Nuova Alitalia, a metà anno già non tornano i conti
Secondo gli esperti si va verso una perdita doppia rispetto al previsto. Disagi per chi vola.
I conti in Alitalia non tornano. Nonostante l'amministratore delegato Rocco Sabelli (nella foto con il presidente Colaninno) e la new governance della compagnia di bandiera ci provino in tutti i modi, le previsioni del piano industriale rimangono - di gran lunga - disattese.
Il calo di passeggeri è evidente. Ad aprile solo il 60% dei posti degli aeromobili risultava occupato. Ed anche con le partenze per il ponte del 1° maggio non si è riusciti a raggiungere quel load factor (fattore di carico) del 76% contemplato nel piano industriale.
Troppi disservizi
D'altra parte i disservizi sono tanti. Ancor di più della vecchia Alitalia. Le cifre dell'Enac, d'altra parte, parlano chiaro: con la vecchia Alitalia gli aerei che partivano puntuali - con non più di un quarto d'ora di ritardo - erano l'85%; oggi, invece, sono scesi al 73%. Per non parlare dei numerosi collegamenti che puntualmente vengono cancellati. Soprattutto sulla tratta Roma-Milano.
Certo il nuovo meccanismo è ancora da affinare ma, secondo le denunce di chi in Alitalia ci lavora, i problemi non sono solo organizzativi. Manca infatti anche parecchio personale. A volte gli arerei non decollano, perché non c'è nessuno che possa cambiare una lampadina in cabina per volare in notturna.
Altre volte perché mancano gli assistenti di volo. Altra ancora perché non c'è sufficiente personale di terra.
A Fiumicino il 19 e 21 aprile cancellati la metà dei voli
E così, ad esempio, tra il 19 e il 21 aprile la metà dei voli in partenza da Fiumicino sono decollati in ritardo. Proprio su questi ritardi e cancellazioni Rocco Sabelli domani (5 maggio) riferirà al presidente dell'Enac, Vito Riggio.
Sarà anche per questo che - come denuncia L'Espresso nel numero in edicola - Alitalia e Airone non hanno fornito all'Aea, l'associazione delle compagnie aeree di tutta Europa, i dati sul traffico di passeggeri e merci dei primi due mesi dell'anno. Sarà perché le cifre sono talmente negative che la compagnia ha preferito non renderle pubbliche?
Un passivo nel 2009 doppio del previsto?
Di quest'idea è, ad esempio, Ugo Arrigo, docente di Economia pubblica alla Bicocca di Milano. Secondo il professore, infatti, nonostante il calo dei prezzi dei carburanti che ha permesso ad Alitalia di risparmiare parecchi milioni di euro, Alitalia rischia di chiudere il primo anno con un passivo praticamente doppio rispetto a quello previsto nel piano industriale. “Credo che, con il calo di passeggeri registrato, arriveranno a perdere 500 milioni di euro”, ha detto il professor Arrigo all'Espresso.
C'è, però, da considerare che la crisi economica pesa moltissimo sul settore: nei primi due mesi del 2009 l'intero settore ha perso il 5,6%; e in Italia il traffico aereo è franato del 9%. E come se non bastasse, la new governance di Alitalia non è ancora riuscita ad instaurare un rapporto armonioso con le organizzazioni sindacali. Non a caso oggi è in corso uno sciopero di 24 ore del Sdl, mentre i confederali ne minacciano un altro entro 15 giorni.
Anche la Bad company ha i suoi guai
Se poi la Nuova Alitalia non versa in buone acque, ancora peggio sta la Bad company, quella rimasta sul groppone degli italiani e con cui continua a “combattere” il commissario Augusto Fantozzi. Sua nuova scommessa, adesso, è riuscire a chiudere le sedi all'estero di Alitalia. Ce ne sono addirittura 60. E costano cifre esorbitanti. Sono perfino in aeroporti dove la compagnia non vola più da anni. Purtroppo per Fantozzi, però, questa non è un'impresa semplice: c'è da liquidare il personale e da risolvere le grane con il fisco locale.
il salvagente.it
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