Citazione:Messaggio inserito da concorde
vorrei completare il ragionamento di max (N606BN) su sea handling.
premessa: è vero, come sostiene lui, che il problema non sono gli operativi e che anzi questi mancano col risultato di fornire un servizio pessimo ai clienti (l'estate scorsa alle dieci di sera a linate i bagagli non arrivavano perchè non c'era personale sul pizzale. ogni ritardo nella giostra linate non è frutto di disorganizzazione o altro è semplicemente il risultato di mancanza di braccia, contrattualmente flessibili, in servizio). fatta questa premessa si può, a mio avviso, declinare su cinque punti i veri nodi dell'handling milanese:
1) un settore con un prodotto maturo, che ha quindi margini ridotti all'osso, non può che avere un maniacale controllo sui costi (le bollette del telefono controllate al centesimo, la quantità di carta usata per le fotocopie contingentata ecc ecc). come si ottiene ciò? con un'eccelente struttura di controllo di gestione. l'ad dovrebbe avere al suo fianco un controller da far gonfiare il plesso venoso emorroidario a tutti (a.d. compreso. anche lui dovrebbe sentirsi un costo per l'azienda). sea handling lo ha? no! i controller capaci sono in sea holding e non in sea handling dove si sperpera sistematicamente su tutto!
2) in sea handling occorrerebbe un capo azienda che fa controllare al centesimo i contratti che firma il commerciale. perchè è fisiologico che i commerciali devono vendere a tutta manetta ma, per formazioni, a loro scappano i costi. compito dell'ad è mettere insieme le due cose e prendere decisioni al riguardo. in sea handling ci sono dei contratti che non arrivano neppure ad essere positivi al primo margine di contribuzione!!!
3) personale. come ho detto mancano, e max ha ragione, gli operativi. in compenso c'è un eccesso di figure intermedie, sindacalmente previste e tutelate, che costano e non sono produttive. è qui il primo problema vero di quell'azienda! caporaletti, caporali, capetti e capi. in un settore maturo e senza margini dovrebbe esserci un capo e gl'operativi. stop. in sea si trovano figure intermedie che più salgono meno lavorano e più costano
4) la flessibilità è il secondo grande problema. sea handling è sprovvista di quella flessibilità contrattuale che permetterebbe nei momenti di picco di ricorrere a braccia a basso costo da usare per tempi limitati. non nascondiamocelo ad agosto servirebbero lavoratori a cottimo delle coperative da mettere sotto gli aerei a sgobbare come i somari. il contratto collettivo di sea non lo permette! non permettendolo sea non ha nessun interesse a ricorrere a braccia costose lasciando le cose così come sono... spremendo fino, dove riesce spremere, quello che ha a disposizione.
5) altro punto è l'organizzazione del lavoro, oggi standardizzata. è fuori da ogni dubbio che linate si regge su un modello di business, malpensa su un altro; a linate il lavaro gira in un determinato modo e richiederebbe quindi strumenti contrattuali assai diversi da quelli di malpensa. oggi non è cosi. paradossalmente servirebbero due sea: una sea linate e una sea malpensa così che le due si possano scambiare le best practise e non le male practise come avviene oggi.
sea andava venduta nelle modalità, che illo tempore, aveva previsto giorgio fossa, poi bloccato al riguardo da sua altezza il principe sul pisello, er codominaro albertini! che fare oggi che il treno è ormai passato? sedersi ad un tavolo con i sindacati (cosa che non faceva bencini se non percorrendo la strade del celodurismo in puro stile cimoliano) e rinegoziare seriamente (e torno a ripeterlo seriamente) tutto con i sindacati, dando loro delle prospettive che non devono essere il burrone!!!. tutto ciò però deve avvenire innanzitutto avendo l'azienda ben chiario dove vuole andare cosichè eventuali irrigidimenti sindacali (leggi scioperi) possano essere superati tenendo la barra dritta al centro...
mi (auto)quoto. tutto ciò può essere fatto solo da un capo azienda che oltre a conoscere l'arte sappia anche ben mouoversi tra socio pubblico e azienda. perchè se si credere di mettere lì uno spacca pietre bhè questo dopo qualche mese non potrà che fare i capricci, picchiare i peidi per-terra frignando e andarsene dicendo che la politica non lo lascia lavorare! in realtà sarà semplicemente lui un bravo manager che non sa però produrre risultati in ambito pubblico!
non dimentichiamoci che siamo in italia e non nel regno unito (che per inciso, professionalmente, preferisco alla nostra cara patria)