Air France-Klm, ha ricordato ancora il top manager francese, dopo la diluizione dell'autunno scorso ha una quota «che è scesa al 6 o 7%» in Alitalia, ed è quindi oggi «un piccolo azionista, ben lontano dall'essere il primo azionista» come in passato.
Sul ruolo di Bruxelles ha poi aggiunto: «Non dubito che la Commissione Ue sorveglierà molto da vicino gli investimenti che vengono da Paesi non europei in compagnie europee per verificare che la nozione di controllo europeo sia rispetto in modo molto stringente».
Intervento corretto e misurato che condivido con piacere.Io continuo a non gioire né verso AF, né verso EY: ognuno fa i propri interessi, e ricordo che entrambi hanno parecchi business in comune al di fuori dell'affaire Alitalia. Ancora una volta mi preme sottolineare come entrambe le compagnie non sono follemente innamorate di Alitalia, ma la utilizzano con pragmatismo per trascorrere piacevoli serate, seducendola e usandola per soddisfare le proprie voglie e per trarne il massimo vantaggio possibile.
Questo è avvenuto fino ad oggi con AF e con i soci italiani, corresponsabili di aver sacrificato la compagnia italiana, non più vergine ed assai inguaiata, agli appetiti ed agli interessi di tutti i soci. Alitalia è stata posta sulla strada, o sul mercato, e sfruttata da tutti i soci: francesi ed italiani senza alcuna distinzione. Poi non a tutti è andata bene, e forse, col senno di poi, qualcuno degli italiani che sperava di guadagnare su altre partite, si è scottato e rimpiange le scelte fatte. Ma fa parte del gioco.
Pragmaticamente, ritengo che il piano di EY, per quel poco che è filtrato e sempre che i rumors siano veri (gli antichi romani direbbero rumores dicuntur...), sia più funzionale a garantire un numero maggiore di rotte LR dall'Italia, e questo è soddisfacente nella misura in cui consente a un certo numero di famiglie italiane di guadagnarsi onestamente la pagnotta, siano essi AAVV o piloti, siano essi addetti alle pulizie o confezionatori di quei favolosi pasti per i quali AZ è annoverata come miglior best airline cuisine. Una pagnotta ben più misera rispetto al passato, mi si rimbrotterà, ma comunque atta a garantire la sopravvivenza delle famiglie di cui sopra (per gli altri ci penseremo sempre noi, direttamente o indirettamente, attraverso gli istituti più disparati).
In questa prospettiva, i piagnistei di AF fanno sorridere. Colei che ha contribuito a succhiare il sangue di Alitalia, ora che la festa potrebbe finire, chiagne. Ma intanto ha fottuto. Di brutto!
Ma non illudiamoci: anche EY fa i propri interessi. Auguriamoci solo che essi prevedano che almeno una parte minoritaria della ricchezza che verrà prodotta resti ai lavoratori italiani di AZ e dell'indotto.
Ottimi flyboy and belumosi. Condivido il pensiero di entrambi!
Spero che la storia ci dara' torto (parafrasando, al contrario, un tale di qualche anno fa) e che i timori di belumosi non diventino realta', ma riconoscono che sono timori ben fondati, soprattutto se AF decide di giocare la partita insieme a EY.
Io continuo a non gioire né verso AF, né verso EY: ognuno fa i propri interessi, e ricordo che entrambi hanno parecchi business in comune al di fuori dell'affaire Alitalia. Ancora una volta mi preme sottolineare come entrambe le compagnie non sono follemente innamorate di Alitalia, ma la utilizzano con pragmatismo per trascorrere piacevoli serate, seducendola e usandola per soddisfare le proprie voglie e per trarne il massimo vantaggio possibile.
Questo è avvenuto fino ad oggi con AF e con i soci italiani, corresponsabili di aver sacrificato la compagnia italiana, non più vergine ed assai inguaiata, agli appetiti ed agli interessi di tutti i soci. Alitalia è stata posta sulla strada, o sul mercato, e sfruttata da tutti i soci: francesi ed italiani senza alcuna distinzione. Poi non a tutti è andata bene, e forse, col senno di poi, qualcuno degli italiani che sperava di guadagnare su altre partite, si è scottato e rimpiange le scelte fatte. Ma fa parte del gioco.
Pragmaticamente, ritengo che il piano di EY, per quel poco che è filtrato e sempre che i rumors siano veri (gli antichi romani direbbero rumores dicuntur...), sia più funzionale a garantire un numero maggiore di rotte LR dall'Italia, e questo è soddisfacente nella misura in cui consente a un certo numero di famiglie italiane di guadagnarsi onestamente la pagnotta, siano essi AAVV o piloti, siano essi addetti alle pulizie o confezionatori di quei favolosi pasti per i quali AZ è annoverata come miglior best airline cuisine. Una pagnotta ben più misera rispetto al passato, mi si rimbrotterà, ma comunque atta a garantire la sopravvivenza delle famiglie di cui sopra (per gli altri ci penseremo sempre noi, direttamente o indirettamente, attraverso gli istituti più disparati).
In questa prospettiva, i piagnistei di AF fanno sorridere. Colei che ha contribuito a succhiare il sangue di Alitalia, ora che la festa potrebbe finire, chiagne. Ma intanto ha fottuto. Di brutto!
Ma non illudiamoci: anche EY fa i propri interessi. Auguriamoci solo che essi prevedano che almeno una parte minoritaria della ricchezza che verrà prodotta resti ai lavoratori italiani di AZ e dell'indotto.
Io continuo a non gioire né verso AF, né verso EY: ognuno fa i propri interessi, e ricordo che entrambi hanno parecchi business in comune al di fuori dell'affaire Alitalia. Ancora una volta mi preme sottolineare come entrambe le compagnie non sono follemente innamorate di Alitalia, ma la utilizzano con pragmatismo per trascorrere piacevoli serate, seducendola e usandola per soddisfare le proprie voglie e per trarne il massimo vantaggio possibile.
Questo è avvenuto fino ad oggi con AF e con i soci italiani, corresponsabili di aver sacrificato la compagnia italiana, non più vergine ed assai inguaiata, agli appetiti ed agli interessi di tutti i soci. Alitalia è stata posta sulla strada, o sul mercato, e sfruttata da tutti i soci: francesi ed italiani senza alcuna distinzione. Poi non a tutti è andata bene, e forse, col senno di poi, qualcuno degli italiani che sperava di guadagnare su altre partite, si è scottato e rimpiange le scelte fatte. Ma fa parte del gioco.
Pragmaticamente, ritengo che il piano di EY, per quel poco che è filtrato e sempre che i rumors siano veri (gli antichi romani direbbero rumores dicuntur...), sia più funzionale a garantire un numero maggiore di rotte LR dall'Italia, e questo è soddisfacente nella misura in cui consente a un certo numero di famiglie italiane di guadagnarsi onestamente la pagnotta, siano essi AAVV o piloti, siano essi addetti alle pulizie o confezionatori di quei favolosi pasti per i quali AZ è annoverata come miglior best airline cuisine. Una pagnotta ben più misera rispetto al passato, mi si rimbrotterà, ma comunque atta a garantire la sopravvivenza delle famiglie di cui sopra (per gli altri ci penseremo sempre noi, direttamente o indirettamente, attraverso gli istituti più disparati).
In questa prospettiva, i piagnistei di AF fanno sorridere. Colei che ha contribuito a succhiare il sangue di Alitalia, ora che la festa potrebbe finire, chiagne. Ma intanto ha fottuto. Di brutto!
Ma non illudiamoci: anche EY fa i propri interessi. Auguriamoci solo che essi prevedano che almeno una parte minoritaria della ricchezza che verrà prodotta resti ai lavoratori italiani di AZ e dell'indotto.
Quoto,dipende se EY accetterà la proposta delle banche e dai valori che assegneranno a CAI al momento della conversione e quindi per la New company.Fra l'altro, in base alle notizie di stampa, il capitale sociale della OldCo dovrebbe subire un ulteriore incremento (conversione dei crediti delle banche), per cui, ceteris paribus, la quota di AF verrebbe ulteriormente diluita, scendendo a naso intorno al 3% della OldCo. AF è sempre più marginale nella catena di controllo.
Leggendo fra le righe, l'uscita di De Juniac fa capire bene quali siano i rapporti con EY con i francesi che vedono gli emiri non filarseli proprio nell'affaire AZ e cercano di mandare un messaggio.
Per la serie... vai con il ricatto nemmeno tanto velato... solo che gli emiri non sono molto inclini a certi messaggi.http://www.ilsole24ore.com/art/noti...-scenderemo-ancora-163930.shtml?uuid=ABow6jJB
Air France-Klm, ha ricordato ancora il top manager francese, dopo la diluizione dell'autunno scorso ha una quota «che è scesa al 6 o 7%» in Alitalia, ed è quindi oggi «un piccolo azionista, ben lontano dall'essere il primo azionista» come in passato.
Sul ruolo di Bruxelles ha poi aggiunto: «Non dubito che la Commissione Ue sorveglierà molto da vicino gli investimenti che vengono da Paesi non europei in compagnie europee per verificare che la nozione di controllo europeo sia rispetto in modo molto stringente».
Dai, sono mesi che descriviamo questa trattativa quasi come il bar di Casablanca, coi messaggi scritti con l'Enigma e adesso mandano messaggi in chiaro?
Il problema è che se AZ non aumenta il LR difficilmente potrà tornare a fare utili con semplici navette feeder per CDG, AMS e AUH.Mi sa che non avrete torto. Allà nisciun' è fess'.
Ho capito male se scrivo che i soci Cai, che pur in oldco sarebbero soci della newco, avendo forse come main target un utile dalla partecipazione, difficilmente si opporrebbero a scelte dilatorie sul LR AZ?
IMHO denota nervosismo per non essere riusciti a farsi inserire nel gioco. Il punto è che EY non ha interesse ad aver AF in ballo perché gli interessi di AF si è già visto che non permettono la sostenibilità di AZ.
Il problema è che se AZ non aumenta il LR difficilmente potrà tornare a fare utili con semplici navette feeder per CDG, AMS e AUH.
Il fatto che sulla stampa siano usciti solo pochi rumors non vuol dire che EY non abbia ben chiaro in testa cosa fare.Se fosse così, sarebbe noto da tempo un piano industriale EY.
Io continuo a non gioire né verso AF, né verso EY: ognuno fa i propri interessi, e ricordo che entrambi hanno parecchi business in comune al di fuori dell'affaire Alitalia. Ancora una volta mi preme sottolineare come entrambe le compagnie non sono follemente innamorate di Alitalia, ma la utilizzano con pragmatismo per trascorrere piacevoli serate, seducendola e usandola per soddisfare le proprie voglie e per trarne il massimo vantaggio possibile.
Questo è avvenuto fino ad oggi con AF e con i soci italiani, corresponsabili di aver sacrificato la compagnia italiana, non più vergine ed assai inguaiata, agli appetiti ed agli interessi di tutti i soci. Alitalia è stata posta sulla strada, o sul mercato, e sfruttata da tutti i soci: francesi ed italiani senza alcuna distinzione. Poi non a tutti è andata bene, e forse, col senno di poi, qualcuno degli italiani che sperava di guadagnare su altre partite, si è scottato e rimpiange le scelte fatte. Ma fa parte del gioco.
Pragmaticamente, ritengo che il piano di EY, per quel poco che è filtrato e sempre che i rumors siano veri (gli antichi romani direbbero rumores dicuntur...), sia più funzionale a garantire un numero maggiore di rotte LR dall'Italia, e questo è soddisfacente nella misura in cui consente a un certo numero di famiglie italiane di guadagnarsi onestamente la pagnotta, siano essi AAVV o piloti, siano essi addetti alle pulizie o confezionatori di quei favolosi pasti per i quali AZ è annoverata come miglior best airline cuisine. Una pagnotta ben più misera rispetto al passato, mi si rimbrotterà, ma comunque atta a garantire la sopravvivenza delle famiglie di cui sopra (per gli altri ci penseremo sempre noi, direttamente o indirettamente, attraverso gli istituti più disparati).
In questa prospettiva, i piagnistei di AF fanno sorridere. Colei che ha contribuito a succhiare il sangue di Alitalia, ora che la festa potrebbe finire, chiagne. Ma intanto ha fottuto. Di brutto!
Ma non illudiamoci: anche EY fa i propri interessi. Auguriamoci solo che essi prevedano che almeno una parte minoritaria della ricchezza che verrà prodotta resti ai lavoratori italiani di AZ e dell'indotto.