dal messaggero
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di Umberto Mancini
ROMA (26 luglio) - «Nuova Alitalia ha tutti i requisiti necessari per competere con successo sul mercato domestico ed internazionale del trasporto aereo anche in periodi di forte tensione come quelli attuali. Infatti nasce da una forte discontinuità con il passato - dal punto di vista societario, strategico, operativo, manageriale e di assetto proprietario - mediante l’integrazione della parte sana di Alitalia con AirOne». L’incipit del piano Fenice di Intesa-Sanpaolo, che il Messaggero ha potuto visionare e che è ovviamente non definitivo, non potrebbe essere più ambizioso. Del resto gli uomini di Corrado Passera e Gaetano Miccichè - che hanno messo a punto il progetto preliminare per convincere nuovi investitori - avevano il compito di disegnare la svolta. E di farlo in fretta. Facendo ben intendere a tutti i soggetti che non c’è futuro senza la creazione di una Nuova Alitalia e di una ”bad company” dove far confluire debiti ed esuberi. A pagina 17 del Piano si legge: il polo di aggregazione delle attività valorizzabili di Alitalia ed AirOne, può nascere «enucleando con un percorso legislativo innovativo e costruito ad hoc» la parte sana da quella malata. Che di fatto ”liberi” i nuovi azionisti dagli impegni della ”vecchia Alitalia”, con una cesura netta. Senza questo passaggio - che è basilare - tutto resta sospeso perchè sia i nuovi soci che il presidente Police vogliono garanzie certe di non incorrere in azioni di responsabilità o nelle ire dei creditori. Un decreto ad hoc sarebbe sulla rampa di lancia per dirimere la questione. Di certo, pare di capire, senza modifiche alla Marzano non si procede.
Oggi il cda di Alitalia, che resta convocato, avrebbe dovuto cominciare l’esame del piano dopo che Rocco Sabelli, futuro amministratore delegato, lo ha illustrato al pool dei possibili e principali soci: Benetton, Ligresti, Gavio, Marcegaglia, Aponte. Alla finestra rimane Colaninno, così come Mediobanca che, a sentire i rumors, alla fine non dovrebbe far mancare il proprio appoggio, proprio nell’ottica di una operazione di sistema. Definito lo scenario e la possibile dotazione finanziaria (tra 800 e 1,2 mld), Intesa ha messo nero su bianco le cifre in attesa del quadro normativo definitivo e delle valutazioni dei soggetti in campo.
Punto di forza. «Nuova Alitalia - si legge a pagina 20 - inizierà la propria attività partendo dalle quote di mercato di Az e Air One, pari a ad un aggregato superiore al 60%». Un «punto di forza considerevole in termini di difendibilità del mercato e di massa critica necessaria per gestire in modo efficace le attività operative». Radici forti quindi in Italia, per sfruttare il flusso turistico e dare nuovo sprint. Ma essere un campione nazionale ovviamente non basta.
Partner estero. Passera e Miccichè sanno bene che ci vuole una alleanza. E infatti scrivono: dopo la «rifocalizzazione ed il consolidamento sul mercato naturale del breve-medio raggio» ci deve essere un «forte accordo con uno dei tre mega carrier europei». E sondaggi con Lufthansa sarebbero già avviati.
Struttura societaria. L’advisor propone la creazione di una nuova società con le «attività valorizzabili di Alitalia che verranno enucleate dal resto a seguito di un percorso legislativo innovativo e costruito ad hoc, e di Air One». Tradotto: la parte sana da una parte (slot, rotte, flotta, marchio), la ”bad company“ dall’altra.
Operatività. Modello di network punto-punto sul breve-medio raggio «con quote dominanti nei principali aeroporti serviti mediante un decentramento delle attività su 6 basi operative. Copertura del lungo raggio anche con l’accordo forte con un partner internazionale».
Management. Ci saranno nuovi dirigenti - si legge a pagina 17 dell’information memorandum - «credibili e affidabili, con track record provato nel campo delle ristrutturazioni e rilancio delle aziende». Insomma, l’identikit di Rocco Sabelli.
Esuberi. La gestione degli esuberi sarà molto attenta e condivisa con le organizzazioni sindacali. Berlusconi ha spiegato che verranno attivate tutte una serie di ammortizzatori sociali per rendere per quanto possibile ”indolori“ i tagli necessari.
Tempi. Il progetto è naturalmente una base di lavoro, aperta alle valutazioni di Alitalia, soci, Governo e suscettibile di modifiche e integrazioni.