Rischio chiusura Aeroporto dello Stretto


“Dobbiamo salvare l’aeroporto di Reggio Calabria. L’arrivo delle quote della Regione Calabria non chiudono definitivamente un drammatico capitolo che investe lo scalo più importante del Meridione. Oggi il Governo deve scendere in campo, deve “salvare” uno degli aeroporti più importanti del Sud Italia su cui pende la scure “chiusura”.

ma è lo scalo più importante del Meridione o uno dei più importanti del Sud Italia? booooh

Non possiamo arretrare ulteriormente, non possiamo permetterci di far chiudere uno scalo che insieme a quello di Lamezia Terme e di Crotone, è fra gli aeroporti più strategici fra quelli di interesse nazionale.

chi mi spiega questa frase? come si stabilisce l'importanza tra gli aeroporti strategici? c'è una classifica per caso? gli altri apt quindi sono meno strategici di reggio calabria, lamezia e crotone? boooooh
qua davvero non sanno più come e cosa dire... dramma italia veramente...
 
Questi non lo hanno capito che l'aeroporto è gestito così male che anche con dei nuovi fondi non riuscirebbe a funzionare. Nessuno vuole volare da REG, o vuole un sacco di contributi che ovviamente non sono infiniti (esempio: Vueling). I reggini volano tranquillamente da Lamezia o addirittura da CTA... REG così com'è è inutile
 
Io non sono calabrese ma mi permetto di dubitare del fatto che "....i reggini volano tranquillamente da Lamezia e Crotone..."
Da Google maps...
Reggio Calabria -> aerop. Crotone
211 km. Diciamo 3 ore considerando a3?
Reggio Calabria -> aerop. Lamezia
126 km Diciamo 1.45-2 h considerando a3?
 
Scusa letto Crotone invece di Catania, comunque c'è di mezzo un mare che non sempre si può attraversare liberamente
 
Neanchio sono calabrese... ma qualche calabrese di Reggio calabria lo conosco e volare da SUF è vista come una cosa normalissima. Ad esempio il sito/forum Aeroportorc.com (che ha sempre sostenuto e parlato di REG) ha da poco iniziato a parlare anche dell'aeroporto di Lamezia, considerato come un aeroporoto che serve anche Reggio e ha avuro molta approvazione dai forumisti (alcuni veramente esperti, altri semplici viaggiatori occasionali) che ormai sceglievano sempre SUF senza problemi.
 
Calabria: Provincia Reggio trasferisce 1,5 milioni di euro alla Sogas

Reggio Calabria - "L'Amministrazione provinciale di Reggio ha provveduto al saldo di quasi un milione e mezzo di euro per il ripiano delle perdite Sogas, la società di gestione dell'aeroporto dello Stretto di cui l'ente guidato da Giuseppe Raffa è il maggiore azionista". E' quanto si afferma in un comunicato della Provincia di Reggio. "La somma non era stata trasferita alla spa entro lo scorso 31 dicembre - prosegue il comunicato - per non sforare il patto di stabilità"."Tutte le nostre azioni - afferma il presidente della Provincia di Reggio, Giuseppe Raffa - sono state sempre improntate nell'ottica della sana amministrazione, lontane da slogan roboanti che quasi sempre si rivelano inconsistenti. La nostra disponibilità e il nostro impegno nei confronti di questa vitale infrastruttura per lo sviluppo del territorio non hanno mai avuto né fini politici né, ancor peggio, elettorali, ma fanno parte della cultura di chi opera per il raggiungimento del bene comune"."Crediamo nell'aeroporto - prosegue Raffa - e nella sua funzione socioeconomica e, soprattutto, nella capacità delle maestranze che, quotidianamente, si adoperano per garantire i collegamenti aerei con altre realtà geografiche del Paese. Ed è per questo che la nostra azione, come dimostrano i fatti, continua ad essere determinata nel difendere il diritto alla mobilità dei cittadini dell'intera area dello Stretto, già duramente penalizzati nei loro spostamenti a causa dei continui tagli che investono il sistema dei trasporti di questa regione, soprattutto quelli su rotaia".
"Siamo certi - conclude il presidente della Provincia di Reggio - che il Consiglio di amministrazione della Sogas utilizzerà queste risorse per soddisfare le legittime aspettative dei dipendenti e delle loro famiglie che da troppo tempo convivono con sacrifici e rinunce".

http://www.lametino.it/Calabria/cal...asferisce-1-5-milioni-di-euro-alla-sogas.html
 
Aeroporto dello Stretto? No grazie: Messina pronta a uscire

Al Tribunale di Catanzaro la Provincia Regionale di Messina si muove contro i decreti ingiuntivi emessi su ricorso della Sogas

L’Aeroporto dello Stretto? Messina se ne chiama fuori. Può sembrare un riassunto forse brutale, però spesso nelle sintesi efficaci si registrano delle grandi verità, di là dal teatrino della politica. Sì, perché la Provincia Regionale di Messina, non manifestando più alcun interesse verso l’infrastruttura di Reggio, ha deciso di disimpegnarsi dal futuro della stessa, quindi di opporsi ai decreti ingiuntivi emessi su ricorso della Sogas, per tutelare il patrimonio di Palazzo dei Leoni.L’Ente, infatti, pur avendo comunicato la propria fuoriuscita nel recente passato, si è visto recapitare una richiesta economica per un importo vicino ai 430mila euro: fondi utili, in teoria, per ripianare le perdite d’esercizio della società di gestione. A tale somma si aggiungono circa 900mila euro e rotti di arretrati, per un prestito obbligazionario risalente a tre anni fa. Il commissario Filippo Romano, dopo i cosiddetti “saldi fuoristagione“, è tornato sui suoi passi, ricorrendo presso il Tribunale di Catanzaro e invertendo la rotta nei confronti dell’aeroporto reggino.

http://www.strettoweb.com/2015/03/aeroporto-stretto-grazie-messina-pronta-uscire/262503/
 
Perle da Reggio Calabria - attacchi contro la "monopolista" Alitalia:


Reggio e la Calabria “sempre più marginali dalle scelte del Governo”: frenato il rilancio dell’Aeroporto dello Stretto


“I dati diffusi in questi ultimissimi giorni, sottolineano la scarsa considerazione che il Centrosinistra ha per questa terra”

E’ un governo fazioso e geograficamente di parte, quello di Renzi, che non si collega per nulla con la Calabria, benché la nostra regione sia governata da una giunta di Centrosinistra”.
Lo afferma in una dichiarazione il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò.

I dati diffusi in questi ultimissimi giorni sui ‘tartassati’ calabresi, che indicano, peraltro, la provincia di Reggio Calabria la più povera d’Italia, declinati con l’abbandono deciso dal Governo di ogni programma di infrastrutturazione della Calabria, sottolineano la scarsa considerazione che il Centrosinistra ha per questa terra. L’elenco delle opere sottratte allo sviluppo della regione – afferma Nicolòè ormai incommensurabile: dall’alta velocità, alla linea ferrata ionica; dal viadotto Italia della Salerno – Reggio Calabria, agli aeroporti. Proprio su questo punto, Governo e Regione non hanno ancora affrontato con Alitalia la questione relativa alle tariffe.

Vi è un duplice aspetto negativo, in particolare per Reggio Calabria e Crotone, che non va sottovalutato: Lamezia Terme, grazie anche ad un’efficace azione della Sacal, è riuscita a svincolarsi dal soffocante monopolio di Alitalia SpA, riuscendo ad offrire un ventaglio di offerte ai calabresi in grado di rendere appetibile lo scalo lametino. Tariffe assolutamente concorrenziali, che favoriscono non solo la mobilità dei cittadini e l’uso del trasporto aereo, ma innalzano sempre di più la qualità dei servizi del “Sant’Eufemia”.

Detto ciò, rimane tutta in piedi la natura del rapporto tra gli enti di gestione degli aeroporti di Reggio e Crotone, nella loro difficile interlocuzione con Alitalia. A Reggio Calabria, Alitalia non ha mai voluto usufruire dei servizi della Sogas – continua Alessandro Nicolòpreferendo fare da se, e spesso, per tale ragione, minacciando persino di licenziare i dipendenti diretti. Un atteggiamento dal sapore ricattatorio, ma che non può a lungo impedire al gestore dell’Aeroporto dello Stretto di giungere in tempi veloci a cercare nuovi vettori per incrementare la quantità dei viaggiatori e l’ampliamento delle percorrenze”.

In un’ottica dell’affermazione del regionalismo e, dunque, bando a logiche di provincialismo che vanno superate, si ritiene che la costruzione imminente della Città Metropolitana, nel senso della più allargata partecipazione all’Area dello Stretto, non può non tenere conto delle necessità di una comunità che conta un bacino di utenza di oltre mezzo milione di cittadini residenti che, a tutt’oggi, risente dei disagi derivanti da un’evidente insufficienza dell’offerta e dei collegamenti nello Stretto”.

“E’ una lenta agonia – prosegue Nicolòquella del ‘Tito Minniti’, futuro aeroporto metropolitano, che va frenata, recuperando e rilanciando l’efficienza di gestione ed aree di mercato attraverso politiche di coinvolgimento delle istituzioni, a partire dalle occasioni offerte dall’Expo, e completando i lavori di ristrutturazione dell’aerostazione, fermi da anni. Le tariffe agevolate annunciate da Alitalia spa in occasione dell’evento internazionale di Milano necessitano però di una costante strutturazione, per i reggini in particolare, che da anni subiscono il monopolio dell’ex compagnia di bandiera.

Non possiamo oltre accettare che questioni di tale preminenza, dopo i ‘furori’ scoppiettanti dei soliti primi annunci di un abbassamento dei prezzi dei biglietti, finiscano nel solito oblìo. Governo e Regione, devono necessariamente ed al più presto incalzare Alitalia con l’obiettivo di giungere ad un accordo che allenti la morsa dei prezzi del trasporto aereo, e, contemporaneamente, ricercare partenariati e compagnie affidabili per aprire una vera stagione di concorrenza, ponendo fine al cronico avvitarsi di crisi gestionali in cui versa la Sogas ormai da molti anni”.

http://www.strettoweb.com/2015/04/r...-rilancio-dellaeroporto-dello-stretto/273785/
 
Ma, almeno, in attesa di ponti che non sorgeranno né oggi, né fra 5 anni, esistono servizi via mare che da Messina arrivino ad un molo (il quale non ho idea se esista o meno) a due passi da REG?
Inoltre, le corse che fermano alla stazione FS Aeroporto, sono cadenzate ed in numero sufficiente, inclusa una navetta stazione FS-REG coordinata con l'arrivo del treno?
Se lo scalo non è sufficientemente accessibile e non si cerca di allargare il bacino d'utenza, hai voglia a fare discorsi random sulla Città Metropolitana (posticipata, visto che Reggio è commissariata)... l'utenza guarderà sempre verso SUF e CTA.

Discorso a parte meriterebbe l'incremento del traffico grazie a politiche turistiche mirate, visto che la provincia conta solo 215mila arrivi turistici, quasi tutti italiani... un po' pochini, purtroppo.
 
Reggio Per fortuna non è più commissariata. Adesso c'è un sindaco ed una giunta.
Ciò tuttavia non toglie che l'aeroporto nelle sue condizioni attuali non serva a molto. E' difficilmente raggiungibile. I traghetti veloci arrivqano al porto che è dalla parte opposta della città inoltre non credo che gli attuali orari degli aliscafi permettano di
usufruire dei voli da Reggio. Il pontile e la stazione ferroviaria di Reggio Aeroporto si trovano dalla parte opposta della pista rispetto all'aerostazione ragion per cui serve un bus navetta per collegarli a quest'ultima. Ergo alla fine non servono a molto.
Di contro ieri ho volato da Lamezia, con l'A3 finalmente in condizione decenti il tragitto Reggio- Lamezia si potrebbe fare in 1:15, forse sarebbe il caso di convogliare tutto il traffico della Calabria su quest'ultimo aeroporto.
Quanto agli arrivi turistici si era provato a fare arrivare settimanalmente una nave Costa. Alla seconda toccata la cosa è stata abortita non si capisce bene il perchè....
 
Aeroporto Reggio: ‘Anche gli autonoleggi se ne vanno’

Lunedì 13 Luglio 2015

L’Aeroporto dello Stretto sta per essere abbandonato anche dagli Autonoleggi: infatti fra non molto Avis, Herz, Maggiore, Sicily by Car, Local auto trasferiranno le proprie attività fuori dal sedime aeroportuale, non avendo partecipato al bando predisposto dalla Sogas e trovando più conveniente utilizzare locali privati. Una scelta, questa, motivata da due ragioni: la prima consiste nel fatto che gli amministratori della Società aeroportuale hanno aumentato a dismisura i corrispettivi che le società di autonoleggio dovrebbero versare per usufruire dei box disponibili nell’area principale dell’Aeroporto e degli spazi a disposizione per il parcheggio delle auto da noleggiare, la seconda che al bando di gara per l’aggiudicazione dei box e dei parcheggi non è stata data nessuna pubblicità.

E così i passeggeri, che arrivano e partono da Reggio Calabria, per noleggiare una macchina dovranno recarsi fuori dallo scalo e la SOGAS non percepirà più nulla per questo tipo di servizio. Il fatto è gravissimo visto che, com’è noto, le società di gestione degli aeroporti ottengono ingenti guadagni dall’offerta di spazi e locali per attività commerciali, tanto che gli esperti del settore affermano che queste sono le fonti principali di introito, più ancora dei corrispettivi ottenuti dalle compagnie aeree. Ma la politica degli attuali amministratori ha prodotto risultati opposti e gli introiti della SOGAS diminuiscono giorno dopo giorno.

Nel frattempo continua l’avventura del duo presidenziale Porcino-Calarco, gli autori del declino dello scalo reggino, i quali continuano a pretendere importanti emolumenti cui, all’epoca del loro insediamento, avevano dichiarato di rinunciare.

Resta, quindi, aperta la crisi del “Tito Minniti” che continua a perdere passeggeri, viene di fatto declassato dal Presidente ENAC durante l’ultima audizione alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati e che, in ultimo, come abbiamo spiegato più sopra vede ancora di più calare gli introiti e conseguentemente ridursi al lumicino le prospettive di rilancio.

In questo quadro drammatico nessuno si preoccupa del fatto che ci sono circa 100 lavoratori che, ormai da anni ricevono lo stipendio con enormi ritardi (attualmente il ritardo degli stipendi ammonta a quattro mesi!), vivendo una situazione di difficoltà economica e di mancanza di certezze e diritti contrattuali.

Il duo Porcino-Calarco, al di fuori di qualsiasi norma, da un lato ha demansionato parte del personale, lasciandolo addirittura improduttivo a casa, mentre dall’altro ha assunto altri dipendenti.

C’è da domandarsi come mai il Socio di maggioranza, la Provincia, continui a mantenere al loro posto gli attuali manager. Abbiamo il fondato sospetto che il Presidente della Provincia Raffa non riesca a trovare un sostituto dell’attuale management aziendale perché la situazione attuale della Società è a tal punto compromessa che nessun professionista serio sarebbe disposto a prendere in mano le redini di un’azienda che naviga in acque così cattive.

Nonostante tutto, noi lavoratori continuiamo a pensare che sia indispensabile reagire. Riteniamo impossibile rassegnarsi al declino inevitabile dello scalo aeroportuale reggino. Rivendichiamo il rispetto del contratto, delle garanzie e dei diritti dei lavoratori e pensiamo che anche i cittadini di Reggio, così come tutti gli altri italiani, abbiano diritto ad una mobilità aerea moderna ed efficiente.

Il presidente Raffa dovrebbe dare un serio segnale di attaccamento alla Città e dimostrare uno scatto d’orgoglio affrontando con coraggio una situazione divenuta ormai insostenibile.
Per questo motivo facciamo un appello pubblico a tutte le istituzioni coinvolte, perché proprietarie di quote della Società aeroportuale, dal Sindaco alla Regione, affinché si assumano le proprie responsabilità ed adottino decisamente una linea utile alla salvezza ed al rilancio del “Tito Minniti”.Le segreterie provinciali e RSA: Filt-CGIL e UGL Trasporto Aereo

http://www.strill.it/citta/2015/07/...autonoleggi-se-ne-vanno/#sthash.LQxrzRHW.dpuf
 
Notte da incubo all'aeroporto di Reggio Calabria
Il volo per Fiumicino parte con diverse ore di ritardo


Un aereo della Blu Panorama era arrivato privo di una luce d'atterraggio a causa dello scontro con un uccello. Prima di ripartire di è dovuto attendere, per ore, l'arrivo del pezzo di ricambio

REGGIO CALABRIA - E’ partito all’1.23 dall’aeroporto di Reggio Calabria, accumulando un ritardo di diverse ore, il volo Blu Panorama di ieri sera diretto a Roma Fiumicino. Lo comunica la Sogas, società di gestione dello scalo dello Stretto che riferisce di avere «garantito regolare assistenza ai passeggeri».

L’aeromobile della compagnia Blu Panorama era giunto nell’aeroporto dello Stretto alle 19.35, proveniente da Milano Linate, privo di una luce di atterraggio per un probabile impatto con un volatile avvenuto nell’aeroporto di partenza. Il pilota ha chiesto il ricambio e ha disposto di ritardare la partenza per Fiumicino. Il ricambio, imbarcato sul primo volo utile Alitalia, partito con oltre un’ora di ritardo dalla Capitale è atterrato alle 23.30.

«La Società di Gestione - è detto in una nota della Sogas - si è prontamente attivata per garantire la massima assistenza ai passeggeri, richiedendo alla Compagnia l’autorizzazione a distribuire i buoni pasto che sono stati prontamente erogati dall’esercizio commerciale ubicato all’interno del Terminal. Successivamente, all’aumento del ritardo, il vettore, per il tramite del Gestore, ha autorizzato i passeggeri a consumare la cena in aeroporto, il cambio data o il rimborso del biglietto senza penale. Il Gestore si è attivato fornendo in modo costante informazioni ai passeggeri tramite l'impianto di annunci sonori, il sito internet istituzionale ed i principali social network con aggiornamenti continui sino a notte inoltrata. Inoltre ha distribuito a tutti i passeggeri i pieghevoli Enac contenenti informazioni sui diritti dei passeggeri».

Terminato l’intervento tecnico, la nuova partenza prevista per le 00.15 è slittata a causa delle condizioni meteo instabili a Roma. L’aereo è decollato con 82 passeggeri oltre ai componenti dell’equipaggio.


http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/739734/Notte-da-incubo-all-aeroporto-di.html
 
Aeroporto dello Stretto, la “teoria Carbone” è quella dei perdenti ma se lo scalo non decolla è destinato a morire davvero

L’Aeroporto dello Stretto, le parole di Ernesto Carbone e l’indignazione della classe politica. Ma i numeri dello scalo sono veramente tristi

Non è un alieno Ernesto Carbone, uomo di fiducia del premier Matteo Renzi e Responsabile Nazionale del Pd: alle elezioni politiche è stato eletto in Lombardia, ma lui è calabrese di Cosenza e le dinamiche della Regione più meridionale dell’Italia peninsulare le conosce molto bene. Se, alla festa dell’Unità, ha dichiarato senza mezzi termini di volere la chiusura degli Aeroporti di Crotone e Reggio Calabria, non l’ha fatto con chissà quale spirito di rivalsa personale. E’ una vera e propria teoria, che dagli ospedali alle università fino agli aeroporti vorrebbe accentrare i principali servizi su pochi centri d’eccellenza. Insomma, meno quantità ma più qualità.

Testualmente Carbone ha detto: “Quanto agli aeroporti, non ci sono dubbi: tutti gli sforzi devono essere indirizzati verso il potenziamento dello scalo di Lamezia Terme. Per quanto mi riguarda Crotone e Reggio Calabria dovrebbero essere chiusi, così come andrebbe messo da parte ogni progetto di realizzazione di nuove strutture a Scalea o nella Sibaritide“.

La coincidenza tra queste dichiarazioni e lo spostamento da parte di Alitalia degli orari del collegamento Reggio-Milano, che non sarà più giornaliero con l’andata/ritorno mattina/sera ma soltanto con una partenza e un arrivo in contemporanea, hanno scatenato la comprensibile indignazione della classe politica locale: sono intervenuti (a colpi di comunicati stampa) un po’ tutti, dal Sindaco Falcomatà ai consiglieri comunali ed a quelli regionali del Pd (che hanno stigmatizzato le parole di Carbone), fino a qualche parlamentare e a gran parte dell’opposizione.

Silenzio assordante, invece, da parte del governatore Oliverio e dal premier Renzi. Il Presidente del Consiglio lo scorso anno aveva annunciato “una visita ogni tre mesi” a Reggio Calabria. I maligni dicevano che lo faceva soltanto per i voti: c’erano le comunali a Reggio, poi le Regionali. Evidentemente avevano ragione:Renzi ha mantenuto la promessa soltanto finché ci sono stati appuntamenti elettorali. L’ultima visita è stata quella del 28 novembre scorso per festeggiare la vittoria di Oliverio, sono passati 10 mesi (quasi un anno) e di visite il Presidente del Consiglio non ne ha programmate neanche per le prossime settimane. E col senno di poi possiamo dire che per quell’elezione, da festeggiare c’era ben poco alla luce del totale immobilismo governativo di questa prima tranche di legislatura regionale.

Ma torniamo all’Aeroporto: la “teoria Carbone” è senza ombra di dubbio la teoria dei perdenti. Preferire la qualità alla quantità è condivisibile, ma per l’Aeroporto di Reggio la situazione è diversa. Reggio è una realtà che prescinde dalla Calabria, è una realtà che guarda alla Sicilia, alla dirimpettaia Messina, con potenzialità straordinarie. Reggio è una città che per infrastrutture e collegamenti subisce la distanza dal resto d’Italia, senza l’alta velocità ferroviaria e con tutti i disagi autostradali storici. Ecco, quindi, l’importanza dell’Aeroporto dello Stretto: numeri alla mano, è uno scalo che in media da oltre 20 anni riesce a fare circa500.000 passeggeri annui senza voli low cost, senza voli internazionali, senza collegamenti particolari con Messina. Insomma, senza sfruttare le sue vere potenzialità (appunto low cost, internazionali e Messina).

Il problema dell’Aeroporto dello Stretto, quindi, non è che andrebbe chiuso perché improduttivo; andrebbe invece valorizzato perché le condizioni per fare grandi numeri ci sono eccome, non è uno scalo messo lì soltanto al servizio di pochi e senza margini di miglioramento. Qui, però, veniamo al vero problema. Il problema reale è che l’Aeroporto dello Stretto, nonostante annunci e proclami, non decolla. Lo stava facendo tra 2006 e 2008, ma diciamolo piano e sottovoce perchè erano gli anni del tanto vituperato “modello Reggio” e qualcuno potrebbe arrabbiarsi. Ma a dirlo sono i numeri, con il boom del 2006 (610.000 passeggeri, record di sempre) e del 2007 (590.000 passeggeri), e poi i voli internazionali che in quegli anni avevano aperto al mondo la città. I primi della storia sono stati nel 2005, poi sono diventati consistenti tra 2006 (9.000 passeggeri), 2007 (10.000 passeggeri), 2008 (32.000passeggeri), 2009 (10.000 passeggeri) e 2010 (18.500 passeggeri). Gli ultimi nel 2011 (8.000 passeggeri), poi il crollo. Voli internazionali non ce ne sono più, negli ultimi anni siamo tornati sui 500.000 passeggeri medi e quest’anno per la prima volta dopo tantissimi anni lo scalo scenderà sotto, anzi potrebbe addirittura non superare i 480.000 in base alle ultime proiezioni.

Il problema dell’Aeroporto dello Stretto, quindi, è reale. Lo scalo non può e non deve morire, ma se continuerà così sarà inevitabilmente destinato a chiudere. Non perchè lo dice Carbone o per l’indifferenza dei governi nazionale e regionale, ma per i numeri sconfortanti e sempre più impietosi. I politici e soprattutto gli amministratori, a tutti i livelli, anziché inondarci di comunicati stampa dovrebbero pensare ad agire con i fatti, perché la migliore risposta alla “teoria Carbone” sarebbe quella dei numeri, quella dei collegamenti con Messina, quella dei voli low cost. Non si può continuare ad inseguire Alitalia elemosinando un volo per Roma o Milano gestendo lo scalo con esigenze paesane. NOn possiamo continuare a gestire lo scalo soltanto perchè pretendiamo di dover partire la mattina per Roma e Milano e tornare la sera. Cerchiamo di allargare gli orizzonti, di pensare l’Aeroporto come un’infrastruttura al servizio del territorio e non per soddisfare le esigenze di pochi. Bisognerebbe prima di tutto coinvolgere Messina, fare diventare lo scalo veramente “dello Stretto” incentivare altre compagnie e realizzare un piano sostenibile e funzionale che possa finalmente consentire al Tito Minniti di spiccare il volo. E state tranquilli che se l’aeroporto funzionerà, nessuno ne metterà in dubbio l’utilità o si permetterà di paventarne la chiusura.

http://www.strettoweb.com/2015/08/a...-decolla-e-destinato-a-morire-davvero/316211/
 
Aeroporto dello Stretto, la “teoria Carbone” è quella dei perdenti ma se lo scalo non decolla è destinato a morire davvero

L’Aeroporto dello Stretto, le parole di Ernesto Carbone e l’indignazione della classe politica. Ma i numeri dello scalo sono veramente tristi

Non è un alieno Ernesto Carbone, uomo di fiducia del premier Matteo Renzi e Responsabile Nazionale del Pd: alle elezioni politiche è stato eletto in Lombardia, ma lui è calabrese di Cosenza e le dinamiche della Regione più meridionale dell’Italia peninsulare le conosce molto bene. Se, alla festa dell’Unità, ha dichiarato senza mezzi termini di volere la chiusura degli Aeroporti di Crotone e Reggio Calabria, non l’ha fatto con chissà quale spirito di rivalsa personale. E’ una vera e propria teoria, che dagli ospedali alle università fino agli aeroporti vorrebbe accentrare i principali servizi su pochi centri d’eccellenza. Insomma, meno quantità ma più qualità.

Testualmente Carbone ha detto: “Quanto agli aeroporti, non ci sono dubbi: tutti gli sforzi devono essere indirizzati verso il potenziamento dello scalo di Lamezia Terme. Per quanto mi riguarda Crotone e Reggio Calabria dovrebbero essere chiusi, così come andrebbe messo da parte ogni progetto di realizzazione di nuove strutture a Scalea o nella Sibaritide“.

La coincidenza tra queste dichiarazioni e lo spostamento da parte di Alitalia degli orari del collegamento Reggio-Milano, che non sarà più giornaliero con l’andata/ritorno mattina/sera ma soltanto con una partenza e un arrivo in contemporanea, hanno scatenato la comprensibile indignazione della classe politica locale: sono intervenuti (a colpi di comunicati stampa) un po’ tutti, dal Sindaco Falcomatà ai consiglieri comunali ed a quelli regionali del Pd (che hanno stigmatizzato le parole di Carbone), fino a qualche parlamentare e a gran parte dell’opposizione.

Silenzio assordante, invece, da parte del governatore Oliverio e dal premier Renzi. Il Presidente del Consiglio lo scorso anno aveva annunciato “una visita ogni tre mesi” a Reggio Calabria. I maligni dicevano che lo faceva soltanto per i voti: c’erano le comunali a Reggio, poi le Regionali. Evidentemente avevano ragione:Renzi ha mantenuto la promessa soltanto finché ci sono stati appuntamenti elettorali. L’ultima visita è stata quella del 28 novembre scorso per festeggiare la vittoria di Oliverio, sono passati 10 mesi (quasi un anno) e di visite il Presidente del Consiglio non ne ha programmate neanche per le prossime settimane. E col senno di poi possiamo dire che per quell’elezione, da festeggiare c’era ben poco alla luce del totale immobilismo governativo di questa prima tranche di legislatura regionale.

Ma torniamo all’Aeroporto: la “teoria Carbone” è senza ombra di dubbio la teoria dei perdenti. Preferire la qualità alla quantità è condivisibile, ma per l’Aeroporto di Reggio la situazione è diversa. Reggio è una realtà che prescinde dalla Calabria, è una realtà che guarda alla Sicilia, alla dirimpettaia Messina, con potenzialità straordinarie. Reggio è una città che per infrastrutture e collegamenti subisce la distanza dal resto d’Italia, senza l’alta velocità ferroviaria e con tutti i disagi autostradali storici. Ecco, quindi, l’importanza dell’Aeroporto dello Stretto: numeri alla mano, è uno scalo che in media da oltre 20 anni riesce a fare circa500.000 passeggeri annui senza voli low cost, senza voli internazionali, senza collegamenti particolari con Messina. Insomma, senza sfruttare le sue vere potenzialità (appunto low cost, internazionali e Messina).

Il problema dell’Aeroporto dello Stretto, quindi, non è che andrebbe chiuso perché improduttivo; andrebbe invece valorizzato perché le condizioni per fare grandi numeri ci sono eccome, non è uno scalo messo lì soltanto al servizio di pochi e senza margini di miglioramento. Qui, però, veniamo al vero problema. Il problema reale è che l’Aeroporto dello Stretto, nonostante annunci e proclami, non decolla. Lo stava facendo tra 2006 e 2008, ma diciamolo piano e sottovoce perchè erano gli anni del tanto vituperato “modello Reggio” e qualcuno potrebbe arrabbiarsi. Ma a dirlo sono i numeri, con il boom del 2006 (610.000 passeggeri, record di sempre) e del 2007 (590.000 passeggeri), e poi i voli internazionali che in quegli anni avevano aperto al mondo la città. I primi della storia sono stati nel 2005, poi sono diventati consistenti tra 2006 (9.000 passeggeri), 2007 (10.000 passeggeri), 2008 (32.000passeggeri), 2009 (10.000 passeggeri) e 2010 (18.500 passeggeri). Gli ultimi nel 2011 (8.000 passeggeri), poi il crollo. Voli internazionali non ce ne sono più, negli ultimi anni siamo tornati sui 500.000 passeggeri medi e quest’anno per la prima volta dopo tantissimi anni lo scalo scenderà sotto, anzi potrebbe addirittura non superare i 480.000 in base alle ultime proiezioni.

Il problema dell’Aeroporto dello Stretto, quindi, è reale. Lo scalo non può e non deve morire, ma se continuerà così sarà inevitabilmente destinato a chiudere. Non perchè lo dice Carbone o per l’indifferenza dei governi nazionale e regionale, ma per i numeri sconfortanti e sempre più impietosi. I politici e soprattutto gli amministratori, a tutti i livelli, anziché inondarci di comunicati stampa dovrebbero pensare ad agire con i fatti, perché la migliore risposta alla “teoria Carbone” sarebbe quella dei numeri, quella dei collegamenti con Messina, quella dei voli low cost. Non si può continuare ad inseguire Alitalia elemosinando un volo per Roma o Milano gestendo lo scalo con esigenze paesane. NOn possiamo continuare a gestire lo scalo soltanto perchè pretendiamo di dover partire la mattina per Roma e Milano e tornare la sera. Cerchiamo di allargare gli orizzonti, di pensare l’Aeroporto come un’infrastruttura al servizio del territorio e non per soddisfare le esigenze di pochi. Bisognerebbe prima di tutto coinvolgere Messina, fare diventare lo scalo veramente “dello Stretto” incentivare altre compagnie e realizzare un piano sostenibile e funzionale che possa finalmente consentire al Tito Minniti di spiccare il volo. E state tranquilli che se l’aeroporto funzionerà, nessuno ne metterà in dubbio l’utilità o si permetterà di paventarne la chiusura.

http://www.strettoweb.com/2015/08/a...-decolla-e-destinato-a-morire-davvero/316211/

Giuro che se si candida di nuovo voto Carbone!

Guardando solamente i numeri la "Teoria Carbone" è assolutamente corretta: l'unico aeroporto della Calabria il cui traffico è in costante crescita è Lamezia mentre Reggio e Crotone da anni presentano solo diminuzioni di traffico e perdite economiche. Tuttavia - per una corretta analisi - è necessario tenere conto dello stato delle infrastrutture in Calabria (Ferrovie, Autostrada A3, Strade Statali) per cui la chiusura dei suddetti aeroporti avrebbe un impatto estremamente negativo sulla mobilità dei cittadini e sull'economia della Regione. Ritengo pertanto che la soluzione sia la realizzazione di un'unica Società di gestione dei tre aeroporti calabresi che, superando campanilismi e interessi locali, renda economicamente sostenibile l'intero sistema aeroportuale della Calabria.
 
Guardando solamente i numeri la "Teoria Carbone" è assolutamente corretta: l'unico aeroporto della Calabria il cui traffico è in costante crescita è Lamezia mentre Reggio e Crotone da anni presentano solo diminuzioni di traffico e perdite economiche. Tuttavia - per una corretta analisi - è necessario tenere conto dello stato delle infrastrutture in Calabria (Ferrovie, Autostrada A3, Strade Statali) per cui la chiusura dei suddetti aeroporti avrebbe un impatto estremamente negativo sulla mobilità dei cittadini e sull'economia della Regione. Ritengo pertanto che la soluzione sia la realizzazione di un'unica Società di gestione dei tre aeroporti calabresi che, superando campanilismi e interessi locali, renda economicamente sostenibile l'intero sistema aeroportuale della Calabria.

Condivido la diagnosi, non la soluzione.
Come in ogni regione, ma, ahimè, maggiormente al sud, ogni molecola di territorio che deve gestire il pubblico è fonte di reddito per almeno 4/5 volte il numero di persone che potrebbero ragionevolmente gestirla (quando effettivamente serve a qualcosa) o per parcheggiare e stipendiare le frotte di trombati a questa o quella elezione e ringraziare il proprio elettorato.
Tu hai ragione quando dici che le infrastrutture di terra in Calabria fanno pietà: ma è su quelle che bisogna lavorare, non su aeroporti da tenere artificialmente in vita quando esistenti (sempre, sistematicamente con sovvenzioni rigorosamente pubbliche), o da costruire perchè tre aeroporti per 5 province non bastano, e ce ne vuole almeno uno a testa.
La mia battuta su Carbone (che è battuta sino ad un certo punto) va in questa direzione: è il primo politico che sento parlare che fa riferimento al sistema aeroportuale dicendo chiaramente le cose come stanno, che fa affermazioni assolutamente impopolari e che ne determineranno la sicura trombatura elettorale se solo si azzardasse a ricandidarsi nel suo territorio, ma non per questo è disposto a calarsi interi prosciutti sugli occhi raccontando cazzate e promettendo milioni di posti di lavoro e "chiù pilu pi tutti" perchè tanto l'unica cosa che conta è la propria poltrona.
L'unico mio dispiacere è che lo abbiano eletto i lombardi e non la sua terra: e dispiace perchè eleggere personaggi di questo spessore da parte dei propri concittadini sarebbe un magnifico segnale di utilizzo di intelligenza e di desiderio (per la Calabria in questo caso) di riscatto serio, segno della volontà di spendere bene i quattrini senza dilapidarli pur di accontentare Ciccio e 'Turi di turno.
 
Condivido la diagnosi, non la soluzione.
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Tu hai ragione quando dici che le infrastrutture di terra in Calabria fanno pietà: ma è su quelle che bisogna lavorare, non su aeroporti da tenere artificialmente in vita quando esistenti (sempre, sistematicamente con sovvenzioni rigorosamente pubbliche), o da costruire perchè tre aeroporti per 5 province non bastano, e ce ne vuole almeno uno a testa.
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Hai idea delle condizioni della SS106 Ionica, o della ferrovia Reggio Calabria - Taranto ?
Hai mai provato a raggiungere in treno da Roma uno qualunque dei paesi della costa ionica reggina ?

Purtroppo invece di pensare di migliorare queste infrastrutture si sta facendo di tutto per affossarle definitivamente.