Thread Alitalia dal 1° ottobre 2013


Stato
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L'interesse che AZ può avere per EY è permettere di aggredire il mercato Europeo (non solo italiano) verso ovest, e una serie di destinazioni di medio raggio che che non sono operabili con scalo a AUH.
Non è che EY deve trasformare AZ in un big player, è che possono avere un interesse strategico come era ben spiegato nel tre ad apposito dove il Pres postò anche una bella mappa dei network potenziale.
Secondo me consideri male lo scopo della JV che è massimizzare i profitti e ridurre la concorrenza. Lo scopo non è farsi i dispettucci e rubarsi il traffico l'un l'altro.
Ricordo il post di Kenya, ma ho seri dubbi che per EY il gioco valga la candela. In altri termini per raggiungere quello scenario quanto bisognerebbe investire? E quanto ci si potrebbe guadagnare? Alla prima domanda la risposta è probabilmente "tantissimo", imho quantificabile in una cifra a nove zeri. Alla seconda domanda mi viene difficile rispondere con una cifra ancora più alta, poi ovviamente parlo senza dati, quindi può essere tutto e niente.
Ma tornando alla realtà, se ad oggi nonostante gli abboccamenti EY non ha fatto mosse concrete e se davvero AF non ricapitalizzerà se non eventualmente in un secondo tempo, direi che stiamo parlando di scenari più che improbabili. Purtroppo.
Per quanto riguarda la JV, sicuramente ci sono pesi e contrappesi per non alterare gli equilibri tra le compagnie che vi partecipano.
Il mercato è saturo, tant'è che oltre ad AZ, anche AF e DL hanno tagliato alcuni collegamenti. La possibilità che EY sia benvenuta qualora provasse a rubare mercato agli alleati è sicuramente pari a zero. Semplicemente sarebbe capacità aggiuntiva non richiesta e sicuramente né AF né DL si sognerebbero di cedere dei voli ad una rampante AZ by EY.
 
Una domanda banale a chi volesser rispondere.
Il (poco) lungo raggio di az e' complessivamente in perdita o in utile?
 
Scusate, io sarò anche ignorante in materia, ma che appetibilità ha una compagnia aerea che perde un milione al giorno, che nata nel gennaio 2009 senza debiti è ora sull'orlo del fallimento, con personale ultra sindacalizzato e legato a vecchie logiche politico-clientelari?
Fossi una azienda interessata al mercato italiano, tutto farei, tranne diventar proprietario di un'azienda come quella sopra descritta.

Ultrasindacalizzato??
Ma dove, se non sciopera più nessuno?
 
Ricordo il post di Kenya, ma ho seri dubbi che per EY il gioco valga la candela. In altri termini per raggiungere quello scenario quanto bisognerebbe investire? E quanto ci si potrebbe guadagnare? Alla prima domanda la risposta è probabilmente "tantissimo", imho quantificabile in una cifra a nove zeri. Alla seconda domanda mi viene difficile rispondere con una cifra ancora più alta, poi ovviamente parlo senza dati, quindi può essere tutto e niente.
Ma tornando alla realtà, se ad oggi nonostante gli abboccamenti EY non ha fatto mosse concrete e se davvero AF non ricapitalizzerà se non eventualmente in un secondo tempo, direi che stiamo parlando di scenari più che improbabili. Purtroppo.
Per quanto riguarda la JV, sicuramente ci sono pesi e contrappesi per non alterare gli equilibri tra le compagnie che vi partecipano.
Il mercato è saturo, tant'è che oltre ad AZ, anche AF e DL hanno tagliato alcuni collegamenti. La possibilità che EY sia benvenuta qualora provasse a rubare mercato agli alleati è sicuramente pari a zero. Semplicemente sarebbe capacità aggiuntiva non richiesta e sicuramente né AF né DL si sognerebbero di cedere dei voli ad una rampante AZ by EY.
EY ha fondi da investire e sicuramente idee. il veto di AF è stato palese, EY starà alle finestra e si farà i suoi conti se si apre la possibilità con AF che si diluisce.
 
Probabilmente quando i vari attori si siederanno attorno al tavolo per giocare la partita vera, converranno che la soluzione AF è l'unica praticabile e probabilmente ci sará un fittizio ammorbidimento da parte dei francesi per lasciare a politici e sindacati italiani, la possibilità di presentarsi al popolino come coloro che hanno ottenuto il miglior risultato possibile salvando l'azienda e quasi tutti i posti di lavoro.

Infatti, penso anch'io che sia necessario questo, ma come fai a trovare una convergenza tra portatori di interessi così oppositivi? E tra l'altro non esiste nemmeno un'autorità che possa o mediare o dirimere.

Soci, banche, creditori, dipendenti, governo italiano, politici locali, francesi, commissione UE. Auguri.
 
AF che si sfila è però lo spazio di manovra che potrebbero usare, immagino che anche agli arabi non faccia molto piacere ricevere veti da parte dei francesi.
Ed EY potrebbe avere un certo interesse strategico a mettere un bel piede in sud Europa con focus sulle Americhe che con Air Berlin non possono avere.

Mi colpisce il tuo immancabile ottimismo, ma ti ripropongo la domanda: inimicarsi i francesi per presidiare il sud Europa quando la stessa EY ha tre partecipazioni in compagnie della zona euro?
 
Purtroppo assieme alle rotte, verrebbe tagliata anche la corrispondente quota di personale, il cui numero probabilmente sarebbe a 3 zeri.

Se si riduce il corto raggio ma si aumenta il lungo il personale non può essere ricollocato in buona parte su questi voli?
 
EY ha fondi da investire e sicuramente idee. il veto di AF è stato palese, EY starà alle finestra e si farà i suoi conti se si apre la possibilità con AF che si diluisce.
Ci credo molto poco, ma speriamo. Che la speranza non è ancora tassata...
Infatti, penso anch'io che sia necessario questo, ma come fai a trovare una convergenza tra portatori di interessi così oppositivi? E tra l'altro non esiste nemmeno un'autorità che possa o mediare o dirimere.
Non c'è nulla da dirimere, la strada per come la vedo io è una sola e porta a Parigi. Quel poco che si potrà negoziare (formalmente) servirà solo agli italiani per salvare la faccia.
Ho scritto formalmente perchè nella realtà sarebbe più corretto parlare di elemosina....
Siamo di fronte ad un salvataggio, non dimentichiamolo. Il fatto che "la salvatrice" AF abbia interessi in AZ, non rende la cosa concettualmente diversa.
Pensare la querelle AF-AZ su di un piano di dignità più o meno paritaria, è altamente fuorviante. Dalle scelte di una dipende la sopravvivenza dell'altra, mentre non è vero il contrario.
Se si riduce il corto raggio ma si aumenta il lungo il personale non può essere ricollocato in buona parte su questi voli?
Certo, ma in mezzo ci sono quei grandi investimenti che nessuno sembra voler fare.
 
Alitalia, blitz di Air France: ora vuole acquistare tutta la compagnia
Umberto Mancini
30-Ottobre-2013
Lo aveva scritto nero su bianco in una lettera al presidente Roberto Colaninno, ed ora Alexandre de Juniac, il grande capo di Air France, passa ai fatti. Con la richiesta ufficiale di una due diligence su Alitalia, cioè di una valutazione approfondita dei conti, finalizzata a conquistare la cloche della compagnia. A chiudere quindi il cerchio una volta per tutte.

La decisione, per certi aspetti clamorosa, sarebbe stata comunicata sia all’ad Gabriele Del Torchio che ai principali azionisti. Ma è evidente che si vuole innanzitutto sondare la disponibilità dei soci minori e di chi, pur approvandolo, ha mal digerito l’aumento di capitale. Tuttavia Parigi punterebbe soprattutto a guadagnare tempo, ben conoscendo criticità e i punti forza del partner tricolore. Ma allora perché questo nuovo blitz? A cosa mira realmente la due diligence? Per gli analisti l’obiettivo è fissare un valore definito, basso in questo momento, per acquistare tutto a un prezzo molto conveniente. Mediando - è lo scopo - tra il prezzo d’ingresso pagato nel 2008 e quello post aumento di capitale, approfittando della evidente svalutazione. Difficile ipotizzare il «risparmio» che potrebbe essere generato e quale possibilità di successo abbia l’operazione. Di certo Lazard, advisor di Air France, sta elaborando i dati per stimare i possibili vantaggi. Un modo, anche, per far digerire alla parte più ostile del board, ovvero a Klm, il proseguimento dell’avventura in Italia. E, nel contempo, ammorbidire chi, nel governo francese, non vede l’ora di lasciare il campo. Spulciare nei conti aziendali è tra l’altro un modo per prendere tempo. Anche per avere un quadro più chiaro sul futuro del governo Letta.

TUTTI AL LAVORO
Oggi il tema due diligence verrà affrontato dal cda di Alitalia che deciderà probabilmente l’avvio di una data room aperta non solo ai francesi, ma anche alle Poste e ad altri vettori interessati, da Etihad ai cinesi. In attesa della due diligence, procede la definizione del piano stand alone voluto da Del Torchio in collaborazione con Boston Consulting. Lavoro che si completerà prima del 16 novembre, data in cui dovrà partire la ricapitalizzazione. Si tratta di un documento che ribalta la logica seguita finora. Per consentire alla compagnia di reggersi finalmente sulle proprie gambe, con un piano sostenibile in grado di avvicinare il break-even in poco tempo e poter trattare così alla pari con i possibili partner.

Gli interventi, sintetizzati in varie slides che "Il Messaggero" ha potuto visionare, sono ad ampio raggio: dai tagli di personale (gli esuberi sarebbero oltre mille con il blocco di almeno 2000 contratti a termine), ai sacrifici che saranno chiesti ai manager, in una sorta di spending review globale. Verranno poi rivisti i contratti, dalle forniture al leasing, alle manutenzioni. Come suggerito da Boston Consulting, saranno quindi ridisegnate le rotte e la configurazione degli aerei, eliminando le aree dove ci sono perdite secche. Nuove frequenze poi per i voli che viaggiano non a pieno carico e spostamento degli equilibri sulle tratte a maggior valore aggiunto. Un piano da lacrime e sangue - dice un azionista influente - che però ha la possibilità di funzionare davvero, «per consentirci di trattare alla pari con Air France».
 
“Bancarotta Alitalia, i biglietti a rischio”

di Stefano Feltri Il governo Letta e il presidente Roberto Colaninno possono sgolarsi a rassicurare, a spiegare che l’arrivo delle Poste nel capitale è una brillante mossa tattica per piegare Air France. Ma chi deve comprare i biglietti aerei di Alitalia proprio non si fida. Una email che il Fatto Quotidiano ha potuto leggere, riassume la situazione molto meglio di qualunque cifra di bilancio o rapporto degli analisti. L’AGENZIA DI VIAGGI olandese VCK, un colosso di Amsterdam alla quale si appoggia perfino la Commissione europea per molti viaggi. Chi chiede a VCK di volare da Roma a Bruxelles riceve via email questa avvertenza: “È possibile prenotare, ma visto che Alitalia ha problemi economici siamo costretti ad avvertire i nostri passeggeri che se la compagnia aerea Alitalia dovesse andare in bancarotta, VCK non rimborserà nulla della somma versata per la prenotazione”. Il temerario viaggiatore può chiedere comunque un volo con la sigla AZ, cioè operato dall’Alitalia, e VCK lo prenota. Ma c’è un pizzico di brivido. Se ha letto le cronache finanziarie, il passeggero sa che la situazione è grave ma che la bancarotta della ex compagnia di bandiera non è questione di giorni (o almeno lo spera). Ma un potenziale cliente, magari non italiano, che si è perso i contorcimenti finanziari che hanno assicurato una provvisoria sopravvivenza all’azienda, può spaventarsi e cambiare vettore. La situazione di Alitalia comunque appare sempre più precaria, i timori dell’agenzia VCK sono fondati nella cronaca. Oggi si riunisce il consiglio di amministrazione presieduto da Roberto Colaninno in un’atmosfera sempre più cupa, viste le notizie che arrivano da Parigi. I soci hanno tempo fino al 16 novembre per decidere se aderire all’aumento di capitale da 300 milioni di euro necessario per evitare la bancarotta. Ma l’azionista più importante, cioè Air France che ha il 25 per cento, ancora non ha comunicato la sua scelta. Secondo le indiscrezioni che circolano sulla stampa finanziaria – da Mf Milano Finanza all’informato La Tribune – il gruppo francese guidato da Alexandre de Juniac ha ormai le idee chiare: per ora non si muoverà, i soldi da Parigi arriveranno soltanto quando sarà sicura di poter comandare con il minimo esborso possibile, magari dopo una ristrutturazione del debito verso le banche (Intesa e Unicredit già si sono esposte con una ulteriore linea di credito da 200 milioni abbinata all’aumento di capitale). De Juniac spera in un bis del 2008, quando i “salvatori” di Alitalia ricevettero una compagnia libera da indebitamento e pendenze, solo così il manager può giustificare ad azionisti e sindacati che spende soldi all’estero mentre chiede sacrifici in patria. “I progetti di Air France-Klm sono ancora una volta in contrasto con gli interessi del governo e dell’ambiente economico italiano, dove alcuni grandi gruppi chiedono uno sviluppo dei voli a lungo raggio, al contrario del gruppo franco-olandese che preferisce lo staus quo”, scrive La Tribune. Nell’incertezza, all’estero, preferiscono comprare i biglietti di compagnie più tranquille.

http://mentiinformatiche.com/2013/10/bancarotta-alitalia-i-biglietti-a-rischio.html

E' vera la parte evidenziata?
 
Visto che ci interessano da vicino, posto qui i dati finanziari di AF relativi al T3:

AIR FRANCE-KLM : THIRD QUARTER 2013 RESULTS

Thursday 31 October 2013
- Operating result of 634 million euros (491 million euros at 30th September 2012)
- Revenues of 7.2 billion euros (+0.4% and +3.8% at constant exchange rates)


QUARTER JULY-SEPTEMBER 2013
Operating result of 634 million euros (491 million euros at 30th September 2012)
Revenues of 7.2 billion euros (+0.4% and +3.8% at constant exchange rates)
Further reduction in unit costs

NINE MONTHS TO 30th SEPTEMBER 2013
Revenues up 1.0% to 19.51 billion euros
382 million euro improvement in operating result to 183 million euros
Operating cash-flow of 1.29 billion euros (0.71billion euros at 30th September 2012)
and free cash flow of 500 million euros

OUTLOOK FOR FULL YEAR 2013
Target of improvement in Second Half operating result in line with that of the First Half
maintained
Reduction in net debt relative to 31st December 2012


Net debt stood at 5.40 billion euros against 5.97 billion euros at 31st December 2012, a decline of 560 million euros
http://www.airfranceklm.com/fileadmin/user_upload/pdf/Press_release/6123AFKLQ3_Results_2013.pdf
 
Ultima modifica:
Breaking news Repubblica

AIR FRANCE AZZERA LA PARTECIPAZIONE IN ALITALIA

Da ilsole24ore

Alitalia, Air France-Klm azzera il valore della sua partecipazione
Il gruppo Air France-Klm ha «svalutato completamente il valore della sua quota in Alitalia», in seguito alla decisione dell'assemblea dei soci della compagnia italiana di lanciare un aumento di capitale da 300 milioni di euro. È quanto si legge nella relazione trimestrale del gruppo franco-olandese, consultata da Radiocor. Air France-Klm detiene il 25% di Alitalia. La decisione di azzerare il valore dei titoli Alitalia - spiega ancora la relazione trimestrale - avviene «tenuto conto delle incertezze che pesano sulla situazione» della compagnia italiana. Pertanto la quota di competenza di Air France-Klm delle perdite di Alitalia così come un accantonamento per svalutazione sono stati registrati nel bilancio trimestrale per un importo di 202 milioni di euro, nell'ambito delle società valutate a patrimonio netto.

Il gruppo Air France-Klm nel terzo trimestre ha segnato un utile di 144 milioni di euro, in calo del 51,4% sullo stesso periodo del 2012. L'andamento - spiega una nota - tiene conto di accantonamenti di ristrutturazioni per 216 milioni legati al piano di esodi volontari. Inoltre pesa «un importo negativo per 137 milioni» quale «quota nei risultati e svalutazione del valore residuo dei titoli Alitalia», detenuti dal gruppo franco-olandese, azionista della compagnia italiana con il 25%. I ricavi del trimestre sono stabili a 7,2 miliardi. Netto il miglioramento, per contro, dell'utile operativo a 634 milioni di euro, in progresso del 29%. Nei primi nove mesi del 2013, Air France-Klm ha perso 649 milioni contro il rosso di 980 milioni di un anno prima. I ricavi sono saliti dell'15 a 19,5 miliardi.
 
con queste premesse:

Air Défense

Industrie - Services Air Défense Actualités
Air France : le bénéfice net pénalisé en partie par Alitalia
Par Les Echos | 31/10 | 07:44 | mis à jour à 07:53
Le groupe aérien annonce un bond de 29 % de son bénéfice d’exploitation et maintient ses objectifs pour 2013. Mais la dépréciation de la valeur des titres d’Alitalia pèse pour quelques 137 millions d’euros. S’y ajoute une charge d’impôt.
Air France-KLM a vu son chiffre d’affaires progressé de 0,4 % - Reuters

Air France-KLM a vu son chiffre d’affaires progressé de 0,4 % - ReutersAir France-KLM dévoile ce jeudi un bond de 29,1% de son bénéfice d’exploitation au troisième trimestre . Mais, revers de la médaille, son bénéfice net a, dans le même temps diminué de moitié. Une baisse qui s’explique avant tout par une charge d’impôt de 140 millions d’euros et la dépréciation de la valeur des titres d’Alitalia qui pèse pour quelques 137 millions d’euros.

De juillet à septembre, le groupe aérien franco-néerlandais a dégagé un bénéfice d’exploitation de 634 millions d’euros, contre 491 millions un an plus tôt. Quant au bénéfice net, il s’est établi à 144 millions d’euros, contre 296 millions, selon un communiqué.

Ces résultats permettent au groupe d’afficher une certaine confiance pour l’année en cours. « Sur la base d’une facture pétrolière de 2,3 milliards de dollars (courbe à terme du 18 octobre 2013) et dans un environnement économique et des monnaies qui restent fortement volatils, le groupe maintient son objectif d’une amélioration du résultat d’exploitation sur le second semestre en ligne avec celle du premier semestre » explique le communiqué.

Une partie des objectifs 2014 sont abandonnés
Mais 2014 s’annonce plus délicat. Air France-KLM a en effet annoncé que son excédent brut d’exploitation (Ebitda) serait situé au bas de la fourchette prévue pour 2014 et a repoussé à 2015 son objectif de réduction de dette, confronté à la faiblesse de la croissance économique et à la volatilité des prix du pétrole et des devises. Le groupe franco-néerlandais, numéro deux européen en termes de chiffre d’affaires derrière l’allemand Lufthansa, renonce également à son objectif d’équilibre financier en 2014 pour ses activités de moyen-courrier et de fret, dont il compte cependant continuer à réduire les pertes.

L’activité cargo toujours pénalisée
Le chiffre d’affaires atteint quant à lui 7,2 milliards d’euros, en hausse de 0,4 % (+3,8 % sans effet de change). Par activité, le groupe note avoir enregistré « une bonne saison été » avec un trafic en hausse de 2,5% pour une augmentation des capacités limitée à 1,4%. L’activité cargo reste « affectée par le ralentissement économique et une situation de surcapacité » explique encore le communiqué. Le trafic y recule de 3,8% et « la forte baisse du chiffre d’affaires cargo (-9,3% à 687 millions d’euros) entraîne une détérioration du résultat d’exploitation »

Le chiffre d’ affaires tiers de l’activité maintenance est en hausse de 19,5% à 306 millions d’euros.

L’activité loisirs a quant à elle généré un chiffre d’affaires de 397 millions d’euros (en hausse de 8%) et un résultat d’exploitation de 66 millions d’euros (70 millions d’euros au 30 septembre 2012) explique encore le groupe. Les autres activités, essentiellement le catering, ont réalisé un chiffre d’affaires tiers de 88 millions d’euros et un résultat d’exploitation de 21 millions d’euros.
 
o aveva scritto nero su bianco in una lettera al presidente Roberto Colaninno, ed ora Alexandre de Juniac, il grande capo di Air France, passa ai fatti. Con la richiesta ufficiale di una due diligence su Alitalia, cioè di una valutazione approfondita dei conti, finalizzata a conquistare la cloche della compagnia. A chiudere quindi il cerchio una volta per tutte.

La decisione, per certi aspetti clamorosa, sarebbe stata comunicata sia all’ad Gabriele Del Torchio che ai principali azionisti. Ma è evidente che si vuole innanzitutto sondare la disponibilità dei soci minori e di chi, pur approvandolo, ha mal digerito l’aumento di capitale. Tuttavia Parigi punterebbe soprattutto a guadagnare tempo, ben conoscendo criticità e i punti forza del partner tricolore. Ma allora perché questo nuovo blitz? A cosa mira realmente la due diligence? Per gli analisti l’obiettivo è fissare un valore definito, basso in questo momento, per acquistare tutto a un prezzo molto conveniente. Mediando - è lo scopo - tra il prezzo d’ingresso pagato nel 2008 e quello post aumento di capitale, approfittando della evidente svalutazione. Difficile ipotizzare il «risparmio» che potrebbe essere generato e quale possibilità di successo abbia l’operazione. Di certo Lazard, advisor di Air France, sta elaborando i dati per stimare i possibili vantaggi. Un modo, anche, per far digerire alla parte più ostile del board, ovvero a Klm, il proseguimento dell’avventura in Italia. E, nel contempo, ammorbidire chi, nel governo francese, non vede l’ora di lasciare il campo. Spulciare nei conti aziendali è tra l’altro un modo per prendere tempo. Anche per avere un quadro più chiaro sul futuro del governo Letta.

TUTTI AL LAVORO
Oggi il tema due diligence verrà affrontato dal cda di Alitalia che deciderà probabilmente l’avvio di una data room aperta non solo ai francesi, ma anche alle Poste e ad altri vettori interessati, da Etihad ai cinesi. In attesa della due diligence, procede la definizione del piano stand alone voluto da Del Torchio in collaborazione con Boston Consulting. Lavoro che si completerà prima del 16 novembre, data in cui dovrà partire la ricapitalizzazione. Si tratta di un documento che ribalta la logica seguita finora. Per consentire alla compagnia di reggersi finalmente sulle proprie gambe, con un piano sostenibile in grado di avvicinare il break-even in poco tempo e poter trattare così alla pari con i possibili partner.

Gli interventi, sintetizzati in varie slides che "Il Messaggero" ha potuto visionare, sono ad ampio raggio: dai tagli di personale (gli esuberi sarebbero oltre mille con il blocco di almeno 2000 contratti a termine), ai sacrifici che saranno chiesti ai manager, in una sorta di spending review globale. Verranno poi rivisti i contratti, dalle forniture al leasing, alle manutenzioni. Come suggerito da Boston Consulting, saranno quindi ridisegnate le rotte e la configurazione degli aerei, eliminando le aree dove ci sono perdite secche. Nuove frequenze poi per i voli che viaggiano non a pieno carico e spostamento degli equilibri sulle tratte a maggior valore aggiunto. Un piano da lacrime e sangue - dice un azionista influente - che però ha la possibilità di funzionare davvero, «per consentirci di trattare alla pari con Air France».
 
l matrimonio con Air France-Klm alla fine non si farà. Come tutti i corteggiamenti che durano a lungo, si è perso il momento giusto.I transalpini hanno appena annunciato di aver svalutato completamente "il valore della quota di partecipazione in Alitalia". La decisione dei soci della nostra compagnia di bandiera, quindi, non è stata accettata da Parigi ed il piano di risanamento bocciato. [h=4]PERCHÉ AIR FRANCE - KLM SI È TIRATA INDIETRO[/h]Il colosso franco - olandese sconta un periodo di grande difficoltà interno. Ha avviato un doloroso piano di ristrutturazione che ha visto l'allontanamento doloroso e graduale di quasi 3.000 dipendenti e la rimodulazione di diverse rotte commerciali.Ciò ha portato ad un piccolo utile (cosa che Alitalia non vede da anni) nel terzo trimestre ma comunque in calo del 50% rispetto al 2012. Ciò è servito ad abbassare le perdite, aggravate da quelle di Alitalia. Nei primi 9 mesi nell'anno la compagine transalpina perde dunque 700 milioni. Una cifra enorme. Come dire, se Atene piange Sparta non ride. Questo è il motivo principale per il quale i franco - olandesi hanno annunciato stamane molto presto che non parteciperanno all'aumento di capitale di 300 milioni (che coinvolge anche Poste Italiane e crea imbarazzi con il commissario alla concorrenza Almunia, configurando aiuti di stato). la prima conseguenza è la diluizione della quota di possesso dal 25 all'11%. [h=4]LE CONSEGUENZE PER ALITALIA[/h]Ma c'è dell'altro. Lo stesso piano che avrebbe dovuto salvare la nostra compagnia di bandiera potrebbe in realtà affossarla. Quasi contestuale all'annuncio di De Juniac, infatti, è arrivata la nota di Ghizzoni, ad di Unicredit che, assieme ad Intesa, avrebbe dovuto assicurare oltre 100 milioni di capitale fresco. L'istituto di Viale Cordusio non rimarrà a lungo della partita e ne uscirà a breve perché non "intende diventare socio industriale ma solo aiutare nella fase di rilancio". Ciò fa presagire una nuova crisi di liquidità per l'azienda di Viale Marchetti nei primissimi mesi dell'anno venturo. E a quel punto Air France - Klm, che avrà già digerito in buona parte il piano interno di ristrutturazione, potrebbe di nuovo avventarsi sulla preda esanime e prenderne il controllo totale con due spicci anziché i 100 milioni che dovrebbe tirare fuori adesso. Ma soprattutto, interverrebbe a tragedia consumata. Per cui il fronte sindacale sarebbe già esaurito almeno in parte e la ventilata istruttoria solleticata da British Airways circa gli aiuti di stato sarebbe archiviata. O, peggio, se così non fosse il futuro per Alitalia (ed i suoi dipendenti) potrebbe essere ancora più oscuro. E ritrovarsi a febbraio - marzo con nessuna strategia e zero euro in cassa. Insomma, la notizia di oggi è molto negativa per le sorti della derelitta compagnia.
 
Alitalia, blitz di Air France: ora vuole acquistare tutta la compagnia
Umberto Mancini
30-Ottobre-2013
Lo aveva scritto nero su bianco in una lettera al presidente Roberto Colaninno, ed ora Alexandre de Juniac, il grande capo di Air France, passa ai fatti. Con la richiesta ufficiale di una due diligence su Alitalia, cioè di una valutazione approfondita dei conti, finalizzata a conquistare la cloche della compagnia. A chiudere quindi il cerchio una volta per tutte.

La decisione, per certi aspetti clamorosa, sarebbe stata comunicata sia all’ad Gabriele Del Torchio che ai principali azionisti. Ma è evidente che si vuole innanzitutto sondare la disponibilità dei soci minori e di chi, pur approvandolo, ha mal digerito l’aumento di capitale. .....

..si cominciano a scoprire le carte: il francese il treno...ops l'aereo non lo vuole perdere :)
 
o aveva scritto nero su bianco in una lettera al presidente Roberto Colaninno, ed ora Alexandre de Juniac, il grande capo di Air France, passa ai fatti. Con la richiesta ufficiale di una due diligence su Alitalia, cioè di una valutazione approfondita dei conti, finalizzata a conquistare la cloche della compagnia. A chiudere quindi il cerchio una volta per tutte.

Come suggerito da Boston Consulting, saranno quindi ridisegnate le rotte e la configurazione degli aerei, eliminando le aree dove ci sono perdite secche. Nuove frequenze poi per i voli che viaggiano non a pieno carico e spostamento degli equilibri sulle tratte a maggior valore aggiunto. Un piano da lacrime e sangue - dice un azionista influente - che però ha la possibilità di funzionare davvero, «per consentirci di trattare alla pari con Air France».

dubito che sia vero ma anche se lo fosse sarebbe inutile
alitalia non ha bisogno di ristrutturazioni pesanti, ma di un hub, e non puo' averlo e di un'integrazione con chi ha network di LR dall'europa verso il mondo, e ci sono solo 3 alternative di cui 2 al momento non sono praticabili ed una e' in grosse difficoltà
 
Stato
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