http://www.corriere.it/cronache/17_...go-c8aa027c-e4cc-11e7-99b2-e4b972c90c1d.shtml
Il divorzio ora è completo anche nel logo. Via il marchio di Etihad dal sito ufficiale. Via l’indicazione «Partners». Via le sfumature sul verde che secondo alcuni viravano un po’ troppo verso quelle del deserto, in «onore» dei nuovi proprietari di Abu Dhabi. Resta soltanto l’indicazione di Sky Team, l’alleanza a cui appartiene, chissà ancora per quanto tempo ancora. Due anni (e mezzo) dopo, Alitalia torna al suo simbolo rifatto nel 2005 togliendo ogni riferimento al vettore del Golfo Persico. Un addio grafico avvenuto in silenzio la prima settimana di dicembre. «Il logo è semplificato, ma sostanzialmente è rimasto lo stesso dei mesi scorsi, abbiamo tolto la sfumatura», precisano da Alitalia. Che ricordano anche come «essendosi dissolto Etihad Airways Partners è venuto meno anche il programma di accordi tra i mediorientali e i vettori Alitalia, airberlin, Air Serbia, Air Seychelles, Jet Airways e Niki».
L’accordo nel 2014
Finisce così un’avventura sull’asse Emirati Arabi Uniti-Italia iniziata nel 2013, formalizzata un anno dopo, nell’agosto 2014, con la firma dell’accordo strategico complessivo da 1,76 miliardi di euro di investimenti totali. Tra questi: 387,5 milioni per rilevare il 49% della nuova Alitalia, 112,5 milioni per prendersi i tre quarti della società che gestisce il piano di fidelizzazione (MilleMiglia), 60 milioni per le cinque coppie di «slot» (i diritti di decollo e atterraggio) all’aeroporto di Londra Heathrow che dovevano poi essere riaffittate ad Alitalia «a condizioni di mercato». «Diventerà un’azienda più sexy, ci sarà da lavorare di più, ma il futuro è assicurato», si era spinto ad annunciare tre anni fa James Hogan, ai tempi ai vertici di Etihad.
Il divorzio ora è completo anche nel logo. Via il marchio di Etihad dal sito ufficiale. Via l’indicazione «Partners». Via le sfumature sul verde che secondo alcuni viravano un po’ troppo verso quelle del deserto, in «onore» dei nuovi proprietari di Abu Dhabi. Resta soltanto l’indicazione di Sky Team, l’alleanza a cui appartiene, chissà ancora per quanto tempo ancora. Due anni (e mezzo) dopo, Alitalia torna al suo simbolo rifatto nel 2005 togliendo ogni riferimento al vettore del Golfo Persico. Un addio grafico avvenuto in silenzio la prima settimana di dicembre. «Il logo è semplificato, ma sostanzialmente è rimasto lo stesso dei mesi scorsi, abbiamo tolto la sfumatura», precisano da Alitalia. Che ricordano anche come «essendosi dissolto Etihad Airways Partners è venuto meno anche il programma di accordi tra i mediorientali e i vettori Alitalia, airberlin, Air Serbia, Air Seychelles, Jet Airways e Niki».
L’accordo nel 2014
Finisce così un’avventura sull’asse Emirati Arabi Uniti-Italia iniziata nel 2013, formalizzata un anno dopo, nell’agosto 2014, con la firma dell’accordo strategico complessivo da 1,76 miliardi di euro di investimenti totali. Tra questi: 387,5 milioni per rilevare il 49% della nuova Alitalia, 112,5 milioni per prendersi i tre quarti della società che gestisce il piano di fidelizzazione (MilleMiglia), 60 milioni per le cinque coppie di «slot» (i diritti di decollo e atterraggio) all’aeroporto di Londra Heathrow che dovevano poi essere riaffittate ad Alitalia «a condizioni di mercato». «Diventerà un’azienda più sexy, ci sarà da lavorare di più, ma il futuro è assicurato», si era spinto ad annunciare tre anni fa James Hogan, ai tempi ai vertici di Etihad.