(ANSA) - MILANO, 26 AGO - «La ventilata ritirata di Alitalia da Milano a Roma è come per il
condannato a morte fumare l’ultima sigaretta». Lo sostiene il segretario regionale della Fit-Cisl, Dario
Balotta, secondo il quale «sarebbe una scelta politica e non di mercato quella che si accingerebbe a
prendere il neopresidente di Alitalia Maurizio Prato».
Balotta ricorda che «il business del vettore è oramai concentrato a Milano (Malpensa e Linate) più
che a Roma Fiumicino. Infatti nei primi 6 mesi del 2007 i voli complessivi a Milano sono stati 80.850
(56%) contro i 64.203 (44%) di Roma.
A Milano però stazionano solo 1.200 (19%) dei naviganti (tra piloti e assistenti di volo) contro i 5.200
(81%) che hanno base a Roma. È una simile suddivisione del personale che alza i costi di gestione
dei voli operati a Milano per trasferte e alberghi».
«Il ricco mercato è al Nord - aggiunge il sindacalista -, per questo sarebbe folle regalarlo ai
concorrenti europei. Oltre che ridurre i costi, trasferendo definitivamente una quota consistente di
naviganti a Milano, sempre promessa, l’Alitalia dovrebbe aumentare i ricavi e ciò lo può fare
incrementando i voli intercontinentali ed europei che già oggi tirano molto più che nella capitale. Infatti
a Milano il vettore opera 18.347 voli intercontinentali (76%) contro i 5.680 (24%) di Roma. Mentre sono
33.786 (66%) i voli europei contro i 17.586 (34%) di Roma. La media per aereo dei passeggeri
trasportati è superiore a Milano con 109 passeggeri ad aereo contro i 104 di Roma».
«Il ridimensionamento di Milano - conclude Balotta - sarebbe una sconfitta oltre che dell’Alitalia
anche del Paese visto che per costruire Malpensa si sono spesi 3 mila miliardi di vecchie
lire».(ANSA).
condannato a morte fumare l’ultima sigaretta». Lo sostiene il segretario regionale della Fit-Cisl, Dario
Balotta, secondo il quale «sarebbe una scelta politica e non di mercato quella che si accingerebbe a
prendere il neopresidente di Alitalia Maurizio Prato».
Balotta ricorda che «il business del vettore è oramai concentrato a Milano (Malpensa e Linate) più
che a Roma Fiumicino. Infatti nei primi 6 mesi del 2007 i voli complessivi a Milano sono stati 80.850
(56%) contro i 64.203 (44%) di Roma.
A Milano però stazionano solo 1.200 (19%) dei naviganti (tra piloti e assistenti di volo) contro i 5.200
(81%) che hanno base a Roma. È una simile suddivisione del personale che alza i costi di gestione
dei voli operati a Milano per trasferte e alberghi».
«Il ricco mercato è al Nord - aggiunge il sindacalista -, per questo sarebbe folle regalarlo ai
concorrenti europei. Oltre che ridurre i costi, trasferendo definitivamente una quota consistente di
naviganti a Milano, sempre promessa, l’Alitalia dovrebbe aumentare i ricavi e ciò lo può fare
incrementando i voli intercontinentali ed europei che già oggi tirano molto più che nella capitale. Infatti
a Milano il vettore opera 18.347 voli intercontinentali (76%) contro i 5.680 (24%) di Roma. Mentre sono
33.786 (66%) i voli europei contro i 17.586 (34%) di Roma. La media per aereo dei passeggeri
trasportati è superiore a Milano con 109 passeggeri ad aereo contro i 104 di Roma».
«Il ridimensionamento di Milano - conclude Balotta - sarebbe una sconfitta oltre che dell’Alitalia
anche del Paese visto che per costruire Malpensa si sono spesi 3 mila miliardi di vecchie
lire».(ANSA).