o di giudicare il tempo speso qui come "perso"

e invece dato che la cultura aeronautica in Italia non abbonda se utilizzato in maniera oculata questo strumento informatico a sfondo blu può essere molto, molto utile

detto questo, è indubbio che la sfida CAI ha un significato storico (per lo meno finora sul piano sindacale) ma serviranno parecchi mesi prima ancora di vedere i primi aerei volare sotto la sua licenza, e la situazione economica, finanziaria e politica (il Cavaliere qualche giorno fa ha sbottato come poche altre volte nella sua carriera, addirittura ha invitato i suoi uomini a non apparire più negli organi di informazione, ulteriore segno della incredibile attenzione che questo Governo sembra dare alla forma più che alla sostanza) non aiutano

sarà cura del forum, spero, evidenziare tutte le difficoltà esclusivamente "operative" di questa nuova realtà aeronautica, ma ripeto che le atmosfere da stadio non aiutano
 
e bravo il professore arrigo .!.... e che ci scrivevano sul piano... ..che l'obiettivo è

arrivare ad una quota di mercato tale da limitare la vera concorrenza .......sveglia

professore ! .....o almeno un'pò di coraggio quando si scrive!......
 
E' possibile anche fare 10/12 coppie di volo durante la giornata (16 ore come dice Arrigo ma che forse non sa che parecchi voli partono anche prima delle 7) con transiti a terra di 45 minuti e con macchine da 150 posti in su/contenerizzati con check tecnici di varia natura compresi.
Puoi essere ordinario di Economia Politica alla Bicocca ma per parlare di aviazione devi essere del mestiere.

Con tutto il rispetto per la tua esperienza, faresti una simulazione di 12 rotazioni giornaliere con tempi di volo e "Turnaround" di 45 minuti da e per distinazioni dove questo operativo sarebbe possibile nell'ambito delle destinazione nazionali e europee di AZ ?
 
Con tutto il rispetto per la tua esperienza, faresti una simulazione di 12 rotazioni giornaliere con tempi di volo e "Turnaround" di 45 minuti da e per distinazioni dove questo operativo sarebbe possibile nell'ambito delle destinazione nazionali e europee di AZ ?

Allora mi correggo:
non intendo 12 ma 6 coppie di volo (con 12 intendevo andata e ritorno)

Comunque ti posto un esempio veloce veloce di AF tra VCE e CDG (non certo uno scalo poco congestionato). Il turnaround è di 45 minuti. Ma essendo un 320 lo si può spremere "à la Ryanair" e facendone 30.

06OCT MON VCE/Z‡2 CDG/‡0
1AF2427 C4 D3 Z2 F1 Y8 S8 B6 R6*VCECDG 655A 845A 319 B 0 XJS
K6 U M6 H0 Q0 V5 L5
2AF1127 C4 D7 Z6 F1 Y3 S3 B3 R2*VCECDG 1000A 1150A 321 S 0
K2 U M1 H0 Q1 V1 L1
3AF1427 C8 D7 Z7 F1 Y4 S4 B4 R4*VCECDG 1220P 210P 320 M 0
K4 U M4 H0 Q0 V4 L4
4AF1727 C4 D4 Z4 F1 Y4 S4 B4 R4*VCECDG 310P 500P 320 S 0 XJS
K4 U M4 H0 Q4 V4 L4
5AF1927 C5 D5 Z5 F1 Y4 S4 B4 R4*VCECDG 555P 745P 320 S 0
K4 U M0 H0 Q0 V4 L4
6AF2227 C7 D7 Z7 F1 Y4 S4 B4 R4*VCECDG 840P 1030P 320 M 0
K4 U M4 H0 Q0 V4 L4

Sono 6 voli con altrettanti ritorni, il che fa 6 coppie di voli.
Prendiamo un altro esempio:

Il FCO-LHR di AZ

06OCT MON FCO/Z‡2 LHR/-1
1AZ 202 C7 D7 I7 Y7 B7 M7 H7 K7 V7*FCOLHR 935A 1125A 321 0
T7 N7 S7 Q7 L7 O0
2AZ 204 C7 D7 I7 Y7 B7 M7 H7 K7 V7*FCOLHR 130P 320P 321 0
T0 N7 S7 Q7 L7 O0
3AZ 208 C7 D7 I7 Y7 B7 M7 H7 K7 V7*FCOLHR 515P 705P 321 0 XJ
T7 N7 S7 Q7 L7 O0
4AZ 206 C7 D7 I7 Y7 B7 M7 H7 K7 V7*FCOLHR 755P 945P 321 0 XJ
T7 N7 S7 Q7 L7 O7
5AZ 210 C7 D7 I7 Y7 B7 M7 H7 K7 V7*FCOLHR 915P 1105P 321 0
T7 N7 S7 Q7 L7 O7

Credo che (slot permettendo) si possa aggiungere un'altra frequenza dato che
il traffico tra le due città è notevole.
 
ma come non aveva detto fantozzi che i soldi in cassa a fine settembre dovevano essere solo pochissime decine di milioni?
bluff....

AFD..guarda che 180 milioni di euro in cassa sono pochissimi.
Soprattutto se consideri che AZ in questo momento è una idrovora mangiasoldi che non rende un tubo.
Non si può mica arrivare all'ultimo giorno dicendo: abbiamo finito i soldi.
d.
 
Stato
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