Thread Alitalia dal 2 agosto


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Sabelli: «Piano Alitalia: conti in ordine
e super-hub a Fiumicino»


«Ritardi e disagi? Non li nego, ma non dipendono tutti da noi
A Malpensa potenzieremo il corto e lungo raggio»

ROMA (9 agosto) - Ci si è messo anche il black out dell’altro giorno ai check in di Fiumicino, nel secondo esodo di agosto, ad accrescere i disagi e la rabbia dei passeggeri. Anche contro Alitalia. «Ci assumiamo solo le responsabilità che ci competono non le altre. Sabato 1 e domenica 2 agosto abbiamo fatto partire da Fiumicino 60 mila passeggeri: abbiamo avuto su tre voli per la Grecia, due Atene e un Salonicco, 120 overbooking. Di questi 76 li abbiamo riprotetti e 44 sono rimasti a terra e li abbiamo alloggiati in albergo, un disagio che si può verificare ovunque nel mondo». Rocco Sabelli non si scompone. Non vuol parlare della baraonda di venerdì scorso allo scalo romano dovuto a un guasto della rete Telecom: «Ognuno si assuma le proprie responsabilità», taglia corto, «laddove abbiamo problemi non ci nascondiamo. Nel precedente week end, quello degli overbooking ci sono stati solo 44 casi su 60 mila: bisogna dare il senso e la misura delle cose. Ripeto ci assumiamo solo le nostre colpe, sulle altre non spetta a me parlarne».

La puntualità per esempio, ingegnere. E partendo da qui l’amministratore delegato della compagnia di bandiera affronta un’analisi a tutto campo dei piani futuri, in questa intervista a Il Messaggero, nella quale focalizza soprattutto la prossima ”rivoluzione” di Fiumicino cui è legata il superamento dei disagi. Anche se in tempi non brevi.

«Esatto, l’abbiamo detto, stiamo lavorando, ci vorrà tempo. Intanto oggi (ieri per chi legge, ndr), la regolarità da Fiumicino è stata il 100% e la puntualità intorno al 70% con un load factor dallo scalo romano dell 88%. Devo dire che nei week end caldi di luglio e agosto a Fiumicino stiamo tenendo botta, nonostante tutto. Sulla puntualità è giusto che la gente ci critichi, non accetto però che siccome non siamo ancora puntuali come vorremmo, ci venga addebitato di tutto. Attorno ad Alitalia c’è un’attenzione quasi morbosa e anche mediatica, perchè Alitalia oggi sta cercando di diventare un’azienda, ma prima è stata una vicenda politica, una vicenda sociale, un pezzo di storia e una calamita per chiunque abbia desiderio di visibilità».

Alitalia è una start up, ha un piano triennale per raggiungere il break even, c’è molto da lavorare però?

«Abbiamo chiuso la semestrale con 273 milioni di perdite, ma con un trend incoraggiante e l’ho detto anche ai miei azionisti perché nel primo trimestre abbiamo avuto 210 milioni di perdite, nel secondo 63 e nel terzo stiamo cercando di chiudere in break even. Non so se ce la faremo, però luglio è andato bene con 2,2 milioni di passeggeri, tasso di riempimento del 73%, siamo quindi attorno o sopra al nostro punto di pareggio, i primi giorni di agosto sono stati stupendi, per settembre le prenotazioni sono buone».

Allora?
«La mia valutazione è riferita in progressione al terzo trimestre, sul quarto nessuno ha oggi visibilità. Abbiamo un piano a tre anni per il pareggio che possiamo mantenere. Certo mai ci saremmo aspettati di incappare nella crisi del trasporto aereo peggiore degli ultimi 70-80 anni. E’ mancata la clientela business: a maggio il dato Iata è - 50% anno su anno nel mondo. Vanno visti in questa prospettiva i risultati. Rispetto al passato Alitalia ha un vantaggio».

Quale?
«Un grado di flessibilità più alto e una posizione di costo più bassa. Ci consente anche di attutire una situazione di mercato complicata. Le altre compagnie hanno chiuso i conti peggio di noi».

Ma cosa sta facendo per attenuare i disagi?
«Il focus è su Fiumicino dove si concentrano alcuni deficit strutturali di Alitalia, Adr, del sistema di fornitori e tralasciamo l’accesso allo scalo. Cosa stiamo facendo? Tante cose per evitare che i picchi di traffico diventino insopportabili. Per questi primi week end estivi stiamo riducendo i disagi, facendo partire la gente».

In concreto?
«Tante cose sul piano interno. Rinforzo operativo, abbiamo richiamato personale dalla cassa integrazione, riqualificando figure professionali che Alitalia non aveva. Abbiamo cominciato ad esempio ad attrezzarci con nuovi strumenti informativi. Abbiamo avviato con Adr una collaborazione fattiva sui varchi di sicurezza, controlli dei passaporti, ecc».

Ma il problema di Fiumicino sono i collegamenti interni?
«L’aeroporto ha dei colli di bottiglia che stiamo cercando di risolvere. Poi ci sono problemi più strutturali. Uno per tutti. Alitalia su Fiumicino ha 230 voli in partenza al giorno, sono divisi su quattro terminal, su un fronte di 3 km di pista e 6 di viabilità. Con Adr abbiamo deciso da settembre che la metà di Fiumicino verrà dedicata esclusivamente ad Alitalia, Air France, Klm, Delta. Il terminal A sarà inizialmente dedicato a noi e a Air France Klm. E’ un impegno che ha assunto con me Palenzona. Man mano che Adr svilupperà i nuovi terminal, si concentreranno anche i voli intercontinentali. Questo è un fatto fondamentale».

E sulla Roma-Milano?
«Oggi abbiamo tassi di puntualità dell’80-85%. Puntiamo al 95%. Il load factor sulla tratta non sarà mai alto perche i voli sono frequentissimi. Più complicata la puntualità su Fiumicino, abbiamo bisogno almeno di un anno per arrivare a impatti significativi. Sono necessari interventi profondi di cambio dei processi».

Attenuando i disagi recuperate la delusione di alcuni soci?
«Non ho percepito delusioni e ho una regola aurea: gli a.d. sono lì per volontà dei soci, nel momento in cui dovessi avere l’anticamera di un dubbio nessuno mi dovrebbe avvertire, i rumors non mi interessano».

Lo sviluppo di Alitalia poggia su Roma. E Malpensa?
«Poggia su una strategia di mercato completa. Al nord abbiamo quattro basi: Torino, Malpensa, Linate e Venezia e la maggior parte dei nostri clienti viene da lì. Questo dibattito parapolitico su Malpensa è fuorviante rispetto a una strategia di mercato che vede un presidio di Alitalia formidabile al nord. Quando ho detto che il mercato del nord per noi è cruciale, i fatti hanno sostenuto le parole».

Torniamo a Malpensa.
«Abbiamo tre rotte intercontinentali. Abbiamo detto che insieme ai partner di Sky Team valuteremo nei prossimi anni di avere alcune rotte su India e Cina ma sulla base dei conti che faremo con la Sea. In più su Malpensa abbiamo fatto competizione vera, abbiamo riconquistato quote di mercato contro operatori low cost e Lufthansa. Non escludo che su Malpensa potenzieremo il prodotto a corto e lungo raggio e non escludo che potremmo utilizzare il brand AirOne come brand di punta».

Come chiuderete l’anno?
«La visibilità l’abbiamo completa sul terzo trimestre, sul quarto nessuna società può averla, vedremo».

Potrebbe esserci necessità di un aumento di capitale?
«E’ una fantasticheria, abbiamo una capacità di cassa e linee di credito di 500 milioni, sono la garanzia della nostra libertà e li difendiamo tutti i giorni. Parlare di aumento di capitale non ha alcun senso».

IlMessaggero
 
Sabelli: «Piano Alitalia: conti in ordine
e super-hub a Fiumicino»


«Ritardi e disagi? Non li nego, ma non dipendono tutti da noi
A Malpensa potenzieremo il corto e lungo raggio»

ROMA (9 agosto) - Ci si è messo anche il black out dell’altro giorno ai check in di Fiumicino, nel secondo esodo di agosto, ad accrescere i disagi e la rabbia dei passeggeri. Anche contro Alitalia. «Ci assumiamo solo le responsabilità che ci competono non le altre. Sabato 1 e domenica 2 agosto abbiamo fatto partire da Fiumicino 60 mila passeggeri: abbiamo avuto su tre voli per la Grecia, due Atene e un Salonicco, 120 overbooking. Di questi 76 li abbiamo riprotetti e 44 sono rimasti a terra e li abbiamo alloggiati in albergo, un disagio che si può verificare ovunque nel mondo». Rocco Sabelli non si scompone. Non vuol parlare della baraonda di venerdì scorso allo scalo romano dovuto a un guasto della rete Telecom: «Ognuno si assuma le proprie responsabilità», taglia corto, «laddove abbiamo problemi non ci nascondiamo. Nel precedente week end, quello degli overbooking ci sono stati solo 44 casi su 60 mila: bisogna dare il senso e la misura delle cose. Ripeto ci assumiamo solo le nostre colpe, sulle altre non spetta a me parlarne».

La puntualità per esempio, ingegnere. E partendo da qui l’amministratore delegato della compagnia di bandiera affronta un’analisi a tutto campo dei piani futuri, in questa intervista a Il Messaggero, nella quale focalizza soprattutto la prossima ”rivoluzione” di Fiumicino cui è legata il superamento dei disagi. Anche se in tempi non brevi.

«Esatto, l’abbiamo detto, stiamo lavorando, ci vorrà tempo. Intanto oggi (ieri per chi legge, ndr), la regolarità da Fiumicino è stata il 100% e la puntualità intorno al 70% con un load factor dallo scalo romano dell 88%. Devo dire che nei week end caldi di luglio e agosto a Fiumicino stiamo tenendo botta, nonostante tutto. Sulla puntualità è giusto che la gente ci critichi, non accetto però che siccome non siamo ancora puntuali come vorremmo, ci venga addebitato di tutto. Attorno ad Alitalia c’è un’attenzione quasi morbosa e anche mediatica, perchè Alitalia oggi sta cercando di diventare un’azienda, ma prima è stata una vicenda politica, una vicenda sociale, un pezzo di storia e una calamita per chiunque abbia desiderio di visibilità».

Alitalia è una start up, ha un piano triennale per raggiungere il break even, c’è molto da lavorare però?

«Abbiamo chiuso la semestrale con 273 milioni di perdite, ma con un trend incoraggiante e l’ho detto anche ai miei azionisti perché nel primo trimestre abbiamo avuto 210 milioni di perdite, nel secondo 63 e nel terzo stiamo cercando di chiudere in break even. Non so se ce la faremo, però luglio è andato bene con 2,2 milioni di passeggeri, tasso di riempimento del 73%, siamo quindi attorno o sopra al nostro punto di pareggio, i primi giorni di agosto sono stati stupendi, per settembre le prenotazioni sono buone».

Allora?
«La mia valutazione è riferita in progressione al terzo trimestre, sul quarto nessuno ha oggi visibilità. Abbiamo un piano a tre anni per il pareggio che possiamo mantenere. Certo mai ci saremmo aspettati di incappare nella crisi del trasporto aereo peggiore degli ultimi 70-80 anni. E’ mancata la clientela business: a maggio il dato Iata è - 50% anno su anno nel mondo. Vanno visti in questa prospettiva i risultati. Rispetto al passato Alitalia ha un vantaggio».

Quale?
«Un grado di flessibilità più alto e una posizione di costo più bassa. Ci consente anche di attutire una situazione di mercato complicata. Le altre compagnie hanno chiuso i conti peggio di noi».

Ma cosa sta facendo per attenuare i disagi?
«Il focus è su Fiumicino dove si concentrano alcuni deficit strutturali di Alitalia, Adr, del sistema di fornitori e tralasciamo l’accesso allo scalo. Cosa stiamo facendo? Tante cose per evitare che i picchi di traffico diventino insopportabili. Per questi primi week end estivi stiamo riducendo i disagi, facendo partire la gente».

In concreto?
«Tante cose sul piano interno. Rinforzo operativo, abbiamo richiamato personale dalla cassa integrazione, riqualificando figure professionali che Alitalia non aveva. Abbiamo cominciato ad esempio ad attrezzarci con nuovi strumenti informativi. Abbiamo avviato con Adr una collaborazione fattiva sui varchi di sicurezza, controlli dei passaporti, ecc».

Ma il problema di Fiumicino sono i collegamenti interni?
«L’aeroporto ha dei colli di bottiglia che stiamo cercando di risolvere. Poi ci sono problemi più strutturali. Uno per tutti. Alitalia su Fiumicino ha 230 voli in partenza al giorno, sono divisi su quattro terminal, su un fronte di 3 km di pista e 6 di viabilità. Con Adr abbiamo deciso da settembre che la metà di Fiumicino verrà dedicata esclusivamente ad Alitalia, Air France, Klm, Delta. Il terminal A sarà inizialmente dedicato a noi e a Air France Klm. E’ un impegno che ha assunto con me Palenzona. Man mano che Adr svilupperà i nuovi terminal, si concentreranno anche i voli intercontinentali. Questo è un fatto fondamentale».

E sulla Roma-Milano?
«Oggi abbiamo tassi di puntualità dell’80-85%. Puntiamo al 95%. Il load factor sulla tratta non sarà mai alto perche i voli sono frequentissimi. Più complicata la puntualità su Fiumicino, abbiamo bisogno almeno di un anno per arrivare a impatti significativi. Sono necessari interventi profondi di cambio dei processi».

Attenuando i disagi recuperate la delusione di alcuni soci?
«Non ho percepito delusioni e ho una regola aurea: gli a.d. sono lì per volontà dei soci, nel momento in cui dovessi avere l’anticamera di un dubbio nessuno mi dovrebbe avvertire, i rumors non mi interessano».

Lo sviluppo di Alitalia poggia su Roma. E Malpensa?
«Poggia su una strategia di mercato completa. Al nord abbiamo quattro basi: Torino, Malpensa, Linate e Venezia e la maggior parte dei nostri clienti viene da lì. Questo dibattito parapolitico su Malpensa è fuorviante rispetto a una strategia di mercato che vede un presidio di Alitalia formidabile al nord. Quando ho detto che il mercato del nord per noi è cruciale, i fatti hanno sostenuto le parole».

Torniamo a Malpensa.
«Abbiamo tre rotte intercontinentali. Abbiamo detto che insieme ai partner di Sky Team valuteremo nei prossimi anni di avere alcune rotte su India e Cina ma sulla base dei conti che faremo con la Sea. In più su Malpensa abbiamo fatto competizione vera, abbiamo riconquistato quote di mercato contro operatori low cost e Lufthansa. Non escludo che su Malpensa potenzieremo il prodotto a corto e lungo raggio e non escludo che potremmo utilizzare il brand AirOne come brand di punta».

Come chiuderete l’anno?
«La visibilità l’abbiamo completa sul terzo trimestre, sul quarto nessuna società può averla, vedremo».

Potrebbe esserci necessità di un aumento di capitale?
«E’ una fantasticheria, abbiamo una capacità di cassa e linee di credito di 500 milioni, sono la garanzia della nostra libertà e li difendiamo tutti i giorni. Parlare di aumento di capitale non ha alcun senso».

IlMessaggero

Due cose mi lasciano perplesso.
Primo:il non essersi resi conto di incappare in una delle peggiori crisi del trasporto aereo.
Secondo:escludere un aumento di capitale non avendo visibilità sul quarto trimestre ( figuriamoci sul dopo ) è un azzardo.
Auguri Rocco.Finchè duri.
 
Due cose mi lasciano perplesso.
Primo:il non essersi resi conto di incappare in una delle peggiori crisi del trasporto aereo.
Secondo:escludere un aumento di capitale non avendo visibilità sul quarto trimestre ( figuriamoci sul dopo ) è un azzardo.
Auguri Rocco.Finchè duri.

Ma ci sei o ci fai? Lo hanno detto espressamente 100000 volte che la crisi c'è e si sente. E poi la visibilità te la fai guardando il portafoglio delle prenotazioni, le proiezioni dei passeggeri, lo storico dei LF e via dicendo....
Va bene essere talebani, ma tu esageri...
 
....Certo mai ci saremmo aspettati di incappare nella crisi del trasporto aereo peggiore degli ultimi 70-80 anni. E’ mancata la clientela business: a maggio il dato Iata è - 50% anno su anno nel mondo....

Due cose mi lasciano perplesso.
Primo:il non essersi resi conto di incappare in una delle peggiori crisi del trasporto aereo.

Almeno leggi tutto prima di spararle.
 
...
Torniamo a Malpensa.
«Abbiamo tre rotte intercontinentali. Abbiamo detto che insieme ai partner di Sky Team valuteremo nei prossimi anni di avere alcune rotte su India e Cina ma sulla base dei conti che faremo con la Sea. In più su Malpensa abbiamo fatto competizione vera, abbiamo riconquistato quote di mercato contro operatori low cost e Lufthansa. Non escludo che su Malpensa potenzieremo il prodotto a corto e lungo raggio e non escludo che potremmo utilizzare il brand AirOne come brand di punta».
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Brand di punta o Low Cost ?

Non mi sembra che abbiano le idee molto chiare al proposito (non che le abbiano mai avute tanto chiare neanche prima).
...
Come chiuderete l’anno?
«La visibilità l’abbiamo completa sul terzo trimestre, sul quarto nessuna società può averla, vedremo».

Le bugie sul 4° trimestre sono patetiche: meglio dire "ci aspettiamo un bagno di sangue".
Le palle bisogna averle, non raccontarle. :D
 
Ma scusate fatemi sapere quale azienda ha un outlook chiaro sul Q4??????

Basta sparare sempre su AZ....aspettiamo i risultati di fine anno e poi giudichiamo...
 
Si Farfallina, ma a mio avviso il problema non è limitato a questa singola uscita.

Colaninno ha cominciato a far danni già prima dell'avvio delle operazioni di CAI, facendo una figura da cioccolataio di fronte alla Gabanelli, che lo incalzava sulla clausola di lock-up per gli azionisti (LINK, dal minuto 4:36 in poi).

E' vero che dal punto di vista operativo non fa particolari danni, ma per la credibilità (interna ed esterna) dell'azienda è una tragedia. Ricordiamoci sempre che CAI integra da un lato dipendenti AZ stufi di anni di gestione clientelare (o più semplicemente di non-gestione) e dall'altro migliaia di dipendenti AirOne/EAS le cui prospettive di carriera sono state mandate a meretrici dalla fusione.

Questo, a mio avviso, sarebbe tollerabile se al timone ci fosse un vero leader, capace di coinvolgere i dipendenti in un progetto serio. Sabelli pare esserlo, ma per un passo avanti fatto da lui, mi sembra che ce ne siano due indietro da parte di Colaninno...
Concordo, è evidente e normale che non sia Colaninno a gestire l'azienda, il problema è quando va in giro a fare la figura del cioccolataio.
A questo punto era meglio mandare Sabelli, però poi Colaninno non aveva il passaggio televisivo che è poi quello che secondo me gli interessava.
 
Brand di punta su MXP....mi pare che il messaggio sia abbastanza chiaro.
Colaninno ha detto che AZ a MXP non si vedrà mai più....bene...non ha detto la stessa cosa di AP :D
AZ e AP non sono entrambe CAI ? si è uniti o divisi a seconda di come fa comodo o delle circostanze ?
 
Brand di punta su MXP....mi pare che il messaggio sia abbastanza chiaro.
Colaninno ha detto che AZ a MXP non si vedrà mai più....bene...non ha detto la stessa cosa di AP :D
Infatti questo sembra l'orientamento, e non penso ad AP low cost ma piuttosto una struttura snella (cosa che possono ottenere visto che alla fine rimane solo il marchio mentre il resto è confluito in AZ) che punta su fornire un servizio senza tanti fronzoli ma non low cost e charter da MXP pescando parte delle offerte a basso costo che attualmente fa AZ.

AZ e AP non sono entrambe CAI ? si è uniti o divisi a seconda di come fa comodo o delle circostanze ?
In AZ si sono accorti, secondo me a ragione, che eliminare il marchio AirOne forse non gli conveniva essendo conosciuto e apprezzato.

Per ora l'hanno svuotato trasferendo tutto in AZ, però prima di eliminarlo stanno valutando cosa possono farci, il mese scorso si parlava di venderlo, ora parlano di low cost ma secondo me alla fine sarà il cavallo di troia per presidiare MXP in risposta a LHI portando ad una ulteriore razionalizzazione con AZ completamente fuori da MXP dove si insedierebbe AP pronta a sfruttare i margini di crescita che si verrebbero a creare a MXP.

Se poi a MXP non si creano margini di sviluppo possono sempre in un secondo tempo o vendere il marchio e la neonata struttura AP oppure ridipingere gli aeromobili e assorbire l'eventuale personale distaccato in AP.

Così stanno alla finestra a MXP senza impegnare il marchio AZ che sarebbe controproducente.
 
Ultima modifica da un moderatore:
Guarda che in livrea AZ a MXP ormai ci sono solo i 12 (dodici) voli settimanali LR e qualche volta appare su quelle 5/6 rotte nord africa MO protette dai bilaterali.
 
"...Il focus è su Fiumicino dove si concentrano alcuni deficit strutturali di Alitalia, Adr, del sistema di fornitori e tralasciamo l’accesso allo scalo....."

Quello che mi domando anch'io quando passo per FCO....Non mi pare che l'accesso allo scalo sia ai livelli di LHR, anzi mi pare di più ai livelli di MXP. Che progetti ci sono per migliorare questo punto amici romani del forum?
Che cosa si intende per problemi con i fornitori?Quelli che lavorano sul piazzale o quelli esterni?
 
Ma ci sei o ci fai? Lo hanno detto espressamente 100000 volte che la crisi c'è e si sente. E poi la visibilità te la fai guardando il portafoglio delle prenotazioni, le proiezioni dei passeggeri, lo storico dei LF e via dicendo....
Va bene essere talebani, ma tu esageri...

Innanzitutto evitiamo apprezzamenti non richiesti.
Secondo:finchè l'italiano sarà la lingua ufficiale la frase di Sabelli "certo non ci aspettavamo ecc..."significa che non s'aspettavano una crisi simile quindi rimango ancora perplesso.
Prima di spararle leggo sempre.Poi uno può condividere oppure no ma il vecchio vizio di accusare l'altro di essere prevenuto non funziona.Sono una persona sufficientemente onesta pche riesce ancora a distinguere certi limiti.
Occhi perchè così vi hanno fregato una volta...Con questo parlare di nulla di lowcost,di investimenti che non ci sono,di conti in linea,di disservizi dovuti all'integrazione...e annamo su!
 
intanto io ho un vce-nap per il 3 settembre prenotato sul volo delle 11.45 che non esiste più xchè hanno ridotto la tratta a sole due partenze giornaliere. peccato che nessuno mi abbia ancora avvertito e che chiamando al call center mi hanno risposto che è ancora presto. potrebbero decidere di ripristinare il volo. Io a questo punto volevo annullare e passare a easyjet ma fino a che non ammettono la cancellazione non posso essere rimborsato. come già successo l'anno scorso mi avviseranno il giorno prima proponendomi forzatamente la partenza alle 6 del mattino. Direi quindi che non sta cambiando nulla in AZ. anzi!
 
Alitalia, in ritardo un volo su due
All'aeroporto di Fiumicino. A luglio la situazione è peggiorata Dopo l'estate compagnia e Adr saranno convocati dall'Enac
I n Alitalia sono moderatamente soddisfatti per i progressi compiuti da gennaio a oggi, ma i passeggeri continuano a subire disagi superiori alla media. In particolare a Fiumicino, lo scalo principale, dove un volo su due parte con ritardi superiori ai 15 minuti e ci sono tempi troppo lunghi anche sulla riconsegna dei bagagli. Problemi che coinvolgono sia la compagnia sia Adr, la società che gestisce l'aeroporto. Il presidente dell'Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile, Vito Riggio, già il 16 luglio ha convocato e strigliato le parti.

Dopo le vacanze ci sarà una nuova riunione per fare il punto su come sono andate le cose durante il periodo di massimo traffico. I risultati di luglio presentano luci e ombre. Cominciamo dalla puntualità, misurata come voli partiti in orario o con un ritardo entro i 15 minuti. Il tasso di puntualità generale di Alitalia si mantiene, nel periodo gennaio-luglio, al 70%, contro un obiettivo aziendale dell'80%. Ma crolla al 51%, e al 44% per il solo mese di luglio, quando si considera esclusivamente l'aeroporto di Fiumicino, dal quale partono circa 240 dei 700 voli giornalieri della compagnia guidata da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli. In realtà, dicono in Alitalia, il dato del 44% comprende anche i voli charter e quelli effettuati per conto delle Forze armate: tolti questi, che per loro natura hanno una flessibilità d'orario, il dato di luglio salirebbe al 49%. Luglio inoltre è un mese difficile per tutti i vettori.

Ma il tasso di puntualità di Alitalia resta comunque quasi 5 punti sotto la media registrata a luglio per i voli di tutte le compagnie in partenza da Fiumicino. Fino a quando dallo scalo romano un volo su due di Alitalia partirà con un ritardo di almeno un quarto d'ora sarà impossibile per la compagnia raggiungere l'80% di puntualità media. Avvicinarsi cioè allo standard europeo e risalire la china rispetto alla classifica dell'Aea, l'associazione di Bruxelles delle compagnie, che vede quella italiana agli ultimi posti. Servizio scadente anche per la riconsegna dei bagagli, gestita in proprio dalla compagnia su strutture (i nastri trasportatori) di Adr. La carta dei servizi 2009 concordata tra Enac e Aeroporti di Roma prevede che tutti i bagagli debbano essere riconsegnato entro 32 minuti nel caso di voli nazionali (42' per quelli internazionali). Ma ciò è avvenuto per Alitalia solo nel 68% dei casi a luglio, contro una media dei primi sette mesi dell'84% e contro dati riferiti all'insieme delle compagnie del 74,5% a luglio e dell'87% per il periodo gennaio-luglio. E questo nonostante lo stesso Sabelli e i dirigenti della compagnia siano andati lo scorso 2 agosto a Fiumicino ad aiutare il personale di terra a riconsegnare le valigie.

Del resto il problema di bagagli nello scalo romano è storico e la nuova compagnia di Colaninno e Sabelli lo ha ereditato dalla vecchia società pubblica. Alla difficoltà di far lavorare al meglio il personale si aggiungono le strutture dell'aeroporto, a partire dai nastri, che potrebbero essere sicuramente potenziate. Alitalia va invece meglio, nei confronti degli altri vettori, per quanto riguarda l'accettazione dei passeggeri, che a luglio ha rispettato i parametri di qualità nell'85,7% dei casi contro il 79,7% della media dell'aeroporto. Per migliorare la performance su Fiumicino, Alitalia e Adr hanno firmato di recente un memorandum d'intesa che prevede tra l'altro il potenziamento con un altro molo del terminal A e la concentrazione qui di tutti i voli Alitalia-Air France-Klm. C'è poi il Progetto Ground messo a punto dall'amministratore delegato Sabelli che prevede investimenti sui servizi sottobordo, sulla logistica, sulla sala di controllo e sul cosiddetto riconcilio bagagli (lo scarico della valigia quando imbarcata senza il rispettivo passeggero).

Intanto, il load factor, il coefficiente di riempimento degli aerei, continua a migliorare. A luglio, dice l'azienda, è arrivato al 73%, contro il 66,4% di giugno e il 63% di maggio. Ma è normale che in estate i voli si riempiano. E comunque la compagnia tricolore ha un tasso di riempimento che resta ancora di 10 punti abbondanti sotto quello medio fatto registrare dai ventinove vettori europei. Nei primi sei mesi del 2008 Alitalia ha fatto il 59%, piazzandosi al 22esimo posto nella classifica aperta dalla spagnola Iberia con un load factor del 78,9%, seguita da Klm con il 78,7% e Air France col 76,5%. Gli esami ricominceranno a settembre. Il presidente dell'Enac, davanti ai gravi disservizi che si sono verificati a Fiumicino nelle ultime settimane, ha già chiesto spiegazioni ad Alitalia e ad Adr, che tendono a rimpallarsi le responsabilità.

Da entrambe Riggio vuole il rispetto degli impegni presi. In particolare, ad Adr, guidata da Fabrizio Palenzona, ha chiesto di incrementare di almeno 2-3 miliardi gli investimenti. Tanto più che il decreto anticrisi recentemente approvato dovrebbe facilitare gli aumenti tariffari invocati da tempo dalle società aeroportuali. Riggio pensa però che sia arrivato il momento delle contropartite. Già altre volte ha osservato che a fronte di concessioni quarantennali (quella ad Adr scade nel 2044) «lo Stato chiede poco in cambio» e che «se i patti non sono rispettati, le concessioni devono poter essere revocate all'istante» e messe a gara europea, come ha chiesto anche l'Antitrust. Avvertimenti sempre rimasti sulla carta. Finora, infatti, a pagare sono stati solo i passeggeri.

CORRIERE DELLA SERA
 
32' per la riconsegna dei bagagli dopo un volo nazionale, e 42' dopo un volo internazionale??? Ma che carta dei servizi é questa!
 
Alitalia: Fantozzi, ceduti 2 boeing


Acquistati da Omni Air International



La vecchia Alitalia in amministrazione straordinaria ha ceduto a Omni Air International due aerei Boeing 767-300. Lo ha comunicato il commissario straordinario Augusto Fantozzi. I due Boeing, uno del 1995 e l'altro del 1996, componevano uno dei quattro lotti di aerei (con un valore di mercato di circa 13,4 milioni) non aggiudicati con il primo bando dello scorso gennaio, e quindi rimessi in vendita a luglio.

fonte: ANSA
 
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