Thread Alitalia dal 2 agosto


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Alitalia: Zaia, guasti Fiumicino brutta figura nel mondo



Malpensa, 'nostra la battaglia di difesa e lobby pro Nord'



- I problemi dell'Alitalia a Fiumicino, con il black out dei check-in? 'Una brutta figura internazionale'. Ha detto il ministro Luca Zaia. 'Il mondo del trasporto aereo e' in grande evoluzione - ha sottolineato il ministro leghista - ma ho l'impressione che spesso ancora lo si interpreti con una visione anti-storica'. Quanto alla questione di Malpensa 'noi - ha aggiunto - la nostra battaglia di difesa e di lobby per il Nord l'abbiamo fatta ma c'e' chi ha remato contro'.


fonte: ANSA
 
ALITALIA: ZAIA, RITARDI A FIUMICINO SONO BRUTTA FIGURA A LIVELLO INTERNAZIONALE


Il ministro per le Politiche agricole Luca Zaia, nel corso di un'intervista con Klaus Davi a 'Klauscondicio' ha commentato i problemi dell'Alitalia a Fiumicino. ''Una brutta figura a livello internazionale'' ha detto il ministro ''Il mondo del trasporto aereo e' in grossissima evoluzione, ma ho come l'impressione che spesso ancora lo si interpreti con una visione anti-storica''. Quanto alla questione di Malpensa ''noi - ha aggiunto - la nostra battaglia di difesa e di lobby per il Nord l'abbiamo fatta ma c'e' chi ha remato contro. Ricordo i comizi di Franceschini che veniva al Nord dicendo: 'guardate che la Lega al governo fa solo gli interessi del Sud'. Poi andava al Sud e raccontava il contrario, che la Lega al governo fa solo gli interessi del Nord. Questi discorsi direi che la dicono lunga su tutta questa partita''.


fonte: IRIS Press
 
ALITALIA: REGUZZONI (LEGA), BERLUSCONI ESAMINI CRISI 'VOLARE'



''Ancora oggi purtroppo vi sono molti problemi aperti, come il monopolio di Cai sulla tratta Linate-Fiumicino, la necessita' di procedere alla revisione di alcuni accordi bilaterali e alla riassegnazione di molti slot, occupati di forma ma inutilizzati ed infine una situazione che puo' apparire piccola, ma rappresenta un problema per cui il Suo autorevole intervento puo' essere decisivo. Si tratta della Compagnia aerea Volare''.

E' quanto scrive il vicepresidente del gruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni, in una lettera aperta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Missiva nella quale viene esposta la situazione della compagnia aerea Volare (Volare Web - Air Europe), ''la prima nella storia - sottolinea lo scrivente - ad aver scelto, gia' negli anni '90, Malpensa come propria sede principale ed oggi rimasta a meta' tra CAI e la gestione commissariale''.

Reguzzoni ricorda come Volare ''era gia' stata salvata una prima volta grazie ad un provvidenziale ed ottimo intervento del suo Governo: l'allora Ministro del Welfare Maroni era intervenuto predisponendo un decreto che aveva evitato il fallimento e salvato la parte industrialmente in ordine dell'azienda. Oggi - rileva l'esponente leghista - Volare e' ''a terra'': 400 su 460 dipendenti sono messi in cassa integrazione, l'intero bagaglio di fatturato, potenziale commerciale, know how e risorse umane di una compagnia faticosamente salvata solo 5 anni fa rischia di essere di nuovo distrutto''.

Ad avviso di Reguzzoni, ''numerose sarebbero le ipotesi alternative in campo (compagnia low cost, vendita ad altri vettori, divisione dei principali asset...), ma non credo sia competenza della politica scegliere. La politica in questo caso deve pero' evitare che si abbia l'impressione che si tenga a terra Volare perche' Cai non ha la possibilita' di gestirla, ma al contempo vuole evitare che finisca in mano alla concorrenza. Un simile assunto - conclude il vicecapogruppo del Carroccio a Montecitorio - e' politicamente inaccettabile, innanzitutto per i lavoratori, ma anche per tutti coloro che hanno creduto e che credono nella libera concorrenza e nelle ragioni del libero mercato.

Cai ha scelto Fiumicino. Vada per la sua strada, ma - conclude Reguzzoni - ci lasci almeno Volare''.



fonte: ASCA
 
La stampa dell'11 agosto



Telco abbatte il capitale. Soci a caccia di 3 miliardi (Il Sole24Ore)

Il quotidiano economico analizza il bilancio e la situazione di Telco, la holding partecipata da Telefonica, Mediobanca, Generali, IntesaSanpaolo e Sintonia-Benetton e proprietaria della quota che la rende la prima azionista di Telecom Italia.
La svalutazione della partecipazione in Telecom è costata alla cordata l'azzeramento delle riserve e l'abbattimento del capitale per perdite.
Tra dicembre e gennaio prossimi scadranno, tra l'altro, 2,8 miliardi di euro di finanziamenti.

Le gabbie salariali ci sono già (MF)Il giornale finanziario apre la sua edizione di oggi parlando dell'argomento maggiormente d'attualità nel dibattito politico di questi giorni, quello delle gabbie salariali. Secondo il quotidiano queste ultime non sarebbero una novità, visto che il nuovo modello di cotnrattazione collettiva sottoscritto lo scorso gennaio tra Governo, sindacati e Confindustria prevedeva già l'introduzione di retribuzioni differenziate a livello territoriale.

E GM mette le auto su eBay (Corriere della Sera)Il quotidiano di Via Solferino, nella sua sezione economica, descrive l'ultima strategia di General Motors. Il colosso automobilistico di Detroit ha stretto un accordo con eBay per vendite le sue vetture online. Gli acquisti potranno essere condotti in due modi, comprando le auto ai prezzi di listino oppure partecipando alle aste in cui le vetture andranno al miglior offerente.

Alitalia, meno passeggeri dei big europei (La Repubblica)
Il quotidiano di Ezio Mauro riporta i dati sui coefficienti di riempimento degli aerei delle principali compagnie di bandiera europee. Dai dati, diffusi dall'AEA (l'associazione dei 33 principali vettori continentali) emerge che a giugno i passeggeri sono scesi del 6,5% su base tendenziale, con un load factor passato dal 78,3% di maggio al 77%. Tutti i principali bog dell'aria hanno fatto meglio di Alitalia, che si è fermata al 66,4% con una media nel primo semestre del 59%. La prima della lista? British Airways, con il 79,8%, seguita da Air France (79,3%) e Lufthansa (77,8%).



fonte: SoldiOnLine
 
ma come si fa' a finire in overbooking?
cioe' per evitare di cascarci basta arrivare prima al check in?
 
Nuovi tagli ai collegamenti Alitalia da Genova




Alitalia continua a cancellare voli dal Cristoforo Colombo: da oggi al 16 agosto, saranno sospesi i collegamenti delle 7.50 da Genova per Roma, e delle 21.30 (Airone) da Fiumicino al capoluogo ligure.
Il servizio assicurato dall’ex compagnia di bandiera in questo periodo estivo, nella tratta fra la Capitale e la Lanterna, è stato notevolmente ridotto: i voli sono infatti tre, contro gli otto del resto dell'anno.


fonte:CittàdiGenova.
 
ALITALIA


Perdite record: se la nuova Compagnia vola più basso di quella vecchia...




Pochi giorni fa il Consiglio di amministrazione della nuova Alitalia si è riunito per esaminare i risultati conseguiti nel primo semestre dell’anno, dalla presa in carico del vettore lo scorso 13 gennaio sino alla fine di giugno. I dati principali comunicati dalla società evidenziano 10 milioni di passeggeri trasportati, ricavi operativi per 1,28 miliardi di euro, una perdita operativa di 273 milioni, un load factor medio nel periodo al 59% e un tasso di puntualità del 70%, circa dieci punti al di sotto dell’obiettivo aziendale e del valore medio degli altri vettori di bandiera europei.



Si tratta di informazioni importanti che bene ha fatto l’azienda a rendere note, pur non essendovi obbligata in quanto società non quotata; se esse evidenziano in positivo una maggiore trasparenza da parte dell’azienda rispetto all’assoluta chiusura dei primi mesi, dall’altro lato non bastano né per confermare che si stia davvero rispettando il sentiero di risanamento gestionale né per sostenere che si sia completamente disallineati rispetto ad esso.



Complessivamente non sono buoni ma, date le enormi difficoltà del debutto, potevano risultare anche peggiori; risentono, infatti, di un primo trimestre drammatico nel quale i passeggeri sembravano essere scomparsi dai banchi del check-in e gli aerei viaggiavano vuoti per più della metà dei posti. Il secondo semestre è andato decisamente meglio dal punto di vista della domanda e dei ricavi anche se ha visto un peggioramento rilevante nei ritardi. Il terzo trimestre andrà ancora meglio, grazie alla domanda estiva, e Alitalia potrebbe persino risultare avvantaggiata se effettivamente la crisi economica porterà più italiani a scegliere vacanze domestiche rispetto alle tipiche mete internazionali, servite prevalentemente da vettori differenti.



Il trimestre cruciale per comprendere se il piano di salvataggio sarà destinato al successo o al fallimento è invece il quarto: se andrà bene Alitalia avrà sufficienti mezzi finanziari per superare indenne l’inverno e arrivare alla stagione estiva 2010 senza dover chiedere ai soci Cai di rimettere mani al portafoglio per aumentare il capitale sociale. Se, al contrario, si troverà obbligata a farlo, non è detto che troverà disponibilità unanimi: più d’uno potrebbe avere seri dubbi se continuare a essere della partita e in tal caso l’ipotesi di vendere a Air France in anticipo sul previsto potrebbe emergere in maniera netta. Ma il vettore franco olandese, il quale sta risentendo notevolmente della crisi economica, più di British e di Lufthansa, e ha chiuso malissimo i conti del trimestre primaverile, potrebbe non essere disponibile. In tal caso la situazione della nuova Alitalia si farebbe davvero seria.



Per ora, non disponendo della sfera di cristallo sul futuro, possiamo tuttavia fare qualche confronto tra l’attualità e il passato, tra la nuova Alitalia, fotografata attraverso i dati del primo semestre 2009, e quella del primo semestre 2007, già in crisi, col consiglio di amministrazione interamente rinnovato all’inizio del periodo, già avviata alla privatizzazione dal governo Prodi ma non così compromessa dagli eventi della primavera dell’anno seguente (fuga da Malpensa, fallimento della privatizzazione, cacciata di Air France, prestito-ponte e ricerca disperata di investitori tricolori). Da questo confronto, che nessun analista o commentatore sembra aver fatto, la nuova Alitalia esce perdente: molto più piccola e con una perdita molto maggiore, tanto in valore assoluto che in rapporto ai ricavi.


Nel primo semestre 2007 la vecchia Alitalia (da sola, non sommata ad AirOne) generò ricavi operativi per 2,31 miliardi di euro mentre nel primo semestre 2009 la nuova Alitalia ha prodotto ricavi solo per 1,28 miliardi di euro, ben il 45% in meno. Anche i costi operativi sono diminuiti, da 2,44 a 1,55 miliardi, ma percentualmente di meno rispetto ai ricavi (-36%), con la conseguenza di un risultato operativo negativo del semestre 2009 più che doppio in valore assoluto rispetto all’analogo periodo 2007 (era infatti ‘solo’ di 127 milioni di euro) e quadruplo se rapportato ai ricavi operativi (il 21% dei ricavi oggi, il 5,5% allora). Dal confronto la nuova Alitalia esce, almeno per ora, nettamente perdente. Inoltre, mentre nel primo semestre 2007 alla perdita operativa di 127 milioni corrispose un risultato netto negativo di 211 milioni, oggi non sappiamo con esattezza a quanto ammonta la perdita netta del primo semestre perché non è stata resa nota dall’azienda ma è difficile che possa essere inferiore a 340-350 milioni. Anche assumendo un pareggio operativo nel trimestre estivo, sembra difficile che il risultato netto dell’intero 2009 possa essere migliore dei -500 milioni che abbiamo indicato già alcuni mesi fa.



In tal caso, tuttavia, la nuova Alitalia ripeterebbe il risultato della vecchia Alitalia 2007 di Libonati prima e Prato dopo, la quale chiuse con una perdita netta pari a 495 milioni. Lo farebbe, inoltre, a partire da dimensioni aziendali e ricavi dimezzati rispetto alla vecchia Alitalia. In sintesi, quindi, il risultato risulterebbe nettamente peggiore.


fonte: IlSussidiario Economia & Finanza
 
ALITALIA


Dietro ai conti un nuovo punto debole della compagnia



Nel contributo di due settimane fa avevamo commentato i risultati economici conseguiti dalla nuova Alitalia nel primo semestre del 2009, esaminati dal consiglio di amministrazione della società e opportunamente resi pubblici attraverso un comunicato stampa. Nell’occasione si era soprattutto evidenziato il consistente calo dei ricavi rispetto alla vecchia azienda (Alitalia senza AirOne), osservata in un periodo relativamente “normale” quale il primo semestre 2007, e la maggiore perdita operativa conseguita: la nuova Alitalia ha ottenuto nel primo semestre 2009 ricavi operativi che non hanno raggiunto gli 1,3 miliardi di euro, oltre un miliardo al di sotto dei ricavi della vecchia azienda nello stesso semestre di due anni prima; inoltre il risultato operativo negativo della nuova Alitalia è stato più che doppio rispetto alla vecchia in valore assoluto (273 contro 127 milioni di euro) e quadruplo se rapportato ai ricavi operativi (il 21% dei ricavi oggi, il 5,5% allora).



A complemento di quell’analisi possiamo ora utilizzare i dati appena pubblicati dall’Aea, l’associazione europea dei vettori di bandiera e tradizionali, relativi alla domanda e all’offerta delle compagnie associate, tra le quali Alitalia, nell’intero primo semestre del 2009. I dati sono interessanti per un duplice ordine di motivi: da un lato sintetizzano le dimensioni industriali della nuova azienda, dall’altro lato permettono, se utilizzate in congiunzione con i dati di conto economico, di effettuare delle stime sui costi e sui ricavi unitari, confrontandoli con quelli della vecchia azienda. Tutte le cifre rilevanti sono riportate nella Tabella allegata: i dati economici di fonte Alitalia già utilizzati, i nuovi dati industriali di fonte Aea e le nostre elaborazioni sui costi, ricavi e margini unitari.



Per quanto riguarda i dati industriali, quello di più immediata comprensione è rappresentato dai passeggeri imbarcati: 9,7 milioni per la nuova azienda nel periodo dal 13 gennaio al 30 giugno, 11,9 per quella vecchia nell’intero primo semestre 2007. Il calo non sembrerebbe drammatico e si riduce se consideriamo anche i passeggeri trasportati nei primi 12 giorni dell’anno, ancora in gestione commissariale: in tal caso i passeggeri della nuova Alitalia salgono a 10,4 milioni.



Non bisogna tuttavia dimenticare che non stiamo considerando la vecchia AirOne, egualmente incorporata nel nuovo vettore, e che nel primo semestre del 2007 aveva trasportato oltre 3,2 milioni di passeggeri. Se includiamo anche questi, i passeggeri di raffronto del primo semestre 2007 salgono a 15,1 milioni e arrivano quasi a 16 se teniamo conto anche di Volare, posseduto dalla vecchia Alitalia ma mai incluso nei suoi dati di traffico. Da 16 milioni a 10,4 la riduzione è del 35% e appare tutt’altro che trascurabile.



Occorre inoltre tener conto che i passeggeri della nuova azienda non solo si sono ridotti secondo le cifre appena riportate ma che, a causa della mutata offerta, ognuno di essi viaggia in media per una distanza molto più ridotta. La nuova azienda ha notevolmente accorciato il suo raggio e il volo medio dei passeggeri è ora di 1260 km contro quasi 1550 della vecchia azienda. Complessivamente i passeggeri della nuova Alitalia hanno volato nel primo semestre 2009 per 12,2 miliardi di km contro 18,4 nel primo semestre 2007 per la vecchia.



Ma la nuova Alitalia per poter ospitare 12,2 miliardi di passeggeri km ha dovuto offrire ben 20,7 miliardi di posti km, con un load factor (percentuale di posti occupati su quelli totali) pari solo al 59%. Nel primo semestre 2007 il load factor della vecchia azienda fu del 73,3% e neppure si rivelò sufficiente a garantire il pareggio della gestione industriale.



Disponendo dei dati di conto economico e di quelli industriali, possiamo stimare quanto costa e quanto costava in media offrire un posto a sedere per un km di volo? Per la vecchia azienda nella prima metà del 2007 non vi sono particolari problemi: poiché il 78% dei ricavi operativi proveniva dai passeggeri possiamo assumere che anche il 78% dei costi operativi, pari a circa 1,9 miliardi di euro, sia imputabili al trasporto passeggeri (una stima più precisa è possibile solo attraverso la contabilità industriale dell’azienda). A questo punto dividiamo tale cifra per i 25 miliardi di posti km offerti e scopriamo che offrire un posto per un km di volo costava nella vecchia azienda 7,5 centesimi di euro o, se si preferisce, offrire un posto per un volo di mille km costava mediamente 75 euro.



Per la nuova Alitalia vi è qualche problema di stima in più in quanto non disponiamo della ripartizione dei ricavi per categorie. Considerando tuttavia il crollo del trasporto cargo, per la crisi internazionale e per la rinuncia aziendale al servizio “all cargo”, e la nuova articolazione della compagnia possiamo stimare che i ricavi passeggeri si siano attestati attorno al 90% dei ricavi operativi e utilizzare la medesima percentuale per imputare ai passeggeri i costi operativi. In tal modo perveniamo a una stima di 6,7 centesimi di euro per posto km offerto, la quale rappresenta un deciso miglioramento rispetto alla precedente esperienza.



Perché tale riduzione nei costi unitari non è stata sufficiente a migliorare il conto economico? La risposta si trova in due distinti fattori: in primo luogo non è stato possibile attuare quella parte dell’originario piano Fenice del luglio 2008 che prevedeva un deciso incremento nei prezzi praticati sulle rotte domestiche (oltre il 30% in più). La nuova gestione Alitalia ha dovuto rapidamente rendersi conto che, per effetto della recessione e nonostante il monopolio su molti collegamenti interni, con tariffe più alte gli aerei rimanevano desolatamente vuoti e ha cambiato radicalmente strategia tariffaria. Possiamo stimare che nel primo semestre 2009 mediamente i passeggeri della nuova compagnia abbiano pagato 9,4 centesimi per ogni km volato, un po’ meno dei 9,7 centesimi del primo trimestre 2007 per la vecchia Alitalia.



In secondo luogo occorre considerare il basso e insufficiente load factor. La vecchia Alitalia nel 2007 percepiva 9,7 centesimi al km per ogni posto venduto e sosteneva costi per 7,5 centesimi per ogni posto offerto. Il rapporto tra 7,5 centesimi e 9,7 centesimi, pari a 0,774 (o, se si preferisce, al 77,4%) è il load factor che avrebbe assicurato il pareggio industriale. Infatti con tale valore di load factor i 7,5 centesimi di costo per posto km offerto diventano esattamente 9,7 centesimi di costo per posto km occupato (o passeggero km), dato che i posti che rimangono vuoti e non generano ricavi non possono neppure farsi carico di costi. Purtroppo per la vecchia azienda il load factor effettivo era solo del 73,4%: con 4 posti venduti in più ogni 100 offerti avrebbe conseguito il break even operativo.



E la nuova Alitalia del 2009? Con ricavi al km dei posti venduti pari a 9,4 centesimi e costi al km dei posti offerti pari a 6,7 centesimi avrebbe conseguito il break even industriale vendendo 71,7 posti ogni 100. Purtroppo ne ha venduti solo 59, cioè 13 in meno di quelli necessari per l’equilibrio. Poiché costi e ricavi unitari non dovrebbero cambiare sensibilmente nei prossimi mesi, il 72% di load factor è la linea del Piave per la gestione dell’azienda. In luglio sembrerebbe essersi attestata su tale valore e se riuscirà a compensare con un agosto più elevato un prevedibile dato minore per settembre potrebbe conseguire il pareggio operativo nel terzo trimestre (ma non il pareggio economico). Si tratta di un risultato non ripetibile nel quarto trimestre, caratterizzato stagionalmente da una minore domanda.



fonte: IlSussidiario - Economia & Finanza.
 
Alitalia Cai e le nuove assunzioni



Gentilissima redazione, scrivo nuovamente al vostro giornale per informarvi che recentemente sono state fatte delle assunzioni in Alitalia Cai, assumendo personale esterno e non dalla grande platea di cassintegrati espulsi dalla vecchia Alitalia a.s. perché considerati in esubero.

Qualcuno dimentica che l'anno scorso a Palazzo Chigi venne fatto un accordo chiamato "accordo Letta", che prevedeva delle riassunzioni dal bacino dei cassintegrati. Chi deve far rispettare questo accordo? A mio avviso, sia il Prof Fantozzi, che ha ancora in carico i 6.000 lavoratori sospesi e anche il governo con i sindacati, che sono stati gli artefici di questa bella soluzione: buono e cattivo, in inglese best and bad.

Questa divisione è servita per dare ai 21 soci della nuova Alitalia una nuova azienda senza debiti, con pochi dipendenti e a prezzi di svendita. Se proprio non si volessero assumere i cassintegrati, perchè non far fare i corsi di riqualificazione e magari utilizzare le persone nella pubblica amministrazione, nella scuola, nella sanità, in quelle realtà dove c'è bisogno di personale? Perchè non dare una speranza a questi lavoratori, molti dei quali finita la cassintegrazione rimarranno senza alcun sostegno?

Dobbiamo salire su una gru, sul Colosseo e sperare che qualcuno si accorga di noi? La Innse e la Cim fanno scuola. E' vero, ora non siamo alla fame, ma credo sia meglio intervenire oggi piuttosto che tra qualche anno quando la situazione sarà ancora peggiore. Nella speranza di vedere pubblicata la mia lettera, ringrazio e porgo distinti saluti.


Silvia


(16 agosto 2009)



fonte: IlMessaggero
 
Se Alitalia piange, Trenitalia non ride



- Il settore dei trasporti è stato caratterizzato da alcune evoluzioni interessanti nel 2008: sia il trasporto aereo che quello ferroviario hanno visto una diminuzione del numero di passeggeri. Mentre “moriva” l’Alitalia pubblica, per poi rinascere come azienda privata, Trenitalia continuava a sopravvivere grazie agli ingenti sussidi pubblici. Questa intromissione pubblica e politica nella gestione diretta di aziende di trasporto ha gravemente nuociuto all’Italia, con sprechi annuali di diversi miliardi di euro.Nel caso del trasporto aereo, il fallimento dell’ex compagnia di bandiera ha lasciato di fatto maggiore spazio ai vettori concorrenti, totalmente privati, sebbene l’incremento del prezzo del petrolio, prima, e la successiva crisi mondiale, poi, abbiano colpito molto duramente i bilanci di tutte le compagnie. La classe politica, però, ha commesso molti errori nel processo di privatizzazione di Alitalia. Il costo della tutela della cosiddetta “italianità” è stato enorme, in termini di ammortizzatori sociali, ma quel che è più grave è la creazione ex lege di un monopolista sul mercato domestico. La legge 166 del 2008 ha di fatto bloccato ogni intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato e la nuova compagnia ha potuto godere di una insperata posizione di rendita sul mercato domestico.
Nonostante la tutela normativa, la perdita netta annuale del vettore potrebbe raggiungere i 500 milioni di euro, in gran parte dovuta al peggioramento del tasso di riempimento (a fine anno Alitalia giungerà probabilmente al 65 per cento, contro il 72 per cento previsto dal Piano Fenice) e ad un prezzo medio del biglietto inferiore alle aspettative di circa 8 punti percentuali (123 euro al posto del target a 134 euro a fine esercizio). Il primo semestre si è chiuso con una perdita di 273 milioni di euro, con un load factor al 59 per cento e uno yield inferiore di circa il 14 punti percentuali rispetto all’obiettivo prospettato da Banca Intesa nel Piano presentato la scorsa estate.
Questi dati sarebbero in teoria preoccupanti per gli azionisti della “cordata italiana” e non per i contribuenti: ma chi ci assicura che per la molto probabile ricapitalizzazione del prossimo anno gli azionisti non invochino e ottengano un aiutino statale?
I cittadini devono già pagare come utilizzatori del trasporto aereo nazionale un sovraprezzo dovuto alla innaturale posizione dominante della nuova compagnia aerea: è bene che non si chieda loro, come contribuenti, di tirar fuori altri soldi.

Se le perdite di Alitalia interessano (almeno per ora) i soci, le perdite di Trenitalia interessano direttamente i contribuenti. Teoricamente il conto economico dell’operatore monopolista del trasporto passeggeri su ferro è migliorato, essendo passato da un rosso di oltre 400 milioni di euro nel 2007 ad una perdita di soli 40 milioni di euro nel 2008.
Ci sono tuttavia alcuni “piccoli” particolari da non sottovalutare.
In primo luogo l’aumento dei ricavi è dovuto in maggior parte all’introduzione di una voce di ricavo per 244 milioni di euro, la manutenzione di secondo livello, che non era presente nel 2007. Vi è inoltre un aumento dei contributi pubblici e un aumento del prezzo medio del biglietto.
Dal lato dei costi, si denota una stabilizzazione intorno a 6 miliardi di euro, con i costi del personale in diminuzione di 180 milioni di euro; tale decremento è dovuto “all’eliminazione” del personale di manovra, assegnato a Rete Ferroviaria Italiana, società sempre pubblica facente parte di Ferrovie dello Stato Holding.

In definitiva, la Trenitalia della gestione Moretti pesa sempre di più sulle spalle dei contribuenti, dato l’aumento dei sussidi. A fronte di questi aumenti, qual è stato l’andamento del servizio?
Nel trasporto regionale, i contributi degli Enti Pubblici Territoriali sono stati incrementati di 70 milioni di euro, arrivando a sfiorare 1,6 miliardi di euro. L’aumento è pari al 4,5 per cento, con una contemporanea riduzione dell’offerta posti chilometri di circa lo 0,7 per cento.
Nel segmento media/lunga percorrenza, nonostante lo Stato abbia aumentato i contributi pubblici per il servizio universale del 7,1 per cento, l’offerta è diminuita del 2,1 per cento.
Questi semplici dati evidenziano come nel settore ferroviario la situazione sia molto più preoccupante di quella nel trasporto aereo. A fronte di un maggior contributo statale, l’offerta tende a diminuire sia nella media/lunga percorrenza che nel trasporto regionale.

In tempi di vacanze, l’attenzione degli utenti è concentrata soprattutto sui ritardi. Passate le ferie, dovremo essere molto preoccupanti per le nostre tasche di contribuenti.



fonte: Libertiamo - Economia & Mercato
 
Il punto é che di solito durante questo periodo il numero dei no-show precipita. Chi va in vacanza, magari prenotando mesi e mesi in anticipo, investendo cifre consistenti per le sospirate ferie, a meno di non avere emergenze dell'ultimo minuto o che non ci sia un mostruoso ingorgo sulla strada per l'aeroporto, normalmente si presenta. Per cui sarebbe il caso di ridurre il numero di overbooking.
I revenue management system con le palle, come quello che ha AZ, se sono tarati bene, tengono in considerazione lo storico dei no-show, e si comportano di conseguenza. Rimane da vedere come sono stati tarati, se la recente fusione dei sistemi di prenotazione AP/AZ ha mandato gli storici a pxttane (piú che possibile), o se semplicemente in AZ se ne sono strafregati ed hanno deciso di prendere le prenotazioni comunque e poi sistemare le cose in aeroporto.
In ogni modo, 50 o anche 100 persone da riproteggere a FCO, considerando la mole di collegamenti che AZ ha da FCO, sono una cifra non bassa ma nemmeno cosí catastrofica.

Sono d' accordo con te, secondo me hanno preso le prenotazioni lo stesso. Airmax è uno strumento incredibile, e comunque se sbagliasse dietro c'è il controller che appone le eventuali correzioni. Ora, visto che io penso realmente che la percezione umana della realtà è nettamente superiore a quella della macchina, ho idea che " abbiano voluto cavalcare l' orso ".
 
.... non è possibile che per 100 pax di overbooking pari allo 0,006% si sia scatenata una campagna mediatica come quella di ieri...

è che oramai i giornalisti non possono più parlare di nulla, poi in agosto è chiaro che ci si butta a pesce.... Perfortuna che c'è la polemica sull' inno nazionale sui dialetti, e xxxzate varie altrimenti sai che articoloni.
 
Scusami ancora, non voglio fare il puntiglioso rompiscatole e non ce l'ho con AZ anzi le auguro tutto il meglio*, ma in questo particolare scenario il solo dato del L.F. non lo definirei ne' una buona ne' una cattiva notizia. Come ho detto prima servono altri parametri per poterlo giudicare.


Non sono d' accordo, il dato del LF è importante in una qualsiasi analisi. Oggi se AZ avesse un LF inferiore ci sarebbe da preoccuparsi veramente. Siamo tutti convinti che quando il LF aumenta ed è alto è già un bene. Nessuno comunque pensa di aver vinto leggendo quest' unico dato, ma si offriva un' informazione su un dato di fatto. Ricordiamoci che la SWISS ha annunciato un calo enorme del revenue pur aumentando il LF. Ora in questo periodo è chiaro, ed è abbastanza probabile, che il revenue sia inferiore per tutti. La cosa grave sarebbe quella che ad una riduzione del revenue si aggiungesse anche una riduzione del LF. A dir la verità sarebbe altrettanto grave che la tariffa media ( non di YIELD generale che è un' altra cosa ) non calasse ed il LF avesse un tracollo. Ora se la media è quella annunciata, significa che comunque il lavoro, "almeno in difesa" è stato svolto.
 
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ALITALIA


Dietro ai conti un nuovo punto debole della compagnia



Nel contributo di due settimane fa avevamo commentato i risultati economici conseguiti dalla nuova Alitalia nel primo semestre del 2009, esaminati dal consiglio di amministrazione della società e opportunamente resi pubblici attraverso un comunicato stampa. Nell’occasione si era soprattutto evidenziato il consistente calo dei ricavi rispetto alla vecchia azienda (Alitalia senza AirOne), osservata in un periodo relativamente “normale” quale il primo semestre 2007, e la maggiore perdita operativa conseguita: la nuova Alitalia ha ottenuto nel primo semestre 2009 ricavi operativi che non hanno raggiunto gli 1,3 miliardi di euro, oltre un miliardo al di sotto dei ricavi della vecchia azienda nello stesso semestre di due anni prima; inoltre il risultato operativo negativo della nuova Alitalia è stato più che doppio rispetto alla vecchia in valore assoluto (273 contro 127 milioni di euro) e quadruplo se rapportato ai ricavi operativi (il 21% dei ricavi oggi, il 5,5% allora).



A complemento di quell’analisi possiamo ora utilizzare i dati appena pubblicati dall’Aea, l’associazione europea dei vettori di bandiera e tradizionali, relativi alla domanda e all’offerta delle compagnie associate, tra le quali Alitalia, nell’intero primo semestre del 2009. I dati sono interessanti per un duplice ordine di motivi: da un lato sintetizzano le dimensioni industriali della nuova azienda, dall’altro lato permettono, se utilizzate in congiunzione con i dati di conto economico, di effettuare delle stime sui costi e sui ricavi unitari, confrontandoli con quelli della vecchia azienda. Tutte le cifre rilevanti sono riportate nella Tabella allegata: i dati economici di fonte Alitalia già utilizzati, i nuovi dati industriali di fonte Aea e le nostre elaborazioni sui costi, ricavi e margini unitari.



Per quanto riguarda i dati industriali, quello di più immediata comprensione è rappresentato dai passeggeri imbarcati: 9,7 milioni per la nuova azienda nel periodo dal 13 gennaio al 30 giugno, 11,9 per quella vecchia nell’intero primo semestre 2007. Il calo non sembrerebbe drammatico e si riduce se consideriamo anche i passeggeri trasportati nei primi 12 giorni dell’anno, ancora in gestione commissariale: in tal caso i passeggeri della nuova Alitalia salgono a 10,4 milioni.



Non bisogna tuttavia dimenticare che non stiamo considerando la vecchia AirOne, egualmente incorporata nel nuovo vettore, e che nel primo semestre del 2007 aveva trasportato oltre 3,2 milioni di passeggeri. Se includiamo anche questi, i passeggeri di raffronto del primo semestre 2007 salgono a 15,1 milioni e arrivano quasi a 16 se teniamo conto anche di Volare, posseduto dalla vecchia Alitalia ma mai incluso nei suoi dati di traffico. Da 16 milioni a 10,4 la riduzione è del 35% e appare tutt’altro che trascurabile.



Occorre inoltre tener conto che i passeggeri della nuova azienda non solo si sono ridotti secondo le cifre appena riportate ma che, a causa della mutata offerta, ognuno di essi viaggia in media per una distanza molto più ridotta. La nuova azienda ha notevolmente accorciato il suo raggio e il volo medio dei passeggeri è ora di 1260 km contro quasi 1550 della vecchia azienda. Complessivamente i passeggeri della nuova Alitalia hanno volato nel primo semestre 2009 per 12,2 miliardi di km contro 18,4 nel primo semestre 2007 per la vecchia.



Ma la nuova Alitalia per poter ospitare 12,2 miliardi di passeggeri km ha dovuto offrire ben 20,7 miliardi di posti km, con un load factor (percentuale di posti occupati su quelli totali) pari solo al 59%. Nel primo semestre 2007 il load factor della vecchia azienda fu del 73,3% e neppure si rivelò sufficiente a garantire il pareggio della gestione industriale.



Disponendo dei dati di conto economico e di quelli industriali, possiamo stimare quanto costa e quanto costava in media offrire un posto a sedere per un km di volo? Per la vecchia azienda nella prima metà del 2007 non vi sono particolari problemi: poiché il 78% dei ricavi operativi proveniva dai passeggeri possiamo assumere che anche il 78% dei costi operativi, pari a circa 1,9 miliardi di euro, sia imputabili al trasporto passeggeri (una stima più precisa è possibile solo attraverso la contabilità industriale dell’azienda). A questo punto dividiamo tale cifra per i 25 miliardi di posti km offerti e scopriamo che offrire un posto per un km di volo costava nella vecchia azienda 7,5 centesimi di euro o, se si preferisce, offrire un posto per un volo di mille km costava mediamente 75 euro.



Per la nuova Alitalia vi è qualche problema di stima in più in quanto non disponiamo della ripartizione dei ricavi per categorie. Considerando tuttavia il crollo del trasporto cargo, per la crisi internazionale e per la rinuncia aziendale al servizio “all cargo”, e la nuova articolazione della compagnia possiamo stimare che i ricavi passeggeri si siano attestati attorno al 90% dei ricavi operativi e utilizzare la medesima percentuale per imputare ai passeggeri i costi operativi. In tal modo perveniamo a una stima di 6,7 centesimi di euro per posto km offerto, la quale rappresenta un deciso miglioramento rispetto alla precedente esperienza.



Perché tale riduzione nei costi unitari non è stata sufficiente a migliorare il conto economico? La risposta si trova in due distinti fattori: in primo luogo non è stato possibile attuare quella parte dell’originario piano Fenice del luglio 2008 che prevedeva un deciso incremento nei prezzi praticati sulle rotte domestiche (oltre il 30% in più). La nuova gestione Alitalia ha dovuto rapidamente rendersi conto che, per effetto della recessione e nonostante il monopolio su molti collegamenti interni, con tariffe più alte gli aerei rimanevano desolatamente vuoti e ha cambiato radicalmente strategia tariffaria. Possiamo stimare che nel primo semestre 2009 mediamente i passeggeri della nuova compagnia abbiano pagato 9,4 centesimi per ogni km volato, un po’ meno dei 9,7 centesimi del primo trimestre 2007 per la vecchia Alitalia.



In secondo luogo occorre considerare il basso e insufficiente load factor. La vecchia Alitalia nel 2007 percepiva 9,7 centesimi al km per ogni posto venduto e sosteneva costi per 7,5 centesimi per ogni posto offerto. Il rapporto tra 7,5 centesimi e 9,7 centesimi, pari a 0,774 (o, se si preferisce, al 77,4%) è il load factor che avrebbe assicurato il pareggio industriale. Infatti con tale valore di load factor i 7,5 centesimi di costo per posto km offerto diventano esattamente 9,7 centesimi di costo per posto km occupato (o passeggero km), dato che i posti che rimangono vuoti e non generano ricavi non possono neppure farsi carico di costi. Purtroppo per la vecchia azienda il load factor effettivo era solo del 73,4%: con 4 posti venduti in più ogni 100 offerti avrebbe conseguito il break even operativo.



E la nuova Alitalia del 2009? Con ricavi al km dei posti venduti pari a 9,4 centesimi e costi al km dei posti offerti pari a 6,7 centesimi avrebbe conseguito il break even industriale vendendo 71,7 posti ogni 100. Purtroppo ne ha venduti solo 59, cioè 13 in meno di quelli necessari per l’equilibrio. Poiché costi e ricavi unitari non dovrebbero cambiare sensibilmente nei prossimi mesi, il 72% di load factor è la linea del Piave per la gestione dell’azienda. In luglio sembrerebbe essersi attestata su tale valore e se riuscirà a compensare con un agosto più elevato un prevedibile dato minore per settembre potrebbe conseguire il pareggio operativo nel terzo trimestre (ma non il pareggio economico). Si tratta di un risultato non ripetibile nel quarto trimestre, caratterizzato stagionalmente da una minore domanda.



fonte: IlSussidiario - Economia & Finanza.

Che numeri!!!
Ora capisco perchè i capitani sono stati definiti...."coraggiosi"
 
Che numeri!!!
Ora capisco perchè i capitani sono stati definiti...."coraggiosi"

Il fatto che ormai questi articoli li scrive solo il sussidiario è già di per se sinonimo di attendibliltà. Il fatto che nessuno firmi l'articolo anche...

Quello che non capisco è perchè per AZ non si tiene mai conto della crisi del settore ma si parla solo di debolezza del Piano Industriale.
 
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Quello che non capisco è perchè per AZ non si tiene mai conto della crisi del settore ma si parla solo di debolezza del Piano Industriale.
Te l'abbiamo già spiegato 1000 volte: perché AZ sta facendo molto peggio della media del settore che tiene già conto della crisi.
 
Te l'abbiamo già spiegato 1000 volte: perché AZ sta facendo molto peggio della media del settore che tiene già conto della crisi.


Grazie per la spiegazione Dottore, quello l'avevo capito da me...
I vettori considerati però non hanno avuto a che fare con una gestione commissariale, con una Campagna Mediatica negativa dovuta a pretesti politici, con un cambio di ragione sociale, con la messa al prato di diversi aeromobili, con una Cassa Integrazione e con la fusione/integrazione con un altra Compagnia Aerea completamente diversa...

Certo, non è una scusante direte voi...ma resta il fatto che nessuno tiene mai conto di questi dati...
 
Grazie per la spiegazione Dottore, quello l'avevo capito da me...
I vettori considerati però non hanno avuto a che fare con una gestione commissariale, con una Campagna Mediatica negativa dovuta a pretesti politici, con un cambio di ragione sociale, con la messa al prato di diversi aeromobili, con una Cassa Integrazione e con la fusione/integrazione con un altra Compagnia Aerea completamente diversa...

Certo, non è una scusante direte voi...ma resta il fatto che nessuno tiene mai conto di questi dati...
Durante la gestione commissariale i LF erano più alti che dopo. Che scusante vuoi che sia ?

AZ vuole rilanciarsi ? Lo faccia con serietà e decisione, facendosi (e pagandosi) una campagna pubblicitaria adeguata, non quella schifezza a base di foto in bianco e nero con testimonial in larga parte defunti.

Se critiche, se si è capaci di recepirle, servono a migliorare; cercando scusanti invece non si migliora quindi si può solo peggiorare.
E' chiaro quindi perché AZ non ha la simpatia dei più o no ?
 
Stato
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