2/12/2011
MILANO - Corrado Passera & C.: la verità sui patrioti italiani in Capitani Coraggiosi di Gianni Dragoni. Presentazione in occasione delle "Storie Italiane" il 12 Dicembre 2011, ore 21,00 Fusignano (RA), Auditorium Arcangelo Corelli (Chiarelettere, Principio Attivo)
PRETESTI
“Siete dei patrioti. Vi ringrazio per aver risposto con il cuore e vedrete che sarà un buon investimento.”
Silvio Berlusconi, 5 dicembre 2008.
“Standard & Poor’s cita tra i motivi del declassamento dell’Italia il pasticcio politico sindacale sulla compagnia aerea.”
“La vicenda Alitalia non è la causa di tutti i mali del paese, ma è la conseguenza dei mali del paese.”
Francesco Mengozzi, ex amministratore delegato Alitalia, 26 settembre 2009.
“Alitalia investe poco in nuovi aerei, la flotta dell’ottobre 2011 è di 153 velivoli, mentre da sola la vecchia compagnia ne aveva 175 nell’estate 2008.”
“Non sono mai stato povero, ma neanche diventerò ricco con questo lavoro. Lo faccio per l’Italia”.
Augusto Fantozzi, commissario della vecchia Alitalia, settembre 2008.
“Il mio stipendio? Ho ricevuto due acconti da tre milioni di euro l’uno per i primi due anni.”
Augusto Fantozzi, 13 gennaio 2011.
“Dopo l’investimento in Alitalia, il governo ci ha favorito …
Con il blocco per quattro mesi degli aumenti abbiamo perso 20 milioni, ma con il decreto Milleproroghe ci abbiamo guadagnato molto, molto di più.”
Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia (Benetton), 20 marzo 2009.
“I superaumenti ottenuti da Gavio il primo maggio 2009 sono davvero meritati?
O sono una contropartita per l’adesione alla cordata dei patrioti per l’Alitalia?”
Gavio ha un impero che oggi comprende circa mille chilometri di strade a pedaggio.
“Abbiamo aderito perché un grande paese come l’Italia non può non avere una compagnia di bandiera.”
Emilio Riva, imprenditore siderurgico, aprile 2009. Le azioni della società capofila del gruppo Riva Fire Spa sono per il 75 per cento parcheggiate oltre i confini nazionali:
il 39,90 per cento è posseduto dalla lussemburghese Utia Sa.
“Con i francesi Alitalia non sarà più un’azienda indipendente, si continuerà a viaggiare sui vecchi Md80, Malpensa perderà definitivamente la possibilità di diventare un grande aeroporto.”
Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, gennaio 2008.
In realtà la Cai ridimensiona ancora di più il presidio a Malpensa.
I «vecchi Md80» volano ancora: a ottobre 2011 ne restano in servizio 18 su una flotta operativa di 153 aerei.
SCHEDA LIBRO
Un’altra operazione all’insegna dell’immagine... e del portafogli. La storia dell’Alitalia è una fotografia molto precisa di come funziona il capitalismo italiano targato Berlusconi. “Siete dei patrioti” dice il presidente del Consiglio per motivare i venti capitani coraggiosi guidati da Roberto Colaninno e Corrado Passera. Coraggiosi forse è una parola grossa, basta osservarli da vicino come fa l’autore in questa documentata ricostruzione per capire perché hanno aderito all’invito di Berlusconi. Tutti lavorano in settori a contatto con il governo o con la politica: autostrade, aeroporti, ferrovie, costruzioni, giornali, appalti pubblici, investimenti nel settore immobiliare, sanità, assicurazioni, finanza, ciclo dei rifiuti. Acquisendo crediti verso il governo, la ricompensa è certa. Più che capitani coraggiosi, capitani molto furbi.
Ai “patrioti” va la parte sana della vecchia compagnia pubblica, i debiti rimangono allo Stato e ai vecchi piccoli azionisti privati, mentre i settemila dipendenti in esubero vengono parcheggiati nella “bad company” (la vecchia società messa in liquidazione dal commissario Augusto Fantozzi) con sette anni di ammortizzatori sociali sempre pagati dallo Stato. Il pacco dono prevede anche l’esclusiva su molte rotte nazionali grazie alla fusione con Air One. La concorrenza sparisce, il monopolio dei «patrioti» viene blindato per decreto legge. Altro che «sfida imprenditoriale coi controfiocchi», come la chiama Colaninno. Eppure la nuova Alitalia oggi non va bene: il bilancio 2011 dovrebbe chiudersi in perdita con altri dipendenti in cassa integrazione, meno aerei, meno scali, Malpensa in crisi e con un patrimonio netto più che dimezzato. Niente paura però. I nostri patrioti hanno pensato a tutto. Anche a vendere la compagnia all’Air France-Klm (con il 25 per cento è già il primo azionista della compagnia) guadagnandoci ancora e accollando ai cugini altri debiti. Addio italianità, addio afflato patriottico.
Gianni Dragoni è nato a Fusignano (Ravenna) il 26 ottobre 1957 e vive a Roma, dove si è laureato in giurisprudenza all’Università La Sapienza. È inviato del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, dove lavora dal 1985. È specializzato in economia, industria, finanza, spaziando dalle grandi imprese pubbliche alle privatizzazioni, dai conflitti d’interesse ai bilanci delle squadre di calcio. Su “Il Sole 24 Ore” cura la rubrica “Pay watch”, che racconta quanto guadagnano i manager delle società quotate, e su “IL”, mensile dello stesso gruppo editoriale, cura la rubrica “Poteri deboli”, che mette in mostra il lato debole dei poteri forti. Ha scritto un altro libro insieme a Giorgio Meletti: LA PAGA DEI PADRONI (Chiarelettere 2008).
Chiarelettere
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