Si si, condivido. Ma allora mentre cuoce cosa avrebbero dovuto dire: "È entrato un nuovo potente socio. Aspettate ancora 1 anno, 1 anno e mezzo e la musica inizierà a cambiare. Ora pitturiamo, qualche aereo, poi cambiamo gli interni e in 2/3 anni aggiungiamo qualche aereo e qualche rotta. Sulle lounge accontentatevi, ma tra un bel po' le cambieremo. Le divise anni 90 le rifacciamo a fine anno, il programma fedeltà e' in evoluzione, ma non vi sveliamo nulla per non rovinarvi la sorpresa che avrete nel giro di un paio d'anni. Insomma Alitalia per ora non cambia ma stringete i denti con noi, DIP e DIR ve ne saranno grati, è un giorno forse troppo lontano sarà tutto un altro volare con noi (se nel frattempo voleremo ancora)."
Hanno raccontato il programma di cambiamento e iniziato a lavorare. Tutta 'sta delusione e' per me prematura.
Mauro, il tuo punto di vista è anche condivisibile, ma difficilmente accettabile da parte della clientela.
Quello che noto da alcuni mesi a questa parte, è una sostanziale
fretta di mostrare un cambio di rotta, lanciando sul mercato nuovi o rinnovati prodotti a scadenza quasi mensile, ma al contempo non supportati da un cambiamento di tangibile.
In ordine cronologico troviamo: nuova immagine (incompleta), nuovo aereo (a cui manacava una classe), nuovo Ulisse (cambiata copertina e poco altro "perchè è mancato il tempo", parola di una manager) a Giugno, nuova premium economy (con IFE incompleto) e nuovo servizio in business (senza formare il personale) a Luglio, nuove divise (chissà cosa mancherà) a settembre, lounge a dicembre e via discorrendo.
In tutta la mia vita non ho mai visto un rebranding e un ripensamento del prodotto a scaglioni, ma probabilmemte è una mia mancanza.
Quello che sorge spontaneo chiedersi è: quando sarà tutto pronto e a regime cosa facciamo, lanciamo un nuovo rebranding per far vedere che la musica è cambiata veramente? Le aspettative della clientela le abbiamo tradite, i brillanti comunicati sono finiti nel cassetto del sito corporate, dunque che si fa?
Sono anni che sentiamo proclami di nuove rotte, rinnovata attentenzione al cliente e compagnia cantando, ma tutto rimane fermo e i passeggeri orientano le proprie scelte altrove, specialmente dopo esperienze come quella di cataplomosifone.
Per quel che mi riguarda, i robanti comunicati di cambiamento hanno disatteso le aspettative che mi ero fatto, ma se dici che tutto ciò è prematuro, posso anche accettarlo; il problema è farlo capire al resto della clientela.
Piccola nota di colore: a luglio ho avuto il piacere (grazie ad Edoardo) di trascorrere una serata in compagnia del management di Alitalia Loyality al padiglione Az. Tutte persone molto cordiali e alla mano, ma che, mi è parso, non abbiano ben presente i problemi che affliggono la compagnia; parlando con la responsabile dei call center, le è stato fatto notare che l'esperienza è, il più delle volte e a qualunque livello, disastrosa, questa è rimasta perplessa al resoconto di una tipica chiamata all'assistenza CFA, come se non ne fosse al corrente, e oltremodo dispiaciuta che questo sia il servizio offerto. Non è una novità recente il livello medio dei call center AZ, ripreso più e più volte sia su pagine di forum come questa, sia per resoconti sulla pagina facebook della compagnia, eppure sembrava averlo appreso quella sera; lo stesso vale per molti altri discorsi snocciolati con altri manager (dallo stato impietoso in cui versano alcune lounge al confronto con servizi offerti da Az e quelli di altre compagnie) e tutti a cadere dal pero.