La Sea in Borsa entro fine anno - All’asta il 70% della Serravalle
Accordo Comune-Provincia sulla dismissione delle partecipate. È tramontato lo scambio di quote. Palazzo Marino ha intenzione di mantenere il controllo della società aeroportuale
di ORIANA LISO
La decisione è (ri)presa. E cambia lo scenario della vicenda Sea-Serravalle. Niente scambio di quote tra Comune e Provincia, ma una vendita con bando internazionale di tutte le azioni detenute dai due enti in Serravalle e nello stesso tempo - quindi entro fine anno - quotazione in Borsa di Sea, con un numero di azioni che però lascerebbe la maggioranza relativa nelle mani di Palazzo Marino. Il ricorso al Tar contro lo scambio azionario, presentato un mese fa dal fondo F2i, ha fatto ripensare a Comune e Provincia la strategia da seguire: così ieri, dopo alcuni incontri preparatori e dopo molte analisi legali e finanziarie della situazione, il sindaco Giuliano Pisapia e il presidente della Provincia Guido Podestà hanno annunciato le mosse che verranno fatte già nel giro di pochi giorni, visto che per Piazza Affari c’è solo una possibilità - la finestra di novembre - e bisogna preparare l’operazione.
«È un accordo molto importante che vuole valorizzare le quote di Sea e Serravalle delle istituzioni, che guarda all’interesse dei cittadini anche nell’ottica della città metropolitana, sono convinto che sarà un successo»: così il sindaco ha presentato l’intesa, spiegando anche cosa ha fatto decidere per lo sbarco in Piazza Affari - già comunicato alla Consob, ha assicurato
l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci - finora giudicato non conveniente. «Fino a luglio la quotazione avrebbe determinato la diminuzione del valore di Sea ma ora, grazie alle scelte del governo e alle politiche antispread dell’Unione Europea, la Borsa si è rivitalizzata», ha aggiunto Pisapia, auspicando una riunione di tutti i capigruppo di Provincia e Comune, a breve, per discuterne assieme.
La quota di azioni che andrà sul mercato dipende da cosa farà la Provincia: seguire Milano nell’offerta al pubblico, portando la sua dote del 14,5 per cento di azioni, o restarne fuori. Il quantitativo minimo necessario per l’operazione è del 25 per cento: Palazzo Marino ha il 54,8 per cento, F2i ha il 29,75, quindi potrebbe essere necessario un aumento di capitale oltre alla cessione delle azioni esistenti. È la legge stessa, ha poi spiegato il dg Davide Corritore, a stabilire che chiunque superi il 30 per cento è tenuto a lanciare un’Opa sull’intero capitale della società. Una quota di azioni verrà riservata ai residenti delle province di Milano e Varese e ai lavoratori Sea. Se questa operazione dovrebbe portare nelle casse del Comune circa 350 milioni, arriva a 800 milioni il valore della questione parallela, quella di Serravalle, visto che la Provincia venderà entro il 31 dicembre, in un bando congiunto con il 18,6 per cento di Palazzo Marino, l’intero suo capitale, ovvero il 52,9 per cento di azioni della cassaforte Asam.
Clima di festa insomma, quello di ieri (quasi a esorcizzare l’inchiesta della Procura sulla prima vendita di azioni Sea), tra un Tabacci che assicurava che «per me è una giornata da champagne» e Podestà che si lanciava in dichiarazioni forti («Io e Pisapia siamo ormai una coppia di fatto»). Di certo la decisione di andare in Borsa trova il favore dei sindacati - «grande soddisfazione per la scelta migliore» arrivare da Onorio Rosati della Camera del Lavoro - e del Pd. Critico Carlo Masseroli, capogruppo Pdl: «La scelta su Serravalle è positiva, ma su Sea a perderci sono comunque i milanesi: se lo scopo è incassare per investire, la Borsa non è una roulette russa».
(08 settembre 2012)
http://milano.repubblica.it/cronaca...anno_allasta_il_70_della_serravalle-42137250/
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Un Linate più «leggero» atterra a Cernobbio
Il Workshop Ambrosetti di Cernobbio, che inizia oggi, non è solo un luogo di incontri, di passi perduti, di vanità in cerca di flash: è anche un posto dove qualche nuova idea può essere accolta con visibilità. Così la Sea, come in passato, ha scelto Villa d'Este per presentare (domenica mattina) uno studio aeroportuale, firmato proprio da Ambrosetti. Questa volta si tratta di fondare le linee per un ridimensionamento di Linate, scalo che oggi è quasi sfuggito di mano facendo crescere, a dispetto di Malpensa, i grandi hub europei con i quali è collegato. Il calo dei passeggeri a Malpensa può mettere in discussione il sistema di collegamenti: oggi il treno Malpensa Express effettua 130 corse al giorno. Qualcuno teme che possano diventare troppe.
http://www.ilgiornale.it/news/economia/linate-pi-leggero-atterra-cernobbio-835350.html