SAVE - Piani di espansione


kenyaprince

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20 Giugno 2008
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VCE-TSF
Martedì 31 Marzo 2009,
Mestre
Da Venezia a Londra via Charleroi. È l’itinerario finanziario che potrebbe portare la Save, società che controlla gli aeroporti di Venezia e Treviso, ad acquisire a breve il controllo dello scalo londinese di Gatwick. La spa presieduta da Enrico Marchi ha intenzione di partecipare alla gara per l’acquisizione del secondo scalo londinese, dopo che l’Antitrust britannica ha imposto all’attuale concessionaria British airport authority (controllata dal gruppo spagnolo Ferrovial) di cedere tre degli aeroporti attualmente gestiti nel Regno Unito.
Che Gatwick, a Sud di Londra, fosse in vendita si sapeva dallo scorso settembre: all’epoca si era fatto il nome della Virgin Atlantic di Richard Branson e di Hotchief fra i potenziali acquirenti della società, valutata circa 2,7 miliardi di sterline. La crisi economica che ha colpito in modo pesante il comparto del trasporto aereo ha però ridotto nel tempo a 1,8 miliardi si sterline la valutazione dello scalo inglese. Un valore più abbordabile che avrebbe indotto la Save, assistita dai propri advisor, a prendere in considerazione l’operazione. Al momento sarebbero almeno tre le cordate in corsa per l’aeroporto inglese dove nel 2008 sono transitati 35,2 milioni di passeggeri. La Save, che al riguardo non commenta le notizie apparse in questi giorni, potrebbe partecipare a una delle cordate o dare vita a un’offerta alternativa assieme a un paio di partner della propria compagine societaria come Morgan Stanley e Generali.
Per Venezia, che di recente ha sondato la possibilità di estendere il proprio controllo a Verona e Ronchi dei Legionari per creare un grande polo aeroportuale del Nordest, si tratterebbe di un salto di qualità delle proprie ambizioni, dopo l’operazione che dovrebbe portare la Save ad acquisire il 27,6 per cento dello scalo di Charleroi assieme alla belga Holding Communal. Si spiegherebbe così la recente decisione di Marchi di riacquistare il 5 per cento delle azioni che a causa della crisi hanno perso tre quarti del lovo valore.
 
22/04/2009 - 10:20
Save, vicina la firma per l'acquisizione di Charleroi
Operazione condotta in cordata con la holding belga Communal

E' attesa per la prossima settimana - il Corriere della Sera parla di martedì 28 aprile - la firma che chiuderà l'operazione che porterà Save, insieme alla holding belga Communal, ad acquisire il 48,89% dello scalo di Charleroi.
Tra gli elementi che più hanno fatto propendere per la cordata Save-Communal vi sarebbe l'intenzione della stessa di potenziare il traffico da e per l'aeroporto: nel 2008 i passeggeri sono stati 3 milioni, ma si guarda ora con interesse ad un bacino d'utenza di 15 milioni di persone. Lo sviluppo dello scalo passerà per un miglioramento delle vie d'accesso ed un potenziamento della presenza di low cost.
 
VCE e Alitalia

«Colaninno? Desaparecido»
Alessandra Carini)
Il presidente Marchi si toglie i sassolini dalle scarpe: «I vertici di Alitalia non si degnano d’incontrarci». E su Brescia: «E’ un aeroporto in perdita e va chiuso»

VENEZIA. L’Alitalia? «Roberto Colaninno e Rocco Sabelli mi sembrano dei desaparecidos. Abbiamo chiesto di incontrarli, dato che siamo il terzo scalo italiano, ma, dopo aver chiesto il motivo della telefonata, nessuna risposta. Non capisco che strategia abbiano, se ne hanno una. Rischiano di essere spazzati via dalla concorrenza». Gli aeroporti a Nord? «Sono troppi, Brescia è inutile e andrebbe chiuso». La gestione di Ronchi dei Legionari? «C’è un bel gruppetto di politici che si divertono a giocare, come si fa a dialogare con loro?». Risponde con la consueta franchezza, che gli ha procurato la fama di antipatico e arrogante, Enrico Marchi, al termine dell’assemblea della Save che prevede per il sistema aeroportuale veneziano un anno difficile, con un calo complessivo dell’1,4%, ma che potrebbe essere inferiore dato che, per ora, sta andando meglio del budget previsto. Il 2008 si è chiuso con un risultato più o meno in pareggio con 8,6 milioni di passeggeri (-0,3% complessivo, composto da un meno 2,6% di Venezia e una crescita del 10,4% di Treviso che arriva a 1,7 milioni di passeggeri), un Ebidta in crescita, soprattutto dovuto all’aumento del business aeroportuale, e la decisione di corrispondere un dividendo di 0,231 euro per azione. Spiega Marchi che i risultati del Marco Polo, seppur migliori di quelli dell’intero sistema aeroportuale italiano che è sceso dell’1,8% nel 2008 quanto a passeggeri, sono anche dovuti alla crisi dell’Alitalia, alla scomparsa dell’Alpi Eagles. E l’affondo sulla politica dei nuovi vertici è pungente. «Pensavo che la privatizzazione cambiasse qualche cosa. Ma invece non mi pare. Hanno detto che per loro il Marco Polo era prioritario, ma poi quando si tratta di discutere di strategie non rispondono. E nel frattempo si allargano i cunei aperti dalle altre compagnie: Easyjet ha due voli sull’Italia da Venezia, stiamo cercando qualcuno che voli a Shangai. E’ un ottimo affare per una compagnia e per Venezia, dati l’Expo e il turismo, ma Alitalia non c’è e non sfrutta nemmeno la potenzialità che ha di avere a Venezia ben 6 delle compagnie che fanno parte di SkyTeam». Del resto la politica della Save è stata quella di andare a caccia di nuovi clienti, tanto che Easyjet è diventata la seconda compagnia (da giugno volerà anche su Roma e Napoli) e con la stagione estiva ci saranno 15 compagnie che hanno deciso o di ampliare o di avviare la loro offerta. Ma le frecciate del presidente della Save hanno toccato anche il tema della ristrutturazione della politica aeroportuale e della pletora di aeroporti al Nord. «Trieste, Venezia, Treviso, Verona, Bergamo Brescia Linate Malpensa: sono troppi. Brescia, che forse è stato costruito con il solo scopo di non far perdere terreno a Verona mentre era in ristrutturazione, non ha senso. Perde e andrebbe chiuso» dice Marchi. Mentre, ribadisce, avrebbe senso un accordo con Verona, per creare un sistema aeroportuale integrato, «anche se per ora non ci sono né incontri né colloqui» dice. Resta in stand by anche un accordo con Ronchi, ma ci sono i politici che litigano «mentre l’aeroporto rischia di essere soffocato tra Venezia e Lubiana». Così, mentre a giorni si attende la firma definitiva per acquisire la partecipazione del 27,65% nell’aeroporto di Charleroi - che potrebbe salire al 49% con la holding belga comunal - aeroporto di cui la Save avrà in sostanza la gestione, si aspettano gli aumenti tariffari in arrivo a breve dal governo. E la Save conferma la sua strategia di crescita come gruppo infrastrutturale: ieri Marchi ha confermato l’interesse all’aumento delle quote nella Venezia-Padova, se qualcuno, nella sostanza la Brescia-Padova, le metterà in vendita, e la politica di sviluppo degli altri due settori, che si concreta nell’accordo con Centostazioni e la ristruturazione e il rilancio di Airest, che con il food and beverage e il retail aeroportuale, rappresenta quasi la metà dei ricavi consolidati del gruppo.
 
«Colaninno? Desaparecido»
Alessandra Carini)
Il presidente Marchi si toglie i sassolini dalle scarpe: «I vertici di Alitalia non si degnano d’incontrarci». E su Brescia: «E’ un aeroporto in perdita e va chiuso»

Tutto questo ambaradan si riferiva alla compagnia che ha più frequenze in assoluto sullo scalo di VCE?





MAH..............
 
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E la Save conferma la sua strategia di crescita come gruppo infrastrutturale: ieri Marchi ha confermato l’interesse all’aumento delle quote nella Venezia-Padova, se qualcuno, nella sostanza la Brescia-Padova, le metterà in vendita, e la politica di sviluppo degli altri due settori, che si concreta nell’accordo con Centostazioni e la ristruturazione e il rilancio di Airest, che con il food and beverage e il retail aeroportuale, rappresenta quasi la metà dei ricavi consolidati del gruppo.
Francamente questa diversificazione mi sembra incomprensibile.
 
ASCA) - Venezia, 30 apr - I piani Alitalia ed Air France per Venezia ed il Veneto saranno presentati giovedi' 7 maggio in Regione, a Venezia, dal governatore Giancarlo Galan, dal Presidente di Alitalia Roberto Colaninno, con la partecipazione del sindaco di Venezia Massimo Cacciari, del Presidente di Air France Jean-Cyrill Spinetta, dell'Amministratore delegato di Alitalia Rocco Sabelli e del Presidente di Save Enrico Marchi.
 
ASCA) - Venezia, 30 apr - I piani Alitalia ed Air France per Venezia ed il Veneto saranno presentati giovedi' 7 maggio in Regione, a Venezia, dal governatore Giancarlo Galan, dal Presidente di Alitalia Roberto Colaninno, con la partecipazione del sindaco di Venezia Massimo Cacciari, del Presidente di Air France Jean-Cyrill Spinetta, dell'Amministratore delegato di Alitalia Rocco Sabelli e del Presidente di Save Enrico Marchi.
Chissà quali 'grandi' novitò sono riservate per lo scalo tra le gondole!!
Sono veramente molto molto curioso, sembra un annuncio in grande stile.....!!!!!
 
Secondo me rigireranno la frittata come hanno fatto negli altri aeroporti. Diranno che dalla fusione di Alitalia e AirOne sono aumentati i voli e le destinazioni Alitalia.

Presenteranno (con un leggero ritardo) il nuovo Palermo-Venezia e faranno un riepilogo dell'offerta di Alitalia_AirFrance_KLM sullo scalo
 
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«Trieste, Venezia, Treviso, Verona, Bergamo Brescia Linate Malpensa: sono troppi. Brescia, che forse è stato costruito con il solo scopo di non far perdere terreno a Verona mentre era in ristrutturazione, non ha senso. Perde e andrebbe chiuso» dice Marchi.
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D'accordissimo su Brescia e Linate. Gli altri francamente, se gestiti bene, hanno un mercato proprio e sostenibile. Nel lunghissimo termine, se si introduce l'alta velocità MI-TS, Verona e Ronchi potrebbero soffrirne, ma per ora è fantascienza. Inoltre Trieste schiacciato da Lubiana mi sembra un po' esagerato: collegamenti con Roma e il sud Italia non ce ne sono e da Trieste resisterebbero vita natural durante.
 
dal Gazzettino, Martedì 5 Maggio 2009,

Venezia
Galan ambasciatore di pace tra Alitalia e Save. Giovedì il presidente della Regione Veneto ha organizzato un vertice a palazzo Balbi (Venezia) con il leader di Alitalia Roberto Colaninno. Obiettivo: presentare i piani della compagnia di bandiera ora privata e dell’alleato Air France per la promozione di Venezia e del Veneto. All’incontro doveva partecipare anche il presidente della compagnia francese Jean-Cyrill Spinetta, poi cancellato per far posto a un suo collaboratore. Ma soprattutto, ci sarà anche Enrico Marchi, presidente di Save, la società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso (sette milioni di passeggeri), molto critico negli ultimi tempi con la nuova Alitalia.
«Speriamo che possa venir fuori qualche cosa di concreto - commenta Marchi - a oggi siamo a conoscenza dell’apertura di due destinazioni nuove su Cagliari e Palermo, ma praticamente torniamo alle rotte di dieci anni fa senza Londra e Parigi. Se poi ci sono sorprese positive, magari». Da Marchi traspare un certo scetticismo: «Speriamo che Alitalia possa accompagnare l'aeroporto di Venezia nel suo sviluppo, ma ad oggi non ci sono accordi in vista. Guardiamo all’Alitalia con grande interesse, purtroppo non siamo ricambiati».
Altro che Ryanair. «Molti anni fa la compagnia irlandese aveva chiesto di venire a Venezia e noi l’abbiamo dirottata su Treviso in virtù delle quote allora minoritarie dell’aeroporto della Marca che detenevamo», ricorda Marchi. Da allora lo scalo trevigiano è decollato e non accenna a sentire il peso di questa crisi internazionale: «A Treviso puntiamo a far crescere altre compagnie, ma Ryanair rimane la più importante. Recentemente hanno aperto due nuove rotte su Cagliari ed Alghero».
Questione di turisti internazionali: «Il 65% del traffico su Venezia arriva dall’estero, Alitalia aveva due collegamenti su Parigi e Londra, poi chiuse anni fa. Nel frattempo siamo passati da 27 a 55 rotte internazionali dal Marco Polo». Qualcuno ha perso l’aereo. Non di certo Air France, il partner grande fratello della nuova Alitalia: «Nel corso di questi anni i voli giornalieri sulla capitale francese sono diventati 6 e sono tre su Lione - dice Marchi - e stiamo approfondendo la possibilità di nuovi collegamenti».
Insomma, all’appello manca solo Colaninno. «Siamo molto interessati a studiare nuovi voli con Alitalia, sia nazionali (tipo Catania, Alghero, Reggio Calabria), che internazionali - osserva Marchi - con i Paesi dell’Est e altre destinazioni non servite in Europa, come San Pietroburgo, oppure intercontinentali come Shanghai». A Galan l’ardua intesa.
 
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http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/%C2%ABnel-nuovo-piano-nazionale-degli-aeroporti-ronchi-sara-un-satellite-dell-hub-di-venezia%C2%BB/2078409



L’architetto De Carli elabora il progetto su incarico dell’Enac: «Il futuro è nell’integrazione con l’alta velocità»
«Nel nuovo piano nazionale degli aeroporti
Ronchi sarà un satellite dell’hub di Venezia»


Piercarlo Fiumanò

TRIESTE L’architetto Giulio De Carli, ammininistratore delegato di One Works, ha appena ricevuto dall’Enac (l’Ente nazionale dell’aviazione civile) e dal ministero delle Infrastrutture, l’incarico, in cordata con Kmpg e Nomisma, di avviare gli studi per il nuovo piano nazionale degli aeroporti. Il masterplan dell’aeroporto di Venezia, elaborato da De Carli, prevede una stretta integrazione con il treno ad alta velocità e la rete ferroviaria regionale: «Venezia come hub aeroportuale, servito da una rete infrastrutturale adeguata agli standard europei. E l’aeroporto di Ronchi scalo specializzato nelle rotte verso l’Est Europa».
Architetto De Carli, è difficile immaginare un piano che integri gli aeroporti italiani dopo il caos degli ultimi tempi..
Il nostro è uno studio propedeutico alla redazione del piano nazionale degli aeroporti. Il caso Italia è molto importante perchè, sia sul fronte del trasporto aereo e dei vettori che hanno assicurato il servizio in questi anni, sia sul fronte delle infrastrutture, c’è stato molto disordine. La lunga vicenda Alitalia, ora arrivata a un punto di svolta significativo dopo anni di piani di risanamento e progetti industriali annunciati e mai realizzati, si è finalmente chiarita con un assetto stabile. Il mercato nel frattempo, a causa della crisi economica, ha operato una selezione delle piccole compagnie.
Sul fronte delle infrastruttuere c’è molto da fare per razionalizzare la geografia degli aeroporti.
L’arrivo dei vettori low cost, soprattutto nei piccoli scali, ha «drogato» il mercato generando flussi importanti di traffico anche su scali di piccola dimensione verso destinazioni non necessariamente servite da bacini di utenza. Sono state sfruttate certe opportunità ma al di fuori di ogni pianificazione. Caos e assenza di pianificazione hanno così prodotto nell’ultimo decennio una crescita in media del 5% l’anno mentre in alcuni casi (Bergamo, Venezia, Treviso) ci sono state anche crescite a due zeri. Stiamo studiando la situazione nel suo complesso. Assieme all’Enac trarremo le conclusioni necessarie per elaborare precisi indirizzi strategici.
E cioé?
Vorremmo mettere ordine nel sistema aeroportuale e infrastrutturale. L’obiettivo è quello di dare risposte coerenti fra disponibilità di infrastrutture al servizio dell’utenza e la domanda di bacini di traffico. Oggi c’è molta approssimazione e poca coerenza. Prima della crisi, che ha portato alla revisione al ribasso dei traffici, diversi studi documentavano una saturazione della capacità aeroportuale in Italia entro il 2015. Se gli effetti della crisi persisteranno accadrà nel 2020.
Che fine faranno Trieste e gli aeroporti minori?
Il nostro studio non metterà una croce sugli aeroporti minori annunciandone la chiusura ma cercherà di documentare gli scenari prospettici che mostreranno in modo analitico e scientifico che cosa accadrà. Anche lo sviluppo di un piccolo scalo come Ronchi deve essere pianificato in una ottica europea con infrastrutture che saldino diverse modalità di trasporto.
Lei ha avviato il masterplan dell’aeroporto di Venezia: un caso di pianificazione premiato a Bruxelles. Cosa prevede?
Il masterplan dello scalo veneto prevede l’integrazione con il treno ad alta velocità e la rete ferroviaria regionale che arriveranno direttamente in aeroporto. Venezia si trova al centro di un nodo autostradale importantissimo. L’aeroporto ha una buona capacità di spazio e già oggi sta pianificando una crescita che potrà essere realizzata quanto sarà necessario. Ciò non significa che si stia già progettando una seconda pista, ma quando servirà si farà. Lo scalo veneziano diventerà un hub aeroportuale per il Nordest. Sono previsti collegamenti con il Nord America, Emirati Arabi, Far East. Il trasporto aereo mondiale si sta riorganizzando intorno a poli dove è possibile garantire frequenze e destinazioni.
Quindi anche Trieste diventerà uno scalo «satellite» integrato nell’hub aeroportuale di Venezia..
Sì. Gli aeroporti minori dovranno coordinarsi con gli hub dove è garantita l’intermodalità. Trieste può offrire una domanda specifica e mirata per la sua collocazione geografica: penso ai collegamenti con l’Est Europa che mi sembrano una vocazione di carattere regionale interessante.
Trieste però continua ad avere collegamenti poco frequenti e scomodi con Milano Malpensa e la capitale..
In futuro il collegamento Trieste-Milano sarà servito da una linea ferroviaria ad alta velocità. Mi auguro che ciò avvenga in tempi rapidi come oggi accade fra Roma e Milano. La competizione fra treno e aereo è salutare.
Oggi il viaggio in treno da Trieste a Venezia dura oltre due ore. Come raggiungere il Marco Polo?
È vero. La prospettiva futura però non sarà questa. Che si possa partire da Trieste e si possa raggiungere il Marco Polo con treni veloci e da qui prendere il volo per Milano sarà una situazione normale: penso alla Germania, ad esempio. Non è una situazione meno scomoda di quella di oggi: i manager triestini non amano alzarsi alle 4 del mattino per raggiungere Malpensa da Trieste.
Il futuro è nell’alta velocità. Ma se ne parlerà fra anni...
Ci dovrà essere una risposta rapida a una richiesta di mobilità rapida. I piccoli aeroporti dovranno essere chiamati a svolgere questo tipo di servizio in attesa che si completino i progetti integrati fra aeroporti e ferrovie. Credo molto nel ruolo che gli aeroporti possono svolgere mentre si realizzano altre infrastrutture. Bisogna conoscere il quadro evolutivo.
E in futuro?
Nei prossimi anni la vita dell’aeroporto di Trieste resterà legata anche a servizi come i collegamenti con Milano e Roma, ma la prospettiva non sarà questa. Trieste dovrà integrarsi in un hub aeroportuale, che sarà quello di Venezia, collegato a una rete infrastrutturale e all’alta velocità. Nel frattempo potrà curare una specializzazione verso l’Est Europa. Alla fine vince chi pianifica meglio il proprio futuro.
Il rovescio della medaglia è che l’alta velocità si farà fra diversi anni ma intanto le piccole e medie tratte ferroviarie sono disastrate e con tempi medi di percorrenza insostenibili.
Sono d’accordo ma pianificare significa anche sostenere il costo di infrastrutture e servizi. Credo che l’inserimento dell’aeroporto di Venezia in un progetto europeo (Ten) di sviluppo delle reti aeroportuali sia importantissimo. Il futuro è in Europa, il futuro è nella mobilità.
(15 aprile 2009)
 
Ultima modifica da un moderatore:
Son seriamente preoccupato :D .

De Carli, il 29 agosto 2008, dichiarava al Sole:
"«Sarebbe un errore - dice De Carli - anche tornare a pensare a Malpensa come a un hub"
http://www.aviazionecivile.com/vb/showpost.php?p=762943&postcount=4

Nel marzo 2008 parlava di "...allargare il bacino di utenza dello scalo veneziano ... per estendersi a ovest fino al bresciano e addirittura fino a Milano, a sud fino a Bologna..."
http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/HJV/HJV4H.pdf

ora parla dell'hub aeroportuale di Venezia nel link postato da kenyaprince...

In che mani siamo finiti!
 
Non me ne vogliano gli amici di TRS, ma credo che l'aeroporto di Ronchi non avrà una vita molto facile (Impossibile certamente no, ma non avrà quel "peso" che vorrebbe avere e sostenere).
Premettendo che personalmente è un ottimo aeroporto, funzionale, rapido, efficiente e posizionato in una zona in cui la nebbia praticamente non c'è (Inoltre è dotato di CATII) purtroppo non è dotato di un vasto bacino d'utenza.
Save stà puntando molto ora su Venezia e Treviso, per non parlare poi di Charleroi (Accordo ormai raggiunto) e Gatwick (Qui si parla ancora di intento però!)
Per TSF si è in attesa della concessione 40ennale, alla quale seguiranno investimenti di oltre 120 milioni di Euro (Luci pista in primis, parcheggi A/C e la realizzazione della "cittadella aeroportuale" con interramento/deviazione della statale fronte aerostazione, parcheggio multipiano e servizi vari).
A mio avviso TRS ha perso l'occasione qualche anno fà proprio quando Save aveva manifestato il suo interesse, non ricambiato però dalla società di gestione di Ronchi.
 
spero che questa benedetta concessione 40ennale arrivi al più presto.. e che sti lavori fondamentali per l aeroporto possano iniziare....maledetta burocrazia...
 
Save conquista i cieli del Belgio
di LUCA PAGNI

Malpensa è stato svuotato da Alitalia. Fiumicino spera nell'aumento delle tariffe aeroportuali per racimolare i fondi destinati a nuovi investimenti. Mentre i grandi aeroporti italiani mordono il freno della recessione, c'è chi approfitta delle occasioni in giro per l'Europa per espandere il suo business. È il caso della Save, la società misto pubblico-privata che gestisce gli scali di Venezia e Treviso.

Si tratta del terzo sistema aeroportuale italiano con oltre 8 milioni di passeggeri trasportati, con un importante flusso turistico. Save ha annunciato ieri la firma dell'accordo che la porterà ad acquisire per 11 milioni di euro il 27,65% di Bsca la spa che ha il controllo dell'aeroporto di Charleroi, uno degli scali "minori" europei che più hanno investito sul traffico low cost e ha raggiunto nel corso del 2008 i tre milioni di passeggeri (ma è attrezzato per arrivare fino a 5 milioni) e nei primi mesi del 2009 ha aumentato i volumi di traffico di un altro 20% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Save agisce in Belgio con un consorzio di cui controlla il 70% (mentre il restante 30% è in mano a Holding Communal, un associazione di enti locali) e ha un accordo per salire fino al 48% di Bsca.

Save è quotata a Piazza Affari dal maggio del 2005: nonostante i risultati positivi, ha risentito del calo delle quotazioni e ora vale attorno ai 5 euro, contro un massimo di 15,24 raggiunto due anni fa e un minimo di 2,7 euro del marzo scorso.

(26 maggio 2009)
La Repubblica

CIAO
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