Thread Aeroporti di Linate & Malpensa dal 1 dicembre


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bah, il cancro di MXP si chiama LIN...ma la metastasi si chiama EZY...se ci aggiungi anche RYR direi che il sogno MXP HUB può considerarsi definitivamente morto
 
Malpensa, contratti per una pista che non si farà (ma che farà aumentare i biglietti)

La terza pista dell'aeroporto milanese non ha alcun motivo di esistere: già le due attuali sono sottoutilizzate. Ma il ministro Passera firma i passi avanti per la sua realizzazione: 179 milioni di euro di valore. Che andrà a gravare sui passeggeri


I rincari subito, gli investimenti dopo e forse anche mai. Con la fantomatica terza pista dell’aeroporto di Malpensa il sistema delle concessioni pubbliche fa un salto di qualità (si fa per dire). Finora nei rapporti tra Stato concedente e privato concessionario aveva furoreggiato il “modello autostrade”, che consiste in questo: alle società concessionarie vengono accordati periodici aumenti dei pedaggi sulla base della promessa di mirabolanti piani di investimento. Gli automobilisti pagano, gli incassi al casello volano, poi il tempo passa, i rincari rimangono e gli investimenti svaporano.

DALLE STRADE agli aerei,il sistema ora viene raffinato. Per giustificare l’aumento delle tariffe aeroportuali a Malpensa e Linate, che in teoria riguarda ufficialmente le compagnie aeree, ma che alla fine viene scaricato sui viaggiatori, vengono messi in conto perfino investimenti che si sa da subito, con assoluta certezza, che non verranno effettuati mai. Come la terza pista di Malpensa, appunto. È una finzione bella e buona, per non dire di peggio, ma funziona così. Nel caso degli aeroporti milanesi c’è un aggravante che discende dalla situazione di monopolio concessa da Silvio Berlusconi ad Alitalia alla fine del 2008 sulla rotta Milano-Roma e di cui Alitalia si è approfittata. L’inevitabile aumento dei biglietti nei due scali milanesi si somma ai rincari già imposti dalla ex compagnia di bandiera e alla diminuzione del numero dei voli Linate-Fiumicino, così come ha certificato di recente l’Antitrust in un documento in cui parla di “danno ai consumatori”. La costruzione della terza pista di Malpensa, con tanto di ingenti importi programmati e rigorosi tempi di realizzazione, è ufficialmente considerata come un elemento (uno dei più importanti) del complicato contratto di programma tra Enac, l’ente dell’aviazione civile, e Sea, la società degli aeroporti milanesi Linate e Malpensa, diretta dal leghista Giuseppe Bonomi e posseduta dal comune di Milano (54,81%), l’Asam della Provincia (14,56) e F2i (29,75), il fondo per le infrastrutture di Vito Gamberale.

Secondo le tabelle del contratto, la costruzione della terza pista comporta 179 milioni di euro di investimento, i lavori dovrebbero partire nell’anno in corso e finire nel 2014. Negli ambienti aeroportuali tutti sanno, però, che è una presa in giro e quella pista non si costruirà mai. Per un motivo molto semplice: a Malpensa non c’è traffico sufficiente per giustificare un’opera del genere. Secondo gli stessi dirigenti di Sea, le due piste attuali bastano ed avanzano per il traffico assai anemico dello scalo, costruirne una terza sarebbe assurdo, soldi buttati. Spiegano entrando nei dettagli le fonti ufficiali dell’azienda degli scali milanesi: le due piste di Malpensa sono state costruite per ospitare fino a 800 movimenti aerei al giorno, ma oggi i movimenti sono in media 300, molto meno della metà. Conclusione: al momento di terza pista neanche a parlarne.

L’ITER del contratto di programma, però, va avanti lo stesso, come se questa dirompente verità fosse appena un dettaglio. Il contratto fu ufficialmente concordato un anno fa tra Sea ed Enac, ma poi era stato prudentemente messo da parte. Alla fine del 2011 il comune di Milano dette il suo parere favorevole all’ampliamento dello scalo di Malpensa, terza pista compresa. Ora arriva l’accelerata finale: il ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, alcuni giorni fa ha apposto la sua firma sul contratto, facendogli fare un passo avanti decisivo. Ora manca solo la firma del capo del governo, Mario Monti, e poi l’affare è fatto. A quel punto scattano gli aumenti tariffari, davvero consistenti, sia a Malpensa sia a Linate, più del 20% nell’arco di 5 anni. Tradotto in euro significa circa 5 euro, da 23,17 euro a passeggero di oggi a 28,15. In teoria nei contratti di programma gli aumenti sono a carico delle compagnie aeree, chiamate a sborsare in cambio di servizi migliori offerti dagli aeroporti (le piste, i parcheggi, lo smistamento bagagli etc.) con investimenti che, quando sono effettuati davvero, ovviamente devono essere coperti e ripagati. Ma tralasciando anche per un attimo la considerazione sulla veridicità degli investimenti promessi, fino ad oggi i rincari alla fine sono sempre stati scaricati dalle compagnie aeree sui passeggeri, in particolare su quelli in partenza e in misura minore anche su quelli in arrivo.

da Il Fatto Quotidiano del 29 aprile 2012

http://www.ilfattoquotidiano.it/201...i-pista-fara-fara-aumentare-biglietti/213223/
 
Malpensa, contratti per una pista che non si farà (ma che farà aumentare i biglietti)

La terza pista dell'aeroporto milanese non ha alcun motivo di esistere: già le due attuali sono sottoutilizzate. Ma il ministro Passera firma i passi avanti per la sua realizzazione: 179 milioni di euro di valore. Che andrà a gravare sui passeggeri


le due piste di Malpensa sono state costruite per ospitare fino a 800 movimenti aerei al giorno, ma oggi i movimenti sono in media 300, molto meno della metà.


una delle tipiche porcate italiane: e poi ci chiediamo dove sono gli sprechi.
 
Mi sembra che la concentrazione di tutte le attività, non ultime quelle commerciali, al T1 sia la soluzione nell'immediato più realistica e concreta per dare un senso a MXP.

Questo non vuol dire abbandonare totalmente il T2 ma "congelarlo" in attesa che le leggi e/o il mercato castrino definitivamente LIN. In quel momento la "vecchia" Malpensa tornerà sicuramente utile.
 
La media giornaliera 2011 è di circa 522 movimenti giornalieri (quindi circa 260 part/260 arr), commerciale e aviazione generale inclusa.

Certo c'è ancora molto spazio per arrivare a una media di 800 voli al dì.
 
Milano
Cattaneo: “Ora Linate torni al suo ruolo di city airport”

L’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti commenta l’ok di Enac alla tratta Singapore-Malpensa-New York

«Una notizia senza dubbio positiva, segno che le richieste avanzate in questi mesi e il lavoro con il Governo hanno dato i frutti sperati». Così l'assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, a margine della riunione della Sea, che si è tenuta oggi a Milano, ha commentato la notizia dell'autorizzazione da parte di Enac (Ente nazionale aviazione civile) alla possibilità di fare scalo a Malpensa per i voli provenienti da Singapore e diretti a New York da parte della compagnia Singapore Airlines. «Questo via libera di fatto rappresenta un'occasione concreta per il rilancio di Malpensa con il potenziamento dell'offerta dei collegamenti, che sarà effettuata da una compagnia aerea prestigiosa - ha proseguito Cattaneo -. Il nostro è il grande
scalo di riferimento per il traffico continentale e intercontinentale che deve tornare a crescere. Per questo la strada che vedo è certamente quella delle liberalizzazioni».

LINATE TORNI CITY AIRPORT - «Malpensa è in un momento critico e i dati di traffico danno segnali negativi - ha ricordato Cattaneo -. Resta quindi il tema su quale sia la strategia vincente per rilanciare il sistema aeroportuale lombardo. Il principale avversario dello scalo varesino in questo momento è Linate e per questo resta aperta la proposta di riportare Linate al ruolo di city airport, riproponendo come obiettivo finale la limitazione alla sola tratta Milano-Roma prevista dal Decreto Burlando del 5 luglio 1996. Già da oggi è fondamentale un'applicazione rigorosa del decreto del ministro dei trasporti del 5 gennaio 2001 attualmente vigente, che elimini la possibilità di ampliamento dei collegamenti con le città europee oltre i limiti previsti».

3/05/2012

http://www3.varesenews.it/gallarate_malpensa/articolo.php?id=232893
 
L'INTERVISTA

Bonomi: "Linate dovrà dimagrire c'è bisogno di un nuovo modello"

Il numero uno di Sea: "Il sogno dell’hub a Malpensa è archiviato da quasi tutta Europa
Se gli azionisti decidono, entro l’inizio di luglio saremo pronti per la Borsa già in ottobre"
di ETTORE LIVINI

La Sea stacca un altro dividendo di 17 milioni (con il 'no' del fondo F2i e tra le proteste del Pdl) e prepara un nuovo piano industriale che riesuma il sogno del minihub facendo perno sui grandi vettori del Golfo per rilanciare Malpensa. Grazie anche a «un ripensamento del ruolo di Linate». «Il nostro traffico verso Medio ed Estremo Oriente è cresciuto del 23% lo scorso anno», spiega Giuseppe Bonomi, presidente Sea, dopo l'assemblea che ha dato l'ok a un bilancio chiuso con 54 milioni di utili e 100 milioni di investimenti. I soci hanno detto sì alla distribuzione di una cedola con il parere negativo di Vito Gamberale («hanno fatto un calcolo comprensibile», ha commentato l'assessore al Bilancio, Bruno Tabacci) e con una levata di scudi nel Pdl: «Potevano distribuire tutti e 54 i milioni – ha protestato il capogruppo Carlo Masseroli – così il Comune ne rinuncia a 30».

Ok i profitti 2011, ma Malpensa ha iniziato a perdere passeggeri dopo l'addio di Alitalia e con il boom un po' fratricida di Linate non è facile capire in che direzione strategica vadano gli aeroporti milanesi. Ce lo spiega, Bonomi?
«Il sogno dell'hub è archiviato da quasi tutti gli aeroporti d'Europa. Ne rimarranno sì e no tre in tutto il continente. Il mercato è cambiato. Air France e Lufthansa perdono centinaia di milioni, frenati dalla concorrenza delle low cost sul medio breve raggio e di Emirates, Etihad e Qatar sull'intercontinentale».

E voi che c'entrate?
«C'entriamo perché stiamo disegnando un nuovo piano industriale con un obiettivo chiaro: diventare un ponte tra le aree più dinamiche del mondo – i paesi del Golfo e l’Estremo Oriente – e gli Stati Uniti. E l'ok dell’Enac al volo Singapore Airlines da Milano a New York è un bel passo avanti in questa direzione. Anche perché la compagnia investirà 80 milioni in Lombardia. Sea sta lavorando da tempo in questa direzione: il traffico da Malpensa al Medio Oriente è cresciuto del 23 per cento nel 2011, quello verso i Bric del 21 per cento. E Easyjet, per dire, è cresciuta dell’8,4 per cento nel 2011».

Malpensa però continua a soffrire la concorrenza di Linate e perde passeggeri. Non crede che la soluzione migliore sarebbe ridimensionare il Forlanini, lasciando solo il Milano-Roma o i voli domestici?
«Su Linate non dobbiamo fare gli errori del passato. Il nuovo piano industriale però, dovrebbe chiarire un paio di condizioni: che lo sviluppo di Malpensa, un bene per tutta la regione, è un obiettivo importante. E che per arrivarci davvero, oltre a liberalizzare i voli e gli investimenti extraUe nei nostri Paesi, bisogna anche pensare a un nuovo modello di traffico per il Forlanini. Mi pare che l’abbia capito anche la politica italiana e credo che anche il nuovo socio F2i sia d’accordo».

L’Antitrust ha obbligato Alitalia ad aprire alla concorrenza il Linate-Fiumicino. Cosa cambia per voi?
«La vera novità è che la sentenza dell’Authority considera sostituibili i due scali milanesi tranne che sul Milano-Roma. Consentendoci così, ad esempio, di chiedere quando vogliamo il rispetto del decreto Bersani a Linate. Il vero beneficio sarà però per i consumatori. Sulla Madrid-Barcellona, dove oltre al treno ci sono quattro vettori, i prezzi si sono abbassati di molto».

Il premier ha firmato il Dpcm che vi consentirà di alzare le tasse aeroportuali. Che impatto avrà questa decisione sui vostri conti e sull’eventuale quotazione?
«A regime il contratto di programma aumenterà del 25 per cento il nostro utile operativo, 46 milioni in più. Visto che le aziende vengono valutate in base ai multipli di questa voce di bilancio, si può calcolare facilmente quanto vale in più ora la Sea (circa 280 milioni)».

La terza pista a Malpensa è un'idea archiviata?
«Con lo stato di salute attuale del traffico certo non abbiamo alcun interesse a farla. Si vedrà più avanti. La rispolvereremo solo se sarà davvero necessario».

Siete pronti per lo sbarco in Borsa?
«Se il Comune e l'assemblea chiudono i loro percorsi formali entro inizio luglio, noi siamo pronti. E potremmo arrivare sul mercato già con la finestra di ottobre».

Esiste ancora il progetto di unire sotto un unico cappello tutti gli aeroporti del Nord?
«Mettendo assieme Milano, Bergamo, Brescia e Verona ci sarebbero molte sinergie. Vedremo. Ma vanno superati i campanilismi e le resistenze della politica locale».
(04 maggio 2012)

http://milano.repubblica.it/cronaca...onte_tra_loriente_e_gli_stati_uniti-34414189/
 
Ne rimarranno sì e no tre in tutto il continente.

A me sembra "leggermente" di più di tre: LHR, CDG, AMS, FRA, MUC, MAD, volendo anche ZRH e forse FCO. Però posso anche sbagliarmi...

stiamo disegnando un nuovo piano industriale con un obiettivo chiaro: diventare un ponte tra le aree più dinamiche del mondo – i paesi del Golfo e l’Estremo Oriente – e gli Stati Uniti.

Sinceramente non vedo perché le compagnie del golfo, con le risorse che hanno a disposizione e che già dispongono di aerei che permettono loro di volare non stop persino sulla west coast USA, abbiano bisogno di fermarsi a Malpensa.

bisogna anche pensare a un nuovo modello di traffico per il Forlanini. Mi pare che l’abbia capito anche la politica italiana

Sicuro sicuro? Chieda a La Russa se lo ha capito...

Consentendoci così, ad esempio, di chiedere quando vogliamo il rispetto del decreto Bersani a Linate

E cosa stiamo aspettando a farlo?
 
Ahahaha adesso il modello hub è superato. Anche la volpe quando non arrivava all'uva disse che era acerba, non fa una piega.
Non molto tempo prima puntava tutte le carte sul re-hubbing made LHI& Star Alliance (ricordate i vari discorsi sul primo hub interplanetario fatto non da una compagnia ma dall'alleanza che univa gli sforzi di tutti i suoi vettori?). Ecco, tutto velocemente e troppo facilmente cestinato.
 
Sinceramente non vedo perché le compagnie del golfo, con le risorse che hanno a disposizione e che già dispongono di aerei che permettono loro di volare non stop persino sulla west coast USA, abbiano bisogno di fermarsi a Malpensa.
Sono daccordo, anche se sotto forma d'incentivi si puo' fare tutto...dopo il mega star allianz hub, dopo LHI che piazza 5/6 WB, che la giostra ricominci.
 
Fino a un anno e mezzo fa LHI voleva fare l'hub a MXP, ora l'hub è superato e ce ne sono tre in tutta Europa. LIN ieri non era un problema, oggi LIN va limitato. Per i precedenti anni MXP cresceva molto più della media europea e aveva completamente assorbito la perdita di AZ, oggi sembra non vada. L'altro che continua a prendersela con Roma ladrona.

Diciamo che le dichiarazioni dei decision makers lombardi danno una buona idea del perchè il nostro sistema aeroportuale non va. Dove speravamo di andare con persone del genere?
 
Patetico Bonomi

Comunque sui cobus viene sparata a continuazione una pubblicità di ViaMilano, peccato che non si capisce nulla
 
Fino a un anno e mezzo fa LHI voleva fare l'hub a MXP, ora l'hub è superato e ce ne sono tre in tutta Europa. LIN ieri non era un problema, oggi LIN va limitato. Per i precedenti anni MXP cresceva molto più della media europea e aveva completamente assorbito la perdita di AZ, oggi sembra non vada. L'altro che continua a prendersela con Roma ladrona.

Diciamo che le dichiarazioni dei decision makers lombardi danno una buona idea del perchè il nostro sistema aeroportuale non va. Dove speravamo di andare con persone del genere?

Ai politici italiani non frega nulla di aviazione: sono ancora troppi quelli che hanno vissuto l'epoca d'oro in cui si mungeva Alitalia e da li l'IRI e l'importante era proprio quello il resto non era basilare, va da se che se siamo la realtà odierna un motivo ci sarà.
Ora siamo arrivati ai comunicati, così hanno la coscienza pulita, tanto per poi dire "l'avevo detto io" quando il fardello lo assumerà qualcun'altro.
 
Stato
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