Thread Alitalia - Etihad IV : DICHIARAZIONE CONGIUNTA


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Se l'accordo va a pu**ane e Alitalia pure, resta la possibilità per Etihad, ma anche per Air France, di prendere i pezzi che interessano dal cadavere di CAI, come CAI stessa fece dal cadavere di LAI, lasciando quello che non interessa nella bad company. E senza la UILT che fa la spavalda.
 
Comunque certo AZ è la pedina debole ma anche EY perderebbe da una chiusura dell'accordo.
Perderebbe una compagnia che può darle una gorssa mano ad aumentare i suoi tentacoli in Europa attraverso sinergie con anche le altre compagnie europee, tessendo ancora di più la tela nel vecchio continente. E' ben chiara la strategia di EY che va avanti a suon di partecipazioni in altri vettori un pò in tutto il mondo per aumentare anche i flussi verso il proprio hub con l'aiuto delle partecipate....completamente diversa rispetto ad EK che conta tutto sul proprio network per esempio.

E poi una EY che all'ultimo si sfila e si rende "colpevole" del fallimento di AZ, pur con banche che sono state disposte a mettere quanto pattuito, poste pure più del dovuto, gli altri soci idem....molto probabilmente anche la pax sindacale, beh dubito che in un contesto del genere in fututo la compagnia avrà vita facile in Italia. I bilaterali ITA UAE mi sembra permettano proprio 14 frequenze alla compagnia di Abu Dhabi che con il recente volo da FCO sono totalmente occupate......per cui non ci sarebbe più spazio per ulteriore crescita, e sono sicuro che EY ha in mente ben altro che 2 giornalieri sull'Italia.

Insomma non è una partita solo a senso unico

Certo, se siamo arrivati fin qui è anche perchè EY avrebbe le sue convenienze ad entrare in AZ. Ma sicuramente erediterebbe una parte dei limiti della compagnia italiana. Bisognerebbe capire se è cambiato qualcosa nelle valutazioni di EY nei pro e contro dopo gli ultimi avvenimenti.
Sicuramente la richiesta di 100 M€ extra a 48 ore dalla deadline, presuppone o un'arroganza notevole di EY o una stupidità senza pari da parte degli italiani che avrebbero approvato investimenti inferiori di 100 M€ a quanto concordato nella speranza che gli arabi non se ne accorgessero. Mauro docet. :)
Ma francamente mi sembra difficile pensare che siano arrivati a tanto.
 
Scusa, ma cosa rischiano le major? LIN non verrà mai chiuso perché si creerebbe un danno enorme ad AZ, quindi credo proprio che di corda da tirare ce ne sia eccome...
E che ne dici di una liberalizzazione totale? Alle major finirebbe qualche slot aggiuntivo per i loro hub, già comunque ben serviti, in cambio però si troverebbero SVO, AUH ecc ed in più si troverebbero U2 e FR ad abbassare gli yields. Inoltre delle major ci guadagnerebbe quasi esclusivamente IAG in quanto AF-KL ha solo da perderci e LH è comunque copertissima su FRA suo hub principale. E poi arriverebbero tutte le major non dei tre grandi gruppi che sono quelle più in difficoltà a proporre code share e reperire slot. E spesso quelli sono transiti persi via i grandi hub più che FCO. Ed non dimentichiamo che entrerebbe alla grande anche TK.
Va bene la sudditanza alla UE e relativi paesi forti, ma come vedi esiste una eventualità sulla quale la UE non ha nessun potere e che rischia di scontentare più le major europee che AZ-EY. Se poi da LIN completamente free si riuscisse pure a rendere economicamente accettabili voli con B787 per JFK, AUH, DXB, DOH per dirne alcune direi che LH, BA LX e IB rischierebbero di non aver più necessità di slot aggiuntivi.
Ecco perché il compromesso accettabile è limitare a destinazioni UE da LIN così che IAG e LH prendendo a prestito un po' di slot qua e là riescano ad chiudere o limitare i voli su MXP concentrandosi su LIN ma al tempo stesso mantenersi un certo vantaggio competitivo che perderebbero alla grande in caso di eliminazione completa del BB. Anche perché con movimenti aumentati significativamente ad AZ-EY conviene piuttosto la completa liberalizzazione delle destinazioni con l'eliminazione del BB. Anzi probabilmente il Governo riuscirebbe comunque a limitare in buona parte i movimenti intervenendo appellandosi a questioni di sicurezza e ambientali.
 
E che ne dici di una liberalizzazione totale? Alle major finirebbe qualche slot aggiuntivo per i loro hub, già comunque ben serviti, in cambio però si troverebbero SVO, AUH ecc ed in più si troverebbero U2 e FR ad abbassare gli yields. Inoltre delle major ci guadagnerebbe quasi esclusivamente IAG in quanto AF-KL ha solo da perderci e LH è comunque copertissima su FRA suo hub principale. E poi arriverebbero tutte le major non dei tre grandi gruppi che sono quelle più in difficoltà a proporre code share e reperire slot. E spesso quelli sono transiti persi via i grandi hub più che FCO. Ed non dimentichiamo che entrerebbe alla grande anche TK.
Va bene la sudditanza alla UE e relativi paesi forti, ma come vedi esiste una eventualità sulla quale la UE non ha nessun potere e che rischia di scontentare più le major europee che AZ-EY. Se poi da LIN completamente free si riuscisse pure a rendere economicamente accettabili voli con B787 per JFK, AUH, DXB, DOH per dirne alcune direi che LH, BA LX e IB rischierebbero di non aver più necessità di slot aggiuntivi.
Ecco perché il compromesso accettabile è limitare a destinazioni UE da LIN così che IAG e LH prendendo a prestito un po' di slot qua e là riescano ad chiudere o limitare i voli su MXP concentrandosi su LIN ma al tempo stesso mantenersi un certo vantaggio competitivo che perderebbero alla grande in caso di eliminazione completa del BB. Anche perché con movimenti aumentati significativamente ad AZ-EY conviene piuttosto la completa liberalizzazione delle destinazioni con l'eliminazione del BB. Anzi probabilmente il Governo riuscirebbe comunque a limitare in buona parte i movimenti intervenendo appellandosi a questioni di sicurezza e ambientali.
Oddio, qualcuno entrerebbe, ma visto che il posto a LIN non è infinito (tutt'altro) non è certo pensabile un'invasione di massa. A strafare direi al massimo 5-6 M di pax (terminal permettendo).
Bisognerebbe soprattutto capire i criteri con i quali verrebbero distribuiti i nuovi slot. Criteri che non conosco e che sicuramente farebbero la differenza.
 
Repubblica la mette giù in maniera un pò differente.



Alitalia, Etihad scrive a Del Torchio: "Preoccupati per i tempi e i conti". Poste investirà 65 milioni
Scambio di e-mail tra il ceo emiratino e l'omologo italiano. Interviene anche l'ad di Atlantia, la società dei Benetton che partecipa la compagnia aerea: "Si sta giocando col fuoco". Il gruppo guidato da Francesco Caio entrerà nella nuova compagnia

Alitalia, Etihad scrive a Del Torchio: "Preoccupati per i tempi e i conti". Poste investirà 65 milioni


MILANO - Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e l'ad di Alitalia, Gabriele del Torchio, avranno anche smentito l'ultimatum di Etihad sulla necessità di chiudere l'accordo per il matrimonio tra le due compagnie nelle prossime ore. Ma che la pressione sia in aumento lo testimonia uno scambio di e-mail tra il ceo di Etihad, James Hogan, e l'ad della compagnia italiana, con cui si ribadisce la dead line al 31 luglio per il via libera all'operazione e si chiedono maggiori garanzie sui conti, anche per il 2013. Non solo Hogan si dice alquanto preoccupato per la mancanza di chiarezza sulla Mid-company, sulla posizione di Poste (per la quale oggi comunque si registrano passi in avanti) e sulla situazione sindacale. E sottolinea che che il protrarsi del tempo possa creare problemi anche sulla situazione patrimoniale di Alitalia.

Ma il ceo di Etihad non è l'unico a chiedere uno sblocco rapido della situazione. Anche dall'interno stesso della compagine azionaria del vettore tricolore arriva un messaggio che non lascia scampo, per bocca dell'amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci: "I problemi sono a vario livello ancora, e devono essere risolti ad horas", dice il manager della società controllata dai Benetton che possiede il 7,44% di Alitalia. Non solo. Si apprende anche l'invio di una lettera del ceo di

Atlantia. "Che il tempo sia ormai scaduto


è noto a tutti e da tempo: è indispensabile, in questa ultima settimana, che ci sia un'accelerazione che non è più evitabile", ha detto Castellucci. Sul caso Alitalia "si sta giocando con il tempo e con il fuoco", ha rincarato rispondendo alle domande sulle indiscrezioni per le quali sarebbe vicina l'intesa tra gli azionisti, banche ed Atlantia, con Poste. "Il tema - ha sottolineato Castellucci - non è quanto si sia vicini ad una soluzione. Si sta giocando con il tempo e con il fuoco ed è indispensabile che ci sia un'accelerazione non più evitabile".

Il governo. Lo stesso ministro Lupi è intervenuto sentenziando lo stop al tempo disponibile: "Non credo ci saranno altri giorni, i tempi erano chiari a tutti, sindacati soci e banche. Siamo arrivati alle ore decisive". A margine di un convegno Anas ha aggiunto: "Lo dico con chiarezza anche a una parte dei sindacati, il tira e molla non è ammesso, ognuno si assuma la propria responsabilità". Lupi ha spiegato che "per ora" non c'è una convocazione da parte del governo: "L'azienda deve concludere le trattative con i soci e i sindacati".

Le Poste. Le Poste hanno raggiunto l'accordo con le banche per versare una somma superiore alla loro quota di spettanza nell'ambito della ricapitalizzazione da 250 milioni di euro, che vedrà l'ingresso di Etihad. L'ultimo round della partita, dopo il caos scoppiato in seno ai sindacati per il referendum sui tagli alle buste paga (che non ha raggiunto il quorum ma ha così dato il via libera all'accordo con l'azienda), si è quindi risolto. Le Poste non vogliono investire nella "vecchia" compagnia, che si porterà dietro perdite e contenziosi, ma nella newco che accoglierà il socio emiratino. Negli ultimi incontri è emersa l'ipotesi che si trovi una soluzione di mezzo, con le Poste disposte anche a investire più della loro quota (poco meno di 40 milioni) ma in una compagnia di "mezzo", un veicolo intermedio tra l'attuale Cai e la nuova compagnia. Proprio Atlantia e le banche esposte (Intesa e Unicredit) avevano chiesto a Caio di mettere sul piatto 70 milioni in cambio della concessione di investire nella società alleggerita del peso del passato. Il cda di venerdì di Poste sancirà l'accordo.
 
Alitalia, Etihad lancia l'ultimatum

Gianni Dragoni30 luglio 2014

ROMA
Etihad Airways ha inviato ieri una lettera ultimatum ad Alitalia-Cai. L'a.d. della compagnia di Abu Dhabi, James Hogan, sottolinea che «rimane un numero relativamente piccolo ma significativo di punti da risolvere» prima che si possa firmare l'accordo finale al quale le compagnie lavorano da mesi, ricordando che il termine è «non oltre il 31 luglio 2014».
Arrivata nel pomeriggio per posta elettronica all'a.d. di Alitalia, Gabriele Del Torchio, e al presidente Roberto Colaninno, la lettera segnala che «i punti irrisolti» sono diventati più importanti «alla luce del recente aggiornamento sulle aspettative di risultati negativi» di Alitalia e «della nuova struttura proposta da Poste». «Il più rilevante di questi problemi – scrive l'a.d. di Etihad – riguarda la disponibilità per la Vecchia Alitalia (HoldCo) di fondi sufficienti per consentire il trasferimento dell'attività aziendale alla Nuova Alitalia (NewCo) al closing con l'ammontare concordato di liquidità».
La lettera è arrivata a Roma mentre sembravano vicini a un'intesa i due schieramenti di azionisti di Alitalia, da un lato le grandi banche creditrici e azioniste (Intesa Sanpaolo e Unicredit) insieme ad Atlantia, Poste Italiane dall'altro, sulla struttura societaria per la ricapitalizzazione di Alitalia-Cai, deliberata per 250 milioni di euro dai soci il 25 luglio.
L'a.d. di Poste, Francesco Caio, non intende versare un euro di denaro pubblico nella Cai che considera una «fornace» (ha perso 569 milioni nel 2013) ma solo a valle, in una nuova società intermedia, la «midco», che non risponderebbe delle perdite 2014 né del contenzioso di Cai.
Questa «midco» si dovrebbe frapporre tra la vecchia Alitalia-Cai (la HoldCo) e la nuova Alitalia (NewCo), che nascerebbe pulita, senza debiti. Poste verserebbe 65 milioni nella «midco», di cui sarebbe azionista accanto ad Alitalia-Cai. La «midco» avrebbe il 51% della nuova Alitalia, nella quale entrerebbe Etihad con il 49% iniettando 560 milioni. Banche e Atlantia si erano dette d'accordo, a condizione che Poste dimostri la fattibilità della «midco». Caio ha chiesto inoltre maggiori diritti nel governo societario e «pari dignità» con gli altri azionisti.
Ma a metà pomeriggio da Alitalia è partita una lettera, firmata dall'avvocato Sergio Erede, che ha mosso obiezioni alla struttura proposta da Poste. Obiezioni rigettate da Francesco Gianni, l'avvocato che assiste Poste insieme al Credit Suisse. La causa dell'improvvisa tensione è la lettera di Hogan, inviata a poche ore dalla scadenza del termine del 31 luglio.
Il cuore della lettera è la preoccupazione di Etihad per il peggioramento dei conti di Alitalia e per il rischio che, alla data prevista per il «closing», a fine ottobre, la vecchia Alitalia-Cai non abbia i soldi sufficienti per coprire i rischi e i costi. Hogan non vuole che la nuova Alitalia abbia un azionista, la Cai, che rischia di fallire. «A meno che non riceviamo prova ragionevole che gli attuali "stakeholder" intendono fornire il capitale necessario o altre forme accettabili di finanziamento ponte ad Alitalia che potrebbero fornire fondi sufficienti alla vecchia Alitalia (HoldCo), le parti non sarebbero in condizione di firmare i documenti dell'accordo», ha avvertito perentorio Hogan. Ieri sono circolate nuove cifre sul "buco" finanziario di Alitalia. Se confermate non basterebbero i 250 milioni della ricapitalizzazione, ma servirebbero fino a 350-400 milioni.
L'elenco delle doglianze non è esaurito. «Stiamo ancora aspettando» una risposta da Alitalia – ha aggiunto Hogan – ad «alcune domande inviate venerdì scorso»: una decisione finale sul contenzioso con Toto; la conferma degli accordi finali con i sindacati; la conferma che la Nuova Alitalia sarà indenne da contestazioni della Ue sugli aiuti di Stato e «chiarezza» sulla struttura di Poste. Hogan vuole sapere «con urgenza» come Alitalia e i principali azionisti propongono di risolvere questi problemi.
Stamattina è previsto un vertice a Palazzo Chigi tra Alitalia, banche, Atlantia, Poste e il sottosegretario Graziano Delrio. A meno di 48 ore dalla scadenza del termine indicato da uno spazientito Hogan. E stavolta non ci sarebbero proroghe.

http://www.ilsole24ore.com/art/fina...d-lancia-ultimatum-063910.shtml?uuid=ABtBQgfB


Sembra che i conti di CAI vadano davvero male. FR a FCO ha probabilmente inciso ed ora è arrivata anche VY...
 
Dipende se i principali azionisti abbiano voglia di risolverli o di uscire il prima possibile.

Comunque:
Intesa: +0,89%, Unicredit +0,46%, Popolare Sondrio +0,33% su FTSE MIB -0,14%.
 
Dipende se i principali azionisti abbiano voglia di risolverli o di uscire il prima possibile.
A Colaninno conviene evitare che che si portino i libri in Tribunale, dove c'è il rischio che vengano letti. Per Atlantia the Fiumicino show must go on, alle banche conviene metter soldi perché un fallimento distruggerebbe i bilanci 2014, agli altri conviene l'eutanasia.
 
ALITALIA: ALLE 11 VERTICE A PALAZZO CHIGI CON BANCHE E POSTE

Radiocor - E' previsto per stamattina alle 11 a palazzo Chigi un vertice dedicato ad Alitalia. All'incontro che, a qua nto si apprende, sara' coordinato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, parteciperanno i vertici di Alitalia, le banche coinvolte nell'operazione e Poste Italiane.
 
A Colaninno conviene evitare che che si portino i libri in Tribunale, dove c'è il rischio che vengano letti. Per Atlantia the Fiumicino show must go on, alle banche conviene metter soldi perché un fallimento distruggerebbe i bilanci 2014, agli altri conviene l'eutanasia.

Ma a nessuno passa per la testa il dubbio che magari questa è la volta buona che la compagnia smetta di perdere soldi?
 
L'eventuale controllo UE sulla regolarità della nuova Alitalia ci sarà solo ad operatività avviata e concretizzata. Dovrà infatti verificare chi comanda cosa nonostante le percentuali azionarie.
Quindi non può essere tra le richieste di EY, non sono cammellieri ne beduini e con AB conoscono il percorso.
 
Da quello che scrive Paolo, potrebbe arrivare qualcosa di ancor più restrittivo.
Ma anche con le norme attuali, pur un po' generiche, non vedo come sia possibile garantire ad EY che con la UE non ci saranno problemi e pretendere una "liberatoria" comunitaria preventiva.
Significherebbe ad esempio impedire a chiunque di contestare al duo AZ-EY qualsivoglia infrazione al RE concedendo loro una specie di immunità definitiva. Non sta in piedi. Al di la che esca vincente o meno, non si potrà mai impedire a qualcuno che ravvisi illegalità nell'affare AZ-EY di far valere le proprie ragioni in sede giudiziaria.
A grandi linee il ragionamento è questo:
Le regole attuali, in pratica, impediscono solo l'acquisto della maggioranza delle azioni. I precedenti di Air Berlin e Virgin sono chiari, e nessuno crede seriamente che la commissione bloccherà EY/AZ. Inoltre ovviamente non è possibile cambiare adesso le regole, sarebbe una manovra chiaramente indirizzata contro AZ e non sarebbe tollerata (dall'Italia, ma a mio parere non solo dall'Italia - sarebbe un precedente pericoloso per tutti). Se invece dovesse sfumare l'affare AZ verrebbero messe in campo nuove misure, chiaramente non retroattive, per impedire nuove acquisizioni di fatto (quali francamente non ne ho idea)
 
Alitalia, Etihad lancia l'ultimatum

Gianni Dragoni30 luglio 2014

ROMA…..iguarda la disponibilità per la Vecchia Alitalia (HoldCo) di fondi sufficienti per consentire il trasferimento dell'attività aziendale alla Nuova Alitalia (NewCo) al closing con l'ammontare concordato di liquidità».


http://www.ilsole24ore.com/art/fina...d-lancia-ultimatum-063910.shtml?uuid=ABtBQgfB


A parte l'errore (che spero essere solo di battitura, ma non è imputabile al correttore automatico) messa così la faccenda ha senso. Negli accordi preliminari si era stabilito che AZ dovesse avere in cassa X al momento della nascita delle Newco (per l'esattezza la Newco deve avere in cassa quella liquidità), se mancano fondi devono essere reperiti per rispettare i parametri. Non quindi un capriccio dell'ultima ora, che non aveva senso, ma il richiamo al rispetto dei patti stipulati.
 
Hanno scoperto l'acqua calda? Che cosa sta cercando Hogan, alzare il prezzo all'ultimo minuto o trovare la scusa per abbandonare la trattativa?

Oh Graf, se non uscivano i conti non e' che si potesse quantificare a spanne, almeno non e' nello stile EY. Piuttosto, di nuovo, guardiamo in casa nostra e a quei peracottari incompetenti che hanno pensato, il Cola in testa, di fare ancora il gioco delle tre carte con EY!
Da cui il seguito della telefonata di mauro. :

Cola: " oh gabrie', sbrigamose che qui va tutto a puttane e ci fanno il cuxo"
DT: "preside', ci stanno 'sti 4 pirla della Uilt e il parente di tizio e sempronio che ce stanno a fa' i peli..."
Cola: "dai, digli che gli compriamo tutta la collezione di francobolli e quanto ai sindacati...mo ce faccio parla' wolfs, ci pensa lui..."
DT" eh wolfs, so mesi che dice che e' tutto a posto e che ce fanno diventa' a prima compagnia mondiale.....seee vabbe'....non c'e' mai salito su un aereo!"
Cola: "eh vabbe oh, e senno' portamo 'sti libri ar tribunale, tanto, per strada mica c'annamo noi ehehehehehhe (risatina, ndr), buona uscita garantita e a te ti mandiamo ai box della ducati nel motoGP, che nun va tanto bene sai?
DT " 'cci tua preside', tu si che sei un dritto!"

in sottofondo, l'inno italiano... :(
 
La cosa che fa veramente rizzare i capelli in testa (per usare un eufemismo) è che se avessero chiuso, come era possibile, dopo Natale, banche, poste e soci vari, avrebbero risparmiato una paccata di soldi, bruciati in questi mesi in discussioni sterili.
 
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