Thread Alitalia da Maggio 2013


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Si ma altri attori in che senso? Perché è stata usata apc12 per Le operazioni di lease back. Quindi o è di AZ o non lo è.

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apc12 come le altre apc sono delle scatole contenenti uno o piu' velivoli
se l'owner era apc12 ed e' stato fatto un lease back chi ha erogato il finanziamento???
le fattispecie qui sono molteplici e come mette in guardia Paolo, bisogna stare attenti ad eventuali operaqzioni infragruppo che generano plusvalenze o minus , io non me lo ricordavo visto che nonguardo pèiu' i loro bilanci da un pezzo
nella finanza aeronautica solitamente le società come le apc sono in capo al lessor o i lessor ne detiene le garanzie che lo tengono lal riparo da eventuali default della compagnia
qui invece, sembra, perche il rif e' solo la nota integrativa del 2009, che le apc, chiamate di solito special pourpose veicle, o company, sono pienamente controllate ed in capo all'esercente.
ap fleet invece e' un lessor puro , le sue macchine sono tutte in leasing operativo, molto ma motlo piu' costoso del finanziario , ma che garantisce il lessor anche da costi di remerketing e repossession in caso di default.


p.s. se qualcuno ha il bilancio e la n.i. del 2011 lo posti please
 
Vorrei segnalare che Alitalia ha anche deciso nel corso del CDA la cancellazione del Comitato Esecutivo, difatto il "governo" aziendale nel quale un ruolo da protagonista era detenuto da AF con 2 elementi.

Ne deriva un maggior potere nelle mani di Del Torchio a differenza di quanto successo con Ragnetti che non aveva ad es. le deleghe per l'opzione "alleanza".

In molti vedono con la alienazione del Comitato Esecutivo un allontanamento da AF ed una gestione più indipendente.

Staremo a vedere
 
Per altro se anche APF è parte del gruppo AZ, tutte le disquisizioni su quanto paghi AZ per i leasing sono aria fritta, perché si tratterebbe di una mera partita contabile intragruppo assolutamente irrilevante sul piano sostanziale (e pensare che su questa cosa in un vecchio thread si sono spesi migliaia di byte inutili).

beh, NI.

Il bilancio consolidato lo fai in Italia, mai i bilanci delle singole APC, APF e compagnia briscola li fai in irlanda.
A livello di gruppo ti può servire per coprire parte delle perdite del gruppo in Italia e far apparire il gruppo meno vulnerabile, dall'altra hai la tassazione delle singole (in utile) in Irlanda.
 
beh, NI.

Il bilancio consolidato lo fai in Italia, mai i bilanci delle singole APC, APF e compagnia briscola li fai in irlanda.
A livello di gruppo ti può servire per coprire parte delle perdite del gruppo in Italia e far apparire il gruppo meno vulnerabile, dall'altra hai la tassazione delle singole (in utile) in Irlanda.
apc e' una cosa apf un'altra completamente diversa.
la tassazione favorevole e' sui proventi dei leasing e va in capo al lessor, non alle societa' veicolo
l'anomalia qui e' che le societa' veicolo non sono del lessor ma dell'esercente ma di fatto ci sara' un terzo che eroga la liquidita', e che beneficia della tassazione sal 12, 5 % visto che le apc non sono altro che scatole contenenti asset.
Paolo evidenzia una cosa interessante di fatto rimane in piedi la questione dell'eventuale ipotetico coinvolgimento di ap fleet con le apc, che apre scenari simili a quelli citati da Alex oppure altri lessor, ge capital japan decisamente piu semplice che ha finanziato alcune operazioni.
di sicuro molto fumoso
 
Ultima modifica:
DISPERATI
Il nuovo amministratore delegato Gabriele Del Torchio ha pochi mesi per salvare la compagnia dal disastro. Ripartendo da zero.Ultimo tentativo: il piano per salvare Alitalia dal crac.Tagli alla flotta, voli cancellati e mazzate ai dipendenti non sono gli ingredienti della ricetta per l'Alitalia del nuovo amministratore, Gabriele Del Torchio, 62 anni. Dopo essersi reso conto in fretta in che frullatore è finito, il capo della malmessa compagnia aerea cerca di organizzare il primo pronto soccorso. Con una inversione a U rispetto al passato, ritiene sia arrivato il momento di puntare sul lungo raggio provando a rialzare la testa. La fotografia della compagnia è raggelante. Nata nel 2008 con il peccato originale di una mossa a effetto di Silvio Berlusconi per vincere le elezioni, zeppa di dipendenti irritati per le botte ricevute e delusi da mille fanfaronate al vento, l'Alitalia dei "patrioti" è appesantita dal fardello di 1 miliardo e 23 milioni di euro di debito, 56 milioni in più rispetto alla fine 2012 che in parte si sono già mangiati i 95 milioni di prestito concessi di malavoglia a febbraio da una pletora di azionisti litigiosi e malmostosi




I CONTI IN ROSSO
La perdita del primo trimestre è di 157 milioni nei primi tre mesi dei 2013, i ricavi sono diminuiti del per cento e il risultato netto segna un meno 20 per cento che hanno preferito questa strana soluzione rispetto a un aumento di capitale. La perdita del primo trimestre è di 157 milioni, il passivo 2012 di 280, nei primi tre mesi 2013 i ricavi sono diminuiti del 6 per cento e il risultato netto segna un meno 20 per cento. La possibilità di un fallimento è tutt'altro che peregrina, l'unica speranza è che l'estate porti passeggeri e incassi. "Lo so, la situazione è disperata, sarà durissima", ammette Del Torchio. "Il debito ci sta uccidendo, tutti i creditori saranno soddisfatti, ma tenteremo di rimodulare i termini con le banche allungando le scadenze, se possibile. Di certo, però, solo con i tagli si muore. Ho lavorato in tante aziende, ma non ne ho vista nessuna che si riprende mortificando la produzione", riflette l'amministratore che ha buttato nel cestino il vecchio piano industriale che prevedeva, per esempio, la radiazione di almeno 10 A320. Ne presenterà uno nuovo prima della fine di giugno. Oltre il Milano-Roma Nei prossimi giorni incontrerà i banchieri dei 12 istituti che intrattengono rapporti con la compagnia, a cominciare dai quattro più esposti, Banca Intesa, che è anche azionista, Uni-credit, Popolare Emilia e Monte dei Paschi, sperando di riuscire a ottenere qualcosa in modo da tirare un po' il fiato. Sul debito pesano in particolare le rate per il leasing degli aerei, 636 milioni, e qui Del Torchio proverà a ridiscutere i contratti sostituendo aerei per il corto raggio con quelli per il lungo.


LA NUOVA STRATEGIA
Niente più competizione con le Ferrovie sulla tratta Roma-Milano, se ci sarà un futuro passerà per i voli a lungo raggio che la società stava quasi abbandonando.L'errore capitale di Alitalia è stato proprio quello di puntare tutto sul mercato domestico tentando di sfruttare, con una buona dose di opportunismo manageriale, la graziosa dote del monopolio Roma-Milano avuta nel 2008 da Berlusconi. Quel regalo ha sortito l'effetto opposto di quello sperato: perdite a rotta di collo. Del Torchio lo riconosce: "Basta con la scelta perdente di puntare tutto sul Roma-Milano". Sulla sua scrivania in bella vista c'è una tabellima con le quote di mercato di aerei e treni nel segmento business. Quattro anni fa l'aereo spadroneggiava con il 71,1 per cento, oggi è già sceso al 65,7, nel 2016 sprofonderà al 57,2. Stando così le cose, piuttosto che insistere sul Roma-Milano, è più ragionevole venire a patti con la realtà e a questo proposito Del Torchio pensa casomai a un qualche accordo con le Ferrovie e per questo si è già riservatamente incontrato con il suo omologo dei treni, Mauro Moretti. Secondo il nuovo amministratore di Alitalia il futuro della compagnia passa dal lungo raggio, cosa più semplice a dire che a fare, però, con i conti in quello stato. Magari riaprendo quelle rotte chiuse o emargina-te troppo in fretta in passato. Tipo la Cina, forse non più Pechino ma Shanghai, e la promettente Argentina di Papa Francesco. E intensificando i collegamenti con gli Stati Uniti, anche da Milano, e ritornando anche sullo scalo di Newark. E poi il rehubbing tentando di usare di più e meglio gli aerei, riportandoli fin dal prossimo autunno a Fiumicino dopo che i suoi predecessori li avevano sparpagliati per mezza Italia. Oggi i piloti della compagnia italiana volano poco, loro malgrado, appena 650 ore l'anno, quelli dei concorrenti europei 900 ore e ci sono aziende che vorrebbero sforare anche questo tetto di legge. Oltre il Milano-Roma I soldi che Del Torchio prende all'Alitalia, 650 mila euro lordi l'anno, dopo un taglio del 20 per cento deciso da lui stesso, probabilmente da soli non bastano a spiegare la sua decisione di tuffarsi in una causa apparentemente persa. Figlio di un operaio, riuscì a laurearsi alla Statale di Milano perché alla Montedison, dove aveva trovato lavoro, gli permettevano di uscire un po' prima per studiare. Ora è uno di quei manager che non ritiene i licenziamenti una medaglia al merito. Nel primo faccia a faccia con i sindacati si è conquistato una prudente attenzione. L'ennesimo casus belli erano le pulizie a bordo dopo che la ditta esterna, la Nas, infarcita di ex dipendenti Alitalia, era andata a gambe all'aria. Per pulire si erano mobilitati un po' di dirigenti e impiegati provocando la reazione risentita dei sindacati che avevano diffidato l'azienda dal ricorrere a espedienti del genere. Per raffreddare subito lo scontro, Del Torchio ha assunto a tempo determinato 40 dipendenti ex Nas per le pulizie e incontrato i sindacati concordando una soluzione tampone in attesa di tempi migliori.
 
Cerco di fare un po' di chiarezza (non facile) sulla questione APC.
Dai bilanci e da altre cose lette (non ricordo dove), la cessione degli a/m da AZ alle APC è stata effettuata a valori di libro - quindi senza tenere conto dell'effettivo valore di mercato degli a/m. Questo significa che non sono state evidenziate plusvalenze (o minusvalenze) nascoste. Se gli ammortamenti erano stati sempre fatti in maniera regolare, è probabile che qui siano "nascosti" dei proventi straordinari non monetizzati.
Questione fiscale: ricordo di aver letto che AZ aveva avuto l'autorizzazione dell'Agenzia delle entrate, il che vuol dire che l'operazione non dovrebbe portare ad elusione fiscale. Ricordo che per la legge italiana (unica al mondo) sono vietate le operazioni che hanno il solo scopo di ridurre il carico fiscale, per cui delle 2 l'una. O AZ ha dimostrato che l'operazione ha una sua utilità economica al di là del risparmio fiscale, oppure la stessa viene effettuata senza generare utili soggetti a tassazione minore (per intenderci, è sufficiente che le rate del leasing pagato da AZ alle APC corrisponda, a/m per a/m, al costo del finanziamento ricevuto dalle APC per acquistare gli aerei. In questo modo le APC chiudono con risultato 0.
Per altro una struttura simile viene adottata per molte società veicolo (in altri campi).
 
ma il fatto era carta straccia o sbaglio ? o è che carta straccia solo quando dice cose non gradite ?!
 
ma il fatto era carta straccia o sbaglio ? o è che carta straccia solo quando dice cose non gradite ?!

ma cosa stai dicendo? Abbiamo riportato un articolo sul quale sviluppare una discussione. Possibile che non si riesca a scrivere altro che post per alimentare polemiche?
 
ma cosa stai dicendo? Abbiamo riportato un articolo sul quale sviluppare una discussione. Possibile che non si riesca a scrivere altro che post per alimentare polemiche?

faccio una semplice una considerazione sulla fonte da cui è stata presa la notizia! cosi come sono state fatte sempre mille considerazioni sulle fonti da altri forumisti! nessuna differenza e soprattutto nessuna polemica!
se questi sono i propositi del nuovo AD sicuramente un passo in avanti è stato fatto rispetto al passato! avanti cosi!
 
Ho letto tutti i post...sicuramente ragionare senza aver letto i documenti è molto difficile, anche perchè le operazioni fatte sono complesse.

Provo a fare un esempio concreto per cercare di tracciare un percorso e le modalità delle operazioni.

Prendiamo ad esempio i B777: ai tempi di az lai 5 erano di proprietà (I-DISA-SB-SD-SE-SU) e altri 5 in leasing. Quando az cai ha comprato gli asset da az lai è diventata proprietaria dei 5 B777 (I-DISA-SB-SD-SE-SU), che tra l'altro molto probabilmente erano gravati da ipoteche a garanzia di finanziamenti bancari. Poi, come tutti sappiamo, sono stati tutti e 5 oggetto di lease back.
Ora, per chiarire come è stata strutturata l'operazione, sarebbe bello sapere a quale società sono stati venduti per il lease back (APF di Toto, le APC già esistentio ne è stata creata una nuova?...in quest'ultimo caso di chi è la proprietà?)e chi ha fornito a questa società il capitale per l'operazione.
Il presupposto da cui parto per le mie ipotesi è che qualunque imprenditore se investe il proprio denaro in un'impresa lo fa con l'auspicio di guadagnarci...ma, come tutti sappiamo, i capitani coraggiosi non sono certo imprenditori di primo pelo...quindi quando hanno aderito al progetto az cai sapevano benissimo che il business aereo era ad alto rischio, pertanto in qualche modo avranno "blindato" una parte del valore di az cai a garanzia dei loro capitali...perchè può essere accettabile non guadagnarci ma sicuramente nessuno di loro vuole perderci il capitale...e sono tutti imprenditori di lungo corso...quindi furbi e capaci (almeno a tutelare i loro interessi).
...e qual'è l'unico vero e liquidabile patrimonio di az cai?...gli aerei comprati da az lai.
 
Attendiamo di vedere questo piano scritto nero su bianco (ancora qualche settimana)

Francamente, Kenya, non mi attendo grosse novità.
Con una riduzione del cashflow e il debito, investimenti su macchine di lungo per incrementare l'attività non se ne possono fare. Oramai AZ è strutturata cosi, sbilanciata sul medio sul quale ha puntato tutto (per ragioni imho diverse dal mero marketing). Se non altro questo AD ha avuto l'onestà di ammettere che le scelte fatte finora sono state sbagliate. La riduzione dell'attività, i tagli indiscriminati, l'investimento sul medio raggio, sulla roma milano, sulla multibase, sulla flotta (il debito ci sta uccidendo) e via dicendo non evidenziano minimamente la volontà di ristrutturare una compagnia aerea quanto piuttosto quella di tirare a campare fino a sbarazzarsene guadagnando il piu' possibile. Con buona pace di chi pensava che il personale in eccesso fosse il solo responsabile, una zavorra mi sembra sia stato definito da qualche illuminato, senza notare poi che il rapporto per macchina è rimasto lo stesso. Persino i piloti lavorano meno di allora e ovviamente guadagnano di piu' e con maggiori benefits, es. i biglietti gratis per gli amici.
Per cambiare rotta adesso servirebbero grossi investimenti che mi sembra nessuno abbia voglia di fare perchè rischierebbe di vedersi rifilato tutto il pacco di 14000 dipendenti. Del resto mi sembra che qualcuno di AF (Spinetta?) abbia recentemente dichiarato di voler entrare sicuramente nel mercato italiano, con o senza Alitalia resta da vedere. Che abbiano imparato dalle vicende della sfortunata Windjet?
Speriamo quindi in un piano industriale (l'ennesimo) rivoluzionario altrimenti soluzioni diverse dallo spezzatino non ne vedo.
 
Francamente bomba
concordo che trovare risorse per finanziare un'espansione sul lungo raggio non sia facile. Presumo che la scelta di mantenere in flotta EI-DIP ed EI-DIR per i quali è prevista la riconfigurazione sia dettata anche da questo fatto. Sembra che ulteriori 3 aeromobili di lungo arriveranno e con loro probabilmente una (piccola) espansione sul lungo. Ma l'"espansione" potrebbe avvenire anche con i 320 riconfigurati per alcune destinazioni sotto le 5 ore (grosso modo come fa QR). Tutto questo in una situazione di incertezza economica. Indipendentemente dal piano sono convinto che ad ogni modo dopo la summer ci dovrà essere una resa dei conti
 
Francamente, Kenya, non mi attendo grosse novità.
Con una riduzione del cashflow e il debito, investimenti su macchine di lungo per incrementare l'attività non se ne possono fare. Oramai AZ è strutturata cosi, sbilanciata sul medio sul quale ha puntato tutto (per ragioni imho diverse dal mero marketing). Se non altro questo AD ha avuto l'onestà di ammettere che le scelte fatte finora sono state sbagliate. La riduzione dell'attività, i tagli indiscriminati, l'investimento sul medio raggio, sulla roma milano, sulla multibase, sulla flotta (il debito ci sta uccidendo) e via dicendo non evidenziano minimamente la volontà di ristrutturare una compagnia aerea quanto piuttosto quella di tirare a campare fino a sbarazzarsene guadagnando il piu' possibile. Con buona pace di chi pensava che il personale in eccesso fosse il solo responsabile una zavorra senza notare poi che il rapporto per macchina è rimasto lo stesso. Persino i piloti lavorano meno di allora e ovviamente guadagnano di piu' e con maggiori benefits, es. i biglietti gratis per gli amici.
Per cambiare rotta adesso servirebbero grossi investimenti che mi sembra nessuno abbia voglia di fare perchè rischierebbe di vedersi rifilato tutto il pacco di 140000 dipendenti. Del resto mi sembra che qualcuno di AF (Spinetta?) abbia recentemente dichiarato di voler entrare sicuramente nel mercato italiano, con o senza Alitalia resta da vedere. Che abbiano imparato dalle vicende della sfortunata Windjet?
Speriamo quindi in un piano industriale (l'ennesimo) rivoluzionario altrimenti soluzioni diverse dallo spezzatino non ne vedo.
mah io rimango dell'idea che comunque da sola in piedi non puo' stare, meno che meno poi se decide di riposizionarsi sul lungo raggio.
son d'accordo con Kenya vediamo il piano, ed evntuali sviluppi a breve
Inoltre l'ad e' espressione del CDA e le eventuali nuove strategie dell'assemblea dei soci, quindi cambi strategici in questo momento potrebbero essere supportati solo con l'arrivo di nuovi visto che i precedenti non hanno brillato per gestione
 
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