Thread Alitalia - Dicembre 2016


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Sarcastico o serio?

(giusto per capire)

Serio.
Mi diceva che è' veramente un gran bel cantiere.
Gli spiace lasciare quando il suo incarico sarà finito.
Spera in un rinnovo per gli step che seguiranno.
Gli arabi con il fiato sul collo, ma non ricorda se poi, nel 2014, l'ingresso in ADR di un fondo sovrano emiratino fu finalizzato.
Dato che è persona nota nell'ambiente, per la privacy mi fermo qui.
 
Serio.
Mi diceva che è' veramente un gran bel cantiere.
Gli spiace lasciare quando il suo incarico sarà finito.
Spera in un rinnovo per gli step che seguiranno.
Gli arabi con il fiato sul collo, ma non ricorda se poi, nel 2014, l'ingresso in ADR di un fondo sovrano emiratino fu finalizzato.
Dato che è persona nota nell'ambiente, per la privacy mi fermo qui.

Prego vai pure avanti, Adr è quotata in borsa non c'è nessuna privacy sui soci.
 
Serio.
Mi diceva che è' veramente un gran bel cantiere.
Gli spiace lasciare quando il suo incarico sarà finito.
Spera in un rinnovo per gli step che seguiranno.
Gli arabi con il fiato sul collo, ma non ricorda se poi, nel 2014, l'ingresso in ADR di un fondo sovrano emiratino fu finalizzato.
Dato che è persona nota nell'ambiente, per la privacy mi fermo qui.

In passato abbiamo sparato a zero contro FCO, perchè ha vissuto una stagione davvero buia. Ma altrettanto onestamente, è da parecchio che stiamo un po' tutti notando come sia FCO che CIA stiano funzionando molto bene, quantomeno dal lato passeggero. Dunque brava ADR, e speriamo che l'apertura del nuovo molo continui in questo solco tracciato.
 
Quoto.
Rifletterei anche sul fatto che quando AZ ha firmato i vari accordi con AF non aveva le pezze al cuxo, ma nessun debito e un miliardo dei capitani in cassa. Per cui se da un lato non ho problemi a credere che gli accordi siano più favorevoli ad AF che AZ (non fosse altro per il maggior peso e l'esperienza del management della prima), dall'altro mi sembra inverosimile che gli italiani abbiano firmato condizioni folli gettando deliberatamente nel cesso i soldi che avevano appena investito nella compagnia.
Aggiungo che per l'ennesima volta ho l'impressione che il management di AZ punti il dito lontano affinchè non si guardi vicino.
La lista delle presunte cause esterne dei guai di AZ inizia ad essere imbarazzante se non ridicola. Come se i competitor vivessero in un mondo dove non ci sono problemi o criticità da affrontare.
Probabilmente Luca, James e soci non devono andare molto lontano per trovare i primi responsabili dei problemi di AZ. Il primo bagno dotato di specchio è sufficiente. Questo senza dimenticare l'ambiente nel quale sono chiamati ad operare, sicuramente molto difficile tra politica, fancazzismo e sindacati.
Ma finora strategicamente hanno sbagliato quasi tutto e questa responsabilità non può essere messa in capo ad altri.

Quando AZ ha firmato i vari accordi con AF si trovava sicuramente in una situazione contabile migliore di quella attuale, ma era comunque una azienda in crisi, che operava secondo un modello fallimentare. Un modello che CAI non è riuscita a cambiare, anche e sopratutto per una "lack of vision" della proprietà, piuttosto arraffazzonata e messa in piedi solo con il fine ultimo di poter monetizzare l'investimento dopo 5 anni, cedendo cmq ad AF tutto il "pacco".

In mancanza di chiari dettagli sull'impatto della JV AZ/AFKLM sui conti AZ, sarei quindi più portato a credere alla versione secondo la quale detto impatto è negativo o, cmq, limitante per AZ. Non fosse altro perchè EY si è sempre lamentata di questo accordo sin dalle prime ore, ancora ai tempi del "sexy" e della "compagnia a 5 stelle", quando ancora erano convinti di poter fare bene a prescindere.

Ovviamente, ciò non credo possa manlevare totalmente dalle proprie responsabilità Il Top Management EY: si può ormai dire, purtroppo, che il piano operativo studiato dal di fuori (prima dell'acquisizione) è fallito abbastanza nettamente. E in Questo James e Luca hanno ovviamente una buona parte di colpa, anche se sono in ottima compagnia (visto che bisogna risalire a Cempella/Bisigniani....).

Ora bisogna vedere cosa succederà con il piano operativo studiato "dal di dentro". Cramer Ball è arrivato solo da marzo, e mi pare di aver capito (leggendo su queste pagine) che già da Settembre aveva pronto il nuovo business plan di cui si sta discutendo in questi giorni. Lo escluderei quindi dai responsabili del precedente fallimento (Se in sei mesi ha preparato un nuovo Business Plan, significa che praticamente da subito si è reso conto che procedendo come prima non si andava avanti)...ma solo per aspettarlo al varco nei prossimi mesi.

Se è un Manager di valore, come credo che sia, dopo sei mesi di studio "dall'Interno", mi aspetto finalmente un piano industriale molto ben calibrato. I primi dettagli, sembrano incoraggianti.
 
Eccolo qua il piano industriale di AZ. Innovativo e destinato a sicuro successo.

Alitalia, nuova crisi: Etihad cerca alleati, torna l'ipotesi Stato

Possibile l'aiuto di Cassa depositi e prestiti o Fs in attesa di un accordo con un vettore Ue. Attriti tra arabi e italiani sui tagli

04 dicembre 2016

229ROMA - Assetata di denaro fresco e in cerca di un nuovo partner industriale. Per Alitalia torna probabile l'approdo al vecchio padre-padrone Stato, un salvagente dal nome Cdp, o in seconda battuta, Ferrovie. Di certo c'è un'emergenza finanziaria su cui sono già intervenute le banche creditrici. Nel frattempo si lavora ai risparmi: taglio di rotte nazionali, riduzione netta dello stipendio dei piloti e sono a rischio circa 1.400 dipendenti.

Alitalia è sempre la stessa, Etihad non riesce a tirarla fuori dalle secche. Il nuovo piano industriale, delineato nelle sue direttrici principali dal cda di due giorni fa, cerca di rimettere ordine in una compagnia di nuovo sull'orlo di una crisi che pare irreversibile. Il pareggio o mini-utile operativo su cui si scommetteva per il 2017 è fuori portata e arriverà (forse) nel 2020. Etihad, nuovo padrone di minoranza (forzata a causa delle norme Ue) col 49%, non può immettere direttamente altre risorse nel motore di Alitalia, pena la perdita dei diritti di volo concessi alle compagnie europee. Infatti se Etihad salisse oltre questa quota, Alitalia diventerebbe a tutti gli effetti un vettore del Golfo Persico.

E l'idea che sta affiorando per non far scatenare l'ennesima crisi, sempre al netto di tsunami politici, è mettere in campo ancora una volta l'asso pigliatutto nelle mani del Tesoro, ovvero la Cassa depositi e prestiti (tenendo presente il vincolo di non investire in aziende in perdita). Oppure Ferrovie, strada però non compatibile con la quotazione delle Frecce in Borsa in programma per il 2017. Nulla è stato deciso, certo, ma una crisi nei cieli o uno sciopero in stile Lufthansa di questi tempi è uno degli incubi peggiori per un governo in bilico. A quel punto l'immissione di soldi pubblici sarebbe la strada più veloce per evitare il disastro.

La "ristatalizzazione" di Alitalia è dunque un'ipotesi sul tavolo anche solo per darle il tempo di trovare un nuovo socio stabile: è sempre aperta la porta di Lufthansa, gruppo coccolato da Etihad negli ultimi mesi, dopo la batosta incassata con il satellite Air Berlin, la low cost tedesca ridotta in frantumi dalla potenza di fuoco del gruppo guidato da Carsten Spohr. La via tedesca porterebbe Alitalia fuori da Sky Team e lontano dall'abbraccio mortale di Air France- Klm che ha succhiato dalla giugulare del vettore italiano decine di milioni di euro ogni anno - si parla di oltre 100 milioni - grazie ad accordi non proprio amichevoli accettati a capo chino dalle precedenti gestioni. Il patto con i franco-olandesi scade a gennaio e dietro le quinte i due quasi ex alleati latini si stanno ricompattando, proprio per evitare una fuga di Alitalia verso Star Alliance guidata da Lufthansa.

Ma c'è un piano alternativo, quello lacrime e sangue già messo in scena in Germania con Air Berlin e su cui manager Etihad e soci italiani sono in forte contrasto in queste ore. Se da una parte gli arabi cercano di accelerare sulla strada del risanamento anche a costo di tagli dolorosi, dall'altra Luca di Montezemolo e i suoi non vogliono mettere la faccia su un progetto che porti sotto i riflettori ancora una volta il lato oscuro di Alitalia. La strada che potrebbe di nuovo aprirsi davanti a passeggeri e dipendenti è la solita: 300 impiegati in cassa integrazione, 1.100 esternalizzati ad altre aziende, 15 aerei di corto raggio messi a terra, taglio dei contratti dei piloti e assistenti di volo, affidamento di collegamenti nazionali (sempre meno dal 2017) a Alitalia Cityliner che offre contratti allineati con le low cost . Alitalia si spaccherebbe in due: una votata ai voli "di pregio" internazionali e di lungo raggio e l'altra impegnata in una lotta estenuante con Ryanair e easyJet, nel ruolo inevitabile di preda.

http://www.repubblica.it/economia/2016/12/04/news/alitalia_crisi-153390227/?ref=HREC1-4
 
Eccolo qua il piano industriale di AZ. Innovativo e destinato a sicuro successo.

Ma figurati, sarà un successone il loro modello low cost. Poi qualcuno mi spiega come faccia un volo del mattino ad accumulare ripetutamente 30 minuti di ritardo, per non parlare dell'ondata di voli post-pranzo tra le 14:00-15:00. Onestamente verranno sbranati dalla concorrenza se non aggiustano il tiro.
 
Di tutte le stronzate su cui e' scritto l'articolo - chiaramente pilotato - questa e' la mia preferita

lontano dall'abbraccio mortale di Air France- Klm che ha succhiato dalla giugulare del vettore italiano decine di milioni di euro ogni anno - si parla di oltre 100 milioni - grazie ad accordi non proprio amichevoli accettati a capo chino dalle precedenti gestioni
 
la fine come sempre in questo paese è sempre la stessa purtroppo....come scrivevo a farfallina speriamo che non sia solo lo stato a farsi carico del carrozzone ......
 
Incominciamo a chiamare le cose con il loro norme : Etihad non ha nessun problema a ricapitalizzare, e lo farebbe tranquillamente , il problema è che per mantenere la sua quota al 49% , anche gli altri soci devono ricapitalizzare in equal maniera ( in proporzione ) , ma gli stessi soci ( ex caporali coraggiosi ) non ne vogliono sapere di mettere soldi ( per loro AZ doveva essere un pollo da spennare e non un investimento di mercato )quindi se ricapitalizzasse solo Etihad , vedrebbe la propria percentuale societarie aumentare e superare il 49% , cosa che farebbe perdere ad AZ i requisiti di Europeità, il che è impraticabile.
Ovviamente la colpa è sempre del sistema italiano.
 
Incominciamo a chiamare le cose con il loro norme : Etihad non ha nessun problema a ricapitalizzare, e lo farebbe tranquillamente , il problema è che per mantenere la sua quota al 49% , anche gli altri soci devono ricapitalizzare in equal maniera ( in proporzione ) , ma gli stessi soci ( ex caporali coraggiosi ) non ne vogliono sapere di mettere soldi ( per loro AZ doveva essere un pollo da spennare e non un investimento di mercato )quindi se ricapitalizzasse solo Etihad , vedrebbe la propria percentuale societarie aumentare e superare il 49% , cosa che farebbe perdere ad AZ i requisiti di Europeità, il che è impraticabile.
Ovviamente la colpa è sempre del sistema italiano.
Possono, come già ipotizzato, finanziare
 
Il problema attuale di Az e trovare il modo di immettere soldi in cassa visto che le banche non vogliono mettere un euro in più. Fatto questo si potrà pensare al piano voluto da Ball e potremo discutere su questo. EY fin dal primo giorno ha detto che Jv europea era un disastro per Az (a queste condizioni): quindi o AF/KLM vengono incontro ad alcune richieste e non sarà rinnovata. Poi vedremo chi ci perderà di più.
 
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