Thread Alitalia dal 1° ottobre


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Su Panorama c'è un'intervista a Sabelli.
Tra i punti salienti :

- regolarità operativa (cancellazioni 0,5%), puntualità operativa (82%, 90% sul LIN-FCO)
- Linate-Fiumicino incide solo per il 5% sul fatturato della compagnia, meno di quanto si pensi comunemente
- grado soddisfazione utenza in aumento (72 > 80%)
- sviluppo 2011 : incremento del 10% dell'offerta del gruppo Alitalia, nel dettaglio :
# da 5 a 8 gli aerei basati a MXP con AirOne con nuove rotte Europa-Est, Nord-Africa
# lungo raggio : potenziamento Giappone, apertura Rio, possibile apertura Cina nel 2011 (Pechino o Shanghai) con un anno di anticipo rispetto ai piani.
# flotta, una "decina" di nuovi aerei di cui 3-4 di lungo raggio.
# obiettivo : 25 mil di pax, 3/3,5 milardi di fatturato
- la JV con AF-KL fa guadagnare 140 mil, con DL si sale a 200 mil
- concorrenza lowcost : AP con tariffe a partire da 20€ e AZ da 39€, grazie a una struttura snella, hanno guadagnato quote importanti di mercato (riferimento anche a finanziamenti aeroporti --> compagnie lowcost)
- cessione di attività in aeroporti periferici e attività marginali, ma non ci sono esuberi in Alitalia.
- entro fine anno verrà abbandonata la storica sede alla Magliana per concentrare le attività in quella nuova a Fiumicino

gli interventi di sabelli sono sempre molto interessanti, perchè quello che anticipa in qs interviste quasi puntalmente si realizza (ad esempio, da oltre un anno aveva anticipato via stampa l'apertura di GIG nel 2011....)

tuttavia vorrei evidenziare un paio di aspetti che non mi piacciono:
"flotta, una decina di aerei": in altri interventi si parlava di 15......
"3-4 di lungo raggio": era dato per certo, in vari piani, l'ingresso sicuro di 4 330....
"possibile apertura cinese nel 2011, con un anno di anticipo sul programma"
in pratica conferma il timore di molti di noi, ossia 1 LR nuova l'anno (mentre tutte le altre compagnie corrono molto di più....), dimostrando scarso coraggio, come ho evidenziato + volte, perchè gli aerei per aprire una nuova destinazione asiatica già ci sono....(oppure i 2 nuovi 330 del prox anno potrebbero essere sfruttati meglio).
a questo punto, niente di più facile che China Eastern arrivi prima di AZ ad aprire Shanghai, così come già capitato in tante occasioni! chissà, alla fine forse apriranno PEK proprio in accordo con MU che apre PVG ...:sconfortato::sconfortato:
 
Ermeneutica di Alitalia

Ugo Arrigo

Interessante intervista dell’a.d. di Alitalia Rocco Sabelli a Panorama :
«È da qualche mese che me ne sono davvero convinto: questa Alitalia può funzionare bene. Le dico di più: dal 2011 in poi, quando entreremo nella fase del dopo ristrutturazione, potrà diventare una compagnia non buona, ma eccellente». Alla fine vola, la fenice. Vola nonostante tanti scettici si affollassero intorno al suo nido. E sembra volare bene, almeno stando ai numeri forniti a getto continuo da Rocco Sabelli …
Poiché, come sostiene l’intervistatore, la fenice sembra volare bene stando almeno ai numeri forniti, dedichiamo questo post a una chiosa ai numeri e ai concetti contenuti nell’intervista, evidenziando per ognuno se a nostro avviso risultano plausibili e coerenti oppure dubbi e poco convincenti.
L’Alitalia di Sabelli si prepara a chiudere il 2010 con un aumento dei ricavi superiore al 10 per cento, con oltre 23 milioni di clienti (+5 per cento), con perdite più che dimezzate e con cassa e linee di credito per oltre 400 milioni.
Stando ai risultati del primo semestre e alle tendenze in corso questi numeri sono molto probabili, soprattutto i dati relativi ai passeggeri e ai ricavi. Per quanto riguarda le perdite esse dipendono invece, una volta previsti con piccolo margine d’incertezza passeggeri e ricavi, principalmente dall’andamento dei costi. Nel primo semestre 2010 le perdite si sono rivelate minori di quelle della nuova Alitalia nel 2009, quasi identiche in valore assoluto a quelle della vecchia Alitalia nel primo semestre 2007 e superiore alle medesime se valutate in percentuale dei ricavi.
Certo la vecchia Alitalia era più grande (a), ma insostenibile (b): la previsione del 2008 di Alitalia con AirOne indicava perdite tra 1,1 e 1,2 miliardi (c) e quelle stesse compagnie nel 2009 avrebbero perso ancora di più.
(a) Affermazione vera: la nuova Alitalia è molto più piccola sia della somma delle due aziende incorporate (AZ + AirOne) sia della vecchia Alitalia da sola.
(b) La vecchia Alitalia era certamente insostenibile, tuttavia Sabelli ne imputa la causa alla dimensioni troppo grandi, noi alla gestione e alla strategia d’impresa, in particolare all’errato posizionamento sui differenti segmenti di mercato e all’incapacità finanziaria di sostenere nuovi investimenti nella flotta.
(c) Questo valore delle perdite per l’intero 2008 deriva dall’accentuazione della crisi Alitalia nel marzo-aprile 2008: il piano Prato sposta AZ a Fiumicino e ridimensiona l’offerta; questa scelta riduce la domanda che subisce una caduta ulteriore in conseguenza del fatto che i clienti temono l’interruzione delle attività e non comprano più biglietti quando AF rinuncia all’acquisto; i successori di Prato si ‘dimenticano’ di mettere a terra gli aerei non più necessari e in cassa integrazione i dipendenti. Per questo le perdite furono così elevate. Non si possono tuttavia estrapolare in alcun modo questi eventi eccezionali e ipotizzare perdite ancora più consistenti per l’anno successivo: già nella primavera-estate del 2008, passata la paura, dopo il prestito governativo da 300 milioni, di un’interruzione a breve termine delle attività i clienti stavano ritornando a volare.
Quali altri obiettivi vi date per il 2011?
Avere oltre 25 milioni di clienti con 3-3,5 miliardi di fatturato (d) , una dimensione che ci collocherebbe al quarto-quinto posto tra le compagnie europee (e).
(d) I primi due numeri non sono irrealistici: se AZ supera i 23 milioni di passeggeri quest’anno può ambire a 25 l’anno prossimo in considerazione della ripresa mondiale della domanda. Negli ultimi mesi i dati di traffico sui cieli italiani segnano un più 7-8%. Per quanto riguarda invece i ricavi, nel primo semestre 2010 il rapporto tra ricavi operativi e passeggeri è stato di 140 euro il quali, moltiplicati per i 25 milioni preventivati nel 2011, porterebbero esattamente a 3,5 miliardi di fatturato.
(e) Questo risultati non farebbero tuttavia di AZ la quarta né la quinta compagnia europea, come si può vedere dalle due classifiche seguenti, costruite sui dati dell’intero anno 2009 (Fonte dei dati: ATW World Airline Report 2009). Per quanto riguarda i passeggeri (espressi in milioni) infatti Alitalia è risultata solo decima e appare in grado di scalare entro il prossimo anno al massimo due posizioni: Sas e una ulteriore per effetto dell’aggregazione di Iberia e British.
  1. Air France-Klm 71,4 milioni
  2. Ryanair 66,5
  3. Lufthansa 55,6
  4. EasyJet 48,7
  5. British Air. 31,8
  6. Air Berlin 27,9
  7. Iberia 25,6
  8. Turkish Air. 25,1
  9. Sas 21,4
  10. Alitalia 21,2
In termini di fatturato la sua posizione nel 2009 era invece nona, e anche in questo caso potrebbe al più scalare una o due posizioni:
  1. Lufthansa 31,9 milioni di $
  2. Air France-Klm 28,3
  3. British Air. 12,1
  4. Iberia 6,32
  5. Sas 6,26
  6. Air Berlin 4,70
  7. Turkish Air. 4,66
  8. EasyJet 4,25
  9. Alitalia 4,18
  10. Ryanair 4,02
Al di là dei risultati economici, il «prodotto» Alitalia funziona, piace di più?
Le persone che volano con noi ci dicono di sì. E i dati lo confermano. Oggi l’Alitalia ha un tasso di cancellazione dei voli di appena lo 0,5 per cento, il che significa che su 700 collegamenti al giorno non più di tre vengono cancellati. La puntualità è arrivata all’82 per cento dei voli e sul Milano-Roma è al 90 per cento. Nella classifica europea della puntualità nei primi 6 mesi, siamo al secondo posto fra le grandi compagnie. E dalle indagini che dal maggio dello scorso anno conduciamo presso i nostri clienti i soddisfatti sono passati dal 72 all’80 per cento, grazie alla puntualità, alla gestione dei bagagli e al servizio di bordo.
Non ho la possibilità di confermare questi dati precisi, dato che l’associazione delle compagnie di bandiera europee (AEA) non rende pubblico da diverso tempo il ‘Consumer report’ sulla qualità del servizio prestato dai vettori membri (ritardi e bagagli smarriti). Le informazioni disponibili vanno tuttavia nella direzione di una conferma del miglioramento nei livelli qualitativi e nel fatto che essi, a differenza di quanto si era verificato all’inizio della nuova gestione, abbiano raggiunto livelli più che accettabili. Il report mensile di Eurocontrol sui ritardi, ad esempio, il quale non pubblica dati sui singoli vettori ma solo sui singoli aeroporti, non include da tempo i principali aeroporti italiani tra quelli soggetti ai ritardi maggiori nello spazio aereo europeo.
A proposito di Roma: quanto incide la rotta Linate-Fiumicino, quella attaccata dal treno, sul vostro fatturato?
Per il 5 per cento, meno di quanto si pensi.

Ancora nell’estate 2008 la rotta Linate-Fiumicino pesava per il 10% del mercato domestico del trasporto aereo. Tale quota era coperta per circa due terzi da Alitalia e un terzo da AirOne. I passeggeri Alitalia sulla rotta rappresentavano l’8% dei passeggeri totali di Alitalia ed è stimabile che apportassero già allora il 5% dei ricavi passeggeri totali dell’azienda. Se tale cifra è ancora oggi al 5%, dopo il ridimensionamento dell’azienda, il suo riposizionamento in favore delle rotte domestiche e la monopolizzazione della rotta Linate-Fiumicino, sembrerebbe che quest’ultima azione abbia giovato ben poco ai conti dell’azienda. Sarebbe interessante verificare se essa sia stata neutralizzata dalla competizione modale del treno ad alta velocità.
Nel 2011 completerete la ristrutturazione: che cosa sarà, dopo, l’Alitalia?
Già ora pensiamo allo sviluppo che prevede il potenziamento nel mercato italiano e la crescita su quello internazionale: il prossimo anno aumenteremo del 10 per cento la nostra offerta e inaugureremo nuove destinazioni europee e intercontinentali. In particolare, l’AirOne passerà da 5 a 8 aerei e da Malpensa coprirà nove nuove rotte internazionali,verso l’Europa dell’Est e il Nord Africa. Mentre l’Alitalia potenzierà le frequenze verso il Giappone, coprendo gli spazi lasciati liberi dalla Jal, e da giugno aprirà una nuova destinazione in Brasile, a Rio de Janeiro. Guardiamo anche alla Cina: è probabile che inaugureremo una rotta per Pechino o Shanghai nel 2011, con un anno di anticipo rispetto ai piani.

L’espansione internazionale e intercontinentale di Alitalia è un’ottima notizia. La abbiamo sempre auspicata, criticando il piano Fenice che aveva invece provveduto a un drastico ridimensionamento di questi segmenti. Fa molto piacere che la nuova Alitalia non segue le rotte errate di tale piano.
Rinnoverete anche la flotta?
Dopo avere acquistato 18 nuovi aerei tra il 2009 e il 2010, il prossimo anno ne dovremmo introdurre un’altra decina, di cui tre o quattro a lungo raggio. Con 30 nuovi aerei in un triennio, saremo la compagnia europea con il piano di rinnovo più impegnativo. E alla fine la nostra flotta avrà un’età media inferiore ai 9 anni, la più giovane d’Europa, low cost escluse.
Il rinnovo della flotta è uno degli aspetti migliori della nuova gestione così come l’assenza di investimenti al riguardo era uno dei limiti maggiori di quella vecchia.
Ecco, le low cost: continueranno a essere un concorrente agguerrito?
Andrebbe ricordato che le compagnie low cost prendono sussidi dagli aeroporti (f), non hanno il contratto di lavoro italiano, non pagano le tasse in Italia (g) … ma non mi interessa. Io so che offrono un prodotto a un prezzo competitivo. E io cerco di competere sul prezzo perché ho una struttura di costi che me lo permette, a metà strada fra le compagnie tradizionali e quelle low cost (h). Per questo abbiamo offerte da 20 euro con AirOne e da 39 euro con Alitalia. Non a caso stiamo aumentando le nostre quote di mercato (i). E poi penso che in futuro le low cost diventeranno meno aggressive perché gli aeroporti non ce la fanno più a finanziarle o non vogliono dipendere da una sola compagnia (j).
(f) Qui ha ragione Sabelli: i sussidi andrebbero evitati o regolamentati in maniera più stretta. Nell’attesa non possiamo certo rimproverare ad Alitalia di operare anch’essa su rotte sussidiate.
(g) Questa è la ragione per la quale i vettori esteri dominano i trasporti internazionali da e verso l’Italia su tutte le modalità, non solo quella aerea (sulla quale hanno più dei tre quarti di quota di mercato).
(h) Se effettivamente i costi unitari, correttamente calcolati, fossero a metà strada tra i vettori tradizionali e quelli low cost, Alitalia godrebbe dello stesso successo e tassi di crescita di Turkish Airlines. Il fatto che sembrino a metà strada è a mio avviso frutto della prassi, diffusa nell’industria aerea, di dividere i costi operativi totali per indicatori di traffico relativi ai soli passeggeri. Essa è in realtà corretta solo in presenza di un mix simile di traffici tra passeggeri e cargo mentre Alitalia, che ha pochissimo cargo, si avvicina in questa caratteristica ai vettori low cost e si differenzia dalle maggiori compagnie tradizionali.
(i) Credo che in realtà Alitalia nell’insieme del 2010 stia sostanzialmente conservando le quote di mercato dello scorso anno: dai dati Assaeroporti emerge infatti che in Italia il movimento dei passeggeri sulle rotte domestiche era in agosto a un +7% rispetto allo stesso mese del 2009 mentre sulle rotte internazionali a un +8%. In questo mese Alitalia ha fatto meglio del mercato dato che ha realizzato sull’insieme delle rotte servite un +8,6%; invece nei primi sette mesi dell’anno l’intero mercato è cresciuto del 5,6% mentre Alitalia nello stesso periodo è aumentata del 4,1% (fonte Aea).
(j) Non sono altrettanto ottimista: il principale vantaggio dei vettori low cost è rappresentato proprio dai costi unitari, non dai ricavi extrautenti di cui pure godono. Essi sembrano avvantaggiarsi in tutte le fasi del ciclo: in recessione, perché attraggono viaggiatori business le cui aziende hanno ridimensionato il budget per i viaggi, e in espansione, perché intercettano la maggior domanda turistica. Nell’ultimo anno, intanto, sono andati benissimo: in agosto Ryanair registrava un incremento passeggeri su dodici mesi del 12%, Air Berlin del 9%, EasyJet dell’8%.
La Iberia si unisce alla British Airways, la United si fonde con la Continental, il settore va verso un progressivo consolidamento. Perché l’Alitalia ce la dovrebbe fare da sola? Nel nostro piano industriale è prevista un’Alitalia «stand-alone» (k) con 30 milioni di passeggeri (l) e una serie di rotte sostenibili, tenute aperte cioè solo se rendono.
(k) Siamo dell’idea, non da ora, che le aggregazioni siano inevitabili, anche tra grandi operatori stabilmente caratterizzati da buone performance; a maggior ragione per vettori di minori dimensioni. E comunque auguriamo ad Alitalia di riuscire nei suoi progetti, soprattutto nell’interesse dei suoi lavoratori.
(l) Un vettore da 30 milioni di passeggeri rappresenta un progetto diverso e più ambizioso dell’originario piano Fenice: esso richiederà inevitabilmente l’impiego di più aerei e di più personale. Tuttavia, considerando che la vecchia Alitalia e la vecchia AirOne nel 2007 hanno trasportato complessivamente 31,5 milioni di passeggeri, non è forse questa la conferma che era meglio provare a rilanciarle senza drastici ridimensionamenti? Ovviamente avendo a disposizione le più ampie risorse finanziarie e di know how che un grande vettore europeo (Air France-Klm o Lufthansa) era in grado di apportare …


Chicagoblog.it
 
Per Airone da MXP si parla dunque di 9 nuove rotte verso Est europa e nord africa direi che potrebbero essere WAW, KRK, BUD, OTP, SOF, IST sul nord africa non saprei forse pensano al Marocco anche se da MXP è già ben collegato con notevole concorrenza.
 
Bellisima!
Molto interessanti e puntuali anche i commenti, per cio' che conosco di AZ, non moltissimo, mi sembrano ineccepibili.
Resto scettico sell'ottimismo di Sabelli, le voci che sento dall'interno stridono un bel po' con l'intervista!
Bravo Billypaul complimenti.
 
L'articolo è scritto da Ugo Arrigo. Era da un pò che non leggevo un suo articolo. Sebbene sia sempre un filino scettico, noto con piacere che sta apprezzando alcune scelte del nuovo management.

Già.E sono felice che in AZ ci si sia resi conto che i soldi si fanno sul lungo raggio..
 
IMHO è una bella analisi anche se ha qualche pecca. Ad esempio al punto (h)
Se effettivamente i costi unitari, correttamente calcolati, fossero a metà strada tra i vettori tradizionali e quelli low cost, Alitalia godrebbe dello stesso successo e tassi di crescita di Turkish Airlines. Il fatto che sembrino a metà strada è a mio avviso frutto della prassi, diffusa nell’industria aerea, di dividere i costi operativi totali per indicatori di traffico relativi ai soli passeggeri. Essa è in realtà corretta solo in presenza di un mix simile di traffici tra passeggeri e cargo mentre Alitalia, che ha pochissimo cargo, si avvicina in questa caratteristica ai vettori low cost e si differenzia dalle maggiori compagnie tradizionali.

Il successo di Turkish Airlines a mio avviso non dipende esclusivamente dai costi, ma da una serie di altri fattori quali ad esempio l'espansione dell'economia turca (GDP in aumento di più del 10% nel primo semestre 2010) che porta ad una crescita della domanda nel trasporto aereo non indifferente in termini relativi.
Possiamo dire che in Italia c'è stata una crescita di domanda nel trasporto aereo pari alla Turchia? Personalmente non credo.
 
L' errore di fondo di Alitalia è stato il ridimensionamento, la ristrettezza di ambizioni, insomma il piano Prato come epitome dei tagli iniziati da Mengozzi, un signore che, casualmente, ha curato la vendita totale prima e parziale poi di Alitalia ad Air France.

Più che un venditore un venduto, verrebbe da dire alle malelingue.

E ora entusiasmatevi per un 4xw a Copacabana.
 
Tuttavia, considerando che la vecchia Alitalia e la vecchia AirOne nel 2007 hanno trasportato complessivamente 31,5 milioni di passeggeri, non è forse questa la conferma che era meglio provare a rilanciarle senza drastici ridimensionamenti? Ovviamente avendo a disposizione le più ampie risorse finanziarie e di know how che un grande vettore europeo (Air France-Klm o Lufthansa) era in grado di apportare …

Aggiungo che quei 8.5 milioni di passeggeri che mancano all'appello non è che non hanno volato piu'. Stanno volando (e fidelizzandosi) con qualcun'altro.

L' errore di fondo di Alitalia è stato il ridimensionamento, la ristrettezza di ambizioni, insomma il piano Prato come epitome dei tagli iniziati da Mengozzi, un signore che, casualmente, ha curato la vendita totale prima e parziale poi di Alitalia ad Air France.Più che un venditore un venduto, verrebbe da dire alle malelingue.

Non ho mai fatto il paragone, ma il ridimensionamento credo sia maggiore in CAI.
 
Ultima modifica da un moderatore:
Mengozzi ha suonato la ritirata dall' intercontinentale, che oggi si scopre fonte di guadagno, i Prato-CAI hanno solo smontato la rete da Malpensa, dichiarata ineluttabile fonte di perdite ai quattro venti, salo vedere che praticamente tutte le rotte* NB abbandonate sono state riprese da altri, da Minsk a Tripoli, passando per Bilbao e salvo dover tornare in versione smart.

Tutti insieme che cos' hanno fatto? Gli interessi di Air France, con l' appoggio degli FCOfan a cui hanno regalato gli scarti.


*Quasi tutte, eccetto le rotte italiane, indispensabili a fare un hub
 
*Quasi tutte, eccetto le rotte italiane, indispensabili a fare un hub

Certo,
Con un MXP-TIP 5xw, un MXP-MSQ 4xw, un MXP-DKR 2xw, un MXP-BIO 4xw low cost ci fai un hubbissimo!

Pensavo fosse appurato ormai che il declino di MXP passa inesorabilmente dalle menti scriteriate di chi l'ha amministrata, l'amministra e l'amministrerà.

A FCO si accontenteranno sicuramente di Copacabana e del Corcovado, ma in brughiera pregano ancora per un volo su PEK, BOS o ORD.

Vabbè...comunque lascio questi commenti al thread su Malpensa che è più indicato.
 
Mengozzi ha suonato la ritirata dall' intercontinentale, che oggi si scopre fonte di guadagno, i Prato-CAI hanno solo smontato la rete da Malpensa, dichiarata ineluttabile fonte di perdite ai quattro venti, salo vedere che praticamente tutte le rotte* NB abbandonate sono state riprese da altri, da Minsk a Tripoli, passando per Bilbao e salvo dover tornare in versione smart.
Tutti insieme che cos' hanno fatto? Gli interessi di Air France, con l' appoggio degli FCOfan a cui hanno regalato gli scarti.

AirFrance è sempre stata nel consiglio di amministrazione di AZ. Mengozzi ha la Legion D'Onore, Prato è stato transitorio e l'attuale management è li non per fare trasporto aereo ma per altri motivi che tutti ben conosciamo.
Che ti aspettavi?
 
....con perdite più che dimezzate e con cassa e linee di credito per oltre 400 milioni.

Ma a Giugno, quando hanno dichiarato perdite per 164 milioni, non disse che la disponibilità finanziaria era di 500 milioni fra cassa e linee di credito??

"altri motivi che tutti ben conosciamo" = profitti
Che ti aspettavi?

Se! Infatti il fritto misto di patrioti non aspettava altro che prendersi l' Alitalia.

Mi aspettavo:
Franza o Spagna, pur che se magna

Magari se la fossero presa prima i franzosi...
 
Ultima modifica da un moderatore:
Con stucco e pittura si fa bella figura, ma la sostanza non cambia, l'intervista di sabelli mi da' questa impressione.
Che az , che ormai e' una regional,debba fondersi con qualche altra vera major e' una questione su cui il forum ha scritto enciclopedia.
di fatto in piedi da sola non sta.
l'incapacita' del management politico e' palese, dove c'er az ci sono molte LCC straniere,
Le societa' di gestione aeroportuale locali preferiscono finanziare i britannici a basso costo (loro), data l'incapacita' imprenditoriale dei locali(alpieagles volare myair etc etc...), Az non ne faceva e non ne fa eccezione, il salvataggio e' un fallimento pilotato coi soldi pubblici
Chi e' causa del suo mal...
 
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