A Palese gli americani di Skyone
I Boeing dei charter di lusso scelgono Bari come base europea
Tra i progetti anche una scuola di pilotaggio Finanziamenti dal governo Usa
PIERO RICCI
Un aeroporto a stelle e strisce. Come la bandiera degli Usa. Perché il quartier generale di Skyone, la compagnia di charter extra lusso che ha messo gli occhi sul sistema aeroportuale pugliese, si trova dall´altra parte dell´Atlantico, nella Carolina del Sud, ma ha tanta voglia di collocarsi anche a queste latitudini. Fare il salto di qualità, conquistare nuovi mercati e prenotare un posto in prima fila in quella piattaforma logistica puntata verso Est, che è l´Italia e, in Italia, la Puglia. «Sì, è vero ci sono stati i primi contatti», conferma a denti stretti l´amministratore unico di Aeroporti di Puglia, Domenico Di Paola. «Ma guardate, è qualcosa che non chiamerei nemmeno un´opportunità: un´ipotesi».
In realtà, una trattativa tra la compagnia americana, che ha un suo referente in Italia, e la società della Regione Puglia che gestisce gli scali aeroportuali pugliesi è in corso. I primi contatti ci sono stati nella primavera scorsa e nelle ultime settimane avrebbe raggiunto una fase piuttosto avanzata con la negoziazione delle tariffe che gli americani devono all´ex Seap. Di certo Skyone vuole radicarsi nell´area del Mediterraneo, e complici le alterne vicissitudini di Alitalia, sbarcare in Puglia come compagnia low cost ma di gran lusso. Un salto di qualità, dopo aver scorrazzato in lungo e in largo per i cinque continenti vip del calibro di Bob Dylan, Bruce Springsteen, Phil Collins, Robbie Williams, Spice Girls e Rolling Stones, in giro con le rispettive tournée internazionali.
La nuova aerostazione di Palese risponderebbe alle loro esigenze: intanto vorrebbero affittare qualche ufficio per diventare operativi con i primi voli intercontinentali per New York e Miami già dal prossimo dicembre con prezzi assolutamente concorrenziali: 1.300 euro andata e ritorno, ma con aerei attrezzati solo come all business. Il Boeing 777 costruito per 400 posti, nella versione Skyone ne avrebbe la metà. E anche il 767, l´altro che opererebbe per i due voli intercontinentali settimanali, da 250 posti diventa di 150. In prospettiva, sempre sull´intercontinentale, ci sarebbero mete come Pechino e Tokyo. La compagnia non disdegnerebbe i collegamenti nazionali (Alitalia permettendo) e quelli di medio raggio internazionali, a cominciare da Londra e Mosca, già sperimentati a Bari. Gli americani della Skyone avrebbero insomma un piano dettagliato che farebbe della Puglia un loro mini hub in Europa anche per il trasporto cargo, che in quel caso non punterebbe su Bari ma sugli scali salentini, a cominciare da Brindisi per finire a Grottaglie.
L´investimento, che probabilmente potrà contare su un finanziamento di tre milioni di euro da parte del governo Usa, va anche oltre il low cost di lusso e il trasporto cargo, puntando a realizzare anche una scuola di pilotaggio. Altro che "mordi e fuggi", insomma. «Preferisco mantenere la massima prudenza», avverte Di Paola. Ma l´interesse di questa compagnia sembra cogliere il senso del forum che lo stesso Di Paola organizzò nell´aprile del 2007 sul progetto di integrare il sistema portuale e aeroportuale della Puglia nel triangolo Bari-Brindisi-Taranto. Di Paola sorride quasi compiaciuto: «Penso che bisogna accelerare sul passante ferroviario e pensare all´ampliamento dell´aeroporto, perché già ora i finger qualche volta non bastano». Per lui, che da quando è alla guida degli aeroporti pugliesi ha visto raddoppiare il numero dei passeggeri, lo sbarco degli americani sarebbe la classica ciliegina sulla torta.
La Repubblica - Bari
CIAO
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