Sul volo Ryanair: «Ho bisogno di una cintura più larga». Cacciato dall'aereo
Avvocato costretto a scendere a Cagliari: la compagnia Ryanair denunciata per violenza privata. «Ho chiesto l'extension della cintura di sicurezza e mi hanno risposto: se non le va, se ne vada»
L'avvocato Giangualberto Pepi
Aveva chiesto una cintura di sicurezza più lunga perché il suo fisico non proprio filiforme richiedeva una extension rispetto a quella in dotazione agli aerei. In una manciata di minuti le hostess, senza troppi complimenti, lo hanno lasciato a terra. È la disavventura capitata mercoledì sera a Cagliari all'avvocato Giangualberto Pepi. Che, sceso dall'aereo della Ryanair, è andato direttamente nell'ufficio della polizia di frontiera dell'aeroporto per denunciare la compagnia irlandese low cost per violenza privata e abuso di potere. Tutto comincia intorno alle 17. L'avvocato Giangualberto Pepi, appena salito con il figlio Jacopo, anche lui avvocato, sull'aereo diretto a Pisa, chiama la hostess per segnalare che la cintura di sicurezza non si chiude perché troppo corta. L'hostess in tutta risposta chiede all'avvocato di togliere il cappotto che ha sistemato nella cappelliera e di sistemarlo sotto i piedi. Alle proteste dell'avvocato la risposta sarebbe stata: «Qui funziona così, se non le piace può scendere dall'aereo ». In un attimo si scatena il parapiglia.
SICUREZZA DEL VOLO - La hostess va dal comandante e nel giro di pochi minuti interviene la polizia. Gli ispettori spiegano con grande gentilezza all'avvocato che la sua presenza a bordo non è gradita per motivi di sicurezza del volo. Ogni tentativo di contattare il comandante è inutile. «Mi ha chiuso la porta della cabina in faccia», ha spiegato l'avvocato Pepi. E la polizia non ha potuto fare altro che accompagnare i due avvocati fuori dall'aereo. Pochi minuti dopo la compagnia aerea è stata denunciata. «È stata un'esperienza da dimenticare — raccontano adesso — gli altri passeggeri che erano sul volo hanno assistito increduli a quella scena. Non ci era mai capitata un'esperienza del genere». La denuncia della polizia di frontiera, con i nominativi dei testimoni, è stata già trasmessa alla procura che dovrà valutare se il comportamento dei dipendenti della compagnia aerea sia stato corretto. La disavventura si è conclusa a notte inoltrata quando padre e figlio sono riusciti a comprare un biglietto dell'Alitalia da Cagliari per Roma. Poi il viaggio è proseguito in treno da Fiumicino a Roma centrale, in metropolitana fino alla stazione di Roma Tiburtina, in treno per rientrare a Firenze.
VIAGGIO AD ALTISSIMO COSTO - «E sul treno ci hanno anche multati perché eravamo senza biglietto», raccontano. Morale della favola, quello che doveva essere un viaggio low-cost (70 euro in due) si è rivelato un volo ad altissimo costo. A partire dal check-in del volo Ryanair che ha portato alla sovrattassa di 46 euro perché il bagaglio era più pesante del limite massimo consentito, passando per il volo Alitalia costato 250 euro, per i 20 euro del treno dall'aeroporto alla stazione centrale e per i 140 euro dei biglietti del treno, multa contesa. «Non era la prima volta che prendevamo un volo Ryanair ma credo proprio che sarà l'ultima», commenta Jacopo. «L'impressione che abbiamo avuto è che la hostess si sia trovata in difficoltà quando abbiano chiesto l'extension della cintura di sicurezza. L'unico vantaggio di questa storia è che siamo stati costretti a saltare la cena con quello che è successo. E forse mio padre è riuscito a perdere un chilo».
Avvocato costretto a scendere a Cagliari: la compagnia Ryanair denunciata per violenza privata. «Ho chiesto l'extension della cintura di sicurezza e mi hanno risposto: se non le va, se ne vada»
L'avvocato Giangualberto Pepi
Aveva chiesto una cintura di sicurezza più lunga perché il suo fisico non proprio filiforme richiedeva una extension rispetto a quella in dotazione agli aerei. In una manciata di minuti le hostess, senza troppi complimenti, lo hanno lasciato a terra. È la disavventura capitata mercoledì sera a Cagliari all'avvocato Giangualberto Pepi. Che, sceso dall'aereo della Ryanair, è andato direttamente nell'ufficio della polizia di frontiera dell'aeroporto per denunciare la compagnia irlandese low cost per violenza privata e abuso di potere. Tutto comincia intorno alle 17. L'avvocato Giangualberto Pepi, appena salito con il figlio Jacopo, anche lui avvocato, sull'aereo diretto a Pisa, chiama la hostess per segnalare che la cintura di sicurezza non si chiude perché troppo corta. L'hostess in tutta risposta chiede all'avvocato di togliere il cappotto che ha sistemato nella cappelliera e di sistemarlo sotto i piedi. Alle proteste dell'avvocato la risposta sarebbe stata: «Qui funziona così, se non le piace può scendere dall'aereo ». In un attimo si scatena il parapiglia.
SICUREZZA DEL VOLO - La hostess va dal comandante e nel giro di pochi minuti interviene la polizia. Gli ispettori spiegano con grande gentilezza all'avvocato che la sua presenza a bordo non è gradita per motivi di sicurezza del volo. Ogni tentativo di contattare il comandante è inutile. «Mi ha chiuso la porta della cabina in faccia», ha spiegato l'avvocato Pepi. E la polizia non ha potuto fare altro che accompagnare i due avvocati fuori dall'aereo. Pochi minuti dopo la compagnia aerea è stata denunciata. «È stata un'esperienza da dimenticare — raccontano adesso — gli altri passeggeri che erano sul volo hanno assistito increduli a quella scena. Non ci era mai capitata un'esperienza del genere». La denuncia della polizia di frontiera, con i nominativi dei testimoni, è stata già trasmessa alla procura che dovrà valutare se il comportamento dei dipendenti della compagnia aerea sia stato corretto. La disavventura si è conclusa a notte inoltrata quando padre e figlio sono riusciti a comprare un biglietto dell'Alitalia da Cagliari per Roma. Poi il viaggio è proseguito in treno da Fiumicino a Roma centrale, in metropolitana fino alla stazione di Roma Tiburtina, in treno per rientrare a Firenze.
VIAGGIO AD ALTISSIMO COSTO - «E sul treno ci hanno anche multati perché eravamo senza biglietto», raccontano. Morale della favola, quello che doveva essere un viaggio low-cost (70 euro in due) si è rivelato un volo ad altissimo costo. A partire dal check-in del volo Ryanair che ha portato alla sovrattassa di 46 euro perché il bagaglio era più pesante del limite massimo consentito, passando per il volo Alitalia costato 250 euro, per i 20 euro del treno dall'aeroporto alla stazione centrale e per i 140 euro dei biglietti del treno, multa contesa. «Non era la prima volta che prendevamo un volo Ryanair ma credo proprio che sarà l'ultima», commenta Jacopo. «L'impressione che abbiamo avuto è che la hostess si sia trovata in difficoltà quando abbiano chiesto l'extension della cintura di sicurezza. L'unico vantaggio di questa storia è che siamo stati costretti a saltare la cena con quello che è successo. E forse mio padre è riuscito a perdere un chilo».