ROMA - Rocco Sabelli, amministratore delegato della Compagnia aerea italiana, è categorico: "Alimentare due aeroporti a Milano, Malpensa e Linate, costa 140-150 milioni l'anno. Non è possibile per nessuno al mondo avere un hub a Malpensa e un aeroporto internazionale a Linate. Basta vedere la storia di Malpensa di questi dieci anni e si capisce tutto: Linate porta via passeggeri a Malpensa e alimentare due aeroporti costa troppo".
Affermazioni nette, quelle del manager molisano, in audizione davanti alle commissioni riunite di Trasporti e Industria di Camera e Senato a Palazzo Madama.
Sabelli e il presidente di Cai, Roberto Colaninno, hanno ribadito, di fatto, che senza il ridimensionamento di Linate, l'aeroporto di riferimento, che in condizioni normali sarebbe Malpensa, non può che essere Fiumicino.
Sabelli è fiducioso che "questa possa essere la volta buona per Alitalia", sia perché la compagnia di bandiera è stata disegnata "non su quello che sarebbe bello fare, ma su quello che è realistico poter fare", eliminando dalla strategia industriale i condizionamenti esterni che in passato ne avevano segnato la gestione, sia perché rinasce con "un prodotto disegnato sulla struttura della domanda", caratteristica che ne fa un piano di sviluppo e non di ridimensionamento. In sostanza ha l'obiettivo di evolvere verso il trasporto di un numero maggiore di passeggeri e di far crescere i ricavi. "I giudizi vanno misurati in termini di obiettivi - sentenzia Sabelli.
Tra i punti chiave che segnano una netta discontinuità con il passato, il manager ex Piaggio sottolinea il risultato di un "consolidamento del mercato domestico: senza l'integrazione con Air One non avremmo fatto questo progetto". Integrare in Cai anche la compagnia di Carlo Toto è stato "un prerequisito necessario" perché "la dimensione sul mercato domestico sarebbe stata incompatibile con un posizionamento solido sul mercato". Oggi la quota di mercato, informa Sabelli, è del 55-56%., rispetto al 30% della vecchia Alitalia, con quote di mercato, in alcune basi, tali da essere operatore di riferimento con vantaggi per il cliente e la compagnia.
Il manager di Agnone anticipa che la nuova compagnia avrà "una flotta moderna ed omogenea; invece che sette tecnologie, come in passato, ce ne saranno quattro ma con in realtà due sole prevalenti: Boeing e Airbus. Alitalia era nota per essere, dal punto di vista della flotta, una sorta di Arlecchino. La vecchia aveva un'età media di circa 12 anni, ultima in Europa, ora tornerà a una più sostenibile età media di 8-9 anni e questo è fondamentale per i clienti e per l'economicità di gestione. Partiamo con circa 150 aerei. Boeing per le tratte lunghe intercontinentali mentre per il breve e medio raggio la tecnologia dominante è Airbus".
Sabelli prosegue che a fine piano"radicalmente diverso non sarà tanto il dimensionamento ma la qualità. Settanta aerei usciranno in quattro anni e ne entreranno 77. Circa metà flotta verrà cambiata. Oggi il valore combinato della flotta Alitalia e Air One è oltre tre miliardi e diverrà oltre quattro miliardi a fine periodo".
Dopo aver ricordato che da parte del management "c'è attenzione alle politiche di prezzo", spiega che il rilancio della compagnia"non avviene solo con la modernizzazione della flotta. Nei prossimi 5 anni verranno investiti 500 milioni di euro per modernizzazione la qualità del servizio, i servizi informatici, il customer care, il processo di acquisto. Intendiamo accompagnare il cliente dal momento dell'acquisto biglietto fino all'arrivo a destinazione".
Accenna poi alla nota dolente del personale. "Anche le pietre sapevano che Alitalia ha subito una politica dissennata che ha portato ad organici che non poteva sostenere - ricorda, replicando che ora è in atto "un modello operativo efficiente" anche sul fronte del personale.
Sabelli ricorda anche il forte impatto positivo, in termini di sinergie, atteso dall'alleanza con Air France-Klm. Conferma che "nel cumulato dei 3 anni sinergie varranno 720 milioni di euro, circa 250-270 milioni euro di margine annuo. Questa nuova alleanza ha triplicato in termini di margine, rispetto a quella precedente. Inoltre - prosegue - la precedente intesa riguardava solo i voli da Roma e Milano su Parigi mentre ora il profit sharing riguarderà tutti i fasci di volo tra Italia e Francia. E' stata poi immessa nella joint venture anche l'Olanda ed è stata introdotta la remunerazione per Alitalia nelle intere tratte intercontinentali non solo per il tratto che riguardava l'alimentazione dell'hub". Infine, puntualizza, "senza questa partnership queste 16 destinazioni intercontinentali non sarebbero stati possibile perché mancano i flussi sufficienti per avere queste destinazioni".
L'audizione è stata poi sospesa e aggiornata a mercoledì prossimo.
Arriva subito, però, la prima tegola per l'ad di Cai. Il presidente della provincia di Milano, Filippo Penati, replica piccato a Sabelli: "Ora basta porre diktat - dice Penati - non li accetteremo da chi, per proteggere il proprio business, penalizza il territorio, l'economia e l'intera comunità milanese". Penati invita poi il governo a "liberare Malpensa dal cappio di Cai, che la sta strozzando. Lo faccia liberalizzando le rotte, consentendo l'arrivo di altri vettori che possono fare quello che Cai non è in grado e non vuole fare, cioè collegare Malpensa con il resto del mondo".