[h=1]Alitalia-Air France, no di Berlusconi Bersani: colpa sua, l'integrazione serve[/h][h=2]Il premier Monti: «No a posizioni astratte e dogmatiche» Udc contraria alla soluzione estera. Sindacati preoccupati[/h]
ROMA Eravamo in piena campagna elettorale allora e siamo in piena campagna elettorale adesso. Sembra fatale che il destino industriale dell’Alitalia si incroci a stretto giro con le vicende politiche del nostro Paese. Allora, era il 2008, ne fu condizionato alla grande. Ora, non si sa. È un fatto, però, che di
fronte all’eventualità che la compagnia aerea con i colori della bandiera italiana passi in mano straniera, alcuni commenti sono gli stessi di cinque anni fa. No ai francesi, disse allora un Berlusconi che si apprestava a ”sfilare” la poltrona di premier a Romano Prodi. No ai francesi, ribadisce oggi Berlusconi.
E non cambia nemmeno la posizione del centrosinistra che resta particolarmente attento soprattutto alla sostenibilità dei conti e al futuro dei dipendenti. Stavolta c’è un protagonista in più: Mario Monti, che comunque ha una posizione molto simile a quello dell’allora ministro dell’Economia, lo scomparso Tommaso Padoa Schioppa.
I CASTELLI DELLA LOIRA
Il no di Berlusconi all’ipotesi Air France è netto. Senza pentimenti. «Su Alitalia rifarei la stessa scelta. Il nostro Paese non può non avere una propria compagnia di bandiera. Se Alitalia fosse caduta nelle mani di Air France, conosco bene i francesi, tanti turisti sarebbero finiti a visitare i castelli della Loira invece che nelle nostre città d’arte» dice il leader del Pdl, ripescando le stesse motivazioni di oltre quattro anni fa.
ALLEANZE NECESSARIE
Secondo il candidato premier del Pd, Pierluigi Bersani, «è necessaria un’integrazione internazionale per garantire un futuro alla compagnia, tanto più necessaria oggi che allora». Bersani ne è convinto: «Se si fosse fatta l’alleanza nel 2008, adesso saremmo in una situazione migliore. Berlusconi ha una grande responsabilità storica». Per quanto riguarda le condizioni di acquisizione da parte dell’Air France, Bersani non si sbilancia: «Le giudicheremo quando arriveranno sul tavolo».
I CENTRISTI
Non sbarra la porta agli stranieri il premier dimissionario, Mario Monti. «No a posizioni astratte o dogmatiche. Bisogna vedere quali sono le alternative e le prospettive economico-finanziarie di Alitalia» spiega il leader di Scelta Civica. Ma all’interno dello schieramento dei moderati non manca chi è contrario al nuovo passaggio di proprietà. È Luciano Ciocchetti dell’Udc, che argomenta: «Se Alitalia divenisse proprietà Air France, il centro delle linee si sposterebbe su Parigi facendo perdere a Roma la sua centralità per il sud Europa e il Mediterraneo e arresterebbe di fatto lo sviluppo dell'hub internazionale di Fiumicino», con gravi ripercussioni economiche per l’area.
SINDACATI PREOCCUPATI
Il segretario nazionale della Uiltrasporti, Marco Veneziani, si dice «sorpreso da questa accelerazione» da parte di Air France e «fortemente preoccupato per la situazione economica e finanziaria di Alitalia». Non ha dubbi Antonio Divietri, presidente dell’Avia, organizzazione degli assistenti di volo: «In assenza di immediata ricapitalizzazione Alitalia fallisce». Divietri auspica «una inchiesta per portare alla luce quegli enti o persone fisiche che hanno tratto vantaggio in questa vicenda» e lancia una provocazione: «Berlusconi faccia un atto concreto, dichiari di voler partecipare egli stesso alla ricapitalizzazione di Alitalia».
fonte : Il Messaggero