Thread Alitalia - Agosto/Settembre 2017


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Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

La suddivisione fra volo ed handling credo faciliterà la vendita del volo ma renderà molto difficile la vendita dell'handling. Per essere competitivo dovrà ridurre fortemente il personale ( CIG ?)ma chi garantirà all' handling di servire la nuova AZ? A Roma ci sono altre due Società di Handling che potrebbero offrire migliori condizioni probabilmente....
Insomma una bella gatta .......
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

La suddivisione fra volo ed handling credo faciliterà la vendita del volo ma renderà molto difficile la vendita dell'handling. Per essere competitivo dovrà ridurre fortemente il personale ( CIG ?)ma chi garantirà all' handling di servire la nuova AZ? A Roma ci sono altre due Società di Handling che potrebbero offrire migliori condizioni probabilmente....
Insomma una bella gatta .......
Secondo me puntano sul fatto che a FCO le licenze Handling sono contingentate, quindi se un soggetto esterno vuole entrare ha questa scelta. In ogni caso le condizioni che verranno poste per la ristrutturazione saranno molto pesanti sia per la parte volo che Handling visto che non credo proprio che faranno a spintoni per rilevare tutto così com'è senza sfruttare l'occasione per fare un bel po' di tagli.
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

Secondo me puntano sul fatto che a FCO le licenze Handling sono contingentate, quindi se un soggetto esterno vuole entrare ha questa scelta. In ogni caso le condizioni che verranno poste per la ristrutturazione saranno molto pesanti sia per la parte volo che Handling visto che non credo proprio che faranno a spintoni per rilevare tutto così com'è senza sfruttare l'occasione per fare un bel po' di tagli.

Deduco che sarà una sfoltita pesante rispetto a quella promossa da EY.
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

Deduco che sarà una sfoltita pesante rispetto a quella promossa da EY.
A parte qualche sindacalista e sindacalaro credo che non esista persona al mondo che non creda che ci saranno pesanti sfoltite e tagli delle condizioni contrattuali che un eventuale nuovo investitore pretenderà.
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

A parte qualche sindacalista e sindacalaro credo che non esista persona al mondo che non creda che ci saranno pesanti sfoltite e tagli delle condizioni contrattuali che un eventuale nuovo investitore pretenderà.
Non a caso è in atto un pesante esodo dei piloti via da Alitalia verso altre realtà.
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

A parte qualche sindacalista e sindacalaro credo che non esista persona al mondo che non creda che ci saranno pesanti sfoltite e tagli delle condizioni contrattuali che un eventuale nuovo investitore pretenderà.

Non vorrei essere saccente, ma non e' cio' che hanno fatto i dirigenti CAI nel 2008 (con migliaia di esuberi) e i Responsabili di Etihad nel 2014 (anche li piu' di 2.000 fuori uscite dalla societa') senza aver pero' ottenuto risultati soddisfacenti?

Se non ho letto male anche lo scorso 1 luglio sono stati posti in cassa integrazione a zero ore centinaia di dipendenti.

E' questa la ricetta per far uscire fuori dal tunnel AZ?

Mi sembrava di aver capito che fossero i ricavi il punto debole.

Non e' cosi?

Riporto l'articolo che avevo letto a maggio in proposito estratto dalla Stampa di Torino:

I numeri danno certezze, e rivelano che il problema di Alitalia non sono i lavoratori. Il disastro della compagnia è descritto da un mix di indici positivi e negativi, ma i dati che riguardano il costo del lavoro e il numero di passeggeri per dipendente in Alitalia sono migliori, anzi molto migliori, di quelli delle concorrenti Air France, Lufthansa e British Airways. Questo emerge da un’analisi realizzata per «La Stampa» da Antonio Bordoni, docente di gestione delle compagnie aeree alla Luiss, e ulteriormente elaborata da «La Stampa». Obiettivo non è attribuire colpe, ma capire se il piano industriale bocciato dai lavoratori, e che (già si comincia a dire) sarà riproposto da qualunque nuovo azionista, incideva sulle variabili giuste oppure no.







Quel che è certo è che il costo medio di ogni dipendente di Alitalia risulta molto più basso (neanche 49 mila euro) di quello delle grandi compagnie concorrenti, che è compreso fra i 70 mila e gli 81 mila euro. Lo si deve ad anni di tagli in Alitalia, e anche al ricorso al lavoro precario. Ma la maggiore produttività è dimostrata pure dal numero di passeggeri per dipendente, che in Alitalia è quasi pari a di Lufthansa e quasi il doppio di Air France. Invece l’indice complessivo di produttività (tecnicamente «Rpk per dipendente»), che tiene conto del numero dei passeggeri, dei chilometri volati e dei lavoratori, vede Alitalia debole, con un valore comunque migliore di Air France, ma inferiore agli altri due giganti del cielo. Evidentemente ad abbattere l’indicatore di sintesi intervengono variabili diverse dal lavoro.



E quali sono queste altre variabili? Qui si vola un po’ nella nebbia, perché mentre i numeri che riguardano il lavoro danno certezze, altre voci sono più elusive. Bordoni osserva che «non ci sono più i bei bilanci di una volta, nei quali in poche pagine si trovavano tutti i dati di una compagnia, che si potevano facilmente paragonare». Ci sono vettori che mettono in chiaro una singola spesa (ad esempio il cibo a bordo) e altri che la mettono assieme ad altre (ad esempio cibo e gestione dei bagagli). Ancora: sommare la manutenzione e la revisione degli aerei rende non omogenei i dati di una compagnia che nell’anno X fa un lavoro di aggiornamento straordinario su un lotto importante di velivoli. Inoltre Air France, Lufthansa e British Airways presentano bilanci consolidati con i partner di gruppo, e nelle pagine di un singolo documento a volte scelgono di rendere disponibili i dati delle compagnie separate, e altre volte i consolidati.



Ma ci sono indicatori la cui confrontabilità è fuori discussione. Uno riguarda le commissioni da pagare sui biglietti. Il 5,64% che grava su Alitalia è una volta e mezzo quello che pagano i concorrenti. Come mai? Dice Bordoni: «Sui biglietti staccati in Europa la percentuale Iata dovuta alle agenzie di viaggio è inferiore all’uno per cento, e tende allo zero. Non credo che il problema stia lì. Invece ad alzare la media delle commissioni potrebbero essere i biglietti comprati con le carte di credito. Se una compagnia ha volumi di traffico più alti riuscirà a ottenere condizioni migliori dai gestori del denaro elettronico, mentre se i volumi sono inferiori, o i manager sono meno capaci di trattare, le condizioni alla fine risulteranno peggiori». Questo rischia di essere un esempio fra tanti di cattivi rapporti con i fornitori di beni e di servizi. Nei giorni scorsi sia il commissario Luigi Gubitosi sia il ministro Carlo Calenda hanno criticato senza perifrasi i dirigenti di Alitalia.



La lista dei problemi non è finita. Nonostante un prezzo medio dei biglietti di Alitalia molto concorrenziale sulle rotte fra 800 e 1200 chilometri, il tasso di riempimento degli aerei è deludente: forse abbassare le tariffe su quelle distanze, dove c’è la concorrenza delle compagnie aeree «low cost» e dei treni superveloci, è uno sforzo inutile. E qui dalla poca incisività nei rapporti coi fornitori si passa agli errori di strategia globale. Servirebbero più aerei sulle rotte intercontinentali. Perché Alitalia non se ne è dotata, neanche quando è entrato il socio forte Etihad? «Perché l’Unione europea - risponde Bordoni - ha imposto a Etihad di fermarsi al 49% dell’azionariato. Se Etihad avesse acquisito una quota più alta, avrebbe investito molto di più, anche nell’acquisto di aerei a lungo raggio».
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

ALITALIA/ Il ritorno a caro prezzo di Air France (al posto di Etihad) PIETRO GUERRA, un lettore, commenta l’articolo di Ugo Arrigo sui possibili acquirenti di Alitalia e l’ipotesi che sia Etihad a tornare al comando della compagnia italiana nei prossimi mesi 09 AGOSTO 2017 REDAZIONE
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ALITALIA. Gentile prof. Arrigo, leggo spesso e i suoi articoli sulla vicenda Alitalia sempre molto interessanti e ricchi di spunti di riflessione. Certamente la situazione in cui versa la nostra ex compagnia di bandiera è molto complessa e di frequente le vicissitudini che la riguardano esulano da logiche razionali o dai fondamenti su cui la politica economica e finanziaria aziendale si basa. Ahimè, troppo spesso intrusioni della politica (quella con la p minuscola in quanto di quella con la P maiuscola non vi è traccia da almeno tre decenni) e di logiche che nulla hanno a che vedere con l’economia aziendale si sono impadronite di questa compagnia riducendola alla triste fine che da anni sta logorando lavoratori, passeggeri e l’intera immagine del nostro Paese.

Vorrei commentare il suo articolo in cui si parla della possibilità da parte di Etihad di tornare a essere il gestore principale di Alitalia. Sono d’accordo perfettamente con le sue riflessioni generali in merito alle possibili manifestazioni di interesse che le varie compagnie hanno convenienza ad avanzare. Ma mi permetta di contraddirla quando avanza l’ipotesi che la compagnia emiratina possa tornare a giocare un ruolo di primo piano in Alitalia. Non credo che ciò avvenga essenzialmente per due motivi.

1) Etihad sembra stia vivendo un periodo di profonda difficoltà, forse il primo da quando è nata. Il suo network si sarebbe espanso solo grazie alle importanti partnership internazionali e i cugini della Emirates la farebbero da padroni. Credo che nel prossimo futuro nel Golfo ci sia soltanto spazio per la compagnia di Dubai, che è tradizionalmente più radicata nel settore e forte di un’esperienza consolidata, e per la Qatar, che grazie a un’espansione costante e puntuale ha costruito un suo hub indipendente. Schiacciata da questi due colossi, Etihad potrebbe non reggere per molto e il suo naturale destino potrebbe essere quello di confluire in Emirates. Alla luce di questo non credo i vertici di Abu Dhabi abbiano interesse e convenienza a continuare la politica delle acquisizioni portata avanti dal suo ex Ad.

2) Soltanto ora lo si sta ipotizzando, ma pare che ai dipendenti di Alitalia fosse chiaro da prima, che l’operazione Alitalia/Etihad sarebbe stata solo una grande manovra di marketing e di opportunità. Mi spiego. I grandi proclami, sotto il benestare del governo, fatti all’indomani dell’acquisizione da parte di Abu Dhabi, altro non sarebbero stati che una copertura messa in atto per celare il vero obiettivo ultimo che si aveva nei riguardi di Alitalia. Ovvero la possibilità di condividere e cogestire il grande know-how tecnico e professionale, oltre che il grande database di passeggeri che la storia decennale di Alitalia ha saputo costruire e conservare. Oltre alla possibilità di entrare attraverso partecipazioni in aziende correlate al settore del trasporto aereo. Pertanto non si sarebbe trattato di una cattiva gestione, ma dell’intenzione di penetrare con azioni mirate in tutte queste risorse economiche, tecniche e professionali sotto l’occhio impotente del nostro governo. La discussa acquisizione del programma mille miglia, l’incentivo dato ai piloti e tecnici italiani al trasferimento presso Etihad, lo spostamento verso il grande hub emiratino dei nostri passeggeri di lungo raggio, dei nostri slot, la nomina di improbabili professionisti con l’obiettivo di rifare gli interni degli aerei poi dismessi o delle divise del personale navigante: tutto questo potrebbe essere stato un enorme meccanismo finalizzato ad acquisire ciò che di meglio e di eccellente e di conveniente esisteva nella nostra martoriata compagnia.

Ecco perché non ritengo probabile un ritorno di Etihad in Alitalia. La missione sarebbe stata compiuta. Non c’erano altri obiettivi, né altre finalità. Etihad non avrebbe più interesse in Alitalia in quanto avrebbe succhiato il succhiabile lasciando di nuovo la compagnia in uno stato di agonia quasi irreversibile. Con il silenzio assenso da parte del nostro governo. Tutto ciò potrebbe essere portato alla luce e verificato dai dati di bilancio e, se lo riterranno opportuno, dai commissari.

Ritengo invece più verosimile un’acquisizione da parte di una compagnia major europea. E indico in Air France la più probabile, in quanto da sempre strettamente collegata alla nostra compagnia così come paventato nel 2009 dall’allora governo. La storia dei vari fallimenti delle ex compagnie di bandiera europee indicano la strada che a breve potrebbe seguire anche Alitalia. Così com’è avvenuto per Iberia, Sabena, Swissair, Austrian, anche per Alitalia si prospetterebbe un’acquisizione del reparto volo e del reparto handling. Ma a condizioni durissime. Dimezzamento o quasi della flotta e riduzione drastica per il personale di terra. Almeno per una prima fase. Che poi nel corso del medio lungo periodo si possa tornare a immettere in flotta qualche altro aereo o reintegrare qualche lavoratore di terra può essere probabile. Questo credo sia ciò che attende Alitalia per il prossimo futuro.

Grazie professore dei suoi spunti di riflessione.

Cordialmente

Pietro Guerra

© Riproduzione Riservata.
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

Non vorrei essere saccente, ma non e' cio' che hanno fatto i dirigenti CAI nel 2008 (con migliaia di esuberi) e i Responsabili di Etihad nel 2014 (anche li piu' di 2.000 fuori uscite dalla societa') senza aver pero' ottenuto risultati soddisfacenti?

Se non ho letto male anche lo scorso 1 luglio sono stati posti in cassa integrazione a zero ore centinaia di dipendenti.

E' questa la ricetta per far uscire fuori dal tunnel AZ?

Mi sembrava di aver capito che fossero i ricavi il punto debole.

Non e' cosi?

Riporto l'articolo che avevo letto a maggio in proposito estratto dalla Stampa di Torino:

I numeri danno certezze, e rivelano che il problema di Alitalia non sono i lavoratori. Il disastro della compagnia è descritto da un mix di indici positivi e negativi, ma i dati che riguardano il costo del lavoro e il numero di passeggeri per dipendente in Alitalia sono migliori, anzi molto migliori, di quelli delle concorrenti Air France, Lufthansa e British Airways. Questo emerge da un’analisi realizzata per «La Stampa» da Antonio Bordoni, docente di gestione delle compagnie aeree alla Luiss, e ulteriormente elaborata da «La Stampa». Obiettivo non è attribuire colpe, ma capire se il piano industriale bocciato dai lavoratori, e che (già si comincia a dire) sarà riproposto da qualunque nuovo azionista, incideva sulle variabili giuste oppure no.







Quel che è certo è che il costo medio di ogni dipendente di Alitalia risulta molto più basso (neanche 49 mila euro) di quello delle grandi compagnie concorrenti, che è compreso fra i 70 mila e gli 81 mila euro. Lo si deve ad anni di tagli in Alitalia, e anche al ricorso al lavoro precario. Ma la maggiore produttività è dimostrata pure dal numero di passeggeri per dipendente, che in Alitalia è quasi pari a di Lufthansa e quasi il doppio di Air France. Invece l’indice complessivo di produttività (tecnicamente «Rpk per dipendente»), che tiene conto del numero dei passeggeri, dei chilometri volati e dei lavoratori, vede Alitalia debole, con un valore comunque migliore di Air France, ma inferiore agli altri due giganti del cielo. Evidentemente ad abbattere l’indicatore di sintesi intervengono variabili diverse dal lavoro.



E quali sono queste altre variabili? Qui si vola un po’ nella nebbia, perché mentre i numeri che riguardano il lavoro danno certezze, altre voci sono più elusive. Bordoni osserva che «non ci sono più i bei bilanci di una volta, nei quali in poche pagine si trovavano tutti i dati di una compagnia, che si potevano facilmente paragonare». Ci sono vettori che mettono in chiaro una singola spesa (ad esempio il cibo a bordo) e altri che la mettono assieme ad altre (ad esempio cibo e gestione dei bagagli). Ancora: sommare la manutenzione e la revisione degli aerei rende non omogenei i dati di una compagnia che nell’anno X fa un lavoro di aggiornamento straordinario su un lotto importante di velivoli. Inoltre Air France, Lufthansa e British Airways presentano bilanci consolidati con i partner di gruppo, e nelle pagine di un singolo documento a volte scelgono di rendere disponibili i dati delle compagnie separate, e altre volte i consolidati.



Ma ci sono indicatori la cui confrontabilità è fuori discussione. Uno riguarda le commissioni da pagare sui biglietti. Il 5,64% che grava su Alitalia è una volta e mezzo quello che pagano i concorrenti. Come mai? Dice Bordoni: «Sui biglietti staccati in Europa la percentuale Iata dovuta alle agenzie di viaggio è inferiore all’uno per cento, e tende allo zero. Non credo che il problema stia lì. Invece ad alzare la media delle commissioni potrebbero essere i biglietti comprati con le carte di credito. Se una compagnia ha volumi di traffico più alti riuscirà a ottenere condizioni migliori dai gestori del denaro elettronico, mentre se i volumi sono inferiori, o i manager sono meno capaci di trattare, le condizioni alla fine risulteranno peggiori». Questo rischia di essere un esempio fra tanti di cattivi rapporti con i fornitori di beni e di servizi. Nei giorni scorsi sia il commissario Luigi Gubitosi sia il ministro Carlo Calenda hanno criticato senza perifrasi i dirigenti di Alitalia.



La lista dei problemi non è finita. Nonostante un prezzo medio dei biglietti di Alitalia molto concorrenziale sulle rotte fra 800 e 1200 chilometri, il tasso di riempimento degli aerei è deludente: forse abbassare le tariffe su quelle distanze, dove c’è la concorrenza delle compagnie aeree «low cost» e dei treni superveloci, è uno sforzo inutile. E qui dalla poca incisività nei rapporti coi fornitori si passa agli errori di strategia globale. Servirebbero più aerei sulle rotte intercontinentali. Perché Alitalia non se ne è dotata, neanche quando è entrato il socio forte Etihad? «Perché l’Unione europea - risponde Bordoni - ha imposto a Etihad di fermarsi al 49% dell’azionariato. Se Etihad avesse acquisito una quota più alta, avrebbe investito molto di più, anche nell’acquisto di aerei a lungo raggio».
Una cosa è lavorare sui ricavi, ma la riduzione dei costi è comunque prioritaria. Basti considerare che i costi di AZ sono solo leggermente inferiori alle varie major europee nonostante una minore incidenza del lungo raggio che fa aumentare i ricavi ma anche i costi.
Uno dei problemi è che ogni ripartenza non è stata una ripartenza da zero ma tagli sull'esistente, ormai le low cost stanno entrando sul lungo raggio e abbiamo visto cosa è successo sul corto medio raggio. In un altro thread si è letto da un insider LH che perfino in LH avevano meditato un fallimento pilotato per la main line (come hanno fatto per Austrian per esempio) per stroncare le richieste dei piloti e i continui scioperi in LH, AF e BA sono un campanello d'allarme per il futuro. Se ripartiranno in AZ le condizioni saranno tirate all'osso o anche più sempre se non ci si mette di mezzo il governo ma a quel punto gli rimane la nazionalizzazione che non è per me praticabile.
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

Una cosa è lavorare sui ricavi, ma la riduzione dei costi è comunque prioritaria. Basti considerare che i costi di AZ sono solo leggermente inferiori alle varie major europee nonostante una minore incidenza del lungo raggio che fa aumentare i ricavi ma anche i costi.
Uno dei problemi è che ogni ripartenza non è stata una ripartenza da zero ma tagli sull'esistente, ormai le low cost stanno entrando sul lungo raggio e abbiamo visto cosa è successo sul corto medio raggio. In un altro thread si è letto da un insider LH che perfino in LH avevano meditato un fallimento pilotato per la main line (come hanno fatto per Austrian per esempio) per stroncare le richieste dei piloti e i continui scioperi in LH, AF e BA sono un campanello d'allarme per il futuro. Se ripartiranno in AZ le condizioni saranno tirate all'osso o anche più sempre se non ci si mette di mezzo il governo ma a quel punto gli rimane la nazionalizzazione che non è per me praticabile.

Grazie per la risposta.
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

A parte qualche sindacalista e sindacalaro credo che non esista persona al mondo che non creda che ci saranno pesanti sfoltite e tagli delle condizioni contrattuali che un eventuale nuovo investitore pretenderà.

Puoi tagliare sull'handling quanto vuoi ma se le stesse menti eccelse che hanno traghettato AZ sono ancora tra quelle scrivanie sarà sempre più in salita e ad ogni giro di boa diventa sempre più difficile.
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

Puoi tagliare sull'handling quanto vuoi ma se le stesse menti eccelse che hanno traghettato AZ sono ancora tra quelle scrivanie sarà sempre più in salita e ad ogni giro di boa diventa sempre più difficile.
Ma se ormai sono usciti perfino manager di lungo corso, in realtà in AZ c'è bisogno di qualcuno con la possibilità di non guardare in faccia a nessuno e fare un bel ripulisti a tutti i livelli. Vedremo come evolve la situazione e quanto la politica ne starà fuori.
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

ALITALIA/ Il ritorno a caro prezzo di Air France (al posto di Etihad) PIETRO GUERRA, un lettore, commenta l’articolo di Ugo Arrigo sui possibili acquirenti di Alitalia e l’ipotesi che sia Etihad a tornare al comando della compagnia italiana nei prossimi mesi 09 AGOSTO 2017 REDAZIONE
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Pietro Guerra

© Riproduzione Riservata.

Analisi lucida ed oggettiva quanto l'articolo sul Venezuela postato poco tempo fa...
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

Ogni tanto vengo qui a leggere specie come ora che torno da boston in Premium.
E continuo a non capire come hanno pasticciato negli ultimi 20 anni. Va be era un carrozzone per regalare assunzioni e stipendi. Ma Alitalia doveva portare i turisti da tutto il mondo invece di farli passare per Parigi o Londra o Francoforte. Poi volare senza aerei come si fa?

Ma continuano a pasticciare:
Sul volo di boston non passano con il carrello degli acquisti. Quello dovrebbe portare soldi.
Poi vanno a risparmiare su cose stupide. L amenity della premium l avevano tolto, forse costava 5€ ora l hanno rimesso forse vale 3€ si é carino e completo. Ma per esempio non puoi mettere un dentifricio cinese!! Mi moglie, giapponese, dice che tutti i giapponesi pensernno che é fatto con cacca di topo. Quanto costa? 5 cent invece di 10 centesimi di Colgate.

Comunque era pieno 100% o quasi specie con gli upgrade magnifica e premium ora sono sempre full
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

Analisi lucida ed oggettiva quanto l'articolo sul Venezuela postato poco tempo fa...
sono anni che si spera in una acquisizione che stracci AZ, ma non credo sia l'idea del governo, men che meno quella di un governo sotto elezioni, del resto i francesi stessi col caso Fincantieri hanno fatto capire cosa si fa quando si ritiene di non poter perdere un asset ritenuto rilevante, vedremo
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

(ANSA) - ROMA, 10 AGO - L'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile ha provveduto oggi al ripristino delle licenze di esercizio di trasporto aereo delle compagnie Alitalia Sai e Alitalia Cityliner, in Amministrazione Straordinaria, e alla contestuale revoca delle licenze provvisorie, a seguito delle misure assunte dai Commissari Straordinari. Lo si legge in una nota dell'Enac, in cui si precisa che "i commissari si sono impegnati a garantire la regolare prosecuzione dell'attività" in linea con le finalità dell'amministrazione straordinaria.
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

Secondo me puntano sul fatto che a FCO le licenze Handling sono contingentate, quindi se un soggetto esterno vuole entrare ha questa scelta. In ogni caso le condizioni che verranno poste per la ristrutturazione saranno molto pesanti sia per la parte volo che Handling visto che non credo proprio che faranno a spintoni per rilevare tutto così com'è senza sfruttare l'occasione per fare un bel po' di tagli.

allora come si spiegano tutti quei dipendenti con contratto a termine (stagionale) che lavorano 8 mesi l'anno al ground ?
cosa fanno, licenziano (una cifra a caso) il 30% di dipendenti dello scalo per poi assumere valanghe di contratti a termine per buona parte dell'anno?
 
Re: Thread Alitalia - Agosto 2017

Il Messaggero di oggi (solitamente bene informato sulle vicende AZ) riporta che sono al momento 5 le manifestazioni di interesse per Alitalia giunte finora. L'ultima in ordine cronologico è quella di Lufthansa che ha presentato una proposta per il ramo aviation comprensivo di volo e manutenzione.
 
Stato
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