Soluzione AZ in corto finale?


Quello slogan ricorda tanto le tasse bellissime di TPS.....
 
dal televideo

BERLUSCONI: ALITALIA, NO COMMISSARIAMENTO
"E' un'ipotesi assolutamente infondata" Così il presidente del Consiglio, Berlusconi, parlando con l'agenzia Ansa, definisce la notizia diffusa nel pomeriggio, di un commissariamento della compagnia Alitalia entro Ferragosto. "Stiamo lavorando, stiamo tranquilli e convinti di poter trovare una soluzione- ha ripetuto il premier- ma l'ipotesi del commissariamento è assolutamente infondata". Una nota dell'ufficio stampa di Palazzo Chigi ribadisce: "La notizia riportata da alcune agenzie su un eventuale commissariamento della compagnia di bandiera è destituita di ogni fondamento".

PREMIER: ALITALIA? HO CAPITALI E SLOGAN
Il salvataggio dell'Alitalia è sul tavolo del governo. Oggi pomeriggio Berlusconi avrà, annuncia, "una riunione con il ministro Tremonti e con altri". Per adesso, precisa il presidente del Consiglio,"abbiamo due cose sicure: abbiamo i capitali necessari per la nuova Alitalia. E abbiamo lo sglogan: "Io amo l'Italia, io volo Alitalia".Parla anche dell'impegno di ripulire Napoli dai rifiuti. E' "una sfida contro la storia", rendere Napoli "la città più pulita ed ordinata d'Italia". Cita Singapore. Lì "veniva fustigato" chi sporcava.
 
quando berlusca esce fuori con questi slogan vuol dire che sta con la cacca fino al collo..e allora da grande pubblicitario quale è sposta l'attenzione con questi slogan...
 
ALITALIA: PENATI, MILANO RISCHIA DI PAGARE PREZZO ALTISSIMO
(ANSA) - MILANO, 25 LUG - "Per il salvataggio di Alitalia Milano rischia di pagare un prezzo altissimo". Lo ha affermato, in un comunicato, il presidente della Provincia di Milano Filippo Penati. "Intanto - afferma Penati - pare certo l'abbandono di Malpensa al suo destino. Nel piano industriale presentato dalla cordata di imprenditori italiani non ci sarebbero infatti riferimenti al rilancio dell'hub varesino, se non la generica promessa di qualche volo in più. I vertici di Sea, inoltre, e il Comune di Milano non fanno più riferimento alla richiesta di risarcimento danni all'Alitalia, danni per un valore complessivo quantificato dalla stessa Sea in un miliardo di euro, quasi a voler presupporre una volontà di rinunciare a tale richiesta". "Se quel risarcimento - continua Penati - non era un'azione tesa a contribuire ad affossare la trattativa con Air France ma un 'atto dovuto', come aveva dichiarato il sindaco di Milano, Letizia Moratti il 1 febbraio scorso, devono essere perseguite tutte le azioni perché a Sea venga riconosciuto l'indennizzo del danno subito". "Vigilerò sull'esito di questa vicenda - assicura Penati - anche come azionista di Sea, per salvaguardare gli interessi della Provincia e dei suoi cittadini". (ANSA).
 
dal messaggero


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=28373&sez=HOME_ECONOMIA#
di Umberto Mancini
ROMA (26 luglio) - «Nuova Alitalia ha tutti i requisiti necessari per competere con successo sul mercato domestico ed internazionale del trasporto aereo anche in periodi di forte tensione come quelli attuali. Infatti nasce da una forte discontinuità con il passato - dal punto di vista societario, strategico, operativo, manageriale e di assetto proprietario - mediante l’integrazione della parte sana di Alitalia con AirOne». L’incipit del piano Fenice di Intesa-Sanpaolo, che il Messaggero ha potuto visionare e che è ovviamente non definitivo, non potrebbe essere più ambizioso. Del resto gli uomini di Corrado Passera e Gaetano Miccichè - che hanno messo a punto il progetto preliminare per convincere nuovi investitori - avevano il compito di disegnare la svolta. E di farlo in fretta. Facendo ben intendere a tutti i soggetti che non c’è futuro senza la creazione di una Nuova Alitalia e di una ”bad company” dove far confluire debiti ed esuberi. A pagina 17 del Piano si legge: il polo di aggregazione delle attività valorizzabili di Alitalia ed AirOne, può nascere «enucleando con un percorso legislativo innovativo e costruito ad hoc» la parte sana da quella malata. Che di fatto ”liberi” i nuovi azionisti dagli impegni della ”vecchia Alitalia”, con una cesura netta. Senza questo passaggio - che è basilare - tutto resta sospeso perchè sia i nuovi soci che il presidente Police vogliono garanzie certe di non incorrere in azioni di responsabilità o nelle ire dei creditori. Un decreto ad hoc sarebbe sulla rampa di lancia per dirimere la questione. Di certo, pare di capire, senza modifiche alla Marzano non si procede.

Oggi il cda di Alitalia, che resta convocato, avrebbe dovuto cominciare l’esame del piano dopo che Rocco Sabelli, futuro amministratore delegato, lo ha illustrato al pool dei possibili e principali soci: Benetton, Ligresti, Gavio, Marcegaglia, Aponte. Alla finestra rimane Colaninno, così come Mediobanca che, a sentire i rumors, alla fine non dovrebbe far mancare il proprio appoggio, proprio nell’ottica di una operazione di sistema. Definito lo scenario e la possibile dotazione finanziaria (tra 800 e 1,2 mld), Intesa ha messo nero su bianco le cifre in attesa del quadro normativo definitivo e delle valutazioni dei soggetti in campo.

Punto di forza. «Nuova Alitalia - si legge a pagina 20 - inizierà la propria attività partendo dalle quote di mercato di Az e Air One, pari a ad un aggregato superiore al 60%». Un «punto di forza considerevole in termini di difendibilità del mercato e di massa critica necessaria per gestire in modo efficace le attività operative». Radici forti quindi in Italia, per sfruttare il flusso turistico e dare nuovo sprint. Ma essere un campione nazionale ovviamente non basta.

Partner estero. Passera e Miccichè sanno bene che ci vuole una alleanza. E infatti scrivono: dopo la «rifocalizzazione ed il consolidamento sul mercato naturale del breve-medio raggio» ci deve essere un «forte accordo con uno dei tre mega carrier europei». E sondaggi con Lufthansa sarebbero già avviati.

Struttura societaria. L’advisor propone la creazione di una nuova società con le «attività valorizzabili di Alitalia che verranno enucleate dal resto a seguito di un percorso legislativo innovativo e costruito ad hoc, e di Air One». Tradotto: la parte sana da una parte (slot, rotte, flotta, marchio), la ”bad company“ dall’altra.

Operatività. Modello di network punto-punto sul breve-medio raggio «con quote dominanti nei principali aeroporti serviti mediante un decentramento delle attività su 6 basi operative. Copertura del lungo raggio anche con l’accordo forte con un partner internazionale».

Management.
Ci saranno nuovi dirigenti - si legge a pagina 17 dell’information memorandum - «credibili e affidabili, con track record provato nel campo delle ristrutturazioni e rilancio delle aziende». Insomma, l’identikit di Rocco Sabelli.

Esuberi. La gestione degli esuberi sarà molto attenta e condivisa con le organizzazioni sindacali. Berlusconi ha spiegato che verranno attivate tutte una serie di ammortizzatori sociali per rendere per quanto possibile ”indolori“ i tagli necessari.

Tempi. Il progetto è naturalmente una base di lavoro, aperta alle valutazioni di Alitalia, soci, Governo e suscettibile di modifiche e integrazioni.
 
da la stampa.it

Il Tesoro spinge, Palazzo Chigi frena.
I tecnici lavorano a un decreto ad hoc
ALESSANDRO BARBERA
ROMA
Ieri mattina il premier annunciava sicuro: «Abbiamo i capitali per la nuova compagnia. Oggi ne parlerò con Tremonti». Poche ore dopo, nella sua residenza romana, a Palazzo Grazioli, i due si sono visti accompagnati dai rispettivi bracci destri, Gianni Letta e Vittorio Grilli. Oggetto: quando e come cavare al governo quella brutta carie chiamata Alitalia.

La battuta mattiniera del premier e quel riferimento alla «nuova» Alitalia lasciava capire che si andrà verso qualcosa che assomiglia molto al commissariamento e alla liquidazione della vecchia compagnia. I tecnici dei ministeri stanno mettendo a punto un decreto ad hoc come si fece per la crisi di Volare. «Una via di mezzo fra la Marzano e il concordato preventivo», sottolinea una fonte vicina al Cavaliere. «Ma qualcosa che assomigli il meno possibile ad un fallimento. Anche perché questo tipo di scelte le si può ammettere solo a cose fatte».

Tecnicamente sarà una procedura fallimentare, ritagliata su misura per Alitalia, che tenterà di rispondere ad ogni esigenza: non costare troppo alle casse dello Stato, non pregiudicare gli interessi di troppi creditori, che permetta di trovare un accordo con i sindacati e allo stesso tempo di far rinascere la compagnia in tempi rapidi. Ci sarebbe ormai l’accordo anche sul nome del capoazienda - sarebbe l’ex Piaggio Rocco Sabelli - che succederebbe allo scomodo Aristide Police, apertamente contrario a dichiarare l’insolvenza di Alitalia senza che ve ne siano ancora i presupposti e che oggi, in consiglio di amministrazione, potrebbe chiedere all’azionista statale lumi proprio su questo. Il problema emerso al vertice - a tratti «piuttosto acceso», secondo alcune fonti - è semmai sui tempi entro i quali far partire la cura. Cura che a questo punto dovrebbe slittare a settembre.

Il ministro dell’Economia, ormai stufo di trovarsi di fronte alla solita tela di Penelope, vuole che il problema si risolva una volta per tutte e il più rapidamente possibile. Il premier, dopo aver detto con leggerezza sì a Intesa sulla liquidazione-lampo della vecchia Alitalia, ora teme la reazione dei sindacati ad un duro piano di esuberi (dai cinquemila in sù, il doppio del piano Air France-Klm) e di pagare per questo un prezzo politico troppo alto. Insomma, pur essendo consapevole della necessità di una discontinuità, chiede tempo. Non a caso ieri sera, dopo che alcune agenzie avevano dato per certo il commissariamento entro agosto, Palazzo Chigi l’ha seccamente smentito con una nota ufficiale: «Le ventilate ipotesi di commissariamento sono destituite di ogni fondamento». Il premier non avrebbe gradito le indiscrezioni che, fra l’altro, hanno scatenato l’opposizione. Una su tutte, quella puntuta dell’ex sottosegretario Enrico Letta: «Il commissariamento sarebbe il fallimento di Berlusconi e della sua scelta dissennata di far scappare Air France-Klm».

Tutto sommato a IntesaSanpaolo l’idea di avere più di tempo a disposizione non dispiace. Il suo mandato scade il 10 di agosto, ma non ha ancora messo insieme tutti i pezzi del mosaico. Roberto Colaninno, ad esempio. Il patron della Piaggio si sarebbe fatto convincere a investire pur in assenza di un partner internazionale, ma vuole garanzie sulla governance della nuova Alitalia. Il problema si chiama Carlo Toto: il proprietario della promessa sposa ad Alitalia, Air One, non solo vuole vendere a prezzi superiori a quelli prospettati da Intesa, ma chiede di avere un ruolo nella gestione della futura azienda***. Se non per lui, per i due figli che oggi stanno ai piani alti della sua azienda. Colaninno - e con lui Intesa - puntano invece su una guida forte che eviti pasticci come quelli che stanno emergendo sulla governance della Telecom italo-spagnola. Da qui la scelta, concordata con Tremonti, di concentrare solo attorno ad alcuni nomi il nocciolo duro della nuova AliAirOne.

*** evidentemente al momento non ce l'ha
 
Toto potrebbe anche avere altre alternative, chi lo sa? Per liberarsi di una banca e' sufficiente un'altra banca.

Comunque se gli enti locali lombardi, SEA e la Lega, che avrebbero armi per far crollare questo castello di carte, non lo fanno a costo di farsi sbeffeggiare da MOL..... un motivo ci sara'.